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Autore: Babbo Dark    08/05/2020    1 recensioni
Stiles, dopo la possessione del Nogitsune, non era riuscì mai a tornare se stesso… Rivedeva le morti di Allison e Aiden in maniera costante, il pianto di Lydia per la dipartita del suo amato, le ultime parole di Allison… Neanche i suoi migliori amici riuscirono a sollevargli il morale e lui, poco alla volta, si lasciò cadere nel baratro della tossicodipendenza… Storia facente parte della raccolta “The DarkStar Cronicles”.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'The DarkStar Cronicles'
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The DarkStar Cronicles - Perché lo fai?
 
 
 
 
Con questa pioggia nei capelli perché lo fai?
Con questi occhi un po’ fanciulli e un po’ marinai…
Per una dose di veleno che poi,
dentro di te,
non basta mai…
 
 


Stiles Stilinski, da quando il suo migliore amico venne morso, affrontò tutti i problemi a testa alta, fronteggiando qualsiasi creatura sovrannaturale armato solo di sarcasmo e della sua mazza da baseball.

Aveva affrontato tutto, tranne quello… Il Nogitsune lo aveva distrutto, psicologicamente e fisicamente, lasciandolo completamente privo di vita; i suoi amici e suo padre gli furono accanto per mesi, costringendolo a uscire e a prendersi una pausa dal mondo del sovrannaturale; Noah, purtroppo, si vide costretto a chiamare uno psicologo per fornire un ulteriore aiuto al figlio ma anche questo tentativo fu un buco nell’acqua ma, come dice il detto, non c’è mai fine al peggio…

Un pomeriggio di ottobre, dopo la fine delle lezioni, Stiles si recò al parcheggio della scuola e li accadde l’impensabile. Un uomo minaccioso si trovava appoggiato alla carrozzeria azzurra, le braccia incrociate e un malefico ghigno sul volto.
 

«Ciao Stiles…» sussurrò l’uomo.

«Che vuoi?» sbuffò il ragazzo.

«Aiutarti!» rispose lo sconosciuto con una finta aria mortificata; Stiles sollevò il sopracciglio e spalancò la bocca quando l’uomo estrasse una bustina trasparente, contenete dell’erba, dalla tasca della giacca «L’assaggio è gratuito.» la bustina venne lanciata verso il ragazzo ma, quando Stiles sollevò il capo, non vide più nessuno.
 

Il figlio dello sceriffo tornò a casa, non raccontò a nessuno dell’incontro. I giorni successivi passarono come tutti gli altri: noiosi e vuoti. A una settimana esatta dall’incontro con lo sconosciuto, Stiles entrò in camera con la forza di un uragano; la notte era stata riempita dagli incubi, dalle sue grida. Più volte lo sceriffo era corso in suo soccorso per poi calmarlo ma ormai nulla sembrava aiutare il giovane Stilinski. Lo psicologo aveva rinunciato a far parlare il ragazzo e i suoi amici, ultimamente, erano stati molto impegnati con la scuola e gli allenamenti del lacrosse; Stiles sentiva la testa esplodere, la voce di Allison che gli riecheggiava tra le orecchie e il senso di colpa che gli opprimeva sempre di più il cuore.

D’un tratto, però, il ragazzo osservò il comodino all’interno del quale era stata nascosta la droga e veloce si allungò per prenderla; strappò una pagina di quaderno e la usò per creare la cartina e il filtro. Sistemò l’erba sulla cartina e l’arrotolò alla meno peggio per poi accenderla, in poco tempo il fumo acre della canna gli arrivò ai polmoni, facendolo tossire ripetutamente, ma dopo poco la sua mente cominciò a vorticare, sempre più leggera… Stiles si sedette sul pavimento, la schiena poggiata contro il materasso e la testa finalmente libera da quel terribile senso di colpa…
 
 

 
Con le tue mani da violino perché lo fai?
Tu che sei rosa di giardino dentro di me…
Come un gattino sopra un tetto di guai,
dimmi perché, perché lo fai?!

 

 
Quello fu solo l’inizio della fine… In breve tempo il consumo di droga del ragazzo aumentò notevolmente, da una canna alla settimana divennero due, poi tre ed alla fine una al giorno; i turni dello sceriffo gli impedivano di essere molto presente con il figlio e quando si accorse della dipendenza era già troppo tardi… Stiles fumava come un dannato, dimagriva a vista d’occhio e la sua mente brillante diveniva sempre più offuscata; la sua media scolastica cominciò ad abbassarsi e molte lezioni vennero saltate dal giovane. Molti fumetti e videogiochi furono venduti e i soldi ricavati finirono in mano allo spacciatore; Noah, quel pomeriggio, scoppiò in lacrime quando vide suo figlio, completamente strafatto, steso sul pavimento della sua camera. L’uomo chiamò i suoi amici più cari, i suoi parenti e alcuni suoi colleghi che erano degli ex-tossici ma Stiles non ascoltò nessuno, neanche lui…
 


 
Perché lo fai? Non rispondermi se non vuoi...
Però lo sai che io vedo con gli occhi tuoi e tu,
e vuoi, puoi nasconderti dentro me finché non capirai!
Perché lo fai? Disperato ragazzo mio…
Perché ti stai come un angelo in agonia?!
Perché ti fai… Perché ti fai del male?!
Perché ce l’hai con te?!
Perché lo fai?
E il domani diventa mai…
Per te, per me, per noi!
 


