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Autore: LoveanDeath    22/04/2020    1 recensioni
Aziraphale poteva definirsi un brav’angelo. Certo, la perfezione che di natura ha un essere celeste l’aveva persa col tempo. Prima col cibo - oh che meravigliosa scoperta! – poi molto più in là con la più antica delle arti.
Il soggetto più adatto a quelle tentazioni peccaminose, più lussurioso, più ambiguo, più… tutto, era Crowley.
Allora perché si ritrovava a baciare una giovane donna che stimava, per giunta una donna che praticava l’occulto, attività non vista di buon occhio nei Piani Alti?
Genere: Erotico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anatema Device, Aziraphale/Azraphel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le fleur du mal


Aziraphale poteva definirsi un brav’angelo. Certo, la perfezione che di natura ha un essere celeste l’aveva persa col tempo. Prima col cibo - oh che meravigliosa scoperta! – poi molto più in là con la più antica delle arti.
Il sesso era sempre stata una parola tabù per lui, capace di farlo imbarazzare ed arrossire fino alle orecchie, negava tassativamente che potesse abbassarsi a tanto. In fondo era un angelo, ma se ci pensava bene nemmeno gli angeli gerarchicamente più potenti di lui erano perfetti.
Gabriel, Michael, Sandolphon avevano voluto una guerra per più di 6 millenni. Quale essere puro e innocente ambiva alla violenza?
Proprio per quello però non si aspettava di cadere nel tranello della tentazione, specialmente con una persona che non credeva potesse arrivare a tanto con lui.
Il soggetto più adatto a quelle tentazioni peccaminose, più lussurioso, più ambiguo, più… tutto, era Crowley.
Allora perché si ritrovava a baciare una giovane donna che stimava, per giunta una donna che praticava l’occulto, attività non vista di buon occhio nei Piani Alti?
Anathema Device li aveva aiutati a fermare l’Apocalisse, grazie anche al libro della sua ava, Agnes Nutter, l’ultima strega vissuta.
La sua intelligenza e la passione per i libri li avevano portati a instaurare un buon rapporto di amicizia e stima, cosa che lui credeva solo intellettuale.
Eppure a sentire come lo stava toccando, con passione e un pizzico di titubanza, iniziava a dubitarne. Non aveva mai visto il corpo di una donna, non per intero almeno. Aveva sempre evitato di trovarsi in situazioni a suo dire spiacevoli, tappandosi gli occhi o scappando direttamente.
E poi era un essere celeste, non avrebbe dovuto avere certi interessi, certe pulsioni! Per Dio, cosa stava facendo? Capiva perfettamente che tutto quello era sbagliato, ma il suo corpo umano non riusciva a staccarsi, lui non riusciva a fare un passo indietro.
Ah se lo avessero visto! Cosa avrebbero pensato i suoi superiori? E Lei?
La sua mente era però annebbiata, dalle sensazioni e dalla curiosità che cresceva ogni secondo di più.
Si ricordava a malapena il come erano arrivati a quel punto.
Come ogni giovedì Aziraphale aveva invitato Anathema a bere il thè nella sua libreria, chiacchierando di un libro che almeno uno dei due aveva letto e scambiandosi opinioni in merito.
«Oh cara, pensavo che oggi potevamo parlare di questo» poggiò sul tavolino basso un libricino.
«Le fleur du mal, di Baudelaire» lesse lei, piegando il collo «Aziraphale, hai letto uno dei poeti maledetti?»
L’angelo arrossì, lisciandosi il completo di tartan «oh suvvia, sono un bibliotecario, conosco tutti i libri!»
«Certo» disse divertita, indossando gli occhiali «l’ho letto anch’io questo» si sedette sul divanetto, sorseggiando la sua tazza di thè fumante «è una raccolta di poesie molto profonde» lo vide sedersi accanto.
«Non riesco ancora a comprendere perché li definivano con questo appellativo così sgraziato»
«Erano poeti innovatori, anticonformisti, non mi sorprende. Le donne che sapevano curare i malanni erano considerate streghe» fece una smorfia «che barbari»
«Non posso che concordare con te, cara» prese a sfogliare il libro «allora, cominciamo?»
