Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: Satellite_29    08/05/2020    0 recensioni
In un futuro prossimo la Guerra dei Keyblade è terminata, gli eroi che conosciamo hanno finito la loro guardia e i mondi sono nuovamente in pace. Ma dove sono? Perchè si sa così poco sulla Guerra? Cosa è successo in realtà?
Una nuova oscurità avanza inesorabilmente, inghiottendo i mondi nell'abisso.
Tre nuovi eroi iniziano la loro avventura, tra amicizie, liti e amori. Riusciranno a scoprire chi sono davvero e a riportare l'equilibrio tra Luce e Oscurità?
"Ricorda: più ti avvicini alla luce, più la tua ombra crescerà."
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

May your Heart be your guiding key: a Kingdom Hearts Story

Chapter Five

The Dark Thorn

- Stai più attenta, ti sentiranno! – mi sussurrò Shou. Eravamo entrati nel castello, non so grazie a quale miracolo. Eravamo in un labirinto di corridoi, per fortuna Shou aveva una mappa.
- Abbassa la voce! Che bell’esempio che mi stai dando. – replicai.
- Ora dobbiamo girare a destra. Qualche altro bivio e poi saremo vicini alla stanza dove dovrebbe essere rinchiuso Melville. Ci saranno molte guardie, perciò stiamo in allerta.
Senza farci vedere, arrivammo davanti alla stanza del principe.
- Aspetta, sta entrando adesso. Se mettiamo ko le guardie potremmo liberarlo, e tutti i problemi di questa città sarebbero finiti.
- Akane, non siamo venuti qui per questo. – affermò Shou, mentre analizzava la pianta della fortezza.
- Non eri tu quello che “odiava le ingiustizie”? Io vado, tu fai quello che vuoi.
- Non avevi intenzione di vendicare Cloud? – chiese, senza distogliere lo sguardo dalla cartina.
- Certo, e liberare Melville sarebbe il miglior modo per farlo! Ci sbarazziamo delle guardie, liberiamo gli altri ribelli e poi ce ne andiamo. – affermai, osservando il corridoio. Non c’era nessuno fuori alla porta. Bastava far fuori quelle due guardie che erano entrate insieme al principe. Non avrebbero avuto il tempo di dare l’allarme.
- E credi davvero di riuscire a fare tutte queste cose senza che Blackwell non se ne accorga?
- Certo.
- Si vede che sei ancora una pivellina, sei troppo impulsiva. Prima liberiamo i prigionieri, poi io li porto fuori e tu fai quello che vuoi.
- Melville conosce questo castello meglio di noi, potrebbe aiutarci! – esclamai, avvicinandomi alla porta della stanza.
-Che fai?! Vieni subito qui!
- Tu vai dai prigionieri, ti troverò non appena avrò finito qui! – dissi. Aprii la porta ed entrai.
Le guardie erano girate di spalle, e anche il principe. Socchiusi piano piano la porta e evocai il Keyblade. Diedi un colpo alla testa di un soldato, e subito l'altro estrasse la spada e la puntò contro di me.
- Ferma dove sei.
- Sì, ti piacerebbe. – dissi e abbassandomi, gli assestai un calcio sugli stinchi. Cadde a terra e per sicurezza, gli diedi un altro colpo che lo mise completamente al tappeto.
Melville era rimasto immobile, paralizzato. Aveva i capelli biondo platino tagliati corti, gli occhi erano di un marrone chiaro, quasi arancione.
-  Sei una dei ribelli?
- Diciamo di sì, mi sono aggiunta da poco. Vostra altezza abbiamo bisogno del vostro aiuto. – sussurrai, come per paura di essere sentita.
- Credi che io non abbia mai provato ad uscire? Blackwell ha evocato una Spina Nera, se si accorge che siete qui vi ucciderà. – rispose Melville. Poteva avere poco più dei miei anni, ma il tono di voce era autoritario.
- Una cosa?
- Ti faccio vedere. – disse, andando verso la sua scrivania. Prese il libro che vi era appoggiato sopra e lo girò verso di me. L’immagine che vidi era raccapricciante.
- E’ un Heartless abbastanza potente, è la trasformazione del Cacciatore Oscuro. Blackwell lo ha evocato per gli altri Membri, da ieri si è trasformato in Spina Oscura. Ciò significa solo una cosa.
