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Autore: Himeno    07/05/2020    3 recensioni
La vita continua ma questa volta i protagonisti nn saranno quelli che conosciamo noi ma i loro figli che dovranno salvare Wonder da un triste destino. Spero che gradirete questa ff come il suo precedente "Amore Eterno" baci da BlackRose91^^
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Amore Eterno'
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Capitolo 24

 

 

Smeralda non aveva mai sentito così tanta tensione tra di loro. Erano passate un paio d’ore da quando avevano lasciato il pianeta Vinus e subito chiamarono i loro genitori per aggiornarli sul ritrovamento del secondo diamante. Fu una chiacchierata sbrigativa, suo cugino a malapena aveva spiccicato parola mentre sua sorella e Marion avevano cercato di sorridere in maniera rassicurante. Ma la principessa dai corti capelli turchese vedeva quanto invece avevano il morale a terra, come lei del resto. Quello successo alla festa aveva scosso tutti quanti e avevano finalmente compreso quanto pericolosa e di vitale importanza era la loro missione. Finora avevano giocato, avevano sottovalutato i pericoli perché troppo fiduciosi di sé e del Prominence. Si erano sentiti onnipotenti dopo aver sconfitto con facilità il potere oscuro nella prima tappa del loro viaggio e avevano pensato che le loro capacità erano sufficienti. Che terribile errore avevano fatto. Dovevano essere più determinati e non lasciarsi più sopraffare dalla paura. I loro amici, i loro genitori, l’intero universo contava su di loro. Mai come in quel momento avevano sentito il peso di una tale responsabilità sulle spalle. Quanto sciocchi erano stati.

Ma loro non erano gli unici a sembrare tristi. I loro genitori erano strani, non emanavano il solito calore in grado di rasserenare chiunque. E poi c’era il fatto che zia Fine era senza suo marito nel Regno Solare. C’era sotto qualcosa ma stando in un’astronave con anni luce di distanza era difficile scoprire cosa. Sospirò e si avvicinò a Desideria e a sua cugina che erano intente a guardare delle foto. Poomo, a quanto pare, aveva tirato fuori un album di fotografie risalenti al periodo dell’Accademia dei loro genitori. Sperava che con quello il morale del gruppo si sarebbe risollevato. Il folletto stava con Ruy a studiare la mappa galattica e ogni tanto guardava verso noi ragazze, preoccupato.

-Certo che papà è sempre stato bellissimo. Ci credo che era tra i più popolari della scuola.- disse con un pizzico di orgoglio, Marion. Era piacevole vedere attraverso quelle foto il passato dei genitori, di cui sapevano davvero poco. Negli anni, gli avevano fatto domande a riguardo ma loro avevano sempre risposto in maniera evasiva, come se avessero qualcosa da nascondere.

-Anche il nostro non scherzava di certo. Ancora adesso è tra i sovrani più affascinanti dell’universo.- rispose la principessa dai capelli biondo dorato.

-Oh guarda qui ci sono le nostre mamme con la zia Chiffon! A quanto pare non ha perso la sua aria saccente.- ridacchiò ancora la cobalto.

Smeralda passò lo sguardo dalle foto alle sue parenti e sorrise. Poi però notò che gli occhi di sua cugina si velarono di nuovo di tristezza. Vide la foto che stava osservando ma non capiva quel cambiamento di umore.

Nella foto c’erano Shade e Fine che si stavano scambiando un bacio sotto un arco di rose. Erano davvero carini insieme, assolutamente perfetti. Si vedeva che si amavano profondamente già allora.

-Che cosa c’è che non va, Marion? Gli zii qui sono davvero splendidi.- disse Smeralda sperando che lei si confidasse. Era da quando erano partiti che non faceva che sospirare e sembrava anche arrabbiata oltre che triste come il resto del gruppo. La principessa turchese scommetteva che c’entrava un certo principe. Forse vedere i suoi genitori così felicemente innamorati, gli aveva fatto pensare sui suoi sentimenti verso il ragazzo.

