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Autore: Babbo Dark    07/05/2020    1 recensioni
Peter Hale compie mezzo secolo di vita e il Branco gli organizza una festa, peccato che il vecchio lupo vada incontro a una crisi di mezza età...
Tratto dalla storia:
"I due rimasero a bocca aperta nell’osservare lo “spettacolo” che avevano di fronte: Peter con i capelli verdi e gli occhiali a specchio stava suonando la batteria vestito nel modo più bizzarro possibile. Un’aderente maglietta giallo fluorescente faceva bella mostra di sé sul torace del lupo mentre le gambe erano fasciate da dei jeans neri alla pinocchietto, strappati qua e là; i piedi erano coperte da delle Nike bianche ma la cosa che, più di tutto, sbalordì Derek fu l’incredibile quantità di piercing presenti sul corpo dello zio: il padiglione dell’orecchio era forato in più punti, nel lobo erano inseriti tre orecchini con diamantino mentre su entrambe le sopracciglia, rigorosamente ad ali di gabbiano, si trovavano due anellini di metallo. Il ponte del naso era ornato da un piccolo piercing che, probabilmente, lo trapassava da parte a parte; sulla narice destra si trovava una piccola pallina arancione e sul labbro inferiore erano presenti ben tre anelli dorati!"
Buona lettura!
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Peter Hale, Stiles Stilinski
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The DarkStar Cronicles'
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Note iniziali: sinceramente, non so da dove sia uscita questa… Roba! Come per le altre fanfiction della serie “The DarkStar Cronicles” anche questa è stata ripescata nel mio vecchio PC, così l’ho riletta e corretta (che fa pure rima!) e pubblicata; buona lettura!
Babbo Dark


 

The DarkStar Cronicles - Buon compleanno zio Peter!
 
 


Nella sua lunga e folle vita, Peter Hale era sempre riuscito ad ottenere ciò che desiderava di più al mondo: il potere, il ritorno alla vita, dell’ottimo sesso occasionale e un aspetto estetico niente male; sì, Peter Hale era il licantropo più felice e appagato dell’intera umanità eppure quella dannata mattina qualcosa non andò nel verso giusto…

Di fatti, ogni nuovo giorno iniziava con una saettante erezione che richiedeva delle dolci ma soddisfacenti attenzioni eppure, in quel venerdì, non accade nulla di tutto ciò; Peter si svegliò, si stiracchiò e guardò in basso, notando la totale assenza di una qualsiasi forma di vita. Niente. Il suo lupetto se ne stava placidamente addormentato sotto le lenzuola, in letargo, e se inizialmente Peter ignorò la cosa con il passare del tempo la situazione divenne sempre più problematica; giorno dopo giorno notava nuovi segni del tempo trascorso, come i capelli che si stavano imbiancando sempre di più, ma non appena sgrano gli occhi la situazione peggiorò ulteriormente. Il suo volto venne immediatamente percorso da numerose rughe d’espressione a cui non aveva mai fatto troppo caso e, come se tutto ciò non fosse sufficiente, quando si fiondò sotto il getto della doccia notò nuove macchie scure sulle sue spalle e, soprattutto, i propri peli pubici ingrigiti. Quell’evento lo spedì dritto dritto verso un baratro di non ritorno; segretamente cominciò ad acquistare numerosi prodotti di bellezza, dalle creme alle maschere, e prese a frequentare i migliori centri estetici della città affinché dei massaggiatori si prendessero cura del suo giovanissimo corpo.

I giorni passarono lentamente ma nulla di tutto ciò servì al suo scopo, il tempo stava proseguendo senza sosta e lui stava perdendo; non c’era nulla che potesse fare per risolvere la situazione, si rifiutava di ricorrere a una banale tinta per mascherare la cosa eppure non riusciva più a vedere la luce sul fondo del tunnel. Peter Hale stava invecchiando… “Possibile che alla giovane età di 50 anni un uomo perda tutta la sua bellezza?!” pensò furibondo una mattina e, quando notò che per l’ennesima volta il suo risveglio non era stato accompagnato con un rigoglioso alzabandiera, decise d’intervenire; provò ad accarezzarsi dolcemente, pensando a Melissa o Noah visto che erano i suoi soggetti erotici preferiti, e vide una serie di video porno ma nulla, nulla!, il suo lupetto rimase perfettamente immobile.