E così passarono una buona parte del pomeriggio a commentare diverse poesie, intrattenendo una piacevole conversazione, sotto alcuni aspetti brillante.
Aziraphale girò pagina, leggendo il titolo «La morte degli amanti . Non ricordo di averla
letta» si corrucciò. Di solito lui era a conoscenza di ogni tomo, specialmente se antico.
«È triste» iniziò lei «come puoi ben leggere dal titolo, parla della morte che incombe sulla felicità di due amanti»
«Oh» abbassò lo sguardo, leggendo dei pezzi «ma c'è anche...»
«E come hai potuto constatare c'è anche un angelo» sorrise, poi divenne seria «è davvero così?» allo sguardo interrogativo dell'angelo specificò «quando moriamo. Davvero qualcuno di voi viene a dare pace alla nostra anima?»
Sicuramente quella domanda era particolare, ma da una donna del genere non ci si poteva aspettare altro «La maggior parte delle volte è così, ma vi sono delle eccezioni come gli uomini malvagi. Loro vengono subito prelevati dal Basso»
«Secondo te dove andrò?» domandò a bruciapelo, facendo alzare di scatto il viso dell'angelo.
«Tu andrai in Paradiso, ovviamente»
«Pratico l'occulto. So bene che questo tipo di gente la spedite giù»
«Oh Anathema, ma tu non sei una strega!» la vide fulminarlo con lo sguardo «v-volevo dire che non fai pozioni o intrugli e non maledici la gente e-»
«Aziraphale» sibilò bassa e minacciosa. Quello non era un buon segno.
«A-Andiamo Anathema, sto cercando di… oh e va bene, mi arrendo!» si poggiò sconsolato alla spalliera.
«Sei rimasto nel Medioevo, angelo» si tolse gli occhiali «anche se non faccio intrugli ho degli ideali, un diversi dai tuoi» portò alle labbra l'asta scura «è triste essere immortali»
«Come scusa?»
«Intendo dire che tu e Crowley vedrete morire tutti quelli a cui vi affezionate» lei non aveva Il suo tatto, a volte era anche rude «deve essere dura. Ti è già capitato?» domandò.
Wow, quella era una domandona. Decise di essere sincero «sì, mi è già capitato»
«E l'hai superata?»
Sorrise triste. Se l'aveva superata? Ovvio che no. Ma d'altronde doveva pur farlo prima o poi.
«Mi sono rassegnato alla fine» fece spallucce «come hai detto essere immortale ha i suoi pro e contro. Ecco perché cerco di non affezionarmi a nessuno»
«Oh Aziraphale… è molto triste»la vide allungare la mano e stringere la sua. Era umana anche lei, avrebbe perso la sua amica. Accennò un sorriso, cercando di riprendersi «ad ogni modo ancora è troppo presto per pensarci» le diede un buffetto sul dorso.
«Angelo?»
«Sì cara?»
«Quando sarà il momento, puoi guidarmi tu?»
La guardò. I suoi occhi neri erano ancora più profondi del solito, vedendoci una tacita preghiera.
Si portò la mano alle labbra, lasciandole un bacio «ma certo, non preoccuparti»
Anathema sorrise, rimanendo con la mano a mezz'aria «posso farti una domanda?» lo vide annuire «hai mai baciato un umano?»
L'angelo si immobilizzò. Era sudore quello che sentiva sulla fronte?
«Sì»
«Oh, questo mi sorprende!» i suoi occhi si accesero di curiosità «a chi?»
«Q-Questa domanda è inopportuna» si asciugò la fronte col fazzoletto di cotone uscito dalla tasca. Quella strega era una comare, altro che!
«Andiamo Aziraphale, voglio saperlo» inarcò un sopracciglio «siamo amici» mostrò il suo sorriso più sincero. Sincero un corno.
«È-È stato con un uomo» balbettò.
«CROWLEY?!»
«Crowley non è umano! E poi siamo solo amici!» disse con troppa fretta.
«Mh- mh» fu la sua risposta «allora se non è stato con lui con chi?»
