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Autore: Luinloth    29/04/2020    2 recensioni
What If tra la terza e la quarta stagione.
Dopo aver salvato l’Uomo Giusto dall’Inferno, Castiel viene a conoscenza dei piani di Michael per scatenare l’Apocalisse e decide di ribellarsi. A causa della sua disobbedienza, privato per sempre delle sue ali e della sua grazia, viene scaraventato sulla terra dove, per sopravvivere, inizia a vendersi lungo la statale. I Winchester, ignari delle sorti decise per loro dal Paradiso e di come Dean sia stato riportato in vita, hanno abbandonato la vita da cacciatori e vivono in una palazzina anonima alla periferia di Lawrence. Una notte di pioggia Dean incrocia Castiel sulla sua strada e l’Inferno riemerge prepotentemente dai suoi ricordi sotto forma di due occhi blu.
Dal testo:
“Volevi parlare” – il moro lo interruppe, serafico – “Parla”
Ero all’Inferno e ho visto i tuoi occhi.
Non era decisamente un buon modo di intraprendere una conversazione.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
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Disclaimer: storia scritta senza scopo di lucro, nessuno dei personaggi mi appartiene.




Ciò che accadde subito dopo, ancora adesso non so spiegarmelo.

Ellie aveva ucciso Lucifero. Aveva ucciso Sam: e a Dean bastava quello.

Si avventò su di lei, lei che ancora tremava, incredula, e le strinse le mani intorno al collo.

Ero sicuro che l’avrebbe uccisa a mani nude, e lei l’avrebbe lasciato fare. Dean era molto più forte di me, quando ero ancora un angelo del Paradiso mi sarebbe bastato schioccare le dita per renderlo inoffensivo, ma da umano non avrei mai potuto batterlo.

Eppure non potevo permettere che si macchiasse di un simile delitto, né potevo permettere che Ellie si lasciasse ammazzare in quel modo.

Probabilmente quando Dean si accorse che gli avevo appena tirato un pugno, mollò la presa sulla gola della ragazza più per la sorpresa che per il dolore.

“L’ha ucciso Cass!” — continuava a gridare— “L’ha ucciso e io ucciderò lei!”

Ellie piangeva e tossiva, una macchia viola le si iniziava già ad allargare sotto il mento.

“Dean c’è una cosa che devi sapere”

Sam non avrebbe mai potuto confessarglielo apertamente, ma io avevo sentito lui ed Ellie confabulare più d’una notte, chiusi in camera, e ricordavo perfettamente ogni porta sbattuta, ogni esitazione, ogni sospiro spezzato in mezzo ai quali Sam Winchester aveva rivelato alla donna che amava quali fossero i suoi piani, semmai le cose si fossero messe male.

Se non ci fosse stato un altro modo, lui avrebbe detto di sì a Lucifero. E dopo, Ellie avrebbe dovuto ammazzarlo. Nessun altro avrebbe potuto farlo: di certo non suo fratello, e nemmeno io. Dean era, è, il mio punto debole: non avrei mai potuto arrecargli dolore.

Rimaneva soltanto lei.

“Dean, ti prego…Sam non avrebbe voluto questo”

Dean non disse niente. Si trascinò fino alla parete e rimase lì, con la schiena appoggiata al muro e lo sguardo perso. Il verde brillante dei suoi occhi si era intorbidito, come l’acqua di un lago di cui stessero dragando il fondale.

Io avrei voluto soltanto abbracciarlo, e baciarlo, e fargli cadere quella disperazione dal petto ma non potevo. Potevo soltanto tenergli la mano e aspettare che quel momento passasse, e sperare che prima o poi sarebbe passato.

Non so quanto tempo siamo rimasti lì, in silenzio, a vegliare il corpo esangue di Sam. Ricordo solo la sensazione della pelle gelida di Dean contro la mia.

Avevamo vinto. Avevamo vinto e tuttavia nessuno di noi aveva voglia di festeggiare.

Poi, accadde un miracolo.

Nessuno di noi si era più preoccupato della Lama dell’Arcangelo, quando Ellie l’aveva lasciata cadere era finita rotolando dall’altra parte della stanza e nessuno l’aveva raccolta.

La Lama iniziò ad emanare una flebile luce, come una stella lontana, tremolante; poi, di botto, si spezzò in due con un sonoro schiocco.

Sobbalzammo.

Ellie si avvicinò all’arma per capire cosa stesse succedendo, ma quella sembrava essersi trasformata in un bastone di legno: anche le iscrizioni in enochiano erano sparite.

Sam aprì gli occhi.