Fece cenno a sua sorella per avere un po' di sostegno. Desideria era più esperta di lei nell’accorgersi di queste cose quindi lo sapeva anche lei della situazione di Marion e, inoltre, comprendeva cosa voleva dire essere innamorate.

La bionda capì al volo e sorrise alla cugina. -Puoi parlare di qualsiasi cosa con noi, lo sai. Ti vogliamo bene e non vogliamo vederti così giù. Quello che è successo alla festa ha devastato tutti noi ma sospettiamo che questo tuo umore non è solo per quello.-

Marion avrebbe voluto non mostrarsi così fragile ma purtroppo era come un libro aperto per loro. Le parole del principe Alam ancora le bruciavano provocandogli dolorose fitte al cuore. Se prima non era sicura di essersene innamorata, nel provare tutto ciò ne aveva la conferma. Ma perché Cupido si era fatto avanti proprio con lei? Non le piaceva quella situazione, essere così debole e vulnerabile. Quanto avrebbe voluto tornare ai tempi che era ancora una bambina desiderosa solo di divertirsi con i suoi amici e parenti. Era tutto più semplice una volta.

Fece un respiro profondo poi si decise a parlare. Magari dopo averne parlato con le persone a cui vuole più bene, sarebbe stata meglio dopo.

-Prima… prima di ripartire, il principe Alam mi ha chiesto di parlare un attimo. A proposito di quello che era successo la sera prima. Lui… ecco… stava quasi per...- arrossì vistosamente.

-Baciarti? Vi ho visti. Eravate una bellissima coppia.- disse Smeralda.

-Sul serio? Ma è stupendo! Questo vuol dire...- disse Desideria emozionata ma il suo entusiasmo fu presto dissolto dalle parole della cugina.

-Un bel niente. E’ stato un errore nato da uno scherzo. Lui non prova quello che provo io.- disse amareggiata la principessa della Luna.

Le due sorelle si guardarono confuse.

-Ora vi spiego.- disse e cominciò a raccontargli cosa si erano detti quella mattina.

 

Si guardò allo specchio per la decima volta, non ancora sicura che poteva essere presentabile per il suo imminente incontro. Il principe Alam le aveva dato appuntamento in giardino ed era curiosa di sapere cosa voleva dirle. La sua dichiarazione l’aveva davvero scossa nel profondo, ancora sentiva il cuore battere all’impazzata nel ripensarci. Era molto triste per quello accaduto ieri al ballo e in quel momento voleva solo sentire altre parole uscire dalla bocca di colui che aveva scoperto di amare. Magari sarebbe riuscito a rassicurarla.

Lo notò subito vicino ai gigli e non le era mai parso più bello. Che strano effetto le faceva l’amore. Sentiva le guance calde e rosse e le mancò per un attimo il respiro nel contemplarlo.

Alam si girò e la vide avvicinarsi con un sorriso luminoso che non ricambiò.

La ragazza si fermò a pochi passi da lui e lo guardò confusa per il suo distacco. Stava per chiedergli di ieri sera quando le sue parole la bloccarono.

-E’ stato un errore.-

La confusione della principessa aumentò e con lei una sensazione fastidiosa alla bocca dello stomaco.

-C...cosa?-

-Mi dispiace di avervi messa a disagio ieri con le mie parole. Non ero in me.-

La consapevolezza cominciò ad arrivare e fu come ricevere uno schiaffo.

-Che vuol dire che non eravate in voi?- disse tornando anche lei al tono formale. Sentì come un gelo in tutto il corpo.

-Vedete… uno dei figli di un parente di mio zio voleva fare uno scherzo per attirare l’attenzione su di lui. E’ solo un bambino di cinque anni ma molto trascurato. Il solo modo che ha imparato a usare per farsi notare è quello di fare scherzi e creare trappole. Jaden non voleva fare del male a nessuno, non è cattivo.- cominciò a spiegare lui. E più andava avanti più la principessa sentiva il cuore spezzarsi.

