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Autore: Sabriel Schermann    10/05/2020    9 recensioni
Stavi scappando da me, lo ricordo bene. Devo averti fatto male, piccola Emma, perché sei rimasta sul pavimento per qualche minuto, prima di alzarti e fuggire. Ma non sei stata abbastanza veloce: ti portai in cantina, dove sapevo che nessuno ti avrebbe trovato.
Come ti sei ridotta così, mia piccola Emma?

[Storia partecipante al contest "Generi a catena" indetto da Dark Sider sul forum di EFP]
Genere: Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'La Casa di Cristallo'
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Disclaimer: questa storia è liberamente ispirata al racconto “Ultima notte nella vecchia casa” di Eleonora Carta, pubblicato nel libro Delitti di Capodanno.
Non sono consapevole di come funzioni una centrale di polizia nel particolare, per cui mi arrogo la “licenza poetica” sul testo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Emma

 

 

 

 

 

 

 

 

Sindy era appena entrata in centrale quando il telefono cominciò a squillare. Come ogni mattina, l'agente che faceva il turno di notte aveva appena lasciato la sua postazione per quello che doveva essere l'ennesimo caffè che ingurgitava.
Al quarto squillo, la giovane oltrepassò il corridoio con ampie falcate e alzò la cornetta: «Aiutatemi, vi prego! Mia moglie non è rientrata a casa stanotte!»
Aveva fatto l'abitudine, ormai, a quel tono di voce angosciato: era la combinazione perfetta che ogni omicida avrebbe voluto udire dalle proprie vittime.
Si fece dare in fretta l'indirizzo, con la promessa di raggiungerlo nel più breve tempo possibile; per fortuna, l'abitazione distava solamente qualche isolato dalla centrale di polizia.
«Derek! Abbiamo un caso di donna scomparsa» quasi gridò non appena fece il suo ingresso nell'ampio ufficio. Da quando aveva arrestato l'uomo che stavano cercando da nove anni, l'aspirante pattinatrice aveva ricevuto un considerevole aumento di stipendio, insieme a una promozione all'interno della squadra investigativa a cui apparteneva il più grande.
Sindy aveva sempre desiderato, da quando era stata ammessa all'accademia, di lavorare a stretto contatto con i criminali e, soprattutto, con le vittime. Se non poteva inseguire i suoi sogni artistici, perlomeno poteva contribuire a migliorare quella piccola fetta di mondo in cui si era ritrovata a vivere.
«Finalmente qualcosa che mi allontana da questi fogli maledetti!» sbraitò il partner, afferrando il distintivo con uno scatto. «Non ne potevo più! Sono giorni che il capo non ci affida un caso!»
Da quando aveva cominciato a lavorare in coppia con Derek, Sindy aveva compreso che la realtà era ben diversa da ciò che sembrava: spesso, la divisione dei ruoli rappresentava solamente una formalità e non importava molto se a risolvere un caso fosse un tenente o un novizio.
«Perlomeno stavolta ci risparmieremo i pianti greci» realizzò l'agente salendo su una volante, guadagnandosi un'occhiataccia dalla collega: «Quindi guidi tu?»
«Ovvio, fatina. Tu sei troppo spericolata da quando ti hanno dato la patente».
Nonostante la sua disapprovazione – la patente non gliel'avevano regalata, ma se l'era guadagnata –, Sindy comprendeva bene ciò che intendesse il ragazzo: informare i parenti della morte di un caro avrebbe dovuto essere materia di studio in accademia. Forse, in questo modo, il loro compito di angeli della morte sarebbe stato meno doloroso.
Forse...
«Mi hai sentito?» la ridestò Derek, «Come si chiama il tizio?»
«Che ne so, gli ho chiesto solo dove abitasse, ora lo scopriremo».
«Sai che cosa si fa in casi di gente scomparsa, fatina?»
Alla ragazza non era sfuggito che il collega avesse imboccato la strada più lunga. La propria precisione fremeva per farglielo notare ma, cocciuto com'era, avrebbero probabilmente finito per discutere su chi conoscesse meglio la zona. Derek era così: un mulatto testardo quanto un mulo.
«Si cerca chi è scomparso?» lo canzonò la collega, «Oh no, insegnamelo tu, my master
L'agente era stato il suo mentore da quando era stata ammessa all'accademia, dopo la squalifica dai campionati di pattinaggio artistico; il ragazzo, più grande di lei di più di dieci anni, l'aveva introdotta al mestiere con la meticolosità di un padre che segue il figlio nei suoi primi passi. Era così che Sindy aveva scoperto che il suo sangue era per metà americano e che si era recato nei Paesi Bassi solamente dopo il divorzio dei genitori, seguendo la madre e le due sorelle.
«Idiota» borbottò il poliziotto, «ce l'hai il blocchetto per prendere appunti, come un vero sbirro?»
Svoltò a destra e un complesso di villette dipinte di bianco comparve davanti ai loro occhi.
«Ci siamo» asserì la giovane agente, spalancando la portiera non appena il collega accostò.
Non fecero in tempo ad avvicinarsi all'ingresso che un uomo dall'aria trafelata comparve sulla soglia.
«Ho chiamato io la polizia!» si affrettò a dire, «Mia moglie non è rientrata a casa questa notte!» ripeté, invitando gli agenti all'interno della lussuosa abitazione.

