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Autore: AlbAM    22/05/2020    39 recensioni
Alba, trentenne single e convinta di essere destinata a rimanere tale, è assillata da un incubo ricorrente di cui non riesce mai a scoprire la conclusione.
Azaele, diavolo romantico e casinista, è convinto di aver riconosciuto in lei il suo amore perduto.
Michele, il suo migliore amico, è un angelo gentile e protettivo che è sempre finito nei pasticci per cercare di tirare il suo amico fuori dai guai.
In una Roma un po' reale e un po' inventata le loro vite si incrociano inevitabilmente.
Riuscirà Azaele a riconquistare Alba?
E Michele ce la farà a tenere l'amico lontano dai guai o finirà inevitabilmente per essere coinvolto nei pasticci combinati da Azaele per riconquistare la donna di cui è innamorato da quattrocento anni?
E Alba? Come cambierà, se cambierà, la sua vita? E se scoprisse di non essere esattamente la persona che ha sempre creduto di essere?
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo 8

C'è qualcuno nello specchio!


Michele aveva continuato a seguire Alba per tutto il fine settimana.

L’aveva seguita fino a casa, in giro mentre faceva shopping, in piscina, mentre mangiava la pizza con le amiche, insomma dovunque, ma di Azaele neanche l’ombra.

Poi era stato impegnato con il suo lavoro e aveva dovuto abbandonare il pedinamento.

Quella mattina era riuscito a seguirla fino in azienda, ma non appena arrivato si era reso conto che il posto pullulava di colleghi della parte avversa e dal momento che tutti sapevano della sua amicizia con Azaele, aveva deciso di non entrare all’interno dell'edificio per non rischiare di far scoprire quell’idiota, ammesso che si trovasse là.

La zona uffici era interamente circondata da vetrate, per cui aveva pensato di osservare Alba attraverso le finestre e controllare se qualcuno le gironzolava insistentemente intorno.

Alba rimase in ufficio una mezz'oretta, poco prima delle nove uscì e dopo poco raggiunse una sala davanti alla quale fu accolta con entusiasmo da un tipo alto, robusto e pelato.

Michele ebbe la sensazione che l’uomo avesse qualcosa di familiare, atterrò furtivamente su un piccolo balcone di fronte alle vetrate della saletta, diede una sbirciatina all'interno e si accorse che era piena di demoni.

Ma che accidenti di posto è questo, non ho mai visto tanti colleghi della schiera nera in una volta sola!”.

Si ritrasse sperando di non essere stato notato dai demoni che peraltro erano concentrati nelle loro chiacchiere.

Poco dopo l’arrivo di Alba cominciò la riunione, il tipo alto e pelato diede inizio ad una penosa sceneggiata motivante che sembrava aver effetto su tutti tranne Alba e una ragazza minuta e silenziosa che mormorava appena le frasi.

Michele continuava ad avere la sensazione che il tipo pelato avesse qualcosa di familiare, era sicuro di averlo già visto da qualche parte.

Ma dove?

Chiuse gli occhi e si concentrò per qualche istante “Per la miseria, ma è il tipo del taxi!”.

Aprì gli occhi e lo fissò nuovamente, era proprio lui, l’arrogante passeggero che Azaele aveva posseduto per causare l’incidente con l’ambulanza.

Quell’uomo lavorava proprio nell’azienda di Alba?

Era una coincidenza assurda e soprattutto incredibilmente utile ad Azaele!

Michele osservò ancora il tipo notando che aveva qualcosa di decisamente familiare nel modo di muoversi.

Per non parlare di quel sorriso strafottente, esattamente uguale a quello che certe volte gli faceva venire voglia di prendere Azaele a ceffoni.

E poi il tipo continuava a esaminare le espressioni sul viso di Alba come se cercasse di carpirne i pensieri, delle reazioni degli altri partecipanti invece sembrava curarsi il giusto.

Si, era Azaele, non poteva essere altri che lui, lo aveva trovato finalmente!

Quel deficiente si era nuovamente impossessato del tizio del taxi, questa volta per avvicinare Alba.

Ma il sollievo di averlo trovato durò poco, nella saletta infatti le cose presero una piega decisamente inaspettata, la ragazza silenziosa prima cominciò ad urlare contro Alba, poi fu colta da una crisi epilettica palesemente provocata da un demone tarchiato che sembrava il cosplay mal riuscito di Jake “Joliet” Blues, Michele ricordò la mitica battuta “Siamo in missione per conto di Dio"1 e alzò gli occhi al cielo pensando a come doveva sentirsi spiritoso quell'idiota.

La situazione precipitò rapidamente e Michele assistette alla messa in scena dei demoni allibito e impotente in quanto gli era vietato intervenire, gli umani in questi casi dovevano cavarsela da soli.

Maledizione fa qualcosa, intervieni, razza di imbranato!” pensò rivolgendosi ad Azaele che sembrava totalmente incapace di riprendere il controllo della situazione, poi con sollievo lo vide precipitarsi verso Alba e spingerla fuori dall’aula.

La situazione si normalizzò e Azaele, dopo essere rientrato nella saletta a controllare, uscì nuovamente. Sicuramente per raggiungere Alba.

E lei, dove poteva essere andata?

Probabilmente è tornata nel suo ufficio” pensò Michele volando velocemente verso l'altra ala dell'edificio.

Non era arrivato da più di un minuto quando lei entrò in ufficio furibonda.

Che razza di porco! E io che… che cretina!” si lamentò Alba furiosa e in lacrime, afferrò borsa e cappotto e corse verso l’ascensore.

Michele vide Azaele arrivare appena in tempo per vedere Alba infilarsi nell’ascensore. Il demone sospirò affranto.

