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Autore: Elgas    12/05/2020    6 recensioni
[PROSSIMAMENTE IL QUARTO E ULTIMO ATTO]
[Terzo Atto, Till The End of The Time
Kingdom Hearts 3 Alternative Ending (no DLC Re:Mind)
Crossover (personaggi principali tratti da Bleach, Blue Exorcist, Full Metal Alchemist Brotherhood +
pg singoli tratti da altri manga/videogiochi)]
N.B. Lettura Pc. Lettura Angolo Autrice.
+++
Capitolo 1
Ogni cosa da te creata è connessa al Seiðr e a esso farà ritorno.
Chiudi di occhi, tessi la ragnatela. Starà a te decidere quando lasciarla.
Capitolo 7
Ora sei qui. Senza esitazioni. Senza rimpianti.
Solo tu, amico mio…
« …solo tu puoi uccidermi. »
Capitolo 8
Ti amo... lo pensò ancora, dolcemente, perdendosi ancora in quelle ali, nel modo in cui
s’intersecavano in mezzo alla schiena, nelle piume a circondare la spina dorsale, una
linea diafana che saliva fino al collo.
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Aqua, Cloud, Luxord, Sora, Xigbar
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Till the End of the Time'
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2. Little Fellowships into the Starships



Ancora una volta si stupì di quanto piccolo fosse il bagaglio. Aveva radunato l’essenziale, nella
camera dove l’infanzia e l’adolescenza si erano susseguite; sotto lo sguardo di Terra e Ven, il
regalo delle tre fate, si era riempito di pozioni, eteri, cambi per la sera, il necessario per l’igiene
personale, qualche snack. Adesso pareva minuscolo, quasi banale, nella stanza in cui avrebbe
alloggiato da lì in poi. Dall’angolo dove si trovava, dov’erano collocati i mobili principali, Aqua
osservò la cassapanca e la porta del bagno sul lato opposto. Tutto era in ordine, pulito, complice
il materiale, simile ai gummi blocks, baciato dal soffice bagliore della bajour. Sul materasso la
valigia proiettava una sottile ombra. Inevitabilmente il pensiero andò a lui, a come l’aveva
condotta sulla Fenris per dopo sparire come un lupo nella foresta.

« Nell’Oltre imparerete a forgiare prima la mente. La mente è tutto. »

Concetto ribadito più volte da Askin e Edward, sintetizzato da lui con;

« Se la Mente è salda, il Cuore è protetto. »

Poche parole, pochi sguardi. Domande essenziali, se la camera le piaceva, se il cibo era di suo
gradimento; risposte essenziali. Dell’apertura intravista alle Destiny Islands con la consegna dello
Shrapenls, non rimaneva nulla; lo sguardo di Kugo si rivolgeva lontano, verso un futuro a lei
imperscrutabile.

Può essere diverso? La mia vita racchiusa in una valigetta… un’altra, infinita, racchiusa in
un’aeronave.

Più volte aveva invidiato la franchezza tra i restanti Prescelti e Fyrir (escluso Cloud); eppure
una certezza lentamente aveva preso forma; forse andava bene così, forse nei silenzi si celava la
strada per definire il legame, comprendere i pericoli, e perché no… gettare uno sguardo dentro
di se, verso dubbi a cui non riusciva a dare un nome.

Chiudere la Porta dell’Oscurità… eppure, al pari di Sora e Luxord, mi chiedo cosa indichi esattamente
il frammento dentro di noi… forse…