 

 

 

♪♪♪

 

 

 

Stavi scappando da me, lo ricordo bene. Ti ho colpito alla testa con il ferro con cui smuovevo la legna nel camino quest'inverno. Devo averti fatto male, piccola Emma, perché sei rimasta sul pavimento per qualche minuto, prima di alzarti e fuggire. Ma non sei stata abbastanza veloce: ti afferrai con forza, tramortendoti con un pugno, perché potevi fare tutto, Emma, ma non scappare da me.
Ti portai in cantina, dove sapevo che nessuno ti avrebbe trovato, e lentamente tornasti in te. Ammetto di aver tirato un sospiro di sollievo quando ti vidi spalancare gli occhi nel vuoto, perché la mia intenzione non è mai stata quella di ucciderti. Ti portai un po' d'acqua e notai il tuo viso rilassarsi un poco, ingollando il liquido come se fosse il tuo unico appiglio alla vita.
Mentre ti legavo, mi guardasti con quello sguardo che sfoderavi sempre quando volevi qualcosa.
Mia piccola Emma, sono sicuro che ora potremo stare insieme per sempre.

 

 

 

♪♪♪

 

 

 

«Ma ne è sicuro?» continuava a domandare Derek all'uomo che aveva di fronte. Era visibilmente agitato e sudava parecchio, ma forse solo perché era estate.
«Certo che sono sicuro, agente! Non è rientrata alla solita ora ieri sera, ma non ci ho dato peso perché ultimamente è molto presa dal lavoro» sbraitò lo sconosciuto, un tale Sander Janssen, «così sono andato a dormire, ma quando mi sono svegliato stamattina non era accanto a me e il letto era come lo avevo lasciato ieri!»
Poi si infilò le mani nei capelli oleosi: «Le deve essere successo qualcosa al lavoro, ne sono certo!»
Sindy ascoltava girovagando per casa, studiando la disposizione dei mobili e delle fotografie, cercando la presenza della donna nella stanza.
Un forte odore di vernice le pungeva le narici, ma non sapeva dire da dove provenisse.
«Ci può indicare la vostra camera, Signor Janssen?» chiese tutt'a un tratto, mentre il collega spiegava che necessitavano di più informazioni per poter aprire un'indagine.
La stanza da letto risultava perfettamente in ordine: nessun vestito era fuori posto, le coperte erano rimboccate e non un granello di polvere traspariva dalla superficie dei mobili.
«Sua moglie non indossa bigiotteria?» continuò la giovane agente, sospettosa. Effettivamente, l'uomo pareva dire la verità: nulla lasciava intendere che la donna avesse passato lì la notte, né che si fosse vestita e fosse uscita quella mattina.
In verità, nulla lasciava presagire che ci fosse mai stata.
«I suoi gioielli li tiene in un posto speciale, per sicurezza, sa...»
«Le viene in mente qualcuno con cui sua moglie aveva dei problemi ultimamente?» domandò Derek, afferrando il blocchetto degli appunti dalla tasca posteriore dei pantaloni.
«Mi viene in mente solo Patrick De Boer... so che la corteggiava e lei chiaramente lo respingeva» disse l'uomo tutto d'un fiato, «ultimamente era diventato insistente, pareva volesse ottenere un'uscita con lei a tutti i costi, pur sapendo che fosse sposata».
Derek annotò il nome sul blocchetto, informandosi su come trovare quell'aspirante amante.
«Lavora con lei alla KPN¹» si affrettò a rispondere lo sconosciuto, «potete trovarlo lì, suppongo...»
Il signor Janssen sembrava ora più rilassato, come se un grande peso fosse all'improvviso scivolato via dalle sue spalle. Sindy lo aveva osservato a lungo: il suo sguardo viaggiava da una parete all'altra della casa e aveva indugiato parecchio sul blocco di carta su cui Derek annotava ogni indizio rilevante.
«Hai visto le stanze?» domandò la giovane al collega una volta raggiunta la volante. «Non c'è un mestolo fuori posto. Sembra che non abbia neanche fatto colazione!»
«Tu avresti voglia di mangiare se ti sparisce la moglie?» sbraitò l'altro, «E non mi risulta tu faccia colazione con la brodaglia...» continuò mettendo in moto l'auto, senza accorgersi che Sindy era discesa dalla vettura, dirigendosi nuovamente verso il complesso di case.
«Ah, dannata fatina!» sbuffò, affrettandosi a inseguirla, «Che cosa ti salta in mente ora? Dobbiamo parlare col tizio, come si chiama...»
La ragazza, però, non era tornata sui propri passi: Derek la vide bussare alla porta dei vicini del signor Janssen, da cui fuoriuscì una coppia di sessantenni.
L'anziana donna sussultò alla vista della divisa.
«Volevamo solo sapere se la vostra vicina, la signora...» cominciò a spiegare Sindy sbirciando negli appunti del collega, «la signora Emma Janssen era in casa ieri sera? L'avete vista o sentita?»
«Ma certamente che era in casa ieri, era domenica!»
I due agenti si fissarono come se un disco volante fosse appena comparso sopra le loro teste. Come avevano potuto non pensarci prima?!
«Mi dispiace, non abbiamo sentito nulla, alle nove ci siamo addormentati sul divano e poi siamo andati a letto» affermò l'anziano, mostrando una dentatura vecchia almeno il doppio degli anni che dimostrava.
Di nuovo, i due poliziotti si congedarono con gentilezza, dirigendosi verso l'auto.
Derek doveva riconoscere che l'agente Sindy Schermann era stata decisamente un buon acquisto da parte del dipartimento di polizia di Rotterdam. Non aveva esperienza, ma era evidente che la natura l'avesse dotata di una notevole capacità di osservazione, la migliore – e forse l'unica – alleata che possedeva nella risoluzione dei crimini.
«Certo che hai fatto un bel salto dal pattinaggio alla polizia» commentò, gettandosi teatralmente sul sedile.
«Idiota» borbottò la collega di rimando, «pensa a dove hai infilato i tuoi appunti!»

