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Autore: Mari Lace    02/05/2020    2 recensioni
Non capisce perché il dio Apollo gli faccia un dono simile: vuole forse schernirlo?
Non crede sia così – sa che dovrebbe essere grato, ma mentre osserva la lira divina in lui sente solo confusione e amarezza.
Non sente nulla, non ha mai sentito nulla.

Storia partecipante al contest "The one about Soulmates" indetto da Soficoifiocchi (DeaPotteriana) sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Euridice, Orfeo
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
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Tu, musica per me

 

Non capisce perché il dio Apollo gli faccia un dono simile: vuole forse schernirlo?

Non crede sia così; sa che dovrebbe essere grato, ma mentre osserva la lira divina in lui sente solo confusione e amarezza.

Non sente nulla, non ha mai sentito nulla.

Riesce a comunicare solo con gli dèi, che parlano direttamente alla sua mente. È attraverso i racconti delle Muse, divine sorelle di sua madre, che conosce il mondo; sono sempre loro a insegnargli a suonare la lira, prezioso dono d'Apollo di cui lui non può godere davvero.

Incontrare Euridice sovverte ogni cosa, muta tutto in un istante.

La sua voce è il primo suono che sente: il suo mondo si riempie di rumori e musica, da quel momento. Orfeo è sopraffatto dall’emozione. Recupera la lira e canta il suo amore per Euridice, piangendo di gioia.

Non si è mai sentito prima, ma sa che la sua musica non è mai stata così viva e importante.

Ogni creatura sull’Elicona è attratta dal suo canto: lepri, uccelli, cervi accorrono dov’è lui, le Muse stesse prestano orecchio alla sua melodia – lui ha occhi solo per la donna.

Euridice è davanti a lui, gli sorride ascoltandolo intessere canti sempre nuovi per esprimerle il suo amore.

La vede piangere, alla fine; Orfeo ne incrocia lo sguardo e comprende.

Neanche lei ha mai udito suono prima di incontrarlo.

Posa la lira a terra e le si avvicina, tende una mano e le loro dita s’intrecciano.

Gli mancano le parole, per la prima volta da quando può udirle. Neanche lei dice nulla: gli si accosta. Può sentire il suo respiro, ne avverte il ritmo irregolare.

Euridice poggia le labbra sulle sue, sigillando una promessa d’amore eterno che non necessita d'essere spiegata.

  
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