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Autore: Miryel    16/05/2020    20 recensioni
Una raccolta di One Shot ispirata alle Gemme dell'Infinito.
1. Gemma dello Spazio.(1/6) (Tony/Peter) ○ 4. Gemma del Potere. (4/6) (Tony/Peter)
2. Gemma della Mente. (2/6) (Tony/Peter) • 5. Gemma della Realtà. (5/6) (Tony&Peter)
3. Gemma del Tempo.  (3/6) (Tony&Peter) ○ 6. Gemma dell'Anima (6/6) (Tony/Peter)
► Tony Stark x Peter Parker/Tony Stark & Peter Parker - Raccolta di One Shot - Introspettivo ◄
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Altri, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ' It Wasn't Easy To be Happy for You'
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Reality Stone - Roblox

«Sometimes you gotta bleed to know That you're alive and have a soul
But it takes someone to come around To show you how»
Twenty One Pilot - Tears in my Heart

 
 
6. Gemma Dell'Anima         

                         

              L'anima è un insieme concatenato di esperienze inesorabilmente vissute; che queste facciano parte della vita attuale o di una trascorsa in un momento diverso, non ha importanza. L’anima è un concetto, una nebulosa di sentimenti. L’anima è vita, ma è anche morte, che lo si voglia o no. L’anima è invisibile agli occhi, ma ruvida al tatto, se la si tocca con amore. O con odio. O con la mera tristezza e malinconia di chi la vita non l’ha ancora capita del tutto; ma, in fondo, chi davvero lo ha fatto? Chi davvero ha chiuso gli occhi per sempre, con l'onniscienza e la consapevolezza di ciò che è stato viverla?

L’anima è tutto. Spazio, mente, tempo, potere e realtà. L’anima è un’ampolla di molto e di poco, ma ha pareti spesse fatte di nervi sensibili e muri atti a proteggere dalle brutture del mondo. L’anima è la vita, la morte. L’anima fa paura. 

Tony se lo ricorda ancora, il momento in cui non l’ha più sentita al di fuori di sé. Era in una caverna in Afghanistan, mosso dalla disperazione di voler vivere ancora, troppo sicuro di non aver avuto il tempo di fare abbastanza, o di non averla mai sfruttato al meglio, la vita, facendo ciò per cui sapeva di essere nato, ma che ha scoperto solo lì, una volta entrato in quell’armatura molto brutta. Migliorabile. Poi migliorata, poi divenuta un pezzo di sé. Poi divenuta sé, poi scissa ancora, creando due entità. L’eroe e l’uomo. Chi sia uno e chi sia l’altro, Tony non lo ha ancora capito, ma è un dubbio al quale non vuole dar risposta; o meglio, non è la sua priorità trovarla. Non adesso. Forse mai. Chi se ne frega, va bene così. Tutto va bene così, quando si guarda indietro e si vede migliore di ciò che è stato. 

Va bene così.

Chissà se l’anima è frammentabile in pezzi di sé…? A volte se lo chiede, e si domanda se in effetti anche Iron Man ne abbia un brandello della sua infilato tra la ragnatela di componenti elettriche che gli dà vita. Tony poi si chiede se l’anima sia un dono da dare e poi da ricevere; se così fosse, sa che pochi hanno il privilegio di averne ricevuto uno strappo dalla sua; le stesse persona al quale ne ha rubata un’oncia minuscola e ne ha fatto tesoro, senza mai dirlo a nessuno, che quelle persone sono preziose come lo sarebbe una vita felice e un passato migliore. Non da dimenticare, ma da raccontare con la testa alta, senza sentirsi annichilito, in dovere di giustificare i suoi trascorsi con placida arroganza e velenosa ironia, solo per nascondere la delusione che sente, ricordando che uomo è stato e perché. 

Preferisce sorvolare, e guardare avanti, ma lo sa che l’anima brucia di whiskey bevuto in un sorso e una vita all’estremo, che lo ha portato ad un margine troppo pericoloso: quello del non ritorno.

