Mi chiama Shar, la vice-preside di questa specie di manicomio, e una donna sulla trentina d'anni, penso, rughetta sulle sopracciglia occhi castani capelli a caschetto castani con un tailleur beige e camicia bianca e dei tacchetti sempre beige, rossetto rosso e unghie smaltate pure quelle di rosso.
"Ava vieni qui!"
"si?"
"devi pulire questo maledettissimo bagno! Se non lo fai brillare ti ci faccio bere quest' acqua e ti faccio sbattere fuori da qui!" come immaginavo.. l'acqua lurida dei cessi.
"lo faccio subito.." sono costretta a dire così anche se ho una voglia di spaccargli la faccia a suon di sprangate.
"sarà meglio per te!" se ne va facendo rumore con i tacchetti e rimango sola con i cessi e un lavandino, all'inizio pulisco, poi vengo distratta dal sentire la pelle pizzicare e bruciare le braccia sotto la felpa nera. Questo bruciore mi è cosi famigliare.. la mia pelle reclama il pezzo di ferro tanto amato, soprattutto i polsi, nessuno qui si è accorto che mi taglio, ed è un bene se no mi manderebbero davvero in manicomio e davvero non ci tengo.
Pulisco come si deve poi mi chiudo a chiave in un bagno e mi siedo nel cesso, è l'ultimo tra tutti. Si trova nell'angolo più buio è quello cosparso da poi scritte e insulti soprattutto dalla parte della porta, poi altri bagni con altri insulti un po' per tutti insomma, poi nel muro ci sono i lavandini graffiti e disegni di tutti i tipi.
Mi rannicchio appoggiando la testa tra le ginocchia cercando di non farmi attrarre dall'oggetto metallico nel tasca della felpa e per distrarmi mi mangio le cuticole e le unghie ma sembrano inutili questi tentativi; Sospiro, mi assicuro che sia chiuso a chiave e mi alzo le maniche fino ai gomiti e tiro fuori la lametta, la osservo chiedendomi perché devo farlo e la mia mente per risposta se ne esce con pensieri sconcertanti ma veri  forse riuscirò a fare una cosa che ho provato a fare varie volte  ma siccome c'erano persone intorno mi fermavo. Incido un primo taglio, poi un secondo, un terzo sempre più profondi sulle braccia, sanguino, ed e come se mi liberassi da ciò che ho dentro per qualche minuto. E’ la mia droga mia personale che mi libera, chiudo gli occhi facendo un sorriso malinconico, poi mi disinfetto mi bendo e mi ricopro le braccia e i polsi e pulisco le gocce di sangue fatte con i miei tagli.
Esco dal bagno e sfoggio un sorriso falso come sempre, mi avvio verso l'uscita ma sul davanzale della finestra noto dell'angolo delle pasticche, le prendo e leggo che sono dei potenti antidepressivi e che bisogna prendersene solo una se no si rischia il coma ed è li che viene il colpo di genio alla mia amata mente.. se le prendessi tutte insieme? sarebbe meglio per tutti, per l'umanità, l'universo, per tutti, ringrazio Dio che so prendere delle pasticche senza bere. Mi metto nel mio bagno, mi siedo tranquilla nel cesso e ingoio una decine di pasticche che fanno effetto dopo una decina di minuti, per assicurarmi la morte certa prendo le altre dieci nel flaconcino e le ingoio tutte dalla prima all'ultima. Subito dopo mi sento un dolore acuto al cuore e alla testa, chiudo gli occhi e sorrido tra le lacrime perché finalmente ho avverato il mio più grande desiderio, mi sento appagata, sollevata, felice, non pensavo di esserlo alla mia morte, il cuore smette di battere e smetto di vivere, morendo con un sorriso stampato. 


e tu? Cosa avresti fatto al posto suo?



//Salve! 
Questa è una one shot scritta 5 anni fa, da una me che adesso questa via non la prenderebbe e mi andava di pubblicarla, tutto qui. 
Statemi bene guys <3