-Insomma, per farla breve, ieri ha messo una delle pozioni magiche che mia zia conservava nella sua collezione privata in una delle bevande della festa. Io avevo preso quella bevanda a inizio serata e non mi ero accorto di niente. A quanto pare Jaden e quel mago avevano avuto idee simili per rovinare la serata ma con intenzioni diverse, ovviamente.-

-Che-che pozione era?-

Lui rimase a guardarla senza mostrare alcuna emozione. Sembrava il ritratto dell’indifferenza. Le stava provocando dolore e sembrava non importargliene niente. Le stava spiegando cosa era successo come se stesse parlando del tempo che faceva, senza mostrare un minimo di rimorso o di sofferenza.

-Una pozione d’amore. Io e altri lo hanno ingerito facendogli perdere la ragione per qualche ora. So che le mie scuse non servono a cancellare le parole di ieri. Sappiate solo che non avrei mai voluto infastidirvi o crearvi disagi in alcun modo. Spero che prima o poi riusciate a perdonarmi.-

Perdonarlo, diceva. Marion non seppe se ridere o piangere per l’assurdità della situazione. Si sentiva ridicola, una stupida per aver pensato che…

-Capisco… sì, capisco benissimo. Vi ringrazio per avermi messo al corrente della verità. In effetti, mi sembravate strano ieri. Non il famoso principe glaciale di cui avevo sentito parlare a scuola. Ora, noto con piacere che siete tornato in voi.- disse a testa china cercando di stamparsi un sorriso di circostanza.

Il principe sussultò leggermente e una scintilla di dolore apparve nei suoi occhi ma fu talmente veloce a nasconderlo che la ragazza non lo notò.

-Adesso, se volete scusarmi, dovrei andare. Abbiamo una missione da completare. Vi ringrazio per ciò che avete fatto per noi ieri e per il supporto che volete darci.- si inchinò per poi guardarlo dritta negli occhi. -Arrivederci.- salutò in maniera fredda e distaccata. Si girò senza più voler vedere il viso di lui e si allontanò. Tornò nella stanza degli ospiti e lì poté finalmente sfogare le lacrime che avevano premuto tanto per uscire.

 

-Oh Marion… mi dispiace tanto. I ragazzi sono proprio degli idioti.- gemette indignata Desideria. Ora sia lei che sua sorella provavano un grande rammarico per la principessa della Luna. Chi l'avrebbe detto che in quel ballo c'era stato anche questo impiccio? Bastavano già i guai che ci portava il mago oscuro senza che ci fosse messo un ragazzino dispettoso a rovinare la vita amorosa della cugina. Pensandoci, era sembrato strano a tutte che il rigido principe di Lunaria fosse diventato così intrepido per una sera. Sia Smeralda che Desideria, e perfino Ruy, avevano notato l'interesse che c'era tra i due ma la dichiarazione di lui era alquanto strana. Non era da Alam essere così diretto. All'Accademia, l'anno scorso, la principessa bionda aveva avuto le lezioni di musica insieme a lui e aveva potuto constatare di persona che tipo freddo fosse. Non riusciva proprio a capire cosa ci trovasse Marion in lui. Per Desy, Ruyuccio era molto meglio.

-Concordo.- disse Smeralda. E dire che gli erano sembrati così carini quella sera. Il principe Alam è proprio un cretino.

-Non è possibile...- esclamò Ruy vedendo esterrefatto il radar.

-Che fortuna, ragazzi!- quel bip era musica per le orecchie del folletto.

Le ragazze si guardarono confuse poi si avvicinarono alla schermata.

-Che succede?- chiese Marion.