Velocemente digitò su Google i sintomi principali della sua età e quasi svenne quando lesse che, uno dei disturbi di quell’età, era la disfunzione erettile. Inizialmente non diede peso alla cosa perché, andiamo!, non era proprio possibile che un licantropo promiscuo come lui dovesse abbassarsi al tempo! Sospirando e rinunciando ai suoi propositi, si alzò dal letto e si preparò per poi recarsi centro commerciale per rifocillarsi di creme, oli e maschere di bellezza, dirigendosi al centro estetico quando finì i suoi giri, desiderando di farsi coccolare come un bambino; quando rientrò nel loft, però, venne colto di sorpresa da un coro di urla che gli augurarono buon compleanno.

Tutto il Branco si era riunito; sul tavolo primeggiava una gigantesca torta sulla quale era disegnato un lupo grigio con sotto la scritta “Buon compleanno, vecchietto! Sono 50, tondi tondi!”.
 
 
 

«Che sorpresa…» sussurrò Peter fingendo un sorriso; perché non aveva avvertito l’odore di quel gruppo di mocciosi?! Possibile che i suoi sensi lupeschi lo stessero abbandonando?!

«Esprimi un desiderio, zio!» esultò Cora mentre prendeva una macchinetta digitale.

«Niente cose pericolose.» intervenne Derek con nonchalance per poi abbracciare il suo ragazzo.

«Tranquillo, non sono più l’alpha pazzo di una volta!» esclamò con il solito entusiasmo Peter.

«Esatto!» gli diede corda Lydia «Adesso è solo pazzo.» disse ridendo sguaiatamente e facendolo imbronciare.
 
 
Peter sbuffò e soffiò sulle candeline, strizzando gli occhi al coro di applausi e congratulazioni che si levò dai presenti; così, mentre Kira stava tagliando la torta, il resto del Branco lo fece accomodare sul divano del loft per poi passargli i suoi regali. Ora, di certo non si aspettava un biglietto aereo per le Maldive ma neanche quel pattume! Melissa gli aveva regalato un paio di magliette nere con lo scollo a V, un biglietto per la prossima partita di baseball da parte di Noah, Stiles e Derek gli avevano acquistato un cellulare nuovo mentre il resto del Branco aveva messo insieme dei soldi per procurargli un nuovo PC portatile; con una pazienza che non pensava di avere, Peter sorrise e ringraziò ognuno di loro per poi cominciare a mangiare la sua fetta di torta. Tra un boccone e l’altro il licantropo ripensò a tutta la sua vita; da giovane era conosciuto come Peter -il gentleman- Hale ma poi, con l’incendio e tutte le cause che portò, divenne Peter -psicopatico- Hale ma adesso? Peter -prossimo alla pensione- Hale?

Quando i presenti se ne furono andati, Peter uscì dal loft e decise di camminare per il centro della città osservando invidioso i giovani passeggiare allegramente per le strade, baciarsi in ogni angolo buio e stupidi ragazzini che sprizzavano voglia di vivere da ogni poro; passando davanti a un negozio di abiti, però, un’idea gli passò per la mente. Velocemente entrò nel negozio e si diresse verso il settore uomini, cominciando a scegliere il suo nuovo look; quando uscì s’incamminò per altri locali scegliendo di volta in volta nuovi oggetti per migliorare la sua figura.

