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Autore: Feder122    04/05/2020    0 recensioni
Dopo la sconfitta della nuova Organizzazione XIII, Riku e Topolino scoprono un nuovo mondo che sta venendo attaccato dagli Heartless. Per sventare questa nuova minaccia, i due avranno bisogno dell'aiuto di vecchi e nuovi amici.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Re Topolino, Riku
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Premesse:
1)Questo capitolo inizia il giorno dopo l'arrivo di Jaune, Nora, Ren e Kairi al giardino radioso, cioè contemporaneamente alla battaglia tra il gruppo di Ruby e Adam.
2)Ho un vago ricordo di un dialogo di Kingdom Hearts in cui viene detto che nella foresta segreta possono entrare solo due persone alla volta, ma non avendo trovato nulla sulla wiki, non seguirò questa regola.

 


 

“Dopo aver osservato attentamente il vostro allenamento di ieri pomeriggio,” disse Ansem il saggio, con gli otto ragazzi che lo ascoltavano “ho deciso di dividervi in questo modo: i primi ad allenarsi saranno Jaune, Leon, Kairi e Ventus. In seguito sarà il turno di Aqua, Ren, Nora e Yuffie. Avete qualche domanda?”
“Come mai dobbiamo per forza allenarci quattro alla volta?” Chiese Ren.
Fu in quel momento che il misterioso individuo arrivato poco prima prese la parola. Era un uomo anziano con una lunga barba, che indossava un vestito celeste.
“Grazie ai miei strabilianti poteri magici, verrete trasportati in un luogo dove la concezione del tempo perde ogni significato. Tuttavia, aumentando il numero di persone, diminuirà anche la durata dell'incantesimo.”
“Ci sono altri dubbi che vorreste vi fossero chiariti?” Chiese Ansem il saggio.
“No.” Disse Leon a nome di tutti e quattro.
“Perfetto. Merlino, prego.”
Il mago schioccò le dita e Jaune, Leon, Kairi e Ventus videro l'ambiente circostante mutare totalmente in un istante. Le pareti dello studio di Ansem sparirono, sostituite da una fitta e rigogliosa vegetazione. Tuttavia, i quattro erano nella stessa identica posizione in cui si trovavano prima dello schiocco di dita e Merlino era ancora davanti a loro.
“Benvenuti nella foresta segreta, ragazzi. Un giorno qui dentro corrisponde esattamente a mezz'ora in qualsiasi altro mondo e voi avrete tutta la mattina per allenarvi. Potete cominciare subito, ammesso che non siate troppo stanchi per il viaggio, eheheh.”
“Io sono pronto!” Esclamò Jaune, per poi voltarsi verso i suoi compagni. “Chi vuole cominciare?!”


Il sole tramontò, accompagnato dal rumore di Jaune che si sfracellava contro il suolo. Leon abbassò la propria arma e disse: “Che delusione. E dire che eri così entusiasta questa mattina...”
“Dai Leon, vacci piano...”
“Malefica non ci andrà piano con lui.” Rispose Leon avvicinandosi a Jaune e aiutandolo a rialzarsi. “Non dico che dovresti ricominciare dalle basi, ma...”
“Lo so...” lo interruppe Jaune con un tono abbattuto e lo sguardo abbassato “...purtroppo, la mia debolezza è il prezzo che devo pagare per essere stato disonesto in passato. Ma adesso, sto cercando di recuperare il tempo perduto, perché ho degli amici da supportare.”
“E cosa ti fa credere che quegli amici abbiano bisogno del tuo supporto? Ho visto come combattono gli altri due, possono cavarsela benissimo anche senza di te. Anzi, se continui così, sarei sempre una zavorra per loro.”
Se Jaune si era sentito a terra prima, l'ultimo commento di Leon lo aveva definitivamente steso.
“Leon, piantala!” Lo rimproverò Kairi.
Prima che la ragazza potesse consolare Jaune, Leon le disse: “Se lo tratti come un bambino, peggiorerai la situazione. Forza, datemi una mano a montare le tende.”

Timeskip di due giorni.

Il rumore della spada di Jaune e del keyblade di Kairi che si incrociavano veniva soffocato dalle parole di Leon, che si ripetevano in continuazione nei pensieri di Jaune.