-Abbiamo la posizione dell'ultimo diamante! Ci siamo!- disse Poomo e mise subito le coordinate per arrivare a destinazione a gran velocità.

 

Fine non riusciva a credere ai suoi occhi. Suo marito era come se lo ricordava, bello da togliere il fiato e l'aria di avere il mondo ai suoi piedi. Ma non era veramente Shade, in lui c'era ancora la malvagità suscitata dalla pietra nera. Quanto le mancava l'uomo di cui si era innamorata ma non poteva cedere. Doveva essere forte e cercare di farlo rinsavire. Ma come? Lei e sua sorella non potevano usare il Prominence, ormai ne erano i loro figli i possessori.

-Che diavolo ci fai qui? Finché sei in questo stato non sei il benvenuto nel Regno Solare!- disse Rein tenendo stretta la mano della sorella in caso le fosse venuto in mente di andargli incontro.

-Oh ma insomma. Adesso un marito non può nemmeno vedere se sua moglie incinta sta bene?- disse lui con un sorriso sghembo. Rein avrebbe voluto farglielo sparire a suon di schiaffi.

-Hai un bel coraggio. Sbaglio o hai anche creduto che il bambino in realtà fosse di Bright? Come ti sei permesso anche solo di pensare una simile disgustosa calunnia?- continuò la turchese digrignando i denti.

-Sorella, ti prego...- cercò di fermarla la rossa. Non voleva risentire quelle parole. Le facevano ancora molto male.

-La parte dell'indignata non ti si addice, Rein. Parli proprio tu che sei stata gelosa di tua sorella per anni. Non ci credo che non hai ancora qualche dubbio nel cuore.-

-Non osare, Shade. Eravamo ragazzini, non provo più quei sentimenti negativi. A differenza di te, ho assoluta fiducia in mia sorella e mio marito.-

-Tu dici? E' difficile eliminare le cattive abitudini, cognata.-

-ORA BASTA!- urlò Fine ma quello sfogo non le fece bene. Subito dopo sentì le forze abbandonarla. Sentì una fitta al ventre e scivolò sul pavimento in ginocchio.

-Fine!- esclamarono all'unisono Rein e Shade. Quest'ultimo fece per avvicinarsi preoccupato ma si udì uno schiocco di dita e l'uomo rimase fermo dov'era con gli occhi completamente persi nel vuoto.

-Non volevo arrivare a questo ma non ho potuto fare altrimenti.- irruppe una voce.

Le sorelle guardarono verso Shade e poco dopo comparve al suo fianco un altro uomo.

-Ma tu sei...- parlò a fatica Fine.

-Mi fa piacere che vi ricordiate di me. Avrei preferito che vi ricordaste anche della mia versione più giovane e spensierata ma so che il vostro cuore è sempre stato di questo re da strapazzo.-

-Jack... cosa...- si strinse le mani in grembo. Il bruciore diventava sempre più forte. Temeva per il bambino.

-Oh non lo perderai, tranquilla. Anche se avevo fatto di tutto per non farvi concepire di nuovo. Non volevo rischiare che venissero al mondo altri figli del sole e della luna in grado di contrastare la magia nera.-

-Che cosa significa? Chi siete?- disse Rein tenendo tra le braccia la sorella sofferente.

-Il mio vero nome è Elias e, no, non sono il re di Savenio. Non sono nemmeno di sangue reale. Sono semplicemente un mago seguace di Orbus.-

-Orbus?- chiesero insieme le gemelle.

-L'essere più potente e oscuro che abbiate mai conosciuto. Colui che vuole impossessarsi della Benedizione del Sole per governare l'universo intero.-

-Elias... aspetta... tu eri quel ragazzo. Quello che mi aiutò in biblioteca. Sei tu, non è vero?- chiese Fine dopo aver ricordato. All'epoca avrà avuto solo tredici anni e Shade ancora non sembrava interessato a lei. Una volta aveva scordato di fare i compiti di matematica e per punizione era stata mandata in biblioteca a spolverare montagne di libri. Se non fosse stato per un certo ragazzo, ci avrebbe messo un'eternità a finire. Dopo quella volta, si incontrarono in altre due occasioni in biblioteca per parlare un po' ma poi lui sparì all'improvviso. Non lo rivide più da allora.