Fu mezzanotte inoltrata quando la porta del loft si aprì silenziosamente e Peter rincasò, sistemando i suoi acquisti sul divano e poi montò in un angolo del salone la sua chicca: una batteria d’ultima generazione nuova di zecca; facendo scontrare le bacchette tra loro, diede il via al suo concerto personale. Derek e Isaac sobbalzarono sul proprio letto quando il rumore di tamburi e piatti suonati li fece ridestare dal loro sonno; il moro ringhiò il nome dello zio e si precipitò al piano di sotto, seguito subito dal biondo, ma quando finirono di scendere la scala a chiocciola i due rimasero a bocca aperta nell’osservare lo “spettacolo” che avevano di fronte: Peter con i capelli verdi e gli occhiali a specchio stava suonando la batteria vestito nel modo più bizzarro possibile. Un’aderente maglietta giallo fluorescente faceva bella mostra di sé sul torace del lupo mentre le gambe erano fasciate da dei jeans neri alla pinocchietto, strappati qua e là; i piedi erano coperte da delle Nike bianche ma la cosa che, più di tutto, sbalordì Derek fu l’incredibile quantità di piercing presenti sul corpo dello zio: il padiglione dell’orecchio era forato in più punti, nel lobo erano inseriti tre orecchini con diamantino mentre su entrambe le sopracciglia, rigorosamente ad ali di gabbiano, si trovavano due anellini di metallo. Il ponte del naso era ornato da un piccolo piercing che, probabilmente, lo trapassava da parte a parte; sulla narice destra si trovava una piccola pallina arancione e sul labbro inferiore erano presenti ben tre anelli dorati!
 
 
«Piccolo lupo!» cantò il punk-mannaro indicando uno shoccato Isaac «Vieni con meeeeee! Io ti porteròòòò tutte le bambole che vorrai!» i due lupi si tapparono le orecchie e, con un balzo, Derek si avvicinò allo zio e distrusse completamente quello strumento di tortura.

«COSA. CAZZO. STAI. FACENDO?!» sbraitò Derek illuminando le iridi.

«Ehi, Giurassico!» lo riprese lo zio sollevando le sopracciglia e sgranando gli occhi «Che minchia fai, eh? Io stavo suonando!» disse indicando con le mani ornate da numerosi anelli il rimasuglio della sua nuova batteria.

«Quella era una tortura…» rise Isaac ma, a giudicare dal ringhio di Peter, capì che la sua ironia non era stata colta.

«Giurassico a chi?!» sibilò invece Derek, corrucciando le sopracciglia e sospirando rumorosamente.

«A te, Giurassico! E tu, Riccioli d’oro, ti va di fare bisboccia tutta la notte con me? Night Club, lucciole, passerine che sventoleranno sul nostro bel naso da lupi il loro bel culetto, yeah!» disse tirando fuori la lingua e facendo le corna verso l’alto.

«Hai il piercing sulla lingua!» disse Derek sgranando gli occhi.

«Certo, Giurassico, e se proprio vuoi saperlo ce l’ho anche sul capezzolo e sul mio lupetto!» disse verso il nipote che alzò un sopracciglio.

«Lupetto?» domandò, purtroppo, Isaac e come risposta Peter si abbassò la zip, mostrando il suo membro a riposo e con un piercing ad anello sul glande; a quello spettacolo i due lupi distolsero lo sguardo e Derek folgorò il beta con lo sguardo.

«Bello eh?» chiese Peter dopo essersi ricomposto.

«Il piercing o… L’altro?» domandò Isaac deglutendo allo sguardo omicida del moro.

«Entrambi!» rise Peter «Allora? Questa bisboccia?» domandò osservando attentamente i due.

«Passo.» risposero in coro Derek e Isaac, facendogli roteare gli occhi.

«Giurassici!» sbuffò Peter sollevando lo sguardo «Allora chiamerò Stiles e Scott! Loro sì che vorranno divertirsi con me!» urlò e a quell’affermazione i due lupi sgranarono gli occhi.

«GIÙ LE MANI DAL MIO RAGAZZO!» urlò Derek mostrandogli le zanne.

«Non toccare Scott!» ringhiò Isaac illuminando le iridi.

«Pfff… Giurassici!» ripeté Peter prima di tirare fuori dei bonghi da chissà dove per poi cominciare a suonarli «Peter suona i bonghi mentre scende le scale!» disse uscendo dal loft e cominciando a scendere le scale ma, appena Derek si pizzicò il ponte del naso, udì una serie di tonfi e degli urletti «Mai suonare i bonghi mentre si scendono le scale!» cantò Peter continuando la sua marcia.
 
