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Autore: Niminue    05/05/2020    0 recensioni
Elain era una ragazza come tutte le altre fino a quando non arrivò il giorno del ballo, il giorno in cui sarebbe cambiato tutto.
Avrebbe oltrepassato il Cancello che divideva il mondo umano dal mondo da quello fae poiché ormai non rimaneva più niente dietro di se.
in quei luoghi che si nascondevano dietro quell'arcata avrebbe affrontato ciò che temeva di più e avrebbe constatato che le favole di sua madre erano vere.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
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Stavo guardando quel armadio da ore e ancora non sapevo cosa mettermi per il ballo che aveva organizzato mio padre per i miei 20 anni, un anno particolare, diceva mia madre, pieno di sorprese e verità, anche se mio padre iniziava a preoccuparsi quando lo ripeteva troppe volte.
Non capivo cosa significasse un anno in più non avrebbe cambiato di certo la mia vita, ma forse mi sarei potuta sbagliare, un brivido mi percosse tutta la schiena quando la porta alle mie spalle si aprì silenziosamente e mia madre entro nella mia camera.
Freya una donna alta e magra con dei capelli color rame attorcigliati in una lunga treccia e un vestito verde che illuminava i suoi occhi castani, si avvicinò velocemente a me sorridendo per il mio grande difetto di non essere mai in grado di prendere una decisione.
“Elain tuo padre è già pronto per la festa” rammentò mentre si inoltrava nel mio guardaroba per cercare qualcosa di adeguato a quella sera.
Tirò fuori un abito perlato con incastonate delle pietre color zaffiro che si combinavano perfettamente con stesso colore dei miei occhi, indossai il vestito che mi arrivò sopra le ginocchia e si stringeva lungo la mia vita da una fascia nera, le mie braccia erano completamente scoperte e la scollatura era abbastanza profonda da far intravedere il mio seno.
Dopo avere acconciato i miei lunghi capelli dello stesso colore di mia madre, mi guardai allo specchio per qualche minuto con il borbottio degli invitati che stavo arrivando nella sala del ricevimento, mia madre si avvicinò e mi diede il suo medaglione dove al interno c’erano quattro pietre intagliate una di onice, una di quarzo, una di rubino e infine una di corniola.
Mi voltai verso di lei e l’abbracciai forte, ma il nostro abbraccio si sciolse bruscamente quando le risate si trasformarono in grida e mi madre sbianco dicendo “non è possibile non adesso è troppo presto” l’afferrai per un braccio e con rigidità alzai il suo viso invaso dalle lacrime e dissi “troppo presto per cosa, che cosa sta succedendo”.
Mio padre entro dalla porta violentemente e con in mano una spada insanguinata “devi scappare adesso” rimasi immobile, tremante “scappare dove cosa sta succedendo” non capivo ero completamente confusa e diversi passi si avvicinavano al piano superiore, stavano arrivando, presto quegli uomini sarebbero stati qui.
Mia madre si alzò dalla sedia prendendomi le mani e con la faccia che cercava di esprimere fiducia disse “ci sono cose che non ti abbiamo mai detto solo per proteggerti, volevamo aspettare questa sera ma ci hanno trovato prima “stringendo con forza quelle mani dissi “chi ci ha trovato, cosa non mi avete detto”, ma qualcuno oltre la porta stava cercando di entrare con brutalità.
Così mia madre aprì la finestra che dava lungo la foresta guardandomi forse per l’ultima volta “Corri devi correre oltre la foresta fino al cancello li troverai la verità che ti abbiamo taciuto e ricordati che ti vogliamo tanto bene”.
Guardai mio padre mentre mi arrampicavo sul cornicione della finestra “dovete scappare anche voi non potete rimanere qui, io non capisco, vi prego” lo implorai ripetutamente ma lui fece solo in gesto di dissenso con la testa “Vai, sei la nostra unica speranza”
Trovai la forza di saltare nel giardino e iniziai a correre mentre le lacrime scendevano impetuose sul mio viso, continuai a correre nonostante le grida che risuonavano alle mie spalle, nonostante la foresta fosse buia e io cadevo in continuazione, continuai a correre ansimando per la fatica per il terrore di quello che era successo per il pensiero che ormai i miei genitori erano morti.
Sentivo passi circondarmi in ogni direzione sempre più vicini, ma io continuai ad avanzare in quella radura fino a quando arrivai davanti a quel enorme cancello argenteo pieno di sfumature dorate, ero esausta e impaurita, così caddi in ginocchio davanti ad esso allungando una mano verso quel metallo così freddo e tutto divenne buio.
 
 

 
   
 
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