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Autore: Baldermoon    26/04/2020    3 recensioni
Per aver tirato un pugno ad un suo superiore Andrea si ritroverà a dover lavorare su di un caso vecchio di ottant'anni che la riguarderà da molto vicino
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: questa storia nasce dalla sommatoria di tre prompt che mi sono stati lasciati nel gruppo we are out fro prompt
I suddetti promot sono: 
1. Quando ad A viene assegnato un Cold Case (in gergo un caso freddo, uno di quelli ormai abbandonati) pensa che sia una punizione per aver dato un pugno a uno dei dirigenti. Ma quando comincia a leggerlo, capisce che questo è più di un Cold Case
2. "Tutto ciò che esce dalla tua bocca è una bugia!"
3. "Vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste, ecco tutto. - Oscar Wilde"
4. Quando l'assassino è la persona che non ti aspettavi.
 
Omonimia 

 

Andrea rimase ad osservare il fascicolo che aveva dinanzi a sé. La data sul fascicolo riportava la data 1940.
Centro anni, erano passati ottantanni da quando quei pezzi di carta erano stati archiviati, che senso aveva dover indagare su qualcuno morto così tanto tempo fa? Con molta probabilità non interessava più a nessuno quella vecchia storia polverosa.
In verità credeva che quello fosse puro sabotagio e che il caso le fosse stato affidato per punitrla del pugno che aveva tirato a quell'idiota di Ruskin.
Disgustata, Andrea aprì il fascicolo, che male c'era se aveva tirato un pungo ad suo superiore? Prima di tutto quel suddetto “superiore” avrebbe dovuto evitare di guardare il sedere della sua collega e farne di apprezzamenti come se dinanzi non avesse una persona ma un pezzo di carne in una cella frigorifera. Secondo doveva ringraziare che fosse un suo superiore altrimenti altro che pugno, gliene avrebbe date così tante che come minimo si sarebbe beccata una denuncia per abuso di potere.
Posò lo sguardo sull'incartamento cercando di ignorare la rabbia che provava in quel momento.
Se avesse potuto sarebbe ritornata di nuovo nell'ufficio di Ruskin per picchiarlo di nuovo, ma amava troppo il suo lavoro per rischiarlo per colpa sua. 

“ Anthony J. Shelly, nato nel 1890, trovato morto all'età di cinquant'anni, ucciso da un colpo di pistola di rivoltella e trovato nell'Hutson”.

Riportavano i documenti. Andrea dovette rileggere tre volte la frase per essere davvero sicura di ciò che aveva letto, forse aveva battuto la testa da qualche parte e aveva dimenticato il significato delle parole?  Non capiva. 

- Shelly – mormorò.

Shelly come il suo cognome ed Anthony J Shelly come il nome ed il cognome del suo bisnonno.