Cosa ti fa credere che i tuoi amici abbiano bisogno del tuo aiuto? Se continui così, sarai sempre una zavorra per loro.”
“Gli avrei dovuto rispondere: che cosa ne sai tu? Hai idea di quanto mi impegno ogni giorno per non rimanere indietro? Hai idea di quanto...”
I pensieri del ragazzo si interruppero quando egli venne disarmato. Lui e Kairi rimasero in silenzio per un momento. La ragazza dai capelli rossi lo stava guardando con occhi carichi di dispiacere.
“Ti faccio pena, non è vero?”
“Uh? Certo che no...”
Jaune non riuscì a trattenere una risata nervosa.
“Me lo sarei dovuto aspettare. Il mio peggio è patetico, il mio meglio è penoso.”
Il cavaliere guardò a terra e inizio a fissare con malinconia la sua spada. Vicino ad essa c'erano Leon e Ventus, che avevano interrotto allenamento. Uno di loro aveva uno sguardo che sembrava irritato, infastidito da ciò che stava vedendo. L'altro aveva la stessa identica espressione di Kairi.
“Non la raccoglierò. Avrei dovuto appenderla al chiodo quando ho sbloccato la mia semblance. Non sono un guerriero, sono un guaritore. Il mio compito dovrebbe essere quello di correre su e giù per il campo di battaglia e curare i feriti.”
“Jaune...” disse Kairi, con il tono di voce di una mamma che voleva consolare il figlio appena caduto dalla bici “...devi essere tu a scegliere qual è il tuo ruolo in battaglia, non la tua semblance.”
“Ti sbagli, Kairi. La semblance è lo stadio più concreto dell'aura, che è letteralmente una manifestazione dell'anima. Secondo molti, la semblance influenza il carattere delle persone e decide come andrà la loro vita.”
“Sei tu che ti sbagli, Jaune.” Lo riprese Ventus. “Ognuno di noi può scegliere il suo ruolo nella vita. Tu sostieni che il tuo destino sia già scritto, ma la verità è che stai solo scegliendo di arrenderti.”
Notando che le parole di Ventus fecero apparire un bagliore negli occhi del cavaliere, Leon afferrò la spada di Jaune e gliela tese.
“Se vuoi abbandonare tutto, ti basta andare a cercare Merlino. Ma sappi che farlo significherà vanificare tutto il tuo impegno e anche quello di Pyrrha.”
“Tu come sai di...”
“Basta chiacchiere. Scegli.”
Jaune era confuso. Certo, il fatto che Leon sapesse di Pyrrha era assurdo, ma, tra tutte le cose che gli aveva detto, questa era quella che lo tormentava di meno. Difatti, Jaune era spaesato soprattutto perché non sapeva se gli convenisse impugnare nuovamente quella spada. Una parte di lui voleva allungare il braccio, un'altra voleva voltarsi e allontanarsi da quel posto. Ma quando iniziò seriamente a considerare l'idea di abbandonare tutto, gli tornarono in mente le parole di Ansem.
Tu sfrutti la paura di sbagliare per evitare di commettere degli errori, accetti la sofferenza della tua perdita invece di cercare di scacciarla per non perdere i ricordi importanti della tua vita.”

“Neanche tra migliaia di anni vanificherò gli sforzi di Pyrrha.” Rispose il cavaliere afferrando la sua arma.
In seguito, Jaune sfidò Leon a un duello ed egli accettò. Anche se il biondo aveva finalmente ritrovato molta della sua determinazione, le parole di Leon continuavano a echeggiare nella sua testa insieme a quelle di Ventus. Tuttavia, non gli sembravano più un enorme macigno sullo stomaco. Piuttosto, Jaune pensava che entrambi gli stessero dicendo qualcosa che lui non riusciva ancora a comprendere.
A fine giornata, prima che i quattro andassero a dormire, Jaune disse:
“Leon, non mi hai ancora spiegato come fai a sapere di Pyrrha.”
“E non intendo farlo.”
“Oh, andiamo!”
“Vai a dormire. Da domani gli allenamenti diventeranno molto più tosti.
“Che ne dici di una scommessa?” Insistette Jaune. “Se domani riesco a batterti, mi dirai tutto.”
“Ci sto.” Rispose seccamente Leon, per poi voltarsi di scatto ed entrare nella sua tenda.
“Sbaglio o ha...sorriso quando l'ho sfidato?”

