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Autore: la_pazza_di_fantasy    20/05/2020    2 recensioni
Storia che nasce dalla mia fervida immaginazione prendendo ispirazione dal ritrovamento degli amanti di Hasanlu.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità
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Il ragazzo dai capelli mori guardava attentamente l’altro uomo che con mano ferma decorava il vaso d’oro che aveva tra le mani. L’uomo riusciva a decorare il vaso con una delicatezza unica che incantava il più piccolo che non smetteva mai di stupirsi.
-starai a guardarmi tutto il giorno?- chiese Rusa senza staccare gli occhi dal suo lavoro.
-non posso guardarti?- chiese Kuari sorridendo.
-certo che puoi, ma non dovresti aiutare tuo padre con il gregge?-
-ci sono i miei fratelli con lui e preferisco restare qui a guardarti piuttosto che fare la guardia a delle stupide pecore- borbottò il più piccolo per poi avvicinarsi all’artigiano.
-e poi si arrabbia come l’altra volta dando la colpa a me- finalmente l’artigiano si girò verso di lui incrociando i suoi occhi nocciola con quelli ocra dell’altro.
Kuari sorrise prima di lasciare un bacio sulle labbra di Rusa. L’artigiano prolungò il bacio mettendo una mano tra i capelli dell’altro.
-che stai rappresentando?- chiese Kuari abbracciando da dietro l’uomo per guardare attentamente il vaso d’oro.
-faccio così schifo che non capisci quello che faccio?- Rusa sorrise verso il ragazzo che mise il broncio.
-non ho mai visto quelle scene e volevo capire-
-sono scene tipiche della cultura della mezzaluna fertile. Le ho viste nei villaggi al confine con il loro territorio. Ho pensato che al re potesse piacere. Sarà un dono per il tempio vedi- disse indicando il riquadro superiore. -queste sono le nostre tre divinità principali che stanno per partecipare al banchetto in loro onore- Kuari guardò attentamente mentre l’uomo gli spiegava le scene rappresentate.
-sarebbe fantastico se il re ti permettesse di andare nel regno degli assiri o addirittura in Elam o a Babilonia, potresti imparare moltissimo e creare i più bei vasi visti al mondo-
-non ne avrò mai l’occasione soprattutto perché ci stanno minacciando- disse sospirando Rusa.
-quindi c’è una guerra in corso? È per questo che mio padre non fa fare il solito giro alle pecore?-
-guerra proprio no, ma comunque ci sono dei movimenti ai confini ed è meglio non rischiare troppo- Kuari annuì alle parole di Rusa e lo strinse più forte, di certo non aveva nessuna intenzione di morire in quel momento. Era anche per quello che cercava di evitare accuratamente di entrare nell’esercito. Con le grandi potenze che c’erano in giro un piccolo paesino come il loro di certo non aveva grandi possibilità di sopravvivere.
-non ci pensare va bene? Moriremo vecchi e stanchi-
-e insieme vero?- chiese Kuari nascondendo il viso nella spalla del suo amante.
-ti prometto che non ti lascerò morire da solo, qualunque cosa accada-
 