****


Andrea battè la mano sul tavolo del soggiorno i ninnoli che sua madre metteva per abbellirla sobbalzarono ed uno di loro si ritrovò riverso in orizzontale. Gli occhi erano puntati su sua nonna, la quale, nonostante i suoi novant'anni e passa d'età aveva gli occhi arzilli come quello di un bambino che scopre il mondo per la prima volta. Odiava comportarsi in quel modo con la donna e mancarle di rispetto fino a quel punto, ma non amava chi le mentiva.
- Tutto quello che esce dalla tua bocca è una bugia! - disse ad alta voce, mettendosi in piedi.
Sia lei che sua madre, che le stava accanto, non facevano altro che mentirle facendole perdere tempo e inventandosi storie che non avevano nè capo nè cosa ed ormai Andrea ne aveva le scatole piene.
Sua madre sembrò sul punto di rimproverarla o di cacciarla di casa o di fare entrambe le cose, ma la nonna intervenne per calmarla.
Andrea non era stupida e non lo era mai stato, altrimenti non avrebbe fatto la detective, ma si sarebbe dato ad altro, magari alla pasticceria. Aveva dovuto indagare nella sua famiglia, scoprendo storie che erano ormai finite nel dimenticatoio e risvegliando la coscienza di morti che sarebbero dovuti restare nel loro riposo eterno. 
Lavorava su quel caso da un mese seguendo le piste sbagliate che le lascia sua nonna, ma adesso era stanca, doveva chiudere quella storia.
- Bambina mia, la conosci quella frase “ Vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste, ecco tutto.” ? - la nonna parlava calma, serena, la fissava con quell'aria di chi sta per raccontare una favola magnifica.
- Non è una frase di Oscar Wilde? Ma cosa c'entra? - chiese Andrea scuotendo la testa, non capiva.
- Nella vecchia casa dove abitavo, in cucina c'era un ricamo in quadretto di vetro. Il ricamo l'aveva fatta mia madre, la tua bisnonna, l'aveva sentita in radio una volta e le era piaciuta così tanto che ne aveva fatto un mantra. Vedi... lei era innamorata del giovane cuoco della sua villa di famiglia, lo sai, il nostro è un retaggio nobile ed in Inghilterra potremmo perfino avere un titolo nobiliare.
La sua è la storia di un amore impossibile poiché i genitori l'avevano promessa ad un uomo crudele, violento e più vecchio di lei.
Mia mamma non era felice ed il suo animo era legato al giovane che amava, tant'è che egli era diventato il suo amante, ma poi era arrivata la guerra e approfittando dei subbugli ed usando tutte le loro risorse erano scappati.
Vedi, quell'uomo di cui ella era innamorata era un disertore poiché aveva seguito la strada dell'amore piuttosto che della guerra. Si erano trasferiti in Spagna per un po' e quando la guerra era finita si erano spostai in America, vivevano di stenti, ma erano felici, avevano una bambina ed innamorati. Fino a quando quell'uomo crudele non è ritornato alla carica, l'ha trovata e voleva ucciderla per averlo lasciato. La sua morte...è stata un incidente, me lo ricordo come fosse ieri, avevo solo sei anni, ma era tutto vivido. Lui ci perseguitava, ci chiamava ad ogni ora del giorno e della notte, ci seguiva per strada, tendeva agguati, un folle. Quella sera stavamo festeggiando il mio compleanno e luie ra comparso all'improvviso dall'ombra. Voleva ucciderci tutti e tre con la sua pistola, ma mio padre era stato più veloce e gli aveva sfilata dalle mani. La pistola mi cadde ai piedi e cosa avrei dovuto fare? Quell'uomo voleva uccidere la mia mamma ed il mio papà. Sparai. Non me ne sono mai pentita.
Andrea rimase in silenzio, troppe informazioni e tutte insieme, cosa avrebbe dovuto fare? Era dei segreti della sua famiglia che si parlava, dove finiva la morale ed iniziava la coscienza? In altri casi avrebbe arrestato il colpevole senza pensarci due volte, ma qui si trattava di sua nonna, la nonnina che le aveva regalato i pattini al decimo compleanno, quella che le aveva insegnato a fare la pasta in casa, come aveva potuto lei fare una cosa del genere seppur spinta dalla paura? L'aveva sempre vista come una donna pura che era restia perfino ad uccidere gli insetti in veranda figurarsi un altro essere umano.
- Ma perché assumere la sua identità? - riuscì solo a dire la detective, era il tarlo fisso nella sua testa, un detective attento, a quel tempo, avrebbe potuto trovare facilmente il colpevole, ma i suoi colleghi di allora erano stati prigri.
- Mio padre era pur sempre un disertore e c'era la sua eredità, si finse un lontano cugino emigrato in America e con quella comprammo la vecchia casa dove venivi ogni domenica a mangiare.
- Questo è il segreto di famiglia che ci portiamo tutte noi da anni sulle spalle – disse sua madre, guardandola – ed ora sta a te decide cosa fare.
Andrea rimase in silenzio, poi si alzò uscendo dalla casa, doveva riflettere e doveva farlo da sola.
Nella sua testa c'era solo rabbia ormai, per colpa di altri, tutto il peso della scelta finale ricadeva su di lei e ciò non era affatto giusto.

 



 

   
 
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