 

 

 

♪♪♪

 

 

 

Mia dolce Emma, mi sembri ancora molto debole anche solo per riuscire a udire qualsiasi rumore. Sono certo che tu non possa accorgerti di ciò che sta accadendo, devi solo avere molta fame, non è vero?
Ti ricordi il nostro primo appuntamento nel parco dell'azienda? Come era dolce il tuo viso quel giorno, con quelle guance infuocate che parevano due fragole! Ti piacevano le rose che ti ho regalato, vero? Le avevo scelte proprio pensando a te.
A noi.
Ti aspettavo, venerdì sera. Ti aspettavo con ansia, quando sono tornato a casa dalla mia corsa quotidiana, perché il fine settimana era vicino e potevamo stare insieme, dovevamo pensare solo a noi.
Avrei voluto fare l'amore con te da quanto eri bella. Perché tu sei mia e di nessun altro, questo non lo devi dimenticare mai!
E invece, piccola Emma, guarda come ho dovuto ridurti. Quasi non respiri più, mentre ti imbocco la tua colazione preferita. Annaspi in cerca d'aria, o di cibo, chissà.
Come ti sei ridotta così, mia piccola Emma?

 

 

 

♪♪♪

 

 

 

I due agenti non impiegarono molto a raggiungere la sede della KPN e a trovare il responsabile delle vendite. Non appena lo vide, Sindy quasi scoppiò in una risata: il suo viso, seppur giovane, somigliava terribilmente a quello dell'agente supervisore della sua squadra, che coordinava ogni indagine.
«Signor...»
Derek si affrettò a cercare il nome dell'uomo sul blocchetto di appunti.
Signor Hitler, avrebbe voluto suggerirgli la ragazza, soffocando a stento un ghigno.
«De Boer» lo corresse lo sconosciuto, «Che cosa desiderate?»
Gli agenti storsero il naso a quella domanda; solamente un uomo abituato a contrattare poteva rivolgersi in quel modo a dei poliziotti.
«La sua collega Emma Janssen è scomparsa da ieri sera e-»
«Almeno così dice suo marito» precisò Sindy, prima che il partner si voltasse a guardarla, imponendole con lo sguardo di lasciarlo proseguire.
«Che significa che è scomparsa? È morta?»
L'uomo si tirò in piedi, cominciando ad agitarsi. Volse uno sguardo alla finestra alle sue spalle, per poi fissarlo nuovamente sull'agente mulatto.
«No, è scomparsa» precisò Derek, «potrebbe essere ancora viva» aggiunse senza troppa convinzione.
Se era stata rapita la sera prima, come sosteneva il marito, dovevano tenere in considerazione un margine orario di parecchie ore, forse fatali.
«La signora ha dovuto lavorare ieri, che lei sappia?»
L'uomo si passò una mano nei capelli allo stesso modo del signor Janssen.
«Ma certo che no! Questa sede della KPN è sempre chiusa di domenica» replicò, visibilmente preoccupato.
Continuava a camminare su e giù per la stanza in un modo che faceva venire il voltastomaco.
«Ci sta nascondendo qualcosa, signor De Boer?» esordì poi la ragazza, rimasta in silenzio per troppo tempo per i suoi gusti.
Se qualcuno glielo avesse domandato, Derek non avrebbe saputo catalogare la sua schiettezza tra i pregi o i difetti.
A quella provocazione, l'uomo si fermò dietro la scrivania, puntando le iridi scure in quelle della giovane.
Sembra proprio Hitler, pensò Sindy, ma non ci trovò nulla di divertente questa volta. Quell'uomo poteva aver rapito Emma Janssen fingendo di essere qualcuno che non era, e poteva anche averla appena uccisa, da quanto ne sapevano.
Poi lo vide sprofondare sulla poltrona, unendo le mani al petto: «Noi... avevamo un appuntamento, ieri sera. Venerdì mi disse che il marito sarebbe stato fuori casa questo fine settimana, così... stavamo pensando a qualcosa di serio...»
A giudicare dall'espressione afflitta disegnatasi sul volto, pareva sincero.
