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Autore: LazySoul    29/04/2020    1 recensioni
Quando inizia la quarantena Alessandra e Samanta, due sorelle, si ritrovano chiuse in casa con ben poco da fare oltre a studiare, leggere libri e prendere il sole nel giardino all'inglese, che il padre ama più di se stesso.
Tutto cambia quando iniziano a conoscere i vicini di casa, da loro soprannominati Costume Rosso e Mr. Tatuaggi, due ragazzi particolarmente attraenti che inizieranno a infiltrarsi sempre più spesso nei loro pensieri e nella loro vita.
[Fanfiction su Harry Styles e Cole Sprouse]
[Storia con un alto tasso di scene trash, clichés e cose random divertenti]
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1. Costume Rosso e Mr. Tatuaggi

 

Samanta si sentì schiacciare contro il materasso. 

Uno stupro?

No, era solo quella pazza di sua sorella che aveva trovato un nuovo modo divertente e alternativo per svegliarla, saltandole addosso.

«Sam, sei viva?», chiese Alessandra, scostandosi leggermente.

«Ma vai a morire male, stronza», rispose pacatamente Samanta, cercando di liberarsi dal peso opprimente della sorella maggiore.

«Anche io ti voglio bene», esclamò Alex, prima di premerle con forza un bacio sulla guancia.

Sam rispose al gesto di affetto con una smorfia e una tentata gomitata, che però colpì l'aria, dato che Alessandra si era già alzata e diretta verso la sua metà di camera: «Forza, sono le otto! Mi avevi detto di svegliarti presto oggi, ricordi?»

«Ricordo, ma non pensavo l'avresti fatto davvero», grugnì la più giovane, cercando con la mano il cellulare sul comodino per controllare le notifiche giunte nella notte. 

Peccato che il telefono non si trovasse sul comodino.

Nel corso della notte, tra giri e calci e altri giri e invocazioni demoniache, il cellulare era andato a finire sotto il cuscino a forma di cuore di High School Musical, che nessuno si ricordava come fosse giunto in quella casa, nello specifico sul letto di Samanta.

La ragazza ci mise qualche secondo a trovarlo, mentre la sorella, ancora in pigiama, alzava le tapparelle per far entrare un po' di luce nella stanza.

«Porco due, dove...? Ah, ecco-... no, il sole no!», Sam si nascose sotto le coperte con il suo adorato cellulare tra le grinfie.

«Io devo fare un paio di videoconferenze, tu fai qualche compito intanto, va bene?»

«Ho fame, devo fare la pipì...», la voce di Sam giunse attutita e poco chiara da sotto le coperte.

«Alzati», le suggerì la sorella, mentre iniziava a togliersi il pigiama.

«Non ho voglia! Grazie per lo spogliarello».

«Ma ti pare, quando vuoi», disse Alex, colpendosi il sedere con una mano.

Alessandra si vestì in pochi veloci gesti, recuperò il computer, dei libri e andò in salotto a studiare.

Una volta sola nella stanza Samanta pensò di tornare a dormire e di ignorare i compiti che avrebbe dovuto fare e le videoconferenze a cui si sarebbe dovuta preparare mentalmente. Non riusciva neanche a contemplare l'idea di abbandonare il caldo tepore del letto, eppure sapeva che doveva farlo.

Con molta calma e molte smorfie si tolse le coperte di dosso, fece partire "Bando" di Anna e ballando a ritmo con la musica iniziò a cambiarsi.

La canzone era iniziata da circa venti secondi quando la porta della camera si spalancò e Alessandra entrò ballando in modo scoordinato, facendo ridere la sorella che a sua volta, in mutande, iniziò a sculettare.

Entrambe erano ignare del fatto che, dall'altra parte del giardino, sul balcone dei vicini, due ragazzi stavano bevendo il caffè e assistendo allo spettacolo offerto dalle due sorelle.

Il più grande, Cole Sprouse, sollevò un sopracciglio e accennò un mezzo sorriso, quello più giovane, Harry Styles, iniziò a ridere, sputando del caffè sulla maglietta dell'amico.

Il primo giorno di quarantena era iniziato in modo a dir poco spettacolare.

 


 

Alessandra era sul punto di addormentarsi mentre l'immagine della professoressa di russo continuava a bloccarsi, durante la videoconferenza.

Lo schermo del cellulare si illuminò, sua sorella le aveva appena mandato una foto su Instagram: un selfie in cui le faceva una boccaccia, la didascalia diceva "Guarda che vedo che ti stai addormentando".

