Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender
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Autore: andreanighteye    01/05/2020    2 recensioni
(00:31) Pensi che mi abbia dato il numero sbagliato apposta?
(00:31) O è stato solo un errore?
(00:32) Magari scrive male e non ho letto bene?
(00:32) Alcuni numeri sembrano un po’ strani..
(00:33) Perché, sai, gli otto potrebbero essere dei tre? E forse scrive i sette come gli uno?
(00:45k) Ma
(00:46k) Che
(00:46k) Cazzo???
(00:47) Oh bene, sei sveglio!
Dove Lance scrive al numero sbagliato.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kogane Keith, McClain Lance
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lance
Keith
Pidge
Hunk
Shiro

16/09/2016
(22:03) DOMANI
(22:03) DOMANI
(22:03) È davvero una citazione a Annie?
(22:04) TI AMO
(22:04) DOMANI
(22:04) Lo è davvero.
(22:04) SEI SEMPRE
(22:04) UN GIORNO
(22:05) LONTANO
(22:05) Finito?
(22:06) Vuoi il bis?
(22:07) Ti prego, no.
(22:09) Okay bene, perché i ragazzi nella stanza accanto sono appena venuti da noi a lamentarsi per il rumore.
(22:09) Non penso che potrebbero sopportare ancora a lungo.
(22:10) Che peccato.
(22:11) Mmhm. Ma sì
(22:11) Domani...
(22:12) Domani.
(22:14) In una scala da uno a dieci, quanto sei nervoso?
(22:15) 11.
(22:16) Aahahaha, anche io.
(22:16) Forse 12.
(22:16) Forse 20.
(22:18) È bello sapere che non sono l'unico nervoso.
(22:21) Uh.
(22:21) Ti voglio portare in un posto, comunque.

(22:24) Cosa?
(22:24) Dove???
(22:27) Segreto.
(22:27) Keeeiiiithhhhh.
(22:28) :)
(22:29) Dammi un indizio.
(22:31) No.
(22:31) Ho le labbra cucite.

(22:33) Wow. Sei scortese.
(22:33) Non sono bravo con i segreti.
(22:34) Sono sicuro che sopravvivrai.
(22:35) Non lo farò, davvero.
(22:35) Passerò tutta la notte a pensarci.
(22:35) E quindi non dormirò, e domani sarò orribile.
(22:36) È questo quello che vuoi, keith?
(22:36) È QUESTO?
(22:38) Non credo che potresti essere orribile.
(22:38) Ma per me va comunque bene.

(22:40) Non capisco se mi stai velatamente facendo un complimento oppure no...
(22:42) Oh.
(22:42) Non era voluto, ma sì.

(22:44) Hm :)
(22:44) Dimmi dove mi porti.
(22:46) No.
(22:46) PER FAVORE.
(22:48) Va bene.
(22:48) Davvero?
(22:49) No.
(22:51) Sei il peggiore.
(22:51) Te l'hanno mai detto?
(22:54) Un paio di volte.
(22:55) Posso almeno avere un piccolissimo indizio?
(22:56) No.
(22:57) KEITTTTTH.
(22:58) Vai a dormire, Lance.
(23:01) Come posso dormire
(23:01) Con questo pensiero in testa?
(23:03) Chiudi gli occhi...
(23:03) E dormi.
(23:03) Abbastanza semplice, direi.

(23:04) IL
(23:04) PEGGIORE.


“Blu?” chiede Lance, tenendo di fronte al petto una maglietta leggermente sgualcita. “Oppure-” Lascia cadere la prima maglia e ne tira fuori un'altra, praticamente identica, da dietro la sua schiena, per poi portarla di fronte a sé. “O magari blu leggermente più scuro?”
“Lance,” Hunk sospira pesantemente, l'avambraccio poggiato sugli occhi chiusi mentre cerca di raggiungere alla cieca la coperta con la mano libera. “È davvero necessario?”
“Hai ragione, hai ragione,” Lance annuisce, spostando senza farsi notare la coperta giusto di un poco, forzando Hunk a sedersi, in un inutile tentativo di portarla nuovamente sopra la propria testa. “Con il blu è tempo sprecato. Forse dovrei indossare qualcosa di rosso, invece. È il suo colore preferito, e sono abbastanza sicuro di avere una maglietta qui da qualche parte...” Si interrompe, mugugnando pensieroso mentre gira sul posto per setacciare la montagna di vestiti impilati sul suo letto, cercando quella maglia rossa che è piuttosto sicuro di avere.
Lance,” Hunk ci riprova, una leggera irritazione che fa capolino nel suo tono, questa volta, e Lance non ha bisogno di guardarlo per sapere che in questo momento gli sta rivolgendo uno sguardo inferocito. “Sai che ore sono?” chiede Hunk, sbadigliando un poco, come per enfatizzare il punto mentre guarda Lance che continua a scavare nel casino sul suo letto.
Una fitta di colpevolezza lo colpisce al petto e Lance prende mentalmente nota di ripagare Hunk il prima possibile. “Appena passate le sette?”
“Di sabato,” dice Hunk con un cenno tagliente, ancora fissandolo con gli occhi assottigliati. Tuttavia, se Lance deve essere sincero, tutta la cosa del 'Sono Molto Infastidito Da Te In Questo Momento E Dovresti Avere Paura Di Me!' che Hunk sta mettendo in atto non è molto credibile, quando sta indossando il suo vecchio pigiama di Pikachu e le ciabatte abbinate, ma Lance sa apprezzare l'impegno, perciò indossa quello che spera essere uno sguardo pentito e gli sorride debolmente. “Le sette di sabato,” continua Hunk, sempre accusando Lance con lo sguardo. “E tu decidi di- Non ho neanche capito cosa stai facendo!” Tira un'occhiata alla pila crescente di vestiti sul letto di Lance con un cipiglio diffidente. “Le pulizie di primavera?”
No,” ridacchia Lance, appallottolando un vecchio gilet così che possa buttarlo nella pila degli scarti. Comunque, considerando quanto grande sta diventando il mucchio, Lance pensa che forse fare delle pulizie di primavera il prima possibile non sarebbe una brutta idea. Rimanda tutto a più tardi – quando non avrà problemi più urgenti – e si gira verso Hunk. “Sto cercando qualcosa da mettermi.”
Hunk guarda attentamente la montagna di vestiti prima che torni a guardare Lance, un sopracciglio sollevato in un silenzioso, 'eh?'
“Qualcosa di carino,” chiarisce Lance, aggrottando leggermente la fronte mentre solleva una t-shirt rosa con le parole 'I Miei Genitori Sono Andati In Francia E Tutto Quello Che Mi Hanno Portato È Questa Orribile Maglietta' stampate sul davanti a lettere arcobaleno. Da quanto ne sa, i suoi genitori non sono mai stati in Francia, quindi non è sicuro da dove provenga quella maglietta (o da chi potrebbe averla accidentalmente rubata), ma sicuramente rafforza l'idea che presto dovrà mettere a posto l'armadio.
“Qualcosa di carino?” ripete Hunk. “Oh.” I suoi occhi si spalancano leggermente e l'espressione lievemente incazzata lascia spazio a qualcosa di più malizioso. “Oggi è sabato.”
“Non l'abbiamo già detto?” mormora Lance, osservando un paio di jeans neri leggermente macchiati (crede che sia ketchup). Li ispeziona per qualche secondo prima di sospirare e buttarli nella pila degli scarti, aggiungendo un'urgente giornata del bucato alla velocemente in crescita lista di cose da fare il prima possibile.
“Sabato è il Giorno di Keith,” continua Hunk, mettendo particolare enfasi sulla parola Keith. “Hai un appuntamento. Sai,” mugugna Hunk, portando il mento sul palmo della propria mano mentre si sporge verso Lance e lo fissa con un leggero sorriso. “Non ti ho mai visto impegnarti così tanto per un appuntamento.”
Lance gli fa la linguaccia e fa del suo meglio per ignorare la calda sensazione che sente risalire il proprio collo. “Io mi impegno sempre così tanto per i miei appuntamenti,” Lance tira su col naso, cercando di non soffermarsi troppo sul fatto che Hunk potrebbe – potrebbe – avere ragione. “Chiaramente non presti abbastanza attenzione. E ti definisci il mio migliore amico?”
Hmmmmm” Hunk finge di prendere in considerazione l'accusa per un secondo o due prima che alzi drammaticamente le spalle e scuota il capo. “No. Mi ricorderei sicuramente se ti fossi mai svegliato alle sett- Ehi!” Hunk urla, schivando prontamente il cuscino che Lance gli lancia esitando un poco. “Sto solo dicendo,” risponde, tirando indietro il cuscino a Lance, ridacchiando quando lo prende in pieno sul petto e lo rende appena instabile sulle gambe. Indica la pila di vestiti sul letto di Lance. “Ci stai mettendo un sacco di impegno.”
E Lance non può davvero dissentire; non quando sono le sette di mattina, di sabato e lui è completamente sveglio (e lo è almeno da un'ora – non che Hunk debba saperlo; Hunk non dovrà mai saperlo) con almeno tre quarti del suo armadio sparso sul letto così che possa frugare fra i suoi vestiti per trovare qualcosa da mettere che lo faccia sembrare semi-decente.
Geme rumorosamente prima di trascinarsi per la stanza fino a cadere teatralmente sul letto di Hunk, nascondendo il viso fra le coperte appena sfiora il morbido tessuto. Hunk ride, raggiungendolo per dargli delle piccole pacche comprensive. “Non credo di averti mai visto così tanto preso da qualcuno.”
Lance grugnisce di nuovo, perché, ancora una volta, Hunk ha ragione. Questo è il problema di passare praticamente ogni singolo momento con il tuo migliore amico – non ci possono essere segreti.
“Non voglio mandare tutto all'aria,” mormora Lance, interrompendosi per un momento prima di girarsi sulla schiena e guardare il soffitto. Suppone di non dover aggiungere che il motivo per cui è improvvisamente così preoccupato di mandare tutto all'aria – tutto inteso come L'Epica Storia d'Amore di Keith e Lance – è perché ha passato la maggior parte della notte ad immaginarsi una situazione orribile dopo l'altra fino a che solo il pensiero di incontrare davvero Keith riesce a causargli un'ondata d'ansia e fargli contrarre dolorosamente lo stomaco. Perché questo è un altro strano vantaggio del passare così tanto tempo con il tuo migliore amico; dopo un po', inizia a conoscerti meglio di quanto tu conosca te stesso, e se c'è qualcuno che conosce Lance, quello è Hunk.
“Non manderai tutto all'aria,” sospira Hunk, scivolando un poco sul letto così che possa colpire appena appena Lance nel fianco. “Smettila di pensare a qualsiasi cosa tu stia pensando.”
“E se-” comincia Lance, ma Hunk lo interrompe praticamente subito con un altro colpetto al fianco.
“No.”
“Ma-”
Un altro colpetto. “No.”
“Ma, ascolta-”
Due colpetti questa volta. “Smettila,” dice Hunk, guardando Lance duramente – beh, per quanto duro possa essere qualcuno con dei capelli terribili, con una maglietta di Pikachu e le ciabatte abbinate. “Non manderai tutto all'aria. Rilassati.”
“Ci sto provando,” piagnucola Lance, mettendo il broncio. “Solo-” Abbassa lo sguardo e gioca distrattamente con le coperte di Hunk. “Mi piace davvero tanto, amico.”
Davvero?” Hunk ride, guardando Lance con un'espressione esasperatamente affettuosa. “Non l'avrei mai detto. Infatti, ero sicuro che lo odiassi.”
“Zitto,” mugugna Lance, preparandosi a colpire la coscia di Hunk con il piede quando realizza che non ci sono cuscini che potrebbe tirargli contro. “E se dovesse essere tutto imbarazzante?”
“Oh, sarà sicuramente imbarazzante,” dice Hunk tutto allegro, guadagnandosi un altro colpo dal piede di Lance. “Ma fa parte dell'esperienza del 'primo appuntamento', no?”
“Immagino di sì,” dice Lance a malincuore, facendo una piccola smorfia ripensando alla sua (piuttosto limitata) esperienza in fatto di primi appuntamenti. Abbracci penosamente imbarazzanti e conversazioni formali sono quasi onnipresenti nei suoi ricordi, ma- “Non voglio che sia imbarazzante,” afferma testardo, sorprendendo Hunk quando si mette seduto di scatto. “Voglio che ci sia subito feeling e...” Si blocca, gesticolando casualmente nello spazio fra di loro. “Lo sai.”
“Davvero non so.” Ma le labbra di Hunk si stanno piegando in un ghigno, e Lance sa che Hunk sa esattamente che cosa intende.
“Non farmelo dire.”
“Dire cosa?”
Quello.”
“Lance,” dice Hunk, neanche preoccupandosi di nascondere il proprio ghigno. “Non so cosa sia quello. Non posso leggerti la mente.”
E invece può – Lance ne è sicuro. Perché altrimenti starebbe sorridendo a quel modo? “Voglio che ci sia subito feeling e magari uscire-” Si ferma e tira un poco il collo del suo pigiama verso l'alto, tentando di nascondere il rossore che sente salire. “Non solo come amici.”
“Come coppia?” Hunk gli dà una mano, ancora sorridendo quando Lance emette uno strano squittio prima di nascondere il viso fra le mani. “Perché non l'hai detto così?”
“Ti stai divertendo?” chiede Lance, guardando male Hunk fra le dita.
“Molto,” ridacchia Hunk, il ghigno che si addolcisce un poco. “È bello-”
Nonostante se stesso – nonostante la sensazione dei nervi che bollono spiacevolmente nel fondo del proprio stomaco da quando si è svegliato – Lance non può fermare il sorriso che sente formarsi agli angoli delle proprie labbra alla prospettiva di poter effettivamente incontrare Keith. “Sì,” asserisce. “È bello. Ora,” riprende drammaticamente prima che Hunk possa prenderlo ancora in giro, alzandosi dal letto e raggiungendo la propria parte di stanza. Rovista un poco nella sua pila di vestiti prima che si tiri su e si giri ancora verso Hunk. “Blu,” tiene sollevata la maglia blu di prima e finge di non sentire Hunk gemere rumorosamente. “Oppure-” lascia andare la prima maglia e ne solleva un'altra. “Blu leggermente più scuro?”


(11:58) Allora
(11:58) Sono appena partito.
(11:58) Cioè
(11:59) Sto andando in stazione adesso.
(12:01) Oh wow.
(12:01) Forte.
(12:02) Sta succedendo.

(12:04) Già.
(12:04) Il treno arriva tra 10 minuti, quindi sarò alla tua fermata tra tipo mezz'ora?
(12:06) Grande. Scrivimi quando mancano 10 minuti ed esco per venire da te.
(12:07) Grande.
(12:08) Graaaande.
(12:09) Sei nervoso.
(12:10) Sì, beh
(12:10) Anche tu.

(12:12) Vero.
(12:12) Non vedo l'ora, comunque.
(12:13) Anche io.
(12:13) Non vedo l'ora di vederti realizzare che Muffin è orribile proprio come dico io.

(12:14) Intendevo dire che non vedo l'ora di vedere te ma oKAY.
(12:14) Sì, anche quello.
(12:15) :)
(12:15) Ok, il treno è qui. Ti scrivo quando sono quasi arrivato.
(12:16) Figo.