-Vedo che finalmente ti è ritornata la memoria. Sì, ero io. Ero solo uno degli aiutanti tutto fare dell'Accademia ma fui cacciato via non appena seppero che mi ero innamorato di una principessa. Di te.-

Nonostante la situazione, Fine arrossì e lo guardò amareggiata. Quindi su quello non aveva mentito quando l'aveva vista al ballo del Regno Solare. E lei che non ne aveva mai saputo niente.

-Che vuol dire che hai cercato di non farli concepire? Avanti, diccelo!- esclamò Rein.

-Ormai non ha più importanza tenerlo nascosto. Il medico che veniva a visitare la Regina Fine per anni ero sempre io. Le somministravo una piccola dose di “medicina” per prevenire la nascita di altri figli.-

Le due donne lo guardarono allibite, bianche come cenci.

-Ma non è possibile... il dottore che al matrimonio di mia sorella mi aiutò a partorire non potete essere stato voi... non ci credo.- disse la rossa.

-Oh no. Quello era l'originale, io ho fatto in modo di mandarlo in un altro pianeta e ne ho preso le sembianze. Avevo solo una pozione per mutare forma che mi fu regalato dal mio vecchio maestro ma purtroppo è finita solo di recente. Ed ecco il risultato.- disse disgustato facendo cenno al suo addome.

-Per Grace, questo è orribile.- sussurrò Rein. Quell'uomo era un pazzo.

-Per quanto detesti la tua condizione, non desidero vederti soffrire quindi...-

Elias chiuse gli occhi e si concentrò per qualche secondo. Dopo un po', anche il dolore alla pancia di Fine cessò. La regina della Luna lo guardò piena di confusione e paura.

-Ho diminuito la mia aura nera così che quel marmocchio che hai nella pancia non si agiti. E' ancora minuscolo ma già sente quando il male è vicino. I figli nati con il sangue del Sole sono da sempre tra le minacce più grandi per chi segue la via oscura ma quelli che hanno anche il sangue della Luna sono anche peggio.-

-Ora basta, dicci che cosa vuoi.- disse la turchese aiutando la sorella ad alzarsi.

L'uomo sorrise e poggiò una mano sulla spalla di uno Shade immobile e senza difese. In quel momento era solo un burattino nelle sue mani.

-Voglio la Benedizione del Sole tutta per me. E voi due mi aiuterete a raggiungerla se non vorrete che il cuore di Shade si fermi.-

 

Non c'era più tempo da perdere. Lasciò le sue vesti da principe e indossò in fretta i vestiti di Eclipse. Tramite il chip che aveva messo di nascosto nell'astronave dei ragazzi, aveva localizzato dove si trovava l'ultimo diamante. Zoria. Sentire il nome di quel pianeta lo scombussolava ancora adesso a distanza di anni. Era il pianeta dove suo padre era andato a combattere e da cui non aveva più fatto ritorno. Non ci aveva messo più piede dopo quell'unica volta che suo zio Byron lo aveva portato lì per dare una degna sepoltura ai caduti. E tornarci... gli provocò una fitta al cuore. L'ennesima dopo che la principessa Marion lo aveva lasciato. Che idiota era stato. Non le aveva mentito ma nemmeno le aveva detto tutta la verità. Si era tirato indietro per paura e così non aveva che peggiorato le cose.