Aziraphale prese un profondo respiro, chiudendo gli occhi «Oscar. Oscar Wilde».
Si aspettava un urlo esaltato, ma invece da parte sua vi fu solo silenzio. Quando riaprì gli occhi si trovò davanti la sua espressione sorpresa. E totalmente sconvolta.
«Aspetta… tu intendi quel Wilde?»
«Uhm… sì?»
«Quel Wilde nato nel 1854 e morto nel 1900»
«Esatto»
«Quel Wilde…» si portò una mano sul viso imporporato «tu hai baciato Oscar Wilde»
«Potresti gentilmente smetterla di ripetere quello che dico?» disse nervoso. Era stato colto alla sprovvista con quella reazione, per non parlare dei monosillabi.
«Hai baciato Oscar Wilde e ti è piaciuto»
«Non puoi saperlo» distolse lo sguardo.
«Mi hai appena dato la conferma. Ed eccome se ti è piaciuto» lo vide arrossire ancora di più.
«Basta, ho capito!» disse esasperato, portandosi una mano davanti gli occhi «l'hai voluto sapere, ora cambiamo argomento, è estremamente imbarazzante!»
«Però così è scorretto»
«…Cosa?»
«Hai baciato un uomo ma non una donna» mormorò lei cauta «non puoi dire che ti sia piaciuto se non hai provato anche il gentil sesso».
Le orecchie gli andarono a fuoco «questa… è depravazione!» il suo cuore batteva veloce «sono un angelo, ho dei doveri e dei limiti e- che stai facendo?» si era seduta ancora più vicino, guardandolo da vicino, troppo vicino .
«Conosco un detto, forse è asiatico. Dice così: se Maometto non va alla montagna, è la montagna ad andare da Maometto》gli prese il viso tra le mani e tu sei Maometto, se non lo avessi capito» annullò le distanze, baciandolo.
Aziraphale gemette di sorpresa, cercando di sottrarsi a quel tocco, ma troppo goffo per alzarsi in modo agile. Finì per sottostare a quel bacio, ricambiando.
Le labbra di Anathema erano morbide e lisce, diverse da quelle di Oscar. Non si accorse con che ardore avesse ricambiato, costringendola ad appoggiarsi allo schienale del divano. Fu un breve secondo, quello che lo riportò alla realtà.
Si staccò dalle sue labbra arrossate con uno schiocco, balzando indietro «s-sono mortificato, non avrei dovuto» disse balbettante. Era stato un angelo, un uomo poco rispettoso! Non riusciva a guardarla in viso, troppo imbarazzato. La sua reputazione non era già immacolata, ma dopo questo…
«Aziraphale, guardami» si sentì chiamare. Quelle parole risultarono come un ordine e lui ubbidì, voltando lo sguardo e tornando a guardarla.
«Non sentirti in colpa, sono io ad avertelo chiesto. E poi non penso sia stato male per te, no?»
L'angelo ingoiò a vuoto. Baciare per lui era un gesto molto intimo, che si doveva compiere con una persona con la quale si aveva un profondo rapporto. C'era stato un tempo in cui aveva amato Oscar, ma lei? Lei era molto bella, dagli occhi profondi ed i capelli corvini come la
notte. La sua intelligenza sfiorava la sua, si nutriva di essa durante i loro incontri letterari.
Questo poteva considerarsi amore? Lui non ne aveva idea.
«Questo non toglie il fatto che sia sbagliato» disse lui.
«Sbagliato per chi? Sei qui da seimila anni e non hai vissuto pienamente nulla»
«Sono un ang-»
«Smettila di ripeterlo, perché la usi solamente come una scusa. La verità è che tu hai paura, anche se non vuoi ammetterlo》
Aziraphale la guardò negli occhi, trovandoci determinazione, sincerità. Aveva sempre vissuto all'ombra del mondo, per paura di essere ancora giudicato, di non fare la cosa giusta. Ma qual era la cosa giusta? Era un inetto, ecco cos'era. Strinse un pugno, fino a farsi sbiancare le nocche «non sai cosa vuol dire essere creato per un bene Superiore. Fare sempre la cosa giusta, seguendo gli insegnamenti che ti hanno inculcato. Fare un passo falso mi condannerebbe»
La vide sorridere amara, posando malamente gli occhiali sul tavolino basso «non so cosa significa? Io sono nata per evitare l'Apocalisse. Fin da bambina mi hanno costretto a studiare profezie. Una bambina che sapeva a memoria ogni dannata profezia di Agnes. Credi che non ti capisca?»
