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Autore: Andrea Micky    14/05/2020    1 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/Editoriale_Metro]
[Popeye the Sailor Man]Ecco una nuova storia del celebre marinaio, basata sui canoni narrativi delle nostrane Edizioni Bianconi.
POPEYE and relative characters created by E. C. SEGAR
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La tribù in difficoltà
by Andrea Micky

Dopo un breve tragitto, Braccio di Ferro parcheggiò la sua automobile davanti alla sede del Corriere di Spinacia.
“Da quando Oliva ha trovato lavoro qui, non ho mai avuto il tempo per venirla a prendere. Ma oggi le farò una sorpresa” pensò il marinaio.
Proprio in quel momento, Olivia uscì tutta contenta dall’edificio, con una macchina fotografica al collo e la borsa sotto braccio.
“Ciao Braccio di Ferro. Capiti a proposito” disse la ragazza.
“Come mai dici così?” le chiese il marinaio.
“Il direttore mi ha affidato la gestione della rubrica sulla cultura e per il mio prossimo incarico, devo intervistare gli indiani che vivono nella zona poco fuori città” spiegò Olivia.
“Ti riferisci ai Piedi Scalcianti?” domandò Braccio di Ferro.
“Proprio loro -confermò Olivia- E visto che sei qui, ti dispiacerebbe accompagnarmi fin là?”.
“Sali pure a bordo” rispose allegramente il marinaio, mentre apriva la portiera della macchina.

Poco dopo, la vettura di Braccio di Ferro percorreva una strada fuori città, che costeggiava una grande formazione rocciosa.
“Ho già preparato tutte le domande da fare ai membri della tribù” disse Olivia, dopo aver scribacchiato sul suo block notes.
“Sono sicuro che scriverai un bellissimo articolo” la incoraggiò Braccio di Ferro.
Ma proprio in quel momento, il terreno si mise a tremare e la vettura sbandò, finendo fuori strada e andando poi a sbattere contro la formazione rocciosa.
“Stai bene, Olivia?” domandò il marinaio.
“Si, sono solo un po’ scossa” rispose lei.
In quel momento, alcune rocce si staccarono, causando così una frana, che avrebbe inevitabilmente travolto sia la vettura che i suoi occupanti.

“Attento, Braccio di Ferro” avvertì Olivia, notando la frana.
“A me gli spinaci!” replicò lui, estraendo dalla giacca l’immancabile scatola di vegetali.
E dopo una sonora strizzata, Braccio di Ferro inghiottì in un sol boccone tutti gli spinaci, così che, quando le pietre rotolanti furono a tiro, il marinaio le distrusse tutte con i suoi pugni.
“Bravo, Braccio di Ferro. Temo però che la macchina sia troppo danneggiata per proseguire il viaggio” notò Olivia.
“Nessun problema” replicò il marinaio.
E dopo aver sollevato la vettura con entrambe le braccia, il nostro eroe si diresse verso l’accampamento dei Piedi Scalcianti.

Seguendo le indicazioni di Olivia, Braccio di Ferro raggiunse il villaggio dei Piedi Scalcianti, che era costituito da numerose tende dall’aspetto malconcio.
“C’é nessuno? Sono un’inviata del Corriere di Spinacia” si presentò Olivia, mettendo le mani a megafono intorno alla bocca.
Immediatamente, dalle tende uscirono numerosi indiani, tutti armati di arco e frecce.
“Augh! I visi pallidi non sono graditi qui. Perciò, andatevene via” ordinò quello che sembrava il capo tribù.
“Cosa? Ma voi siete sempre stati ben disposti verso coloro che vi volevano intervistare” ricordò Olivia.
“Le cose sono cambiate” si limitò a replicare l’indiano, mentre faceva cenno ai suoi uomini di attaccare.
Questi ultimi, senza esitare, incoccarono le loro frecce e le scagliarono contro i due visitatori.

