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Autore: ShannaInLuv    02/05/2020    2 recensioni
[Spoiler Tokyo Ghoul:Re] {SaikoUrie} {Quinx Squad}
[...]«Saiko...» sussurrò Urie e si bloccò a un palmo dal suo naso. Il suo alito odorava di menta e tabasco – e Saiko sapeva che era l'odore delle sue mentine preferite, quelle che Urie amava e che ne mangiava di tantissime, ogni giorno.
Urie-kun mi sta per baciare?
«S-sì?»
«Sei bassa.»
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Urie Kuki, Yonebayashi Saiko
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: Non ho ancora potuto leggere il manga di Tokyo Ghoul:Re, quindi mi sono attenuta un po' agli avvenimenti dell'anime. Per quanto la collocazione di questa fic, credo che sia prima del timeskip di sei anni. ( Nella mia testa mi è piaciuto immaginare che siano rimasti in buoni rapporti con Kaneki).


• Why are you blushing, Saiko? • 
 


Era una cena come le altre, nella residenza della squadra Quinx, e Saiko ne era contenta. Era passato tanto -troppo- tempo da quando la squadra aveva potuto tirare un sospiro di sollievo. E, comunque, da quando era morto Shirazu non era più stato lo stesso; sembrava che, da allora, tutto si fosse lentamente sgretolato, fino a diventare polvere e scomparire nel nulla.

Ma, fortunatamente, tutto stava iniziando ad appianarsi di nuovo: dopo l'ultima battaglia, sembrava che perfino Urie Kuki si concedesse un attimo di respiro dai suoi allenamenti quotidiani e tentasse di pensare a sè, a ciò che lo faceva bene. Saiko aveva perfino avuo il tempo di giocare ai suoi videogiochi, o di leggere un manga! Il QG sembrava essere stato gentile, a concedergli quel tempo per tranquillizzarsi.

Quindi, questa cena preparata da Mutsuki per loro – era l'unico ad aver imparato qualcosa in quel campo, nel tempo passato con Sasaki-sensei – era davvero la cosa migliore successa loro nell'ultimo periodo.

Lanciò uno sguardo a Mutsuki, che stava lavando i piatti che aveva appena ritirato dal tavolo, con un lieve sorriso, decisamente più sereno. Mucchan, fra tutti, era quello che probabilmente se l'era passata peggio, ma per fortuna era riuscito a perdonare sé stesso – dopo che Sasaki-sensei... no, adesso era Ken Kaneki, lo aveva preso da parte e gli aveva fatto un lungo discorso di incoraggiamento – e adesso cercava di affrontare la cosa.

«Mi hai stufato, me ne vado a letto!» esclamò imperiosa Hsiao, lanciando un fazzoletto sporco a Higemaru; i due stavano, come al solito, bisticciando per qualcosa.
Saiko – ancora seduta a tavola – cacciò un sospiro: quei due assomigliavano tanto ad Shirazu e Urie, i primi tempi dopo l'accademia: sempre a cercare di superarsi l'un l'altro ma che, tuttavia, sapevano anche comportarsi da buoni compagni quando occorreva. Ed Urie Kuki, il nuovo mentore della Quinx Squad, era diventato piuttosto rigido su quest'aspetto.
Hsiaso si ritirò nella sua stanza, e così fece anche Higemaru, rimanendo solo loro tre. Urie se ne stava silenzioso al suo posto, leggendo il giornale di quella mattina, Mucchan che ancora lavava i piatti e lei che... be' continuava a starsene lì seduta a fissare il vuoto.
Allora, pur di aiutare Mucchan, Saiko si tirò giù dalla sedia con un salto – nonostante si fosse alzata un po' di altezza, le sue gambe non erano abbastanza lunghe da toccare terra – e si diresse verso l'angolo della cucina, porgendo il suo piatto a Mucchan. «Arigatou, Saiko-chan.» la ringraziò lui.
Quando Saiko andò a prendere il piatto di Urie ancora posizionato davanti a lui, mezzo pieno, esitò.

