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Autore: Daphne_07    14/05/2020    0 recensioni
Una Snily diversa per un pubblico diverso (in senso positivo eh eh). Stanca dei soliti luoghi comuni, ho deciso di ambientare la fanfiction nell'Ottocento. Inoltre ho compiuto una scelta abbastanza insolita: non esiste la magia, quindi aspettatevi uno scenario completamente stravolto. C'è il rating verde, poi credo che lo cambierò.
Dai primi due capitoli:
“Lilian! Questo non si addice ad una signorina!” Lilian Evans, 12 anni, era cresciuta sentendosi ripetere quella frase. Le dure parole della balia avevano da sempre accompagnato ogni suo gesto scomposto, sciocco o impacciato, limando il suo carattere esuberante e trasformandola in un’elegante, aristocratica ragazzina nobile. O, almeno, tentando di trasformarla. Tentando e fallendo.
...
Non poteva essere altri che lui. Occhi celesti, capelli biondi e sorriso smagliante, una fotocopia in miniatura del padre. James Potter. E Lilian si sentì inspiegabilmente attratta da quel ragazzino. Il suo cuore cominciò a fare le capriole, una sensazione frizzante la pervase. Trattenne il respiro: non aveva mai visto persona più bella.
...
-Ero solo un po’ curiosa…-
-Voi siete la più curiosa della contea, Miss Lilian, è cosa risaputa-
-Come osate?-
-Non ve la prendete, stavo lodando le vostre virtù- sul suo viso pallido si dipinse un sorrisetto sornione.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Lucius Malfoy, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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DA MALFOY

Erano settimane che Lilian cercava nuove notizie su Severus. Aveva addirittura chiesto a Margot se conoscesse uno dei suoi genitori, ma l’unica risposta che le venne data fu: -Nobili indegni, gente che non sa comportarsi. State alla larga-
Un torrente di curiosità aveva travolto la testolina di Lilian, e la ragazzina per poco pensava più a Severus che a James.
Oh, ma questo era impossibile (la scrittrice si rimangia le sue stesse parole): James occupava ogni suo pensiero, era padrone incontrastato del suo cuore e della sua mente, e nulla avrebbe potuto eguagliarlo.
E così Lilian, stanca di non ottenere risposte, prese una decisione estrema: sarebbe andata a parlare con Lucius Malfoy, un ragazzotto arrogante che nemmeno lei aveva saputo risanare.
Si ricordava che, un giorno di tanti anni prima, Malfoy le aveva raccontato di essere il migliore amico di un certo Severus Piton. Lilian sperò che si trattasse proprio del Severus che intendeva lei, poi, con la scusa di uscire in giardino per prendere una boccata d’aria, si avviò a passo spedito verso Malfoy Manor.
Camminò per una mezz’ora buona, rimpiangendo di non possedere un cavallo tutto suo, e alla fine arrivò a destinazione. Il cancello all’entrata era chiuso, ma Lilian riuscì comunque ad individuare la villa: Malfoy Manor spiccava possente in fondo ad un sentierino di ghiaia e biancospini.
Era una dimora ricca e sfarzosa, ma le sue forme strette, scure e spigolose non l’investivano dello stesso fascino armonioso che possedeva invece Villa Evans. Il luogo trasudava una certa cupezza, e Lilian per poco non si pentì di quella visita improvvisata.
E poi, che motivazione avrebbe potuto dare ai Malfoy? Sarebbe sembrato strano farsi vedere lì, da sola, con l’unico scopo di chiedere qualche informazione sospettosa.
La ragazzina stava quasi per correre via, quando Malfoy e -notizia delle notizie - Severus Piton uscirono dal grande portone di quercia all’ingresso. Notarono una figura femminile appoggiata al cancello, così andarono a controllare di chi si trattava e, con sorpresa, riconobbero Lilian. Le aprirono.
-Miss Evans- salutò Malfoy, facendole un baciamano privo di alcun calore. Era un ragazzino sui quindici anni: i capelli biondo pallido gli ricadevano ordinati sulle spalle, mentre due occhi freddi, grigi e sospettosi squadravano Lilian da capo a piedi.                
Severus non diede alcun segno (anche fittizio) di gradire la presenza della ragazzina. Aveva uno sguardo così serio, così maturo... Era un uomo nel corpo di un ragazzino. I suoi occhi appartenevano ad un mondo fatto di crucci e preoccupazioni, non sembravano affatto quelli di un quattordicenne. Severus Piton che scoppia in una risata? Questi pensieri remoti equivalevano alla più improbabile delle pazzie.
-Dove sono i vostri genitori? Che state facendo?- chiese Malfoy con finta premurosità. Lilian poté chiaramente scorgere un’ombra di fastidio nella sua voce.
Cosa avrebbe potuto dire? Severus era già lì, e chiedergli direttamente qualche informazione sul suo conto sarebbe stato oltremodo maleducato. Cioè, lei di solito non si faceva troppi problemi in merito al bon ton, ma sapeva lo stesso riconoscere una cafoneria.
-Mmmmm… passavo da queste parti- La scusa peggio architettata di tutta la storia dell’uomo.