Keith non si mangia le unghie da quasi cinque anni. È riuscito a perdere l'abitudine non molto dopo il suo dodicesimo compleanno, quando sua madre gli aveva preparato una soluzione rivoltante che rimaneva attaccata alle papille gustative per ore, anche se solo si azzardava a guardarsi le unghie. Un metodo disgustoso che lo vedeva buttare giù bicchiere d'acqua dopo bicchiere d'acqua nel tentativo di sbarazzarsi di quel sapore amaro ogni qualvolta si metteva distrattamente un dito in bocca, ma ha funzionato.
Fino ad oggi.
Guarda male il proprio riflesso nel finestrino di fronte a sé, lasciando cadere velocemente la propria mano dalla bocca, cercando di non pensare a come abbia appena rovinato cinque anni di autocontrollo, avendo trasformato tre unghie su cinque in dei moncherini nel giro di un paio di minuti. Nervoso, pensa, infilando entrambe le mani nella tasca del proprio maglione per evitare di accanirsi su un'altra unghia. Nervoso è un eufemismo.
Non sa come definire la sensazione che lo sta pian piano avvolgendo, ma immagina che sia molto più che nervosismo. Semplicemente non sembra vero, sapere che in una manciata di minuti Lance attraverserà le porte della stazione e metterà fine a quella che pareva essere un'eternità – ma in realtà, meno di due mesi – di conversazioni sorprendentemente facili e flirt e- E un'amicizia che Keith non si sarebbe mai aspettato da un messaggio di uno sconosciuto.
Il suo broncio si ammorbidisce leggermente, quella sensazione un-poco-di-più-che-nervosismo svanisce appena, quanto basta per far spazio a qualcosa che può descrivere soltanto come uno strano senso di calma. Può ancora sentire il precedente disagio e un principio d'ansia aleggiargli intorno, minacciandolo di investirlo completamente una volta trovata l'occasione, ma è come se il pensiero di incontrare Lance avesse schiacciato tutto e avesse portato qualcosa di più piacevole.
“Ti piace davvero, eh?”
Keith arrossisce quando la conversazione al telefono con Shiro fa nuovamente capolino nella sua mente. Tuttavia, col senno di poi, chiamare Shiro in panico per chiedergli qualche consiglio non è stata davvero una delle sue migliori idee, considerando che sono stati solo cinque minuti in cui Keith ha dovuto ascoltare Shiro e Matt litigare – Shiro ha vinto, ma Matt ha comunque passato il resto della conversazione ad urlare (in)utilmente qualche consiglio, quindi Keith sente di aver perso in ogni caso.
“Ignoralo,” ha detto Shiro, la voce un po' provata (Keith è sicuro che Shiro abbia finito per sedersi sopra Matt, in modo da bloccare i suoi tentativi di prendere il telefono), quando Matt ha iniziato a urlare qualcosa a proposito di scegliere il giusto dopobarba. “Non ha un appuntamento da mesi.”
A quel punto, uno squittio indignato e poi un suono sommesso. “Solo perché ero troppo impegnato a farti da spalla-” prima che Shiro lo interrompesse frettolosamente.
“Sii naturale,” gli aveva detto Shiro. “Gli piaci già, non è che devi preoccuparti di questo.”
E okay, , Shiro ha ragione. Non deve passare ore a chiedersi se i sentimenti che prova per Lance sono corrisposti perché lo sa che è così, ma c'è una differenza tra il sapere che c'è chimica fra due persone ed effettivamente vederla in azione.
Da dietro lo schermo, è facile per Keith scherzare e fare i complimenti a Lance e flirtare con lui, ma dal vivo? 'Essere naturale' non è davvero un'opzione quando lui non ha idea di cosa sia 'naturale' per loro. Perché Lance non è Shiro o Pidge o Matt, lui è qualcuno di completamente nuovo e Keith non è sicuro di cosa aspettarsi con lui.
Il suo cellulare gli vibra in tasca improvvisamente e Keith sente il cuore in gola, mentre lo cerca freneticamente. Realizza quanto le sue mani siano sudate soltanto quando lo fa quasi cadere due volte tirandolo fuori per leggere il messaggio di Lance. È qui. Keith scrive velocemente una risposta dicendogli dove incontrarlo, prima che rimetta il telefono nella tasca e provi a concentrarsi per ricordare come si respira.
Cavolo, è qui.
Fa il conto alla rovescia partendo da dieci per provare a rilassarsi. Prova a svuotare la mente e convincersi che questo non è chissà che cosa. Sono solo due amici che stanno uscendo. Bello e semplice. Lo fa con Pidge tutto il tempo, e le loro uscite non lo riducono mai ad una copia sudaticcia e ansiosa di se stesso, quindi – logicamente – non dovrebbe farlo nemmeno questa. Può farcela. Non è così difficile.
Se non fosse che lo è.
È davvero, davvero difficile, ed ogni secondo che passa Keith fa un piccolo passo indietro, dirigendosi lentamente verso la sua moto. Magari se fosse abbastanza veloce, potrebbe filarsela a casa e far finta di non essere mai stato qui. Dovrà cambiare numero di telefono ovviamente e in qualche modo convincere Pidge a non mettere piede alla Garrison mai più. E poi vivere con la consapevolezza di aver mandato all'aria quella che sembra una delle amicizie più vere che Keith abbia avuto da anni, ma-
Le porte della stazione si spalancano e Keith osserva il numeroso gruppo di persone che ne esce. Gli ci vuole poco meno di dieci secondi per individuare Lance tra la folla.
È più alto di quanto Keith ricordasse, sovrastando la maggior parte della calca mentre si fa guidare giù dalla piccola rampa di scale fino al parcheggio. Keith guarda, troppo spaventato per muoversi, al sicuro dietro una grande macchina mentre Lance si guarda intorno per un paio di secondi prima che si appoggi ad un muro ed esali un respiro profondo.
Anche dalla relativa distanza che li separa, Keith può notare quel leggero rosa che gli macchia le guance e lo rassicura un po' il fatto che Lance sembri nervoso quanto lui.
Bene. Questo rende le cose un po' più facili. Non troppo, intendiamoci, (la parte di Keith che prende in considerazione la fuga è ancora piuttosto decisa, in questo momento) ma abbastanza da convincere Keith a fare un passo dal suo nascondiglio improvvisato e cominciare a camminare verso Lance.
Il suo cuore emette un tonfo rumoroso e quasi doloroso nel suo petto mentre si fa sempre più vicino, e non vuole nemmeno pensare a quanto i propri palmi devono essere sudati in questo momento. L'unica cosa su cui riesce a concentrarsi è Lance – Lance che si trova ad un paio di metri; Lance, la persona a cui ha scritto per due mesi, giorno dopo giorno, Lance, la persona che più gli si è avvicinata oltre a Pidge. Solo- Lance.

Si schiarisce la voce mentre si fa più vicino, pregando che le corde vocali non lo abbandonino proprio ora. “Ciao.” Il modo in cui la propria voce sembra rompersi appena, aggiungendo una sillaba alla parola, gli provoca una lieve smorfia. Fottetevi, corde vocali.

Lance alza lo sguardo dal suo telefono, gli occhi che si spalancano per una frazione di secondo mentre percorrono la figura di Keith dall'alto verso il basso velocemente. Keith osserva, pronto a correre in qualsiasi momento, prima che le labbra di Lance si curvino verso l'alto in un sorrisino timido e si stacchi dal muro per fare un passo in avanti. “Ehi.”

“Uh-” Keith deglutisce. “Ciao?” Bravo Keith, davvero bravo.
Qualcosa tra uno sbuffo e una risata scappa dalle labbra di Lance mentre fa un altro passo. “Lasciamo continuare il circolo vizioso, oppure...”

“Giusto. No. Uh-” Keith deglutisce di nuovo, cercando di sbarazzarsi del nodo che ha cominciato a formarsi nella propria gola. “Devo solo- Um. Vuoi-” Si gira e indica il parcheggio, facendo un cenno verso la propria moto. “Vuoi andare via di qui?”

Succede così in fretta, Keith si chiede se l'abbia immaginato, ma è abbastanza sicuro che le labbra di Lance si siano piegate verso il basso in un broncio quasi deluso prima che il sorrisino timido torni nuovamente.

“Certo. Fammi strada.”

Keith esita per un momento, incapace di scrollarsi di dosso la sensazione che ci sia qualcosa che non va con Lance, ma prima che possa rimuginarci troppo sopra Lance fa un altro passo verso di lui, facendo scontrare gentilmente le loro spalle.

“Dov'è la tua moto?” Lance chiede mentre si incamminano attraverso il parcheggio, e o è terribilmente all'oscuro della loro vicinanza o semplicemente non gli importa perché stanno camminando l'uno di fianco all'altro, abbastanza vicini perché i dorsi delle loro mani si sfiorino ogni due per tre. Per un secondo o due, Keith considera la possibilità di allungare la mano e intrecciare le dita a quelle di Lance. Sarebbe così facile, così semplice, così naturale – dovrebbe muoversi appena.

“Manca poco,” mormora Keith, cercando di aumentare il passo così da poter mettere un po' di distanza tra loro, ma discretamente. Lance riesce fastidiosamente a stargli dietro, adattando senza sforzo la sua falcata a quella di Keith ogni volta che cerca di allontanarsi un poco.

“Oh, grande,” mugugna Lance, e Keith si ritrova a respingere una punta di irritazione. Come può tutto questo essere così facile per lui? Perché non è un balbettio unico? Perché non ha passato gli ultimi due minuti litigando con se stesso per decidere se cogliere la palla al balzo e afferrargli la mano? Perché su di lui questo non ha lo stesso effetto che ha su Keith? “Davvero te la sei costruita da solo?”

Keith sbatte gli occhi. “Eh?”

“La moto?” dice Lance lentamente, girando il capo per lanciargli un'occhiata. I loro sguardi si incontrano per un momento prima che Lance si giri velocemente, le punte delle sue orecchie leggermente più rosee. “Insomma, non ho mai capito esattamente che cosa voglia dire.”

“Che cosa?”

“Sai,” Lance gesticola verso l'area del parcheggio che Keith prima ha indicato. “Come funziona? La costruisci da zero o c'è tipo, che so, un'officina Build-A-Bike da qualche parte?”

Keith aggrotta la fronte. “Un'officina- un'officina Build-A-Bike?”

Lance si gira nuovamente verso di lui, un ghigno brillante sulla faccia che si estende da un orecchio all'altro. “Come l'officina Build-A-Bear, ma per le moto?”

A questo punto, Keith sbuffa. Può sentire un po' del disagio e del nervosismo andarsene, rimpiazzati da un senso di familiarità e si ritrova a sorridere grato a Lance. Le moto sono un buon argomento – un argomento sicuro – qualcosa di cui Keith potrebbe parlare per ore senza paura di annoiare qualcuno o di finire in silenzi imbarazzanti.

Keith si chiede se sia una coincidenza, se Lance abbia preso il primo pensiero che gli è passato per la mente e abbia deciso di esprimerlo per fare della semplice conversazione, oppure se ci sia qualcosa di più dietro, se abbia scelto di proposito un argomento che sapeva avrebbe messo Keith a proprio agio. Riserva a Lance un'occhiata di traverso e quasi inciampa nei propri piedi quando realizza che Lance sta facendo la stessa cosa.

“Uh,” comincia Keith, guardando frettolosamente da un'altra parte siccome non ha davvero bisogno di concentrarsi su quanto il sorriso di Lance sia carino ora, o su come sia quel tipo di sorriso che raggiunge gli occhi e ammorbidisce tutto il viso. No, assolutamente no. “Non ci sono officine Build-A-Bike.”

“Che tu sappia.”

Keith sente le proprie labbra curvarsi un poco verso l'alto. “Che io sappia,” concorda, il sorriso che si allarga un poco quando Lance ridacchia. “Prendo la maggior parte dei componenti su internet. Diversi fornitori,” aggiunge velocemente, già immaginando la prossima domanda di Lance. “Alcune parti sono più difficili da trovare di altre, per questo ci si mette così tanto.”

Sì,” dice Lance, la mano che ancora sfrega testardamente contro quella di Keith. “Insomma, cioè, come la costruisci? C'è un manuale, o una guida, o che cosa?”

“Ci sono delle guide approssimative online, ma molto del lavoro alla fine è fatto di esperimenti ed errori perché la stai costruendo dal niente. Ma impari mano a mano. Ah,” si interrompe. “È, uh, è questa.”

Lance fischia lentamente, e Keith non può fare a meno di sentire un senso di orgoglio correre nelle vene mentre guarda Lance fissare apertamente la sua moto.

“L'hai fatta tu'” chiede Lance, gli occhi spalancati mentre si fa più vicino alla moto. “Tipo, da zero? Con le tue mani? Non l'hai comprata già così?”

Keith non è tipo da vantarsi, ma porca miseria, è orgoglioso della sua moto. È il risultato finale di mesi e mesi di duro lavoro e di frugare online per parti rare e contrattare con deficienti su eBay e passare ore in giardino a tirare e aggrovigliare fino a che i jeans non si sporcano permanentemente di grasso e le sue dita quasi sempre callose e piene di vesciche. Quindi decide che può permettersi il sorriso compiaciuto che si forma sulle sue labbra alle domande sbalordite di Lance. “Già.”

Amico,” Lance sospira, distogliendo lo sguardo dalla moto per spostarlo su Keith. “È fantastico. Che diavolo? Quanto ci hai messo?”

Keith non è sicuro se sono i complimenti in generale o è perché questi arrivano da Lance in particolare, ma sente le proprie guance scaldarsi ogni secondo che passa. “Un paio di mesi,” mormora, abbassando la testa per passarsi furtivamente una mano sul viso, controllando se davvero è caldo quanto si sente (ed è così). “Anche se non ci ho messo tanto quanto la prima.”

“Questa non è la prima?” Lance sembra incredulo come se fosse sicuro che Keith stia solo recitando e qualcuno stia per saltare da dietro una delle macchine parcheggiate vicino a loro con una crew di cameraman.

Keith annuisce, non fidandosi della propria voce, avvicinandosi alla sua moto. “Questa è la prima a superare il test di mio padre, 'Keith Non Morirà Guidandola', comunque.”

“Oh,” il sorriso entusiasta di Lance cade dal suo viso in un attimo, rimpiazzato da qualcosa di più preoccupato. “Quindi- Quindi, è sicura, sì?”

“Sono ancora vivo, no?” chiede Keith, prendendo i due caschi che pendono dal manubrio della moto prima di mettersi sulla sella. Può sentire lo sguardo di Lance su di sé mentre indossa il casco. “Vieni, o no?”

“E tu sei sicuro-”

“Lance,” dice Keith pazientemente, alzando leggermente il casco per poter incontrare il suo sguardo. “È sicuro. Te lo giuro.”

Lance esita un secondo o due prima che annuisca e si faccia un poco più vicino. “Va bene, ma se muoio-”

Keith alza gli occhi al cielo. “Non morirai, Lance.”

Se muoio,” continua Lance, alzando la voce per coprire quella di Keith. “Sappi solo che Hunk mi vendicherà.”

“Ven..dicarti?”

Lance agita una mano noncurante, come se annunciare che il tuo migliore amico vendicherà la tua (improbabile) e prematura morte fosse la cosa più naturale del mondo. “Abbiamo un accordo.”

“..Voglio saperlo?”

Lance mugugna per un paio di secondi, come se stesse realmente valutando la domanda, prima che guardi Keith con un altro sorriso – e Keith sta imparando velocemente che i sorrisi di Lance sono letali nella miglior maniera possibile. “È una lunga storia.”

“Naturalmente,” dice Keith impassibile prima di accennare allo spazio dietro di sé. “Sali o no?”