Quella ridicola pozione non era stata d'amore ma portava le persone a tirar fuori la verità e i sentimenti che si tengono nel profondo. Lui non era mai stato in grado di esprimere quello che provava e quella pozione era stato uno strumento per annullare le inibizioni e i dubbi. E la stava per baciare, per la miseria! Non riusciva a pensarci senza arrossire. Doveva aver perso proprio la testa. Lo aveva desiderato e ancora adesso provava un leggero rimpianto per non aver assaporato quelle labbra ma non voleva che fosse così. Finito il ballo, non aveva chiuso occhio. Non riusciva nemmeno a guardarsi in faccia allo specchio pensando di aver spaventato Marion con la sua dichiarazione appassionata. Insomma, lei aveva solo dodici anni e lui era poco più grande, non pensava che fossero pronti a simili gesti. Si sentiva una bestia per aver avuto simili pensieri maturi per la principessa della Luna. Non era da lui comportarsi così, aveva sempre rispettato tutti. La mattina dopo quindi si era fatto coraggio e si era incontrato con lei per cancellare il suo errore e chiedere scusa. Inoltre, l'ultima cosa di cui aveva bisogno Marion durante una missione pericolosa era quella di avere una simile distrazione. Anche nell'ipotesi che anche lei avesse provato quello che provava lui, non era il momento di lasciarsi andare. Con la minaccia di distruzione che incombeva su di loro non poteva ancora offrirle un regolare corteggiamento. Dovevano prima risolvere questo casino. Ma quanto fu doloroso vedere i suoi occhi perdere luminosità e il sorriso tramutarsi in una fredda smorfia. Non avrebbe mai voluto vedere ciò ma si ripromise che una volta finito questo incubo avrebbe rimediato. Parola di principe.

-Sapevo che eri qui.- si intromise una voce nel silenzio del parcheggio privato del palazzo.

Alam si girò di scatto e guardò esterrefatto la cugina.

-Cosa... come sai...?-

-Oh andiamo, Al, ti conosco da quando eravamo bambini e ti ho seguito. Avevo sentito parlare di un certo Eclipse e sapendo del tuo passato ho fatto due più due.- disse sbuffando con le braccia intrecciate al petto.

Lui, dopo la sorpresa iniziale, scosse la testa. Doveva aspettarselo da Debora. Era sempre stata molto perspicace. Ma poi la vide meglio nella penombra del posto. Portava una semplice gonna rosa lunga fino alle ginocchia e una camicia bianca a maniche corte.

-No... dimmi che non è quello che penso.- disse lui.

-Invece è proprio quello che pensi. Vengo con te.-

-No! E' troppo pericoloso, Deb! Se ti succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai.-

-Non mi succederà niente. Te lo prometto, starò attenta.-

-Ma non sai nemmeno combattere.-

-E' vero ma non starò comunque con le mani in mano. Sono stanca di starmene rintanata al castello mentre ci sono persone innocenti che soffrono. Ho delle pozioni con me che potrebbero aiutare i nostri amici. Ti prego, Alam.- disse alzando la borsa contenenti dei contenitori. Il cugino comprendeva il suo stato d'animo.

Rimasero a lungo a fissarsi e alla fine la principessa ne uscì vincitrice.

Il ragazzo sbuffò e le fece cenno di salire sull'astronave.

-Forza, andiamo.-

E Debora non se lo fece ripetere due volte.

 

 

 

Eccoci qua! No, non è un miraggio e no, non state sognando. Sono finalmente riuscita ad aggiornare a tempo di record! La quarantena almeno in questo ha fatto miracoli. A voi come procede questo periodo? Mi auguro che stiate tutti bene e che continuate a fare i bravi fino alla fine di questo incubo. Spero vi piaccia questo capitolo. Come potete vedere, ho svuotato un po' il sacco e sto avvicinando i ragazzi al loro rientro a Wonder dove li aspetteranno una brutta sorpresa. Che altro dire... spero di riuscire a fare gli altri capitoli in tempi brevi come ho fatto con questo.

Bacioni e alla prossima!

Himeno

 

 

   
 
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