 
Derek, per tutta risposta, girò i tacchi e tornò al piano superiore, seguito da Isaac; l’Hale era convinto che, con le prime luci dell’alba, suo zio sarebbe tornato il classico Peter Hale. Niente di più sbagliato…
Quando Stiles aprì gli occhi erano appena le otto del mattino, la tiepida luce di giugno illuminava la stanza ma appena si voltò verso destra e per poco non morì a causa di un infarto: Peter se ne stava seduto sulla sua sedia girevole, un amorevole sorriso sul volto e vestito completamente di nero, fatta eccezione per un collare bianco che faceva bella mostra di sé sul tessuto nero.
 
 
«Dio, Peter!» urlò il ragazzo portandosi una mano sul cuore e respirando affannosamente per lo spavento preso.

«Esatto, Stiles, Dio…» rispose enigmatico l’uomo «Posso leggerti un passo del mio nuovo libro preferito?» disse alzando un grande libro dalla copertina marrone «La Bibbia.» disse annuendo alle sue parole; Stiles si fece cadere sul letto, le mani pressate sul volto e un gemito disperato che gli abbandonava la gola «In principio Dio creò il cielo e la Terra…» cominciò; il ragazzo sbuffò stanco e si apprestò a mandare un veloce messaggio al suo ragazzo, ordinandogli di recarsi a casa Stilinski per riprendersi lo zio. Una decina di minuti e alcuni salmi della Bibbia più tardi, Derek entrò dalla finestra e fissò furente lo zio «Nipote amato, perché non vieni anche tu qui ad ascoltare le parole dell’Altissimo?» domandò sorridendo dolcemente al mannaro.

«Al loft, ora!» ringhiò Derek entrando nella stanza del suo umano per poi indicare furentemente l’esterno dell’abitazione con un braccio teso.

«Nipote, la violenza porta solo altra violenza!» rispose Peter ma Derek si avvicinò lo stesso allo zio, se lo caricò sulle spalle e scese le scale, ignorando lo sguardo confuso dello sceriffo.
 
 
Purtroppo il resto della giornata passò lentamente; Peter non faceva altro che parlare di religione, di cristianità, di salvezza dell’anima… Più volte il maggiore degli Hale aveva criticato il comportamento “inappropriato” del nipote e del beta nei confronti delle loro dolce metà, affermando che il rapporto sessuale doveva essere consumato solo ed esclusivamente dentro il matrimonio. Più volte Derek desiderò dar fuoco a quel libro e soprattutto a suo zio, di nuovo; durante l’allenamento pomeridiano del Branco, però, Peter sparì nel nulla per poi ricomparire un paio d’ore dopo. Il mannaro indossava degli occhiali circolari, di colore viola, una maglia troppo larga con i colori dell’arcobaleno e dei pantaloni di iuta a zampa d’elefante; sulla fronte era presente una fascia per capelli mentre in spalla portava una vecchia chitarra classica.
 
 
«No, questo non è possibile…» sbuffò infastidito Derek mentre si massaggiava le tempie.

«Fratelli lupi…» cominciò Peter allargando le braccia «Queste costruzioni umane limitano la nostra natura! Dobbiamo ribellarci allo schiavismo umano, alla fetida immagine che hanno di noi!» esclamò osservando attentamente Derek e Isaac.

«E cosa vorresti fare, sentiamo?» domandò un divertito Isaac.

«Corriamo nudi nel bosco, fratelli, e ululiamo alla Luna!» disse il più anziano degli Hale esultando «Poi accendiamo un falò e, mentre suono questo strumento meraviglioso, parliamo delle nostre emozioni.» dalle spalle, il mannaro tirò fuori una nuova chitarra classica e prese a strimpellarla.

«Ehi, fratello, perché invece non torni il vecchio te?» domandò Derek incrociando le braccia al petto «Sai, il vecchio Peter sociopatico…» disse alzando le spalle.

«Fratello, aprì la mente!» urlò sconvolto Peter «Fratelli miei, liberate in lupo che è in voi!» disse oltraggiato e con rapidi gesti i suoi vestiti finirono al suolo e, con disinvoltura, si sedette sul divano per poi strimpellare una canzone qualunque.

