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Autore: _Atlas_    01/05/2020    1 recensioni
«Lo conosco da vent’anni» disse voltandosi verso di lui «Ma è proprio per questo che so riconoscere, dietro ogni sua azione, la volontà di proteggere e di evitare tragedie come questa.»
«Non l’ho mai messo in dubbio.»
«Gli hai voltato le spalle, Steve.»

[Post Infinity War]
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pepper Potts, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Us and them
 
 
 
 
 
 
Dal fondo del corridoio arrivava un brusio sommesso, un alternarsi di voci stanche e preoccupate a cui da tempo non le serviva più attribuire un volto.
Sapeva di cosa stavano discutendo, così come sapeva di cosa si stavano accusando a vicenda e inutilmente, ma ormai non le importava più.
«Ci serve il suo aiuto» disse qualcuno a voce più alta e lei di riflesso trattenne il fiato. Una fitta di rabbia le contrasse lo stomaco e per un istante ebbe l’impulso di intromettersi in quella discussione, anche se sapeva che la sua parola non sarebbe valsa niente a confronto di quella di chi aveva tentato di salvare l’Universo.
Tuttavia, trovava irritante che quelle parole fossero state pronunciate da chi in passato aveva dato la propria parola su più questioni, e quando il chiacchiericcio si attenuò del tutto non fu poi così sorpresa di sentire i passi di quella stessa persona avanzare verso di lei.
Lo vide riflesso al vetro su cui era poggiata; le sopracciglia aggrottate tradivano la sua preoccupazione, a dispetto dello sguardo sereno con cui aveva tentato di camuffarla. La camicia a quadri che indossava gli dava un aspetto inusuale ed era sicura che, se avesse avuto ancora la barba, Tony non avrebbe di certo esitato a soprannominarlo Captain Taglialegna.
La raggiunse senza chiamarla, incrociando le braccia muscolose sul petto e guardando nella sua stessa direzione.
«Come sta?» chiese dopo qualche secondo.
Pepper si prese del tempo prima di rispondere, cercando di regolare il proprio respiro con quello di Tony, che riposava sotto sedativi dall’altra parte del vetro.
«Starà bene.»
Non le importò di sembrare distaccata, ma sperava che capisse quanto anche lei fosse stanca e psicologicamente devastata. Non tutta la sua famiglia era sopravvissuta alla Decimazione e vedere l’uomo che amava in quelle condizioni rendeva solo più acuto il suo dolore.
Steve rimase a lungo in silenzio, liberando di tanto in tanto un sospiro più profondo e Pepper si chiese se alla fine le avrebbe detto qualcosa, o se la sua presenza lì fosse solo un tentativo non richiesto di darle il suo appoggio.
«Dovresti riposare, è stata una giornata difficile per tutti» si decise infine a dirle.
«Non ho intenzione di lasciarlo da solo in questo stato.»
Non avrebbe voluto usare quel tono, eppure non era riuscita a trattenersi; solo quando notò l’espressione di Steve si rese conto di quali ricordi avesse scatenato e si affrettò a chiudere la discussione ancor prima che qualcuno dei due decidesse di iniziarla.
«Scusa, non volevo essere brusca. È che…»
«Pepper, lo so» le andò in contro lui «E hai ragione, non dovrebbe restare solo» aggiunse conciliante.
Lei ammorbidì lo sguardo e gli rivolse un sorriso spento, prima di tornare a puntare gli occhi su Tony.
«Mi dispiace per quello che è successo prima» lo sentì dire dopo un po’ «avrei dovuto pensare alle conseguenze.»
«A quali conseguenze ti riferisci, esattamente?» chiese quindi Pepper senza più riuscire a frenarsi, ma con una calma che persino a se stessa risultò contraddittoria.
L’uomo abbassò gli occhi e sospirò, senza rispondere.
«Non importa, non credo di avere il diritto di intromettermi, anche se potrai immaginare il mio punto di vista su…tutto
Vide il riflesso di Steve annuire e preferì non aggiungere altro, prima che il tono di quella conversazione cambiasse definitivamente.
Pepper era convinta che se ne sarebbe andato a momenti, visto che aveva iniziato a muoversi sul posto, invece lui rimase lì e con sua sorpresa parlò ancora.
«So che detto da me può sembrare ipocrita, ma siamo tutti chiamati a fare uno sforzo e mettere da parte il passato. Nessuno avrebbe potuto prevedere quello che è successo, non deve portare questo peso da solo.»
«È qui che ti sbagli, Steve» si scaldò quindi Pepper, rinunciando a tacere «Lui lo aveva previsto. Non dormiva la notte, per questo. Tutto ciò che ha sempre voluto era rendervi preparati al peggio, perché lui lo aveva visto prima di voi. Soltanto questo» mormorò con gli occhi lucidi, sentendosi in parte colpevole per tutte le volte che anche lei non era riuscita capirlo.
«Lui…»
Pepper stroncò sul nascere le sue successive parole, di cui aveva intuito il tono.
«…non ha un carattere facile, già. Credi che non lo sappia? Lo conosco da vent’anni» disse voltandosi infine verso di lui «Ma è proprio per questo che so riconoscere, dietro ogni sua azione, la volontà di proteggere e di evitare tragedie come questa.»
«Non l’ho mai messo in dubbio.»
«Gli hai voltato le spalle, Steve» lo ammutolì lei, sforzandosi di non crollare «Per quanto complicato e sfiancante possa essere stato, non meritava di essere trattato in questo modo.»
Steve serrò la mascella, ma non parlò. Pepper lo vide vacillare per un breve istante, il tanto che bastava per farle capire quanto difficile fosse anche per lui quella situazione.
«Non ci aiuterà» lo sentì mormorare, forse più a se stesso, in una presa di coscienza che doveva essere più dolorosa di quel che aveva previsto.
Lei scosse la testa e lo guardò severa, ricacciando indietro la lacrime.
«Non cercarlo, Steve, non chiedergli niente. Sarà lui a tornare, quando sarà pronto e se lo vorrà. Ma nel frattempo non forzare le cose, ti prego.»
Non aggiunse altro, e neanche l’uomo sembrò incline a replicare.
Passarono in silenzio i minuti successivi e Pepper li percepì carichi di tensione, preoccupazione e dolore; un dolore diverso per entrambi, ma in qualche modo simile. All’improvviso desiderò solo essere vicino a Tony, e di tenergli la mano e di trovarsi al suo fianco quando si sarebbe svegliato, niente di più.
«Ci vediamo, Steve» mormorò allontanandosi da lui senza fretta, socchiudendo la porta della stanza. Lo vide fare un cenno col capo, dopodiché si chiuse la porta alle spalle.
 

