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Autore: inu_ka    29/04/2020    2 recensioni
[Sengoku night blood]
Non voglio più tornare nel mio mondo.
Queste erano le parole che Hideyoshi voleva far pronunciare a Yuzuki ma, per quanto ci provasse non era ancora riuscito.
Durante un festeggiamento le condizioni di salute del Generale Shingen Takeda, peggiorano. nella loro epoca non esiste un medicinale in grado di debellare la sua funesta malattia. L'unico modo per tentare è, tornare nel ventunesimo secolo.
Ci sarà un modo per tornare? Saranno in grado di curare la misteriosa malattia di Shingen?
Cosa succederà a Yuzuki se torna nel suo mondo?
E Hideyoshi riuscirà a far pronunciare la fatidica frase?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“ Non voglio più tornare nel mio mondo”.
Erano queste le parole che risuonavano nella mente di Yuzuki, mentre osservava la figura dormiente del Generale Hideyoshi Toyotomi.
Hideyoshi aveva promesso che il suo obiettivo, oltre a sposarla, sarebbe stato farle pronunciare quelle parole.
Yuzuki al pensiero di ciò, arrossì.
Non si spiegava il motivo di quella reazione ma forse, inconsciamente, il suo cuore iniziava a contraccambiare i sentimenti del Generale.
Hideyoshi, come se si sentisse osservato, aprì lentamente gli occhi, incrociando lo sguardo della ragazza che, per l’imbarazzo, voltò velocemente il capo.
Il ragazzo osservò con tenerezza quel rossore che colorava le guance di Yuzuki.
- Buongiorno, è da molto che sei qui?- Domandò dolcemente Hideyoshi.
- No, sono appena arrivata.- Mentì la ragazza.
Hideyoshi sorrise a quell’innocente bugia.
- E’ successo qualcosa, o volevi solo guardare il tuo futuro sposo mentre dormiva?- Chiese maliziosamente.
Yuzuki arrossì ancora di più.
- Non sarò mai la tua sposa.- Rispose balbettando.
- Si vedrà. Ricorda quali sono i miei obiettivi da quando ti ho conosciuta.- Disse sorridendo.
Nella mente di Yuzuki riaffiorarono le due promesse che le aveva fatto; una, l’avrebbe resa sua sposa, l’altra, che le avrebbe fatto passare la voglia di tornare nel suo mondo.
- Mi dispiace, sono venuta solo per avvisarti che il Generale Shingen Takeda è arrivato.- Lo avvisò, alzandosi.
- Che cosa vorrà mai quel licantropo?- Si domandò Hideyoshi.
Intanto in giardino si udirono le voci di due ragazzi che urlavano. Altri non erano che, Sasuke e Saizo dell’esercito Sanada.
- Ragazzi, smettetela.- Li rimproverò il loro Generale, Sanada Yukimura.
- E’ stato lui a iniziare.- Urlarono all’unisono.
Il Generale sospirò, quei due erano incorreggibili, ma sebbene litigassero sempre, in combattimento si sarebbero protetti a vicenda.
Hideyoshi si stupì della presenza di Yukimura.
- Generali, cosa vi porta qui?- Domandò curioso, rivolgendosi a Yukimura e Shingen.
- Siamo venuti per proporvi un banchetto per festeggiare la nostra collaborazione per sconfiggere lo yakuma.- Spiegò Shingen, sorridendo.
Improvvisamente Shingen tossì.
- Scusate, è solo la saliva di traverso.- Chiarì il Generale, notando lo sguardo preoccupato di Yuzuki e dei suoi vassalli.
- Avete ragione, la nostra collaborazione è stata cruciale per la riuscita di quell’impresa.- Sorrise Hideyoshi. - Però mancano ancora gli altri eserciti.- Costatò.
- Ci scusiamo per il ritardo.- Disse il Generale Kenshin dell’esercito Uesegi.
In seguito arrivarono anche i generali Oda Nobunaga e Date Masamune.
Hideyoshi osservava incredulo quella radunata. Gli eserciti si incontravano tutti insieme, solo sul campo di battaglia e non, di certo, per festeggiare. Il Generale aveva le lacrime agli occhi per la felicità.
