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Autore: Malanova    08/05/2020    0 recensioni
Come non detto... HO MODIFICATO LEGGERMENTE LA STORIA!
Ebbene si... perennemente insoddisfatta, ho deciso di fare altre piccole modifiche e cercare di migliorare la storia ed il suo contenuto, grazie anche all'aiuto di Felinala che, con la pazienza di una santa, mi aiuta con la grammatica e mi da qualche spunto XP.
Questa storia narra di Piccolo, figlio del Grande Mago che tenne sotto il suo giogo il mondo per oltre trecento anni, e di Lyrica, la bellissima e alquanto misteriosa fanciulla apparsa dal nulla costretta a prestare servizio alla Famiglia Demoniaca in cambio della sua vita. Sperando di non aver creato un ulteriore pasticcio, vi auguro buona lettura!
P.S. La storia segue la trama dell'opera di Toriyama... se ci sono spazi vuoti vuol dire che la storia è rimasta inalterata
P.P.S Dedico questa storia ad una ragazza molto speciale, di cui non ricordo il nickname (Malanova sei una cretina) che leggeva questa storia, anni fa, ad un gruppo di ragazzini molto speciali... Perdonatemi se vi ho fatto aspettare, non vi ho dimenticati, spero che questa revisione vi piaccia perché grazie a voi che c'è ancora!
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Piccolo, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino successivo, Flea si era rinchiusa nelle sue stanze e si rifiutava di uscirne. “Sii ragionevole, tesoro mio: se ti soffermi a guardare le sue qualità magari non lo trovi così malaccio… Ha un lavoro redditizio, è aristocratico e poi è molto affascinante…” “Madre, il suo lavoro è quello di vendere i pianeti che non gli aggradano al miglior offerente! Oh! Senza dimenticarci che prima li invade e ne uccide tutti gli abitanti!” “Ti prego parla piano! Lui è qui che ti sta aspettando da più di un’ora…” e dette un’occhiata nervosa al giovane, che stava poco distante con le braccia incrociate. “Allora digli di mettersi comodo perché ho intenzione di rimanere qua dentro fino al giorno del matrimonio!”. All’apparenza Freezer sembrava indifferente alle sue parole ma dentro di sé ribolliva di rabbia.

Il padre della ragazza, che era affianco alla moglie, perse la pazienza. Bussò violentemente alla porta e urlò in leviamita “Ascoltami bene signorina! Se entro quindici minuti non esci di tua spontanea volontà, ti costringerò io a suon di sberle! Anteponi i tuoi stupidi capricci al dovere di una futura Imperatrice di Leviathan!” “A me sembra che sei tu ad anteporre i tuoi interessi alla felicità di tua figlia!” rispose lei in lacrime “Con che coraggio mi obblighi a sposare quel mostro?!?” “Ricordati che sono sempre tuo padre!” Flea si rannicchiò contro la porta e iniziò a piangere. Lyrica, Melody e Fiora, la figlia dell’imperatrice Garden, si chinarono e la abbracciarono. Lei tirò su con il naso e mormorò, cercando di sorridere “Grazie bambine” “Flea! Esci da questa stanza immediatamente!” “Zio Eel! Flea è ancora in camicia da notte! Lasciale ancora un paio d’ore per prepararsi e poi sarà pronta per conoscere chiunque tu voglia!” gridò Lyrica verso la porta. La cugina la guardò sbigottita tra le lacrime. Dall’altra parte lo zio fece un sospiro esasperato e ringhiò “Va bene. Ma se non sarà pronta tra due ore non sarà l’unica a prendersi una sonora sculacciata”. Sentirono i passi allontanarsi.

