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Autore: Simus    30/04/2020    2 recensioni
Non riuscivo a smettere di pensare alla carezza di Jacob, al solo pensiero sentivo la guancia bruciare, ma che diavolo mi stava succedendo? Era tutto così strano, vedevo e percepivo Jacob in modo diverso negli ultimi tempi...
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Idiota. Ero stata una vera sciocca. Scossi la testa per rimuovere quelle immagini, come avevo potuto tradire il mio Sole? Il mio Jacob!
Entrai nella casetta nel bosco, mia madre e mio padre erano sdraiati sul divano, lui le carezzava il viso marmoreo e lei lo fissava come se non vi fosse creatura più divina, erano l’emblema della perfezione, sbuffai e mi chiusi la porta alle spalle.
Bella mi osservò preoccupata, ma in fin dei conti erano le 22.30, perciò ero più che in orario.
-Renesme, non credo che tua madre ti stia fissando per l’orario, cosa è successo?- chiese accigliato Edward, immediatamente mi fu vicino e con lui la mamma.
- Ho fatto un errore- senza neanche accorgermene le lacrime danzavano sulle mie guance, le immagini di quel bacio con Cristian bruciavano nella mia mente e nella mia coscienza.
Mia madre mi cinse le spalle con un freddo braccio e mio padre sospirò, forse lo aveva previsto … 
- Speravo che non accadesse, ma la rosa nel taschino era abbastanza evidente- confessò Edward, per far comprendere il discorso anche a Bella le mostrai l’immagine incriminata, lei mi strinse ancora di più al suo petto.
Passai la notte a piangere, ero un mostro, Jacob non avrebbe mai perdonato quel gesto, lo avrei perso … per sempre.
 Una parte di me piccolissima ma assai rumorosa voleva tenergli il fatto nascosto, ma con quale coraggio avrei potuto?
Mi sentii doppiamente mostro per averlo pensato.
Alle sei del mattino decisi di asciugarmi le lacrime, mi feci una doccia e mi infilai la mia tuta grigia, rispecchiava in pieno il mio stato d’animo. Avrei affrontato Jacob.
Ero talmente in ansia che non riuscii neanche a fare colazione, facevo su e giù per il salone.
-Tesoro, sei sicura che non vuoi mangiare nulla? – chiese con voce densa d’amore mia madre, era evidentemente preoccupata, le accennai un sorriso, o almeno ci provai.
- Per pranzo forse avrò fame – la rassicurai, odiavo darle pensieri, dovevo contenermi o l’avrei fatta seriamente disperare.
Mio padre era andato da nonno Carlisle, stavano discutendo delle strategie da attuare con i Volturi, eppure mia madre sembrava così in ansia per me che non si era unita alla riunione di famiglia per controllare me e il mio umore.
-Mamma andiamo anche noi a casa Cullen – tanto prima o poi dovevo fare i conti con Jacob e lui sarebbe stato sicuramente lì, figuriamoci se si perdeva qualche riunione strategica… Bella intuì l’angoscia nella mia voce, ero una pessima attrice.
- Renesme non sei costretta ad affrontare Jacob, se ti occorre del tempo prenditelo, lui capirà. –
- Vorrei avere la tua sicurezza mamma, ma stavolta sono stata imperdonabile, lo ferirò a tal punto che non vorrà più vedermi – dissi dando fondo ai miei timori, non riuscivo ad immaginare la mia vita lontano da lui.
- Ma tu cosa provi per Cristian? – mi chiese delicatamente e inaspettatamente
- Non lo so, mi sono ritrovata a baciarlo perché mi veniva naturale, lui è come me ma non è Jacob – ammisi, gettandomi sul divano e affondando le mani nei miei capelli. Mia madre mi baciò la testa e mi porse la mano
- Allora andiamo tesoro- sorrise dolce
- Si, andiamo – afferrai la sua mano e mi trasmise forza, sapevo che in ogni caso e comunque sarebbe andata lei era li, pronta a risollevarmi.
