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Autore: loreley90    16/05/2020    12 recensioni
Cambiare totalmente vita, lasciare il proprio paese e partire. Ma sarà così semplice? Oppure lasciare qualcuno si rivelerà l’ultimo e più difficile ostacolo da superare per poter voltare davvero pagina?
Storia partecipante a “Il contest autobiografico” indetto da Ile_W sul forum di EFP
Partecipa al contest "Un minuscolo assaggio del mio mondo" indetto da Frenzthedreamer sul forum di EFP
Partecipa come storia edita al contest "Attraverso i tuoi occhi (II edizione)" indetto da Milla4 sul forum di EFP
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non avevo potuto rifiutare la tua offerta di accompagnarmi all'aeroporto. Quante volte lo avevamo fatto l'una per l'altra, ogni volta che il lavoro o un viaggio di piacere portavano una di noi via per un tempo più o meno breve. Ci salutavamo sempre nel parcheggio, dopo aver fumato una sigaretta insieme, il nostro rituale, mentre a turno vedevamo l'altra avviarsi verso l'entrata del terminal partenze, consapevoli che sarebbero passati pochi giorni e ci saremo viste, di nuovo. 

 

Questa volta...beh questa volta è diverso. Non ci saranno bottiglie di birra ad attenderci al ritorno, nessuna serata delle nostre in cui passare ore a parlare del più e del meno, fino a tarda ora, e solo allora iniziare a parlare di ciò che contava davvero. 

 

Questa volta partirò, senza voltarmi indietro.

Non aveva più senso restare qui. La mia vita mi stava stretta...troppo stretta. Dopo tutte le delusioni che avevo ricevuto, i bocconi amari mandati giù, ho deciso di cogliere l'opportunità di trasformare la mia vita in quella che avrei sempre voluto vivere. Alla soglia dei 30 anni avevo deciso di rivoluzionare il mio mondo, la mia vita. Ed ora eccomi qui, solo qualche mese dopo, pronta a partire: la mia adorata Londra mi aspetta! Ho sempre amato questa città, anzi più che amato mi ci sono sempre riconosciuta: non è da tutti cogliere la bellezza nelle centinaia di sfumature di grigio che colorano il suo cielo per la maggior parte dell'anno, ma io le ho sempre trovate rasserenanti. La maggior parte delle persone, quando pensa a Londra, pensa alla pioggia, e pure io in realtà, solo che nella pioggia che bagna quelle strade ci vedo Hugh Grant che dichiara il suo amore a Andie MacDowell in Quattro matrimoni e un funerale, mentre è zuppo fradicio per la pioggia...o Gene Kelly che canta "Singing in the rain": per quanto non fosse ad un lampione londinese quello a cui si aggrappava, quell'immagine per me ha il profumo dell'asfalto bagnato di Henrietta Street.

 

Il breve viaggio in macchina scorre, perdendomi in questi pensieri. La tua playlist sembra volermi mettere a tutti i costi di buon umore... andarmene è esattamente quello che volevo, ma ora mi sembra tutto così dannatamente reale, tutto così dannatamente veloce. 

Arriviamo al parcheggio e appena spegni il motore, slaccio la cintura e scendo. Tiro fuori una sigaretta, provando più volte ad accenderla. Sento le mani che tremano, dannazione. So che ora quella che tengo tra le labbra non è niente più di una clessidra che scandisce il tempo che mi separa dal salutarti. 

I miei occhiali da sole sono come uno scudo, dietro il quale difendermi: non ti permettono di vedere i miei occhi esitanti, sofferenti per questa separazione. Avrò immaginato centinaia di possibili scenari del nostro addio, modi di salutarci girati su pellicola 70mm. Invece stiamo qui a parlare, con frasi vuote, prive di un senso vero, come se questo non fosse un momento importante... eppure ci sono così tante cose che vorrei dirti, che mi distruggono dentro, cose che ho sepolto nell'angolo più remoto della mia valigia, parole nascoste sotto i calzini, tra il caricabatterie e le infradito.