Yuzuki, nel frattempo, si era allontanata per andare incontro al Generale Shingen.
-Shingen sama, siete sicuro di stare bene?- Domandò preoccupata la ragazza.
- Sì, mi era solo andata un po’ di saliva di traverso. - Rispose Shingen, mettendo una mano sul capo della ragazza.
Yuzuki, chinando il capo, aveva notato una macchia di sangue sul palmo della mano del Generale.
- Non mentite.- Disse mostrandogli la mano.
- Ah le donne, non vi si può nascondere niente. Comunque non preoccuparti, a volte capita.- Chiarì, sorridendo.
Yuzuki sorrise amaramente, fingendo di credere a quella versione. All’improvviso le venne in mente una cosa.
“ E se fosse la stessa malattia della nonna?” Si domandò, pensando ai sintomi che mostrava Shingen. “ Se fosse così, potrei aiutarlo.”
Yuzuki, determinata a scoprire qualcosa in più, si mise alla ricerca di Naito Masatoyo, l’erborista responsabile della preparazione delle medicine che prendeva Shingen. Non era impresa da poco. Masatoyo aveva la capacità di celare la sua presenza, per poi apparire senza che nessuno se ne accorgesse, spaventando a morte i compagni, senza contare che lì adesso c’era un sacco di gente.
Finalmente, dietro un albero, lo trovò.
- Masatoyo, ho delle domande da farvi riguardo alla malattia di Shingen sama.- Disse, sperando in una sua collaborazione.
- Oh Yuzuki, non ti avevo sentita arrivare. Dimmi pure, cosa vuoi sapere?- Domandò, sorridendo.
- Mi puoi dire con precisione i sintomi della sua malattia?- Chiese, con tono serio.
- Shingen, ha contratto questa malattia da circa dieci anni, non si sa come. Sappiamo che molti umani muoiono, ma grazie ai poteri curativi dei licantropi, Shingen riesce a resistere, ma  non sappiamo ancora per quanto. Come hai potuto vedere, a volte, tossisce sputando notevoli quantità di sangue. La sera compare la febbre altissima e respira affannosamente. Le medicine che gli preparo fungono solo da palliativo, non sono in grado di guarire definitivamente la sua malattia.- Spiegò il licantropo, con una nota di amarezza.
- Sai, i sintomi mi ricordano la malattia che aveva avuto mia nonna, quando era bambina.- Disse Yuzuki.
- Quindi, se l’ha avuta da bambina, è guarita?- Domandò entusiasta Masatoyo.
- Sì, adesso ha la bellezza di ottantacinque anni. Non male per un’umana. Comunque la malattia non ha lasciato alcuna traccia, e non ha bisogno di assumere farmaci.- Raccontò la ragazza.
Masatoyo, spalancò gli occhi, cosa che non faceva mai.
- Allora c’è una speranza anche per Shingen? Riusciresti a curarlo? Forse le medicine del tuo mondo saranno in grado di guarirlo dalla malattia. Ricordi la composizione delle medicine? Forse potremmo crearle anche qui.- Disse, ponendo una raffica di domande.
- Masatoyo, non è così semplice. Io provengo, si può dire, dal futuro, qui non ci sono i macchinari e le componenti necessarie per diagnosticare e curare correttamente questa malattia. Un nostro errore porterebbe il signor Shingen a un peggioramento o, peggio ancora, alla morte.- Spiegò, con le lacrime agli occhi. -Se solo potessi tornare nella mia epoca, portando anche il Generale con me. - Enucleò la ragazza.
- In realtà, un modo ci sarebbe. - Disse Masatoyo.
- Davvero?- Domandò entusiasta Yuzuki.
Dunque un modo per tornare alla sua epoca c’era. Poteva ritornare nel suo mondo senza l’aiuto della venerabile Himemiko.
Il pensiero di Shingen, le fece passare la voglia di tornare e rimanere nel suo mondo. Ora, voleva solo sapere come andare nella sua epoca e avere così la possibilità di salvarlo.
- Conosco un licantropo che ha il potere di far viaggiare nel tempo. Il problema è che è restio nell’usare i suoi poteri.- Raccontò. - Però, mi deve un favore.- Specificò l’erborista, sorridendo.