- Cioè? – chiesi. Non ci capivo molto, riguardo gli Heartless. Ne avevo visti solo sui libri della biblioteca reale, durante il mese in cui sono stata a corte.
- Ha trovato la preda che stava cercando. Blackwell aveva parlato di una custode, non molto tempo fa. Magari ne hanno paura.
- Aspetta un momento. – sgranai gli occhi, la custode di cui parlava ero io!
- Mi stai dicendo che Blackwell mi sta cercando e vuole consegnarmi a delle persone? – Il voi che avrei dovuto dare al principe era andato a farsi benedire e la domanda uscì dalla mia bocca con un tono troppo alto, infatti Melville mi ordinò di fare silenzio.
- Se tu sei davvero la persona che stanno cercando, sei in guai più grossi di quel che pensavo. Devi scappare via da qui, posso aiutarti con la mia magia.
- Non me ne vado, non senza di te. Lo devo a una persona. Se vuoi venire con le buone andremo d’accordo, sennò mi troverò costretta a usare la forza. – dissi, impugnando meglio il Keyblade. Melville fissò l’arma.
- Sai cos’è quell’arma, vero?
- Certo che lo so! Ho capito che sono impegnata in una missione dove rischio la vita, ma non sono così cretina da non sapere con che cosa combatto! – urlai, irritata. Mi stava rendendo le cose difficili, e stavo perdendo tempo prezioso che avrei potuto spendere per aiutare Shou.
- Uscirò da questa stanza. – disse, con la testa abbassata, poi evocò un fuoco bianco dal palmo della mano e fece per lanciarmelo contro - Promettimi che mi aiuterai. Promettimi che libererai il mio popolo dagli Heartless. Tu sei l’unica che può farlo. – sembrava supplicarmi, lui, il principe di quel mondo. Radiant Garden doveva star messa proprio male per chiedere il mio aiuto.
- Maestà, non sono molto allenata, ma giuro che farò tutto ciò che è in mio potere per salvarli. – dissi, solenne, premendo la presa sul Keyblade. Lui sospirò, di sollievo credo, e la palla infuocata svanì.
- Ora seguimi, ti porterò alle segrete. Da lì conosco una scorciatoia sotterranea che ci porterà direttamente in città senza dover affrontare tutti gli Heartless all’esterno. – disse, riacquistando il tono rigido e sicuro di prima.
 
- Shou, che diamine ci fai qui? – mi disse Leon appena mi vide. Io risi, aprendo la cella col Keyblade.
- Ti sto salvando la vita, non lo vedi?
- Shou devi andartene. Dopo quello che è successo ieri Blackwell non fa altro che parlare di prescelti, è tutta una trappola! – urlò Aerith, mentre gli altri si alzavano per venirmi incontro
- Spiegati meglio, Aerith.
- Tramite Melville sono riuscita a scoprire delle cose, c’è un’Organizzazione molto di più grande di noi che ha bisogno dei custodi dei Keyblade. Blackwell ne fa parte e se scopre che siete qui …
- Aerith, Shou, ne parliamo dopo, dobbiamo trovare una via per fuggire. – sussurrò Cid.
- La mappa segna una strada sotterranea per uscire, è nella quinta cella a destra. Voi andate, io devo tornare indietro.
- Cosa? Sei ammattito del tutto? – ringhia Leon, guardandomi negli occhi. Io abbassai subito lo sguardo – Devo fare una cosa prima.
- Non mi interessa, tu vieni con noi. E’ troppo pericoloso! – gridò, prendendomi il gomito per spingermi avanti
- Akane è andata a liberare Melville, non possiamo lasciarla sola! – urlai, strattonandolo per liberarmi dalla presa. Leon arretrò e io riuscii ad allontanarmi correndo. Non vidi la reazione di Leon, ma sentii una voce nella testa che diceva – E il tuo povero fratellone? Lo credi davvero morto?
Scossi la testa, cercando di levarmi quel pensiero dalla mente e corsi a perdifiato verso la stanza del principe. Ad un certo punto un ululato. Qualsiasi cosa fosse, non era nulla di piacevole. Il mio cuore batteva all’impazzata, il rumore rimbombava nelle orecchie. Dovevo trovarla, prima che quella cosa trovasse lei. Evocai il Keyblade, per prepararmi mentalmente alla battaglia. Non appena girai l’angolo la vidi: era una Spina Oscura che correva verso di me.