Il pensiero si smarrì nel corridoio. A destra ritrovò la sala comando, illuminata dalle luci del
garage. Le aeronavi erano state portate lì, nella struttura principale della Fen.ce; l’uovo più
grosso, ribattezzato sarcasticamente da Cloud; il primo a essere forgiato, aveva specificato Winry,
in base al quale venne replicato il resto; forme simili erano più facili da tener insieme, e in effetti
non aveva notato grandi differenze tra le costruzioni, se non per unicità come l’Archivio o il
Giardino. Si portò in fondo alla sala, ammirando la Kelpie e la Lindwurm, più in basso il via vai
tra i portelloni d’ingresso. Esclusi i fratelli demoni assenti, gli altri stavano finendo di caricare
le scorte e riparare eventuali guasti. Al contrario la Fenris era già in ordine, escluso il perenne
groviglio di fili e macchinari ai piani inferiori.
« Tra poco avranno finito… almeno smetterai di vedere questo paesaggio monotono. »
Si volse Aqua, aspettandosi di trovarlo di spalle o intento in qualche mansione.
Sedeva il Lupo, occupando la postazione principale vicino all’entrata. L’insieme ricordava una
sdraio, le linee fluide e confortevoli in contrasto con la base metallica fissata al pavimento; sotto
il poggiatesta, cavi confluivano verso l’alto, scomparendo in un’apertura nel soffitto; i lunghi
braccioli terminavano con tasti e levette, tanto da rendere i comandi simili alla tastiera di un
computer. Sedava Kugo, intendo a riparare uno bracciolo; questa volta tramite arti magiche, a
giudicar dal bagliore scaturito dalla mano destra.
« I viaggi nell’Oltre sono piuttosto burrascosi, così mi ha detto Askin », commentò scrutando lo
spazio nero appena visibile all’esterno.
« Viaggiare nei corridoi del Seiðr non è piacevole all’inizio. Gli strati fra i vostri Mondi e i Confini
sono… più leggeri, là fuori invece è un altro paio di maniche. »
« Capisco... e quanto ci vorrà? Per raggiungere il primo Mondo… »
« Procedendo spediti, nel nostro caso un mese circa. »
Per un primo periodo infatti, i gruppi avrebbero operato in Mondi differenti, ove la Vera Oscurità
rischiava di penetrare. I Fyrir non avevano rivelato altro, ne c’erano state troppe domande da
parte loro. Sora conosceva gli Heartless quando avevano invaso le Destiny Islands? Quanto si
sapeva di un Mondo prima d'attraccarvi? Nuovi legami, il senso di scoperta, la Missione… questo
più di altro teneva a bada il timore.

Nonostante le tante battaglie viste e gli allenamenti… la paura non ci abbandona completamente.
Però... è inutile rimuginarci, solo nell’Oltre, insieme a loro potremo...