 

 

La mattina seguente, Jaune tentò in tutti i modi di sconfiggere Leon, ma senza successo. Ad un certo punto, il biondo ebbe un'idea.
“Ehi Leon...” propose Jaune, cercando di trattenere il fiatone. “...che ne diresti di fare un due contro due?”
“Come immaginavo, non puoi vincere senza qualcuno che ti tenga la mano. Ventus, Kairi, aiutatelo entrambi.”
“Ma Leon, tre contro uno...”
“Posso farcela.”
Ed effettivamente, Leon dimostrò di poter tenere testa, anche se con molte difficoltà, a Jaune, Kaire e Ventus.
Ad un certo punto, Leon aggirò sia Ventus sia Kairi e si scagliò contro Jaune. Il cavaliere bloccò la spada del suo avversario con il proprio scudo e Leon, invece di indietreggiare, colpì Jaune con la mano sinistra e gli fece perdere l'equilibrio.
“Hai visto? Chiedere aiuto ai tuoi amici non era la soluzione. Perché hai voluto farlo?”
“Perché penso che sia il modo migliore per sfruttare le mie capacità. Non ho la presunzione di credere che potrò sempre dare un aiuto vitale a chiunque, ma se sono migliorato è stato solo grazie all'aiuto di Pyrrha, quindi è giusto che mi impegni al massimo per...”
“Dacci un taglio, mi stai facendo perdere la pazienza.”
Leon puntò la sua gunblade contro Jaune.
“Seriamente, se ti sento ripetere la parola aiuto anche solo un'altra volta, premo il grilletto e quello che succede, succede.”
“Mi spieghi qual è il tuo problema!?”
“Dovrei essere io a chiedertelo. Jaune, tu non sei Pyrrha e non devi comportarti come lei soltanto per lavare via un assurdo senso di colpa ingiustificato. L'altruismo è una grande qualità, ma deve essere alimentata da un sentimento genuino, non da uno stupido complesso di inferiorità.”
Jaune realizzò improvvisamente cosa non riusciva a capire delle parole di Ventus e Leon. Il biondo sorrise e disse:
“Eheheh, va bene. Ventus, Kairi, grazie dell'aiuto. Lo finirò da solo.”
“Finalmente ti sento parlare da uomo.” Commento Leon.
Kairi e Ventus fecero sparire i loro keyblade.
“Non capisco cosa sia cambiato.” Commentò Kairi.
“Devi sapere che, da quando la sua amica Pyrrha è morta, Jaune si è convinto di dover diventare come lei. Non poteva perdonarsi per non essere riuscito a sdebitarsi con lei, quindi ha cercato di migliorarsi in tutti i modi per proteggere le persone che aveva ancora al suo fianco. Sicuramente era un intento nobile, però...con il tempo è diventato una sorta di ossessione. Ren e Nora ci hanno raccontato di avergli sentito dire: mi sta bene morire, se riesco a fargli guadagnare tempo. Sono loro quelli che contano. In pratica, era imprigionato in quel ruolo, convinto di non poter aspirare a diventare altro.”
“Sembra...terribile. Non riesco a credere di non essermi accorta di cosa stesse passando. Per fortuna sembra essersi sbloccato da quella convinzione.” Commentò Kairi, osservando le armi di Jaune. Adesso, esse brillavano di luce propria. Quando Jaune attaccò il suo avversario con un affondo che non andò a segno, un proiettile fatto di luce colpì Leon al petto, facendolo cadere a terra.
“Aveva detto che la sua semblance fosse un messaggio da parte dell'universo per dirgli di smettere di combattere. Si direbbe che Jaune non abbia interpretato bene quel messaggio.”
Jaune si avvicinò a Leon e gli tese la mano per aiutarlo a rialzarsi.
“Ti ringrazio. Adesso capisco cosa volevi dirmi il primo giorno: i miei amici non hanno bisogno di qualcuno che si prenda cura di loro come Pyrrha ha fatto con me. Finora, stavo sputando sulla sua memoria e sui suoi insegnamenti senza neanche rendermene conto.”
“Se non altro lo hai finalmente capito.”
“Adesso, puoi dirmi come facevi a sapere di Pyrrha?”
“Non è ovvio? Me lo hanno detto Ren e Nora. La sera in cui siete arrivati, Ansem il saggio ha richiamato nel suo ufficio loro due, me e Ventus. Ha chiesto a Nora e Ren di raccontarci ciò che era successo e poi ci ha chiesto di aiutarti a superare il tuo trauma.”
“Capisco. Effettivamente, adesso mi sento in pace con me stesso, grazie ancora. Inoltre, finalmente anche io posso sparare, che soddisfazione! Anche se non mi è ben chiaro come ci sono riuscito...”
“E soprattutto, la tua mira è da migliorare, mi hai quasi mancato da meno di un metro di distanza.”
“Mai una volta che riesca a gioire di qualcosa per più di dieci secondi...”
“Jaune...” disse Kairi, che si era avvicinata al ragazzo biondo, insieme a Ventus. “...sono sicura che riuscirai a padroneggiare al meglio le tue nuove abilità.”
“Già. Abbiamo ancora una settimana per scoprire quali sono le tue nuove abilità.” Aggiunse Ventus.