“Ah,” Lance deglutisce visibilmente – Keith osserva il leggero su e giù del suo pomo d'Adamo prima di distogliere lo sguardo, le guance bollenti. “Devo- Devo solo-”

“Solo tenerti,” dice Keith, sporgendosi in avanti per tirare a Lance il casco rimanente.

Lance annuisce, trafficando con il casco fra le mani prima che faccia un passo in avanti e scavalchi la moto con una gamba, posizionando il casco fra le sue gambe. “Così?”

Il respiro si incastra nella gola di Keith mentre il braccio di Lance raggiunge i suoi fianchi e si appoggia gentilmente contro la sua vita. Lo stringe appena appena, le dita che a malapena sfiorano il tessuto del suo maglione, ma fa battere forte il cuore di Keith.

“Uh-” si schiarisce la gola, giocherellando distrattamente con le chiavi nella sua mano per provare a distrarsi dal calore che sente spandersi ovunque. “Più forte,” riesce a buttare fuori. “Devi- Devi tenerti più forte.”

“-Giusto.”

Keith trattiene il respiro mentre Lance si sposta in avanti, le braccia che rafforzano la stretta attorno alla sua vita, il petto premuto contro la schiena di Keith. “Così va-?”

“Sì,” dice Keith velocemente, improvvisamente grato del fatto che non si stiano guardando in faccia. “Va bene così.”

“Grande,” dice Lance, e Keith prova a non pensare al modo in cui il suo respiro arrivi alla propria nuca.

“Mettiti il casco e possiamo andare.”

Le braccia attorno alla sua vita scompaiono e Keith si permette di espirare profondamente. Un milione e una cose gli attraversano la mente ora; Puzza? Ha messo abbastanza deodorante? Quand'è stata l'ultima volta che ha lavato questo maglione? Sta sudando troppo? È-

Le mani tornano ai suoi fianchi, stringendo con un poco più di decisione questa volta. Un mento fa pressione sulla sua spalla e Keith si ritrova a ringraziare in una preghiera silenziosa i caschi che li dividono perché non è per niente sicuro di poter gestire il respiro di Lance che si scontra sulla sua nuca. “Pronto?”

“Sarai prudente, vero?”

Keith ridacchia e risponde avviando il motore. “Tieniti forte.”
Il fatto è che a Keith piace la velocità; la ama, in realtà. Ama la scarica di adrenalina che sente quando sfreccia per una strada deserta, il vento che sferza e avvolge il suo corpo mentre la velocità aumenta, ma è anche una persona attenta. Capisce che alla maggior parte delle persone non piace andare come un razzo, al limite della velocità consentita, e ha imparato (dopo che Shiro gli ha urlato contro per cinque minuti a seguito di un giro piuttosto veloce) a regolarsi quando sta viaggiando con un passeggero.

(“È educazione”, aveva detto Shiro, la pelle visibilmente più pallida e sudata del solito quando aveva barcollato giù dalla moto per appoggiarsi al tronco di un albero lì vicino. “Stai guidando una moto, non una montagna russa.”)

“Kei-” Qualunque cosa Lance stesse per dire viene dimenticata in favore di un urlo spaccatimpani, appena Keith (abbastanza lentamente per lui) inizia ad uscire dal parcheggio per entrare nella strada principale. Le sue braccia, già abbastanza strette attorno ai fianchi di Keith, aumentano la presa come se fossero una morsa, il petto infinitamente più vicino alla schiena di Keith.

Rilassati,” dice Keith, il tono più alto del normale così che Lance possa sentirlo al di sopra del rombo del motore. “Va tutto bene.”

Non-” grida Lance, premendo il capo contro l'incavo del collo di Keith mentre le sue dita armeggiano sul maglione di Keith in cerca di qualcosa a cui aggrapparsi. “Non va tutto bene! Questo-” Si interrompe nuovamente, strillando drammaticamente quando Keith svolta e aumenta la velocità. “Keith,” Lance piagnucola, e Keith improvvisamente si rende conto del fatto che se non stessero indossando i caschi, Lance starebbe respirando sul suo collo.

Oh.

Rallenta un poco – comunque andando ben al di sotto della sua solita velocità – quando girano un altro angolo, e comincia a fare un lieve slalom tra le macchine per superare il traffico. “Stai bene?”

Lance emette una risatina tremante, ancora stringendo i fianchi di Keith come se fossero l'unica cosa a tenerlo in vita. “Sono abbastanza sicuro che il mio cuore abbia smesso di funzionare due curve fa. Inoltre,” si muove leggermente, premendosi di più contro la schiena di Keith. “Non mi sento le gambe.”

“Sì,” Keith ride, inconsciamente stringendosi nell'abbraccio di Lance. “È normale. Ti abituerai.” Il semaforo diventa giallo e Keith si prepara a partire nuovamente. “Sei pronto?”

Keith sente Lance annuire contro il suo collo appena prima che scatti il verde.

È un po' più tranquillo questa volta, mentre sfrecciano. Keith può ancora sentire il suo corpo rigido grazie al modo in cui lo stringe (nonostante Keith non si lamenti), ma non strilla e grida così tanto come prima. Keith sente uno o due strani sussulti quando prende una curva particolarmente stretta o quando la strada diventa un poco sconnessa, ma per il resto, è straordinariamente silenzioso.

“Va tutto bene?” chiede Keith al di sopra del motore, aggrottando leggermente la fronte quando realizza che non sente fiatare Lance da almeno trenta secondi. Dà una veloce occhiata verso il basso, controllando che le mani di Lance siano ancora allacciate al proprio torso e che non l'abbia accidentalmente fatto cadere ad un certo punto.

“Sto bene,” dice Lance. “È- bello.”

Keith mugugna. Non c'è mai un momento giusto per parlare mentre guidi una moto – il rumore del motore e del vento costante non lasciano molta scelta – ma Keith pensa di sentire un cambiamento nel tono di Lance. Sembra meno terrorizzato e più come se gli stesse davvero piacendo. Aumenta la velocità di poco, sondando il terreno. Ascolta attentamente per carpire un altro strillo da parte di Lance, ma non arriva niente. Invece, pensa di sentirlo ridere – si lascia scappare piccoli ops ogni paio di secondi, e fa ridere anche Keith.

Amico,” Lance ridere, un altro ops che esce dalle sue labbra. “Questo è- è fantastico?”

Qualcosa di caldo cresce nel petto di Keith mentre ascolta Lance ridere dietro di sé. Gli piace, pensa Keith, svoltando in una strada vuota. Si sta divertendo.

Viaggiano ancora per dieci minuti. Keith prende apposta la strada panoramica che conduce alla loro destinazione, cercando di prolungare la loro vicinanza – le braccia di Lance attorno ai propri fianchi mentre lui ride al suo orecchio – il più possibile. Alla fine, però, si devono fermare, parcheggiando la moto davanti ad una familiare schiera di negozi.

“Um,” Keith dice piano, portando lo sguardo in basso, solo per vedere le braccia di Lance ancora strette attorno a lui. “Siamo arrivati.”

Lance rimane aggrappato un secondo in più del necessario prima che lasci cadere le braccia e scenda velocemente dalla moto.

“Com'è stato?” chiede Keith mentre scende anche lui, tirandosi via il casco e scuotendo i capelli. “Andava be-” Le parole gli si bloccano in gola quando si rende conto dell'espressione di Lance, una volta toltosi il casco dalla testa.

I suoi capelli sono un casino, sparati in ogni direzione possibile, la faccia rossa, gli occhi spalancati e- ed un sorriso così luminoso che Keith pensa non starebbe male nel cielo notturno.

Il suo cuore batte quasi dolorosamente.

La voce di Lance esce praticamente afona. “È stato grandioso.”

Keith gli sorride, prendendogli il casco dalle mani per poterli assicurare sulla moto. “Divertente?”

Il meglio,” sospira Lance, il sorriso fin troppo luminoso ancora sulle labbra. “Insomma, ero sicuro che mi avresti ucciso, e che poi avrei dovuto passare il resto della mia morte a perseguitarti-”

Cosa?

“Ma poi mi sono abituato,” continua Lance, ignorando l'interruzione divertita di Keith o non accorgendosene proprio. “Ed era tipo, whooooooosh. Capito?”

E, nonostante non abbia alcun senso (che vuol dire whoooooosh?), Keith si ritrova ad annuire perché sa come ci si sente. Si ricorda la sua prima volta su una moto, ricorda il senso di libertà che lo aveva attraversato una volta sceso, le gambe come gelatina, ricorda come ne fosse diventato dipendente da quel momento in poi.

“Sì,” sorride Keith. “Capisco.”

“Quindi,” chiede Lance, guardandosi attorno. “Che facciamo?”

“Ricordi che ho detto che ti avrei portato da qualche parte?” chiede Keith, facendo segno a Lance di seguirlo. Lance lo raggiunge in un attimo, invadendo il suo spazio personale e facendo in modo che il dorso delle loro mani venga nuovamente a contatto. Ancora una volta Keith manda giù l'istinto di raggiungere e stringere la mano di Lance nella propria. Si schiarisce la voce e torna a prestare attenzione a dove devono andare. “Hai mangiato?”

Lance scuote la testa, un luccichio curioso negli occhi. “Ho fatto colazione poco fa, ma posso mangiare ancora.”

“Grande,” dice Keith, sogghignando quando fa cenno a Lance di fermarsi ed entrare nel ristorante davanti a loro. “Questo ti piacerà.”


A Lance piace pensare sia uno dei migliori primi appuntamenti che abbia mai avuto. Non che abbia tante altre esperienze a cui paragonarlo (si può contare la fidanzatina dell'asilo?), ma sente che sta andando bene.

È un po' imbarazzante all'inizio, nonostante Lance pensi che avrebbe dovuto aspettarselo, e i suoi silenziosi tentativi di fargli capire che magari gli piacerebbe provare ad afferrare la mano di Keith non sono assolutamente stati notati – cosa che, tanto per dire, ha irritato un pochino Lance perché quante volte dovrà ancora sfiorare 'per sbaglio' la mano di Keith con la propria perché il messaggio arrivi? Ma ci arriveranno, prima o poi.

Il suo cuore batte ancora forte per il giro in moto, anche se non è ancora sicuro che possa associarlo solo alla scarica di adrenalina. Non quando ha passato gli ultimi quindici minuti con le braccia strette attorno alla vita di Keith, i loro corpi schiacciati l'uno contro l'altro mentre Keith guidava. È- è sicuramente qualcosa. Lance arrossisce quando si ricorda di Keith nella sua stretta, tutto caldo e morbido e giusto, come se stringerlo fra le braccia fosse la cosa più naturale di questo mondo.

Anche la differenza nel comportamento di Keith è palpabile dopo il giro in moto. C'è una sicurezza nel suo sorriso che non era lì quando si sono incontrati, e riesce a sostenere il suo sguardo per più di mezzo secondo prima di guardare da un'altra parte, le guance che prendono un sospetto colorito rosa.

Quindi sì, come primo appuntamento non è male. Sono riusciti a sorpassare tutta la fase del 'primo incontro imbarazzante' e adesso stanno passando a cose più grandi e migliori. Quindi perché – perché – Keith sta rovinando tutto portandolo qui?

“No,” dice Lance categorico, incrociando strette le braccia al petto mentre guarda male il menù di fronte a lui. “Assolutamente no.”

Keith è terribile a nascondere il suo sorrisetto e Lance tenta di ignorare il fatto che effettivamente è piuttosto carino, in una maniera fastidiosamente irritante. “Che c'è che non va, Lance?”

“Non fare l'innocentino con me,” Lance tira su col naso, prendendo una forchetta per agitarla in direzione di Keith. “Sai esattamente che c'è che non va.”

Keith emette uno 'mmm' pensieroso, mettendo un braccio sul tavolo per appoggiare il mento sul palmo della mano. “Davvero?”

E, ugh- Lance vuole tenergli il muso ma c'è un luccichio di divertimento negli occhi di Keith che fa sobbalzare il cuore di Lance. Sleale, davvero sleale.

“Non la mangerò.”

“Mangiare cosa?”

Quella,” soffia Lance, colpendo con la forchetta il menù, proprio dove c'è scritto 'Pizza con Ananas', “Ho capito il tuo piano e la risposta è no.

Keith ride di gusto, e a questa breve distanza, Lance può osservarlo bene. Realizza improvvisamente che Keith ha un bel sorriso – un sorriso assurdamente bello – e non può fare a meno di pensare che lo sia in maniera decisamente ingiusta. Ha quel tipo di sorriso che crea delle piccole rughe agli angoli degli occhi mentre il naso si arriccia, dando vita a due piccole fossette su entrambe le guance, e lui si piega un poco su se stesso.

Il sorriso rimane sulle sue labbra mentre osserva Lance, il capo inclinato innocentemente da un lato. “Sei tu quello che mi ha detto di portarti qui un giorno, ricordi?”

“Oh,” mormora Lance, sentendo il viso riscaldarsi mentre abbassa lo sguardo. “Non pensavo te lo saresti ricordato.” Dà un'occhiata a Keith e non è particolarmente sorpreso di vedere la sua faccia rossa tanto quanto lui sente la propria.

“Io-” comincia Keith, evitando di guardare Lance fissando cocciutamente il menù fra le sue mani. “Io- è strano?”

Lance scuote il capo, scivolando in avanti sulla sedia così che possa sbattere il ginocchio contro quello di Keith per attirare la sua attenzione. Funziona, e Lance improvvisamente si ritrovare a guardare Keith dritto negli occhi. “No,” dice Lance lentamente, un sorriso gentile che spinge agli angoli delle sue labbra. “È- È dolce.”

“Dolce?” ripete Keith, come se non conoscesse il termine.

“Mhmm,” mugugna Lance, godendosi la visione del rossore di Keith accentuarsi ogni secondo che passa. “Molto.”

“Um,” Keith deglutisce, abbassando di nuovo lo sguardo per concentrarsi sul menù. “Io-”

“Ti sto mettendo in imbarazzo?” chiede Lance, appoggiandosi allo schienale della sedia con un ghigno. Keith sembra essere a tanto così dallo sprofondare nella sedia e sciogliersi.

“No,” dice Keith, incontrando determinato gli occhi di Lance. Sporge il labbro inferiore leggermente, quasi in un broncio, e Lance rischia di cadere dalla sedia perché, no. Troppo adorabile. Off-limits. Accesso negato.

“Porca vacca. Allora non ci sto provando abbastanza.”

Keith inarca un sopracciglio, sinceramente confuso. “Tu vuoi mettermi in imbarazzo?”

“Ricorda,” Lance scrolla le spalle, “'Fai Arrossire Keith' è il mio obiettivo principale di oggi.”

“Sì, beh,” Keith sbuffa, lo sguardo confuso che sparisce per fare spazio ad uno di quei sorrisi che manda il cuore di Lance a mille. “L'hai già fatto.”

“Vero,” asserisce Lance, guardando con la coda dell'occhio un cameriere che si fa largo per raggiungere il loro tavolo. “Ma non ho specificato quante volte.”

Keith rotea gli occhi, ma riesce ad evitare di rispondergli grazie al cameriere che arriva al loro tavolo con un taccuino e un sorriso fin troppo luminoso. Lance a malapena ascolta il cameriere pronunciare la solita tiritera ('Come state oggi? Posso portarvi da bere? Siete pronti a ordinare? Bla, bla, bla?'), e invece concentra la sua attenzione su Keith, questa volta senza paura di essere scoperto a guardare.