Lo sguardo ricadde sul Lupo, il lume a illuminarne il palmo.
« Vieni… ti mostro cosa sto facendo. »
Lo disse come a voler accantonare il discorso; lo disse distaccato, gli occhi rivolti in basso.
Aqua s’avvicinò, trattenendo l'ennesimo sospiro; poi... ecco la meraviglia a riempire il Cuore,
a cancellare schegge di paura. Fili d’energia magica si diramavano dalle dita, inserendosi con
precisione chirurgica tra tasti e levette. Inginocchiandosi captò un ronzio elettrico, vide
microscopiche scintille nascere e morire mentre lui iniziava a spiegare.
« Diverse specializzazioni, diversi approcci al Seiðr e… differenti debolezze. Gli Smiða creano
oggetti, barriere, dimensioni. Più una creazione è estesa, più non possono allontanarsi da essa.
I Vitki, ovvero gli Stregoni… le tre pesti e Shura per intenderci, ne squarciano lembi ricavando
incantesimi e magie… ma lanciandone troppi di fila, si rallentano le capacità rigenerative. »
« Magie… come le fiamme che distrussero i mille Heartless? », chiese, rammentando l’evento
che più di altri aveva messo in luce forza e debolezza degli Immortali; estirpare l’Oscurità,
senza sconti, senza salvare Cuori.
« Esatto. Infine vi sono gli Eri, Guaritori, e i Drengr. I primi possono lenire le ferite di un
Mondo, guarirne il Cuore se la causa è collegata all’Oscurità. Io e Askin incantiamo armi,
siamo più resistenti e adatti a combattere, motivo per cui la rigenerazione è maggiore.
Per il resto ci limitiamo a competenze base; cure, pezzi di ricambio principalmente. Io li creo
solo in caso d’emergenza. Adesso sto riparando i circuiti… quell’idiota ha la mano pesante quando
guida. »
« Si diverte a combinare pasticci o sbaglio? »
« Già, specie se ci sono di mezzo io. » (0)
Accennò un sorriso, fugace… inghiottito da una silente tempesta; tumulto a riempire il presente e
decretare il futuro; mentre lei viveva facendo tesero di ogni parola, crescendo nell'ascolto, nella
deduzione di ogni discorso.
« Quindi... il Seiðr definisce i vostri poteri. Anche noi potremo attingervi? »
« Col tempo… col tempo forse sì. In misura estremamente minore, sia chiaro. »
« Capisco… nel caso come saranno? »
« Beh... spetterà a voi deciderlo, Aqua. »
Raramente pronunciava il suo nome; eppure ogni volta… un desiderio la pungeva nonostante
tutto, nonostante le mille riflessioni; continuare a parlare, semplicemente parlare.
E ogni volta finiva così… con un nuovo silenzio e il Cuore a batterle più forte.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Vi era un tempo per le domande e un tempo per le risposte.
Nella breve esistenza, le risposte erano arrivate senza ostacoli; la natura di Heartless, Nobodies,
Nesciens, Dream Eaters; gli scopi di Malefica, dell’Organizzazione, di Xehanort. Nella breve
esistenza, ogni domanda era giunta leggera, senza freni, persino nei momenti più disperati.
I Fyirir si premuravano di spiegare, eppure mai prima d’ora si era trovato a riflettere su come
e quando porre una domanda. La rara solitudine non aveva portato conforto e stringendo il
Portafortuna di Kairi le parole continuavo a vagar confuse. Non ne aveva parlato a nessuno,
valutando le altrui reazioni Aqua l’avrebbe spronato a farsi avanti. Luxord insistito fino a cavargli
frasi sconnesse e, scrollando le spalle, sentenziar che no, certe cose non erano importanti.
Senza sbocchi, il dubbio divenne pressante con l’avvicinarsi della partenza… così nella stiva
della Lindwurm, si celava dietro casse sigillate, tenendosi occupato come meglio poteva.
Oltre il portellone Donald e Goofy discutevano, Cloud in disparte, poggiato contro un pilone
d'atterraggio. Un fischiettare ricordò la presenza di Shura. La vide far capolino da una pila poco
distante. Shura, i capelli rossi risaltati da shorts e giacca di jeans scuro, top azzurro e stivali in
pelle; una persona allegra, la sua guida, sempre pronta a dispensar consigli, benché spesso
farfugliati tra i postumi dell’alcool.
Solo lì, solo ora le risposte potevano giungere, oltre il dubbio si sarebbe trasformato, un virus in
grado di infettare la mente. Così parlò Sora, udendo le parole acquistare ordine, la voce risuonar
sicura e profonda.
« Shura… perché noi? Altri sono venuti… altri sono morti. Perché vi siete palesati ora? »
Nel frattempo lei non smise di gonfiare e far scoppiare il chewingum, facendo cenno di seguirla,
così che la domanda si concludesse lì, al limitar del corridoio interno.
« Hai mai desiderato il Kingdom Hearts, Sora? »
« No... mai », affermò mentre le pareti li inghiottivano.
« Ecco. Tu, Aqua, Luxord… eccetera… nessuno l’hai mai invocato, nemmeno nei momenti più
disperati. Errore commesso invece dai primi Custodi e che portò alla Guerra dei Keyblade. Come
si dice? Più ti avvicini alla Luce, più grande diventa la tua Ombra. Il resto è venuto da se. Avete
compiuto atti prodigiosi... compierete atti prodigiosi. » (1)
Parole dirette, sincere, in cui si celava l’unica verità. Ogni dettaglio, ogni gesto presente e passato
s’illuminò di luce nuova. Perfino Shura apparve più nitida… come la voce, la voce del Cuore;
« Abbiamo sempre lottato per i nostri amici… per le persone amate. Io… noi… non chiuderemo
solo la Porta dell’Oscurità…! Vi salveremo! Salveremo tutti i Fyrir! »
La sorpresa balenò in quegli occhi scarlatti, prima che la mano arruffasse i capelli.
« Non ti smentisci mai. Salvarci? Lo state già facendo… ogni giorno. Siate voi stessi, okay? »
Parole in grado di riempire il Cuore, far nascere lacrime, subito celate con gesto nervoso.
« Ah! Tutti uguali gli uomini…! Coraggio, torniamo dagli altri, la partenza è imminente », lo
superò, porgendogli una lattina di coca.
La partenza. Aveva passato notti intere a fantasticarci con Donald e Goofy; mille versioni si erano
accavallate, ma conoscendo i Fyrir, aveva sempre optato per la sobrietà. La previsione si rivelò
corretta; non vi furono cerimonie, né discorsi; ogni consiglio era stato dato, ogni cosa vista.
Osservando la serenità di Edward e Winry, capì quanto i giorni passati insieme fossero incisi nei
loro Cuori. Osservò i gesti tra Kugo e Aqua, tra Askin e Luxord, le lievi emozioni scaturite da essi;
Cloud… leggermente più propenso a tollerare la compagnia, nonostante il pensiero rivolto a
Sephiroth lo rendesse il più delle volte silenzioso.
Infine, scrutando il cielo senza stelle, le montagne brulle e senza vita oltre la piana, un pensiero
vibrò, in lui come nel resto dei Prescelti.