Non ce ne accorgemmo subito, in quel momento tutta la nostra attenzione era puntata sulla Lama e di certo non ci aspettavamo un ritorno dal regno dei morti di un uomo che aveva appena fatto da tramite al Diavolo in persona.

“D-Dean?”

Fu solo a quel punto che Dean scoppiò in lacrime.

“Sam!” — lo aiutò a mettersi seduto; lo squarcio che fino a un minuto prima gli sfigurava l’addome era sparito, la pelle era ritornata liscia e intatta— “Mio dio Sammy, non so come tu possa essere vivo ma credimi se mi fai un altro scherzo del genere giuro che ti ammazzo io”

Gli incrociò le braccia dietro il collo e lo strinse a sé. Sam appoggiò la testa sulla sua spalla.

“Scusami”

“Non fa niente Sammy…adesso non ha più importanza”

La Lama non era stata creata per uccidere gli umani.
Lucifer era morto, i suoi artigli che affondavano nel corpo e nella mente di Sam si erano disciolti come neve al sole e il ragazzo sbatteva le palpebre per sincerarsi che non stesse sognando, ma era tutto vero, solido e reale, e lui era vivo, tra le braccia di Dean.

Mentre guidava verso casa di Ellie, Dean accese la radio. Passava un vecchio pezzo dei Metallica: tirammo giù i finestrini e il volume era così alto che qualche automobilista si mise a gridare di abbassare e di piantarla con quel casino, ottenendo come risposta un eloquente dito medio.

In cielo non c’era nessuna nuvola ma in compenso vi campeggiava un meraviglioso arcobaleno circumzenitale: un arcobaleno rovesciato, come un enorme sorriso sopra il mondo. Ne avevo visti pochi nel corso della mia esistenza, gli arcobaleni di questo tipo sono assai rari poiché le condizioni affinché si formino sono molto particolari, e non si verificano a tutte le latitudini.

O forse ne avevo visti pochi perché troppo impegnato a cercare di cogliere l’essenza del tutto, come ripeteva sempre Michael, per accorgermi di qualcosa di così effimero.

Dean sorrideva e teneva il tempo tamburellando le dita sul volante.

Gli angeli avevano sbagliato tutto: un essere umano non era affatto qualcosa di effimero.

Dopo quel giorno, la vita di Dean e Sam Winchester non fu più la stessa; ma quella volta, cambiò finalmente in meglio.

Sam si trasferì definitivamente a casa di Ellie, e i due iniziarono a vivere insieme.

Qualche tempo dopo, un Gabriel incazzato come una vipera si presentò a casa loro: il sigillo anti-angelo che avevo usato in sua presenza e che aveva, purtroppo, avuto effetti anche su di lui, lo aveva catapultato in un’isola quasi deserta in mezzo al Pacifico e gli aveva soppresso la maggior parte dei poteri.

Non era in grado di teletrasportarsi, e sull’isola non sembravano esserci imbarcazioni diverse dalle zattere o dalle canoe. Ho detto quasi deserta perché dopo una settimana di stenti e imprecazioni, si era imbattuto in un piccolo gruppetto di indigeni che lo avevano eletto loro sovrano, convinti che lui fosse una specie di divinità scesa dal cielo.

Non avevano sbagliato poi così tanto.

Appena recuperato l’uso dei suoi poteri, Gabriel si era precipitato a Lancaster.
Scoprimmo rapidamente che il motivo reale della sua incazzatura era il fatto che Sam ed Ellie stessero ufficialmente insieme. Ma Olivia continuava a chiamarlo ‘zio Gabriel’ e a saltellargli intorno come un coniglietto, e alla fine la sua rabbia sbollì.

Le decine di donne indigene che avevano trascorso le ultime settimane a venerarlo come un dio si erano rivelate migliori di qualsiasi ragazza americana, dopotutto.
Ci disse che sarebbe ritornato in Paradiso. Morto Michael, la guida degli angeli era anche una sua responsabilità.

Nessuno di noi voleva credergli, all’inizio, le parole Gabriel e responsabilità nella stessa frase erano state il primo ossimoro dall’inizio del mondo. Ma erano successe così tante cose, in così poche settimane, che la speranza che l’Arcangelo fosse davvero cambiato non era poi del tutto assurda.

Dopo quel giorno non l’abbiamo più rivisto.

Il mio viso ha iniziato lentamente a mutare, intorno ai miei occhi e alla mia bocca si sono scavati solchi microscopici, così piccoli che nemmeno Dean se n’è ancora accorto. I miei capelli crescono velocemente. È una sensazione bizzarra, quasi buffa.