Lance osserva come le sopracciglia di Keith si avvicinano quando fa notare qualcosa al cameriere, il labbro inferiore che sporge in quel quasi broncio che fa partire in quarta il cuore di Lance. È una strana sensazione, essere così infatuato di qualcuno, ma Lance pensa che non sia del tutto spiacevole. Strano, sì, ma nel senso buono. È bello sapere che il sorriso di Keith ha questo effetto su di sé e, se non sbaglia di grosso – di grosso – è abbastanza sicuro di avere lo stesso effetto su Keith. Lance lo ha beccato a guardarlo di soppiatto più di una volta, il viso che si colora il secondo stesso in cui realizza che Lance se n'è accorto, ed è piuttosto certo che l'espressione imbarazzata che attraversa la sua faccia ogni volta che sposta gli occhi frettolosamente è probabilmente la stessa che si trova sul volto di Lance.

Keith ride educatamente a qualcosa che il cameriere dice prima di alzare lo sguardo e incontrare nuovamente quello di Lance. “Quindi, riguardo quella pizza..”

Lance fa una smorfia. “Devo proprio?”

“Sì.”

“Non posso nemmeno dire la mia?”

Keith scuote la testa, compiaciuto in maniera quasi irritante mentre sfila il menù dalle mani di Lance per ridarlo al cameriere. “Due pizze con ananas, per favore.” Il cameriere li guarda entrambi confuso, probabilmente perplesso dal gemito di dolore di Lance, prima di annuire leggermente e scomparire in cucina per portare la comanda.

“Non posso credere che tu voglia rovinare un appuntamento perfetto facendomi vomitare,” borbotta Lance, stravaccandosi in avanti mentre regala a Keith la sua migliore occhiataccia – anche se, probabilmente, è poco convincente, date le circostanze.

Keith mima i movimenti di Lance e si sporge in avanti, posando ancora il mento sul palmo aperto. “Pensi di non poterla reggere?”

No,” Lance tira su col naso, facendo finta di essere offeso perché Keith crede che non possa finire il pasto. “La mangerò, solo che non mi piacerà.”

“Invece sì,” dice Keith con sicurezza. “Ma, um,” distoglie lo sguardo per una frazione di secondo prima che Lance si ritrovi a fissare quegli occhi blu scuro.

“Hai appena-” fa un'altra pausa, come se facesse fatica a trovare le parole. “Hai appena detto che avrei rovinato un appuntamento perfetto-”

“Stavo scherzando, Keith,” dice Lance velocemente, chiedendosi se sia la propria immaginazione oppure se davvero, per un attimo, una punta d'insicurezza fa capolino negli occhi di Keith. “Non rovinerai ni-”

“Va bene?” chiede Keith, prendendosi il labbro inferiore fra i denti. “L'appuntamento, intendo? Ti- Ti stai divertendo?”

Oh.

Lance deglutisce, grattandosi nervosamente la nuca. “Voglio dire- Sì?” Può vedere il sollievo riversarsi sul viso di Keith e si rilassa. “È divertente, no?”

“Sì,” asserisce Keith, le labbra che si curvano in un piccolo sorriso. “Mi sto divertendo. Ero solo- solo, preoccupato?”

“Preoccupato?”

Keith annuisce e Lance si chiede se si stia immaginando il modo in cui sembra entrare un poco di più nel suo spazio personale – la distanza fra loro sembra essere diminuita da quando hanno iniziato a parlare.

“Che ti saresti annoiato? O che non ti sarebbe piaciuto o-” Keith si interrompe, la voce un poco strozzata e flebile mentre fissa il tavolo.

Lance aveva ragione, la distanza tra loro è diminuita rispetto a prima. È così breve ora che le loro mani si stanno toccando nel mezzo del tavolo, quella di Keith che – quasi – riposa su quella di Lance.

Scusa,” dice Keith velocemente, scattando all'indietro per togliere la mano. “Io-”

Keith,” dice Lance fermamente, raggiungendo la mano di Keith e tenendola saldamente al tavolo. Esita per un secondo prima di intrecciare le sue dita con quelle di Keith e stringere un poco. “Questo- Tutto questo va bene,” alza lo sguardo su Keith e allenta la presa sulla sua mano. “Va benissimo, okay?”

Keith annuisce, deglutendo pesantemente mentre copia la mossa precedente di Lance e gli stringe leggermente la mano. “Sì.”

“Grande.”

“Sì,” dice di nuovo Keith, ancora fissando le loro mani intrecciate. “Davvero forte.”

La mano di Keith si adatta bene alla sua, tutta calda e leggermente callosa e Lance si ritrova a pensare di non volerla mai lasciar andare. Lance non è sicuro quanto tempo passino così, seduti con le mani unite sopra al tavolo, entrambi ridendo timidamente e distogliendo lo sguardo ogni volta che i loro occhi si incontrano, ma è bello – davvero bello. Così bello, che borbotta sul serio quando le loro pizze arrivano e sono costretti a lasciarsi per fare spazio sul tavolo.

Lance osserva circospetto il cameriere che mette due pizze di fronte a loro, due pizze con l'ananas.

“Improvvisamente mi sto pentendo di ogni cosa,” dice, guardando le fette gialle che danneggiano la sua altrimenti perfettamente deliziosa pizza. “Posso toglierle?”

Keith gli lancia uno sguardo indifferente, già portando una mano a prendere una fetta di pizza. “Devi mangiarla tutta.”

Tutta?” squittisce Lance. “È più grande della mia testa. È due volte più grande della mia testa.”

Keith scrolla le spalle, la bocca troppo piena per dire qualcosa. Lance lo guarda masticare un paio di volte, un lieve hmm di piacere che proviene dalla sua gola mentre divora la prima fetta in una manciata di secondi. “Buonissima,” dice, sorridendo largamente allo sguardo mezzo disgustato di Lance. “Mangia.”

“Ma l'ananas,” piagnucola Lance, guardando in cagnesco il frutto incriminato sulla pizza come se fosse responsabile di ogni disgrazia del mondo, dalla tragedia del Titanic alla scomparsa delle api. “E non c'è nemmeno un po' di prosciutto per mascherare il sapore, è solo – Ananas.”

Keith dà una spintarella a Lance con il ginocchio, lo sguardo d'indifferenza che fa di nuovo capolino sul suo viso. “È buona.”

“Ma-”

“Hai bisogno che ti imbocchi?”

È una domanda innocente, mirata a prendere in giro più che altro, ma fa andare di traverso le parole a Lance. “Io- Tu- Cosa?”

Keith arcua un sopracciglio, a quanto pare all'oscuro dell'effetto che le sue parole hanno su Lance. “Se non riesci a mangiare da solo, posso imboccarti, se vuoi?”

“Non- Sta zitto,” farfuglia Lance, prendendo una fetta di pizza per distogliere l'attenzione dal profondo rossore che sta velocemente risalendo il suo collo per finirgli sul viso. Perché adesso che è stato detto, non può evitare di pensare che sarebbe carino essere imboccato da Keith. Non la pizza, ovviamente, perché sarebbe troppo complicato e non pizza con l'ananas comunque, perché bleah, ma forse qualcosa di più romantico.

La visione di Lance è piena di immagini di lui sdraiato su un morbido letto con Keith che lo sovrasta, la mano che porta alla sua bocca dell'uva e delle fragole e- Sì, no. Scuote il capo per fermare questo treno di pensieri il più velocemente possibile e si concentra nuovamente sulla fetta di pizza fra le mani. “Meglio che sia buona.”

“Mangia e basta, Lance,” dice Keith, molto più divertito che esasperato mentre guarda Lance dare un morsetto cauto. “Mangiala come si deve.”

Lance gli fa la linguaccia, godendosi il modo in cui gli occhi di Keith si spalancano per un attimo al gesto prima che faccia il grande passo e dia un vero morso alla fetta di pizza. Mastica per un paio di secondi, abituandosi all'inusuale sapore sulla lingua.

“Beh,” comincia Keith, guardando Lance mordere una seconda volta, e poi una terza, e poi una quarta, fino a che non rimane solo la crosta. “Ti piace, vero?”

Lance fa una smorfia, anche se poi recupera una seconda fetta, perché fanculo, è deliziosa. Dov'è stata la pizza con l'ananas per tutta la sua vita? Perché era così contrario? Hunk sa quanto è buona? Prende mentalmente nota di scrivere un'ode alla pizza con l'ananas e di recitarla ad Hunk appena tornerà a scuola. “Ci sta,” dice Lance, scrollando con disinvoltura le spalle mentre mastica la seconda fetta. “Niente di che.”

Keith sbuffa. “Stai sorridendo.”

Merda.

“Non ho il permesso di sorridere?” chiede Lance, sentendo il sorrisetto che gli curva le labbra mentre prende una terza fetta.

“Beh,” Keith mugugna pensosamente, inclinando un poco il capo di lato come se stesse contemplando qualcosa. “Sarebbe carino se prima mi avvertissi.”

“Io- Cosa?”

Keith arrossisce e abbassa la testa per un secondo o due prima che torni a guardare Lance con un sorriso gentile. “Prima di sorridere così. Potresti avvertirmi.”

Perché?”

Keith alza nuovamente un sopracciglio, come se Lance stesse facendo il finto tonto di proposito. Non risponde subito, prima prende un'altra fetta e dà due grossi morsi, dopodiché riporta la sua attenzione su Lance. “Hai un sorriso davvero bello, Lance.” Lo dice piano, come se non potesse credere di starlo dicendo ad alta voce, ed evita il contatto visivo. “Tipo, davvero bello.”

Lance fa scontrare il suo ginocchio con quello di Keith sotto il tavolo due volte fino a che non lo guarda. “Questo,” dice a gran voce, agitando severamente la fetta di pizza davanti alla faccia di Keith. “Questo è davvero intenso detto da te.”

“Che cosa vorrebbe dire?”

Lance sghignazza con la bocca piena, guardando Keith con una versione tutta sua di un'espressione indifferente. “Non dire così, Signor 'Il Mio Sorriso Potrebbe Far Vergognare Il Sole'.”

“Io-” Keith fa una pausa, le mani che d'istinto salgono a coprire la sua bocca quando non può fare a meno di sorridere nuovamente. “Non l'ho mai sentito prima.”

“Sì, beh,” Lance fa spallucce, prendendo un'altra fetta (ormai ne rimangono solo due e sta pensando di rubarne un'altra dal piatto di Keith quando le avrà finite). “È la verità. Dovresti andare in giro con un'etichetta di avvertimento, qualcosa tipo: 'attenzione: questo sorriso è piuttosto accecante, si consiglia di indossare degli occhiali da sole'.”

Smettila,” Keith borbotta ridacchiando, passandosi una mano in viso prima che guardi Lance tra le fessure delle dita. “Per favore, smettila.”

Lance ghigna, spostando il suo (ora completamente vuoto) piatto di lato così che possa sporgersi meglio sul tavolo. “Mi ero dimenticato che i complimenti ti rendono strano.”

“Non mi rendono strano,” Keith insiste, come fosse stranamente offeso. “È che-”

“Non sei abituato?” lo aiuta Lance, ricordando la breve conversazione che avevano avuto poco tempo fa. “Beh,” dice Lance una volta che Keith annuisce riluttante, la voce fintamente smielata. “Se volessi, potrei provare a darmi una calmata, ma-”

“Ma cosa?” chiede Keith, guardando Lance in cagnesco.

“Sei carino,” Lance alza le spalle, ignorando il modo in cui il cuore comincia a battergli furiosamente in petto, nonostante tenti di mantenere un'espressione calma.

Keith apre e chiude la bocca una o due volte, annaspando per le parole giuste. “Sei- Sei carino anche tu.”

Un suono strozzato esce dalle labbra di Lance al complimento. “Io-”

Vedi,” dice Keith compiaciuto, la punta del suo naso ancora visibilmente più rosa del resto del suo viso. “Non riesci a gestirlo neanche tu.”

“No, no,” dice Lance velocemente. “Ce la faccio. Solo- Mi hai colto di sorpresa, tutto qui.”

Giusto,” biascica Keith, prendendo una delle due fette rimaste nel suo piatto. “Perché non concordiamo sul darci una calmata con i complimenti per un po', prima-”

“Prima che uno di noi due diventi così rosso da farci esplodere?”

“Insomma, non lo direi così,” Keith ride con la bocca piena di pizza – e questo, decide Lance, questo è il momento in cui Lance realizza che forse è un po' troppo preso da questo ragazzo, perché nessuno dovrebbe essere così attraente quando ride con la bocca piena di cibo, eppure- “Ma sì,” continua Keith una volta che ha inghiottito il boccone. “Può andare bene?”

“Sì,” Lance gli sorride dall'altra parte del tavolo. “È perfetto.”

Passano altri quaranta minuti al ristorante – Lance scopre che Keith mangia in maniera dolorosamente lenta – e dopo ogni secondo che passa, sembra sempre di meno il loro primo incontro, sempre più come se fossero amici da anni e uscire per una pizza fosse la normalità per loro. La conversazione scorre facilmente – parlano di tutto, dalle ricette per pizza più strane di cui hanno sentito parlare (Keith ha una certa passione per la pizza con la maionese) alla ricerca di nuovi nomi per i gattini ('Non lascerò che Shiro la chiami Cupcake, Keith, mi rifiuto!!!') - e i pochi silenzi che si creano tra gli argomenti non sono per niente imbarazzanti. Invece di cercare disperatamente qualcosa da dire, sembrano entrambi contenti di crogiolarsi nella presenza dell'altro, come vecchi amici.

Quando effettivamente se ne vanno, Lance si sente abbastanza sicuro di sé da raggiungere la mano di Keith quando si alzano e si incamminano verso la moto. Keith si irrigidisce leggermente quando le dita di Lance stringono le sue, ma dura mezzo secondo prima che si rilassi sotto il suo tocco, le labbra che si alzano leggermente agli angoli.

“E adesso?” chiede Lance mentre camminano per strada, entrambi determinati ad evitare il contatto visivo con l'altro. Non vuole correre troppo, ma questo è sicuramente il miglior appuntamento che abbia mai avuto, e non è del tutto sicuro di quale sarà la ciliegina sulla torta. Si avvicinano alla moto di Keith e, dopo un secondo in più del necessario, staccano le mani.

“Stavo pensando,” dice Keith lentamente, ancora senza guardare Lance in viso mentre armeggia con il laccetto del casco. “Stavo pensando che potresti venire a casa mia?”

Oh,” squittisce Lance, indietreggiando un po' quando Keith gli lancia il casco. “Casa..tua?”

“Sì. Hm. Per vedere i gatti? Potremmo, hm, potremmo guardare un film o qualcosa del genere, se ti va?”

Lance annuisce, seguendo i movimenti di Keith mentre sale sulla moto e si porta il casco alla testa. “Ci sta. Ci sta un sacco.” Si arrampica sulla parte posteriore della sella, indossa il casco e poi avvolge i fianchi di Keith di nuovo, forse stringendo un po' più del dovuto.

“Sei pronto?”

Lance lo stringe un poco di più, facendo in modo di essere ben premuto contro la schiena di Keith, il mento appoggiato alla sua spalla. “Sì, andiamo, tesoro.”

Lance,” si lagna Keith e Lance non ha bisogno di vedere attraverso il suo casco per sapere che probabilmente adesso la sua faccia va a fuoco. “Adesso non è davvero il momento per- per quello.

