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Autore: TennantClub    07/05/2020    16 recensioni
[David Tennant]“Vorrei che tutti i miei personaggi esistessero realmente e vorrei anche poterli incontrare"
Probabilmente nessuno ha avvertito David Tennant di non esprimere desideri che non si è disposti a veder realizzati.
Il Dottore ha appena perduto le sue companion, accettare un desiderio assurdo fa solo parte dei mille modi per non restare soli, poco importa che si trattino di altre creature con il suo aspetto.
Gli altri? Ognuno di loro sta svolgendo una vita normale quando accettano la missione.
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Doctor - 10
Note: Cross-over, Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo I: My Dark Lord


Dopo aver caricato sul TARDIS una quantità indecorosa di torte, dietro estrema insistenza di quell’angelo, il Dottore saluta i suoi due nuovi amici e si rimette in viaggio. La sua mente è già puntata verso la sua nuova avventura, non sarà certo fra le più semplici.

È convinto, in ogni caso, che rivedrà quei due, ma ora ha una nuova destinazione sulla sua lista.

Non è il più ospitale dei luoghi, di certo uno dei meno felici e il tempismo per quella missione è davvero tutto.

***

Barty Crouch Junior non è certo il mago migliore che si possa conoscere, anzi é in assoluto uno dei più oscuri. Non è quindi una sorpresa che al momento si trovi rinchiuso in cella. Stenta ancora a credere di essere nuovamente finito nell'oscura prigione dei maghi Azkaban. Stava andando tutto bene, finalmente era riuscito a servire il suo Oscuro Signore, era riuscito a portargli Potter con uno stratagemma ingegnoso. Per le mutande di Merlino, era stato in grado di insegnare per un intero anno ad Hogwarts sotto mentite spoglie, senza che nessuno se ne rendesse conto! Aveva recitato il suo ruolo in modo magistrale. Ora, invece, è in una piccola cella disgustosa, le cui pareti erano ricoperte di chissà quale melma, con una condanna, ancora più terribile della precedente, che gli pende sul collo. La sua smania di provare a uccidere Harry Potter, allontanandolo da Silente, è stato un passo falso che gli costerà caro.

Quelle rivoltanti creature si stanno avvicinando, Barty può già sentirne il gelo pervadergli le ossa.
Ma il Mangiamorte è pronto ad affrontare impavido il suo atroce destino. Il suo pensiero vola costantemente al suo Signore Oscuro. Gli ha ridato una forma, non è più un neonato. Ha un corpo suo ed è sicuramente bellissimo. Il suo Padrone è sempre bellissimo, lo era anche con il corpo di quegli inutili Babbani.
Lui non si pente di niente, attende il suo carnefice con un ghigno maniacale sul volto, fiero di aver servito il suo Padrone e Maestro fino all’ultimo.

Il Marchio Nero. Il suo ingresso nei Mangiamorte. La magia oscura. La sua prima tortura. Il suo primo anatema che uccide. Il suo salvataggio dagli abusi del padre ad opera del suo amato Signore Oscuro. L’orgoglio di essere stato scelto da lui per l’importantissima missione del Torneo Tre Maghi, che lui ha portato a compimento. La sua rivalsa su quel padre che gli ha rovinato la vita.
Tutti ricordi felici che un Dissennatore è pronto a togliergli.

L’orrendo mostro è già fluttuato nella sua cella, quando viene infastidito da una luce più abbagliante di un Patronus, accompagnata da un rumore ripetitivo e da un leggero vento che si è alzato tutt’intorno.
Sia Barty, sia il Dissennatore osservano i contorni di quella che sembra una cabina telefonica blu delinearsi fino a diventare una realtà solida.

Le porte della cabina si spalancano e ne esce rapido uno strano individuo, che sembra la copia esatta del Mago Oscuro, fatta eccezione per l’abbigliamento, la pettinatura e l’espressione meno maniacale, ma comunque altrettanto determinata.

Il Dissennatore scivola più avanti, desideroso di sfamarsi anche di questo individuo, lasciando momentaneamente perdere il Mangiamorte per avventarsi sull’elemento disturbante, ma sembra confuso, come se ci fosse qualcosa che non va. Allunga una mano putrida fuori dal mantello nero di cui è totalmente ricoperto.
La differenza è che il nuovo venuto sembra essere del tutto a suo agio mentre l'orrida creatura cerca di avvicinarsi al suo viso, sembra non essere stato per niente colpito, resistendo senza nemmeno molta fatica, mentre infila la mano in tasca alla ricerca di qualcosa. Ne tira fuori uno strano bastoncino metallico. Come se una bacchetta fosse stata unita a qualche strano oggetto babbano.