“Ehp! Quelli vogliono trasformarci in dei puntaspilli” gemette Olivia.
“Non sia mai” replicò Braccio di Ferro, che aveva ancora in corpo l’energia fornita dagli spinaci.
E agendo con incredibile rapidità, il marinaio poggiò l’automobile a terra, posizionandola in modo che facesse da scudo a Olivia, la quale uscì indenne dalla pioggia di frecce.
E lo stesso avvenne a Braccio di Ferro, sulla cui pelle le frecce s’infransero senza causare il minimo danno.
“Quel viso pallido ha resistito alle nostre frecce” disse un indiano.
“Attaccate coi tomahawk!” ordinò allora il capo tribù.
I guerrieri rossi ubbidirono ed impugnate le loro asce da guerra, corsero verso il marinaio, emettendo una serie di versi striduli.
“Se volete la guerra, l’avrete” assicurò Braccio di Ferro, già pronto al combattimento.

“Fermi tutti!” ordinò una voce imperiosa.
Sorpresi, tutti i presenti si voltarono verso chi aveva parlato, che si rivelò essere un uomo di bassa statura, con indosso un copricapo ornato da un paio di corna di bisonte.
“Questo viso pallido, in grado di tenerci testa da solo, é stato sicuramente inviato da Manitù, per aiutarci in questo difficile momento” disse il nuovo venuto.
“Ne sei sicuro, Penna di Corvo?” domandò il capo degli indiani.
“Sicurissimo, Alluce Calloso” replicò l’ometto.
“Che i miei guerrieri depongano le armi, allora” ordinò il capo tribù.
Ubbidendo, gli indiani riposero le armi e s’inginocchiarono davanti a Braccio di Ferro, dicendo “Perdonaci, inviato del Grande Spirito”.
“Ehm, certo. Però, io sono venuto qui solo per accompagnare la mia fidanzata -precisò il marinaio- Ma se avete bisogno d’aiuto, contate pure su di me”.
“Perfetto. Adesso, se tu e la tua squaw vorrete seguirci, vi spiegheremo tutto” disse l’ometto, facendo cenno di seguirlo.

Poco dopo, Braccio di Ferro e Olivia sedevano al centro del villaggio indiano, ai piedi del sacro totem della tribù, dove il gran capo Alluce Calloso spiegò il perché delle sue azioni.
“Mi scuso per il nostro comportamento di prima, ma se avessi agito diversamente, il nostro villaggio sarebbe stato distrutto” si giustificò il capo indiano.
“Distrutto? E da chi?” domandò sorpresa Olivia.
Facendosi serio, il capo indiano rispose “Da una coppia di spiriti, che ci ha ordinato di tenere lontani tutti i visi pallidi che avrebbero osato attraversare il nostro territorio”.
“Eh? Siete stati minacciati da degli spiriti?” domandò sorpreso Braccio di Ferro.
“Esatto. Pochi giorni fa, nel cuore della notte, abbiamo sentito delle urla provenire dal centro del nostro villaggio. E quando siamo andati a vedere, c’erano due figure luminose che fluttuavano nell’aria” raccontò Alluce Calloso.
“Le mie arti magiche non sortirono alcun effetto su di loro -intervenne Penna di Corvo- Così, non ci restò altro da fare che arrenderci ai due spiriti, che ci ordinarono di tenere i visi pallidi lontani dalle nostre terre”. 
“Dissero anche che, se avessimo disobbedito, il villaggio sarebbe stato distrutto. E ce lo dimostrarono causando un piccolo terremoto, che quasi abbatté tutte le nostre tende” aggiunse Alluce Calloso.
“Ecco perché le vostre abitazioni sono così malridotte” disse Olivia, guardandosi intorno.
“Già. Dopo di allora, gli spiriti sono apparsi un altro paio di volte, giusto per ripeterci le loro minacce” concluse Penna di Corvo.
“Questa storia merita di essere approfondita. E non me ne andrò, finché non avrò fatto chiarezza su ogni cosa” promise Braccio di Ferro.
“Visto che avete disobbedito agli ordini ricevuti, penso che gli spiriti si faranno vivi questa notte” rifletté Oliva, massaggiandosi il mento.
“E io sarò pronto ad accoglierli” assicurò Braccio di Ferro, battendo i suoi pugni fra loro.
“Perfetto. Fino ad allora, tu e la tua compagna soggiornerete nella tenda riservata agli ospiti di riguardo” stabilì Penna di Corvo, indicando una tenda poco distante.
“Grazie. Prometto che mi dimostrerò degno della vostra fiducia, risolvendo il problema che vi affligge” disse Braccio di Ferro.
“Lo spero bene. Altrimenti, saranno guai sia per voi che per me” bisbigliò sottovoce lo stregone ai due visitatori.
“Bell’incoraggiamento” pensò Oliva, deglutendo rumorosamente.