Lance ride, rafforzando la presa attorno alla vita di Keith quando il motore prende vita e li porta in avanti. Sicuramente, il miglior appuntamento che abbia mai avuto.


Il viaggio verso casa è molto tranquillo. Lance tira solo qualche urletto quando Keith deve fermarsi bruscamente o, ad un certo punto, quando era sicuro che Keith stesse per investire un gatto che se ne stava cocciutamente seduto in mezzo alla strada (non l'avrebbe fatto).

“Allora,” chiede Lance, districandosi dalla moto per seguire Keith verso casa sua. “Ci sono i tuoi genitori?”

Keith corruga la fronte, tirando un'occhiata dietro di sé per vedere Lance grattarsi nervosamente la nuca. È nervoso? “Oggi sono fuori tutta la giornata,” dice Keith lentamente, osservando l'ovvio sollievo invadere i tratti di Lance. “Siamo, hm, siamo solo noi.”

“E Muffin,” aggiunge Lance con un sorrisetto malefico, la sua sicurezza apparentemente recuperata ora che sa che non deve preoccuparsi di imbarazzanti presentazioni con i suoi genitori. “Non dimenticarti di Muffin.”

Keith rotea gli occhi, armeggiando con le tasche dei jeans per trovare le chiavi di casa. “Come potrei dimenticarmene?” Libera le chiavi dalla tasca e le infila nella serratura, gelandosi sul posto quando qualcosa nella sua visione periferica cattura la sua attenzione. Assottiglia leggermente gli occhi mentre guarda le tende del salotto della casa di Pidge muoversi improvvisamente.

“Andiamo,” dice Keith velocemente, aprendo la porta e facendo cenno a Lance di seguirlo dentro. Le tende si muovono ancora e Keith prende mentalmente nota di fare un lungo discorso a Pidge sullo spiare oppure, come minimo, dirle di migliorare prima di farlo. Una volta che Lance è dentro, Keith lancia un'ultima occhiataccia a casa Holt, pregando mentalmente Pidge di rimanerne fuori, prima di chiudere la porta dietro di sé.

“Oh amico,” Lance grugnisce, una risata che arriva dal fondo della sua gola mentre indica una serie di fotografie sul muro dell'ingresso. “Keith, eri cicciottello.”

Oh no. Keith si scaglia in avanti, mandando drammaticamente Lance verso la sala da pranzo e molto, molto lontano dalle numerose foto della sua infanzia che ricoprono l'intero muro dell'atrio.

Aspetta,” piagnucola Lance, contorcendosi e girandosi nella presa di Keith per provare a vedere meglio alcune foto. “Stai indossando un vestito in quella?”

“È la veste del battesimo,” sbotta Keith, dando a Lance un ultimo spintone. “È tradizionale,” Lance ride di nuovo ma si arrende alle mani di Keith che finalmente lo guidano verso il salotto, dove il numero di imbarazzanti foto d'infanzia si riduce notevolmente. Ci sono alcune foto scolastiche abbastanza spiacevoli sopra il caminetto e una dove sembra urlare mentre si aggrappa al petto di Shiro in una piscina di qualche anno fa, ma va bene così. E-

Muffin?” tuba Lance, lo sguardo che si posa su quello che può essere descritto solo come una lampada posizionata sulla poltrona nell'angolo più lontano della stanza. Lance si volta verso Keith e indica la lampada. “Quella è Muffin, vero?”

Keith guarda la lampada per un paio di secondi, aspettando di vederla salire e scendere morbidamente, segno che la lampada è effettivamente Muffin e non solo una pila di vestiti buttata sulla poltrona. “Sì, è lei.”

La faccia di Lance si illumina immediatamente mentre si avvicina piano all'altro lato della stanza, schioccando le dita e facendo strani sbaciucchi nel frattempo. “Muffin,” cantilena un poco. “Muffin, vieni da zio Lance.

“Dovrei fare un video,” dice Keith, buttandosi sul divano per osservare l'inevitabile carneficina. “Così non potrai negarlo.”

“Keith, per favore,” sbuffa Lance, interrompendo la missione per guardarlo male e ruotare gli occhi. “Ti stai dimenticando chi sono?”

“Il Sussurratore di Gatti?”

“Esatto,” Lance gli sorride prima di girarsi nuovamente verso Muffin, sporgendo gentilmente una mano per carezzarle la schiena. Keith osserva con trepidazione, aspettando il momento in cui Muffin aprirà un occhio, realizzerà che qualcuno oltre a Shiro sta provando a toccarla, e procederà ad a) soffiare arrabbiata oppure b) agguantare con le unghie la mano di Lance.

Muffin,” tuba ancora Lance, abbassandosi per essere proprio di fronte al suo musino. “Sono il tuo zio preferito.”

Keith trattiene il respiro mentre Muffin rabbrividisce improvvisamente, la schiena che si arcua mentre si alza e comincia ad osservare ciò che la circonda. Occhi verde scuro si focalizzano su Lance e, per un secondo o due, Keith è sicuro che stia contemplando l'idea di afferrare la faccia di Lance. Ma poi Lance passa una mano sulla sua schiena e tutto va a puttane.

Perché Muffin non gli soffia né prova a mordergli le dita o anche solo a mandare via la sua mano pigramente con la zampa, invece- invece, inizia a fare le fusa. Rumorosamente. Fa le fusa e si sporge verso Lance, gli occhi chiusi dal piacere mentre si struscia contro di lui meglio che può.

“Ma. Che. Cazzo,” sibila Keith, saltando in piedi e coprendo la distanza fra loro con due falcate. “Che cosa hai fatto?”

“Niente,” Lance scrolla le spalle, così ridicolmente compiaciuto di se stesso. “I gatti mi amano.”

Keith mette il broncio, abbassandosi al livello di Lance per guardare meglio Muffin. Chiaramente c'è qualcosa che non va perché Muffin non fa le fusa con gli sconosciuti. È con la famiglia da sette anni e ha appena cominciato a tollerare la madre di Keith.

“Fammi provare,” mormora Keith, spostando gentilmente la mano di Lance così che possa accarezzare la schiena di Muffin e - “Che cazzo?” sbotta Keith, la mano che scatta all'indietro quando Muffin prova a mordergli il pollice. “Non ridere,” grugnisce, lanciando a Lance un incerto sguardo in cagnesco prima che torni a guardare Muffin che sta guardando male lui.

“L'uomo cattivo ha provato a farti del male?” dice Lance dolcemente, prendendo Muffin per mettersela in grembo.

“Stavo cercando di accarezzarla,” insiste Keith, osservando Muffin adagiarsi sullo stomaco di Lance in un modo che ha sempre e solo usato con Shiro. “Come potevo tentare di farle del male?”

“Ovviamente avverte le tue intenzioni malvagie,” dice Lance, riuscendo appena a coprire la sua risata.

“Tu,” mormora Keith, alzandosi e pulendosi i jeans dalla polvere. “Tu sei pessimo quanto Shiro.”

“Non essere geloso, Keith. Non è colpa nostra se non hai il tocco. Dove stai andando?” aggiunge Lance, aggrottando un poco la fronte mentre guarda Keith andare verso la porta.

“Vado a prendere un gatto che non mi farà male,” gli dice Keith prima di sparire attraverso la porta ed entrare in cucina. Si accovaccia e raggiunge l'area della cucina destinata ai gatti – un angolo pieno di giocattoli non usati, cuccette, e molti più fili di quanti dovrebbero essercene – e sente il proprio viso ammorbidirsi mentre guarda i gattini accoccolati gli uni agli altri nella cuccia più grande.

“Com'è possibile che veniate da lei?” mormora Keith a bassa voce mentre prende la cuccia da entrambi i lati e la tira su, facendo in modo di non sbatacchiare troppo i gattini, tornando poi verso la sala da pranzo. Quando rientra in stanza, la scena di fronte a lui è mille volte peggiore della precedente. Lance è sdraiato sul pavimento, la maglietta leggermente alzata, mostrando troppo addome e troppi boxer per pretendere che Keith si ricordi di come si respira, con Muffin appallottolata sopra di lui.

Keith,” lo chiama Lance, allungando il collo per incontrare il suo sguardo. “Penso che abbia una cotta per me.”

“Impossibile,” mormora Keith, avvicinandosi a lui così che possa mettere i gattini accanto alla sua testa. “Muffin non prova sentimenti.”

Keith,” dice Lance, coprendo le orecchie di Muffin con le mani mentre si siede di scatto. “Può sentirti, lo sai?”

“Bene,” Keith tira su col naso, mettendosi sul pavimento vicino a Lance. Guarda male Muffin, ricordandosi ancora come abbia provato a divorargli il pollice qualche minuto prima. “Voglio che senta.” Ignora il suono deluso che emette Lance, invece sporgendosi verso la cuccia per recuperare uno dei gattini. “Questa è Red.”

L'espressione di Lance si ammorbidisce ancora di più quando vede la piccolina fra le mani di Keith, che si dimena e miagola piano mentre osserva la stanza curiosamente. “Posso-”

Keith annuisce mentre Lance manda gentilmente via Muffin dal proprio grembo prima di raggiungere Red per prenderla in braccio. Emette un verso strano, qualcosa a metà fra una risata e un 'awwww' quando Red mette il nasino sul suo petto, annusandolo curiosa. “È adorabile.”

“Lo sono tutti,” dice Keith, tirando fuori gli altri gattini dalla cuccia così che possano girare per la stanza.

“E il suo nome è Heinz,” dice Lance testardo, sollevando il micino così che sia davanti ai propri occhi. “Non Red.”

“No.”

“Sì.”

Mai.”

“Troppo tardi,” dice Lance vivacemente, colpendo dolcemente Red (Heinz?) sulla testa con il proprio naso. “Ti piace il nome Heinz, vero ragazza?”

E poi, cosa che lascia Keith completamente sgomento, Red (Heinz?) effettivamente miagola in un apparente consenso.

Lance si gira verso di lui e gli sorride sghembo. “Visto?”

“Ma come fai?” Keith chiede incredulo, grattando distrattamente dietro l'orecchio uno dei gattini.

“Sussurratore di Gatti, ricordi?” dice Lance, portandosi all'indietro fino ad appoggiarsi alla poltrona. “I gatti mi amano. È una cosa mia.”

E Keith mentirebbe se non ammettesse di essere un pochino, pochino geloso di questo. Specialmente quando Muffin gli siede di fronte, alterando sguardi affettuosi a Lance e soffiate incazzate nei suoi confronti ogni due secondi.

Keith non è sicuro di quanto rimangano seduti a giocare con i gattini e, nel caso di Lance, con Muffin, e scopre che non gli dispiace. Passano il tempo seduti l'uno contro l'altro, le schiene contro la poltrona, mentre guardano i micetti giocare e combattere di fronte a loro. Lance sviluppa un veloce legame con Blue ('Puffetta' lo corregge Lance ogni volta che la chiama Blue) e dichiara che sarà colei che porterà a casa, e passa il resto del tempo a scattar loro foto e a mandarle ad Hunk.

Con grande sollievo da parte di Keith, la loro conversazione scorre facilmente come al ristorante e non si ritrova mai a cercare disperatamente qualcosa da dire o in un silenzio imbarazzante. È bello. Sembra naturale, come se fosse uscito con Shiro o Pidge e non qualcuno che, effettivamente, dovrebbe essere considerato un completo sconosciuto.

Sono seduti così vicini che Keith sa che non gli ci vorrebbe tanto per raggiungere il suo fianco e afferrare la mano di Lance con la propria, quindi lo fa. Lance smette per un attimo di giocare con i gattini per guardare giù verso le loro mani unite, prima di portare il suo sguardo in quello di Keith. Per un secondo o due, Keith lascia correre il suo lato irrazionale ed è sicuro che Lance stia per staccarsi da lui, ma poi il sorriso di Lance si allarga e si attacca ancora di più a Keith, così che non ci sia nemmeno un centimetro di spazio fra loro e Keith sente tutte le sue preoccupazioni svanire in un istante.

“Quindi,” mugugna Lance dopo un paio di minuti di confortevole silenzio, osservando i micetti lancia una palla di lana a vicenda. “Hai detto qualcosa a proposito di un film, prima?”

Keith annuisce, scorrendo mentalmente i film che ha scaricato sul suo computer un paio di giorni fa apposta per quest'occasione. “Non sapevo se volessi guardare qualche-”

Il campanello suona, una, due, tre volte, quattro volte, cinque volte, sei.

“Stanno tenendo premuto il campanello?” chiede Lance, corrugando la fronte mentre allunga il collo per provare a guardare fuori dalla finestra.

“Immagino di sì,” dice Keith. Vuole ignorare il campanello, vuole rimanere qui in questa piccola bolla con Lance dove si tengono la mano e fanno battute stupide e semplicemente si godono la compagnia dell'altro, ma il suono sta diventando insistente. “Dovrei vedere chi è.”

Lance sospira e abbandona riluttante la presa sulla mano di Keith. “Sì, probabilmente dovresti.”

“Hm, arrivo subito,” gli dice Keith, mettendosi in piedi per correre verso la porta d'ingresso. Non ha idea di chi potrebbe essere. I suoi genitori arriveranno piuttosto tardi e Shiro non ha detto niente a proposito di imminenti ritorni a casa. Potrebbe essere un corriere, ragiona fra sé e sé mentre apre la porta con la chiave, nonostante i suoi genitori non abbiano parlato di aspettare alcuna consegna e lui è da un po' che non ordina niente.

Con le sopracciglia ancora corrugate apre la porta e mette immediatamente il broncio alla persona che si trova di fronte. “Pidge.”

Ehi, Keith,” dice Pidge luminosa, a quanto pare all'oscuro dello sguardo mortale che Keith le sta lanciando , o del tutto indifferente. “Come va?”

Keith incrocia strette le braccia sul petto e alza un sopracciglio. “Che ci fai qui?”

Pidge emette un psssh, come se fosse offesa dal fatto che Keith debba pure chiederlo, prima che brandisca una ciotola di fronte alla sua faccia. “Mia mamma ha trovato una delle vostre ciotole nella nostra credenza e mi ha chiesto di riportarvela.”

“Oh, uh-”

Pidge lancia la ciotola nello stomaco di Keith con una certa forza e fa un passo avanti, spostando Keith per poter entrare in casa sua. “Sì, sto solo facendo il mio dovere da vicina.”

“Giusto..” dice Keith lentamente, guardando Pidge addentrarsi un po' di più in casa, guardando in ogni direzione come se stesse cercando qualcosa. “Grazie per la ciotola, dirò a mia mamma che hai po-”

Keeeiiithhh,” lo strillo entusiasta di Lance rimbomba nella casa altrimenti silenziosa. “Keith! Puffetta mi sta dormendo addosso! Sbrigati a venire qui così puoi filmarlo.”

Oh Dio.

L'espressione di Pidge tramuta in una malvagia mentre si gira per guardare Keith in faccia. “Oh Keith,” dice Pidge dolcemente, facendo finta di parlare piano nella maniera più drammatica che Keith abbia mai sentito in tutta la sua vita. “Non sapevo avessi ospiti. Disturbo?”

,” sibila Keith, camminando all'indietro verso la porta. “Quindi se potessi-”

Keeiiithhhh!” chiama ancora Lance, questa volta un poco più disperatamente. “Keith, te lo stai perdendo.

Pidge fa un passo all'indietro verso la sala da pranzo. “Probabilmente dovrei andare a salutare, per non essere scortese, sai.”