Alex sollevò lo sguardo, osservando la sorella che, seduta dall'altro lato del tavolo in salotto, le stava sorridendo amabilmente, mentre beveva del tè.

Sam stava facendo con molta poca attenzione i compiti di algebra che le erano stati assegnati, non capendo la consegna della maggior parte degli esercizi e intanto si divertiva a disturbare la sorella in tutti i modi possibili. 

Poco prima le aveva lanciato addosso una pallina di carta, che era in realtà un biglietto su cui aveva scritto: "MI ANNOIO", per poi iniziare a ballare di fronte al frigorifero e alla dispensa, mentre cercava qualcosa da mangiare. Aveva da poco catturato nelle sue grinfie la gatta Dexter, chiamata così quando ancora pensavano che fosse maschio, e la stava costringendo a una lunga e minuziosa sessione di coccole. 

Quando la lezione di russo terminò, con immenso piacere di Alessandra, Sam aveva iniziato a inseguire la gatta per casa, pur di non fare i compiti.

«Andiamo in giardino a prendere il sole?», chiese Alex, stiracchiandosi, mentre osservava il cielo terso e il sole alto che illuminava il mondo esterno.

Sam smise immediatamente di rincorrere Dexter e sfoggiò un sorriso a trentadue denti: «Con molto piacere!»

Le due ragazze presero le sdraio che solitamente usavano in spiaggia e si misero nel prato all'inglese, maniacalmente curato dal padre (un agronomo appassionato di botanica).

Erano entrambe in pantaloncini e canotta, munite di crema solare, gelato, occhiali da sole e letture di un certo spessore, "Twilight" e "After".

Presero posto vicino alle aiuole di tulipani, poco distanti dalla siepe (anche quella potata e curata in modo certosino) che separava il loro giardino da quello della casa accanto.

Samanta stava leggendo della struggente storia d'amore tra Edward e Bella con un'espressione a dir poco schifata in volto, mentre Alessandra, si chiedeva come fosse possibile che da una storia simile fosse stato tratto un film.

All'improvviso il silenzio, interrotto ogni tanto dai canti degli uccellini e dal ronzio di qualche ape, venne squarciato dal suono delle prime note di "Leave Out All The Rest" dei Linkin Park, proveniente dal giardino accanto.

Entrambe le ragazze furono grate di quella distrazione, che avrebbe permesso loro di mettere da parte le letture trash, a cui si stavano dedicando per una sorta di masochismo e di ricerca dell'orrido.

Samanta si mise in piedi sulla sdraio per osservare oltre la siepe, anche Alessandra si alzò, ma senza usufruire dei centimetri in più offerti dalla sedia pieghevole, dato che era abbastanza alta da vedere oltre la siepe senza quell'aiuto.

Sam sorrise, osservando la sorella negli occhi: «Siamo alte uguali!», esclamò con un sorriso soddisfatto e appoggiò il gomito sulla testa di Alex.

Alessandra sbuffò divertita, prima di portare l'attenzione al giardino dei vicini dove due ragazzi si stavano inseguendo in costume da bagno.

Uno dei due, quello tatuato, aveva in mano la pompa dell'acqua e stava schizzando l'altro, bagnandogli il torace nudo e il costume rosso fuoco.

Sam era a bocca aperta, mentre Alex faticava a costruire pensieri di senso compiuto.

«Quelli chi sono?», chiese la sorella minore, chiudendo la bocca, per paura che le entrasse qualche insetto strano e schifoso tra i denti.

«Non ne ho idea», riuscì ad articolare Alex, abbagliata dal sorriso del ragazzo con le dita adornate di anelli.

«Gli chiediamo di abbassare la musica?», chiese Samanta, incantata dalle gocce d'acqua, che percorrevano il corpo del ragazzo più bello che avesse mai visto.

«Boh, a me non dà molto fastidio...», ammise Alessandra.

«Neanche a me, ma sai, per attaccare bottone...», disse Sam, facendo l'occhiolino alla sorella.

Alex scoppiò a ridere. 

«Hey! Potete abbassare la musica!», urlò Samanta, cercando di sovrastare il suono della canzone, ma fallendo miseramente.

Quando il ragazzo tatuato diresse il getto d'acqua su di sé, bagnandosi il corpo, Alessandra sussultò, portandosi una mano a coprire la bocca spalancata: «Sam, penso di essermi innamorata».