 

Non ho nemmeno pensato a pianificare un mio rientro a breve. Ho bisogno di andarmene, di cambiare vita...o meglio. Di ricominciare da zero. Non vedo l'ora di tagliare ogni legame, con la vita che conduco qui, con la continua pressione delle aspettative che gli altri hanno su di me. Anche con te... sei stata il mio tormento, per tanto tempo. Ti ho vista commettere errori, ho visto persone ferirti, senza poter dire ciò che realmente avrei voluto dirti. Ci sono sempre stata, sempre, facendo il tifo per te, per la tua felicità. Nonostante questo mi ferisse. E tanto. Perché io mai ti avrei ferita, mai ti avrei illusa, mai ti avrei usata. Ti avrei amata davvero. E in un certo senso l'ho fatto... in sordina, sempre attenta a misurarmi, nei gesti, nelle attenzioni, nel proteggerti e nel prendermi cura di te. Come un uragano sei entrata nella mia vita, colorando le pareti di questo cuore che pezzo dopo pezzo è diventato tuo. Ci ho messo un po' a capire quello che provavo, quello che davvero sentivo per te... ma soprattutto ci ho messo molto ad accettare di provare certi sentimenti. Questa è stata la vera sfida che mi sono trovata ad affrontare, mentre diventavi sempre più importante, per me, per la mia vita. Fotografie dei nostri momenti insieme mi scorrono davanti agli occhi, mentre aspiro un altro tiro di sigaretta. Allontanarmi da te mi farà sicuramente soffrire, ma questo macigno che sento sul petto sta diventando un peso insopportabile da sostenere.

Tempo scaduto. Spengo la sigaretta con il piede, mentre tu ormai la tua l'hai finita da un po'. Mi hai sempre presa in giro per la mia lentezza quando fumo, ma se sapessi i viaggi con la mente che faccio, durante questi brevi spazi che concedo al mio vizio, forse vedresti le cose diversamente!

"Allora direi che è giunto il momento dei saluti..."

La mia voce, il mio corpo, esprimono indifferenza e sono certa che la stai percependo. Col tempo avevi distrutto il muro che mi ero costruita attorno negli anni, per proteggermi, per soffrire meno a causa degli altri. Da quando ho deciso di trasferirmi, l'ho lentamente ricostruito, mattone dopo mattone, per prepararmi a questo momento: il momento in cui sarei riuscita a dirti un "Ciao" che sapevo sarebbe stato un "Addio". 

Non riesci a dire nulla, mi butti le braccia al collo e sento che inizi a singhiozzare... sempre più forte. Quello che stai abbracciando però è un pezzo di marmo, freddo, quasi impassibile. Riesco ad esserlo però solo fino al momento in cui, con un riflesso istintivo, ti avvolgo nel mio abbraccio. Capisco di aver fatto un passo falso, che i mattoni che avevo accuratamente posato sono stati di nuovo buttati giù, il muro intorno al mio cuore ancora una volta demolito. Da te... e da chi se non altro: solo tu ci sei riuscita, in passato e anche ora. 

Non ci facciamo nessuna raccomandazione, non ce n'è bisogno, visto che mi hai fatto promettere di tenerti aggiornata sulla mia nuova vita. Sappiamo entrambe che presto o tardi la distanza ci separerà in modo definitivo, inappellabile, irrecuperabile. Una parte di me spera succeda presto, per poter voltare davvero pagina, l'altra vorrebbe solo restare qui per tenerti tra le mie braccia per sempre.

Ti stringo per un ultimo momento, prima di separarmi da te. 

"Bene, io vado... scrivimi quando atterri ok?" mi dici, già pronta a risalire in macchina. Non incroci il mio sguardo, e penso di sapere il perché. Questa separazione ti pesa... se non quanto pesa a me, poco ci manca.

Estraggo la maniglia della valigia, e mi avvio verso l'entrata del terminal. Mi volto e vedo la tua macchina avviarsi verso l'uscita del parcheggio... è il momento di guardare avanti. 

 

Imbarco i bagagli e mi avvio subito al controllo di sicurezza: ho sempre voluto prendermi per tempo per arrivare al gate con ampio anticipo. Mi siedo e decido di tirare fuori l'iPad per rispondere a qualche mail e ingannare così l'attesa, ma cercando nello zaino la mia mano sente che c'è qualcosa di sconosciuto al suo interno. 

Tiro fuori quella busta e non posso che sentirmi confusa. Vedo il mio nome, scritto con una scrittura molto familiare... la riconoscerei tra mille, la tua. 

Le mie mani sono già pronte ad aprire quella busta ma di colpo si fermano... sono veramente sicura di volerlo fare? Beh, non posso semplicemente ignorarla e sai che sono sempre stata fin troppo curiosa. Non vado fiera della mia fanciullesca eccitazione, che emerge soprattutto prima di Natale: da quando ci conosciamo ti bastava dirmi di aver preso il regalo per me, che iniziavo a tartassarti per sapere di cosa si trattasse.