“No, non dovresti,” sibila Keith, mimando il gesto di uno sgozzamento – un'azione che Pidge ignora bellamente mentre si tuffa in salotto ridacchiando rumorosamente. Keith la segue, una scusa già pronta sulla punta della lingua. Qualcosa come 'Mi dispiace che la mia migliore amica sia ridicolmente ficcanaso e non sappia quando smetterla, per favore, non farmene una colpa.'

“Keith, guarda- Oh,” Lance si interrompe, le sopracciglia che si aggrottano leggermente nel mezzo mentre sia Pidge che Keith entrano nella stanza. È ancora seduto dove Keith lo ha lasciato, con Muffin accoccolata ai suoi piedi e Blue (Puffetta?) stretta gentilmente al suo petto. “Ehm. Ciao?”

Ehi,” dice Pidge vivacemente, avvicinandosi a Lance il giusto per sedersi accanto a lui sul pavimento. “Tu devi essere Lance.”

Keith grugnisce a bassa voce mentre segue Pidge nel centro della stanza, non azzardandosi a sedersi vicino a Lance quanto prima.

“Sì,” dice Lance, sembrando stranamente divertito dalla situazione. “E tu devi essere Pidge, giusto? La ragazzina che mi ha rubato il migliore amico giovedì?”

“Prima di tutto,” sbuffa Pidge, spingendo indietro gli occhiali quando cominciano a scivolarle sul naso. “Il termine 'ragazzina' mi offende. E secondo, sì, sì sono io. È bello incontrarti finalmente. Tra Hunk e questo qui,” accenna con la testa a Keith seduto dietro di lei, a quanto pare ancora all'oscuro dell'occhiataccia che le sta lanciando. “Mi sembra di conoscerti da anni.”

Oh,” Lance alza un poco le sopracciglia, spostando lo sguardo da Pidge a Keith e poi di nuovo a Pidge. “Parlano di me?”

Ugh,” Pidge rotea gli occhi. “Tutto il tempo. Keith non st-”

“Avevi bisogno di qualcosa, Pidge?” dice Keith ad alta voce, interrompendo bruscamente qualsiasi cosa Pidge stesse per dire.

“No,” Pidge scrolla le spalle, facilmente a suo agio nella situazione. “Volevo solo uscire un po'.”

Keith decide che quando oggi sarà finito, farà una maratona lunga una settimana di tutte le serie preferite di Pidge, soltanto per potergliele spoilerare.

“Non vi dispiace, vero?”

,” sibila Keith.

“Nah, sei forte,” Lance fa spallucce, ridendo apertamente allo sguardo di orrore che contorce il viso di Keith. “Sei la sorellina di Matt, vero?”

“L'unica e inimitabile.”

Lance si sporge in avanti, usando un tono cospiratorio. “Dimmi la sua più grande debolezza. Devo sapere come fargli il culo a ping pong la prossima volta che lo vedo.”

Keith guarda incredulo come i due sembrano subito buttarsi in una profonda conversazione a proposito di tutte le possibili debolezze che Lance potrebbe sfruttare la prossima volta che sfiderà Matt e Shiro ad una partita di ping pong.

Alla fine, smette di protestare silenziosamente contro quest'improvvisa amicizia (nonostante stia ancora pianificando di fare spoiler a Pidge delle sue serie preferite per un mese, almeno) e li osserva interagire. Non è sicuro di cosa sia, ma c'è qualcosa nel guardare Lance ridere a qualcosa che Pidge dice, o vedere Pidge spiegare melodrammaticamente qualche cosa strana che ha fatto Matt quando erano piccoli, che lo fa sorridere.

È bello poter guardare la tua migliore amica e il tuo- Keith corruga la fronte, lo sguardo che si posa su Lance. Che cos'è Lance per lui? Realizza, con un sobbalzo, che nella sua testa stava per riferirsi a lui come al suo ragazzo, ma non è completamente sicuro che questa sia un'etichetta da potergli affibbiare.

Qualcosa dà una spintarella al suo cuore e realizza, con un altro spiacevole piccolo sussulto, che quella è l'etichetta che vuole usare per Lance.

Oh.

“Keith?”

Keith alza lo sguardo, sussultando piano quando nota che Lance si è spostato ed ora è inginocchiato di fronte a lui, leggermente accigliato.

“Stai bene?”

Keith sente il rossore cominciare a risalirgli il collo. Sposta lo sguardo di proposito, incontrando una Pidge fin troppo compiaciuta. Le riserva l'ennesimo muso prima di, riluttante, tornare a guardare Lance. “Sto bene.”

“Sei sicuro?” Sembra sinceramente preoccupato e come se fosse a tanto così dal posare una mano sulla fronte di Keith per controllare la sua temperatura. “Sembri.. strano.”

Strano?” gracchia Keith, improvvisamente sentendosi molto più consapevole di quanto sia mai stato. Perché questo è proprio quello che tutti vogliono sentire; che la loro cotta pensa che sembrino strani.

“Non in senso cattivo,” Lance si sbriga a dire, a quanto pare rendendosi conto di come le sue parole potrebbero essere state interpretate. “Voglio dire, hai questo sguardo.. Come se avessi appena succhiato un limone.”

“È solo la faccia che fa quando pensa,” dice Pidge allegramente, alzandosi per avvicinarsi a loro. “Diventa così quando pensa moltissimo a qualcosa.”

“Ti ho mai detto che amica fantastica sei?” mugugna Keith.

“Spesso.”

“Ho mentito.”

Che cattiveria.

Lance ridacchia al loro piccolo botta e risposta prima di spingere leggermente Keith con il ginocchio per attirare la sua attenzione. “Sei sicuro di stare bene?”

“Sì, davvero,” sospira Keith. “Stavo solo- pensando ad una cosa.” Pensando a qual è il modo migliore per chiedere a qualcuno se vuole essere il tuo ragazzo, per essere precisi.

“Vedi,dice Pidge con un sorrisino, sporgendosi per appoggiare il suo braccio sulla testa di Keith. “Ti conosco così bene. Scommetto che indovino anche a cosa stavi pensando.”

E la cosa è. Keith sa che probabilmente potrebbe farlo. “Tua mamma non si starà chiedendo dove sei?” Keith chiede in fretta, prima che Pidge possa rivelare qualcuna delle sue colte (e probabilmente corrette) ipotesi. “Sei sparita per riportarci una ciotola un'ora fa.”

Pidge apre la bocca, forse per contraddirlo, ma la chiude velocemente e mugugna. Il suo sguardo passa da Keith a Lance prima che si posi definitivamente su Keith, un sorrisino consapevole che spinge sulle sue labbra. “Hai ragione. Non c'è bisogno che chiami la polizia per dichiararmi scomparsa – di nuovo.”

Di nuovo?” chiede Lance, la voce incredula.

“Un nascondino finito male,” dice Pidge con una scrollata di spalle. “Keith ha ragione, dovrei andare a casa.”

Grazie,” mormora Keith a bassa voce, così che solo Pidge possa sentirlo.

“È stato un piacere incontrarti, Lance,” dice Pidge mentre permette a Keith di spingerla verso la porta non così discretamente. “Immagino che ci vedremo più spesso?”

“Sì,” mormora Lance, quel sorriso timido di prima che gli contrae le guance. “Speriamo.”

Keith prova a non soffermarsi troppo su cosa 'speriamo' possa significare mentre praticamente butta fuori a forza Pidge.

“Quindi,” dice Pidge innocentemente una volta sul portico. “Sembra carino. Molto be-”

“Non farlo,” grugnisce Keith, sbattendosi una mano in faccia. “Non farlo. Vai a casa e smettila di spiarci da dietro le tende.”

“Te ne sei accorto?” Pidge si acciglia, genuinamente delusa dall'essere stata beccata. “Pensavo di essere stata brava.”

“E invece no,” dice Keith con tono indifferente, guardando Pidge che salta giù dal portico e si muove verso la staccionata che divide i loro giardini per scavalcarla.

“Preso nota,” dice Pidge, buttando una gamba oltre la staccionata. “Me lo ricorderò per la prossima volta.”

La prossima volta?”

“Buona fortuna con Lance,” urla lei, portando anche la seconda gamba dall'altro lato della staccionata mentre sorride malvagiamente a Keith. “Non fare niente che io non farei.”

Hai quindici anni.

“Esatto!”

Aspetta fino a che non vede Pidge sparire dentro casa sua prima di chiudere la porta dietro di lui e tornare in sala da pranzo.

“Mi dispiace,” mormora Keith quando rientra nella stanza. Lance è ancora seduto a gambe incrociate sul pavimento, con tutti e cinque i gattini accoccolati sul suo grembo. Alza lo sguardo mentre Keith si avvicina e, fortunatamente, sembra più divertito che altro. Le sue labbra sono ancora curvate verso l'alto in un sorrisetto e non sembra star rivalutando la sua decisione di venire qui a causa della strana (ma con buone intenzioni, Keith può accettarlo) migliore amica di Keith.

“Mi piace Pidge,” dice Lance con una piccola scrollata di spalle. “Sembra carina. E poi,” ridacchia leggermente sottovoce. “Mi ha dato dei grandi consigli per fare il culo a Matt quando lo vedrò di nuovo.”

“Non è stato-” Keith si interrompe mentre si mette vicino a Lance, tornando alla precedente vicinanza. “Non è stato strano?”

“Nah, Hunk probabilmente avrebbe fatto la stessa cosa. Cavolo, io avrei fatto la stessa cosa se Hunk avesse avuto un appuntamento.”

“Forte,” mugugna Keith, chiedendosi se andrebbe bene prendere di nuovo la mano di Lance, o se il momento giusto è ormai passato. “Vuoi- Vuoi comunque guardare qualcosa?”

Lance annuisce entusiasta. “Sarebbe fantastico.”

“Forte,” Keith comincia a sentirsi un pappagallo. “Lasciami rimettere i gattini in cucina e poi andiamo.”

Lance inclina il capo, le sopracciglia che si curvano in un leggero cipiglio. “Andiamo da qualche parte?”

“Sì. Ehm- Camera mia.”

Camera tua?”

Keith si chiede se stia solo immaginando il modo in cui la voce di Lance si acuisce alla parola 'camera'. “Sì, scarico tutto sul mio computer, ma non ho un cavo per cui non possiamo guardare niente sulla TV in salotto. Ti va bene?”

Lance annuisce, sospettosamente più rosso di prima. “È-” Deglutisce – Keith segue il modo in cui il suo pomo d'Adamo va su e giù – e torna a parlare. “Sì, è fantastico.”


La camera di Keith è tutto quello che Lance si aspettava e anche di più.

Non è così disordinata come la stanza di Lance a casa sua – non ci sono enormi orsi di peluche e altri animali di pezza negli angoli, nessun orribile disegno e dipinti delle elementari attaccati con la colla al muro (la madre di Lance è ancora irritata per quello), niente pile e pile di vestiti da lavare che si elevano sulla sedia della scrivania – ma è proprio una stanza alla Keith. Non è esattamente ordinata, c'è più che altro un disordine organizzato con grandi libri di testo accatastati contro il muro, e scatole di scarpe che si intravedono sotto il letto.

Ci sono un paio di fotografie sul lato dello specchio. Alcune di Keith e Shiro in diverse fasi dell'infanzia, e una che Lance pensa sia stata scattata lo scorso natale o quello precedente con Keith e Shiro che sorridono dolcemente alla fotocamera, mentre indossano entrambi un pacchiano maglione di natale. Ce n'è una con Keith e due adulti che probabilmente sono i suoi genitori – Keith sembra un paio di anni più giovane di adesso ed è in piedi fra i due, con indosso un completo troppo grande per lui (magari era di Shiro?). Ce ne sono un paio anche con Pidge. Lo sguardo di Lance si sofferma su quella che sembra la foto più vecchia di tutte. È più sfocata delle altre e gli angoli sono arricciati ed è di un piccolo Keith e una ancora più piccola Pidge che giocano nella piscina in giardino. Keith sta sorridendo alla fotocamera, mostrando i due denti mancanti davanti, mentre Pidge è dietro di lui, la faccia di chi è a tanto così dallo scoppiare in lacrime.

“Pidge la odia,” dice Keith con una risatina, finalmente capendo che cosa Lance sta guardando.

“Perché sembra così di cattivo umore?”

“Sua mamma non le lasciava mangiare un altro gelato o qualcosa del genere.”

Lance mugugna, lo sguardo che passa sul resto delle foto prima che dia un'ultima occhiata generale alla stanza di Keith. Un paio di poster sul muro – tre di quelle che crede siano moto vintage, e uno attaccato all'antina del suo armadio che forse è di uno dei suoi film schizzati.

“L'Orrore di Loch Ness?” chiede Lance curioso, lasciando cadere il proprio zaino sulla sedia alla scrivania di Keith e indicando il poster. “È.. un film?”

Keith annuisce con entusiasmo, gli occhi che si illuminano abbastanza perché Lance lo noti. “È davvero bello.”

“Il tuo tipo di 'bello' o davvero bello?”

Keith grugnisce. “Davvero bello.”

“Keith.”

C'è un piccolo silenzio prima che Keith emetta un lieve sbuffo e mormori riluttante, “Penso che abbia ricevuto una cosa come '2' su IMDB.”

“Ah,” Lance mugugna consapevolmente, spostandosi di lato per far scontrare la sua spalla con quella di Keith. “Quindi è il tuo tipo di 'bello'?”

“Immagino di sì,” Keith ride. Fa un paio di passi indietro e si lascia cadere sul letto, armeggiando per un attimo con le coperte prima di tirare fuori il laptop. “Vuoi guardarlo?”

Lance esita per un lungo momento prima che segua Keith attraverso la stanza e si sieda imbarazzato accanto a lui. Le sue lenzuola sono morbide e accoglienti, profumano completamente di Keith, e Lance sente quella vibrazione familiare del cuore, di nuovo. “Magari potremmo guardare qualcosa di meglio di un '2' su IMDB?”

“Insomma, ti stai perdendo un capolavoro,” dice Keith mentre il suo laptop si accende e digita velocemente la password. “Ma certo.” Porta il capo all'indietro per poggiarlo al muro e Lance imita i suoi movimenti, fin troppo consapevole di quanto ora siano vicini. Sembra una vicinanza diversa da quella del salotto, sembra più intima in qualche modo. Il letto è più che abbastanza grande perché due persone si possano sedere comodamente l'una accanto all'altra, eppure sono il più possibile premuti l'uno contro l'altro, tutto dai loro fianchi ai piedi si sta sfiorando. Sarebbe così facile, Lance realizza con chiarezza allarmante, così facile girarsi leggermente e intrecciare le sue gambe con quelle di Keith, le sue mani poggiate gentilmente sulla sua vita.

Così facile.

“-guardare?”

Lance sbatte le palpebre, realizzando in ritardo che Keith gli sta parlando. “Ehm, scusami, come?” Sente la faccia calda e può solo sperare che le proprie guance non siano rosa come sembrano.

“Cosa vuoi guardare?” chiede Keith di nuovo, accennando alla cartella dei film scaricati aperta sullo schermo.

“Uhm,” Lance concentra la propria attenzione sul laptop, sentendosi grato per l'improvvisa distrazione. Significa che non deve pensare a quanto caldo Keith sia al suo fianco, o a quanto bello sia sentirlo premuto contro di sé. “Questo?” Punta alla cieca sullo schermo. “Questo va bene.”

Keith lo guarda corrugando la fronte. “Lake Placid?”

“Sì,” dice Lance, ancora troppo distratto dal modo in cui la gamba sinistra di Keith è leggermente appoggiata sopra la propria, in questa posizione. “Sembra figo.”