Kairi… Riku… Ven… tutti sono al sicuro. Senza questa sicurezza, non riuscirei ad assaporare
il presente, né a riflettere sul futuro…

Pieni di speranze, si salutarono al centro dell’hangar. Sora strinse la mano a Edward e Winry,
augurò buona fortuna a Luxord e Aqua. Gesti semplici, ricambiati con affetto.
Infine s'imbarcarono, chi sulla Fenris, chi sulla Kelpie e sulla Lindwurm.
« Allacciate le cinture! Si parte! », esultò Shura sedendosi alla postazione di comando.
« Non c’è nessuna cintura! Vuoi trasformarci in palline da ping-pong? »
Donald, tagliente come sempre.
« Ops! È vero! Scusate… », e schioccando le dita apparvero una serie di fasce incrociate a X,
« Avanti! L’iniziò sarà turbolento... vedete di non insozzarmi il pavimento! »
« Ci mancava anche la guida spericolata », commentò Cloud prendendo posto.
« Preferivo il ping-pong a questo punto...! », aggiunse Goofy.
Accompagnata dal rombo dei motori, la Lindwurm si sollevò. Un brivido lo percorse mentre
tornava indietro, a quando la Gummiship aveva sorvolato la Città di Mezzo diretta verso altri
Mondi, assieme a Donald e Goofy. Allora come adesso...

Grazie per esserci, ragazzi.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Superate le montagne, i Confini divennero visibili nella loro non vita; una striscia di roccia
verdastra apparentemente infinita, ferma nello spazio, atollo perso in un mare d’inchiostro.
Eppure qualcosa si mosse, risuonando come l’incresparsi delle acque di un lago. Era successo
altre volte; quando, tornato dal Monte Olimpo, aveva salutato Aerith, Cid e gli altri a Radiant
Garden; con Tifa, soprattutto con Tifa, a Midgar.
Istintivamente la mano si chiuse lì, sul ciondolo ricavato dal suo orecchino. Circondato da quel
nero, il monile parve risplendere. Nostalgia… sentimento raro in un’esistenza lastricata di sangue.
Coi Fyrir l’aveva percepito subito, il tanfo metallico del sangue. Gli Immortali ne erano logori,
ma solo le bestie potevano fiutare altre bestie, nascondersi ai profani, celare, come lui, fantasmi
e fardelli.

