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Autore: clairemonchelepausini    28/04/2020    0 recensioni
Si conoscono da una vita, si sono fatti la guerra e spesso si sono odiati più di quanto si sono amati, eppure la loro storia sarà scritta nella storia.
Donna Paulsen l’unica donna che ha saputo tenere testa ad Harvey Specter, un uomo d’un pezzo, che non crede di meritare l’amore e non sa nemmeno cos’è.
Due persone diverse, con obiettivi lontani e una vita in comune, dopotutto loro sono e saranno sempre i Darvey.
E’ vero quello che si dice, non ci si accorge di avere di fronte tutto quello di cui si ha sempre avuto bisogno fin quando non è tardi, ma era davvero così?
E’ la fine o solo l’inizio?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donna Paulsen, Harvey Reginald Specter
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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NOTE
Iniziativa: Questa storia partecipa all'evento "Tana Libera Fill WEEK" a cura di We are out for prompt
Prompt/Traccia: #6 Suits, Donna/Harvey, Lo stava facendo davvero? Stava davvero andando da lui? Dio, quella serata non poteva che essere più folle di così. Donna già se ne pentiva, ma ormai era davanti alla porta di Harvey. Di Maura L. Cohen
 





 
 
Donna era già alla sua postazione, schiacciava frenetica i tasti sul computer e poi poco dopo si fermò a rileggere l’email e continuò, non le servì alzare gli occhi da ciò che stava facendo, sapeva che Harvey si stava avvicinando.
«Ciao Harvey» lo salutò lei senza scomporsi, con la testa ancora bassa e le mani frenetiche e, quando lui lanciò un’occhiata, capì che doveva fermarsi.
«Come…», ma non riuscì a finire la frase per lo stupore di vedere quel sorriso sul suo viso e quel volto che ormai nelle ultime sere accompagnava il suo sonno.
«Come faccio? Harvey ci conosciamo da dieci anni, ho imparato e so tanto di te che ti sorprenderesti nello scoprire la quantità di cose che una segretaria apprende durante il suo lavoro» e, detto ciò si alzò, lo sfidò a dire il contrario e, mentre lui passava la valigetta da una mano all’altra, lei sistemava alcuni documenti e lo seguiva nell’ufficio.
Scosse la testa, ci provava ma non riusciva a capirla e nonostante ci avesse provato, era difficile non chiederselo, ma accantonò quei pensieri che stavano riaffiorando e posò gli occhi su di lei.
Donna si avvicinò nel suo tailleur scuro, con la gonna che le lasciava scoperto le gambe, quella camicia che si fasciava alla sua vita, e quella piccola scollatura che faceva intravedere le forme del suo seno e… dovette indugiare troppo sul suo fisico perché lei si schiarì la voce.
«Hai visto qualcosa che ti potrebbe interessare?» domandò divertita lei quando allungo una mano e gli passò la cartella dei documenti, ma fu troppo tardi per rendersi conto che l’aveva detto ad alta voce.
Harvey sorrise, ma quella frase si ripeteva più volte nella sua mente, il suono della sua voce nel pronunciarla e le labbra che si arricciavano divertite erano per lui…
 
“Smettila di pensare a lei nuda o, a letto con te o, in qualsiasi altro modo che non fosse professionale” si ammonì, la sua voce fu dura, ma persino la sua parte interiore capì che era una guerra persa in partenza.
 
«Beh, devo dire che se continui a vestirti così io…» e lasciò a metà quell’affermazione, ammiccò nella sua direzione e sorrise, ma nel farlo anche i suoi occhi s’illuminarono cosa che non molto lontana da lui successe anche a Donna.
«Oh, Specter, come se non avessi mai visto una donna in tailleur o una donna in generale» lo canzonò lei, scrollando le spalle e facendo finta di nulla.
«Non dovrei essere io a dirlo, sappiamo bene entrambi che ne ho viste di donne, ma non è questo che stavo intendo»
Si rivolse a lei, la squadrò da capo a piedi e ritornò su soffermando lo sguardo sul viso arrossato e sulle labbra che stava mordicchiando.
«Dovrei sentirmi lusingata quindi?»
«Dipende da te» disse Harvey sogghignando, lasciò cadere le braccia lungo i fianchi per poi infilarsi una mano in tasca.
Le stava dando davvero così potere? Non riusciva a crederci, non era solito fare questi giochetti con lei, non dopo le regole tacite che si erano scambiati anni e anni prima, eppure vederla là, ferma davanti a lui scatenava in lui un misto di eccitazione e divertimento.
«Non fare questo gioco, non come Harvey perché finirai per bruciarti» lo ammonì Donna, facendo dei passi e avvicinandosi a lui, un gesto che non passò inosservato perché lui arretrò di pochi centimetri.
«Sei sicura che io stia giocando?» chiese con un sorriso sghembo alzando le sopracciglia e sfidandola, quel poco che bastava per rendere elettrizzante quel momento.
«Sappiamo bene entrambi che ti conosco meglio di te stesso e, non c’è niente che Harvey Specter dice senza avere la consapevolezza e soprattutto la sicurezza di avere le redini delle situazioni» e, a quelle parole lei accorciò ancora la distanza, il suo cuore stava per impazzire, le mani fremevano per voler accarezzare il suo viso, solo per il gusto di vedere la sua reazione.
Oh, no, non c’è ne sarebbe stato bisogno perché l’espressione dell’uomo cambiò, la sicurezza che dimostrava prima vacillò, gli occhi accessi per la sfida divennero fuoco e quel sorriso sghembo che manteneva sulle labbra guizzò in un sorriso sorpreso.
«Ma nella nostra situazione lo sai bene, come lo so io che sono io ad avere il comando» confessò a voce chiara, scandendo quelle parole e facendo dei passi per tornare alla sua postazione.
Quella conversazione stava durando troppo e li stava spingendo in un campo minato dove nessuno dei due voleva davvero stare.
Harvey si riprese dal suo momento di shock, non riusciva a crederci che quella donna lo stesse provocando così spudoratamente, men che mai che lui fosse disposto a rischiare tanto per vincere.
 