 La mia dolce e coraggiosa mamma, la amavo infinitamente, mi aveva protetta dall’istante in cui ero stata concepita, lei mi amava incondizionatamente e non avrei dovuto mai darle preoccupazioni, per quello c’erano già i Volturi…
In pochi minuti fummo davanti casa Cullen, mio padre ci aprì la porta ancor prima che bussassimo, entrammo nel grande e luminoso salone, c’era tutta la famiglia al completo e Jacob con Seth. Bene, chissà se riusciva a leggere il rimorso nei miei occhi …
Non appena entrai nella sua visuale mi abbagliò con un sorriso jacobiano che mi avrebbe fatto attraversare il fuoco senza esitare, il mio stomacò si attorcigliò, il mio cuore prese il volo.
Non riuscii a sfoderare un sorriso completo, abbassai lo sguardo. Codarda. Mi facevo schifo da sola. Sentivo i suoi occhi neri bruciare sulla mia pelle ma non ebbi il coraggio di alzare lo sguardo.
La riunione doveva essere alla fine perché in pochi minuti si concluse, non riuscii a prestare attenzione alle teorie di Jasper o a quelle di Emmet, ero concentrata sul mio piccolo dramma personale, non proprio piccolo ai miei occhi, inoltre avevo iniziato a trovare interessanti le mie scarpe da ginnastica.
Non mi accorsi neanche quando Jacob si avvicinò, dovevo sembrare pazza, immobile come una statua di sale con gli occhi fissi a terra.
-Nessie? Tutto bene?- mi chiese preoccupato il mio lupo con voce roca, a quel punto alzai lo sguardo, dovevo guardarlo in faccia prima o poi … avrei preferito poi ma ormai…
- Devo parlarti- sputai fuori, sentii le guance bruciare, dovevo essere paonazza probabilmente
- Certo, Seth avvisa Sam delle cose di cui abbiamo discusso e appena possibile vi raggiungo per i turni di ronda- disse Jacob rivolgendosi a Seth, perché la sua voce da alfa era così sexy? Cercai di concentrarmi su di lui, volevo parlargli senza orecchie indiscrete …
- Ti va una passeggiata nella foresta? – proposi
 
POV JACOB
 
Da quando Nessie era entrata in casa Cullen avevo perso concentrazione, era stupenda, i lunghi capelli scuri ricadevano con onde sinuose sul suo corpo, indossava la sua tuta preferita che nonostante fosse poco fasciante, lasciava intravedere le sue curve perfette e i suoi muscoli tonici.
Le guance erano rosate, qualcosa la stava imbarazzando, ma non sapevo cosa … forse la mia presenza? Aveva gli occhi abbassati, qualcosa non andava.
Durante tutta la riunione non riuscii a staccarle gli occhi da dosso, la conoscevo bene e sapevo che qualcosa la turbava, forse la medesima causa che l’aveva portata ad ignorarmi per due giorni, ma cosa avevo fatto? Avevo provato a mandarle una lettera, forse l’avevo turbata?
Non appena terminò la riunione mi avvicinai a lei, sembrava non volermi guardare, avrei voluto abbracciarla, ma qualcosa nel suo atteggiamento mi frenava, percepivo ancora di più la sua frustrazione non appena mi avvicinai.
-Nessie? Tutto bene?- le chiesi facendo trapelare la preoccupazione scaturita dal suo atteggiamento. A quel punto sollevò gli occhi da terra, i suoi occhioni cioccolato erano sofferenti, percepii dell’imbarazzo, era arrossita.
-Devo parlarti- sussurrò a voce quasi impercettibile e al tempo stesso irremovibile. E se avesse cambiato idea su di noi? Magari si era resa conto di non essere così coinvolta, dopotutto non sarei mai stato degno di una creatura così perfetta.