« Non puoi negarlo Kugo! Si tratta di un’eccezionalità… il Destino ha voluto così. »
« Lo definirei più una spina nel fianco… uhm… ora la priorità è individuare Sephiroth. Shura è
ottimista come al solito, ma sarà come cercare un ago in un pagliaio. »

« Tu devi essere Cloud, giusto? Shura Kirigakure piacere! »

« Avete fatto il possibile e per questo vi ringrazio. »
« Accidenti! Non sembri stupito! »
« Sentivo sarebbe finita così,lui è sempre stato... particolare. Sarai tu a guidarmi nell’Oltre? »
« Mi hai tolto le parole di bocca! »


Tra gli Immortali c’era chi lo allontanava, bramava, chi lo considerava una nera costante
dell’esistenza. Per questo non c’erano mai state domande; le verità erano contenute lì, nell’acre
odore del sangue.
« Ehi Cloud! Guarda! »
Ma Sora… Sora aveva cambiato tutto; così oltre il marcio, ecco scaturire una stupida nostalgia. Un
po’ gli sarebbero mancati; Winry a chiamarlo, il sarcasmo di Edward e Askin, le rare spiegazioni di
Kugo davanti a uno degli ologrammi ritraenti Hwergh.
All’esterno due veicoli fendevano il nero, molto più piccoli e agili rispetto alla Lindwurm.
« Ehi! Appena in tempo ragazzi! » esultò Shura aprendo la comunicazione.
- Dovevamo pur salutarvi! -
- E vedere i Prescelti da vicino…! -

Due ragazzi, poco più grandi di Sora, almeno all’apparenza considerandone la natura immortale.
Soi-fon e Toshiro, se non ricordava male. In ogni caso prevedendo l’andazzo generale chiuse gli
occhi, ignorando il perenne entusiasmo del vicino, lo stupore dei compagni antropomorfi; l’unico
dettaglio curioso fu un'interruzione per parlare in privato con Kugo e Askin. Dopo dieci minuti e
ulteriori saluti tra Sora, Luxord e Aqua, l’aeronave riprese a muoversi; pochi minuti e un rombo
sordo invase l’aria.
« Bene ragazzi! A breve entreremo nel Seiðr…! L’ho già ripetuto altre volte… ora più che mai
dovete prestar attenzione alla mia voce! »
Il nero si tinse d’azzurro; piccoli fulmini divennero una vera tempesta magnetica. Così com’era
giunta velocemente si dissolse; nell’eco dei tuoni apparve… il Seiðr, fonte di potere dei Fyrir e
attraverso cui le aeronavi viaggiavano tra un Mondo e l’altro, anche se Cloud era più propenso
a credere tra una Dimensione e l’altra. In ogni caso, il Seiðr si rivelò diverso da ogni cosa vista
finora; a confronti corridoi tra i Mondi apparivano placidi ruscelli; una matassa semi-organica,
dove fori ora più piccoli, ora abbastanza grandi da permettere il passaggio della Lindwurm,
s’alternavano a fitte nubi. Il Seiðr era dominato da colori nefasti; il rosso vermiglio, il viola scuro
del veleno… e dopo poco, lontano, la strana matassa si tinse di nero… il nero della Vera Oscurità.
« Shura! Possiamo aiutarti?! »,
Il tono di Sora… tradiva un timore sommerso; il trovarsi così vicino a essa. Ma lui non poteva
permetterselo; solo seguendo gli Immortali, sopravvivendo a ogni orrore Sephiroth…
« Siediti! Ci penso io! Focalizzatevi sulla mia voce, tutti quanti! »
… una piuma… nell'improvviso caos scaturito dai cannoni, riuscì a distinguerla; una piuma
volteggiare dinnanzi a lui. Tutto si distorse, senza dar tempo ad alcuna emozione di scaturire;
fu un dolore ad avvolgerlo come fiamme attorno a un albero; fu un sussurro a uccidere ogni
pensiero, sibilo di spettri, centinaia di spettri. La piuma scese, vicina, sempre più vicina. Piume
nere… lo spadone di Zack conficcato nella brulla terra, fuori le mura di Radiant Garden, la lama
sporca di sangue… tangibili come la neve sporca, l’aria pungente di un lontano giorno d’inverno e
il pianto, il suo pianto, mischiato a sussurri… ma non furono le mani di Cid a comparire. Arti, arti
di cadaveri. Pallida era la carne, marcia e costellata di pustole. Decine di mani… a trascinarlo verso
il basso...
« Cloud! Cloud! Sono qui! »
Shura…
Fu come risvegliarsi da un incubo, o riemergere da un mare oscuro.
La realtà tornò, trascinando il peso del fallimento. Gravido di sudore, il respiro mozzato, si volse.
Lei era lì, china su Sora, a richiamarlo da chissà quale ricordo deformato dall’Oscurità. Fu l’ultima
cosa che vide assieme al viso di Tifa...