Negli occhi di Malfoy saettarono lampi di sospetto, mentre Piton, imperturbabile, non lasciò trasparire nulla.
-Ma… adesso vado…-
-Siete sicura?- Malfoy, come si conviene ad ogni aristocratico conservatore, aveva imparato da suo padre l’arte del perfetto gentleman. Uno strano senso dell’onore gli suggeriva quelle frasi affettate e cortesi, per lui ogni signorina doveva essere trattata con i guanti. Lilian, benché si sforzasse di non darlo a vedere, odiava tutta quella falsa gentilezza. Lei odiava le falsità in generale.
-Non vi preoccupate, adesso vado…-
-Volete che vi riaccompagni a casa? Posso farvi mandare una carrozza-
-No, non vi scomodate, ho queste gambe per una ragione- rispose Lilian con naturalezza, non era da lei accettare certi agi.
-Perdonatemi, Miss Lilian, ma non ritengo opportuno che voi camminiate tutta sola. Si sta facendo buio e non vorrei mai che vi capitasse qualcosa- Malfoy sfoggiò un sorriso orlato di ipocrisia.
-Anche Severus stava tornando a casa. Potreste prendere una carrozza insieme- Lilian si sentì leggermente a disagio di fronte a questa ipotesi, ma convenne che sarebbe stato il modo migliore per iniziare una conversazione. Lei doveva conoscere ciò che si nascondeva dietro alla maschera!
-A me andrebbe bene…- assentì lei. Severus, lungi dal mostrarsi né gentile, né maleducato, approvò l’idea con un semplice movimento della testa. La cavalleria forse non era il suo forte, ma a Lilian non importava: solo a James, il suo James, stavano bene i modi cortesi e galanti, per tutti gli altri quelle gentilezze risultavano unicamente o mielose o false, senza alcuna eccezione.
-Bene, vi faccio chiamare Winston… il cocchiere- pochi secondi dopo Lilian si ritrovò davanti una carrozza con comodi sedili in pelle. Winston la aiutò a salire, e, dopo che anche Severus fu entrato nell’abitacolo, il cocchiere spronò i cavalli. La carrozza procedeva pigramente, l’odore dolciastro del polline incoronava una perfetta serata estiva. Le cicale frinivano allegre nascoste tra le graminacee, mentre un tramonto rosato incorniciava il cielo privo di nuvole.
-E così…- iniziò Lilian, decisa ad avere la sua conversazione -Siete amico di Lucius Malfoy?-
-Mi piace definirci “complici”- rispose lui, asciutto, senza smettere di guardare dal finestrino.
-Ah… Fa bel tempo, vero?- Lilian non sapeva da dove cominciare. Quel ragazzino era così schivo e riservato da non mostrare alcun interesse, alcun approccio per un dialogo.
-Miss Lilian, non serve che vi crucciate tanto. Volete sapere della mia famiglia, giusto? Beh, chiedete pure- disse lui, all’improvviso, con voce monocorde. Aveva letto nei suoi pensieri, e Lilian si sentì un po’ a disagio nell’essere stata smascherata così.
-Ma no… cioè, se volete…- disse, cercando di non sembrare strana.
-Non la ritengo affatto una domanda strana- Si era nuovamente intrufolato nel suo cervellino, e questo fece sentire Lilian… scoperta, senza nemmeno più l’ausilio del pensiero privato.
-Ero solo un po’ curiosa…-
-Voi siete la più curiosa della contea, Miss Lilian, è cosa risaputa-
-Come osate?-
-Non ve la prendete, stavo lodando le vostre virtù- sul suo viso affilato si dipinse un sorrisetto sornione -Ma adesso basta sotterfugi: odio le falsità. Siate schietta come al solito e ditemi ciò che vi frulla in testa-
-Voi vestite come un nobile e frequentate i Malfoy, eppure non ho mai sentito nominare la famiglia Piton, come se l’altra gente ne stesse alla larga. Perché la vostra intera casata è così impopolare?-
-Bravissima, diretta. Nella vita bisogna sempre osare. Vi rispondo subito: la mia famiglia non rientra nei canoni nobiliari. Ero al ricevimento dei Potter perché mia madre, Eileen Perrault, mi ha pregato di andare a “conoscere ragazzi migliori”. Lì, invece, ho trovato solo la peggiore gentaglia. O meglio ho ritrovato, perché è da tanto che io e quei due ebeti di Potter e Black ci diamo contro- Lilian digrignò i denti e iniziò a tremare per la rabbia, eppure non disse niente: doveva scoprire chi fosse in realtà Severus Piton, e indagare sulla sua famiglia sarebbe stato il primo passo -Mia madre è un’aristocratica originaria della costa francese. Lei e mio padre si sono incontrati in Valle Loira, che, appunto, è una regione agricola francese. Mi duole raccontar questo, ma l’impurità delle mie origini è inaggirabile: Tobias Piton, mio padre, era ed è tutt’ora un uomo rude e rozzo, senza alcun rispetto per le buone maniere. Mia madre, inspiegabilmente, se n’è innamorata, e mio padre non si è lasciato sfuggire l’occasione di sposare una nobile. Tutti i Perrault sono rimasti profondamente indignati da quella