-Kuari muoviti con quelle pecore!- disse l’uomo sulla cinquantina al figlio che svogliatamente controllava le pecore mentre pascolavano li vicino. Era abbastanza tardi e dovevano assolutamente tornare al villaggio. Kuari quella mattina era stato direttamente preso dal padre per andare con lui. Secondo l’uomo infatti il ragazzo passava troppo tempo con il bell’artigiano. Il padre sotto sotto non era tanto convinto che suo figlio stesse con quell’uomo ma non riusciva sempre ad impedire al figlio di vederlo.
Il moro contò tutte le pecore e una volta controllato che ci fossero tutte ritornò verso Hasanlu insieme al padre.
Il tragitto che stavano facendo in quei giorni era parecchio lungo e proprio per quello i due riuscirono a vedere il tell di Hasanu solo quando il cielo era già diventato scuro.
-che cos’è?- chiese Kuari guardando stranito la grossa nuvola grigia che si stava alzando dal loro tell.
-quello è fumo. Muoviamoci- disse il padre accelerando il passo. Non era strano che ogni tanto scoppiasse qualche piccolo incendio, ma comunque dovevano assolutamente controllare se non fosse la loro casa. Arrivarono quasi subito nella città e ciò che videro gli face sbiancare completamente.
-andiamocene, ora- disse l’uno tirando per un braccio il figlio per poi iniziare a correre verso la direzione dalla quale erano arrivati. La città era completamente in fiamme.
-no!- disse Kuari sgusciando dalla prese del padre. Non poteva lasciare Rusa così.
-non andare, è già morto- disse l’uomo cercando di portare il figlio con se.
-no, io non lo lascio- disse il ragazzo prima di correre direttamente dentro la città invasa completamente dalle fiamme. I tetti completamente di paglia stavano crollando poco alla volta e il ragazzo riusciva a sentire chiaramente le urla delle persone che venivano schiacciate dalle macerie. Per le strade i soldati di Hasanlu combattevano contro altri che Kuari non riusciva ad individuare.
La sua meta era il laboratorio di Rusa. Era più che sicuro che il ragazzo fosse li. La struttura era ancora in piedi, ma il tetto stava già andando in fiamme.
Kuari entrò dento il laboratorio e tossì non appena il fumo gli entrò nei polmoni. Cercò di guardarsi intorno e riuscì subito ad individuare Rusa che stava cercando di tirare verso di se il vaso d’oro che aveva finito il giorno prima. Se lo stava contendendo con altre tre persone che di sicuro non appartenevano alla loro città. L’unica cosa che rimase impressa al ragazzo furono i bottoni dorati di una delle tre persone.
-Rusa- disse il ragazzo attirando completamente l’attenzione dell’uomo.
-che ci fai qui? Scappa!- disse lui lasciando andare il vaso mentre lo raggiungeva per controllare che non fosse ferito.
-non ti lasci qui- disse Kwari convintissimo delle sue parole.
-va bene andiamocene- disse Rusa lanciando un’ultima occhiata sconsolata al vaso che aveva lasciato andare ai tre per poi uscire insieme a Kuari. Giusto in tempo visto che poco dopo il tetto crollo. I due riuscirono ad avvertire chiaramente le urla dei tre che non erano riusciti ad uscire in tempo.
-mi dispiace per il vaso- disse Kuari abbracciando di slancio il più grande.
-ne farò altri, tu sei uno solo-rispose Rusa baciandogli la testa prima di riprenderlo per un braccio e correndo prima di essere sommersi nuovamente dalle fiamme.
-cos’è successo?- chiese Kuari mentre i due correvano per le strade in cerca di un riparo sia dalle fiamme che dai soldati che uccidevano chiunque incontrassero.
-non lo so io stavo lavorando quando ho sentito le prime urla e odore di bruciato, poi mi sono entrati quei tre in casa- disse Rusa con il fiatone.
Fu in quel momento, mentre stavano ancora correndo, che entrambi inciamparono e caddero dentro una buca d’argilla.
-stai bene?- chiese Rusa cercando di controllare che Kuari non si fosse rotto qualcosa.
-si, ma credo di non riuscire ad alzarmi- sussurrò il ragazzo stringendosi di più all’altro.
-stringiti a me- e Kuari fece come gli era stato detto , le lacrime iniziarono ad uscire dai suoi occhi.
-moriremo vero?-
-probabile- nemmeno il tempo di dire quelle parole che entrambi tossirono per il fumo che poco alla volta stava entrando nella fossa dove erano caduti.
-Rusa-
-dimmi-
-mi dai un bacio?-
Il più grande non rispose, strinse a se il più piccolo e lo baciò.
 





-attento! Hai spaccato qualcosa!- disse l’uomo al suo compare non appena aveva sentito un rumore tipo ossa che si rompevano.
-okay scusa- disse l’altro alzando gli occhi al cielo per poi continuare a scavare insieme all’altro con più attenzione.
Ci volle un po’ di tempo prima che i due riuscirono a scoprire il teschio, probabilmente quella che avevano scoperto era una tomba. Forse molto più veccia del periodo della distruzione del sito.
Fu solo scavando ancora di più che entrambi si accorsero che nella tomba c’erano ben due persone e che erano entrambe abbracciate. Il braccio di uno dei due scheletri era posato come nell’atto di una carezza. Sembrava che i due si stessero baciando.
-che scoperta-
-non è strano che ci sia una coppia- disse quello che aveva rotto il teschio di uno dei due.
-non c’è il corredo funerario. Potrebbero essere morti nell’incendio che ha distrutto la città- l’archeologo era già partito per il suo mondo di supposizioni mentre l’altro alzava gli occhi al cielo notando che si era fatto pomeriggio inoltrato.
-li faremo analizzare. Ma a me sembra una tomba normalissima-
-gli amanti-
-cosa?- chiese senza capire cosa volesse dire il suo collega.
-gli amanti di Hasanlu- gli occhi dell’archeologo brillavano -li conosceranno con questo nome-





Angolo autrice
Questa piccola storia è stata scritta in pochissimo tempo dopo la lezione del mio professore conclusasi con la spiegazione di questo ritrovamento. Sono rimasta davvero colpita da tutto ciò e mi è subito venuta in mente questa storia.
I nomi dei due protagonisti non sono quelli reali anche perchè non si conoscono. I nomi stessi non sono della cultura dell'epoca, sono quelli che si avvicinavano di più.

https://www.vanillamagazine.it/gli-amanti-di-hasanlu-un-bacio-lungo-2800-anni/  qui potete trovare in italiano la storia della scoperta di questa tomba.
https://allthatsinteresting.com/hasanlu-lovers questo è in inglese, ma da molte più informazioni rispetto all'altro.

 Spero che la storia vi sia piaciuta,
la_pazza_di_fantasy

 
   
 
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