- Dove possiamo trovare questo licantropo?-
- Sulle montagne dell’est. - Rispose Masatoyo. - E’ molto lontano.- Specificò.
Yuzuki si ricordò che nessuno, al di fuori dei generali dell’esercito Takeda, era a conoscenza della malattia di Shingen, quindi, il problema era: come spiegare a Hideyoshi che voleva andare con l’esercito Takeda?
- Masatoyo, hai qualche idea di come potrei giustificare la mia assenza a Hideyoshi sama?- Gli chiese, sperando in una risposta esaustiva.
- Il Generale Hideyoshi, sembra una persona affidabile, dovremo raccontargli solo la verità.- Rispose con naturalezza.
Intanto nel giardino del castello, i festeggiamenti continuavano.
Yuzuki si diresse verso Hideyoshi.
- Hideyoshi sama, può venire con me? Devo dirle una cosa molto importante. - Chiese Yuzuki speranzosa.
- Non darmi del voi, chiamami semplicemente Hideyoshi.- Chiarì il ragazzo. - E poi, presto, sarai la mia sposa.- Le ricordò.
Yuzuki, questa volta, arrossì, senza replicare.
Hideyoshi e Yuzuki si erano incontrati con Masatoyo, in un angolo remoto del castello, lontano da orecchie indiscrete.
L’erborista raccontò al Generale, tutto nei minimi dettagli. Hideyoshi ascoltava quella storia, sempre più incredulo.
- Yuzuki, se tu vai nel tuo mondo, sono sicuro che non tornerai più da me. - Disse Hideyoshi, con una nota di tristezza.
- Hideyoshi sama… Anzi, Hideyoshi. Ti prometto che ritornerò, voglio solo aiutare il signor Shingen, nessuno merita di soffrire in quel modo. Sono sicura, che il mio sangue non servirà a molto, ha solo il potere di risvegliare e ampliare i vostri poteri, non di certo quello di guarire da malattie mortali.- Spiegò la ragazza.
- Ne sono certo, se ti lascio andare, questo sarà un addio.- Disse chinando il capo, iniziando a singhiozzare.
Yuzuki, mise una mano sotto il mento, alzandogli il capo, e incrociando il suo sguardo.
Masatoyo, osservando quella scena, decise di allontanarsi.
- Hideyoshi, guardami. Ti prometto che ritornerò.- Giurò, avvicinando il suo viso a quello del Generale.
Hideyoshi, stregato da quello sguardo, si avvinò sempre di più alle labbra della ragazza.
Le loro labbra s’incontrano in un tenero bacio.
- Questo è per suggellare la mia promessa. Quando tornerò, realizzerò uno dei tuoi obiettivi.- Disse sorridendo, con le guance rosse.
- Diventerai mia moglie?- Domandò speranzoso il Generale.
- No, non posso dirti niente.- Rispose, facendogli una piccola linguaccia. Poi, tornando seria, domandò. - Allora, mi lascerai andare?-
- Sì, so che hai nobili intenti, e sono certo che non romperesti mai la tua promessa.- Rispose, con sicurezza Hideyoshi.
Ora che era tutto chiaro, non restava che informare Shingen del piano, sperando che accettasse di primo acchito.
- Generale Hideyoshi, la prego di non riferire a nessuno la condizione di Shingen, se gli altri eserciti lo venissero a sapere, potrebbero sfruttare la situazione.- Disse, Masatoyo implorante.
Hideyoshi annuì e, dopo aver abbracciato fortemente Yuzuki, tornò dai suoi uomini.
 
Finalmente, Shingen, era stato informato della situazione e, come ci si aspettava, aveva contestato, ma le aspre parole della ragazza, gli avevano fatto abbassare le orecchie.
Partirono subito, dirigendosi verso le montagne dell’est.
- Kurama, sei qui? Posso entrare?- Domandò Masatoyo.
- Masatoyo, cosa ti porta sulle alte montagne dell’est?- Chiese incredulo  il licantropo, che non si aspettava di certo una visita dall’erborista.
- Kurama, ho un grosso favore da chiederti.- Disse implorante.
- Dopo aver salvato il mio clan, nessun favore è troppo grosso.- Gli ricordò Kurama.
