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Autore: Elegare    20/05/2020    0 recensioni
E se invece di Clary fosse stato Alec ad essere catturato da Kaelie nel episodio 13 della stagione 2?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Wayland, Magnus Bane
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Alec spostò il peso da una gamba all'altra mentre aspettava che il suo fidanzato gli aprisse la porta. Da qualche tempo infatti gli shadowhunters venivano uccisi dopo che gli erano state tagliate via le rune dalla pelle, e in teoria non sarebbe stato prudente per lui andare in giro da solo. Quando Magnus aprì la porta Alec rimase qualche secondo meravigliato da quanto il fidanzato fosse bello con i cambio di look che aveva effettuato. "Wow- disse ancora senza fiato- sei davvero ..." non riuscì a finire la frase, poiché gli era impossibile trovare parole adatte per descrivere quanto fosse bello il ragazzo davanti a lui, il ragazzo che poteva chiamare suo. Si chiese se lo sarebbe stato ancora per molto.

Lo baciò delicatamente sulle labbra ma notò che c'era qualcosa che non andava, perciò gli chiese "Tutto bene?" l'altro gli sorrise e gli rispose "Sono solo preoccupato, con questi attacchi non dovresti girare da solo." Alec sorrise al fidanzato e disse "Ma non sono da solo, sono con te ... il sommo stregone di Brooklyn." Magnus gli sorrise, e il nephilim si allontanò da lui, leggermente a disagio. "Ehm ... mi servono i tuoi capelli." Magnus gli lanciò uno sguardo interrogativo. "Solo una ciocca ... per il test del DNA, per scagionarti."

Il cuore di Magnus divenne improvvisamente pesante a causa delle parole del fidanzato. Non poteva crederci, pensava che ormai quella fase fosse stata superata. Cercò di combattere e gli rispose, con la disapprovazione che provava ben chiara nel suo tono. "Non pensavo che ci fosse qualcosa da cui dover essere scagionato. Non ti fidi della mia parola?" "Certo che sì- disse in fretta lo shadowhunter - ma moltissimi nephilim sono stati uccisi e questi ... sono ordini del Clave." "Ok ..." Rispose il pluricentenario "Così sei tornato a seguire gli ordini del Clave come un cagnolino, che cos'è successo al seguire l'istinto?" Disse nella speranza che il fidanzato ci ripensasse. "Andiamo Magnus, è solo una ciocca di capelli, non essere così esagerato." "Giusto." Rispose lo stregone, ferito. "non vorrei mai essere esagerato." Detto ciò prese un capello dalla testa e lo porse ad Alec, che appena lo ebbe riposto nel contenitore sorrise e ringraziò l'altro. Ma lo stregone era troppo deluso ed amareggiato dal suo comportamento, perciò lo cacciò, rimanendo da solo nell'appartamento vuoto con la sua rabbia e la sua delusione.

Alec lasciò il loft del fidanzato con un macigno sullo stomaco, camminava piano, diretto chissà dove. Non voleva tornare all'Istituto, non voleva tornare nel luogo che era la causa del suo star male. Mentre gironzolava per le strade di New York la sua vista s'appannò e, prima che potesse fare qualsiasi cosa, tutto divenne nero mentre cadeva a terra.

Magnus camminò avanti e indietro per il suo loft, mentre il rimorso lo attanagliava. Forse era stato troppo duro con Alec, dopotutto aveva solo cercato di impedire che lo accusassero ingiustamente, proteggendolo come sempre. Si decise a premere il pulsante delle chiamata per scusarsi, ma scattò la segreteria telefonica; aggrottò la fronte sorpreso, non si aspettava che l'altro fosse così arrabbiato da non rispondere neanche al telefono. Cercò di scacciare la brutta sensazione che aveva avuto da quando lo shadowhunter aveva lasciato il suo loft e si diresse verso l'Istituto per scusarsi di persona con il suo ragazzo.

Una volta arrivato però apprese da un'Isabelle alquanto preoccupata che Alec non era tornato, il che fece aumentare la sua brutta sensazione. La conferma che i suoi sospetti fossero fondati però arrivò poco dopo, poiché mentre Jace si dirigeva verso di loro con un'espressione alquanto infuriata cadde a terra urlando dal dolore stringendo la mano sul fianco sinistro, dove aveva la runa che lo legava ad Alec. Quella che prima era semplice preoccupazione si trasformò in vera e propria paura, paura di perdere la persona che amava senza avergli detto che lo amava, come ultimo ricordo solo una litigata.

