Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: sigel    12/05/2020    1 recensioni
Spoiler alert per chi ha seguito solo l'anime.
I ricordi e l'addio di Nicolò, breve fic malinconica dedicata alla scena del capitolo 107.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sasha Braus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Addio, amore.

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hajime Isayama, Bessatsu & Wit Studio. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Mi ritrovo qui a versare inutilmente lacrime amare su un freddo pezzo di marmo ed a portarti solo un inutile mazzo di fiori.

3 anni fa quando sbarcai su Paradise, avevo davvero paura di morire. A Marley si tramandano crudeltà inenarrabili compiute da parte degli eldiani contro la mia patria e i miei antenati. Mi avevano sempre insegnato che il popolo di Ymir fosse la discendenza del diavolo, il male assoluto che infesta la terra, il lato oscuro della storia e che non avesse nulla di umano. Ed io avevo sempre creduto a tutto, senza pormi il minimo dubbio o domanda.

Venendo qui, temevo di incontrare i mostruosi giganti antropofagi che hanno terrorizzato l’umanità per secoli e sono ancora oggi considerati armi tremende. Mi aspettavo di trovare demoni assetati di sangue, assassini senza pietà, delle belve feroci e spietate pronte ad assalirmi, non certo delle persone.

Quando Levi e Hange circondarono la mia unità in esplorazione con i loro uomini pensai che fosse finita:

“Maledizione, era una trappola degli eldiani, ci hanno tagliato le vie di fuga, ora ci uccideranno!”

Non feci nemmeno in tempo a sparare che mi ritrovai con le mani legate.

Quando mi arruolai, anni fa, ero consapevole che non sarei diventato un eroe o un generale plurimedagliato, sarebbe stato troppo oltre le mie capacità, ma volevo rendermi utile alla causa anche solo facendo da cambusiere, invece ero solo finito catturato scioccamente dal nemico.

Mentre venivo ricondotto alla nave, speravo che qualcuno dei miei compagni trovasse il coraggio di spararmi dal ponte. Morire sarebbe stato meglio che cadere nelle grinfie degli eldiani. Probabilmente con un colpo secco al cuore o alla testa, mi sarei risparmiato le torture e gli interrogatori dei prigionieri e sarebbe stato decisamente più rapido e meno doloroso che finire stritolato e maciullato sotto i denti di un gigante senza senno. In fondo, mi ero già rassegnato da tempo all’idea che in guerra si potesse perdere la vita. Per il governo centrale di Marley i soldati di basso rango come me, sono meno di bestie da macello, solo numeri su qualche dispaccio militare, pedine sacrificabili sul campo di battaglia senza che nessuno se ne preoccupi più di tanto. Certo, in cuor mio speravo di poter ritardare la mia dipartita ancora di qualche tempo o che almeno non fosse così tanto stupida e vana.

Da quel momento, però, più niente andò come mi aspettassi. Non morii in quell’occasione ed alla fine, anche grazie all’intercessione di Yelena, persino i prigionieri sono riusciti ad ottenere una vita dignitosa. In fondo, anche su quest’isola evitata ed odiata dal resto del mondo, si trovavano persone come noi, persino eldiani gentili ed amichevoli, pure gente che faceva complimenti per la mia cucina.

Ricordo ancora quando cominciai a lavorare come cuoco per i soldati della Legione Eplorativa, all’inizio era solo un obbligo, il mio modo per guadagnare il diritto alla sopravvivenza in un territorio ostile. In fondo però mi piaceva cucinare e vedere i volti soddisfatti dei commensali, ricevere lodi e ringraziamenti mi riempiva di orgoglio, mi faceva sentire apprezzato anche più di quando lavoravo sulla mia nave.

C’era pure qualcuno che mi considerava un genio della gastronomia e pensava che mangiare nella mia cucina piccola e pure povera di ingredienti fosse meglio che cenare nel lussuoso palazzo reale.

Mangiavi in modo così vorace, goffo, rumoroso e sgraziato che avresti fatto ridere in un vero ristorante, certamente qualche maitrè ligio all’etichetta e al galateo ti avrebbe scacciata in malo modo.

Io, però, non ho mai avuto il coraggio di mandarti via quando provavi a parlare con me.