«Dove e quando?»
«Qui, nel parco dell'azienda verso le sei».
Gli agenti lo videro indicare la finestra: un cumulo di alberi e fiori emergeva dai vetri puliti.
«E lei non si è presentata?» domandarono i poliziotti quasi all'unisono.
«Sono stato io a non presentarmi. Mi aveva detto che mi avrebbe avvisato al mattino in caso l'appuntamento fosse confermato, invece non ho ricevuto alcun messaggio, così ho pensato che il marito non fosse più partito. Lui lavora qui vicino e può essere rischioso...»
Aveva pensato a tutto. Aveva una motivazione potenzialmente valida per ogni fatto accaduto. Dopo avergli raccomandato di telefonare in centrale se si fosse ricordato altro, Sindy e Derek lasciarono l'ufficio con un nugolo di polvere tra le mani.
«Non abbiamo niente» sbraitò Derek rimontando in auto, «non abbiamo neanche un accenno di una cazzo di pista!»
«Dobbiamo tornare dal Signor Janssen e farci dire la verità» suggerì la giovane agente, «È l'unica opzione che abbiamo al momento».
Un altro viaggio per le strade di Rotterdam li attendeva, sotto lo sguardo tiepido del sole d'agosto.

 

 

 

♪♪♪

 

 

 

Per fortuna quei due idioti di piedipiatti non hanno notato la porta della cantina. Non potevano saperlo: l'ho ridipinta proprio questa mattina, piazzandoci davanti un mobile perché il puzzo della tua carne morta non salisse, mia cara Emma. Ora dovrò trovare un posto dove nascondere il tuo corpo adultero, cancellandoti per sempre da questa Terra.
Non credevo che morissi così all'improvviso, mi hai colto di sorpresa: la vita deve aver ceduto durante la telefonata agli sbirri, quando non potevo controllarti.
Ti trascino in salotto con fatica, non ti ricordavo così pesante, Emma!
Solo ora realizzo che dovevi avere qualche osso rotto, forse ti avevo anche sfondato il cranio, ma sei riuscita ugualmente a sopravvivere un paio di giorni.
Da allora, il tempo per me si è fermato: non saprei nemmeno dire con certezza quale giorno della settimana sia oggi.
Poi ho pensato che quei vecchi ficcanaso dei vicini mi avrebbero scoperto, se non ti avessero più vista. Forse ho fatto una stronzata a chiamare la polizia così presto, forse avrei dovuto aspettare che fossero i tuoi genitori a preoccuparsi... almeno avrei avuto il tempo di trovare un buon nascondiglio per il tuo cadavere.
Dio, quanto puzzi, Emma! Non vengo a trovarti da un paio d'ore e già ti sei imputridita così tanto!
Dovevi morire proprio questa mattina?! Mi colpisci a tradimento anche nella morte!
Ora ti sto trascinando in cucina, ho il fiatone, ma riesco a vedere quei merdosi di poliziotti in tempo perché non sbircino dalla finestra.
Cazzo, sono tornati! Sogghigno nel sentirli suonare alla porta. Forse è tutto finito, ma non dirò mai dove stava la puttana, possono anche torturarmi, la morte mi è indifferente...
Chiudo a chiave la porta della cucina, sperando che non si senta il puzzo di morto dall'ingresso. Per sicurezza porto con me un coltello, infilandolo nei pantaloni.
Il campanello suona un'altra volta; giusto in tempo per sfoderare la maschera più turbata che io possieda.
Avevo previsto tutto, sapevo che prima o poi avrei agito in modo impulsivo, dopo tutti i tradimenti!
Avevo previsto tutto, Emma, ma non la fine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

¹ La KPN è una società olandese di telecomunicazioni: a questo proposito, non so se questo tipo di aziende assumano dei responsabili delle vendite, ma non sapevo proprio quale tipo di figura inserire.


   
 
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