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Autore: Lucy_susan    09/05/2020    2 recensioni
Un uomo anziano chiuso in casa il giorno del suo compleanno avrà una bella sorpresa.
Dal testo: "La quarantena non gli stava facendo bene: si rendeva sempre più conto di quanto fosse solo. Sì, certo, i suoi figli venivano ogni tanto a trovarlo, ma venivano sempre soli e rimanevano per poco limitandosi a fare il minimo indispensabile e non solo per paura di essere multati. I nipoti non chiamavano mai e lui doveva arrangiarsi a passare il tempo come meglio poteva."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un dì di maggio

Ciao a tutti! Questa storia sarebbe dovuta uscire il 4 maggio, giorno del compleanno mio e di mio nonno. Spero di poterlo riabbracciare presto visto che adesso ancora non è fuori pericolo.

Un dì di maggio

Le tapparelle abbassate non riescono ad impedire del tutto alla luce di entrare donando alla stanza un’aura quasi mistica.
Una figura imponente si alza dal letto scricchiolante, ma un capogiro lo coglie ed è costretto a risedersi.
Dopo un respiro profondo riprende il suo cammino verso la sala. Attraversa il corridoio passando davanti allo specchio sotto il quale è ancora appoggiato un telefono fisso. Al vederlo l’uomo fa un sorriso malinconico ripensando a tutti i cambiamenti che ha dovuto sopportare in questi ultimi anni. Prima il telefono di casa soppiantato da uno più piccolo e sempre attaccato alla corrente e perciò non di grande comodità. Poi le varie cadute della nonna, che lo hanno costretto a svolgere sempre più compiti come cucinare, fare il bucato e cambiare i letti. Poi una serie di badanti che si sono susseguite portando manie differenti e scombussolando la sua routine. Infine il ricovero della moglie e la solitudine.
La quarantena non gli stava facendo bene: si rendeva sempre più conto di quanto fosse solo. Sì, certo, i suoi figli venivano ogni tanto a trovarlo, ma venivano sempre soli e rimanevano per poco limitandosi a fare il minimo indispensabile e non solo per paura di essere multati. I nipoti non chiamavano mai e lui doveva arrangiarsi a passare il tempo come meglio poteva.
Entra in sala e afferra da un angolo un lungo bastone di legno, probabilmente il manico di una vecchia scopa. Comincia a muoversi facendo esercizi di vario tipo per rinvigorire la muscolatura e svegliarsi completamente.
Finito l’allenamento si siede su una sedia e prende da una busta una serie di carte con immagini sacre, sceglie una novena e comincia a recitarla, proseguendo con tutte le altre. Mentre prega altre immagini gli attraversano la mente. È da tempo che non vede le sue nipoti preferite, due sorelle che hanno illuminato i suoi giorni quando meno se lo aspettava. Dopo la morte di sua moglie aveva sperato tanto che i suoi figli gli regalassero dei piccoli fagottini da tenere in braccio e con cui giocare, ma questo non era successo. Per fortuna aveva conosciuto la sua attuale moglie che aveva a sua volta figli con nipoti al seguito. Grazie a lei non era stato privato delle gioie di essere nonno.
Terminato anche quel rito giornaliero si alza e si dirige verso la cucina. Non ha molta fame, ma si prepara comunque una tazza di latte con del cioccolato sbriciolato dentro e dei biscotti. Pulisce tutto e si dirige al bagno dove si lava a sua volta.
Dopo questi rituali è ancora troppo presto per qualsiasi cosa perciò si siede sulla poltrona con una rivista e comincia a sfogliarla. Legge, ma senza capirci molto realmente. Non è concentrato su quello che c’è scritto davanti a lui. Pensa che tra poco dovrebbe essere maggio e con maggio arriva il suo compleanno e quello della nipote. Da anni lo festeggiano insieme ed è sempre stato un bel momento che lui ricorda molto volentieri, ma lui si chiede se questa volta qualcuno se ne ricorderà.
Poco dopo si appisola lasciando cadere la rivista sulle sue ginocchia, ma i sogni sono turbolenti e pieni di affanni perciò si sveglia presto.
Accantona la lettura e accende la televisione. C’è il telegiornale che annuncia numeri riguardanti questa nuova malattia che però lui non riesce a seguire. Parlano, anche, di una prossima riapertura e della possibilità di andare a camminare per le strade. Almeno una buona notizia, non ne può più di stare chiuso in casa perciò decide che nel pomeriggio sarebbe uscito.
Controlla l’orologio: le 10, pensava di aver dormito meno.
Si alza attraversando la piccola sala ed esce in terrazza. Il sole è già bello alto nel cielo azzurro e un fresco vento smuove le cime degli alberi di un verde brillante. Apre la finestra della veranda per respirare un po’ di libertà, ora non ha nemmeno le piante da curare o l’orto da vangare. È bloccato senza nulla da fare. Il campanello suona inaspettato.
Che giorno è? si chiede immaginando che sia suo figlio venuto a trovarlo ad un orario insolito.
“Chi è?” chiede al citofono.
“Sono Elena” risponde una voce un po’ contraffatta, ma riconoscibile.
Subito apre il portone e anche la porta. Il cuore impaziente scalpita nel petto per l’arrivo della sua più cara nipote. La vede salire le scale con una borsa in mano che cerca di non far sbattere sui gradini, ma si accorge di non avere gli apparecchi per sentire perciò corre a metterli. Quando torna, la ragazza è sulla porta che lo chiama.
“Nonno? Ciao, come stai?”
Lo saluta affettuosamente con un abbraccio contro le regole, ma a lui non interessa perché vuole godersi questo momento il più possibile.
“Ciao Elena, vieni dentro” la invita con un gesto eloquente.
“Guarda cosa ti ho portato” esclama fervente appoggiando la sporta verde sulla sedia. “Siccome so che il cioccolato ti piace molto, ti ho preparato una torta che ne è piena.”
Dal sacco fuoriesce un contenitore di plastica opaco che però non può nascondere la meraviglia che c’è dentro. Elena solleva il coperchio e mostra un cerchio di cioccolato con decorazioni bianche e rosse e con la scritta NONNO al centro.
“È bellissima, ma l’hai comprata?”
“No” asserisce punta sul vivo. “L’ho fatta io con le mie manine” e accompagna il tutto con un sonoro bacio sulla sua guancia attraverso la mascherina ovviamente.
“Ora basta smancerie però che non si potrebbe nemmeno. Godiamoci la nostra torta” i suoi occhi sorridono e lui fa lo stesso nonostante la dentiera.
Sembra proprio che anche quest’anno avrà la sua festa.

  
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