 
- Quanto è grande questo castello di preciso? – chiesi a Melville. Era da mezz’ora che camminavano nei corridoi.
- Ho scelto una strada più lunga, avrei dovuto dirtelo. Qui però non passano mai le guardie, dovremmo essere al sicuro. Certo, se la Spina Oscura ci trova …
Non finì nemmeno di dirlo che un ululato riempì l’aria della stanza.
- Merda, è più vicina di quanto sperassi. Dobbiamo correre. – urlò Melville, prendendomi per un braccio e tirandomi dietro di lui. Non riuscivo a stargli dietro, lo sentivo nelle ossa delle mie gambe che sembravano volersi sgretolare dall’interno. Un altro ululato dietro di noi e poi un urlo, questa volta umano. Di un ragazzo.
- E’ Shou! Devo aiutarlo!
- Tu non vai da nessuna parte, quella cosa ci ha già fiutato!
- Allora gli darò quello che vuole, andate avanti senza di me! – dissi, staccando il polso dalla sua mano e girandomi all’indietro. Corsi fino a quando non vidi la Spina Oscura. Se nel disegno mi aveva fatto rabbrividire, dal vivo faceva quasi venire il vomito. Aveva un ghigno sadico stampato sul volto e non appena si accorse di me si allargò ancora di più, se possibile.
- Akane vattene! – urlò Shou, in groppa alla Spina Oscura. Io sgranai gli occhi quando l’Heartless balzò in avanti per prendermi. Saltai di lato per evitare l’onda d’urto e atterrai alle spalle della bestia. Shou cercava di colpirlo alla testa, dove era più vulnerabile, ma l’Heartless lo afferrò e lo lanciò contro il muro. Shou roteò su se stesso per rimbalzare sulla parete e darsi la spinta per volare contro di essa. Io iniziai a colpirle le zampe, ma i miei colpi sembravano carezze in confronto a quelli di Shou. Ero arrivata lì per salvare Shou, ma sembrava cavarsela benissimo anche da solo. Una rabbia feroce salì dentro di me. Il Keyblade iniziò a riscaldarsi, fino ad incendiarsi del tutto. Saltai contro il muso dell’Heartless, e iniziai a colpirlo fino allo sfinimento. La Spina Oscura ululava e di dimenava, attaccava e si difendeva. Shou ne approfittò per colpirla alle spalle, sembrava che fossimo in vantaggio. Ad un tratto svanì.
- E’ morto? – chiesi a Shou. Lui scrollò le spalle – Non mi sembrava in crisi. Forse è solo fuggito.
- Meglio per noi allora. – dissi, e mi avviai verso le segrete con Shou. Camminammo per un po’, fino a quando non arrivammo davanti ad un portone nero. C’era qualcosa di strano, potevo sentirlo nelle viscere. Ad un tratto vidi qualcosa muoversi, ma non c’era niente. Poi di nuovo. Mi girai e percepii come uno spostamento d’aria.
- Shou c’è qualcosa che si muove. Lo sento. – lo avvisai. Lui mi squadrò.
- Ma che stai dicendo? – chiese, e poi lo vidi, l’Heartless, mentre si materializzava dietro di lui.
- Attento! – Urlai, e poi lanciai velocemente il Keyblade contro la Spina Oscura, che si accasciò emettendo un urlo di dolore.
- Entriamo lì dentro, prima che ci attacchi di nuovo! – gridò Shou, e io obbedii aprendo immediatamente l’anta del portone. Proprio mentre Shou spinse il portone per chiuderlo vidi la Spina Oscura rialzarsi e attaccare, senza alcun risultato.
Entrambi ci appoggiammo all’anta e emettemmo un sospiro di sollievo. L’Heartless provò a sfondare la grossa porta più volte facendola vibrare rumorosamente. Dopo cinque minuti, non si sentiva più nessun rumore.
- Se ne sarà andato? – chiesi a Shou, sperando di poter uscire da quel castello una volta per tutte. Il ragazzo scosse la testa.
- Meglio aspettare ancora un po’, potrebbe sempre essersi reso invisibile, come prima. – affermò, appoggiandosi ad una pietra che stava lì nella stanza. In realtà ve ne erano 13, tutte a forma di trono. Aggrottai la fronte.
- A che servono tutti questi posti? – domandai a Shou, che abitava in quel mondo da un mese. Lui si girò, notando la stessa cosa.