- Ho bisogno che tu mandi in un’altra epoca, quella ragazza e il mio Generale.- Spiegò
- Masatoyo, sai che non è così semplice. Il viaggio nel tempo richiede un sacrificio.- Specificò il licantropo.
- E quale sarebbe?- Chiese Yuzuki, irrompendo nella casa di Kurama.
- Yuuu… Yuzuki, che ci fai qui?- Chiese Masatoyo.
- Kurama sama, non c’è più tempo. Masatoyo, Shingen sama ha avuto un altro attacco, e scotta tantissimo. - Disse, piangendo la ragazza.
Masatoyo corse fuori, appurando qual era la situazione. Il suo Generale versava in condizioni pietose, non lo aveva mai visto così.
Yuzuki era rimasta insieme a Kurama.
- Kurama sama, a quale sacrificio si riferiva?- Chiese, curiosa.
- Per viaggiare nel tempo si deve essere disposti a sacrificare qualcosa di prezioso.- Enunciò il licantropo.
- Arrivi al sodo.- Ordinò con tono serio.
- Devi essere disposta a sacrificare alcuni anni della tua vita. - Specificò.
- Di quanti anni? Sia ben chiaro che al signor Shingen non deve costare nulla.- Chiarì Yuzuki.
- Siete in due. Si tratta di venti anni. - Rispose, sicuro che la ragazza avrebbe rifiutato.
- Va bene. A due condizioni.-
- Quali?- Chiese interdetto il demone.
- Uno: che ci muoviamo al più presto; Due: nessuno deve venire a conoscenza di questi termini.-
- Va bene. Prima di partire dovremo nascondere la natura demoniaca del Generale Shingen. Sono sicuro che nel tuo mondo non esistono creature demoniache, se non sui libri mitologici.- Spiegò.
Dopo aver chiarito i termini, e aver nascosto, con un incantesimo, i tratti demoniaci di Shingen, si proseguì con il viaggio.
 
In men che non si dica, arrivarono nel ventunesimo secolo.
Il rumore delle macchine, le alte costruzioni, le innumerevoli persone che camminavano e parlavano con qualcosa in mano, spaventarono Shingen.
- Yuzuki, questo è il tuo mondo?- Domandò interdetto Shingen.
- Sì, non ci sono battaglie, ma è piuttosto caotico.- Rispose, ridendo dell’espressione facciale del Generale.
- Yuzukiiiiiiiiiii… Yuzukiiiiiiiiii.- Urlò qualcuno.
- Erin!- esclamò la ragazza.
- Yuzuki, ma dov’eri finita? Non hai risposto nemmeno a un messaggio. Sei svanita nel nulla.- Le fece notare l’amica.
Ora, Yuzuki non sapeva cosa raccontarle. Di certo non poteva dirle che si trovava nell’epoca Sengoku, circondata da vampiri, licantropi e creature misteriose.
- Sono stata chiamata all’estero per un tirocinio. Non ho avuto il tempo di avvisare nessuno. All’estero non prendono nemmeno i cellulari.- Mentì Yuzuki.
Intanto Shingen ascoltava incredulo. Non riusciva a capire il perché di tutte quelle bugie, e non capiva nemmeno di cosa stessero parlando.
- Yuzuki.- La chiamò, Shingen.
Yuzuki era presa dalla conversazione, e si era dimenticata che Shingen era accanto a lei.
- Oh, Yuzuki, chi è lui? E’ il tuo ragazzo? Perché non mi hai detto niente?- Chiese, facendo una domanda dopo l’altra. -Presentamelo.
- Cosa dici?- Disse arrossendo. - E’ un amico di famiglia, si è proposto di accompagnarmi qui. Dobbiamo sistemare una cosa, e poi ritorneremo in America.- Disse, dispiaciuta.
- Ah, quindi non rimarrai per molto qui?- Domandò triste Erin.
- No, il tempo di sistemare delle cose e riparteremo.- Rispose Yuzuki.
Le due amiche si strinsero e piansero. Una era felice per aver rincontrato la sua amica, l’altra perché sapeva che quello era un addio definitivo.