Il suo sguardo lo fece tremare. Infondo non erano così diversi, pur essendo di due realtà totalmente differenti. Forse era proprio quello a legarli, a renderli così affini.
E in quel momento poco gli importò di sottostare ad un codice di comportamento che gli stava troppo stretto, di ignorare ancora una volta il suo cuore umano pulsante e di fare finalmente la cosa giusta, per lui.
Prese il suo viso tra le mani e tornò a baciarla. Prima fu dolce, delicato, solo dei tocchi leggeri, poi la foga prese il sopravvento, diventando una vera e propria battaglia di labbra e lingue.
Era casto, Aziraphale, perché si era obbligato a non andare oltre, soffrendo molto. Per cosa l'aveva fatto? A quanto pare per nulla. Era e sarebbe rimasto un angelo debole.
Le sue mani scesero sui fianchi, accarezzandoli. Sentì le sue mani aggrapparsi alle sue spalle quando le baciò il collo, ansimando leggermente. Quel sussurro acuto non fece altro che mandargli una scarica al basso ventre, scoprendosi eccitato.
E come poteva non esserlo se tra le braccia aveva una donna bellissima e così intelligente?
Si rese conto che quel vestito scuro che la copriva dal collo fino ai piedi non era per niente facile da togliere. Senza farsi vedere schioccò le dita, permettendo ai bottoni di uscire dalle asole.
Con dei movimenti piuttosto goffi lo tolse, rivelando il suo corpo morbido ed ambrato coperto dall'intimo nero. Arrossì molto a quella visione, sobbalzando quando sentì la mano delicata della strega sfiorargli il cavallo dei pantaloni.
«Voglio vederti anch'io» sussurrò, levandogli la giacca chiara.
«N-Non sono un bel vedere. Insomma, mangio tanto e non credo che-»
«Questo lascialo decidere a me» sbottonò la camicia bianca, liberando il suo petto chiaro e morbido «oh Aziraphale…» sfiorò con le dita la leggera peluria «sei bellissimo».
L'angelo rimase sorpreso, ma poi sorrise. Un corpo atletico forse non bastava. E quelle parole gli fecero bene all'autostima, lenendo secoli di umiliazioni dalla sua fazione.
«Ana, cara, mi permetti?» la fece distendere sotto di sé, accarezzando la sua pelle che reagiva al suo tocco come se fosse attraversato da una scarica elettrica.
«Sei ancora vestito...» mormorò lei, osservando il suo corpo.
«A questo rimediamo subito» schioccò le dita, rimanendo con indosso solo i boxer, anch'essi semplicemente bianchi, ma che lasciavano ben poco all'immaginazione. Proprio per questo vide la strega soffermarsi su quel piccolo particolare ed arrossire.
«Sei dotato» non era una domanda, ma una pura e semplice constatazione.
«Beh… credo siano stati molto generosi lassù» cercò di non balbettare ancora, sarebbe stato ridicolo «ad ogni modo, credo che la natura abbia fatto un lavoro perfetto con te»
Anathema arrossì, portandosi i capelli scombinati all'indietro «sei gentile»
«Solo sincero. Adesso… possiamo continuare?» sarebbe rimasto a parlare ore con lei, ma il suo corpo umano iniziava a soffrirne di quella situazione di stallo.
«Assolutamente» portò le mani dietro le spalle, sentendo un tick . Poco dopo il reggiseno cadde, lasciando il suo seno libero.
La sua gola diventò arida come un deserto, alla visione di quel ben di Dio esposto, solo per lui. Istintivamente le mani si strinsero attorno ad essere, palpando la loro morbidezza, facendola gemere.
