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Autore: Baudelaire    28/04/2020    5 recensioni
Accettare la propria femminilità, a volte, non è così semplice.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Femmina.
Nata per sbaglio, papà voleva il maschio.
Cresciuta con abiti maschili, per accontentarlo, inutilmente.
Aggressiva, sfrontata, ma delicatissima, fragile, basta sfiorarti per romperti in mille pezzi.
Sei sopravvissuta, hai vissuto, sei andata avanti.
Con coraggio, o forse solo pazzia.
Hai affrontato quel mondo per il quale non eri pronta, non lo sei neanche adesso, mai lo sarai, finchè questa carne tremerà.
Hai deluso tutti, perfino te stessa. Sempre in cerca, sempre rivolta a quell’ideale impossibile da raggiungere.
Non sei abbastanza, questo ti hanno ripetuto, per anni.
Ci hai creduto, parole marchiate sottopelle, impossibili da estirpare.
Ci credi ancora.
Delusa, annientata, svuotata di ogni energia, quante volte hai invocato la Morte?
Quante?
Fin da adolescente, mesi, anni, sperando che venisse a prenderti, per dare un taglio netto al dolore.
Lo chiamano maestro di vita, per te era solo un terribile aguzzino.
Vedi ancora il suo ghigno malefico e mortale.
Ti sorrideva, tu piangevi.
Invocavi la Dea della fine, che ti voltava le spalle, rivolgendo altrove le sue attenzioni.
Neppure lei ti voleva.
Che potevi fare, se non andare avanti? Perché, alla fine, la vita l’amavi, l’ami, anche se mai lo ammetterai, leonessa testarda.
C’è sempre speranza, sempre, finchè questo cuore batterà.
Hai lottato strenuamente, duramente, contro un mondo di uomini impietosi ed impetuosi.
Parole durissime per te, insulti, degrado.
In famiglia, e poi fuori.
Perfino in tribunale hai ascoltato, incredula e in lacrime, quelle parole bestiali rivolte a te, mentre nessuno muoveva un dito, nell’aula gelida di quel mondo di Satana senza volto.
L’Inferno è più gentile.
Hai pianto fino a farti dolere gli occhi, non hai dormito, il cuscino inzuppato.
Hai smesso di chiamarla, lei non sarebbe venuta.
Non ancora.
Dovevi crescere, dovevi imparare.
Dovevi vivere.
Da femmina.
La tua condanna.
Non voluta, dovevi essere maschio.
Questo ha cambiato tutto.
Ha cambiato te.
Il tuo futuro, le tue scelte.
Tutto.
Niente gonne, niente tacchi. Ci hai provato, ti senti ridicola, diversa.
Non sei tu.
Allora torni ad indossare la maschera, anche se sotto l’involucro c’è un fiore mai sbocciato, per colpa di quel mondo crudele che ti voleva uomo.
Femmina fino alle ossa, questo sei.
Ma non ti vedi, non ti guardi in quello specchio che dice la verità.
Non vuoi vederla, ti ostini a voltarti dall’altra parte.
Sei tu.
Non puoi cambiare.
Puoi solo accettare.
   
 
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