Shingen osservava dispiaciuto quella scena. Fino a quel momento nessuno si era messo nei panni della ragazza. Nessuno si era sforzato di comprendere cosa avesse lasciato nel suo mondo. Nessuno aveva pensato che qui lei aveva la sua famiglia, i suoi amici, le sue abitudini, insomma, la sua vita. Per loro era una cosa normale che lei stesse in mezzo a dei guerrieri che passavano la maggior parte del tempo su un campo di battaglia.
Yuzuki, piangeva, mentre osservava la figura della sua amica che si allontanava.
Shingen mise una mano sulla spalla della ragazza.
- Yuzuki, ammettilo, tu vuoi rimanere nel tuo mondo.- Disse, dispiaciuto.
- Mentirei se dicessi di no, ma ho fatto una promessa che non intendo infrangere. - Confessò la ragazza.
- Perché non resti qui? Potrei tornare solo io. Spiegherò come stanno le cose. Non è giusto che tu sacrifichi la tua vita per noi. Troveremo Himemiko e riuniremo il paese.- Disse il licantropo.
- Shingen sama non è il caso di parlarne. Sbrighiamoci, andiamo a casa mia, devo prendere dei documenti prima di andare in ospedale.- Proferì, continuando a camminare.
Shingen ammirava sempre di più quella ragazza, e se non avesse deciso di non prendere moglie, di sicuro l’avrebbe sposata, scontrandosi sicuramente con Hideyoshi.
Arrivati a casa, Yuzuki prese i documenti necessari e ne stampò alcuni al PC,fece cambiare gli abiti a Shingen e poi si diressero  in ospedale.
- Buongiorno, cosa è successo?- Domandò l’infermiera addetta al triage.
- Salve, il signore qui accanto è in viaggio d’affari, è ospite a casa mia e si è sentito male.- Spiegò Yuzuki.
- Come si chiama?- Chiese l’infermiera, digitando i dati al PC.
- Shingen Takeda.- Rispose Shingen.
- Scusi?- Chiese l’infermiera.
- Lo scusi, è confuso. Si chiama Totsuka Takeda- Replicò Yuzuki, volgendo uno sguardo d’intesa verso il Generale.
- Va bene, questo è il numero. Sarete chiamati nella stanza numero tre, con codice giallo.- Spiegò l’infermiera, indicando la stanza.
 
- Yuzuki perché hai fornito false generalità? E perché mi hai fatto vestire così?- Domando interdetto.
-Perché tu non esisti in quest’epoca, i documenti che ho fornito sono falsi, e i tuoi vestiti sono strani per questo mondo.- Spiegò la ragazza, sorridendo.
- Yuzuki, ti confesso che questi vestiti sono un po’ stretti.- Dichiarò il Generale sottovoce.
- Quelli erano di mio padre. Non era un tipo molto sportivo, era molto magro.- Specificò, indicando il fisico scultoreo del licantropo.
- Non si arrabbierà se vede che qualcuno ha usato i suoi vestiti?- Domandò preoccupato.
- Non se ne accorgerà mai. I miei genitori sono morti sei mesi fa, in seguito a una rapina in banca.- Raccontò, con le lacrime agli occhi.
- Mi dispiace, non volevo.- Si scusò con rammarico.
-Non hai niente di cui scusarti, non potevi saperlo.-
Nel frattempo, il numero che li era stato assegnato era arrivato.
-Totsuka Takeda?- Chiamò un dottore.
Yuzuki e Shingen si diressero verso la stanza.
- Shingen sama, faccia parlare me. - Disse la ragazza.
Shingen annuì, in fondo non avrebbe saputo come approcciarsi ai medici di quel posto.
-Signorina, lei se vuole può aspettare fuori, il signore è un adulto.- Dichiarò il medico.
- No, preferisco entrare. Il signore è di un altro paese ed è molto scosso per quello che è successo.- Mentì la ragazza.
Era strano dire che un Generale di un esercito, che viveva in un’epoca turbolenta, avesse paura di quel posto.
Yuzuki spiegò tutto nei minimi dettagli. Il dottore, dopo aver appuntato tutto, si pronunciò.