- Io capisco che tu debba fare il tuo lavoro, ma io devo fare il mio e, sai com’è, lui mi serve vivo!- esclama lo strano individuo, prima di fare un passo avanti contro il Dissennatore, puntando la sua bacchetta metallica contro, il braccio teso dinanzi a sé, lo sguardo posizionato a filo con la mano che tiene il bastoncino. Il cappotto sembra quasi muoversi nel movimento fatto, i capelli altrettanto sembrano essere stati mossi da un qualche vento. La bacchetta ora emana una piccola, ma alquanto potente luce blu.

Almeno quella è l'impressione che ha Barty ancora lì in piedi in un angolo. Non è del tutto sicuro se finalmente é arrivato un angelo oscuro a salvarlo o se il suo Signore é in qualche modo riuscito a venirlo a salvare. I suoi occhi si sono sgranati a quella vista celestiale. Manda giù. É un idiota, é ovvio che il suo Signore é l'angelo oscuro venuto a salvarlo.

È questione di attimi e il Dissennatore si accascia sul pavimento, inerme, senza muovere più nemmeno una parte del suo mantello.
Lo strano individuo si rivolge a Barty, che ancora non ha detto una sola parola.

-Andiamo, Barty!- lo esorta, indicandogli la cabina e il Mangiamorte non se lo fa ripetere, correndo dentro con lui.

Barty non sta a chiedersi perché una volta entrati in quella piccola cabina, tutto all'interno sia notevolmente più spazioso, non gli è nuovo. Gli incantesimi di espansione sono normali nel mondo dei maghi, certo di solito non sono così espansi, ma ancora é normale.
Gli importa solo di avvicinarsi a quello strano individuo, che sta premendo tasti e leve apparentemente a caso su una console.

-Grazie infinite, mio Signore Oscuro!- si prostra ai suoi piedi, baciandogli la Converse bianca destra.

-Cosa, cooosaa, COSA?!- si volta verso di lui l’altro, profondamente sconcertato, la fronte che si aggrotta nuovamente e la bocca che si apre leggermente. Possibile che lo sconvolgano tutti, ultimamente?

-L’ho capito che siete Voi, Padrone. - gli sorride il mago, restando rispettosamente inchinato. -Trovo estremamente geniale, aver confuso tutti, assumendo la Pozione Polisucco, sono profondamente onorato di vedervi con le mie fattezze e… come siete riuscito a piegare la Stanza delle Necessità al vostro volere? Oh, che domanda idiota, Voi potete tutto. Punitemi per la mia insolenza!-

Probabilmente l’altro lo preferiva quando non parlava. Sbatte le palpebre per qualche momento cercando di ricollegare le informazioni.

Quindi mi ha scambiato per…? Oh!

-Hey, hey, ferma, frena, stai prendendo un granchio colossale. Non sono il tuo Signore Oscuro!- si decide a metterlo al corrente. -E, ti prego, alzati, così mi metti solo in imbarazzo.-

Barty fa come gli è stato detto e lo osserva confuso. Se non è il suo Signore Oscuro allora chi é?

-Non sei il mio Signore Oscuro?- domanda, un po’ deluso.

-Signore sì, ma del Tempo. Però puoi chiamarmi Dottore!- sorride affabile l’altro.

Barty continua ad osservarlo, non ancora del tutto convinto, la lingua che gli esce dalle labbra socchiuse, a scatti nervosi, per il suo tentativo di concentrarsi.

- Potresti smetterla di guardarmi così? - domanda il Dottore, un po’ a disagio.

- Sicuro che non sei nemmeno un po’ oscuro? Io dico di sì, c’è qualcosa in te, lo sento… - mormora l’altro, avvicinandosi nuovamente, come se avvertisse la potente energia che emane.

Il Dottore si chiude in qualche momento di silenzio, facendosi un’auto-analisi : c’è un motivo se lo chiamano La Tempesta in Arrivo. E quello che aveva fatto a Gallifrey? L’ultimo sterminio dei Dalek, così totalitario? Okay, forse non era dipeso direttamente da lui, ma comunque da qualcosa che aveva creato e quindi era insita in lui. E tutte le volte che aveva preso decisioni drastiche, imponendo a volte le sue scelte con un'attitudine non certo solare?

- Beh, sì, forse, a volte. Ma solo un po’ - riconosce, con tono mesto.

Barty pare illuminarsi, con la follia che gli luccica negli occhi.

- Sì, sì! Lo sapevo! Allora per me sarai il mio Signore Oscuro… numero due. - sogghigna, soddisfatto.

