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Autore: sancali    12/05/2020    1 recensioni
La lettera era la mossa giusta, ma era troppo tardi.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano le 2:00 di notte a Milano. Jack, in mutande, stava dormendo come un ghiro nella piccola stanza d’hotel, aveva spalancato le finestre prima di coricarsi ma non aveva aiutato con il caldo torrido dell’estate. 

Chi l’avrebbe mai detto che il suo sogno nel cassetto di diventare un musicista famoso un giorno si sarebbe avverato, chi l’avrebbe mai detto che sarebbe diventato il suo lavoro, chi l’avrebbe mai detto che il suo talento l’avrebbe portato fin lì. Jack di sicuro non l’avrebbe mai pensato possibile, bè fino a che non è effettivamente successo almeno, si era sempre un pò sottovalutato. E adesso era lì, in Europa, nel bel mezzo del suo secondo tour mondiale a promuovere il suo nuovo album.
Non era una vita facile, certo faceva ciò che più amava al mondo e aveva anche realizzato un sogno, ma questo voleva anche dire passare molto tempo lontano dai suoi cari, come ora per esempio, era oltreoceano e non vedeva l’ora di tornare a casa per festeggiare il 50esimo compleanno della madre, per giocare con la sua nipotina, e per abbracciare la sua ragazza. 
Kayla, era stato il suo ultimo pensiero prima di addormentarsi quella notte. La folla di Milano era stata pazzesca ed era stato uno dei concerti migliori di sempre, era andato a letto con la voglia incontrollabile di chiamarla per raccontarle tutto. 
Non l’aveva chiamata. Le cose non andavano troppo bene fra di loro. Era sempre stata di supporto per la sua carriera, l’aveva sempre incoraggiato, ma ultimamente era come se tutta la gioia che lui ne ricavava si trasformasse in sofferenza per lei. Non era facile per lei, Jack lo sapeva, e Kayla si teneva tutto dentro per non ferirlo ma lui l’aveva notato. Non vedeva l’ora che il tour finisse per tornare a casa da lei e rimediare. Avrebbero potuto parlarne, avrebbero potuto perfezionare loro stessi individualmente per perfezionarsi come coppia, voleva migliorare con lei e fare il passo successivo.
Jack si rigirò fra le lenzuola e il suo cellulare iniziò a squillare.
«Pronto? Kayla?» ma non sapeva che era notte fonda in Europa? Era contento che lei avesse chiamato, gli faceva piacere sentire la sua voce, forse voleva scusarsi con lui per la discussione che avevano avuto e non poteva aspettare oltre, in effetti era stato un brutto litigio. «No Jack, non sono Kayla. Sono Mindy, la sua amica. Ho chiamato per dirti che faresti meglio a tornare a San Francisco il prima possibile. Ah, e ho trovato la tua lettera sullo zerbino di casa» disse la voce, tutto d’un fiato. Si sentiva che stava piangendo, o che aveva pianto, la sua voce tremava e lui era sicuro di una cosa: si trattava di qualcosa di tremendamente serio perché né l’emozione nè le lacrime provenienti da quella voce erano causate dalla gioia di parlare al telefono con il celebre Jack Miller.

“Cara Kayla,
Sono sempre stato bravo a mettere insieme parole per scrivere una canzone ma a volte è difficile trovare quelle giuste. Sono piuttosto sicuro che questa sia la cosa più stupida che io abbia mai fatto, sto scrivendo una lettera! Voglio dire, potrei benissimo mandarti un messaggio ma..bè, ho pensato che avresti apprezzato il gesto.
Abbiamo avuto una brutta discussione l’altra sera e l’ho odiato, non mi piace quando non ci troviamo sulla stessa lunghezza d’onda, sono stato malissimo e scusa per aver alzato la voce.
So che non volevi veramente dire tutte quelle cose che hai detto, ci siamo solo fatti prendere dalla rabbia del momento. La distanza non ha aiutato, so che ne soffri e mi dispiace, vorrei poter fare qualcosa a riguardo ma non posso, è la mia carriera. Il fatto che a volte la nostra relazione si trasformi in una relazione a distanza non significa che durante quel tempo passato lontani io mi dimenticherò di te, o smetterò di volerti bene. E’ solo che le cose stanno così purtroppo, perché spesso dovrò viaggiare per lavoro, e dovrò allontanarmi da te, e tu dovrai aspettare il mio ritorno. Non mi stupirei se un giorno, in uno dei tanti miei ritorni, ti trovassi felice con un altro uomo. Accidenti, te lo meriteresti. Ti meriti di essere felice più di quanto io mi meriti tutto questo incredibile successo. Ti meriti di amare e di essere amata e se questo non è il modo in cui lo vuoi fare, se questo non ti rende felice allora capirò.
Ma voglio che tu sappia che ti amo.

Per tutta la sua vita Jack aveva sempre creduto nel destino, gli piaceva l’idea del destino perché era grazie al destino che aveva incontrato Kayla, L’amore della sua vita. Ma non aveva mai pensato che il destino potesse anche essere così crudele.
La vita li aveva riavvicinati, lui era tornato da Kayla, era inginocchiato sulla sua lapide. 
Voleva strappare la lettera e urlare tutto il suo dolore. Quella stupida lettera non era mai arrivata a destinazione, o meglio, era arrivata a destinazione troppo tardi e ora gliela stava leggendo con una voce debole, tremante e rotta dal pianto.

Non so se leggerai la lettera fino alla fine o se la strapperai quando realizzi che viene da me. Nel caso tu la stessi leggendo voglio che tu sappia che il ragazzo che ha scritto questa lettera è innamorato di te e non vede l’ora di vederti e abbracciarti forte. E dopo aver baciato le tue soffici labbra si inginocchierà per chiederti di sposarlo. E’ una promessa.
Ti amo. 
Tuo, Jack”

Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di tornare indietro e baciarla un’ultima volta. L’ultima volta che l’aveva vista, prima di partire per l’Europa, non l’aveva nemmeno baciata, avevano litigato perciò non l’aveva svegliata prima di andare in aeroporto. Aveva pensato che l’avrebbe baciata più forte per farsi perdonare una volta che il tour fosse finito, e in viaggio non riusciva a smettere di pensare a quanto gli mancasse e continuava a dirsi “la prossima volta, la svegli. La prossima volta che parti, la svegli e la baci, stupido.”
Ma non ci sarebbe stata una prossima volta.

Jack ripiegò la lettera e decise che voleva lasciargliela, era la sua dopotutto. La lasciò sulla lapide, sotto alla foto di lei, tirò fuori qualcosa dalla tasca sinistra e lo mise sulla busta così che il vento, tipico di San Francisco, non l’avrebbe fatta volare via. 
Lanciò un’occhiata alla foto della ragazza sulla lapide un’ultima volta prima di voltarsi e andare via, lasciandosi tutto alle spalle. Lasciandosi alle spalle il passato doloroso, lasciandosi alle spalle la ragazza di cui era innamorato, la sua lapide, la lettera che non le era arrivata in tempo e la piccola scatola che lui aveva usato per tenere ferma la busta. 
Aveva lasciato la scatolina aperta, si vedeva l’anello all’interno. 
L’anello le apparteneva, l’anello che Jack le aveva promesso, l’anello di Kayla.

 
   
 
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