La sorella scosse la testa sconsolata: «Ti innamori troppo facilmente, Al».

Samanta aspettò qualche secondo poi, notando che i due ragazzi sembravano proprio non averla sentita, o comunque essere decisi a ignorarla, si diresse verso la cesta dei loro vecchi giocattoli e recuperò un pallone da calcio mezzo sgonfio.

Erano alcuni anni che Samanta non prendeva tra le mani quel pallone, più o meno da quando aveva smesso di giocare a calcio, per dedicarsi anima e corpo al nuoto sincronizzato.

«Cosa pensi di fare?», chiese Alessandra, osservando l'espressione agguerrita sul volto della sorella.

«Attiro la loro attenzione».

L'istante dopo Sam, risalita sulla sdraio, così da avere una buona visuale del giardino accanto, calciò il pallone oltre la siepe.

La ragazza aveva ben in mente l'obiettivo che voleva centrare e, quando la sfera di cuoio si abbatté con forza contro la testa del ragazzo col costume rosso, un sorriso trionfante le comparve sulle labbra: «Sono troppo brava».

La sorella maggiore si portò entrambe le mani tra i capelli: «Ma sei scema?!»

Il tatuato lasciò la pompa dell'acqua a terra per correre dietro al pallone, mentre l'altro ragazzo si voltava verso le due sorelle con un'espressione dolorante in volto.

Sam lo salutò con un ampio sorriso, muovendo la mano in segno di saluto: «Ciao, potreste abbassare cortesemente il volume della musica? Io e mia sorella staremmo leggendo».

Costume Rosso, sembrò alquanto infastidito e, continuando a massaggiarsi la testa, si diresse verso lo stereo, per spegnerlo.

«Grazie», esclamò Sam, allargando ancora di più il suo sorriso: «Io sono Samanta e questa è mia sorella Alessandra».

Costume Rosso fece un cenno del capo: «Sono Cole».

In quel momento il ragazzo tatuato ricomparve da dietro alcuni cespugli con il pallone tra le mani e un sorriso in volto: «Immagino che questo sia vostro, ragazze».

«Direi proprio di sì», disse Sam, felice di aver ottenuto ciò che voleva; il nome di Costume Rosso.

Mr. Tatuaggi lanciò il pallone oltre la siepe, verso le ragazze. 

Alex ne ammirò il fisico snello con gli occhi che le brillavano, prima di recuperare la palla e ringraziare.

Cullate dal silenzio ritrovato, le due ragazze tornarono alle rispettive letture, accompagnate da una vaschetta di gelato alla panna e due cucchiaini.

«Non ce la faccio più a leggere», disse dopo una ventina di minuti Sam, chiudendo con forza il libro che aveva tra le mani: «Ho i neuroni che chiedono pietà».

«A chi lo dici», sospirò Alex, alzandosi in piedi per sistemarsi l'elastico delle mutande, che le stava dando particolarmente fastidio, incastrato com'era in mezzo alle sue chiappe.

In quel momento, gettando una veloce occhiata oltre la siepe, la sorella maggiore incontrò lo sguardo di Mr. Tatuaggi, che fino a pochi secondi prima le stava palesemente fissando il sedere.

Lui ebbe la decenza di imbarazzarsi, prima di distogliere lo sguardo.

Le ragazze rimasero in giardino a chiacchierare e a mangiare gelato per il resto del pomeriggio; Sam raccontava alla sorella maggiore della serie tv che aveva iniziato da poco, Riverdale, parlandole della trama e dei personaggi principali, mentre Alex si chiedeva se avrebbe avuto un'altra occasione per chiedere il nome a Mr. Tatuaggi.

Le due sorelle si ritirano in casa solo intorno alle sei, quando iniziò ad alzarsi un'arietta fresca poco piacevole.




 




Angoletto autrici:

 

Buongiorno!

Come state? Spero che la quarantena non vi stia facendo impazzire troppo.

Come potete notare non mi bastavano le mie altre due storie attive e ho voluto complicarmi ulteriormente la vita iniziandone una terza.

Non vi preoccupate, troverò un modo per portare avanti tutto quanto senza farvi aspettare troppo.

(Spero)

Ora, parliamo di cose serie. 

Cosa ne pensate del capitolo?

Io e mia sorella abbiamo cercato di creare una storia abbastanza leggera e simpatica, fateci sapere se ci siamo riuscite.

Al prossimo capitolo!

Un bacio,

LazySoul 

 

 

  
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