Tu, musica per me
Non capisce
perché il dio
Apollo gli faccia un dono simile: vuole forse schernirlo?
Non crede sia
così; sa che
dovrebbe essere grato, ma mentre osserva la lira divina in lui sente
solo
confusione e amarezza.
Non sente nulla,
non ha mai
sentito nulla.
Riesce a
comunicare solo con
gli dèi, che parlano direttamente alla sua mente.
È attraverso i racconti delle
Muse, divine sorelle di sua madre, che conosce il mondo; sono sempre
loro a
insegnargli a suonare la lira, prezioso dono d'Apollo di cui lui
non può
godere davvero.
Incontrare
Euridice sovverte
ogni cosa, muta tutto in un istante.
La sua voce
è il primo suono
che sente: il suo mondo si riempie di rumori e musica, da quel momento.
Orfeo è
sopraffatto dall’emozione. Recupera la lira e canta il suo
amore per Euridice,
piangendo di gioia.
Non si
è mai sentito prima,
ma sa che la sua musica non è mai stata
così viva e importante.
Ogni creatura
sull’Elicona è
attratta dal suo canto: lepri, uccelli, cervi accorrono
dov’è lui, le Muse
stesse prestano orecchio alla sua melodia – lui ha occhi solo
per la donna.
Euridice
è davanti a lui, gli
sorride ascoltandolo intessere canti sempre nuovi per esprimerle il suo
amore.
La vede
piangere, alla fine; Orfeo ne incrocia lo sguardo e comprende.
Neanche lei ha
mai udito
suono prima di incontrarlo.
Posa la lira a
terra e le si
avvicina, tende una mano e le loro dita s’intrecciano.
Gli mancano le
parole, per
la prima volta da quando può udirle. Neanche lei dice nulla: gli si accosta. Può sentire il suo respiro, ne avverte il
ritmo irregolare.
Euridice poggia le labbra
sulle sue, sigillando una promessa d’amore eterno che non
necessita d'essere spiegata.