- Certo…- dissi con un tono monocorde, abbassai lo sguardo e mi rivolsi a Seth - Seth avvisa Sam delle cose di cui abbiamo discusso e appena possibile vi raggiungo per i turni di ronda- in quel momento avevo altre priorità e non sarei mai stato lucido finché non avrei chiarito con Renesme.
- Ti va una passeggiata nella foresta? – propose con voce melodiosa Nessie, come avrei mai potuto negarle qualcosa, impossibile.
Le feci cenno di farmi strada, sembrava combattuta ed io stavo per conoscere le sorti del mio destino.
Ci inoltrammo nella foresta, seguendo il fiume adiacente casa Cullen, eravamo in silenzio. L’uno al fianco dell’altro, c’era tensione e al tempo stesso una forte elettricità nell’aria, eravamo lontani da tutto e da tutti, solo io e lei. Ad un tratto si arrestò, mi fermai automaticamente. Avevo ansia.
-Jacob, devo scusarmi, mi sono comportata in modo assurdo in questi giorni, ma…- la vidi contorcersi le mani, era nervosa e affranta, stavo male a vederla così, avrei dato qualsiasi cosa per vederla sorridere, il suo benessere era tutto per me.
Le presi le mani, eravamo uno di fronte all’altro, intrecciai le mie dita grandi e ruvide alle sue così perfette ed esili, avevamo la stessa temperatura, eravamo così simili seppur tanto diversi.
- Oh Jake non guardarmi così…non lo merito – sbottò lei sfuggendo dalla mia presa.
- Nessie non voglio vederti così, cosa è successo?- chiesi quasi implorante
- Nei giorni scorsi ti ho evitato per gelosia, ma non è questo il punto…-
- Gelosia? – la interruppi, cosa l’aveva fatta ingelosire al punto da sparire per due giorni?
- Si, due giorni fa sono venuta a La Push e ti ho visto in spiaggia con il branco e con il nuovo membro…- mi fissò con gli occhi circospetti ma al tempo stesso colpevoli, eppure mi concentrai su cosa avesse potuto vedere e sul perché non l’avevo percepita…
- Perché non ti ho percepita?- mi uscì di getto, ma qualcosa nella sua espressione mi fece capire che non era la domanda che si aspettava
- Beh credo dipenda dal mio scudo d’invisibilità, ma non è questo il punto- puntualizzò
- E quale sarebbe Ness? Non credo di aver fatto nulla di sconveniente … - cercavo di ricordare ogni dettaglio ma non riuscivo a capire cosa l’avesse fatta innervosire.
- Non credo che tu sia proprio indifferente al nuovo membro, certo mi rendo conto che lei è come te e sarebbe perfetta al tuo fianco … - sbottò ricordandomi i modi di Bella, certe volte era più assurda della mia migliore amica, nonché sua madre, forse dipendeva dalla buona dose di pessimismo del padre? Sorrisi a quel pensiero.
- Ah bene, ora ridi anche di me ?! – urlò, se non fosse stata così adorabile forse l’avrei temuta, ma c’era poco da fare, sembrava un gattino che provava ad essere una tigre.
- Non sto ridendo di te – e così dicendo la strinsi tra le mie braccia, forse avrei dovuto dirle dell’imprinting, magari placava le sue gelosie e il suo star male.
- Non devi temere alcuna ragazza o licantropo o vampira o chissà cosa. – le sussurrai all’orecchio, affondando il mio viso nei suoi capelli profumati, come poteva madre natura temere qualcuna? Non aveva una percezione dell’effetto che faceva…
La sentii sospirare, mi strinse forte con le sue braccia snelle e posò la testa all’incavo del mio collo, per farlo si era alzata sulle punte dei piedi, aveva un grazia degna di una Etoile.
 Eppure percepivo ancora un certo imbarazzo da parte sua… cosa le prendeva?
