Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: _Atlas_    24/04/2020    1 recensioni
Tony era convinto che nei momenti di estrema necessità si dovesse ricorrere a soluzioni estreme e, senza ombra di dubbio, dover passare un intero weekend da solo con sua figlia richiedeva esattamente quel genere di soluzioni. Quelle e, ovviamente, l’ennesima visione de Le follie dell’imperatore.
[Mini-long / IronDad]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morgan Stark, Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Parte seconda
 
 
 
 
 
 
Quando Tony Stark vide Sdentato prendere il decollo e volteggiare in aria con la padella di Rapunzel tra le zanne, capì perfettamente di essere entrato in uno stato di dormiveglia. E tollerava piuttosto bene il fatto che il suo inconscio gli stesse proponendo un frullato di lungometraggi Disney&Company, visto che per anni aveva trasmesso in loop un portale alieno dall’aspetto ripugnante.
Solo una cosa non gli era chiara però, ovvero il perché quel draghetto si ostinasse a chiamarlo «papi». Certo, nella sua vita ne aveva viste molte di cose strane – e sì, combattere al fianco di un soldato scongelato era tra queste – ma proprio non capiva perché mai le zone remote del suo cervello dovessero fargli credere di essere il genitore di un drago.
«Papi!»
A meno che…
Tony spalancò gli occhi nell’oscurità della sua stanza e per poco non gli venne un infarto quando vide avanzare verso di lui un pigiamino pallido col passo incerto.
A quel punto si rese conto che l’unica creatura che lo stesse chiamando era sua figlia e che, a quanto pareva, aveva deciso di proporgli in diretta un remake di The Ring.
«Papi…» lo chiamò di nuovo Morgan, intrufolandosi nel lettone e guardandolo con aria sconsolata «…posso dormire con te?»
L’uomo cercò di rivolgerle un’occhiata severa giusto per fare un po’ di scena, ma lo sbadiglio che seguì ebbe decisamente la meglio su quel tentativo di fermezza.
«Che succede?» le chiese comunque.
Morgan alzò le spalle fingendo indifferenza, dopodiché si chiuse nel silenzio e si accoccolò a pochi centimetri da lui.
Tony, che con l’insonnia era sempre andato a braccetto, preferì non indagare oltre sul perché sua figlia non riuscisse a dormire – farlo avrebbe inevitabilmente spostato l’attenzione sull’assenza di Pepper e non era sicuro di poter trovare un rimedio a un’emergenza notturna di tale portata, quindi le posò una carezza tra i capelli e le stampò un bacio affettuoso sulla fronte.
«Va bene, Maguna, ma cerca di non tirarmi troppi calci, d’accordo?»  le concesse, già sapendo come sarebbe andata a finire; dopotutto era una conseguenza che valeva la pena sopportare, pensò, se non altro per il sorriso radioso con cui Morgan reagì a quella concessione.