«Tu sei Nicolò, giusto? Cucini per noi da tempo ma non ti fai mai vedere a tavola, rimani sempre in disparte! Hai paura che mangiamo anche te? Non siamo mica giganti!»

«Sì, mi chiamo Nicolò e tu sei Sasha se ho capito bene! Io non ho niente da spartire con i diavoli di Eldia, qui sono un prigioniero ai lavori forzati! Mangiate quello che preparo, poi potete anche andare via, non ho nessun piacere ad avervi intorno e non credo che voi ne abbiate dalla mia compagnia!»

«Pensi questo di noi? Davvero tutti voi nel mondo esterno ci considerate dei diavoli? Probabilmente hai deciso di odiarci e disprezzarci tutti a prescindere dal primo momento in cui sei giunto qui, senza nemmeno conoscerci!»

«Conosco abbastanza della storia dell’impero eldiano, a sufficienza per odiarvi tutti! Io ero stato mandato qui per uccidervi non l’hai ancora capito?»

«Gli abitanti delle Mura nemmeno sapevano nulla dell’impero fino a qualche mese fa. Re Fritz cancellò la memoria a tutti più di un secolo fa con il potere del Gigante Primordiale e distrusse tutte le fonti o i libri di storia quando fece rifugiare i suoi sudditi su quest’isola. Credevo che avessero spiegato pure questo a voi marleyani!»

«Sì, grosso modo ho capito come funzionava la politica su ques’isola!»

«Noi non abbiamo mai odiato quelli fuori dalle Mura, per anni ne abbiamo ignorato persino l’esistenza! Però quando ci hanno invasi ci siamo difesi. Molti di noi hanno perso la famiglia, gli amici, la casa, tutto ciò che sembrava una vita tranquilla, nel momento in cui i Giganti Corazzato e Colossale mandati da Marley ci hanno attaccato! C’è anche chi ha visto la propria madre divorata dai giganti o i propri amici schiacciati dalla macerie delle Mura, molti non hanno avuto nemmeno la dignità di una sepoltura. Ti pare strano che anche dei diavoli vogliano difendere le loro vite o quelle delle persone care? Anche noi abbiamo dei sentimenti!»

«Voi siete diavoli spietati e crudeli, immagino che anche i vostri cari ed amici siano della stessa risma! Non vedo perché dovrei dispiacermi per la morte di qualche nemico!»

«Dovresti pensare un po’ di più con la tua testa e fidarti meno ciecamente di quello che ti hanno inculcato!»

«Che intendi dire? Cosa ne vuoi sapere tu di quello che ho in testa io?»

«Hai visto dei demoni da quando sei qui? Hai mai incontrato le belve assetate di sangue che tanto temevi di trovare? Qualcuno di noi ti ha mai fatto del male o provato ad ucciderti?»

«Beh… no!»

«Pensi davvero che le persone che hai incontrato qui siano dei mostri e non meritino di vivere?»

«No, forse… ho esagerato ecco mi sono sbagliato in passato! Forse ci sbagliamo ancora in tanti nel continente. Non credo che gli eldiani nati dentro queste Mura siano ancora colpevoli delle atrocità passate e di cui avevano perso memoria per un secolo, però dimenticare tutta la tirannia dell’antico impero eldiano durata più di 1000 anni, è molto, molto difficile!»

«Sì è vero! Hai perfettamente ragione! Il passato non si può più cancellare e dimenticare è difficile, però possiamo provare a migliorare il futuro cominciando da qualche piccolo passo. Per esempio potremmo cominciare ad essere amici noi 2. A me non dispiacerebbe la tua compagnia, sei bravo ai fornelli e per cucinare bene per tante persone ci vuole passione, credo proprio che tu sia un ragazzo di buon cuore e ad occhio non credo nemmeno che tu abbia mai ucciso nessuno. Non ti piacerebbe vivere in pace o fare amicizia?»

«No, io in effetti non ho mai avuto missioni in prima linea e per la seconda domanda… Sì, penso che forse sia possibile!»

«Sei mai uscito con una ragazza eldiana?»

«Eh… Che razza di domande fai? No, certo che no. A Marley le relazioni miste sono severamente e strettamente vietate dalla legge! Gli eldiani sono il popolo del demonio! Non bisogna assolutamente mischiarsi con il loro sangue maledetto!»