- Ti ho già detto che preferisco che tu mi chiami Dottore.- alza gli occhi l’altro, prima di cambiare argomento.

- Hai fame? -
- Non mangio da tre giorni. - replica il prigioniero appena evaso.

- Là in fondo ci sono delle torte… -

Il tempo di indicargliele e Barty ne sta già tenendo in mano due fette per tipo, mangiando ingordo.

- Da Mangiamorte a Mangiatorte, eh? - si diverte a prenderlo in giro il Dottore.

In una situazione più ordinaria, Barty avrebbe fatto passare la voglia di fare gli spiritosi a chiunque gli si fosse rivolto così; ma non lo fa, non tanto perché è sprovvisto della sua bacchetta, anche la violenza fisica potrebbe far ricevere il giusto messaggio in modo forse anche più appagante. Barty non lo fa perché in fondo ne è divertito, tanto da mettersi a ridacchiare.

Gli piace quello strano individuo con il suo stesso aspetto, ma un carattere diametralmente opposto.
In fondo è pur sempre il suo salvatore, il suo Signore Oscuro numero due.

- Prima mi salvi, ora mi sfami… ci dev’essere qualcosa sotto. Che cosa vuoi da me? Perché sono qui? - si insospettisce il Mago Oscuro, finendo il suo pasto.

- Qui ti volevo! - sogghigna il Dottore, estraendo dalla tasca la sua fidata carta psichica.

Dovrebbe informarlo del vero motivo, ma non resiste alla sottile tentazione di giocare un tiro mancino al suo compagno di viaggio che si ostina ad affibbiargli quell’appellativo che proprio non gli va a genio.

- Leggi, è la ragione per cui ora sei qui - lo informa, allungandogli la carta.

A Barty non resta che leggere, ma le informazioni che apprende non gli piacciono affatto.

- Sei un Ministro della Magia venuto a prelevarmi per portarmi in un posto di isolamento su misura per me, peggiore di Azkaban, con una condanna peggiore del bacio di un Dissennatore?- gli chiede sconvolto

"Davvero esiste qualcosa di peggiore?”si chiede, decidendo che lì non vuole passarci un secondo di più, dovesse aprire le porte di quella cabina telefonica/astronave in pieno volo.

Un momento, stiamo volando? E senza scope?” riflette.

Vedendolo agitarsi come un leone in un’arena il Dottore decide di intervenire prima che sia troppo tardi.

- Scherzetto! Non è vero niente. Niente nuova prigione, niente isolamento e sono quanto di più lontano ci possa essere da un Ministro della Magia… te l’ho solo fatto credere, è uno dei miei trucchetti!- gli rivela, battendo la lingua contro i denti, divertito come un bambino che ha ideato la più infida delle marachelle.

Dapprima Barty lo fulmina con lo sguardo, poi si calma, infine scoppia a ridere.

- Lo vedi che un po’ oscuro in fondo lo sei?- ammicca verso di lui.

- Sì, lo ammetto, ho giocato un po’ sporco…. scommetti che ora mi faccio perdonare? -

- Un altro trucchetto? - lo scruta diffidente il mago.

- Dimmelo tu… - replica misterioso il Dottore, andando a recuperare qualcosa che ha nascosto vicino alle torte. - E se ti dicessi che prima di venire da te ad Azkaban ho provato a fare un salto nell’ufficio di Silente? -

- Perché mai dovresti essere andato nell’ufficio di Sil… oh!- comincia a capire il Mangiamorte, con il volto che gli si illumina in trepida attesa.

- Perché aveva qualcosa che ti appartiene… di cui ora detiene solo una copia che ha il solo scopo di non destare sospetti. - gli dà conferma il Dottore di quello che già in cuor suo si augurava il mago oscuro. - Ti prego, non farmene pentire. - conclude, allungandogli la bacchetta.

In legno, lunga e affusolata, con quello che sembra un serpente che si avvinghia lungo l’impugnatura. È proprio la sua bacchetta. Barty la riconoscerebbe fra mille e non appena la impugna avverte nuovamente quella piacevole sensazione di potere, un’energia rinnovata che scorre nelle sue vene.

-È solo in caso di difesa. Non torturerai, né soprattutto ucciderai nessun Babbano innocente con quella! - lo redarguisce il Dottore.

Non sa leggere conferme rassicuranti nel sorrisone maniacale che gli sfodera Barty, sa solo che vuole provare a fidarsi.