Prima che Flea potesse dire una parola, la bambina disse, facendo un sorriso maligno “Tranquilla Flea, ho in mente qualcosa che potrebbe far decidere a lui di andarsene di sua volontà”. Melody, la bambina albina di otto anni sorella di Lyrica, prese la sorellina per un orecchio e le lanciò un’occhiataccia con i suoi occhi d’argento “Non ti azzardare! Per quanto sostenga Flea non possiamo far altro che assecondare il volere dei nostri genitori: quelli sono dei mostri che non hanno scrupolo”. Si rivolse alla cugina più grande “Hai visto cosa ha fatto quella donna alla sua stessa servitù… Penso che farebbero di tutto pur di aver ciò che vogliono e il nostro popolo non è in grado di fronteggiarlo” “Ha ragione. Le nostre madri non avrebbero accettato questo patto se il rifiuto non avrebbe coinvolto il nostro pianeta” diede man forte l’altra cugina, della stessa età di Melody. La giovane ci pensò su, poi abbassò lo sguardo e sospirò “Avete ragione, non ho altra scelta…”. Si alzò in piedi e disse “Mi aiutate a prepararmi?”.

Dopo due ore Flea uscì dalle sue stanze come promesso. Il vestito arancione in stile tonaca romana con grossi fermagli d’oro circolari su una delle spalline e sulla cintura la faceva sembrare una fiamma ardente. Ad attenderla c’era sia suo padre che Freezer. Il giovane Changlong le porse la mano affinché lei la prendesse ma la ragazza ringhiò “Grazie ma credo che riuscirò a camminare affianco a te anche senza aiuto”. Lui rimase con la mano sospesa per qualche secondo, poi la abbassò e disse, con voce gelida “I miei parenti ci aspettano in uno dei vostri giardini ormai da tempo” “Mica gli ho detto io che dovevano aspettarmi. Potevano usufruire delle due ore di attesa come più gli aggradava visitando il palazzo e gli altri giardini” ribatté Flea, con altrettanta freddezza. Guardò fuori da una delle finestre e aggiunse “Per fortuna che almeno c’e il sole”. Freezer la afferrò per un braccio, tanta da farla gemere dal dolore, e le sibilò all’orecchio “Trovo il tuo comportamento irritante, oltre che infantile, ma non temere: dopo il nostro matrimonio ti insegnerò ad essere una moglie docile e ubbidiente” “Preferisco crepare piuttosto che sottomettermi a te e alla tua disgustosa famiglia”. L’essere albino aumentò la presa e ribatté “Ogni cosa a suo tempo, mia cara...”.

Lyrica seguì la cugina e gli Ander di soppiatto. Sapeva che erano creature pericolose ma questo non le impediva di essere molesta nei loro confronti. Indossava una tenuta da ninja di tessuto ricavato dalla seta dei bruchi camaleontici, che l’avrebbero mimetizzata con l’ambiente circostante. In più aveva impiastricciato il viso con linfa verde e terra nera, che l’avrebbe mimetizzata ancora meglio. Si sentiva invincibile.

Armata di fionda e di speciali pallottole, seguì il gruppo nel porto degli zeppelin del castello, fino ad arrivare vicino all’astronave Ander. Si nascose tra alcune casse piene di provviste e lì fece una smorfia. Anche se con quella mise sarebbe riuscita ad eludere le guardie all’entrata, potevano essercene altre al suo interno, magari più forti e pericolose. Questo mandava a monte i suoi intenti. Guardò la sacca dove aveva riposto i proiettili e borbottò “Vabbé, almeno uno glielo devo pur tirare”. Ne prese uno grande quanto un’unghia, nero e tondo ed armò la fionda. Chiuse un occhio e mirò al collo di Freezer quando una mano viola le strappò la fionda dalle sue. Lei si voltò e vide davanti a sé Cooler, che la fissò con un sorriso sulle labbra.

“Cosa credevi di fare?” bisbigliò lui e mimando alla bambina di fare altrettanto. “Niente…” rispose lei con il broncio “Un piccolo scherzo innocente…”. Il Changlong osservò la biglia nera “Colpire mio fratello con un proiettile non sembra tanto innocente” “Lo dici come se la vostra pelle potesse essere subire danni per un misero proiettile, quando ho sentito dagli adulti che quella roba bianca simile alle ossa che avete addosso è più dura di un diamante”. La voce di Artica risuonò nell’area “Allora Cooler? Chi è il nostro clandestino?”.