- Non saprei. Qui a Radiant Garden vi è la monarchia, dovrebbe esserci solo un trono, al massimo. E che io sappia non vi sono nemmeno dei ministri o senatori o qualcosa di simile. E’ tutto molto strano.
- Durante le missioni nel castello, Leon si è sempre raccomandato di avvisarlo nel caso avessi trovato una stanza con tredici posti. Lui cercava una certa Organizzazione.
- Anche noi vi cercavamo, prescelti. – disse una voce, agghiacciante, che riconobbi quasi subito. Al centro della stanza apparve un Varco Oscuro dal quale ne uscì la figura che aveva rovinato i sogni della notte precedente.
- Blackwell. – sentenziai, chiudendo le mani a pugno. Shou si mise immediatamente tra noi, per proteggermi. Che stupida ero stata a lanciare il Keyblade contro l’Heartless, dovevo assolutamente trovare un modo per rievocarlo nel momento del bisogno.
- Non avvicinarti di un altro passo, o te la vedrai con me. – affermò Shou, puntandogli  contro il proprio Keyblade. Blackwell scoppiò in una fragorosa risata.
- Credi sul serio che voi due marmocchi mi spaventiate?
- Noi forse no, ma abbiamo liberato Melville. Il tuo potere su questo mondo è finito. – quasi ringhiai. Blackwell iniziò ad avvicinarsi a noi, ma Shou gli tirò una palla di fuoco contro, che lo colpì in pieno. Blackwell non sembrò percepire alcun dolore, non si scompose minimamente. Sorrise, beffardo, facendomi imbestialire.
- Da bravi, ragazzi, non costringetemi a fare cose di cui potrei pentirmi.
- Tipo abbrustolirci come cinghiali sulla brace? – chiesi io. Mi guadagnai un’occhiata torva da parte di Shou.
- Era per smorzare la tensione! – affermai, facendo spallucce.
- Renditi conto che gli hai suggerito il modo più facile per ucciderci. Solo questo. – disse, scrollando la testa.
- Siete divertenti, ragazzi, ma adesso vi dico come stanno le cose. – Blackwell mosse entrambe le mani dal basso verso l’alto e dal terreno emersero delle catene che ci bloccarono entrambi.
- Siete dei prigionieri speciali, avrete l’onore di parlare con degli ospiti importanti.
- E chi sarebbero? – chiesi, cercando di divincolarmi dalle catene. Come se avessero percepito le mie intenzioni, quelle si strinsero ancora più forte intorno a me, causandomi un urlo di dolore.
- Fai parte dell’Organizzazione, non è vero? – urlò Shou. Blackwell fece una smorfia quasi disgustata. Alzò la mano destra verso Shou e strinse le dita, contemporaneamente le catene di Shou lo strinsero letalmente e per il dolore Shou cadde a terra.
- Tu non dovresti sapere certe cose, sei solo un piccolo topo di fogna.
- Meglio un topo di fogna di un verme codardo, Blackwell. – rispose Shou, con un sorriso a trentadue denti. L’uomo continuò a stringere ancora di più.
- Basta! Che cosa vuoi da noi? – urlai, cercando di farlo smettere. Blackwell non accennò a rispondere. Ero furente. L’uomo che aveva ucciso Cloud stava per uccidere l’unica persona in cui ponevo un minimo di fiducia. La mia collana iniziò a pulsare, fino a quasi bruciare.
“Tu sei come il fuoco che brucia. Sarai la luce che illuminerà la notte più nera. Brucia, Akane, e ti salverai.” disse una voce dentro di me. Ma come fare?
“Liberati da tutte le tue paure e ce la farai. Devi essere coraggiosa, bambina mia.” La voce mi risultò terribilmente familiare. Shou era piegato in due, Blackwell lo sovrastava in tutta la sua altezza e sorrideva sadicamente. Ripensai a ciò che era successo in così poco tempo. E urlai. La mia pelle si era riscaldata al punto di diventare incandescente. Bruciavo viva, senza sentire la minima scottatura. Blackwell si girò verso di me, allentando la presa su Shou, e rimase a bocca aperta. Le catene si sciolsero e io fui libera. Aprii la mano destra e evocai il mio Keyblade. Ero accecante, brillavo quasi come il sole. Il volto di Blackwell non era più una maschera di terrore, anzi era in piena estasi.