“Parla di una vecchia signora che cresce per sbaglio un coccodrillo gigante in un lago.”

Oh. Uhm, sì,” Lance fa spallucce, cercando di sorridere con sicurezza. “Ci sta.”

Keith lo guarda con gli occhi socchiusi per un secondo o due prima che scrolli le spalle e torni al laptop, toccando la tastiera un paio di volte fino a che lo schermo non diventa nero e cominciano i titoli di testa.

Il film comincia ed entrambi affondano nelle coperte istintivamente. All'inizio, non è così male. Lance si permette di perdersi nei terribili effetti speciali e nella ancora più orribile attorialità, ed è stranamente preso dalla trama piuttosto scontata, ma puoi far finta di essere interessato ad un horror scadente sui mostri (che potrebbe o non potrebbe essere anche una commedia – Lance non sa dirlo) con la tua cotta premuta contro di te solo per un certo periodo di tempo, prima che la tua mente cominci a divagare.

Keith è completamente assorto dal film – e Lance è irritato da quanto adorabile trovi la cosa – gli occhi spalancati mentre segue gli attori in una folle caccia ad un gigante coccodrillo assetato di sangue in una qualche foresta come se fosse la cosa più affascinante del mondo.

Questo, pensa Lance ironicamente, sobbalzando un poco quando Keith ride per qualcosa che è appena successo sullo schermo. Questa è la parte in cui qualcuno dovrebbe fare una mossa. Se questa fosse una di quelle merdose commedie romantiche che non-così-segretamente adora, questa sarebbe la parte in cui il protagonista finge di sbadigliare e avvolge le spalle dell'interesse amoroso con il braccio, portandoli in una posizione favorevole per un improvviso bacio.

Le dita di Lance hanno uno spasmo contro la sua coscia al pensiero. Queste cose sono troppo cliché, oppure funzionano davvero? Keith riderebbe di lui o-

“Hai visto?” dice Keith improvvisamente, riportando Lance alla realtà. Lo guarda e sente le labbra curvarsi in un sorrisino divertito quando vede lo sguardo di sincero interesse sul viso di Keith. “Perché non sono scappati?”

“Già,” Lance annuisce entusiasta, guardando lo schermo per tentare di capire cosa si è perso. Fa un rapido conto dei personaggi sullo schermo e mette su un cipiglio. È abbastanza sicuro che ci fossero cinque personaggi l'ultima volta che ha guardato. Ora ce ne sono solo tre. Due di loro sono morti?

“Non è per niente realistico,” continua Keith, a quanto pare non notando che Lance non ha davvero idea di cosa stia succedendo nel film.

“Oh sì,” concorda Lance. “Il film su un coccodrillo gigante e assetato di sangue non è realistico.”

Vero?” dice Keith, l'unico segno che ha capito il sarcasmo di Lance è il modo in cui gli tira una leggera gomitata nelle costole prima di tornare allo schermo.

Ora, pensa Lance, guardando attentamente come gli occhi di Keith si spalancano un poco quando il coccodrillo gigante arriva ancheggiando, inseguendo una bionda che urla. Ora è il momento migliore per fare La Mossa. Non finge di sbadigliare – non è così sdolcinato, non importa cosa dice Hunk – invece fa finta di stiracchiarsi. Grugnisce un poco mentre porta un braccio in avanti e poi velocemente verso l'alto. Con la coda dell'occhio può vedere Keith guardarlo curiosamente, ma ignora il tutto per portare il braccio verso destra, piegandolo un poco all'indietro fino a che non è direttamente dietro la schiena di Keith. Una volta che è si è stiracchiato (per finta) abbastanza, Lance prova a tornare furtivamente alla posizione di prima, lasciando discretamente il braccio dietro la schiena di Keith, gentilmente appoggiato alle sue spalle.

Vittoria.

“Hai appena- Hai usato La Mossa con me?” chiede Keith, come se fosse indeciso tra l'essere molto, molto divertito oppure inorridito dall'apparente sdolcinatezza di Lance.

“No,” mente Lance velocemente, riportando il braccio sul proprio grembo. “Mi- Mi stavo stiracchiando. Mi è venuto un crampo.”

Keith solleva un sopracciglio, l'incredulità palese sul suo viso. “Hai appena provato a fare La Mossa con me.”

“Smettila di dire così!” grugnisce Lance, colpendo Keith con la spalla. “E non è vero. Mi stavo stiracchiando. Stiracchiando, Keith.”

“Hm-hm,” Keith non sembra ancora convinto, ma comunque scrolla le spalle. “È un peccato allora.”

“Sì, un vero pe- Aspetta, cosa?”

Keith arrossisce e, di proposito, si gira dall'altra parte, il labbro inferiore che sporge cocciutamente mentre si costringe a guardare lo schermo del laptop. “Voglio dire- Insomma. Non mi sarebbe dispiaciuto se tu avessi, sai...”

Oh.

Oh.

Lance si schiarisce la gola, questa volta non disturbandosi ad attuare alcuna teatralità mentre allunga il braccio per avvolgere le spalle di Keith. “Così...va bene?”

Keith si irrigidisce sotto il suo tocco per un breve istante prima che si rilassi contro di lui. “Benissimo.”

Grande, uhm,” pizzica gentilmente la spalla di Keith, distogliendo la sua attenzione dal film. “Posso-”

C'è un pausa e, per un secondo o due, Lance è sicuro che Keith stia per spostarsi e magari buttarlo giù dal letto. Ma poi Keith annuisce – annuisce – quasi impercettibilmente alzando il capo. Lance si avvicina, tentando di ignorare il quasi troppo rumoroso pum pum del suo cuore, e preme gentilmente le proprie labbra contro quelle di Keith.

Come ogni primo bacio, non c'è niente per cui agitarsi. È casto, una morbida pressione delle loro labbra, che dura appena tre secondi prima che entrambi si stacchino, le guance chiazzate di rosso e i respiri più pesanti di qualche momento fa.

“Va-” comincia Keith, portandosi le dita alle labbra. “Andava bene?”

Lance mugugna, facendo cadere il braccio dalle spalle di Keith per avvolgere i suoi fianchi, le dita che giocano con il tessuto del suo maglione. “Penso che sia una di quelle cose per cui devi fare pratica.”

“Oh,” Keith alza un poco di più il capo, qualcosa che brilla nei suoi occhi mentre si sposta per poter stringere meglio la maglia di Lance. “Vuoi?”

“Voglio cosa?”

Fare pratica?”

Lance ha appena il tempo di annuire, prima che Keith allunghi il collo per poter catturare le labbra di Lance in un altro bacio. Questo bacio è diverso dal primo. È ancora timido ed incerto – l'effetto collaterale di due ragazzi che si stanno ancora conoscendo – ma c'è qualcosa che fa correre il cuore di Lance.

Non è perfetto, comunque; i loro nasi continuano a scontrarsi fino a che Lance non indietreggia leggermente, portando inavvertitamente Keith sul suo grembo, e, una volta che uno di loro apre le loro bocche per la prima volta, passando da un semplice sfregarsi di labbra a qualcosa di più, i loro denti si scontrano più di una volta. Ma Lance pensa che sia una di quelle cose che capitano durante i primi baci e, comunque, questo non li scoraggia.

Quando Keith indietreggia un poco, Lance si ritrova a inseguire le sue labbra, dandogli a malapena un secondo per riprendere fiato prima che le loro labbra siano nuovamente premute le une contro le altre, labbra che seguono uno strano ritmo che sembra funzionare per loro. Le braccia di Keith avvolgono il collo di Lance, tirandosi così in avanti sul suo grembo, le dita che sfiorano e tirano leggermente le punte dei suoi capelli.

Alla fine, il secondo bacio diventa un terzo bacio, il terzo un quarto e poi Lance perde il conto di quante volte si baciano. Quando finalmente si staccano Lance realizza che in qualche modo sono finiti distesi, ad un certo punto. Keith è praticamente sdraiato sotto di lui, le gambe intrecciate con quelle di Lance, i capelli spettinati, le guance rosa ed un sorriso timido che gli incurva le labbra.

Questo andava bene?”

“Me lo chiederai ogni volta che ci baceremo?”

“Forse,” dice Keith, già sporgendosi per sfregare ancora le labbra contro quelle di Lance. Questo bacio è più simile al primo; le bocche chiuse, morbido e lento, ma quando le mani di Keith prendono a coppa le sue guance, approfondendo il bacio senza sforzo, Lance si sente drizzare i peli sulla nuca.

“Sì,” sospira, allontanandosi un poco da Keith per far scontrare gentilmente le loro fronti. Gli occhi di Keith si aprono leggermente e per un secondo o due lo sguardo di Lance sembra un poco stordito.

Va più che bene, pensa Lance mentre le loro palpebre si abbassano nuovamente e le loro labbra si trovano, già abituandosi a questa nuova danza.


Una volta che la sveglia di Lance (Britney Spears – Toxic) suona impazientemente facendo sapere loro che deve andare a prendere il treno per la Garrison, Keith ha già deciso che baciare Lance potrebbe essere il suo nuovo hobby.

C'è qualcosa di davvero rilassante nello stare sdraiati sul letto con Lance schiacciato contro di sé, scambiandosi pigri baci tra una chiacchiera e l'altra. Impara anche un sacco di piccole cose su di lui. Per esempio, Lance soffre un sacco il solletico, fatto che scopre quando la maglia di Lance si solleva accidentalmente e Keith si ritrova a passare la mano sul caldo e nudo lembo di pelle in mostra. Il tocco è dei più delicati, ma Lance emette una mezza risata, mezzo strillo, rannicchiandosi su se stesso mentre riserva a Keith uno sguardo accusatorio, come se avesse cercato di fargli il solletico di proposito.

Quando alla fine ammettono che non posso ignorare ancora la sveglia di Lance – anche se Lance sembra piacere cantare forte (e male) durante il ritornello – a Keith manca subito il calore del corpo di Lance accanto al proprio e si ritrova a chiedersi quando l'occasione si ripresenterà. Non sa leggere il pensiero ovviamente, ma pensa che il loro appuntamento sia andato abbastanza bene, cosa che implicherebbe più appuntamenti in futuro, ma Keith è anche conscio del fatto che Lance non ha menzionato minimamente la cosa.

Neanche tu, una voce – razionale in maniera irritante – gli dice nella sua mente mentre guida Lance fuori dalla propria camera e giù per le scale.

Lance insiste per abbracciare e baciare tutti i gatti prima di andare via, dicendo qualcosa che suona un sacco come 'siccome qualcuno non lo farà per me' prima che prenda facilmente Muffin fra le braccia e le pianti un bacio esagerato sulla testa. Con sgomento di Keith, Muffin non cerca immediatamente di strappargli la lingua con una zampata ben mirata, invece sembra accoccolarglisi addosso.

“Hai dei croccantini addosso, vero?” chiede Keith dopo che Lance saluta tutti i gattini, promettendo a Blue (Puffetta) che tornerà per lei. “È per questo che le piaci così tanto, no? Le tue tasche sono piene di croccantini, o erba gatta o qualcosa.”

“Mi stai accusando di drogare il tuo gatto?” chiede Lance, mentre segue Keith lungo la strada che porta alla sua moto. “Keith, sono offeso.”

Keith scrolla le spalle, prendendo i caschi e tirandone uno a Lance prima di salire sulla sua moto. “Sembra l'unica conclusione logica.”

“Sì?” sbuffa Lance, seguendo i movimenti di Keith e mettendosi sulla parte posteriore della moto come se fosse la cosa più naturale al mondo e non fosse stato terrorizzato dal solo pensiero di salire su una moto giusto qualche ora prima. “Sembra che qualcuno sia geloso di me,” Lance mugugna mentre avvolge le braccia attorno alla vita di Keith. “Va bene, tesoro. Non sono interessato a Muffin in quel modo, non hai motivo di essere geloso.”

“Tu-” Keith grugnisce, dando vita al motore e godendosi lo squittio di sorpresa di Lance quando la moto scatta in avanti senza alcun preavviso. “Sei un idiota.”

“Beh, hai appena passato un'ora a sbaciucchiare un idiota, quindiiiii,” Lance ride, e anche attraverso il casco Keith pensa di poter sentire il suo respiro sulla nuca – oppure se lo sta solo immaginando? “Che cosa dice di te?”

Keith fa finta di pensarci per un secondo o due. “Che sono una persona molto, molto paziente?”

Kei-”

Keith ride quando la risposta indignata di Lance si trasforma in un urlo di sorpresa appena Keith si immette in strada.

Cattivo,” urla Lance al di sopra del suono del motore, la presa attorno ai fianchi di Keith che si rafforza un pochino per enfatizzare il tutto.

Arrivano alla stazione con quindici minuti di anticipo. È meno trafficato rispetto al pomeriggio, e Keith riesce a trovare un posto dove parcheggiare la moto relativamente vicino all'entrata.

Lance è un po' più silenzioso quando porge a Keith il casco e si tocca le tasche, per assicurarsi che non abbia perso nulla durante il viaggio. Keith lo guarda attentamente, chiedendosi se stia immaginando il modo in cui cerca di evitare il contatto visivo con lui anche una volta che ha finito di controllarsi.

“Va tutto bene?” chiede Keith, le sopracciglia che si uniscono nel mezzo mentre cerca di ricordare se ha fatto qualcosa per cambiare così tanto l'atmosfera da quando sono usciti di casa. Effettivamente è andato un po' veloce, ma Lance non ha urlato quindi ha supposto che andasse bene. “Sono andato troppo veloce?”

“No, no,” dice Lance velocemente. Prende un bel respiro e fa un passo avanti, così da stargli piuttosto vicino. “Il giro è stato fantastico. Andava bene.”

“Allora-”

“Mi piaci,” butta fuori Lance, giocando nervosamente con il lembo della sua maglietta. “Mi piaci un sacco. E- E sono abbastanza sicuro di piacerti anche io.”

Keith emette una risata nervosa, non completamente sicuro di dove la conversazione andrà a parare. “Davvero? Che cosa te lo fa dire?”

“Beh, per esempio,” Lance ghigna, sporgendosi un poco in avanti. “Questo succhiotto qui,” tira giù il colletto della maglia e si preme un dito contro la clavicola.

“Io- Io non volevo-” Keith balbetta, il viso che diventa più rosso ogni secondo che passa. “Non volevo far-” Si interrompe, gli occhi che si assottigliano mentre guarda Lance da vicino. “Non hai un succhiotto, Lance.”

“E non è un terribile peccato?” Lance ride e Keith non può fare a meno di ridere con lui, perché è un peccato.

“Arrivi al punto o no?”

“Sì,” Lance incontra il suo sguardo e il suo sorriso si ammorbidisce. “Mi piaci davvero, Keith. E- E voglio fare questo-” Gesticola fra di loro, facendo un altro passo in avanti e invadendo lo spazio personale di Keith. “Quindi, vuoi, magari, provarci?”

“Provare cosa?” gracchia Keith. Improvvisamente, sente la gola secca.

“Provare ad essere il mio ragazzo.”

“Io- Cosa?”

Il dolore è ben visibile per un momento sul viso di Lance, che indietreggia di un passo. “Insomma, non devi rispondere sub-”

Keith porta un braccio in avanti e stringe forte la mano di Lance, riportandolo nel proprio spazio. “Scusa, mi è uscito molto male.”

“Dici?” sbuffa Lance, nonostante non sembri proprio convinto.

Keith si schiarisce la gola e avvicina ancora di più Lance a sé. “Sì.”