Quando Jaune, Kairi, Leon e Ventus uscirono dalla foresta per lasciare il secondo gruppo, Leon passò accanto a Ren e Nora e gli disse: “Ha superato ogni vostra previsione.”
Ren e Nora guardarono Jaune sorridendo, per poi sparire nel nulla.
Tornato nella sua stanza, Leon si sedette sul letto e disse: “Sora, ci avevi visto giusto.”
 

*Alla torre di Yen Sid

“Sora! Ansem il saggio è venuto da noi e ci ha spiegato cosa sta succedendo, come hai potuto pensare di andare a combattere senza di noi?!” Esclamò un'imbronciata Yuffie, che era arrivata a bordo di una gummiship insieme al taciturno Leon. La ragazza ninja sorrise e riprese la parola: “Anche se non siamo maestri del keyblade, ti daremo tutto il nostro supporto. Ovviamente, parlo anche a nome di Aerith e Cid.”
Sentendo l'affermazione della sua amica, Sora sorrise.
“Yuffie, neanche io sono un maestro del keyblade. In realtà, più della metà dei guardiani della luce non lo sono. C'è un altro motivo per cui non posso portarvi con me.”
“E quale sarebbe?” Chiese Yuffie incuriosita, mentre teneva le braccia conserte.
“Tanto per cominciare, questa non è la vostra battaglia. Dieci anni fa, quando il giardino radioso divenne la fortezza oscura, Malefica vi ha derubati della vostra infanzia e siete stati costretti a combattere contro gli heartless fin da piccoli. Adesso avete di nuovo la vostra casa e dovete godervi la tranquillità che vi siete meritati.”
“Ma a maggior ragione, dobbiamo aiutarti a eliminare quel vecchio per proteggere il giardino radioso e tutti gli altri mondi!”
Sora sorrise nuovamente.
“Sai Yuffie, fino a poco tempo fa credevo fermamente che la luce fosse destinata a trionfare sull'oscurità, sempre e comunque.”
“Cosa ti ha fatto cambiare idea?” Chiese Leon.
“Sentire le storie di Lea, Aqua e Ventus. Xeahnort è proprio come ero io prima di conoscerli: dà per scontato che grazie a lui l'oscurità prenderà il sopravvento.” Sora si interruppe un attimo e posò il suo sguardo sull'infinito numero di stelle che illuminavano il cielo. “Ma la verità è che la lotta tra la luce e l'oscurità esiste da molto prima di noi e continuerà anche dopo che non ci saremo più. Se io e gli altri guardiani moriremo, si farà avanti qualcun altro capace di combattere Xeahnort al posto nostro.” E il ragazzo guardò nuovamente i suoi amici. “In quel caso, potrò contare sul fatto che ci sarete voi ad aiutarlo a muovere i primi passi in questa battaglia, proprio come avete fatto con me.”
Senza dire una parola, Leon si avvicinò a Sora ed estrasse dalla propria tasca tre oggetti: una moneta kupo, una cintura cosmica ed una spilla di topolino.
“Non ho intenzione di perdere la pazienza con un altro ragazzino testardo come te. Questi equipaggiamenti sono un regalo da parte del comitato di restauro, fanne buon uso.”
Leon si voltò dicendo: “Stammi bene Sora.
Yuffie, muoviamoci.”
“Eh? Ehi, Leon, aspetta un attimo!” Urlò la ragazza mentre l'amico si allontanava. “Tu sei venuto qui per regalargli quegli oggetti e basta?! Come facevi a sapere...”
“Intuito.” La interruppe il ragazzo.
“Ma allora perché mi hai fatto venire con te e mi hai lasciato fare tutto quel discorso sul combattere al fianco di Sora!?”
“Se te lo avessi spiegato io, non mi avresti dato retta, come al solito. Adesso muoviamoci, Ansem il saggio ha bisogno di noi; si è raccomandato di tornare subito.”
“Ma...ohhhh, ok!”
“Ci sono problemi al giardino radioso?” Chiese Sora.
“Continuamente. Dopo tutto questo tempo, la presenza di Malefica si fa ancora sentire. Ci sono giorni in cui non facciamo altro che combattere. Piuttosto: mi spieghi che cos'era quel discorso da uomo maturo di poco fa?! Vedi di non diventare come Leon, intesi?”
“Yuffie, abbiamo del lavoro da fare, muoviti.”
“Ecco, appunto...”
Yuffie sospirò, poi guardò Sora e gli disse: “Fatti valere domani. Dopo la tua vittoria festeggeremo tutti insieme, ci stai?” Propose Yuffie, mentre salutava il suo amico per l'ultima volta.

   
 
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