Continuò a farlo, sempre più coinvolto. Voleva toglierle tutto, scoprire cosa si celasse. Sfiorò i suoi slip neri di pizzo, chiedendo con lo sguardo il consenso, che arrivò subito dopo.
Aziraphale non aveva mai visto un corpo femminile nella sua interezza, ma dubitava che quella perfezione risedesse in ogni donna. Anathema era perfetta, fisicamente. Perfettamente proporzionata e tonda nei punti giusti.
Finì di spogliarsi anche lui, ormai impaziente.
«I-Io non sono un esperto»
La vide sorridere, accarezzandogli la guancia «ti guido io... » allargò le gambe, scoprendo la sua eccitazione. Se lo portò di sopra, invitandolo a prenderla. E così successe, che un angelo del Paradiso scoprisse la più antica delle arti.
«Ah… ah...» ogni spinta era scandita da un gemito acuto di lei e più basso di lui. Non credeva fosse così piacevole e passionale.
Si baciarono molto, durante quell’ amplesso, soffocando i gemiti l'uno sulle labbra dell'altro.
Fu così emozionante, per Aziraphale. La sua prima volta in assoluto, con una donna a cui teneva particolarmente.
Raggiunsero l'apice quasi in contemporanea, stringendosi forte nell'istante più intenso.
Aziraphale crollò sul suo seno, affaticato ma molto appagato, così come la sua amante, il cui cuore batteva forte, come il suo.
Quando si calmarono alzarono lo sguardo, sorridendosi.
«È stato molto bello»
«Sì, molto. Che mi dici adesso, ti piacciono le donne?»
«Mh… solo tu» ammise, dandole un bacio sulla guancia.
«Oh… sono lusingata, grazie» accarezzò i suoi ricci umidi di sudore, scoprendo di adorarli «quindi… è stata una botta e via?»
«Una…? Oh no, io non sono il tipo di questi gesti meschini» disse con sdegno «mi piacerebbe che riaccadesse» allo sguardo molto esaustivo di lei avvampò «i-intendevo dire un appuntamento, sì! Magari potremmo andare a mangiare fuori, fare tutto con garbo»
«Sei davvero un uomo di altri tempi Aziraphale… per me va bene»
«Sono un uomo, punto» disse con ovvietà «sono felice che tu abbia accettato, sei davvero una splendida persona»
«Mai come te» baciò il dorso della sua mano, soffermandosi con le labbra sulla sua pelle «quanto pensi possa durare?»
Lo sentì sospirare, fissandola profondamente «il più possibile, mia cara»
Anathema allungò il braccio, prendendo il libro aperto in quella pagina «alla fine questa poesia è adatta a noi. La morte degli amanti. Ma c'è una cosa di diverso»
«Cosa?» la vide sorridere malinconica.
«Che l'angelo che mi porterà via da questo mondo sarà il mio stesso amante»
«Oh. Vieni qui» le baciò la fronte, facendole poggiare il viso sul suo petto «va tutto bene, andrà tutto bene»
«Tienimi così, stretta tra le tue braccia, fino alla fine»
«Te lo prometto»
 
Avremo letti pieni di profumi leggeri,
divani profondi come tombe,
e sulle mensole fiori strani,
dischiusi per noi sotto cieli più belli.
A gara bruciando gli estremi ardori,
saranno i nostri cuori due grandi fiaccole,
specchianti le loro doppie luci
nei nostri spiriti, specchi gemelli.
Una sera fatta di rosa e di mistico azzurro,
ci scambieremo un unico bagliore,
come un lungo singhiozzo, grave d’addii;
e un Angelo più tardi, schiudendo le porte,
lieto e fedele verrà a ravvivare
gli specchi offuscati e le fiamme morte.
[Charles Baudelaire]


Note dell'autrice
Ciao a tutti!
Sono tornata con una coppia crack, ormai ci sto prendendo gusto.
Ringrazio la mia amica Death che l'ha letta in anteprima e mi ha dato il supporto (molto tranquillo) per ultimarla.
Non pubblico mai storie tristi o malinconiche, ma è il mio mood da settimane e spero sia venuta carina.
Alla prossima,
Love
Spero vi piaccia
   
 
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