Quella notte, Braccio di Ferro ed Oliva stavano dormendo nella tenda assegnata loro, quando vennero svegliati da delle urla concitate.
“Ehp! Ma che succede?” chiese il marinaio.
“Immagino che siano apparsi gli spiriti” ipotizzò Olivia. “immagini bene” disse Penna di Corvo, irrompendo nella tenda con in mano un sacchetto, che porse a Braccio di Ferro, dicendogli “Prendi questo”.
“Che cos’é?” chiese il marinaio.
“Un’erba magica che io stesso ho coltivato. Se sei in difficoltà, mangiala ed essa ti darà una grande forza” spiegò lo stregone.
“D’accordo” rispose Braccio di Ferro, nascondendo il prezioso dono sotto il berretto.

Senza perdere tempo, Braccio di Ferro ed Olivia corsero al centro del villaggio, dove due esseri fosforescenti stavano fluttuando intorno al sacro totem.
“Uuuuh! Andate via, invasori bianchi” intimò il primo spirito.
“Qui non c’é posto per voi” aggiunse il secondo, planando verso Braccio di Ferro.
“Staremo a vedere” replicò lui, lanciandosi verso lo spirito.
Ma i pugni del marinaio attraversarono lo spettro, che, indenne, continuò a fluttuare nell’aria, insieme al suo compagno.
“Fulminacci! Sono in una situazione di stallo” pensò Braccio di Ferro, rendendosi conto che la sua forza era inutile in quella situazione.

Intanto, nascosta dietro una tenda, Olivia seguiva con attenzione il combattimento e nonostante la preoccupazione per il fidanzato, la ragazza non poté fare a meno di scattare una foto dell’insolita lotta.
Ma quando il flash della macchina fotografica illuminò la zona circostante, da uno degli occhi del totem sprizzarono delle scintille, mentre uno degli spiriti svanì nel nulla.
Credendo di capire come stavano realmente le cose, Olivia corse verso il totem e scattò una foto al secondo occhio, che sprizzò numerose scintille, mentre lo spirito rimanente si dissolveva nel nulla, come era già accaduto al suo compagno.

A quel punto, gli indiani uscirono dalle loro tende, mentre Braccio di Ferro si arrampicava fino alla cima del totem.
“La luce magica della squaw pallida ha sconfitto gli spiriti” esultò Alluce Calloso.
“Non ci sono mai stati spiriti” disse Olivia.
“Esatto. Si trattava solamente di un trucco” spiegò Braccio di Ferro, mentre balzava giù dal totem, tenendo in mano le pietre usate per fare gli occhi, che erano simili a dei cristalli.
“Come sarebbe a dire?” chiese confuso Alluce Calloso.
Per tutta risposta, il marinaio sbriciolò le due pietre, che si rivelarono essere piene di circuiti.
“Visto? Le due pietre usate per fare gli occhi del totem erano in realtà dei proiettori, che trasmettevano delle immagini olografiche nell’aria” spiegò Olivia.
“Chi ve le aveva date?” domandò il marinaio.
“Sono un dono dei visi pallidi che hanno comparato la fattoria qui vicino” rispose Alluce Calloso.
“Sì: una volta ci vivevano un contadino nostro amico, ma poi degli uomini l’hanno acquistata per fare dei rilevamenti geologici” spiegò Penna di Corvo.
“E perché non li avete cacciati, seguendo le disposizioni dei falsi spiriti?” volle sapere Olivia.
“Perché loro ci avevano detto che quei visi pallidi stavano facendo cose buone per la nostra terra e perciò, dovevamo lasciarli in pace” rispose Alluce Calloso.
“Ma nonostante avessimo ubbidito, la terra ha continuato a tremare in diverse zone del nostro territorio” disse Penna di Corvo.
“Uhm, credo proprio che ci convenga dare un’occhiata più da vicino a quella fattoria” disse Braccio di Ferro, massaggiandosi il mento.