Urie stava fissando le pagine del giornale e i suoi occhi saettavano un poco da una parte all'altra e di tanto in tanto la parte sinistra del labbro scattava in su, come spesso capitava quando stava pensando troppo, Saiko lo sapeva, aveva visto troppe volte quell'espressione sul suo viso. 
Per il resto, Urie era praticamente immobile come una statua. E bello, pensò Saiko non vergognandosene troppo: che Urie Kuki fosse bello era oggettivo e un dato di fatto; molte ragazze della CCG lo pensavano e bisbigliavano al suo passaggio, le più timorose avevano addirittura pensato di chiedergli un appuntamento. Che lui aveva prontamente rifiutato con cortesia, ovviamente.
Lo scorbutico e troppo pensatore della Squadra Quinx era il più richiesto tra le investigatrici, a quanto pareva.

 

«Perchè Saiko ti ama, Urie-kun.»
Saiko arrossì, nel ripensare a ciò che gli aveva detto non molto tempo prima. Perchè diamine le era venuto in mente adesso? E, soprattutto, perchè gli aveva rivolto quella frase, quella volta?

«Saiko, stai bene?» la voce di Urie la ricosse dai suoi pensieri imbarazzanti. La ragazza si accorse di essere ancora davanti a lui, con il corpo allungato sul tavolo e la mano agganciata al suo piatto. Tirò indietro il corpo con un altro saltello e indietreggiò, consegnando il piatto a Mutsuki qualche passo più in là.
«Sì, certo. Stavo solo fantasticando su un nuovo manga.» mentì, sentendosi ancora la faccia scottare.
«Capisco.» le disse, ritornando velocemente alla sua lettura.

Saiko sospirò. Non era il momento di perdersi in ricordi imbarazzanti, oltretutto, Urie non le aveva mai detto nulla riguardo quella volta. Meglio così.
Non era nemmeno sicura che Uri lo ricordasse, visto che era praticamente fuori di sé, in quel momento. Inoltre, aveva cercato di intrattenere una corvesazione fitta con Urie per la vergogna di ciò che gli aveva confessato, in un attimo di impeto. Fortunatamente, né Hsiao né Kagemaru avevano mai accennato della cosa, e gliene era grata.

Ovviamente intendevo che amo Urie-kun come una famiglia. Come potrei amare Sasaki-sensei o Mucchan...

Saiko sospirò, sapendo bene che stava solo cercando una giustificazione del suo essere patetica. Era innamorata, e allora? Ma il problema non era che lo fosse... bensì che lo fosse di Urie. Non avevano fatto altro che bisticciare e i primi tempi era sicura che Urie nemmeno la sopportasse. Anche se, ultimamente, erano cambiati entrambi parecchio, questo non significava che potessero essere in qualche modo compatibili, se non come membri della stessa squadra.

Decise che aveva bisogno un po' di aria, quei pensieri la stavano soffocando, quindi fece marcia verso il salotto, aprendo la finestra del balcone e chiudendosela immediatamente alle spalle. Tirò una boccata di aria fresca e chiuse gli occhi, assaporandone la beatitudine. Finalmente iniziava a sgomberare la mente...

Era tutto così tranquillo intorno a loro...

«Saiko...»

La portafinestra si era aperta e poi richiusa di nuovo subito, Saiko aprì pigramente un occhio e quasi arrossì di nuovo quando vide il volto di Urie dirigersi verso di lei, illuminato fiocamente dall'unica lantera in balcone.

«Tutto bene?» le ripetè la domanda, stavolta un po' più premuroso. Saiko sorrise: Urie aveva ufficialmente preso il posto di Sasaki – anche se non sarebbe mai stato affettuoso come Maman –  cambiando notevolmente il carattere così tanto da sembrare quasi un'altra persona. Quasi, però. Delle volte, restava lo scorbutico antipatico che era sempre stato.

«Uhm, stavo solo pensando al-»

«Non stavi pensando al manga.» la interruppe lui, laconico. Si avvicinò a lei e allungò le braccia appoggiandole sulla ringhiera, facendo penzolare le mani, esattamente come lei. «C'è qualcosa che ti preoccupa?»

Saiko sospirò. «Non è niente.» Di certo, non poteva parlare proprio con Urie di quel qualcosa che la preoccupava. «E' tutto così tranquillo adesso... ma mi manca Maman.» gli disse; anche se non era il suo pensiero in quel momento, era vero: gli mancava il suo vecchio sensei, non le bastava solo la pace ottenuta, rivoleva quel clima che le piaceva chiamare famiglia.