-C’è qualcosa che non va, piccola?- chiesi sospettoso
- Più o meno, ma ciò potrebbe compromettermi ai tuoi occhi, forse non vorrai più vedermi …- bisbigliò soffocando le ultime parole nel mio petto, come poteva pensare che io mi sarei allontanato da lei ?
 Non avrei mai potuto, neanche volendo… ma questo lei non lo sapeva, forse era arrivato il momento di dirglielo, doveva capire quanto profondo fosse il mio amore per lei.
-Nessie..io credo che tu …- iniziai, ma lei mi posò un dito sulle labbra, profumava di rose, come la sua pelle, mi ammutolii, mi incantavo con lei, da sempre era stato così e lo sarebbe stato per l’eternità…
- No Jake, tu devi sapere cosa ho fatto, io devo essere onesta e sincera! – si svincolò dalle mie braccia e si sedette su un masso vicino il fiume, sembrava una ninfa dei boschi, a quel pensiero non potei fare a meno di pensarmi come un satiro.
Mi sedetti vicino a lei, era pensierosa e combattuta, forse temeva una mia reazione, ma cosa poteva aver mai fatto di così tragico ?
-Vuoi mostrarmela? – proposi, cercando di mantenere una calma apparente, ma l’ansia mi stava divorando
- Non credo sia una buona idea…- sospirò l’angelo seduto al mio fianco – creo immagini piuttosto vivide e sarebbe sgradevole, mi odieresti ancora di più –
- Non potrei mai odiarti! – replicai piccato, come poteva avere quell’idea di me?
- Oh non ne sarei così sicura – borbottò, riprendendo a torturarsi le mani
- Mostramelo Ness, voglio vederlo. – dissi perentorio, se dovevo sapere allora avrei voluto sapere tutto.
La vidi titubante, poi allungò la sua candida mano sulla mia guancia e iniziò l’inferno.
Un cielo stellato, due panini, il mezzo vampiro biondo seduto al suo fianco, le immagini iniziarono a farsi sempre più nitide.
Lui le si avvicinava, gli occhi riflettevano il viso di Nessie, spaesato e sorpreso, lo avrei voluto allontanare, dargli un pugno su quella faccia perfetta, gli avrei rotto il naso e non solo …
Poi iniziò a carezzarle il viso, come si era permesso??? Lei era MIA!
 Ma forse il peggio doveva ancora venire… la baciò e lei rispose al bacio.
 Sentii i miei muscoli tremare, interruppi il contatto con Nessie.
Mi allontanai, in quello stato non era sicuro starle vicino.
 Solitamente sapevo gestire il mio lato da lupo, ma in quel momento sapevo di stare per perdere il controllo, aveva ragione Nessie, non avrei dovuto vedere le immagini, mi voltai verso di lei e la vidi sofferente, ma in quel momento non potevo trattenermi, in quel momento dovevo trasformarmi, la guardai contrito, lei mi fece un cenno con la testa, aveva capito la mia esigenza, mi voltai e fui a quattro zampe.
Le immagini che mi aveva mostrato rimbombavano nella mia mente, avrei voluto trovarmi davanti quel dannato biondino, non poteva tornarsene da dove era venuto?
Una parte di me voleva andarlo a cercare e spaccargli la faccia, ma l’altra sapeva che ciò avrebbe ferito Nessie, non sarei stato mai capace di fare qualcosa che avrebbe fatto soffrire la mia unica ragione di vita.
Ripensai a quanto c’ero andato vicino a dirle dell’imprinting, una parte di me fu sollevata di non averlo fatto, lei era in confusione, forse le piaceva quel coso biondo e non voleva ammetterlo, almeno non sapendo dell’imprinting non era obbligata a scegliere me.
Io volevo essere una sua scelta e non il frutto di una sua imposizione mentale!