Tony però è tornato. Ha visto riaccendersi nel cuore una luce che non ricordava nemmeno gli appartenesse. L’ha sentita bruciare un istante di più, ogni volta che la vita ha deciso di ricordargli che non ha più nulla da dimostrare, ma solo da insegnare. E, se c’è qualcuno che lo ha convinto che vale qualcosa e che può condividere quel calore che ha infilato dentro – nella pelle, quella persone è Peter. 

I casi della vita sorprendono quando, senza che qualcuno lo possa prevedere, sconvolgono una routine infernale e noiosa, e la trasformano in una novità alla quale comunque ci si abituerà presto – ed è questa, la paura più grande: trovare ordinario qualcosa che si credeva incredibile. A Peter, però, Tony non riesce ad abituarsi, perché non è possibile che ciò accada. È stata l’esplosione di vita più forte che gli sia mai capitata addosso. Un’onda di calore, freschezza e valore, racchiusi in un corpo che è il recipiente di insicurezza, senso di inadeguatezza e timore. L’inconsapevolezza della propria grandezza, del proprio rilievo, annichilita da una vita vissuta a non sentirsi niente di niente per sé, ma che per Tony è diventato il suo tutto. 

Non ha mai ricercato nessuno, nella vita, tanto quanto ha bramato la presenza di Peter e della sua ineguagliabile personalità. Ha bisogno di proteggerlo e di essere protetto. Vuole insegnargli molte cose e impararne altrettante da lui. Vorrebbe aiutarlo a crescere e farsi aiutare a tornare giovane. Vorrebbe solo che fossero pari e allo stesso tempo vorrebbe essere suo mentore e allievo, suo amico e suo conoscente, il suo amante e il suo amato. 

Sfiorargli l’anima e sentire le sue dita lambire la propria.

Perché Tony lo sa – oh, se lo sa! – che a parlare col cuore non è mai stato bravo, ma l’anima è lo specchio dei suoi sentimenti e se Peter può vederli – ed è certo che possa farlo – allora è già a buon punto. Decisamente è a buon punto. 

«Tony?»

Sorride. Lo fa sempre quando il suo nome viene via dalle sue labbra come se non avesse vergogna nel pronunciarlo. Sembra un concetto stupido, ma non lo è poi così tanto. È più abituato a sentirlo tra stridule vibrazioni pregne di disappunto, piuttosto che con quel disincanto frizzante che sa di innocenza. Lo fa sentire pulito. Pulito dentro. 

«Mi auguro che seduto dietro di me ci sia un altro Tony, bimbo ragno

Peter scoppia a ridere in una risata senza entusiasmo. Lui continua a procrastinare su quel divanetto, con una gamba piegata sull’altra e una mano serrata intorno alla caviglia. Mette in pausa Grey’s Anatomy, e sorride sornione.

«Ah, per favore! Non puoi restare seduto su quel divano tutto il giorno, è… controproducente.» 

«Non posso? Ah! E invece lo sto proprio facendo! E ti dirò di più: rimarrò fermo qui, a non fare niente, almeno finché non avrò un bisogno smodato di fare pipì. Il che non esclude che io non decida di ignorare lo stimolo e di farla qui. Dopotutto è la mia sala hobby e quando dico mia intendo che l’ho pagata io e dunque… dunque niente! Posso fare quello che voglio, come voglio, dove voglio e se voglio. Oggi non voglio.» Rilassa la testa contro lo schienale del divanetto di Ikea, comprato a caso quando ha deciso di arredare quella sala tutta sua, progettata sin dal principio, prima ancora che il complesso venisse costruito. È il suo regno. 

«Dici sul serio?» 

«Dico sul serio. Oggi considerami… in pensione. Oggi sono un pensionato. Magari più tardi vado a guardare un cantiere con le mani incrociate dietro la schiena, mentre impartisco ordini agli operai – dico ai professionisti cosa devono fare. Ma oggi sono mister nessuno che, indovina un po’, non vuole vedere…» Lo indica, attendendo che sia lui a finire la frase. 

Peter alza gli occhi al cielo. «Nessuno?» 

«Arguto! Dieci punti a Grifondoro, Parker.» 