L’erba venne ben presto sostituita dall’hashish, che venne sostituita a sua volta dalla cocaina e quando anche la jeep azzurra, e i pochi averi di Stiles, vennero venduti Derek capì che era arrivata la fine. Il figlio dello sceriffo cominciò a bucarsi, sempre più spesso, sempre con una dose maggiore… Noah, ogni notte, pattugliava la città e molto spesso trovava suo figlio buttato per i vicoli bui della città, un laccio emostatico fissato sul braccio e una siringa nella vena del gomito; Derek diventava sempre più ingestibile, entrava nella stanza del ragazzo e lo vedeva steso sul suo letto a causa della dose d’eroina che aveva in corpo e, quando sentiva i passi dello sceriffo avvicinarsi, fuggiva veloce; una sera sentì delle urla provenire dalla cucina e si avvicinò circospetto.

Stiles, bianco come un cadavere e con gli occhi spalancati, stava urlando contro il padre a causa della sua mancanza di denaro, la voce del ragazzo graffiava e lo sceriffo gli rispondeva dolorosamente; il lupo sospirò quando capì che Stiles stava attraversando una crisi d’astinenza mentre Noah tentava in tutti modi di dissuaderlo dall’uscire di casa alla ricerca di una nuova dose. Pochi istanti dopo il giovane uscì furente di casa per poi incamminarsi verso una direzione qualunque; Derek cominciò a seguirlo ma quando sentì i singhiozzi dello sceriffo non riuscì ad ignorarlo.
 

«Sceriffo…» sussurrò il lupo entrando in casa Stilinski.

«Oh, Derek…» sussurrò di rimando Noah «Dove ho sbagliato?» domandò fra le lacrime; il beta scosse la testa e s’inchinò per poi stringere l’uomo tra le sue braccia, permettendogli di sfogarsi.
 
Perché, perché lo fai?!
Fra questi angeli nel fango di questa via,
dove non entra più neanche la polizia…
Io non ti lascio in questo nostro Vietnam,
anima mia, come la gente che lascia che sia…
Disperato ragazzo mio,
perché non vuoi che il amore mi porti via?
Perché lo fai? E il domani diventa mai…
Per me, per te, per noi!
 

 
Derek, dopo aver rassicurato lo sceriffo, scese in strada e cominciò ad annusare l’aria; il fetido odore di Stiles gl’invase le narici e per il beta non fu difficile seguirlo. Una fitta pioggia cominciò a cadere sulle strade deserte della città ma il lupo sapeva esattamente dove andare, sapeva dove portava quella strada… Varcò il grande cancello che delimitava l’ingresso al cimitero della città e si mosse sinuoso tra le varie tombe fin quando non intravide la figura di Stiles; il ragazzo si trovava piegato sopra la tomba della madre, le lacrime agli occhi e il corpo scosso da singhiozzi.
 

«Stiles…» sussurrò il beta; il ragazzo sollevò lo sguardo e lo fissò, gli occhi rossi a causa del pianto e i capelli appiccicati alla fronte a causa della pioggia.
 

 
Perché lo fai? Puoi rinascere quando vuoi!
Perché lo sai che io vedo con gli occhi tuoi!
Se tu volessi vivere io non ti lascerei,
se ritornassi libero, se ritornassi mio…
Invece sei una macchina che va via…
Perché lo fai? E il domani diventa mai…
 
 

«Aiutami…» sussurrò Stiles «Ti prego aiutami…» disse fra le lacrime; il nato lupo sorrise e annuì, questa volta ci sarebbe stato per Stiles, questa volta avrebbe fatto la differenza…
 

Il lupo mantenne la parola data. Pagò il centro di disintossicazione dove Stiles venne mandato, fu presente a ogni crisi d’astinenza e gli asciugò le lacrime ogniqualvolta il ragazzo si lasciava andare; Derek fu presente e ogni riunione del ragazzo e, nei momenti di sconforto, abbracciava Stiles e gli sussurrava delle dolci rassicurazioni.

Esattamente tre anni dopo quella fatidica notte, Stiles, uscì dall’istituto ed osservò i suoi amici che lo attendevano con trepidazione, in mezzo a loro si trovava lui, Derek, la sua nuova dipendenza…




Note finali: ok, è una mezza ciofeca ma quando la scrissi mi sentì estremamente orgoglioso del mio lavoro; come per le altre storie, anche questa è stata ritrovata sul mio vecchio PC e quindi ho deciso di ripubblicarla. Spero che vi sia piaciuta e ringrazio calorosamente tutti coloro che l'hanno letta, quelli che la inseriranno in una delle categorie di EFP e infine le spledide persone che le recensiranno.

Alla prossima!


Babbo Dark
 
 
 
   
 
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