«COSA. CAZZO. STAI. FACENDO.» sibilò Derek osservandolo sconvolto e disgustato.

«Suono, fratello…» rispose semplicemente lo zio.

«NUDO sul mio divano?» domandò nuovamente Derek con le iridi illuminate di blu.

«Il corpo del lupo è un dono della Luna, fratello! Non vergognarti del tuo corpo! Liberati di quelle barriere che ti hanno imposto gli uomini!» rispose Peter gesticolando.

«È normale che, in questo loft, nessuno riesca a tenersi i pantaloni addosso?» domandò Isaac sbuffando.

«È normale che IO sia costretto a vedere i genitali di mio ZIO?!» sbraitò di rimando il nato lupo.

«Voi finti lupi siete la vergogna della nostra specie!» urlò Peter alzandosi dal divano «E adesso, con il vostro permesso, andrò ad adorare la Luna per conto mio.» con quelle parole l’ex alpha si alzò dal divano e si recò verso la porta del loft, rigorosamente nudo, per poi uscire e dirigersi chissà dove.
 
 
I due beta rimasti si lanciarono una fugace occhiata per poi sospirare e seguire l’uomo, non era saggio lasciare che un Peter nudo e ancor più sociopatico del normale vagasse per Beacon Hills senza nessuno che potesse intervenire in caso di necessità; purtroppo il più anziano degli Hale era scomparso nel nulla e, a causa della pioggia battente che si stava riversando sulla radura, gli odori e i suoi erano ovattati e difficilmente distinguibili. Fortunatamente il cellulare di Derek squillò, rivelando ai due che Peter era stato arrestato dallo sceriffo e che adesso si trovava alla centrale di polizia; sbuffando, i due fecero dietro front e tornarono al loft per poi salire sulla Camaro per dirigersi verso la stazione di polizia. Fortunatamente Noah aveva chiuso un occhio sulla faccenda, permettendo al giovane Hale di riportare suo zio al loft dove, sperava, sarebbe tornato normale. Il giorno dopo Derek si svegliò di buon umore: per tutta la notte suo zio non aveva dato problemi, Isaac si era rintanato nella sua camera per chattare con Scott e Stiles si sarebbe presentato al loft per una lunga sessione di coccole e baci; il nato lupo si fece una doccia rapida e si preparò al meglio per poi scendere in soggiorno e salutare suo zio Peter che stava dividendo della cocaina in parti uguali. Derek sgranò gli occhi, si voltò rapido verso il tavolino e con poche falcate si avvicinò al più vecchio degli Hale, intento a tagliare abilmente la droga.
 
 
«CHE CAZZO STAI FACENDO?!» tuonò Derek conficcandosi gli artigli nei palmi per evitare di usarli contro il parente.

«Non si capisce?» domandò di rimando Peter ma, quando stava per aprire bocca, la porta del loft si aprì e Stiles fece il suo ingresso con uno smagliante sorriso sul volto.

«Ciao Sourwolf!» esclamò avvicinandosi al fidanzato per poi regalargli un dolce bacio a fior di labbra «Ciao Peter…» disse timoroso il ragazzo osservando il mannaro pusher.

«Stiles!» esultò l’uomo sollevando il volto e sorridendogli entusiasticamente «Stavo cercando proprio te!» disse prendendo dei sacchetti di plastica per poi infilarli nelle tasche del ragazzo «Adesso vai al liceo e vendi questa polvere della felicità a tutti quelli che incontri, ok? Però mi raccomando, 50$ a bustina.» disse sventolando l’indice davanti al volto del ragazzo.

«PETER!» urlò Derek.

«SEI IMPAZZITO PIÙ DEL SOLITO!» sbraitò, invece, Stiles «MIO PADRE È LO SCERIFFO E TU VUOI FARMI SPACCIARE DROGA?!» disse gesticolando animatamente e gettando i sacchetti sul tavolo.

«Che c’è di sbagliato?» chiese Peter alzando le spalle.

«TUTTO!» risposero in coro i due innamorati.
 