Anche io e Dean viviamo insieme ora: due isolati più avanti rispetto a dove abitano Sam ed Ellie. Possiedo dei documenti mirabilmente falsificati e Dean ha di nuovo un lavoro; dovrò cercarmene uno anch’io, tra poco, non nego che mi piacerebbe comprare un carretto dei gelati e andarmene in giro per la città.

Quando l’ho proposto a Dean lui si è messo a ridere, ma non ha detto di no.

Ci siamo sposati alla fine della primavera.

Per l’occasione Bobby aveva comprato uno smoking e si era addirittura pettinato.
Continuava a borbottare che assomigliava ad un pinguino grasso, nonostante Sam provasse in tutti i modi a convincerlo che quello fosse l’abbigliamento perfetto per il suo fisico e la sua età. In ogni caso alla fine della cerimonia l’abbiamo visto tutti allontanarsi con una delle vecchie zie di Ellie quindi forse quello smoking gli stava bene per davvero, ma non l’avrebbe mai ammesso. Non davanti a Dean.

Dean che aveva indosso esattamente lo stesso smoking e, esattamente come Bobby, non vedeva l’ora di strapparselo di dosso.

Cosa che è successa qualche ora più tardi, solo che non sono state le sue mani a far saltare i bottoni della camicia.

Olivia invece era deliziosa e allegra come una pasqua, con la coroncina di fiori e il vestitino color glicine, peccato che nessuno riuscisse a tenerla ferma: continuo ancora adesso a chiedermi come abbia fatto a non perdere le fedine dorate che le avevamo affidato.

Agli uomini basta un anellino d’oro per sancire un legame.

Ogni tanto mi sorprendo a osservarlo, brillante e lucido intorno al mio anulare. Dean mi ripete spesso, soprattutto quando mi sorprende a studiare quell’anello come se fossi un orafo, che né io né lui abbiamo bisogno di fedi che ci ricordino del vincolo che ci unisce.

L’impronta della mia mano è ancora vivida sulla sua pelle, e le cicatrici sulla mia schiena resteranno lì finché il mio corpo non si tramuterà in polvere. Fanno ancora male quando cambia il tempo.

Anche i miei incubi ritornano, molto più spesso di quanto non cambi il tempo. Passano, coprono ogni cosa, ogni emozione, ogni momento felice sotto una coltre di disperazione, e io cado dal cielo come se fossi ancora un angelo, come se Michael mi avesse appena straziato l’anima.

Ed è quando mi sveglio di soprassalto che mi fermo a guardare l’anello che ho al dito: intorno a quel cerchietto metallico il resto del mondo smette di vorticare. Se Dean non si è svegliato anche lui, cosa che succede piuttosto raramente in realtà, resto ad ascoltare il suo respiro.

Come in questo momento.

Prima che Michael mi strappasse le ali condannandomi ad un esistenza mortale, quando il mio Paradiso era un giardino sempre verde, credevo che il respiro del mondo fosse il vento che soffiava piano tra i rami degli alberi, o la brezza dell’alba che accarezzava i cespugli di rose.

Dean ha il viso girato verso di me e ha gli angoli delle labbra un po’ all’ insù, come in un leggerissimo sorriso.

E il suo respiro è il respiro del mondo





Questo capitolo è narrato in prima persona da Castiel, so che è un po' diverso dagli altri ma mi piaceva l'idea di concludere così. Spero sia piaciuta anche a voi.

Siamo ordunque arrivati alla fine della storia.
Ad essere sincera l’idea iniziale era un po’ diversa, poi la storia ha iniziato a correre da sola, da tutt’altra parte, e io mi sono un po’ persa. Vi chiedo di nuovo scusa per la pausa lunghissima che c’è stata. Ci sono sicuramente delle cose di cui non sono pienamente soddisfatta ma non posso negare di essermi comunque divertita (e anche abbastanza impegnata) in questo primo tentativo di scrittura di una long.
Spero che lo abbiate apprezzato almeno un po’ ^.^
Grazie a chi ha messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite.
Grazie a chi ha recensito, in particolare a lilyy e a strugatta per aver recensito ogni singolo capitolo con una pazienza infinita (grazie, grazie, grazie). Io imparo un sacco di cose dalle recensioni che mi lasciate, quindi non esitate a esprimere la vostra opinione, positiva o meno che sia. In ogni caso mi farete contenta!
Ho già un altro paio di cosette pronte che aspettano solo di uscire dal cassetto perciò, se vi va, ci rivediamo nella prossima storia.
Stay safe!
L.

   
 
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