Mi faccio coraggio, prendo un bel respiro e decido di tuffarmi da questa scogliera: non è la prima volta che mi scrivi una lettera, e hai sempre trovato parole che mi hanno toccata nel profondo.

La tua scrittura così spigolosa su questa carta color bianco panna crea un contrasto affascinante.

Inizio a leggere...

 

Ciao,

Sarai sorpresa di trovare questa lettera ad attenderti. Chissà dove sarai ora, se l'avrai trovata ancora prima della partenza, oppure mentre i tuoi occhi possono ammirare il tramonto sopra un manto di nuvole, o ancora quando sarai arrivata in quella che hai sempre considerato un po' la tua seconda patria. Ora davanti a te hai una grande opportunità, puoi vivere dove avresti sempre voluto, reinventarti e tirare fuori a pieno il tuo potenziale... essere felice. Te lo meriti, dico davvero. Nell'ultimo periodo, prima che tu prendessi questa decisione, mi è sembrato di vedere la te che conoscevo spegnersi, come una labile fiamma dentro ad un bicchiere capovolto. Avrei voluto capire prima cosa stesse succedendo, avrei voluto aiutarti, dico davvero. Ma più mi avvicinavo e più sentivo di togliere ossigeno a quella fiamma, senza capire il perché questo accadesse. Poi, hai stravolto la tua vita, senza pensarci due volte... per una volta sei stata egoista, nel senso positivo del termine: hai pensato a te. Quante volte ho sperato lo facessi, per riuscire a stare bene con te stessa, per vivere la tua vita serenamente, e non schiacciata dal peso di ciò che gli altri volevano da te o per te. Non sapevo, non potevo immaginare che questa mia speranza mi si ritorcesse contro... perché tra le varie cose che lasci dietro di te ci sono io. Probabilmente ci saremo salutate come al nostro solito in parcheggio con la promessa di sentirci, come se non ci fossero più di 1000 chilometri tra di noi. 1160 a voler essere precisi... e tu lo sei, lo sei sempre stata.

Ci metteremo un po'... a lasciarci andare, intendo, ognuna per la sua strada, ma questo avverrà, è inevitabile. Vorrei, vorrei tanto non accadesse. Una parte di me vorrebbe che tu mi chiamassi dicendomi che sei tornata, o che non hai nemmeno preso quell'aereo... ma non sarebbe giusto. Non è il mio desiderio per te.

Voglio che tu vada e che viva una vita piena. 

Voglio che tu riesca a trovare un posto che sia casa, dove sentirti te stessa. 

Voglio che l'amore ti trovi, che tu sia amata da qualcuno che ti accetti per come sei, che ami i tuoi pregi ma soprattutto i tuoi difetti.

Voglio che tu sia felice, come la tua vita qui non è mai riuscita a renderti.

Io ci sarò se dovessi aver bisogno, ma sono sicura non servirà. Sappi che dopo la mia famiglia, sei stata la persona che più mi ha fatta sentire amata a questo mondo...non lo dimenticherò mai. 

Abbi cura di te

Grazie di tutto

M.

 

Come sempre le tue parole hanno fatto centro, ma questa volta hanno lasciato un segno che resterà indelebile. Le mie mani tremano mentre tengo ancora quel foglio in mano. Ho sempre avuto una sorta di blocco spontaneo nel piangere quando mi trovo in un luogo pubblico, ma sento comunque delle lacrime ferme sui miei occhi, pronte a scendere. Le asciugo con il dorso della mano, con la mia solita mancanza di grazia, che non hai mai perso occasione di evidenziare. Prendo il telefono e sono già pronta a scriverti, per ringraziarti...ma la tua lettera non chiedeva risposta, lo so. 

Sento gli altoparlanti comunicare un messaggio ai passeggeri: è il mio volo. Rimetto il telefono in tasca, decisa a non parlare mai con te dell'effetto che hanno avuto su di me le tue parole. La custodirò...lo farò gelosamente, ma non dove i miei occhi la possano vedere. Servirebbe solo a ricordarmi che non ho avuto il coraggio di dirti quello che provavo davvero per te. 

Carico lo zaino in spalla e mi metto in coda al gate. Appena l'hostess mi riconsegna il passaporto e il biglietto, mi avvio verso il tunnel che porta all'aereo. Non c'è l'ombra di un'esitazione nel mio passo, non potrei essere più convinta di aver fatto la scelta più giusta. Mi sto dando la possibilità di essere felice: la mia nuova vita comincia da qui.

   
 
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