?”

“Mi piaci, Lance. Un sacco.” Le punte delle orecchie di Lance sono rosse e Keith immagina che probabilmente le proprie non siano messe meglio. “Voglio- Voglio provare a farlo,” gesticola fra di loro, mimando i movimenti di Lance poco prima. “Lo voglio. Quindi, sì.”

“Forte,” sospira Lance, senza dare alcun preavviso a Keith prima di sporgersi e premere le labbra contro quelle le sue – con forza, di proposito, e troppo, troppo velocemente – e togliersi, un sorrisetto compiaciuto da una guancia all'altra. “Forte.”

“Sì,” Keith riesce a gracchiare qualcosa, non ancora ripresosi dal bacio. “.”

“Penso di dover andare ora,” mormora Lance, dando una sbirciata all'orologio sopra l'entrata della stazione. “Il mio treno dovrebbe arrivare fra due minuti.”

Keith prova a trattenere un'espressione delusa, ma a quanto pare non deve fare un buon lavoro perché Lance ridacchia piano mentre piega nuovamente il capo e preme insieme le loro labbra quasi di sfuggita, prima che si stacchi. “Ci vediamo presto?”

“Sì, presto.”

Lance gli regala un ultimo barlume di quel suo sorriso accecante prima di girarsi e cominciare a salire le scale della stazione. Keith lo guarda andare e si assicura che sia effettivamente dentro la stazione prima di tornare verso la sua moto.

Keith.”

Corruga la fronte, girandosi per trovare Lance correre giù per le scale di nuovo, inciampando nella sua borsa. “Lance?” chiede Keith confuso. “Il tuo treno? Non rischi di per-” Barcolla all'indietro quando Lance gli lancia un pacchetto incartato terribilmente fra le braccia, prima che corra nuovamente da dove è venuto.

“Il tuo regalo!” urla Lance, facendo due gradini alla volta. “Mi sono dimenticato di dartelo a casa tua! Solo- Ah, fammi sapere che ne pensi!” E poi è scomparso, sfrecciando tra le porte della stazione, probabilmente correndo a tutta velocità verso il binario per prendere il treno.

Keith soppesa il pacchetto fra le mani e lo mette sulla sua moto, fermandosi per una frazione di secondo prima di strappare la carta (carta da giornale, Keith realizza con una risatina) e tira fuori un paio di guanti e un paio di calzini. I guanti sono di un rosso acceso con un rivestimento nero sui bordi e c'è anche una piccola 'K' bianca nell'interno del polso di ognuno. Ma non sono i guanti che lasciano Keith seduto nel bel mezzo del parcheggio con un enorme sorriso. Sono le calze.

Keith ride da solo mentre prende le spesse calze di lana e le tiene alte, di fronte al suo viso. Sono completamente rosse, a parte per una macchia nera su entrambi i calzini che Keith pensa dovrebbe essere un gatto paffuto. Riesce a distinguere solo le orecchie e il naso e un broncio che lo scruta. Ancora ridendo, Keith fruga nella sua tasca per tirare fuori il telefono e scrivere a Lance un nuovo messaggio.

 

(19:30) Quella sulle calze dovrebbe essere Muffin?

(19:30) aHHH L'HAI GIÀ APERTO?

(19:30) E sì, è l'interpretazione artistica della mia nipote preferita.

(19:30) È orribile, vero?

(19:31) Non ci assomiglia per niente.

(19:31) Lo amo.

(19:31) Anche i guanti.

(19:32) :3

(19:32) No.

(19:32)

(19:32) <3


(19:35) Laaaaance.

(19:35) Dove sei?

(19:36) Non sei venuto a cena. Iverson era incazzato.

(19:40) Sono in treno.

(19:40) Sarò lì fra mezz'ora!!

(19:40) Digli che ho tipo... un'intossicazione alimentare o qualcosa del genere.

(19:42) Gli ho detto che hai la diarrea.

(19:43) huNK??????????

(19:44) AVEVO BISOGNO DI QUALCOSA DI CREDIBILE, PER CUI NON AVREBBE FATTO DOMANDE, ZITTO.

(19:44) Non sono bravo quando mi mette sotto pressione.

(19:47) Non ci posso credere...

(19:48) Sì, sì, ti ripagherò.

(19:48) Ma pensiamo a cose più grandi e importanti...

(19:48) Com'era Keith?

(19:50) Oh.

(19:50) BEH.

(19:51) Ho un sacco di cose da raccontarti.

(19:53) In senso buono o...

(19:56) :)

(19:56) In senso molto buono.

(19:57) Oh mio dio.

(19:57) Uscite insieme? Cioè, come si deve???

(19:57) Ufficialmente??

(20:00) :)

(20:01) LANCE.

(20:01) :)

(20:03) Wow, davvero?

(20:03) Ti dirò tutto quando sarò tornato, ma sì

(20:03) ~Ufficialmente~

(20:04) AHHHHHHHHHH.

(20:04) VERO???????

(20:05) Porca troia, hai un ragazzo.

(20:06) :)

 

(19:49) È la tua moto quella che ho appena sentito rientrare?

(19:49) Oppure siete stati rapiti da una banda di motociclisti?

(20:01) Ero io.

(20:02) Fiù.

(20:02) Quindi...Lance...

(20:04) Lo stai davvero per fare?

(20:05) SÌ.

(20:05) COM'È ANDATA?

(20:07) Bene.

(20:08) Keiiiiiithhhhhh.

(20:08) Devi darmi più di questo. Sto indirettamente vivendo la mia vita sentimentale attraverso di te, lo sai?

(20:10) Molto bene.

(20:12) Giuro su Dio che con te è come strapparsi i denti.

(20:13) Usciamo insieme.

(20:15) Tipo

(20:15) Tipo, che andrete al ristorante o...

(20:16) Uscite insieme, cioè, lui adesso è il tuo ragazzo?

(20:18) La seconda.

(20:19) DAVVERO?

(20:20) Sì.

(20:21) Oh mio dio.

(20:21) Lo sai che dovrai cambiare il tuo stato da single a impegnato su Facebook?

(20:23) …

(20:23) No.

(20:25) Eh. Lo farò io per te.

(20:26) Non sai la mia password.

(20:28) Questo è quello che pensi tu.

(20:28) Inoltre, sai quella ciotola che ho portato da te?

(20:30) Sì...

(20:31) Puoi portarla indietro? Non è davvero vostra.

(20:31) Avevo solo bisogno di una scusa per venire da te.

(20:33) Ma che cazzo, Pidge?????

(20:34) :)

 

(20:37) Allora, ho sentito che devo farti le congratulazioni.

(20:39) Cosa?

(20:40) Matt ce l'ha appena detto.

(20:40) Di te e Lance?

(20:41) Che cazzo?

(20:41) Ne ho parlato con Pidge letteralmente 10 minuti fa.

(20:41) Hanno le menti collegate o cosa????

(20:43) Sto ancora cercando di capirlo.

(20:44) Ma sì, congratulazioni?

(20:46) Grazie Shiro.

(20:46) :)

(20:47) Sai...

(20:47) Adesso che esci con qualcuno... la prossima volta che io e Allura siamo in città... magari...

(20:48) Non faremo un'uscita a quattro, Shiro.

(20:48) SAREBBE DIVERTENTE.

(20:49) No.

(20:51) Lo chiederò a Lance allora.

(20:54) Non farlo, potrebbe dire di sì.

(20:54) Per questo lo chiederò a lui.

(20:55) Nope. Hai il divieto di parlare al mio ragazzo senza che io sia presente.

(20:55) Troppo tardi, gli ho appena scritto su Facebook.

(20:58) NO.

(20:59) E lui mi ha appena risposto.

(20:59) Che cos'ha detto?

(21:00) Un sacco di emoji e poi 'certo che sì, sembra figo!!!!' e poi ancora un sacco di emoji.

(21:02) Tradito da mio fratello e dal mio ragazzo nello stesso giorno.

(21:02) Fantastico.

(21:03) Aww.

(21:04) Shiro, no.

(21:06) Ma siete carini!

(21:07) No.

(21:10) Fammi fare un ultimo 'aw' e non chiamerò mai più te e Lance carini.

(21:11) Sappiamo entrambi che è una bugia.

(21:12) Okay, è vero.

(21:12) Lo farò comunque.

(21:13) AWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWW.

(21:14) …

(21:14) Che cosa vede Allura in te?

(21:18) Dice che è il mio fascino irresistibile.

(21:18) E anche che al mattino faccio un caffè che è una bomba.

(21:20) Sì, mi sembra sensato.

(21:20) La seconda cosa, non la prima.

(21:23) Quando sei diventato così cattivo?

(21:23) Da qualche parte tra il secondo e il terzo 'aw'

(21:25) …

(21:25I Ricevuto.

 

(22:01) Ciao :)

(22:01) Ehi :)

(22:02) Secondo Hunk, non ho smesso di sorridere da quando sono tornato.

(22:02) Quindi, sì.

(22:02) Questa è colpa tua.

(22:04) Sono disposto ad accettare le mie responsabilità.

(22:04) Io

(22:05) Mi sono divertito oggi.

(22:05) Un sacco.

(22:06) Anche io.

(22:06) :)

(22:07) :)

(22:07) Ah, le calze mi stanno.

(22:08) DAVVERO?

(22:09) Sì.

(22:09) [IMMAGINE INVIATA]

(22:09) [IMMAGINE RICEVUTA]

(22:10) Le stai indossando adesso?????

(22:11) Sì. Sono molto calde.

(22:11) E poi, profumano di te e Muffin continua ad annusarmi i piedi sospettosamente.

(22:12) Credo che sia indecisa tra l'odiarmi e l'amarmi.

(22:15) Aw, che angioletto.

(22:16) I demoni sono angeli caduti, quindi credo che tu abbia ragione.

(22:18) Ora che l'ho incontrata, non tollererò più alcuna calunnia su Muffin da parte tua.

(22:19) Hai visto come mi soffia?????

(22:20) Chiaramente è traumatizzata.

(22:20) Da cosa?????

(22:21) Da quella volta che le hai pestato la coda.

(22:23) CINQUE ANNI FA.

(22:24) Insomma...è la tua parola contro la sua.

(22:25) Non ci posso credere.

(22:25) Il mio ragazzo prende le difese di un gatto invece delle mie.

(22:27) Ahhhhhhhh.

(22:27) Mi hai chiamato il tuo ragazzo.

(22:28) Lance.

(22:28) Tu sei il mio ragazzo.

(22:29) LO SONO!!!!

(22:29) E tu sei il mio.

(22:30) Sì.

(22:31) Wow.

(22:32) Mhm.

(22:34) <3

(22:35) <3

(22:36) Non mi ci abituerò mai.

(22:36) Abituarti a cosa?

(22:38) Al fatto che sei il mio ragazzo.

(22:38) Tenerti la mano.

(22:38) Baciarti...

(22:40) Oh...

(22:40) Nemmeno io.

(22:44) Andava bene, vero?

(22:45) Sì.

(22:45) Molto bene.

(22:46) Lo rifaremo presto?

(22:46) Mi piacerebbe.

(22:47) Grande.

(22:47) Graaaaaande.

(22:49) Keith?

(22:50) Sì?

(22:51) Mi piaci davvero tanto.

(22:52) Mi piaci davvero tanto anche tu.

(22:55) <3

(22:56) <3

 

 

 

 

Note autrice: aaaaaa, non posso credere che questa sia la fine? Insomma, è cominciato tutto come un tentativo di sbarazzarmi del blocco dello scrittore e si è tramutato in questo? Sono ancora sotto shock lmao

mi sono divertita molto scrivendo questa fic e le vostre recensioni sono state letteralmente la cosa più bella di questo mondo, tipo... cosa... sono ancora un po' sopraffatta da tutto questo amore qui, su tumblr, e su twitter!!! insomma!!! grazie!!! per tutto, per ogni parola incoraggiante e per ogni complimento!!!!! siete i migliori

grazie semplicemente per essere rimasti con me, so che le fic in forma di messaggi non sono fra quelle più facili da seguire e!!!! semplicemente!!!! grazie!!!!

e I DISEGNI OOOOOH CAVOLO. Ascoltate. Ogni volta che vedo qualcosa vi giuro che urlo, tipo, siete così pieni di talento e io sono si sdraia a terra non ne sono degna lmao

comunque, questa potrebbe diventare una nota d'autore molto lunga e smielata quindi mi fermo qui prima di mettermi ancor più in imbarazzo!!!!

ancora grazie ragazzi, e spero che vi sia piaciuta la lettura tanto quanto a me è piaciuto scrivere!!! spero di tornare presto con un'altra fic misteriose finger guns

-

qualche disegno!!

keith sulla sua moto! Ripeto, keith sulla sua moto!!!! di clumsycora-san su tumblr

piccioncini che si messaggiano di meujabutifugiu su tumblr

i miei ragazzi...così belli...aiutatemi di clumsycora-san su tumblr

lance e keith che giocano con i gattini!!!! di altimysart su tumblr

il sussurratore di gatti e il terribile zio di muffin che fanno i carini!!! di keithkoganie su twitter

telefoni lanciati + tenerezza generale!!! di captaintimber su tumblr

lance che fa la mossa con Keith ft. Muffin!!! di nutedrawsstuff su tumblr

teletubbies keith e lance!!! di prinzcake su tumblr

mi piaci davvero tanto” “mi piaci davvero tanto anche tu” di fiaowls su tumblr

cosplay dei primi selfies, urlo!!! di foxyjoy-art su tumblr

questo!!!! di morgensternmary sy tumblr

dettagli del capitolo 6!!! di chan_lewd su twitter

dettagli del capitolo 5!!! ah!!! di lovapples su tumblr

questo!!!!!!!!!!! di yaboybokuto su tumblr

altro dal capitolo 6!!!!!! di morgensternmary su tumblr

il selfie di lance!!!!!!!!!! di clumsycora-san su tumblr

il selfie di keith!!!!!!!!! di clumsycora-san su tumblr

la scena del treno dal capitolo 7 oh mio dio!!!!!! di yaminerua su tumblr

sCENA DELLA CONFESSIONE!!! di kit-chats su tumblr

la telefonata del capitolo 8!!!!!!! di hidcki su tumblr

stazione dei treni, capitolo 7!!!! io!!!!! di morgensternmary su tumblr

 

Note traduttore: Sono finalmente tornato, con il capitolo finale di questa meraviglia. Ci sono voluti mesi, e lacrime, e un sacco di merda nella testa per riuscire ad arrivare a questo punto, ma finalmente ci sono riuscito. Mi dispiace tantissimo per aver prolungato le vostre sofferenze, davvero, ma purtroppo ho dovuto affrontare un bel po' di cose, che ancora adesso sto mettendo a posto. Ma sono sicuro che tutto si risolverà. Vi ringrazio per tutti i bei commenti che mi avete lasciato, per tutti i preferiti e i seguiti. Siete stati dolcissimi e vi ringrazio per tutta la pazienza che avete avuto.

MA

NON VI LIBERERETE TANTO FACILMENTE DI ME

Come avevo già accennato nei precedenti capitoli, ora inizierò a concentrarmi sulla traduzione delle storie della meravigliosa wittyy_name (qui trovate il profilo a lei dedicato) e inoltre, proprio per le sue traduzioni, inizierò una meravigliosa collaborazione con DanceLikeAnHippogriff, che è stata così paziente con me da dover essere fatta santa.

Quindi, per ora ci salutiamo, miei prodi!

 

Andrea

   
 
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