«Lo so...» borbottò Urie. Saiko sapeva che – anche se non lo avrebbe mai ammesso – mancava anche a lui. D'altronde era stato il loro punto di riferimento per tutti loro e ognuno gli era attaccato in modo diverso.

«Saiko, a proposito,» esclamò Urie dopo qualche momento di pausa in cui – era sicura – stesse rimuginando troppo. Urie continuava a guardare un puntò indefinito davanti a sé, oltre le mura della residenza. « Non ho trovato occasione di dirtelo, ancora, ma... sono molto grato per quello che hai fatto quel giorno.»

Saiko sussultò e il vago dubbio che ricordasse l'assalì: non doveva ricordare. Arrossì, per fortuna Urie non la guardava ed era anche piuttosto buio, nonostante la fioca luce. Sperò che, perlomento, la sua patetica confessione d'amore gli fosse sfuggita di mente.

«P-per cosa?» provò a tastare il terreno.

«Mi hai salvato.» continuò lui, con lo stesso tono di voce – quasi malinconico e allo stesso tempo tormentato – in chiaro contrasto con quello imbarazzato di lei.

«Figurati. Siamo una famiglia, Urie-kun.»

Urie, inaspettatamente, annuì. «Avevo perso il controllo... avresti dovuto, e invece...» iniziò a dire sconnessamente il ragazzo. Aveva abbassato il capo, per nasconderlo alla vista, ma Saiko sapeva che il suo labbro stava tremando, ora.

Sapeva che Urie si sentiva tormentato per aver perso il controllo a quel modo, per la seconda volta da quando aveva potenziato le sue cellule. Sapeva che, in qualche modo , si caricava addosso mille colpe e talvolta esagerava e sapeva che si logorava all'interno, rimuginando e rimuginando sul suo fallimento.

Esattamente come Haise Sasaki, cercava constantemente di dare il massimo senza pensare che, delle volte, doveva frenare un po'.
Saiko allungò le braccia – e dovette alzarsi sulle punte per riuscire a farlo - e poggiò entrambe le mani sulle guanci di Urie, voltandola verso di lei. Adesso Urie la stava guardando, un po' sorpreso, ma ancora con l'espressione crucciata.

«Non farlo, Urie-kun.» Saiko voleva solo che Urie stesse bene. «Ti prego, non addossarti sempre tutte le colpe. Non fare con Maman.» al nome di Sasaki, Urie spalancò leggermente gli occhi. «Tu hai noi... me, Mucchan, e gli altri. Anche Maman che adessò è lontano ma ci vorrà sempre bene. Lo sai.»

«Saiko...»

Saiko strinse gli occhi, trattenendo i lacrimoni. «Se ti tieni tutto dentro, crollerai. E non voglio perdere anche te.» Aprì gli occhi, che aveva tenuto chiusi cercando di non piangere e vide il volto adesso tranquillo di Urie che la fissava.
Aveva funzionato? Si era calmato?

E un poco Saiko gioì: avrebbe rassicurato Urie-kun tutte le volte che si sarebbe sentito crollare, se fosse stato necessario. La sua espressione tranquilla era così bella, per lei.
Tuttavia, Urie che la fissava, iniziò a metterle un po' di disagio, così lasciò andare le mani dalle guance del ragazzo, e rilassò le gambe, tornando alla sua altezza normale.

Urie, però, non smise di osservarla, ma in silenzio. E questo stava diventando oltremodo imbarazzante : arrossì e battè le palpebre più volte incapace, nonostante fosse imbarazzante, di staccare lo sguardo da lui.

«Urie-kun?» bisgligliò, allora, con la voce roca.

Urie si era chinato leggermente verso di lei, spostando lo sguardo dai suoi occhi, alla sua bocca.
Cosa? Saiko s'immobilizzò definitivamente, sentendo il cuore battere più di quanto vinceva una partita a Mortal Kombat senza ricevere nemmeno un graffio.

Urie continuava ad avvicinarsi e, agli occhi di Saiko, quella scena girò a rallentatore. Boccheggiò.
Urie-kun, mi farai morire così!