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Era strano come l’aria apparisse più limpida nonostante la penombra, la pareti pulsanti di carne
e ossa, le sacche di liquido a emanare una fioca luce verdastra. Nel corridoio alleggiava un eco
viscido, come se la Muten stesse assestando o modificando parti interne. Era curioso come la
bionave apparisse un giardino radioso dove trovare la pace. Per ora vi era una sottile quiete, e
mai essa l’aveva pervaso così a lungo; nei recessi di Gaia, percorrendo i sentieri del Lifesteam fino
al Cuore, nelle profondità del Reame Oscuro… ogni volta era sfumata lasciando posto a vuoto e
banalità. Era insolito come ora si mischiasse l’attesa, l’attesa per qualcosa di nuovo.
Erano passati giorni da quando Ukoku si era ritirato nella stanza; nulla aveva visto se non fiamme
a fendere il buio prima che la porta si richiudesse. Da allora, al rumore organico si mischiavano
frammenti di dialogo, come se il padrone scegliesse i bocconi più gustosi a un banchetto.

« Finalmente hai trovato qualcosa d’interessante, Priscilla. »
« Devo ringraziare alcune fortunate coincidenze… inclusa la tua mania, per una volta. »
« Almeno ti sazierai. »

« Non paragonarmi a te o al Ragno, Ukoku. Non ho seguito, ne intendo inseguire basse pulsioni. »
« Chiamala come ti pare cara… ma sempre di fame si tratta, mia cara Incantatrice. »

« Col tempo troverò il modo… superata la barriera, divorerò tutti quei Mondi… uno dopo l’altro…
mentre tu e il Ragno… inizierete la caccia finalmente. »
« Già! Non vedo l’ora… carini comunque i tuoi nuovi alleati! Una strega e un gattone obeso. »
« Pedine… me ne libererò al momento opportuno. L’unico rammarico riguarda l’angioletto,
ancora un po’ di piume mi sarebbero tornate utili… »

« … del resto ha fatto tanta fatica, sarebbe un peccato relegarlo qui. »

Risuonavano le voci, come nell’antro di caverna, a destreggiare piani in cui sarebbe entrato a
poco a poco; prima occorreva rispondere ad altre domande, le domande di una vita.