Questo pensiero lo colpì con la forza di un treno, facendolo crollare definitivamente; cadde a terra, piangendo silenziosamente, sapeva che molto probabilmente Alec era stato catturato dagli assassini di Shadowhunters che ne rimuovevano le rune. No, non avrebbe perso il suo Alexander, non così e non adesso. Rifiutò gentilmente la mano che Isabelle gli offriva per rialzarsi, e saltò in piedi; si mise a camminare velocemente verso la camera di Alec, schioccando le dita con più enfasi del necessario per aprire la porta, che venne così sbattuta con violenza. Si diresse in fretta verso il piccolo armadio e prese una maglietta nera. "E' inutile, Magnus. Ci abbiamo già provato, e non abbiamo avuto risultati. Se è stato rapito dagli stessi nascosti che hanno preso gli altri shadowhunters tu stesso hai già provato a rintracciarli senza successo." Disse Jace, ma venne brutalmente ignorato dallo stregone che si concentrò cercando di localizzare il fidanzato.

Il primo tentativo non portò a nessun risultato, così come il secondo, il terzo e i molti tentativi a seguire; ma Magnus non si perse d'animo e, guidato dall'amore che nutriva nei confronti del nephilim riuscì a superare tutte le barriere che impedivano la localizzazione; in fondo era comunque il sommo stregone di Brooklyn e aveva più di 800 anni e un potere ben oltre la più fervida immaginazione mondana. Senza perdere tempo in futili spiegazioni aprì un portale e lo attraversò, diretto dal ragazzo che, dopo un secolo di chiusura totale del suo cuore, lo aveva stregato.

Intanto Alec aveva aperto gli occhi e si era ritrovato in una specie di grande magazzino vuoto, legato con spesse cinghie a un tavolo da laboratorio. Si guardò intorno e vide zanne di vampiro, artigli di lupo mannaro, armi Seelie e altri strumenti di tortura. Iniziò a divincolarsi con veemenza, ma senza risultati. Sentì la porta dietro di lui aprirsi, ma non riuscì a vedere chi fosse appena entrato; dopo poco una fata si parò davanti con un sorrisetto che non riuscì a spiegarsi. "Cavolo ... sei ancora più carino da sveglio. Mi chiedo se, prima di darti quello che meriti io non mi possa divertire un pochino con te ..." Una figura femminile si staccò dalle ombre della stanza, piazzandosi davanti allo shadowhunter, che notò che era una fata, ma soprattutto che essa aveva un coltello molto affilato nella mano destra. Alec sbarrò gli occhi, e, poiché aveva capito le intenzioni della ragazza, cercò disperatamente di prendere tempo. "Chi sei? Sei sola? Perché lo fai?" La fata rise e disse "Normalmente non do informazioni ai prigionieri, ma tu mi piaci ... perciò ti dirò che mi chiamo Kaelie e che lo faccio perché gli shadowhunters devono pagare per quello che hanno fatto! Amavo solo una cosa in questo mondo, e loro me l'hanno strappata via! Quello shadowhunter, Sebastian, ha ucciso mio fratello!" Disse gridando l'ultima porta piantando il coltello che aveva in mano a pochi centimetri dal braccio di Alec. "Ma ... ma quello non era uno shadowhunter normale ... aveva sangue demoniaco ..." "Non mi importa! Dovete pagare!" Lo interrupe gridando la fata. "Ma prima ... mi divertirò un pochino con te." Disse con un ghigno mentre iniziava a strusciarsi addosso a lui. Vedendo però che ciò non produceva alcun effetto si scostò bruscamente da lui e disse "Beh, se la metti così, ho paura che dovremo passare alla parte dolorosa." Si girò e si diresse verso un tavolo dove c'erano molti strumenti altamente inquietanti. Prese un lungo coltello ed iniziò ad incidere la pelle di Alec lungo la sua runa di blocco, situata sul lato sinistro del collo.