 
*
 
 
Il viso di Tony era pungente, ruvido. A Pepper sembrava che volesse difendersi da una minaccia esterna, da un nemico che avrebbe esposto i suoi punti più sensibili per annientarlo per sempre.
Guidò il rasoio lungo la sua mascella scendendo fino al mento, disegnando linee familiari che l’avevano accarezzata e baciata mille volte.
Si accorse subito che era sveglio e per un po’ preferì non spezzare quella bolla di silenzio e tenerezza che non vivevano da tempo; continuò a radergli la barba, ignorando l’ansia che le provocò scoprire i suoi zigomi così spigolosi e asciutti, convincendosi che presto sarebbero ritornati quelli di una volta.
Quando finì, Tony le prese a sorpresa una mano e la adagiò sul suo petto, intrecciando le dita con le sue.
«Come ti senti?» gli chiese Pepper, vedendolo a poco a poco schiudere gli occhi.
«Sbarbato» mormorò lui, riuscendo a farla sorridere nonostante tutto «Grazie, a proposito».
«Un problema in meno» mormorò prima di chinarsi e posargli un bacio leggero sulle labbra.
Quando si staccarono rimasero in silenzio, con le mani ancora intrecciate e ringraziando il destino beffardo che, portandosi via tutti gli altri, aveva risparmiato loro il dolore di sentirsi divisi.
«Cosa facciamo, adesso?»
Una pioggia fine iniziò a posarsi sulle finestre della stanza,  insinuandosi nella loro bolla silenziosa e iniziando a romperla dall’esterno. Pepper si concentrò sulle goccioline d’acqua che scivolavano sul vetro, e sperò che Tony fosse di nuovo immerso nel sonno e che quella domanda fosse solo frutto del suo dormiveglia agitato.
Quando percepì una pressione più intensa tra le sue dita capì che invece era sveglio, e che aveva bisogno di una risposta, adesso. Di una soluzione che provenisse da lei, perché lui ormai aveva esaurito le sue risorse.
Ma lei non aveva una risposta, e neanche una soluzione. Come poteva averle, del resto? Tutto ciò che possedevano, lei e Tony, era solo una certezza: quella solida e autentica che anche nella tragedia sarebbero stati insieme e che avrebbero continuato a farlo.
Quando si sdraiò al suo fianco,  Tony la strinse a sé con la forza che gli era rimasta, e a Pepper bastò per percepire in modo totale tutto il suo dolore; lasciò che lo sfogasse e che si unisse anche al proprio, fino a quando la marea non si sarebbe calmata e a poco a poco non avrebbero ripreso a respirare.
«Ci penseremo».
 
 
*
 





NdA
Ebbene sì, è tornato. Sua maestà, l’Angst.
Non credevate sul serio che avrei scritto fluff per il resto della vita, vero?
In realtà vorrei anche chiedervi scusa, questa one-shot doveva in origine essere una flash più o meno leggera, ma mi sono fatta prendere un po’ la mano. Un po’ troppo, in effetti.
E vi dirò di più: non avevo nessuna intenzione di inserire Steve, all’inizio, ma dopo un delirio causato dalla realizzazione che è passato un anno da, beh…lo sapete, tutti i miei rancori verso quel film sono prepotentemente risaliti a galla (e qualcuno tra di voi può confermare *luna nera*), perciò ecco spiegate le origini di tutto questo :’)
Ah, importante: è la prima volta che Steve compare in una mia storia, non ho idea di come l’abbia gestito e vi prego di farmi notare se è troppo OOC; è chiaro che qui il punto di vista è quello di Pepper e, non avendo potuto approfondire i suoi pensieri, non vorrei averlo reso in maniera troppo negativa.
 
Detto questo, spero che abbiate apprezzato la storia e che vi abbia trasmesso qualcosa,
Un saluto affettuoso a tutte e alla prossima,
_Atlas_
 
   
 
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