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Autore: Dida77    24/04/2020    4 recensioni
Questa sarà una raccolta di storie nate così, un po' per caso, tra le pagine del gruppo Facebook
"Chris&Seb... Stucky is the way!" e pubblicate a gentile richiesta.
Sono storie senza un filo comune, ma scritte seguendo l'ispirazione del momento.
Avete presente quando una storia picchia in testa e non vi lascia in pace fino a quando non l'avete scritta?
Ecco... proprio quella cosa lì.
Enjoy it.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Steve è a terra, la bocca piena di sangue, il sopracciglio spaccato, il cuore che batte così furioso da sentirne il suono nella testa. Lo scudo giace lì alla sua sinistra, lo ha lasciato cadere pochi istanti prima.
 
"Io non combatterò con te" ha detto con un filo di fiato, guardando negli occhi il Soldato d'inverno. "Io sarò con te fino alla fine."
E per un attimo, per un'infinitesima frazione di secondo, l'espressione dell'altro muta. È una variazione impercettibile, un accenno di stupore, un minimo cedimento nella sua granitica determinazione. A Steve ricorda un'espressione confusa che non era poi così rara sul volto del suo Bucky. Quindi fa uno sforzo e puntellandosi con una mano si mette seduto. "Fino alla fine" ripete con voce un po' più alta e un filo di speranza in più nelle vene.
 
Il Soldato d'inverno lascia cadere le braccia lungo i fianchi e si lascia cadere sulle ginocchia. Si affloscia come un palloncino privo di aria, quasi senza far rumore. Sul volto lo stupore e la paura dell'ignoto, di cose che non si riescono a capire e che potrebbero fare male.
 
Il sangue di Steve corre, se possibile, ancora più forte. Alza una mano in segno di pace e con l'altra apre la zip della tuta. La mano entra dentro, all'altezza del cuore e ne tira fuori un cartoncino piegato in due e ingiallito dal tempo. Un sospiro esce dalle sue labbra mentre lo porge al soldato come se fosse un oggetto prezioso.
 
Per un attimo non accade niente e continuano a guardarsi mentre combattono ciascuno la propria guerra: il Soldato d'inverno contro la paura, Steve contro la speranza.
Con una lentezza esasperante il soldato allunga la mano e si ferma un centimetro prima di toccarlo, aspettando che sia Steve a coprire quell'ultima porzione di spazio.
Steve è certo che il suo cuore si sia fermato mentre l'altro apre il cartoncino e i suoi si posano sul suo contenuto.
 
E' una foto ingiallita dal tempo, anzi due foto, di due ragazzi innamorati. Il biondo più basso ed esile, il moro più alto, con la divisa da militare il cappello un po' storto sul capo. Nella prima il biondo guarda altrove, ma ha il braccio saldamente ancorato attorno al collo dell'altro, come a rivendicarne il possesso. Nella seconda è il moro che prende il controllo, appoggia la mano sul volto dell'altro e lo bacia con riverenza, amore e rispetto.
 
Il Soldato d'inverno guarda la foto in silenzio e i suoi occhi mutano espressione così rapidamente che non è facile capire cosa stia davvero pensando. Come il mare d'inverno in una giornata piena di vento e nuvole, che cambia colore così rapidamente da non riuscire a disegnarlo. Poi lentamente quelle mutazioni veloci si placano e un timido sorriso si ferma sulle labbra del moro, che alza gli occhi e lo guarda chiedendo in silenzio conferma dei propri pensieri.
Steve annuisce piano e l'altro trova la forza di parlare.
 
"Siamo noi due." La voce non è più quella del Soldato d'inverno, bensì una voce che Steve non sente più da una vita. E' tornata ad essere la voce che preannunciava la salvezza quando lo pestavano in fondo a un vicolo e che gli teneva compagnia compagnia nelle lunghe notti insonni per la febbre. "Siamo noi due" ripete Bucky con lo stupore di bambino. "Ce le siamo fatte scattare l'ultima sera prima di imbarcarmi... Eravamo al festival di Stark".
 
"Sì Bucky, siamo noi. Ti ricordi adesso? Di me? Di noi?" Steve non sa come sia riuscito a far uscire quelle parole visto l'enorme nodo che gli sta chiudendo la gola in quel momento. Per un attimo ripensa a sua madre... Steve si trova sempre un modo quando si vuole veramente qualcosa... Aveva ragione, un modo si trova sempre.

Bucky fa cenno di sì con la testa, gli occhi umidi. Steve lo abbraccia, gli mette un braccio attorno al collo ed esattamente come nella foto, rivendica il possesso di quella parte della sua anima che pensava perduta per sempre.
 
"Adesso cosa faremo Steve?" la voce di Bucky è incerta mentre si libera da quell'abbraccio e guarda le proprie mani coperte di sangue.

"Adesso andiamo a casa." risponde Steve tornando ad abbracciarlo.
   
 
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