- Signorina, la situazione è piuttosto complessa, il signore va ricoverato e curato nel reparto di malattie infettive, fino all’esito della tac. Le probabilità sono due, o si tratta di una polmonite mal curata o, nel peggiore dei casi, si tratta di tubercolosi. La voglio informare che le spese potrebbero essere elevate se non si possiede una buona assicurazione.- Spiegò il dottore, continuando a osservare la cartella clinica di Shingen.
- Non si preoccupi, per le spese sanitarie me la vedrò io. - Rispose la ragazza.
Yuzuki, spiegò la situazione a Shingen, che non era minimamente entusiasta di quelle opzioni. Non era da lui, rimanere rinchiuso in una struttura dove ti bucano o ti mettono in grossi tunnel, inoltre la puzza di sangue e di alcol che si sentiva in quel posto, era davvero nauseante.
-Shingen sama, lo so che non è una cosa bella, ma siamo venuti fin qui per questo.- Cercò di fargli capire.
- Va bene, lo faccio solo per te. - Si arrese il Generale.
Yuzuki accompagnò Shingen nella camera che gli era stata assegnata, indossando i vari dispositivi previsti dal reparto.
La ragazza fornì i suoi documenti, facendosi fare il permesso per assisterlo.
- Shingen sama, adesso vado a comprare delle cose che potrebbero servirle. Approfitto anche per sistemare alcune cose prima di ritornare dall’altra parte.- Disse, rassicurando il licantropo. - Qualunque cosa le facciano i dottori, anche se fa male, non replichi e non uccida nessuno.- Si raccomandò.
- Non farò niente, te lo prometto. Purchè ce ne andiamo quanto prima da qui.- Promise il licantropo, arrendevole.
Yuzuki si stava prendendo egregiamente cura di Shingen, lo aveva promesso ai sotto Generali dell’esercito Takeda, che avrebbe fatto guarire il loro Generale, e non avrebbe infranto quella promessa, come anche non avrebbe tradito quella fatta a Hideyoshi.
Passarono due mesi, affinché Shingen guarisse del tutto.
Fortunatamente era stata esclusa la tubercolosi, si trattava di una polmonite, facilmente curabile con le cure di quest’epoca, anche se durante la degenza vi erano state attacchi pesanti, perché la polmonite era presente nel suo corpo da troppi anni.
I medici avevano detto di averlo preso in tempo, l’infezione era molto estesa e, a breve, avrebbe infettato il resto del corpo portandolo alla morte. Shingen era del tutto guarito, e non aveva bisogno più di nessuna medicina.
Intanto nell’epoca Sengoku, tutti erano preoccupati da questa lunga assenza. Fortunatamente non erano scoppiati altri conflitti che richiedessero l’intervento dei vari eserciti.
Quello che se la stava passando peggio, era Hideyoshi. La notte non riusciva più a dormire, era perennemente in preda agli incubi, aveva il terrore che Yuzuki non tornasse più. L’incubo peggiore era quello che sarebbe tornato solo Shingen ,e che Yuzuki sarebbe rimasta nel suo mondo. Aveva anche perso parte del suo spirito goliardico.
Shingen era stato dimesso, e prima di partire, Yuzuki aveva sistemato tutte le pratiche con l’ospedale, incluso il pagamento salato delle cure, ma non le interessava, lo aveva fatto con piacere, e poi i soldi non le servivano più, perché non sarebbe mai più tornata in quel mondo.
“NON VOGLIO PIU’ TORNARE NEL MIO MONDO”.
Yuzuki inconsciamente aveva pensato a questo, quindi, Hideyoshi era riuscito nel suo intento. La ragazza a questo pensiero, sorrise.
-Shingen sama, come si sente?- Domandò preoccupata Yuzuki.
- Mai stato meglio. Dopo le cure non ho avuto più niente, nemmeno la saliva di traverso.- Disse sorridendo.
La saliva di traverso era la scusa che accampava sempre, per non far preoccupare i suoi sottoposti.
- E’ una bellissima notizia.- Pronunciò entusiasta. - Ora possiamo tornare dai nostri amici.-
Shingen guardò la ragazza, notò che, a differenza di quando erano arrivati, non c’era alcun velo di tristezza nei suoi occhi.
- Yuzuki, sei sicura di voler tornare nell’epoca Sengoku? Qui hai la tua vita. La vita su un campo militare non è fatta per una ragazza.- Pronunciò il licantropo.