«Oh sei fissato con il rispetto di quelle leggi. Magari ti farò provare io il brivido della trasgressione e del proibito. Potremmo anche cenare insieme o uscire qualche volta, non ti teniamo mica dietro le sbarre!»

«Sì magari possiamo mangiare insieme o fare 4 chiacchiere se ti va!»

Se ci ripenso oggi mi viene da ridere: come può una legge scritta su qualche vecchio foglio di carta ammuffito, tenere a freno i sentimenti che scaturiscono dal profondo del cuore? Ricordo anche le tue risate quando mangiavi nella mia cucina, erano il momento più piacevoli della giornata.

Mi rimarrà nella mente pe sempre quella sera del tuo compleanno il 26 luglio, io speravo di farti una sorpresa.

«Tieni, questo è un dolce tipico delle mie parti, viene consumato nei giorni di festa! Consideralo come un regalo da parte mia!»

«Grazie Nicolò, sei sempre così gentile con me!»

«Buon appetito!»

«Oh, non resti a mangiare con me? Guarda che non te ne lascio neanche un pezzettino!»

«Infatti è tutto per te, ora devo andare ho ancora parecchio da lavorare per la Polizia Militare! Ci vediamo dopo!»

Vederti felice e sorridente era già una ricompensa sufficiente per me.

«Nicolò, era tutto buonissimo, sei davvero un maestro della cucina: ma sai credo che ci sia ancora qualcosa di molto dolce e gustoso che non mi hai mai servito!»

«Ecco che ricominci a fare discorsi strani che non capisco! Che cos’è che vorresti e non ti ho mai preparato? Dimmelo in fretta che non ho tempo da perdere e non ho voglia di giocare agli indovinelli!»

«Vorrei tanto sentire il sapore di un caldo bacio dalle tue labbra.»

«Sasha non dire sciocchezze, hai bevuto troppo vino ed i fumi dell’alcool ti annebbiano la mente!»

«Non ti preoccupare che sono ancora lucida e seria. Non vuoi?»

«No, ecco… questa è proprio una richiesta a cui non ero preparato… cosa vuoi dirmi?»

«Tu mi piaci davvero molto! Ma io piaccio un po’ a te?»

«Sì… sei carina ma così mi metti in imbarazzo!»

«Devo prenderlo come un complimento?»

«Diciamo di sì, se vuoi intenderlo così!»

«Allora vieni qui!»

Essere stretti tra le tue braccia e sentire le tue labbra calde mi aveva fatto stare bene.

«Nicolò, ti è piaciuto?»

«Sì, è stato così dolce...»

«Oh non sono più un diavolo?»

«No, qualche volta ho esagerato, scusami!»

«Sai, da quanto sei timido, credo sia la prima volta che baci una ragazza, ho indovinato?»

«Eh e se anche fosse così, a te cosa importa?»

«Se sono la prima, vuol dire che rimarrò per sempre una ragazza importante nella tua vita qualunque cosa succeda in futuro, no?»

«Sì, sei molto importante per, ma lo saresti stato anche se non fossi stata la prima a baciarmi!»

«Sei arrossito. Oh se vuoi possiamo rivederci ancora, non credo tu abbia una fidanzata aMarley che ti aspetta!»

«No, non molta gente e nessuna ragazza! Se vuoi possiamo rivederci!»

Quello fu solo il primo di una lunga serie di incontri più o meno clandestini.

 

Io credevo veramente che fosse possibile evitare la guerra e vivere in pace, anche su quest’isola ci sono persone che volevano vivere le loro esistenze in tranquillità e senza il terrore dei giganti. Credevo che le alte sfere alla fine avrebbero compreso che la vendetta avrebbe chiamato altra vendetta dopo più di un secolo. Speravo che fosse ancora possibile una risoluzone pacifica e che un giorno sarei tornato a casa. Nella mia testa mi ero fatto 1000 discorsi su come raccontare questa mia strana prigionia a quello che resta della mia famiglia a Marley, probabilmente loro mi avrebbero già considerato morto non avendo ricevuto notizie per anni.

Avrei voluto raccontare loro come sono stati veramente questi anni, magari dire:

«Mamma, papà sono felice di rivedervi, ho tantissime cose da dirvi. ma la più importante è che ci siamo sbagliati sul conto degli eldiani su Paradise, sono solo persone come noi e non vogliono più la guerra! Non dovremmo più odiarli o temerli!»