- Devi essere tu. La tua purezza è evidente. – sussurrò Blackwell. Mentre l’uomo era distratto, Shou evocò il proprio Keyblade nonostante le catene e riuscì a spezzarle.
- Smettila di dire cose senza senso: io sono me, nessun altro! – urlai e mi scagliai contro Blackwell. L’uomo parò tutti i miei colpi, senza molta difficoltà. Shou si unì a me, cercando di colpirlo alle spalle. Improvvisamente Blackwell scomparve, materializzandosi dietro di noi, sopra ad uno dei tanti troni nella stanza.
- Non la farai franca, verme! – urlò Shou, preparandosi a scagliare una delle sue magie.
Blackwell scoppiò a ridere.
- Mi hai proprio stufato, mezza calzetta. – affermò e aprì di scatto i palmi delle mani, evocando due palle di fuoco nero. Le scagliò contro di lui, ma Shou fu più veloce.
- Aero! – urlò Shou, e un vortice lo avvolse, proteggendolo dall’attacco di Blackwell, che strinse i pugni, irato.
- Ora capirete con chi avete a che fare! – urlò, e dalle sue mani uscirono altre catene. Una avvolse il mio collo, impedendomi di respirare, l’altra stava per fare lo stesso con quello di Shou ma il ragazzo, grazie alla sua magia, riuscì ad evitarlo e a colpire la catena, spezzandola. Mi mancava l’aria, le mie forze stavano per esaurirsi. Non ero abbastanza in forze da poter scioglierle come avevo fatto prima, e piano piano la luce e il calore abbandonarono il mio corpo. Mi accasciai a terra, esausta. Shou cercò di spezzare la catena che mi stava strozzando, ma Blackwell glielo impedì lanciandogli un’altra palla di fuoco nero. Sollevò la mano e la catena mi alzò in aria, poi mi scaraventò contro il muro. Blackwell mi si avvicinò, Shou era stato colpito in pieno ed era bloccato a terra. La catena mi stringeva ancora il collo, quando sussurrò queste parole.
- Ci rincontriamo di nuovo, dopo tutti questi anni. Pensavo di averti ucciso con le mie stesse mani, ma a quanto pare ti sei salvata. Ricordo ancora il viso spaventato di tua madre quando vi ho colpite. – sorrise, sadicamente, al ricordo. Io sgranai gli occhi. Era per colpa sua che i miei mi avevano abbandonata? Era lui il pericolo? Cercai di raccogliere tutte le forze che avevo ancora in corpo per liberarmi dalle catene. Potevo sentire il calore scorrere nuovamente nelle mie vene. Cercai di convogliarlo verso le mie mani. Afferrai con le mani le catene e queste si sciolsero a contatto con i palmi.
- Avresti fatto meglio a tenere l’informazione per te, Blackwell. Ora sono davvero al limite della sopportazione.  La pagherai cara per quello che mi hai fatto! – urlai, e sentii delle lacrime bollenti attraversarmi il viso. Blackwell non smise di sorridere. Voleva vedere di cosa ero capace. Shou intanto si era rialzato e doveva anche aver sentito il dialogo, dalla sua espressione. Silenziosamente, volò dietro a Blackwell.
- Non vedo l’ora di sapere se hai davvero tutti quei poteri di cui parla la profezia. Avanti, colpiscimi!
- Credimi, lo farà con immenso piacere. – disse Shou, che intanto si era inginocchiato e aveva appoggiato la sua mano a terra. Vicino a Blackwell emersero delle radici che lo bloccarono immediatamente.
- Vai adesso! – mi gridò il ragazzo, tenendo il palmo fisso a terra. Io impugnai nuovamente il Keyblade e tutto il fuoco che avevo nelle mani si diffuse rapidamente nel metallo del Keyblade, rendendolo incandescente. Colpii Blackwell in pieno petto e la stanza fu invasa da una luce fortissima. Rimasi accecata per diversi secondi, ma quando la luce si affievolì di Blackwell non c’era più traccia. Shou si rialzò e le radici furono ingoiate dal terreno. Il mio Keyblade si raffreddò e io mi appoggiai ad uno dei troni di pietra. Ero stanchissima.
- Per essere due pivelli, non ce la siamo cavata male. – affermò Shou sorridendo.
- Non so tu, ma dopo questa missione dormirò per almeno un mese. – dissi, ridendo. Shou mi porse la mano – Melville e i ribelli ci stanno aspettando fuori dalle mura.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: Satellite_29