***

È incazzato, Jessica non gli dà ascolto! Quella dannata ragazzina è riuscita a sfuggirgli! Di nuovo! Quant'è ironico che si sia proprio innamorato della ragazza che non ne vuole sapere di essere controllata da lui? Probabilmente, se ci riflette bene, è proprio questo che lo attira di lei. Ha una personalità tanto potente da riuscire a tenergli testa, come una combattente. Ecco perché è perfetta per sedersi al suo fianco. Un giorno lei lo amerà, di questo ne è certo!

Passa lo sguardo sulla folla attorno a lui, percepisce che c’è qualcosa che non va. È come una piccola interferenza. Sicuramente Jessica si trova da qualche parte lì in mezzo.
Ma l'energia è diversa. Invece di rigettare sembra stare richiamando i suoi poteri psichici, come se volesse essere controllato. Killgrave ghigna divertito, lo sguardo che vola fra le persone lì intorno.
Qualcuno può essere così bisognoso da richiedere di essere governato? È curioso come lo è il rigettare di Jessica.

-Vieni avanti.- Mormora, fermandosi in mezzo a tutti, un ghigno sulle labbra.

La folla pare aprirsi mentre un uomo moro dai capelli lunghi e la barba nera a punta con tanto di baffi dello stesso colore si fa avanti, una giacca di pelle che non gli copre il petto, anzi che è aperto come a volerlo mettere in mostra e i pantaloni anch'essi di pelle aderenti.

-Chi sei?- chiede Killgrave, facendo dei passi avanti e girandogli attorno.

-Peter Vincent, il grande cacciatore di vampiri.- risponde quello, lo sguardo leggermente perso nel vuoto, mentre con movimenti decisi si inizia a levare la parrucca nera, per mostrare sempre più un aspetto identico a quello dell'uomo in porpora che gli sta fottendo il cervello.

La barba e baffi finti arrivano solo per secondi, ma lascia l'eyelyner e l'orecchino finto. É assurdo come il suo aspetto si modifichi velocemente con quei due semplici passaggi. Sotto alla parrucca, infatti, i suoi capelli sono decisamente più corti e il volto senza la barba e i baffi finti resta glabro.
Kevin non può fare altro che osservare incuriosito da tanti cambiamenti. Deve ammettere che l'altro per quanto strano sia un soggetto alquanto curioso.
Il sopra citato uomo aggrotta le sopracciglia, non ha mai sentito parlare di vampiri e ancor meno di cacciatori di vampiri, se non si considera l'impero di Dracula in Transilvania, ma quei vampiri non se ne vanno a passeggiare per le Americhe di solito e sono un problema che gli Avengers affrontano normalmente, non certo piccole creature come questo essere.

-Da dove provieni?- chiede, irritato, iniziando a sondare la sua mente. È facile per qualcuno con poteri psichici come lui. - Qual è la tua storia?-

Come un automa, Peter gli racconta il grande terrore che riversa per i vampiri che ha incontrato da bambino e che ancora si stanno affacciando sul suo presente.

- Ci sono cose ben peggiori dei vampiri, ad esempio... me.- ghigna Killgrave, andando avanti. - Non mi hai ancora detto da dove provieni e che ci fai qui?-
-Non lo so. Stavo facendo uno spettacolo di magia quando sono scomparso e mi sono ritrovato qui.- risponde l'altro, sempre monocorde. Un illusionista, quindi?

Magari… tenendo conto della perfetta somiglianza, Killgrave avrebbe potuto sfruttarlo per riconquistare la sua Jessica. Se avesse pensato che fosse morto sicuramente avrebbe abbassato la guardia e lui sarebbe potuto entrare nella sua mente e costringerla ad amarlo… Un piano eccellente.

Peter Vincent avrebbe qualcosa da ridire su quel piano, se solo sapesse che cosa ha in mente l'altro.
Se solo sapesse che quel piano esiste.
Dietro la sua rigiditá sta maledicendo la propria sfortuna. Una volta che le cose sembravano stare andando bene...! Era in pieno spettacolo, in uno dei momenti clou, dove fare sparire qualcuno. Aveva deciso di svolgere lui stesso l'esperimento ed era finito… lì? Lì dove, poi? L'unica cosa che ha capito subito è che non si trovava più al chiuso. Per concludere la propria sfortuna una voce molto familiare, se non fosse per quel marcato accento Britannico, si è impadronita del suo cervello ed ora si ritrova dinanzi a un uomo identico a se stesso. Se quella non si puó definire sfiga!

TBC

Com'è ? Abbastanza folle? XD Fateci sapere quel che vi frulla per la testa ^^ E ancora non avete visto nulla! ;) Alla prossima! a presto...
   
 
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