 
*
 
 
La mattina successiva passò abbastanza in fretta: non solo Morgan non aveva dimostrato interesse verso acconciature o manicure all’ultima – e discutibile – moda, ma aveva passato gran parte della mattinata a costruire un capolavoro architettonico con i lego alto almeno quanto lei. A un certo punto aveva persino deciso di attaccare sul tetto dell’edificio una targhetta col suo nome, il che aveva lasciato Tony completamente attonito di fronte al miracolo della genetica, più di quanto non lo fosse già.
E a proposito di genetica, quando quel pomeriggio vide sua figlia stravaccata sulla sedia a sdraio a bordo piscina, con i suoi occhiali da sole, un libro di astrofisica tra le mani – dove lo aveva preso, poi? -  e intenta a sorseggiare con la cannuccia un bicchiere colmo di tè, per poco non rischiò un infarto per la seconda volta in meno di ventiquattro ore.
«Uhm, Sua Eccellenza desidera qualcosa?» le domandò saltando da un’espressione all’altra, indeciso su quale potesse esprimere meglio il suo stato d’animo attuale.
«No, grazie» rispose Morgan, sistemandosi gli occhiali sul naso che puntualmente le  caddero di nuovo giù.
C’era qualcosa di surreale nel vederla leggere un libro di astrofisica con addosso un costume da bagno di Minnie Paperina, ma dopo che in piscina si era quasi strozzata a causa di un’onda anomala che lui stesso aveva provocato, aveva giurato solennemente con una croce sul cuore di non prenderla in giro mai più. Almeno fino a fine giornata.
«Che leggi?» le chiese quindi, mettendosi comodo sulla sdraio accanto a lei.
«La teoria dello stazio-tionario» scandì lentamente la bambina, col tono di chi conosceva già perfettamente a memoria l’argomento.
«Interessante,» le diede corda Tony «e di che parla la teoria dello stato stazionario
Morgan arricciò le labbra e bevve un altro sorso di tè.
«È troppo difficile, papi. Non lo capiresti» disse leccandosi un polpastrello e continuando a sfogliare il libro.
Ormai Tony aveva esaurito i pensieri negativi per evitare di scoppiare a riderle in faccia, ma decise comunque di stare al gioco.
«Perché non provi a spiegarmela? Alla fine si tratta solo di uno scenario cosmologico non standard basato sul principio cosmologico perfetto, giusto?» le chiese con un certo interesse.
Morgan si voltò a guardarlo sollevando entrambe le sopracciglia, facendo nel frattempo scivolare gli occhiali sul naso. Poi tornò a puntare gli occhi sul libro che, dopo una manciata di secondi, decise di chiudere e mettere da parte.
«Non posso parlare di queste cose con te, forse è meglio se leggiamo Le avventure di Winnie the Pooh» disse rivolgendosi a lui con tono melodrammatico.
Tony riuscì a sfogare la sua risata non appena Morgan corse in casa per recuperare il libro, chiedendosi se per caso quello non fosse un rimedio a cui avevano dovuto ricorrere anche Howard e Maria, in passato.
Sperò anche che Morgan avesse la grazia di non gocciolare per tutta casa mentre cercava il libro, e fu davvero una coincidenza allarmante sentire annunciare da F.R.I.D.A.Y., proprio in quel preciso momento, l’arrivo a casa della signorina Potts (la decisione di non convertire il nome in “signora Stark” era stata presa di comune accordo).
«Mamma!» sentì urlare Morgan dal piano di sopra, e Tony si precipitò all’istante dentro casa per evitare che Pepper venisse accolta da sua figlia che rotolava giù dalle scale.
«Tesoro!» le andò in contro Tony, chiedendosi perché mai stesse tenendo un enorme cactus tra le braccia. «Quello è...guarda che non ce n’è bisogno, siamo stati bravi!» mise subito le mani avanti, già immaginandosi legato alla pianta con le spine conficcate nella carne.
«Questa pianta ha vent’anni anni più di te, sarebbe un peccato servirsene per torturarti»  gli garantì la donna sistemandola per terra e andando ad abbracciarlo.
«Sono davvero contento che tu sia tornata» disse Tony abbracciandola e baciandola brevemente. «Quello da dove viene, a proposito?» chiese indicando il cactus.
«Zio Franklin ce l’ha lasciato in eredità, e qui dentro» disse pescando un plico di fogli dalla borsa «c’è scritto come prendersene cura.»
«Che pensiero gentile. Hai detto ai tuoi parenti che il nostro pollice verde non è esattamente...allenato?»
«Il tuo pollice verde, vuoi dire?» lo interruppe la donna « Sì, l’ho detto e ho rassicurato i presenti che sarò io l’unica ad avvicinarmi ad Arturo.»
«Arturo?» chiese Tony non capendo.
«È il nome del cactus» spiegò Pepper voltandosi poi verso Morgan che stava correndo verso di lei a braccia aperte. «Ciao, tesoro!»
Tony smise di osservare Arturo con occhio critico e si unì all’abbraccio con le sue ragazze, lieto che fossero finalmente tutti e tre insieme.
«Papà mi ha fatto mangiare le patatine al formaggio» rivelò poi Morgan ad alta voce, evidentemente volendo mettere un po’ di pepe a quel momento di dolcezza della famiglia.
Pepper guardò il marito sbattendo le palpebre con estrema lentezza e, all’improvviso, la tensione divenne palpabile.
«Morgan si è lavata i denti senza il dentifricio!» contrattaccò quindi Tony, a corto di giustificazioni. Pepper iniziò a guardare i due con sguardo molto intimidatorio.
«E papà mi ha strappato tutti i capelli e mi ha fatto bere l’acqua della piscina!» lo accusò Morgan giocandosi il tutto per tutto.
«Cosa?!» urlò Tony.
«Cosa?!» urlò anche Pepper.
«Tesoro, non è come sembra, posso assicurartelo. E tu!» disse poi indicando la figlia «Chi è che ti ha messo lo smalto, sentiamo? Un colore diverso per unghia, beninteso. E chi è che ti ha permesso di dormire nel mio letto, stanotte? Te lo sei dimenticata?»
Morgan, ormai incapace di ribattere, strinse Pepper in un abbraccio sperando che, con uno studiato attacco di ruffianeria, avrebbe ottenuto l’assoluzione dai suoi peccati.
«Peps, anch’io ti amo, tantissimo per giunta, ma…»
«Ma niente» lo bloccò la donna, rivolgendosi poi a entrambi «Avete trenta minuti di tempo per mettere a posto la villa, non pensate che non lo sappia che l’avete ridotta a un campo di battaglia.»
«Colpa sua» alzò le braccia Tony, indicando poi le gocce d’acqua sul pavimento.
«E questa, invece?» chiese la donna raccogliendo la sua maglietta dei Black Sabbath abbandonata sul divano «A chi appartiene?»
Tony l’afferrò con un gesto stizzito e borbottò qualcosa a Morgan, che adesso stava sghignazzando da dietro le spalle della madre.
«Poi facciamo i conti» le sillabò a bassa voce, ricevendo in risposta una simpatica linguaccia.
Non era certo della punizione che Pepper avrebbe dato entrambi – e, ben inteso, era sicuro che lo avrebbe fatto – ma Tony alla fine dovette ammettere di non avere il rimorso di quelle due giornate passate con sua figlia, anche se alla fine lei lo aveva incastrato in maniera del tutto ingrata (a proposito di genetica, in questo era uguale a Pepper).
Si chiese solo se la promessa di non prenderla più in giro fosse ancora valida, visto il risvolto della situazione: sapeva già perfettamente in che modo vendicarsi.
 
 
*
 
 
 

 
 
[Prompt: onda, decollo, tensione]
 

 
 
 
 
NdA
Sssalve! :D
Sono in ritardo, I know, colpa del mio umore ballerino.  
Ora che anche questo piccolo progetto si è concluso, posso assicurarvi che pubblicherò di tanto in tanto qualcosa, anche se non con la stessa frequenza di quest’ultimo mese.
Nel frattempo, ringrazio le persone che hanno messo le mie ultime storie nelle varie sezioni e chi ha speso un po’ di tempo per recensirle; come sempre è un piacere sapere di riuscire a trasmettervi qualcosa, soprattutto una risata, visto i tempi che corrono…
Mando quindi uno spupazzamento virtuale a ognuno di voi e spero a presto!
 
_Atlas_
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: _Atlas_