Si guadagna un sopracciglio alzato, e le mani ai fianchi, di un giovane Spider-Man, troppo concentrato a nascondere la sua ilarità dietro a uno finto sguardo di ostentato disappunto. 

«Comunque», inizia, poi, fa un passo verso di lui e gli si siede accanto, con una noncurante e irriverente disinvoltura. Tony è così colto di sorpresa che sussulta. «Resto con te. Se tu non mi dai nuovi progetti io non posso lavorare. Se me ne dai di nuovi, dovresti seguirmi ma, visto che non hai voglia di fare niente, immagino che non esista la possibilità che la mia possa trasformarsi in una giornata produttiva.» 

«Resti con me? Oh, no, no! Non se ne parla!» 

«Guarda che sono abituato a guardare serie tv di quarta categoria! Zia May è l’esperta numero uno di Grey's Anatomy; abbiamo visto tutte le stagioni insieme! Vuoi che mi spaventi rivederle? Sono immune al vostro bisogno smodato di compiacervi con prodotti che strappano lacrime in modo tanto qualunquista», lo rassicura, mettendosi più comodo sul divano. Affonda la schiena al cuscino e, con le mani sulle ginocchia, sembra per nulla intenzionato ad andarsene da lì. Tony trattiene un sorriso, solo perché non vuole dargli a vedere che gli è grato, che sia lì con lui. Solo perché non vuole che sappia quanto è felice che stia combattendo così tanto, per passare del tempo insieme. Lo fa sentire più importante di quanto dovrebbe.

«Vostri bisogni?», ripete, e gli scocca un’occhiata sardonica. «Di chi parli? Vostri bisogni, di chi?»

«Di voi millenials, di chi altri!», esclama Peter e, di tutta risposta, si guadagna un cuscino in faccia, che gli soffoca una risata sguaiata e fa quasi male al cuore. Peter gli riempie la vita e non si sforza nemmeno, quando lo fa; non ne è nemmeno cosciente, ci riesce con un’impudente purezza, che gli scivola via dagli occhi pregni di tante di quelle cose da non saperle contare. Dal calore di un caminetto d’inverno, alla fresca brezza estiva in un soleggiato mattino di giugno. Un’esplosione di stelle nel cielo e una carezza tra i capelli dopo un risveglio, in una giornata proiettata all’ozio. Peter è la domenica mattina, e il sabato sera. Peter è la gioia e il dolore che rendono la vita degna di essere vissuta al pieno delle proprie facoltà. Peter è l’obiettivo finale e un inizio mai sperato. Peter è tutto. Peter è l’anima. La sua.

Riemerge dai cuscino con la faccia rossa e una risata che sfuma ancora da quelle labbra incantevoli. Trasmette con un solo battito della folta corolla di ciglia, un motivo da dare a un’esistenza che prima ne era sprovvista. 

Peter è il sole e Tony sarà per sempre il suo girasole. Anche se non volesse esserlo, ma per fortuna vuole. Lo ha aspettato per una vita, lo sentiva nell’anima, e poi è arrivato. 

«Dunque rimarrai qui anche se ti ho fatto capire in ogni modo che voglio procrastinare da solo senza nessuno che mi ronzi intorno?» 

«Rimango qui perché vuoi. Mi avresti già cacciato, se avessi voluto farlo. Ti conosco. Non le mandi mica a dire, tu!» 

«Da dove ti esce tutta questa sicurezza? Dov’è finito il Peter che ha sempre paura di essere di troppo?», lo punzecchia e Peter alza le spalle, con un sorrisetto laterale e gli occhi che brillano di una luce che sa di insicurezza e paure, ma anche di prese di coscienza. Ma anche di altro. Tony non può metterci la mano sul fuoco, ma forse ha capito cos’è. Inclina la testa mentre aspetta che risponda, anche solo per lasciare che quella voce gli riempia di nuovo le orecchie e il cuore. E l’anima. Tutta.