- Niente affatto. Mi sono abituata al vostro mondo. E nei mesi che abbiamo passato qui, mi sono resa conto che questa vita non fa più per me. - Confessò Yuzuki, rassicurando Shingen. - Prima di andarcene voglio portarla in un posto.- Disse tirando il Generale che, a quel contatto, arrossì.
Yuzuki portò Shingen in un museo, dove narravano la sua storia e quella degli altri Generali. Rimase esterrefatto da tutti quei documenti. C’era tutta la sua biografia e non solo. Era narrata anche la causa della sua morte, ma quella, grazie a Yuzuki, sarebbe stata solo una leggenda. Se non fosse stato per quella ragazza, davvero sarebbe morto di polmonite, e secondo la data scritta in quei documenti, gli sarebbero rimasti altri tre mesi da vivere. L’ultima crisi che aveva avuto, quando erano andati da Kurama, sarebbe stata quella mortale. Quindi era stato salvato in tempo.
- Yuzuki, ti ringrazio, se non fosse stato per te, adesso sarei morto.- Ringraziò il Generale.
Yuzuki sorrise. Dopo portò Shingen a mangiare in un fast food. Prima di partire, Yuzuki prese varie cose da casa sua, tra cui una foto della sua famiglia, vari medicinale e indumenti. Dopo tornarono nel Sengoku.
 
Piombarono nella casa di Kurama, nell’esatto punto  dove erano scomparsi.
- Shingen, sei tornato.- Esclamarono i suoi vassalli.
- Com’è andata? Come stai?- Domandò Masatoyo.
- Ragazzi, non sono tornato da solo. Io sto bene, ma sarebbe il caso di chiederlo anche a Yuzuki.- Rimproverò il Generale.
- Scusaci, eravamo in pensiero.- Si scusò Masatoyo. - Yuzuki, come stai? Pensavamo saresti rimasta nel tuo mondo, o almeno questo era il piano del Generale Shingen.- Confessò l’erborista.
- MASATOYOOOOO, NON C’ERA BISOGNO DI DIRLO.- Urlò il licantropo.
- Comunque, grazie a lei, sono del tutto guarito. L’unico sangue che uscirà dal mio corpo, sarà quello per le ferite di battaglia.- Scherzò.
- Preferibilmente evitate anche quello Shingen sama.- Pronunciò preoccupata la ragazza.
- Yuzuki, non mi chiamo Shingen, mi chiamo Totsuka.- Disse ilarioso.
- Cosa stai dicendo?- Chiese interdetto Nobuharu.
- Per farmi curare, ha fornito false generalità.- Disse sorridendo.
- Sapete che bello, dire in ospedale, “vi presento il Generale Shingen Takeda”. Avrebbero ricoverato entrambi in psichiatria credendoci pazzi. -
- Ahahah, comunque Yuzuki ti devo la vita. - Ringraziò il Generale, tornando serio. - E non chiamarmi più Shingen sama, ma solo Shingen.- Chiarì.
Shingen raccontò tutto quello che era successo, il ricovero, le cure e le preoccupazioni che aveva arrecato a Yuzuki, e raccontò anche la decisione presa dalla ragazza. Ecco il motivo per cui erano ritornati insieme.
- Kurama, vi ringrazio infinitamente per il vostro aiuto. Come posso sdebitarmi?- domandò Shingen.
- Il prezzo è già stato pagato.- Rispose. - Non chiedetemi come, non posso dirvelo.- Disse prima che gli venisse posta la domanda.
-Generale, se volete comandare ancora le truppe, dovreste bere questa.- Disse Kurama, porgendogli una boccetta.
- Cos’è?- Chiese Shingen.
-Vi farà ritornare le orecchie e la coda. - Rispose indicando la testa del Generale.
-Ah è vero, mi ero abituato a non averle più. - Disse ridendo a crepapelle.
- Ragazzi, ho un favore da chiedervi.- Intervenne Yuzuki.
- Qualsiasi cosa. - Rispose Shingen.
- Potreste riaccompagnarmi da Hideyoshi?- Domandò titubante.
- Ah, che peccato, pensavo volessi rimanere con me, e diventare mia moglie.- Disse dispiaciuto il Generale.
