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Autore: Violet20    16/05/2020    1 recensioni
"Sai cosa dice sempre mio papà? Quando sei triste, canta che ti passa!"
"Davvero? Ma... Non conosco nessuna canzone..."
"Allora hai avuto la fortuna di conoscere il più fedele ascoltatore delle radio newyorkesi: ti insegnerò un sacco di canzoni, a partire da questa!”
Alex si mise in posizione d'ascolto, catturato dalle parole di Marty. E non appena fu sicuro di avere la sua attenzione, la piccola zebra cominciò a cantare:
'Start spreading the news
I'm leaving today
I want to be a part of it...'
Ma sul più bello, si fermò: “Due paroline...”
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alex, Marty, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I know you know you're my buddy/And you my bestest friend'
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Salve a tutti!
'Madagascar' è uno dei miei preferiti in assoluto e dopo averlo rivisto per la milionesima volta, mi sono chiesta perché fosse proprio ‘New York New York’ la canzone di Marty e Alex e questa è la mia personale headcanon: spero che vi piaccia!

PS: ho sempre considerato Marty e Alex una coppia di amici fraterni, ma so che tanti li considerano una coppia romantica… Non sono completamente contro questa idea, anche se sono più orientata a considerarli besties: liber* di leggere questa ff come l'inizio di una grande amicizia o amore!





Era trascorso appena un giorno da quando era arrivato in quello ‘zoo’, in quella gigantesca ‘città’. I ’sapiens’ - così aveva sentito chiamare gli umani dagli altri animali - l'avevano trattato bene, certo: avevano persino applaudito quando si era messo a ballare... Ma adesso che se ne erano andati tutti, si sentiva incredibilmente solo.
"Non riesci a dormire?"
Alex - non era il suo vero nome, ma a malapena si ricordava di casa, dei genitori e persino del suo vero nome dopo quell'interminabile viaggio in mare - si girò. Un cucciolo di zebra con gli occhi giganti lo aveva raggiunto sul podio e lo stava fissando.
"No..."
"Neanch'io, e ci sono abituato al rumore: ma sai com'è, la città che non dorme mai!"
"Non... Dorme mai?"
"Non nel senso che chi ci vive non dorme mai: solo che con tutta la gente che ci abita, è normale che qualcuno stia sveglio durante la notte... Ma non preoccuparti, nel giro di qualche mese saprai tutto anche tu su New York!"
"Se lo dici tu..." 
"A proposito, io sono Marty, sono con mio papà in quello spazio laggiù!" gli disse indicandogli con la zampa una zebra che dormiva su un letto di fieno. 
"Alex, molto piacere" gli rispose. Sembrava simpatico quel ‘Marty’.
"Adesso stanno dormendo, ma domani ti presento Melman e Gloria: sono una giraffa e un’ippopotamo, vedrai, gli piacerai!"
Nonostante la mattina prima l'avesse giudicato uno sbruffone, dopo aver sentito la sua storia la piccola zebra aveva cambiato idea sul nuovo arrivato. Chissà quanto tempo era stato chiuso in quella cassa, nell'oceano Atlantico, solo, senza la mamma o il papà. Sempre che li avesse ancora la mamma e il papà. Sempre che non fossero stati... Povero piccolo, come si doveva proprio sentire solo a Manhattan! Non era l’insonnia, ma la tristezza a non farlo dormire!
"Sai cosa dice sempre mio papà? Quando sei triste, canta che ti passa!"
"Davvero? Ma... Non conosco nessuna canzone..."
"Allora hai avuto la fortuna di conoscere il più fedele ascoltatore delle radio newyorkesi: ti insegnerò un sacco di canzoni, a partire da questa!”
Alex si mise in posizione d'ascolto, catturato dalle parole di Marty. E non appena fu sicuro di avere la sua attenzione, la piccola zebra cominciò a cantare:
 
Start spreading the news
I'm leaving today
I want to be a part of it...

Ma sul più bello, si fermò: “Due paroline...”
Alex sbarrò gli occhi pensando che non sarebbe riuscito a rispondergli. Poi però guardò meglio la piccola zebra, che lo guardava come se si aspettasse la risposta più ovvio del mondo e capì: “New... York?”
 
New York, New York!
 
E Marty ricominciò a cantare, ancora più motivato di prima.
Alex lo guardava estasiato. Gli sembrava di non aver mai sentito niente di più bello di quelle parole combinate insieme con quella melodia appena accennata: e nel giro di un’ora, aveva imparato quasi tutta la canzone a memoria, ma i due ne trascorsero un'altra a cantarla più volte, cercando di far piano per non svegliare gli altri animali, accennando perfino a qualche passo di danza.
“Ma balli sempre?” chiese Marty vedendolo roteare di nuovo su sè stesso come aveva fatto quel pomeriggio.
“Mi piace ballare, prova anche tu!” rispose di rimando il leoncino.
“Non so farlo...”
“Andiamo, tu mi hai insegnato LA canzone, io ti insegno a ballare!”
“Ma non so farlo, sono sgraziato...” si schernì imbarazzato.
“Balla come ti viene, non pensare a nient’altro!”
La piccola zebra fece come gli era stato stato detto e...
“Cosa ti avevo detto?”
“Sto ballando, sto ballando!”
Ed entrambi, felici come una Pasqua, ricominciarono a cantare.
 
If I can make it there, I'd make it anywhere
It's up to you, New York, New York!
 
Fu al termine del balletto che i due cuccioli s’accorsero che erano finiti uno con una zampa attorno al collo dell'altro.
"Bè, è stato divertente!"
"È stato... Elettrifrizzante!”
Il leoncino scoppiò a ridere: “Elettrifriche?”
“Elettrifrizzante! E’ una parola che ho creato io: qualcosa che ti elettrizza e ti fa sentire contemporaneamente... Vivo! Yawn, ora però credo sia ora di andare a nanna..."
"Già, yawn, anch'io..."
La piccola zebra fece per scendere e non appena toccò terra con gli zoccoli...
"Marty?"
"Sì, Alex?"
Il leoncino gli sorrise: "Grazie!"
Marty gli sorrise a sua volta: "Di niente, amico!”
“Domani la ricantiamo?”
“Tutte le volte che vuoi! Buonanotte!"
"Buonanotte!" 
La grossa zebra vicino alla quale si stava dirigendo Marty aveva proprio ragione: cantare New York, New York l’aveva fatto sentire decisamente meglio, mandando via tutti i suoi brutti pensieri. Alex si rintanò nel suo giaciglio e sorrise pensando a tutto quello che avrebbe fatto l’indomani: i sapiens sarebbero tornati a vederlo, lui avrebbe ballato sotto i loro applausi scroscianti... E poi Marty gli aveva promesso che gli avrebbe presentato i suoi amici: e non vedeva l’ora di passare dell’altro tempo con quella zebra che gli aveva fatto tornare il buonumore. E con questi pensieri in testa e il rumore della città di sottofondo il leoncino si addormentò.
 “Papà?”
“Cosa c’è, Marty?” mormorò suo padre nonostante avesse gli occhi chiusi.
“Credo di aver trovato un nuovo amico!”
“Bene, piccolo: chi trova un amico, trova un tesoro!” e ripiombò nel sonno.
Marty si accucciò vicino felice: voleva bene a Melman e Gloria, ma loro si conoscevano da più tempo e anche lui desiderava tanto avere un amico del cuore con cui condividere delle avventure, solo loro due. E quell’Alex sembrava proprio il cucciolo giusto. E fu così che tutto ebbe inizio...

 
   
 
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