«Saiko...» sussurrò Urie e si bloccò a un palmo dal suo naso. Il suo alito odorava di menta e tabasco – e Saiko sapeva che era l'odore delle sue mentine preferite, quelle che Urie amava e che ne mangiava di tantissime, ogni giorno.

Urie-kun mi sta per baciare?

«S-sì?» riuscì solo a dire.
«Sei bassa.» esclamò Urie. Dalla bocca di Saiko uscì un rantolo. Davvero? Davvero tuta quella sceneggiata per dirle che era bassa? «Non mi ero mai accorto di quanto fossi bassa.» continuò il ragazzo, tirando su la schiena.

La faccia di Saiko era decisamente più rossa di prima e, quando vide un piccolo ghigno sulle labbra non appena si era allontanato, sentì le orecchie fumare di rabbia.
«Ma che razza di idiota.» strillò, pestando prima uno, poi l'altro piede a terra.
Il ghigno di Urie si allargò ancora di più.

«C'è una ragione del perchè sei arrossita, Saiko?» la prese in giro lui.

Era tutto ? Si era avvicinato a lei, facendole credere che la stava per baciare, per prenderla in giro? Eh no, no no no...
La testa di Saiko stava esplodendo di pensieri – non tutti molto carini – e quando vide Urie girarsi e andarsene, non ragionò più.
Lo raggiunse con pochi passi, in fretta, e lo voltò, afferrerrandolo poi per la cravatta e tirandolo giù, davanti al suo viso. Tirò ancora la cravatta – Spero di strozzarlo, questo idiota! - e soffiò, furente, sulla sua faccia adesso sorpresa e divertita.

«Non puoi mettermi in imbarazzo e andartene così!» sbottò.

Urie ridacchiò. «Davvero? Ti ho messa in imbarazzo?»

«Dammi quello che mi spetta, adesso.» ruggì, facendo poi una cosa che mai si sarebbe aspettata di fare: lo baciò. Era un bacio casto, a stampo, ma tanto bastava per far incendiare il suo viso, e sentire il sapore di menta sulle labbra di Urie.

Lo lasciò immediatamente andare, ritenendosi adesso soddisfatta: era la prima volta che vedeva il viso di Urie confuso ed imbarazzato – dopo quella volta del curry piccante – ed era una scena impagabile. Avrebbe tanto voluto avere una macchinetta fotografica, per sventolarla davanti al sensei quando lo sarebbe andato a trovare.

Lo oltrepassò, con l'intenzione di lasciarlo lì come uno stoccafisso, ma una mano l'agguantò per una spalla e Saiko non seppe dire in quanti secondi la sua bocca era di nuovo incollata a quella di Urie, questa volta, con la lingua di lui che le solleticava il labbro inferiore.

Saiko aprì leggermente la bocca, lasciandosi trasportare in quel bacio passionale – non ci credo che sto baciando Urie-kun! Con la lingua! - e in un lampo si ritrovò con  una miriade di pensieri che le attraversavano la mente, tra cui: - Urie-kun bacia così bene!- e poi – Ma che sto facendo? - e anche -Mi ha appena morso la lingua? E così sexy! -

Saiko non seppe definire quanto fosse durato quel bacio – comunque troppo poco, a detta sua – e, quando Urie s'allontanò da lei con uno sguardo che non le aveva mai visto – ed era bellissimo, più del solito - , le venne d'impulso prenderlo e ricongiungerlo di nuovo alle sue labbra. E, accadde che lui si allontanò per la seconda volta, le sussurro: «A proposito... anche io ti amo, Saiko. »

Saiko ebbe la conferma che , quella volta Urie-kun l'aveva decisamente sentita.

AngolinoAutrice(?)
EHYOO,
penso che sia la prima volta che scrivo su Toyko Ghoul... non per qualche ragione in particolare, ma su certi fandom sono un po restia a scriverci - ho troppa paura di banalizzare l'opera originale e non saperla rendere - , ma questa "cosa" mi ronzava in testa da troppo e dovevo assolutamente scriverla. E, niente, è uscito questo. Un po' fluff e no-sense, sicuramente ma... aaaw, amo troppo Saiko e Urie. Sono così carini!
E nulla, fatemi sapere se vi è piaciuta o vi è venuta voglia di tirarmi addosso dei pomodori,lol!
Un bacio,
Shanna.

   
 
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