“Non ti azzardare nemmeno a pensare di farlo, Harvey Reginal Specter toglietelo pure dalla testa” esordì a gran voce il suo io che premeva per farsi sentire, ma lui aveva già perso le staffe quando il profumo di Donna gli era arrivato alla narice, quando quei sogni gli impedivano di dormire e quando la vedeva davanti a sé, sogghignando, bellissima e divertita per quel dialogo che pensava di aver vinto.
 
Donna si era già incamminata verso la porta, non si girò nemmeno a vedere cosa stesse facendo lui perché se lo immaginò alla scrivania, seduto a rivedere i documenti che lei gli aveva lasciato. Harvey in poche falcate la raggiunse, lei s’irrigidì quando sentì la sua mano sul braccio che la fermava, era alle sue spalle ma la sua spavalderia in quel momento venne meno e non riuscì a voltarsi.
I due avevano iniziato un gioco che nessuno di loro avrebbe vinto, bensì sarebbero finiti con il bruciarsi, ma Harvey preso dall’adrenalina accorciò ancora di più le distanze.
Donna sentì il suo profumo, quella fragranza forte e delicata al tempo stesso inondarle le narici, lo stesso le causava forti giramenti di testa come essere a pochi passi da lei, le sue spalle sbatterono contro il petto muscoloso di Harvey e il braccio su cui c’era poggiata ancora la sua mano sembrò prendere fuoco.
Dei brividi attraversarono i loro corpi, i respiri ansimanti stavano dimostrando quando la vicinanza con l’altro non fosse indifferenza e quanto la spavalderia che mostravano, si stava riducendo a un pugno di cenere se l’uno sarebbe stato così vicino all’altro.
Harvey si sporse verso il suo orecchio dando a Donna ancora di più l’opportunità di sentire la sua fragranza, di spingere il petto contro le proprie spalle e quando un lieve sospiro le sfiorò l’orecchio, si sentì persa.
«Vieni da me stasera» sussurrò lentamente lui, senza scomporsi scandendo bene le parole dimostrandole che era lui ad avere le redini, e prima di girarsi e ognuno riprendere il proprio lavoro lei agì d’impulso.
Si voltò, quel tanto che bastasse per frugare nei suoi occhi, per capire se stesse mentendo, se stesse prendendola in giro ma ciò che vide la scioccò più di quanto avrebbe mai ammesso.
La regola che dieci anni prima avevano sottoscritto entrambi le balenò in mente, stava per pronunciare quelle parole quando la sua occhiataccia gli disse di non farlo, non serviva più come limite, era servita al suo scopo fin troppo a lungo. Lei girò i tacchi e se ne tornò alla sua postazione, mentre ancora i brividi le tartassavano il corpo, il cuore batteva a un ritmo veloce e lei fremeva per quelle parole.

 
 
Lo stava facendo davvero? Stava davvero andando da lui? Dio, quella serata non poteva che essere più folle di così. Donna già se ne pentiva, ma ormai era davanti alla porta di Harvey.
Sembrò ripensarci, non avrebbe voluto rovinare tutto e di solito era proprio lei che metteva un freno a lui, ma quella sera per qualche bizzarra idea, ogni parte del suo corpo le diceva di smetterla di pensare troppo.
Erano stati così per tanto tempo amici e colleghi che adesso non sapevano come comportarsi, la stessa paura attanagliò Harvey, si maledì per quella proposta per aver messo a rischio tutto, nonostante ciò un sorriso s’incurvò sulle sue labbra.
Il brivido che percorse la sua schiena lo avvertì che Donna fosse dietro la porta, non poteva crederci e non capiva come potesse essere vero, ma quando la aprì, fu proprio, dove la trovò.
E cosa sarebbe successo?
Si poteva solo immaginare, ma la verità risedeva in fondo ai loro cuori e gli unici artefici della loro vita e del loro destino erano loro. L’incertezza regnava, la tensione si sarebbe sprigionata, eppure una cosa fosse certa… dopo quella sera tutto sarebbe cambiato.
 
 
 
 
 
 
 
 

 
   
 
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