Una volta ricevute le indicazioni per raggiungere la fattoria, Braccio di Ferro e Olivia lasciarono il villaggio indiano.
Confidando nell’oscurità, i nostri eroi raggiunsero presto la fattoria, intorno a cui alcune persone munite di fucile facevano la guardia.
“Tutta questa sorveglianza mi sembra eccessiva per dei semplici rilevamenti geologici” disse Olivia.
“Già. Avviciniamoci di più” suggerì Braccio di Ferro.
E notando un frutteto situato nel retro della fattoria, il marinaio e la sua fidanzata si avvicinarono di soppiatto alla staccionata, la scavalcarono e si arrampicarono sull’albero più vicino.
Dopo di che, muovendosi di pianta in pianta, i nostri eroi si avvicinarono all’abitazione del contadino, da cui proveniva un rumore di apparecchiature elettroniche in piena attività.

Dato che fra l’ultimo albero e la casa del contadino c’erano alcuni metri da percorrere allo scoperto,  Olivia (che era la più leggera) si arrampicò lungo un ramo e da lì, la ragazza regolò lo zoom della sua macchina fotografica, riuscendo così a vedere l’interno dell’abitazione.
“Cosa vedi?” le chiese Braccio di Ferro.
“Una stanza piena di strani macchinari, tutti manovrati da gente vestita con camici da scienziato -rispose Olivia- E gli ordini vengono impartiti da un uomo molto grasso”.
E avvicinandosi un po’ di più, la ragazza riuscì a cogliere parte dei dialoghi pronunciati dagli occupanti della casa.
 
“Essere tutto pronto per ultimo collaudo di Dispositivo Subterranean?” domandò l’uomo grasso.
“Sì, Von Wurstel. Fra pochi minuti, daremo il via al test definitivo” disse uno degli uomini in camice.
“Eccellente. Se risultati di test essere perfetti, io dare via a mio progetto, che piegherà le autorità al mio volere. Ya!” si compiacque l’uomo grasso.

Udendo quelle parole, Olivia disse “Ehp! Ma allora,  quel ciccione é…”.
“…Von Wurstel, l’ex scienziato del Pentagono datosi al crimine” l’anticipò Braccio di Ferro.
“Quadra tutto, adesso: Von Wurstel é venuto qui per testare la sua nuova invenzione e ha ingannato gli indiani affinché tenessero lontani eventuali curiosi” rifletté Olivia.
Ma proprio in quel momento, la terra si mise a tremare e le vibrazioni ruppero il ramo su cui si trovava Oliva, facendola cadere a terra.

“Ehp! C’é un’intrusa” avvertì una delle guardie.
Senza perdere tempo, Braccio di Ferro balzò giù dall’albero e dopo aver afferrato Olivia per una mano, corse via, mentre numerosi proiettili cominciavano a fendere l’aria.
“Perché non combatti come tuo solito?” chiese Olivia.
“Perché sono rimasto senza spinaci” rispose il marinaio.

Il rumore degli spari giunse fin dentro l’abitazione di Won Wurstel e dei suoi complici.
“Cosa succedere là fuori?” chiese lo scienziato.
“Ci sono degli intrusi. E uno di loro é un marinaio con le braccia muscolose” rispose uno dei sottoposti, leggendo il rapporto appena ricevuto sul suo computer.
“Braccio di Ferro! Eliminatelo con il nostro Dispositivo Subterranean” ordinò Von Wurstel.

Fuori, Braccio di Ferro ed Olivia stavano ancora fuggendo, quando dal terreno sbucò fuori un gigantesco robot, di colore giallo e arancione, con le mani simili alle benne di una ruspa ed un paio di corna “alla Goldrake” posizionate ai lati della testa rotondeggiante, che tagliò loro la strada.
“Ehp! Ma quello é un robot gigante!” esclamò sorpresa Olivia.
“Certo. Così, Dispositivo Subterranean potersi difendere da solo contro attacchi nemici. Ya!” spiegò Won Wurstel, attraverso un altoparlante, posizionato nella testa del robot.
“Così, era lui a causare i terremoti con cui minacciavate gli indiani” intuì Braccio di Ferro.
“Ya! E adesso, lui distruggere voi con suo raggio disintegrante” disse Von Wurstel.
Subito dopo, le corna del robot si illuminarono e dal centro del suo viso, costituito da una serie di cerchi concentrici, venne sparato un raggio luminoso, che il marinaio evitò per un pelo.
Ma lo spostamento d’aria fu sufficiente a scagliare Braccio di Ferro a terra, facendogli perdere il berretto, da cui uscì il sacchetto donatogli da Penna di Corvo, che si aprì, rivelando il suo contenuto.
“Ehp! Ma questi sono spinaci!” esclamò il marinaio, riconoscendo “l’erba magica” ricevuta in dono.
E succhiando attraverso la sua pipa, Braccio di Ferro ingoiò l’intero contenuto del sacchetto.