Lyrica impallidì “Sanno che sono qui?!?”. L’Ander sorrise “Sanno che c’è qualcuno ma i nostri Scouter non ci rivelano l’identità della persona”. La bambina lo fissò, leggermente impaurita “Ora cosa fai? Mi vendi?”. Cooler rispose con un sorrisetto “Certo che no, soprattutto per una cosa che avrei voluto fare io”. Le fece l’occhiolino “A proposito, cos’è questo materiale? Mi sembra organico…” “E’ cacca di Carbuncle” “Cacca di che…?!?” “Sono degli animali pelosi che sembrano un incrocio tra un coniglio e un furetto ed hanno anche loro una bio gemma sulla fronte, un po’ diversa dalla vostra. La loro cacca sembra fatta di gomma ma quando si rompe rilascia un liquido molto ustionante per molte cuti” “Mmh…”. “Cooler?!? Si può sapere cosa c’è lì?” urlò di nuovo sua madre. Il Changlong bisbigliò a Lyrica “Meglio che te la fili, a mia madre non piacciono gli scherzi”.

Il giovane tornò dalla sua famiglia e disse “C’era un animale peloso che aveva una grossa bio gemma sulla fronte…” “Un Carbuncle? Qui?” domandò Flea, perplessa. Cooler annuì e mostrò la pallina “Ci ha anche lasciato un ricordino…” “Che cos’è?” chiese il padre mentre la Leviathana si mise a ridacchiare “Meglio che lasci subito quella biglia e ti vai a lavare le mani…” “Perché?”. Mentre faceva quella domanda, il Changlong la schiacciò con le dita. Un liquido verde schizzò dalla massa nera e gommosa e finì su una guancia del purpureo, che urlò dal dolore. Freezer si era piegato in due dal ridere, la madre strillava isterica mentre il padre cercava di farla stare calma.

Dopo un paio di minuti Flea fischiò forte con le dita, azzittendo tutti, e disse “Lo accompagno in infermeria… Non sei il primo Ander che si ustiona con le feci di Carbuncle” “Feci?!?” ripeté l’albino scoppiando di nuovo a ridere. Artica guardò storto il figlio più giovane e ringhiò “Non c’è niente da ridere… Lo stesso vale per te, Cold!”. Flea prese per un braccio Cooler e lo guidò dentro al palazzo. Dopo un paio di porte arrivarono in infermeria, dove la ragazza si dette da fare per preparare la pomata per l’acido dei Carbuncle.

Il Changlong si sedette e aspettò pazientemente che lei finisse di trafficare con gli ingredienti. Quando ebbe finito e Flea gli porse la ciotola piena di crema bianca, il giovane le chiese “Potresti spalmarla tu sulla guancia? Le mie mani sono ancora sporche di…”. La diciassettenne alzò gli occhi al cielo ma l’aiutò a mettere la crema sulla lesione. Mentre l’applicava, Flea disse “Tra le casse non c’era un Carbuncle” “No” “Chi c’era?” “Una delle tue cugine… la bambina con i capelli neri…” “Lyrica!”. Lui le afferrò la mano e disse “Stai tranquilla, non dirò niente ai miei… so più di tutti quanto sono suscettibili”. Flea gli fece un sorriso e esclamò “Grazie!”. Lui le sorrise a sua volta, poi guardò la mano di lei, che era ancora nella sua “Sai, hai un tocco molto dolce e delicato… Neanche mia madre mi ha accarezzato così…”. Intrecciò le dita con quelle della ragazza e mormorò “Si incastrano alla perfezione…”.

Flea arrossì e borbottò “I tuoi… ci stanno ancora aspettando…”. Lui si riprese e balbettò, imbarazzato “Scusa… h-hai ragione… andiamo…”. Quando i due furono usciti, Lyrica uscì a sua volta dal suo nascondiglio. Sbagliava o Cooler ci stava provando con sua cugina?

  
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