 
Peter sbuffò e, mentre Derek lo trasportava con forza nella sua stanza, Stiles si occupò di buttare nello scarico del water tutta la cocaina per poi ripulire il tavolo; purtroppo, però, Peter uscì dalla finestra e fece perdere le sue tracce per tutto il resto della giornata. Il Branco, preoccupato, si recò da Deaton ma quest’ultimo, oltre a farsi delle grasse risate per la situazione, non poté aiutarli visto che nessuna influenza lunare, o sovrannaturale, si stava riversando sul mannaro; quando Derek e Stiles tornarono al loft sospirarono di sollievo nel vedere Peter vestito in modo normale. La T-Shirt bianca con lo scollo a V e dei jeans aderenti facevano bella mostra di sé sul suo corpo ma appena i due voltarono lo sguardo verso la parete ebbero reazioni diverse: Stiles si lamentò, mentre si portava una mano sugli occhi, e Derek si massaggiò le tempie con fare nervoso; attaccato alla parete del loft si trovava un nuovo dipinto.


«Peter…» sussurrò Stiles massaggiandosi pesantemente le palpebre.

«È bellissimo, vero?» domandò Peter orgoglioso.

«Cos’è.» disse diretto Derek corrucciando le sopracciglia.

«Siamo noi!» rispose Peter con fare offeso «Non vedi? Questo bellissimo sono io, questa è Cora e questo qui sei tu!» disse indicando le varie figure che primeggiavano sulla tela blu «E poi ho scritto il nome sopra, non vedi?» disse indicando tutti i nomi presenti sulle teste delle figure.

«E fai così schifo a disegno?!» esclamò Stiles gesticolando «Sembra che sia stato un bambino di tre anni a disegnare questo coso!» disse indicando il quadro con il braccio.

«Ho usato Paint.» sibilò il nato lupo «E poi l’ho portata a stampare, l’ho incorniciato e l’ho appeso!» spiegò incrociando le braccia al petto.

«Ti prego…» sussurrò Derek «Torna normale!» disse alzando la voce.

«Normale?» chiese lo zio alzando le sopracciglia.

«Sì, normale!» esclamò Stiles «Il Peter pazzo psicopatico che lancia le frecciatine a tutti quanti!» Peter sospirò rumorosamente e indurì lo sguardo prima di farlo saettare da un ragazzo all’altro e viceversa.

«Chiedetemi scusa.» disse Peter increspando le sopracciglia.

«E per cosa, scusa?» domandò furentemente Derek «Dovresti essere TU a chiederci scusa per tutto quello che ci hai fatto passare in questi giorni!» sbraitò illuminando le iridi.

«Per la festa, Sai che odio far sapere la mia età.» rispose il nato lupo.

«Ma cosa cazzo stai…» disse Derek venendo poi interrotto da una mano di Stiles posata sul suo petto.

«Ti chiediamo scusa, Peter, per averti fatto festeggiare a forza il tuo compleanno.» disse il ragazzo sorridendogli fintamente.

«E…» continuò Peter alzando le sopracciglia.

«E non lo faremo mai più.» puntualizzò il ragazzo.

«Ora va meglio!» esclamò Peter sorridendo «Vado di sopra a dormire! Tutta quest’attività cerebrale mi ha stancato… Notte e non fate troppo rumore!» disse salendo le scale a chiocciola.

«Un momento…» sussurrò Derek increspando le sopracciglia «Tutto questo era una farsa?!» sbraitò fissando la schiena dello zio.

«Certo!» sorrise suo zio fermandosi sulle scale e voltandosi per incontrare il viso sconvolto e furioso del nipote «Dovevate subire la mia ira per avermi fatto sentire vecchio! E quale punizione migliore di una mia crisi di mezza età?» domandò sorridendo «Buon riposo!» esclamò riprendendo a salire, sbadigliando rumorosamente.
 

E con quelle parole Peter sparì al piano superiore, lasciando uno Stiles frustrato ed un Derek furibondo; il castano informò il resto del Branco per poi buttarsi tra le braccia del suo Sourwolf e baciarlo con tutto l’amore che provava.
 
 
   
 
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