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Autore: aimakoriai    13/05/2020    1 recensioni
Nella sua lingua umida che s'intreccia con la mia, nei suoi battiti accelerati, nei suoi occhi chiusi, nel suo tentare di avvicinarsi a me sempre un po' di più, leggo desiderio, desiderio di spogliarmi, di toccarmi, di avermi.
Nella mia presa stanca, nei miei baci svogliati, nei miei occhi aperti e annoiati, nel mio indietreggiare, è evidente il disgusto verso il suo tocco e il suo desiderio, ma lui è come cieco, analfabeta, e non capisce, non capisce, non capisce.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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Le mie braccia stanche si avvolgono intorno alla sua vita, le mie dita la stringono, possessive.
Nella sua lingua umida che s'intreccia con la mia, nei suoi battiti accelerati, nei suoi occhi chiusi, nel suo tentare di avvicinarsi a me sempre un po' di più, leggo desiderio, desiderio di spogliarmi, di toccarmi, di avermi.
Nella mia presa stanca, nei miei baci svogliati, nei miei occhi aperti e annoiati, nel mio indietreggiare, è evidente il disgusto verso il suo tocco e il suo desiderio, ma lui è come cieco, analfabeta, e non capisce, non capisce, non capisce.
Mi sforzo di non pensare a te, al tuo sorriso gentile, ai tuoi occhi scuri, impenetrabili.
Mi sforzo di non pensare alla tua voce, al tuo modo di parlarmi, sempre un po' timido, un po' impaurito, come se temessi gli errori grammaticali che potresti commettere davanti a me.
Mi sforzo di non pensare alle tue mani grandi, al tuo corpo caldo, al piacevole bruciore del contatto della mia pelle sulla tua.
Sì, mi sforzo di non pensarci, di concentrarmi su di lui che mi tocca nei punti sbagliati, che mi vuole, che mi vuole, che mi vuole.
Il tuo odore è gentile come il tuo tocco, come il tuo sorriso.
Lui mi tocca ovunque, di fretta, come per soddisfare un istinto che, fin'ora, ha tentato di nascondere invano.
I miei occhi sono irrimediabilmente puntati sul tuo corpo e, anche se fai finta di nulla, lo so che mi vedi, mentre ti guardo, mentre ti sogno.
Lui mi chiede di toccarlo, di dargli piacere e io giuro che vorrei volerlo, giuro che vorrei non aspettare altro, ma in realtà lo odio e odio me.
Lo tocco.
Mentre parlo con te, mi pare di essere in Paradiso, anche se la tentazione allungare la mia mano verso la tua, mischiata alla consapevolezza di non poterlo fare, mi ricorda che sono all'Inferno.
Ricordi, pensieri, parole, fumo e cenere, polvere e ombra.

"Com'è stato succhiarlo?"
Perché me lo chiede, se mi ha visto oppormi, dirgli che, no, quello non l'avrei fatto?
Perché me lo chiede, se me l'ha imposto?
Perché non ho gridato, perché non ho combattuto?
Perché mi sono limitata a trattenere le lacrime, a sperare, confusamente, che fosse tutto un incubo raccapricciante?
Perché mi odio così tanto?
La mia risposta arriva alle sue orecchie, ferendolo. "Era solo pelle, su pelle, su pelle."
Non so se percepisce l'assenza, nella mia voce, ma sono troppo stanca per spiegargliela.
Non so se capisce che, in qualche modo, ha rotto qualcosa, in me, ma sono troppo orgogliosa per farglielo notare. Lui è deluso e continua a farmi domande, ma la sua voce, insulsa, si perde nell'aria prima di riuscire a raggiungermi.
Sono felice perché ho vinto ancora; tu hai perso, ma sei felice perché io ho vinto.
Con voce atona, biascico una scusa tremendamente realistica, dico che è tardi e che devo assolutamente tornare a casa e scappo via, lontano dalle sue mani invadenti e dalla sua pelle inodore.
La tua felpa è abbandonata sulla sedia, proprio davanti all'ingresso, come se, in qualche modo, volesse attirarmi a sè.
Senza temporeggiare, salgo sul treno.
Il vagone, che sembra squallido e vuoto, è in realtà pieno dei miei pensieri, delle mie ansie, dei miei ricordi.
Mi guardo intorno, tendo le orecchie, mi avvicino di soppiatto, mi sento una ladra. Il mio cuore batte fortissimo, il mio respiro accelera paurosamente e le gambe, quasi, mi tremano per l'emozione.
L'unico rumore che sento è quello del treno vecchio e malandato che avanza, portandomi via.
Timidamente, tocco la tua felpa grigia, me la stringo al petto, ci affondo dentro il naso e respiro il tuo odore.
Ricordi, pensieri, parole, fumo e cenere, polvere e ombra.
   
 
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