scelta, e così le hanno voltato le spalle. Gli abitanti di Cokeworth, gente fizzata con la purezza, hanno subito visto di cattivo occhio quell’arrivista senza scrupoli che era mio padre. E, infondo, lui non ha fatto nulla per entrare nel circolo della “vecchia guardia”: ha conservato i modi beceri e grossolani tipici di chi è cresciuto sotto il sole campagnolo. È un bevitore accanito, mancante della più totale materia in pubbliche relazioni. Mia madre ha provato a trasformarlo, ad acculturarlo, ma è stato tutto inutile. Diciamo che Tobias Piton è un abbozzo malriuscito di galantuomo. Mio padre ci ha trascinati tutti nel declino e nell’emarginazione totale, condannandomi a portare il suo stesso cognome indegno. E poi non mi vuole affatto bene, altrimenti si sarebbe sforzato di regalarmi un futuro migliore. Mi tratta come l'ultimo degli schiavi. Insomma, io odio la mia famiglia e la mia famiglia odia me. Ecco la vostra risposta, Miss Lilian- Nella sua voce Lilian percepì rancore e risentimento, era chiaro che Severus detestasse suo padre. E come dargli torto? Se era escluso, chiacchierato e ripudiato dalla comunità benestante di Cokewort, questo lo doveva solo a Tobias Piton. Severus, comunque, manteneva un contegno dignitoso, e pareva che la brutalità di suo padre non l’avesse affatto intaccato. Anche Lilian non poteva essere definita una signorina, eppure riusciva ad astenersi da comportamenti troppo rozzi o vergognosi. Solo una cosa era sbagliata nel ragionamento di Severus: era impossibile che la sua famiglia l’odiasse.
-Io non credo che la vostra famiglia vi odi-
-Davvero?- Severus sorrise, scettico.
-Sì. Tutte le madri e i padri vogliono bene ai propri figli. Anche i miei genitori mi riempiono di urla e castighi, ma io credo solo che lo facciano per il mio bene-
-State attenta: la menzogna può celarsi anche dietro le mura domestiche- la ammonì lui, un sorrisetto saputo stampato in faccia.
-Che vuol dire?-
-Che una nobile come Scarlett Evans non può ripudiare sua figlia pubblicamente-
-Ma cosa blaterate?!- Lilian mise le mani sui fianchi. Severus stava forse sottintendendo che la sua famiglia non l’amava?
-Niente, dimenticatelo- Lui assunse nuovamente un cipiglio indifferente e distaccato.
-Comunque… mi dispiace che Cokeworth vi abbia trattati così…- disse Lilian, facendo un sorrisino triste.
-E di che vi dispiacete? Non è mica colpa vostra. Un gentiluomo non è tale grazie alle sue origini, e io sostengo che, se mi impegnassi e assumessi tutti i comportamenti della società aristocratica, entro una ventina d’anni potrei vantarmi anch’io di trascorrere i pomeriggi in case come quella di Potter. Eppure non lo faccio, e sapete perché? Io non sarò bifolco e non stringerò nemmeno rapporti con la “vecchia guardia”. Disprezzo sia mio padre che quei falsi, ipocriti, “purosangue” nobili. Non mi ci trovo bene. Posso benissimo evitare di divenire come mio padre e al contempo rifuggire l’alta società. E se vi stavate chiedendo perché stessi con Lucius Malfoy, ve lo spiego subito: lui mi accetta nonostante le mie origini… sporche. E' un ragazzo falso e conservatore, ma alcuni nostri ragionamenti coincidono alla perfezione. Lui mi è sempre stato amico, forse perchè, al contrario degli altri, è convinto che in me si nasconda un vero nobile... scempiaggini- scrollò le spalle e assunse un cipiglio indifferente, come se la conversazione fosse terminata. In realtà era terminata davvero: la carrozza aveva appena attraversato il viale degli olmi, e adesso si trovava davanti alla veranda di Villa Evans.
-Arrivederci- la salutò Severus, distaccato.
-Arrivederci. Posso dirvi ancora una cosa? Secondo me voi siete troppo adulto, nel senso che non vivete la giovinezza come un ragazzino normale. Vi preoccupate troppo di questioni “da grandi”, di faccende d’onore e di sangue, al posto che divertirvi… almeno un po’. Siete sempre così serio… Ma mi pongo un obbiettivo: riuscirò a farvi sorridere, un giorno o l’altro- Lilian si sollevò leggermente la gonnella e corse in casa, dove una Margot alquanto alterata la stava aspettando con le braccia conserte.


Ed eccomi qua!!! Nonostante la carenza di recensioni, ho deciso di aggiornare lo stesso (altrimenti sarei impazzita eh eh). Mi sono affezionata a questa storia, ormai sono già al sesto capitolo e non avevo intenzione di abbandonarla. 
Ho deciso di attuare una sorta di "ribaltamento dei ruoli": non è più Lilian quella con le origini sporche, bensì Severus. In questo scenario totalmente alterato ho deciso di modificare lo stato di sangue. Sciao.
Daphne_07
   
 
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