Quando fu abbastanza vicino al marinaio, il robot Subterranean lo colpì con la sua benna destra; ma Braccio di Ferro si rivelò troppo coriaceo per l’utensile, che si sbriciolò.
Colto di sorpresa, il robot sostituì la benna rimastagli con una trivella, con cui attaccò nuovamente Braccio di Ferro; ma anche quell’utensile si rivelò inutile e si accartocciò su se stesso, senza aver minimamente scalfito il marinaio.
A quel punto, Subterranean fece ricorso al suo raggio disintegratore, ma Braccio di Ferro, dopo aver schivato l’attacco con un balzo, sferrò un sonoro ceffone al robot, la cui testa si mise a girare come una trottola; e la velocità di rotazione fu tale che la testa di Subterranean si svitò dal corpo, decollò come un elicottero e percorse un breve tragitto, prima di schiantarsi ad alcuni metri di distanza.
Ma sebbene fosse privo della testa, il robot continuò a muoversi e a Braccio di Ferro non resto altro da fare che compiere un secondo balzo, seguito da un colpo di karaté, che spezzo il corpo di Subterranean in due parti, che esplosero nel giro di pochi secondi, lasciando sul terreno solamente una manciata di rottami.
“E adesso, pensiamo a Von Wurstel” disse Braccio di Ferro, dirigendosi verso la base dello scienziato.

Vedendo il robot gigante sconfitto, i complici di Von Wurstel si diedero ad una frenetica fuga, mentre lo scienziato aprì una porta segreta, dietro a cui c’era un tunnel sotterraneo scavato in precedenza.
“Con Dispositivo Subterranean distrutto, io dovere ricorrere a piano di fuga Underground Tunnel” disse lo scienziato, mentre saliva bordo di un mezzo di trasporto già pronto per la fuga.
Ma proprio in quel momento, Braccio di Ferro sfondò la parete della base, intimando “Arrenditi, Von Wurstel! É finita!”.
Per tutta risposta, lo scienziato mise in moto il suo veicolo, che partì a velocità supersonica; ma il marinaio fu altrettanto veloce e raggiunse il veicolo in pochi secondi, per poi afferrarne saldamente la parte posteriore.
“Ti avevo detto che non potevi sfuggirmi” disse il marinaio, mentre tirava indietro il mezzo di fuga.

Ma proprio in quel momento, la cabina di pilotaggio del veicolo si sganciò e sfrecciò via come un missile, mentre Braccio di Ferro, non avendo più una forza che gli si opponeva, barcollò all’indietro e cadde a terra.
“Attento, Braccio di Ferro. Io ritornare un giorno. Ya!” promise Von Wurstel, mentre il suo veicolo scompariva nei meandri del tunnel.
“Accidenti. Quel ciccione é riuscito a sfuggirmi anche stavolta” brontolò il marinaio.
“Non te la prendere, Braccio di Ferro. Almeno, hai fatto fallire il suo piano criminoso” lo confortò Olivia, sopraggiunta in quel momento.
“Già. E tu hai abbastanza materiale per scrivere un articolo dell’ultima ora” le fece notare Braccio di Ferro.

***

Il giorno dopo, al centro del villaggio dei Piedi Scalcianti venne innalzato un nuovo totem, sulla cui cima erano stati aggiunti i volti di Olivia e Braccio di Ferro.
“Ecco: questo é un omaggio a coloro che hanno salvato la nostra tribù dai visi pallidi cattivi” disse Alluce Calloso, alzando le braccia al cielo.
“Augh!” rispose in coro l’intera tribù, manifestando la sua piena  approvazione.
“Beh, grazie di cuore” disse Braccio di Ferro, leggermente imbarazzato dall’onore ricevuto.
“Eh eh!” ridacchiò divertita Olivia, mentre si apprestava ad immortalare l’avvenimento con una foto.

FINE

   
 
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