« Sei nato per questo…! Compirai il Miracolo… salverai il pianeta! »
« Non toccarmi! Non toccarmi! Mostro…! Mostro! »


Riemerse... il Presidente, la sua risata, le luci di Midgard sotto la sede della Shinra.
Riemerse il corpo di una donna, una delle tante… gli occhi solcati dalla paura.
Il messia? Un abominio? Nessuno dei due. Solo lì le risposte...
« Quindi saresti tu… uhm… adesso si capiscono molte cose. »
Una voce, un’ombra a recidere ricordi lontani.
Se non fosse stato per le luci, non sarebbe riuscito a distinguere nulla. Una donna s’ergeva, quasi
a sovrastarlo, il corpo celato da una lunga cappa; le mani, il viso appena visibile sotto il cappuccio,
forse l’intero corpo... era un groviglio di muscoli, pezzi di pelle color cenere; a spiccare nella quasi
monocromia, iridi ambrate e un corno immacolato al centro della fronte.
Una bellezza particolare… l’odore di una bestia famelica...
Istintivamente serrò le dita su Masamune… poi giunse...
« Chi ti ha dato il permesso di avvicinarti? »
… la voce divertita di Ukoku, macchiata di sottile minaccia.
« Hai già allungato gli artigli, Corvo… non avevo dubbi. Torno alla mia nave… riferisci il piano
agli altri mi raccomando. »
La seguì con lo sguardo, senza lasciare l’elsa, fin quando non scomparve nel buio in lontananza.
Buio che si fece più vicino, più accogliente, appena le sei ali tornarono a sfiorarlo.
« Ignorarla… è parecchio supponente, Priscilla l’Unicorno. » (3)
Si volse, le dita non più sulla katana, ma a sfiorare quelle piume; si volse, incrociando iridi più
nere della notte. Una domanda emerse, sintesi di quei giorni passati a osservare ogni dettaglio
della Muten e lui, soprattutto lui…
« Non importa. Piuttosto… una cosa mi sfugge. Come sei arrivato ai margini del “mio” universo?
Esattamente, intendo. »
« Oltre che affascinante sei anche molto intelligente. Vediamo se... hai raccolto tutti i pezzi. »
Si mosse, proseguendo in direzione opposta all'Incantatrice. Una decina di passi li condussero a
una piccola sala circolare e solo lì, lontano dall’odore di Priscilla, Sephiroth parlò;
« Sei qui da mille anni, ma esso non è stato percepito se all’arrivo… nella concreta impossibilità
di raggiungerlo. Come allora? Priscilla ha menzionato… una tua mania. »
Attorno a loro, un numero imprecisato di ampolle, grandi e piccole, dove liquidi delle più
variegate luminescenze creavano un sinistro gioco di sfumature sopra le ali, quasi le piume
dell’Architetto potessero d’assorbire ogni cosa…
« Sei giunto da me inseguendo un richiamo, un filo… ecco… io seguo un’eco particolare. »
« Particolare? »
Rise allora Ukoku e le ali fremettero, ebbre di contorta eccitazione.
« Già… non mi abbandona mai. Li sento sempre… il dolore, la sua sete di sangue. Sono legato a
lui… indissolubilmente. Ah! Non vedo l’ora d’incontrarlo… e saziarmi, come allora. »
Zack… Cloud… Luce opposta alle Tenebre, Luce che ormai aveva esaurito il suo compito, ma che
mai… mai avrebbe smesso d’inseguirlo.
« Capisco. Un uomo brama la mia morte, però... non ho mai avvertito nulla in questo senso. »
« A ognuno il suo e forse è un bene, per te. Uhm… a proposito, avrei anch’io una curiosità. »
La frase finì lì, a sfiorargli il collo, a infrangere la consueta calma forgiata sulla quasi dimenticata
Gaia, in giorni gloriosi, uguali, e infine liberatori di un'esistenza da SOLDIER.
« Questa roba… puzza. È un peccato tenerla addosso, non credi? »
Un calore s’insinuò sotto la giacca, lento rubò l’oggetto di tale morbosa curiosità, indugiando
sul fianco scoperto, appena sopra il busto in cuoio. Tre sfere, tre colori; viola, blu, giallo vivo…
in perfetto contrasto con la mano pallida. Le osservò deliziato Ukoku, un bambino di fronte a un
nuovo giocattolo.
« Memorie… ci sarà da divertirsi. Lasciatelo dire Sephiroth…. è stata davvero una fortuna
incontrarti. Hai portato liete notizie e… chissà... »
Tornò in fondo alla sala il Corvo, lasciando un’improvviso senso di vuoto. Vuoto... diverso da ogni
altro; scavava nel petto, fremeva nel Cuore… tanto che desiderò cancellarlo all’istante, finendo
per l'ennesima volta lì, vicino a lui, a osservarne le mani, la schiena, i gesti celati.
« Ukoku… »
« Sì? »
« Posso vedere cosa stai facendo? »
« Cos’hai fatto finora se non osservarmi? Uhm… forse la Chiave sta proprio in questo… »
« Chiave? »
« Per capire. »
Un verbo a riempire il vuoto, a macchiare il Cuore di una sensazione indefinita. Scivolò accanto,
scrutandolo mentre armeggiava con le sfere. Collocate in vasetti trasparenti, vennero sommerse
da un liquido trasparente che, mischiato a strane polveri, assunse una nuova consistenza,
tramutandosi in una melma verdastra.
« Se tratto, un Doppelgander può nascere più intelligente… per dirlo in termini semplici. Tra
qualche settimana, raggiunto lo stadio embrionale, potrò trasferirle. » (4)
Aveva mai osservato qualcuno così? Osservato per puro diletto mentre il tempo scorreva,
semplicemente scorreva? Forse era quello… il filo per conoscere la Vera Oscurità? Per farla sua?
Capire…
La risata di Ukoku giunse inaspettata, concordata da un sorriso famelico.
« L’eco…! È più nitido! Ah…! Sbrighiamoci! La nostra meta ci aspetta! Andremo a far visita al mio
adorato fratello, il Ragno. » »
Eppure fu una tempesta meravigliosa, idilliaca...