Ma cosa avrei fatto se lei avesse preferito il biondino ? Non potevo starle lontano, io dipendevo da lei, dal suo modo di fare, dal suo sorriso, era l’ossigeno che mi permetteva di respirare, si poteva vivere senza ossigeno?
No. Stavolta non sarei sopravvissuto, stavolta lei non era una cotta, era il mio Amore, quello vero, quello per il quale si fanno cose pazze e sconsiderate, per il quale avrei dato la mia vita.
Ululai. Forte. Il dolore mi si stringeva al cuore.
 
POV NESSIE
 
Avevo compreso il suo bisogno di scappare, probabilmente mi riteneva un mostro. Sospirai.
Mi trascinai lungo il fiume, avevo bisogno di stare da sola, volevo capire cosa mi stesse succedendo, assorta tra i miei pensieri giunsi alla radura, ove sette anni prima si era per poco evitato uno scontro con i Volturi, ricordavo ancora gli occhi di mia madre, la forza e la sua determinazione nel proteggermi ad ogni costo, così come mio padre e Jacob.
Il mio lupo gigante dal pelo rossiccio, lui c’era sempre stato, era stato il mio migliore amico, il mio fratellone, il mio protettore e ora il mio amore, avrei dato la mia vita per proteggerlo …
E allora perché ero attratta dal mezzo vampiro biondo? Certo era il mio riflesso allo specchio, rappresentava qualcosa di familiare, la sua storia era simile alla mia, condividevamo lo stesso destino.
Possibile essere attratti da due persone contemporaneamente?
Fui schifata da me stessa, da tutti quei pensieri così confusi e incoerenti. Mi sedetti al margine della grande radura e respirai a pieni polmoni. Qualcosa stuzzicò il mio olfatto da mezza vampira.
Un odore dolce, di muschio e quasi conosciuto, risvegliava ricordi remoti, orribili.
Automaticamente attivai il mio scudo e mi alzai in piedi, pronta a combattere se necessario.
Il fruscio di due mantelle mi fece rabbrividire, pregai che il mio scudo funzionasse o non avrei avuto molte possibilità.
In poco, due figure incappucciate apparvero nella radura, erano loro.
Felix si rivolse a Demetri con uno sguardo interrogativo, i loro occhi rossi erano inquietanti quasi quanto le mantelle cremisi e il medaglione che portavano al collo, simbolo dell’appartenenza alla guardia dei Volturi.
-La sua scia termina qui- annunciò con voce profonda Demetri
- Ma qui non c’è nessuno…- disse perplesso Felix
Vidi Demetri abbassare il cappuccio e ispirare profondamente, chiuse gli occhi, era concentrato.
Pregai mentalmente che il mio scudo non cedesse, come potevano essersi introdotti nel nostro territorio?
Il branco era in riunione, Jake aveva delegato Seth per stabilire i turni di ronda con Sam e i Cullen stavano ancora discutendo nella grande casa…
Ero fregata, dovevo cavarmela da sola, inoltre i miei erano convinti che io fossi al sicuro con Jake e lui d’altro canto mi aveva lasciata sul fiume vicino casa, ma io mi ero allontana parecchio!
-Sembra essere sparita…- disse Demetri confuso
-Forse ci ha sentiti arrivare ed è scappata- ipotizzò Felix
- Non è possibile, non percepisco scie, nulla di nulla! – esclamò frustrato il grosso vampiro
Benedetto scudo pensai, ero riuscita ad eludere il più grande segugio di tutti i tempi, però dovevo rimanere concentrata.
-Andiamocene, non possiamo rischiare di imbatterci nei Cullen al completo e nei licantropi- disse Felix
- Andiamo, ma la cosa non mi convince, non mi era mai successo di fallire!- sbottò il grosso vampiro
Così dicendo sparirono nella foresta. Mantenni alto lo scudo e senza pensarci due volte iniziai a correre verso casa Cullen, forse non ero l’unica mezza vampira in pericolo.
  
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