-Generale, ma non avevi detto che non volevi prendere moglie?- Lo canzonò Nobuharu.
- Sì, ma era quando pensavo che a breve sarei schiattato.- Ribatté.  - Yuzuki, scherzavo. Ti avremmo riportato ugualmente al castello Toyotomi. -
Erano in procinto di andarsene, quando Kurama prese in disparte la ragazza.
- Yuzuki, il tuo sangue, simile a quello di Himemiko, ha permesso che viaggiaste senza alcun sacrificio. Nessuno di voi perderà anni di vita. - Rivelò Kurama.
Quindi quella storia si era risolta per il meglio.
Erano quasi arrivati, quando Yuzuki decise di fare una sorpresa a Hideyoshi. Aveva concordato con gli altri, che avrebbero detto al Generale che lei era rimasta nel suo mondo.
Hideyoshi scorse il gruppo e corse incontro, sperando che tra di essi vi fosse Yuzuki.
- Dov’è Yuzuki?- Domandò terrorizzato Hideyoshi.
- E’ rimasta nel suo mondo. Lì ha la sua vita. Lei non appartiene a quest’epoca.- Disse Shingen con tono affranto.
- Lo sapevo. Sapevo che qui non sarebbe mai più tornata. Sapevo che non sarebbe rimasta più al mio fianco. Ma se è quello ciò che voleva, io non sono nessuno per impedirle di essere felice.- Disse voltando le spalle e iniziando a piangere.
Hideyoshi sentì due esili mani che gli coprivano gli occhi, e poi una voce che sussurava nel suo orecchio.
-Non voglio più tornare nel mio mondo.- Sussurrò Yuzuki.
Al suono di quella voce, Hideyoshi spalancò la bocca. Dunque lei era tornata, aveva mantenuto la sua promessa. Il ragazzo la portò dinanzi al suo viso e le diede un bacio profondo sulle labbra.
Il clan Takeda osservava emozionato la scena, salvo per poi segnalare la sua presenza battendo le mani. Yuzuki arrossì come non mai, tutti quei ragazzi che osservavano la scena, era davvero imbarazzante.
- Sapevo di non avere speranze con lei.- Disse fintamente dispiaciuto Shingen.
- Ci hai provato con Yuzuki?- Domandò infuriato Hideyoshi.
A quella scena tutti scoppiarono a ridere, mentre Hideyoshi continuava a guardarsi intorno interdetto.
- Shingen, come stai?- Chiese Hideyoshi tornando serio.
- Mai stato meglio. Quella malattia è solo un brutto ricordo. E’ tutto grazie a lei.- Rispose, ringraziandola.
Tutto si era risolto. Shingen stava bene, e Hideyoshi era riuscito nel suo primo obiettivo;  quello di non far rimpiangere a Yuzuki il suo mondo.
I due Generali festeggiarono insieme ai loro uomini. Durante il festeggiamento, Hideyoshi s’inginocchiò dinanzi a Yuzuki.
- Yuzuki, sono riuscito a farti ammettere di non voler tornare più nel tuo mondo, ora voglio riuscire in un altro obiettivo. Yuzuki, vuoi diventare la sposa di Hideyoshi Toyotomi? Mi vuoi sposare?- Si dichiarò il Generale.
- Sì, lo voglio. Voglio diventare la tua sposa.- Affermò, commossa la ragazza.
I due suggellarono la dichiarazione con un bacio, con gli applausi e le congratulazioni di tutti.
- Evvai, ho realizzato tutti i miei obiettivi. Ora ne pongo un altro.- Dichiarò. - Il mio prossimo obiettivo, sarà quello di renderti felice. Ti farò dire “sono la donna più felice di tutte”.
- Hideyoshi.- Lo chiamò Yuzuki. -Io sono già la donna più felice di tutte. Non potrei desiderare nient’altro.- Confessò.
- Non è giusto, perché lo hai detto?- Disse rammaricato. - E ora, quale sarà il mio prossimo proposito?- Si domandò.
-Sì ci sono. Ti farò dire questa frase, tutti i giorni.- Disse entusiasta dell’idea avuta.
- Hideyoshi, non esagerare.- Gli fece notare Toshiie.
 
 
  
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