Sì… posso esistere solo qui… dinnanzi alla Perfezione.



(0) Nel Capitolo 9 di AAA fu Askin a guidare la Fenris fino ai Confini, mentre Kugo aiutò Shura a
modificare la Lindwurm in vista dei numerosi passeggeri.

(1) Più ti avvicini alla Luce, più grande diventa la tua Ombra.
Frase iconica fin dal primo KH, frase che qui, ben ricorcando gli eventi della Guerra e distruzione
Denti di Leone narrati in AAA, acquistano un significato più… concreto. Inoltre il discorso di Shira
sintetizza in maniera più dolce il discorso della Selezione.

(3) Priscilla l’Unicorno è l’antagonista principale del manga Claymore. L’aspetto non differisce
molto dall’opera originale. In ogni caso vi basti sapere il suo aspetto e non la storia ovviamente.

(4) Che le memorie portate da Sephiroth portassero a Doppelgander viene già intuito da Askin nel
Capitolo 4 di AAA.







Angolo Autrice:

Eccoci eccoci… vi erano mancati Cloud e Sephiroth lo so, a chi non mancherebbero insomma? Finalmente si è visto il famoso Seiðr! Spero che la rivisitazione sia di vostro gradimento ( ps. si rifarà in parte al Warp di Warhammer40k, così come alcuni dettagli relativi alla Vera Oscurità). Inoltre viene mostrato un po’ di più il sistema di classi e poteri dei Fyrir e fidatevi… rendere coerente una roba tua (per quanto contaminata da personaggi tratti da altre opere) non è impresa semplice. Spero di aver fatto un buon lavoro finora. In ogni caso se avete dubbi, chiedete pure nelle recensioni. <3
L’Incantatrice si è finalmente mostrata, cosa ne pensate della scelta di Priscilla (Claymore)? Colei che si è “alleata” con Malefica e Pete. <3
Ukoku palesa poteri e non solo... chi sarà il Ragno? <3
Un piccolo capitolo ricco di novità! <3
Ringrazio tutti i lettori e recensori, vecchi e nuovi <3 Grazie per il vostro supporto <3

Un saluto e alla prossima

Elgas
   
 
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