Lui urlò e cercò di liberarsi, ma non poteva nulla sulle cinghie che lo bloccavano. La fata era già a metà dell'opera quando venne scagliata dall'altra parte della stanza da una potente ondata di magia, e una voce profonda tuonò "Stai. Lontana. Da. Lui." Alec frastornato riconobbe la voce del fidanzato, ma credette che fosse solo frutto della sua immaginazione. Quando però lo stregone si parò davanti a lui accarezzandolo dolcemente e liberandolo delicatamente dalle cinghie sussurrò "Ma ... Magnus ..." Questo subito abbandonò la cinghia che stava cercando di slegare per accarezzarlo dolcemente e rispondere "Sì amore mio, sì, sono io, sono qui. Adesso andrà tutto bene, non lascerò che ti ferisca di nuovo. Sei salvo amore mio, non ti preoccupare." Intanto la fata si era rialzata, ma Magnus fece un gesto distratto con la mano destra e quella cadde a terra svenuta. Lo stregone finì di slegare lo shadowhunter, che nel frattempo era svenuto, prese la fata e con lei attraversò il portale diretto verso l'Istituto.

Isabelle fece un salto di stupore quando vide il fidanzato del fratello comparire da un portale e buttare a terra senza attenzione una fata svenuta, ma prima che potesse chiedergli spiegazioni lo vide scomparire nuovamente nel portale, da cui riemerse con Alec tra le braccia in stile sposa. Allora gli corse incontro, ma prima che potesse aprire bocca Magnus la interruppe "C'era lei dietro agli omicidi degli shadowhunters. Non so se fosse da sola o meno, e francamente adesso non mi interessa. Voglio solo prendermi cura di lui." Disse indicando con la testa il ragazzo ancora svenuto tra le sue braccia. Isabelle annuì e corse ad occuparsi della fata, che ne frattempo aveva ripreso conoscenza. Magnus la ignorò e si diresse verso la camera di Alec, appoggiandolo poi delicatamente sul letto ed iniziando a porre sul suo corpo numerosi incantesimi curativi. Il tagli non era troppo grave, ma la cosa più preoccupante era il veleno demoniaco che gli era stato dato per metterlo fuori gioco, che era ancora nel suo organismo e rischiava di ucciderlo. Era a metà dell'opera quando Jace irruppe nella stanza, e senza dire una parola porse la mano allo stregone, che però la rifiutò. "Io ce la faccio, dalla ad Alec e connettiti a lui, in modo che possa usufruire della tua energia. Prendigli la mano e pensa a lui, ai momenti passati con lui e al vostro legame, fagli sentire che ci sei, lo aiuterà più di quanto pensi." Il biondo annuì e si concentrò mentre le due rune parabatai iniziarono a brillare.

Poco dopo Magnus si fermò e Jace lo guardò con un sopracciglio alzato "Cosa c'è?" chiese, e il nascosto disse "Adesso ha solo bisogno di riposo." "Io non lo lascio." Disse l'Herondale risoluto, ma L'inquisitrice si oppose. "No- disse - sei il futuro capo dell'Istituto. Hai dei doveri." "Quello che dovrebbe essere il futuro capo dell'Istituto è al momento disteso su questo letto, ed io, come suo parabatai non lascerò che nessuno mi separi da lui." Disse Jace con gli occhi che sfidavano la donna a costringerlo a fare il contrario, ma Imogen disse. "E sia. Alec Lightwood sarà il capo dell'Istituto, e tu resterai al suo fianco." Jace fece un mezzo sorriso, ringraziò la donna e tornò a sedersi vicino al parabatai. Magnus non fece in tempo a far apparire una sedia anche per se stesso che il fidanzato aprì gli occhi. Lo stregone si precipitò al fianco del parabatai del fidanzato, che confuso chiese "Cos ... Magnus, Jace, dove sono? Cos'è successo?" "Sei stato rapito dalla fata degli omicidi dei Nascosti, Magnus ti ha trovato ed adesso sei all'Istituto." Riassunse brevemente il biondo che poi, vedendo lo sguardo che Alec gli aveva lanciato, si congedò per lasciare al fratello e al suo fidanzato un po' di privacy.

Quando Jace fu uscito dalla stanza con l'Inquisitrice Magnus baciò dolcemente le labbra del fidanzato, che disse "Mi hai salvato ... grazie" Sorrise, e lo stregone ricambiò il sorriso, e gli disse "Ero così preoccupato. Non farmi mai più preoccupare così. Avevo paura che saresti morto prima che io potessi scusarmi." "Ma tu non devi scusarti – lo interruppe Alec – devo farlo io." "No, è fuori discussione." Lo fermò Magnus. Rimasero in silenzio per qualche secondo prima di sorridersi e baciarsi, un bacio lungo ma privo di malizia, fatto solo da amore e rispetto, giurandosi di rimanere insieme il più a lungo possibile.

 

   
 
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