Presumibilmente mi avrebbero guardato sbigottiti ed increduli e preso per folle o avrebbero pensato che mi avessero fatto il lavaggio del cervello o inflitto chissà quale atroce tortura o magari somministrato qualche strana droga.

«No, non sono completamente impazzito! Sto bene, non mi hanno fatto del male e non mi obbligano a dire questo! Mi hanno sempre trattato bene e credo che alla fine qualcuno si sia pure affezionato a me!»

Mi sono lambiccato il cervello anche su come introdurti, io non avevo mai presentato una ragazza in famiglia e sicuramente non sarebbe stato quello che si aspettavano di vedere al mio ritorno. Temevo che avrebbero istintivamente respinto un’eldiana proveniente da Paradise, quelli sono solo demoni per chiunque cresce nel continente. Nella mia mente stavo creando un piano graduale per farti accettare da tutti, magari partire presentandoti come amica o una persona che mi aiutato nei momenti difficili. Amore è una parola grossa, destinata a durare tutta la vita, non va usata con leggerezza, però io ho creduto veramente che la nostra storia potesse avere un lieto fine.

Purtroppo adesso non ci sarà più bisogno di tutto questo e me ne rammarico come mai prima in vita mia. La Storia ci ha travolti con le sue guerre e le sue tragedie che sconvolgono le nazioni, evidentemente avevamo chiesto troppo al destino.

Forse sarebbe stato meglio se fossi morto per davvero il giorno che sbarcai su quest’isola maledetta, mi sarei risparmiato questo dolore che mi fa sentire morto dentro.

 

Armin, Connie e Jean mi hanno raccontato com’è andata! Una giovane cadetta marleyana è salita a bordo di un dirigibile nemico rubando il dispositivo di risalita ad un soldato ucciso ed ha sparato a caso contro il primo tizio che ha visto. Non so cos’avesse in mente, quello era un attacco suicida senza senso, un’azione peggio che disperata, non ti insegnano strategie del genere durante l’addestramento. Quella stupida ragazzina non avrebbe avuto nessuna speranza di sopravvivere sola, con pochi proiettili su un mezzo nemico, circondata da avversari che avrebbero sicuramente risposto all’attacco. Eppure l’ha fatto, voleva solo uccidere, avere la soddisfazione di portare con sè quanti più nemici possibili prima di andare all’altro mondo, senza nemmeno guardarli in faccia e sapere chi fossero. No, lei non ti conosceva, non sapeva nulla di te e della tua vita. Ignorava quanto tu fossi generosa ed altruista, sempre pronta a condividere quello che avevi ed a rischiare la vita per gli altri. Ignorava la tua simpatia e l’allegria che trasmettevi, tutti i tuoi sogni e progetti, la sua vita si è incrociata con la tua giusto per qualche sfortunato secondo che ti è stato fatale.

«Ehi, questo è un cimitero eldiano. Qui riposano i soldati uccisi dai tuoi ccompagni cani bastardi maledetti di Marley!»

«Una mia compagna? No, chi ha ucciso Sasha così non può essere una mia amica, anzi se l’ avessi a tiro la ucciderei volentieri con le mie mani anche se so che nulla potrà farti tornare indietro adesso!»

Nessuno crede alle mie parole e mi tirano addosso delle pietre.

“Dovevo aspettarmelo! In fondo su quest’isola non sono mai stato un ospite gradito, sono solo un prigioniero di guerra usato per qualche lavoro.”

Ora devo andare, sta arrivando la tua famiglia ed io sarei di troppo, in fondo non ne ho mai fatto parte! Addio, Sasha è stato bello stare con te, ma purtroppo rimarrà sempre il dolore di un amore avversato e spezzato dalla sorte.


Angolo autore
Breve fic per una coppietta che stava nascendo, mi piace pensare che da qualche parte nel time skip abbiano anche approfondito la loro conoscenza.
Li avrei visti bene insieme un po' i Romeo e Giulietta della guerra tra Eldia e Marley ma Isayama ha voluto un finale triste. Provvederemo noi fan romantici a dare un po' di soddisfazioni ai personaggi.
   
 
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