«È che ho imparato a conoscere le sfumature dei tuoi non detti. Non è stato facile, ma ce l’ho fatta. So quando non mi vuoi. Non è questo il caso… credo

È adorabile. Non nel modo melenso e romantico con cui lo sarebbe un ragazzo della sua età. È una dolcezza che sa di consapevolezza e maturità, ma anche di paura. Quella di dire sempre la cosa sbagliata, solo che… solo che Peter il coraggio ce l’ha nel cuore e, quando mette da parte quel senso di inadeguatezza, e prova a parlare con l’intento di essere ascoltato, pronto a ricevere i suoi rifiuti e dunque crescere, sorprende se stesso e gli altri. E Tony. 

Prende il telecomando e cambia canale. Non gli piace Grey's Anatomy, ma lo trova piacevole quando non ha nulla di meglio da fare che perdere tempo fino al momento in cui avrà di nuovo bisogno di diventare inarrestabile. A volte vuole solo essere normale, come tutti e, guardare un programma alla tv, che non ha la pretesa di colpire nel segno persone del suo livello, un po’ ce lo fa sentire. 

Trova un film da vedere insieme, dopo che ha rivolto a Peter un sorriso che è un sì, stiamo qui insieme a non fare niente. Mi va. Si mettono comodi sul divano, e la leggerezza di quel momento ha il sapore dell’infinito, e l’unica pecca è che non lo è. No, non è infinito, ma fingerà che lo sia.

Fa scivolare la mano nella sua e la stringe con delicatezza. Un nuovo non detto che è un passo al futuro. Peter non lo scansa, ma ricambia la stretta. Non lo guarda, ma sorride appena, e Tony ora la vede, la sua anima sussultare, come le sue spalle e le sue ginocchia, che hanno tremato per un attimo e poi si sono fermate su un terreno stabile: quello di una risposta che aspettava da tempo. 

Magari per il resto ci vorrà tempo; la mente dovrà evolvere, grazie al potere della realtà che muove tutto, in uno spazio immenso, racchiuso però in due entità che sono ormai fuse, saldate tra loro, formandone una sola.

Un’unica anima. La loro.


Fine
 

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♥ Note Autore ♥


Salve a tutti! Come va?
Ebbene eccoci qui giunti alla fine di questa raccolta, con ovviamente la Gemma dell'Animadelimortaccisua. Dire che questa shot non mi abbia causato svariati sfasamenti delle sinapsi è dire una bugia; più o meno, quando ho iniziato a pubblicare, avevo già in mente cosa volevo scrivere con le altre gemme, per questa... NO. Inizialmente c'era questo alone di ANGST che mi portava a scrivere cose tristi, cose tremende, cose dove gente muore – poi mi sono ricordata che era una storia verde, con l'intento di voler salvare le cose un'altra volta e... e be', è nata anche quest'ultima shot sulla gemma dell'anima di cui, dopotutto, sono quasi soddisfatta. Dico quasi perché avrei voluto spolpare ancora questo concetto di Anima, ma avrei finito per sbattervi in faccia una cosa come 10k parole, e non è carino. No, non lo è.
Che altro dirvi? Vi ringrazio moltissimo per averla seguita con entusiasmo, sono davvero felice del riscontro che ho ricevuto e delle parole che mi avete dedicato nel corso di questi mesi. E' sempre difficile mettere la parola fine ad una storia, anche se è una raccolta di Shot ma... sono felice di averla finita, perché ho così tanti progetti in cantiere, tipo la storia delle due coscienze (che trovate qui), o il seguito della Young che ho quasi finito di scrivere. O una soulmate young che ho quasi concluso (anche se sono mesi che ci sono sopra... sigh), o altre shot canoniche pronte per essere infornate... e una long che sto plottando, un po' diversa dal solito. Insomma, tante nuove cosette e no, non smetterò di scrivere su di loro. Mi dispiace, non succederà mai (vedo la delusione nei vostri occhietti, ma vi toccherà sopportarmi ancora, vi avverto...) u.u
La canzone è un bellissimo inno all'amore dei Twenty One Pilots, che ultimamente sono tornati a tormentarmi. Vi lascio il link nel caso voleste ascoltarla TEAR IN MY HEART.
Grazie a tutti ancora per il continuo sostegno, e vi do appuntamento a presto con nuove storie ♥ 
Spero che stiate bene,
La vostra amichevole Miryel di quartiere.

 
 
   
 
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