L'angelo si guardò intorno e non vedendo demoni in giro decise di cogliere la palla al balzo ed entrare, afferrò Azaele per la giacca e lo spinse dentro un piccolo ufficio.

Razza di deficiente” lo apostrofò “vuoi farti ammazzare da Razel?”.

Azaele non fece neppure finta di essere Molinesi “E dai Michele, non fare il tragico, chissà quanto ci vuole prima che il rosso troglodita riesca a fare il ragionamento che ti ha portato fino a qua, appena ho finito mi invento una scusa per il ritardo e gli consegno il pelatone!”

Il rosso troglodita ha già capito dove sei, idiota! L’ha capito appena…” Michele impallidì senza riuscire a finire la frase, si era appena reso conto che era stato lui a far capire a Razel come trovare Azaele il giorno che si erano incontrati dietro la panchina dove Alba chiacchierava con la sua amica. Il demone che non era affatto stupido, aveva certamente capito che sarebbe bastato seguire la ragazza!

Appena cosa?”

Appena mi ha scoperto a seguire Alba!” ammise Michele affranto “Ti ho tradito io, Azaele, sono proprio un imbecille senza scuse!”

Azaele rimase sconcertato, in genere era lui quello che combinava i casini.

Poi vedendo Michele così abbattuto cercò di consolarlo.

Ma no, figurati! Se avesse capito come stavano le cose, sarebbe già arrivato qui a pestarmi a sangue!”

Ti sbagli Aza, la realtà è che si sta divertendo alle nostre spalle, vuole vedere fin dove arrivi. E poi sono sicuro che vuole vedere se anche Ariel riuscirà a capire come trovarti e cosa succederà quando vi incontrerete, anzi sono certo che sta raccogliendo scommesse su voi due!”

Che c’entra Ariel?”

Non fare il finto tonto, sono sicuro che sai benissimo che Molinesi era stato assegnato anche a lui, hai preso due piccioni con una fava: avvicinare Alba e far incazzare Ariel! E per la miseria lascia quel corpo, non riesco a parlarti mentre sei lì dentro!”

Michele si era nuovamente innervosito, sia per la calma fuori luogo di Azaele, sia perché per la prima volta si trovava a guardare l’amico dritto negli occhi, cosa che trovava molto fastidiosa.

Il fatto di essere il più alto dei due gli aveva sempre dato la possibilità di guardarlo dall’alto in basso quando gli propinava le sue ramanzine, ora invece gli sembrava che la sua “autorità” fosse messa in discussione da quei quindici centimetri guadagnati da Azaele grazie alla corporatura di Molinesi.

Neanche per sogno, stare qua dentro è l’unico modo per avvicinarmi ad Alba, che c’è ti dà fastidio aver perso il tuo vantaggio in altezza?” replicò Azaele con un sorrisetto sarcastico.

Non dire idiozie, non ci avevo neanche fatto caso” mentì imbarazzato Michele “piuttosto, ti rendi conto degli effetti collaterali che sta causando la tua presenza qui, non ti è sembrato già abbastanza grave quello che è successo poco fa? Sembrava di essere finiti a Salem!”

Azaele notò che curiosamente Michele si era espresso nello stesso modo di Alba e per un attimo ma solo per un attimo, la sua sicurezza fu incrinata da una leggera crepa.

Senti, è stato un errore, la capacità di Alba mi ha colto di sorpresa, ma è stato un incidente che non si ripeterà più!”

Tu proprio non ti rendi conto, non capisci che la tua presenza qui non era prevista?”

Uffa, e allora?”

E allora stai scatenando qualcosa al di fuori del tuo controllo! Aza, lo so che sei spinto da buone intenzioni, ma sei pur sempre un demonio, stai causando la rottura di un equilibrio già precario, stai aiutando il MALE a prevalere qua dentro!”

Mamma mia, quanto sei esagerato, a parte il fatto che sarebbe pure il mio lavoro, per inciso!” sbuffò Azaele.

Ma che cavolo dici? Ti sei montato la testa? Il tuo lavoro è consegnare all’inferno le anime il cui destino è ormai segnato e non possono più essere influenzate dagli addetti alle custodie speciali! Esci da questo corpo punto e basta!”

E dai piantala!”

No, per la miseria, non ho intenzione di permettere che il tuo stupido egoismo causi danni irreparabili, se non hai intenzione di abbandonare questo corpo, andrò da Ysrafael e gli dirò dove può trovarti!”

No, dai Miky! Ysrafael mi obbligherà a lasciare il corpo di Molinesi, magari mi costringerà anche a consegnarlo ad Ariel, Razel mi scuoia vivo!”

Peggio per te, te la sei cercata!”

Ti prego Miky, non farlo… aspetta!”

Ma Michele smise di ascoltarlo, si precipitò fuori dal piccolo ufficio e si trovò faccia a faccia con cinque demoni alti e minacciosi.

Guarda un po' chi c’è!” sorrise sprezzante Sael “Che ci fai qui, bella fighetta, ti sei perso?”

Ma questa non è la fidanzatina di Azaele?” aggiunse un altro.

I demoni risero divertiti e circondarono Michele.

Cosa ci faccio qui non sono affari vostri, piantatela e lasciatemi passare!”

Michele non era affatto impaurito, ma non sopportava di ritrovarsi circondato dai demoni, inoltre temeva che Azaele uscisse dall’archivio proprio in quel momento e i demoni facessero due più due.

Sael circondò con un braccio le spalle di Michele e gli scoccò un bacio sulla guancia.

Lascia perdere quel moretto sfigato, con me ti diverti di più!” gli disse con voce sensuale, gli altri demoni risero ancora più forte.

Stammi lontano, idiota!” lo apostrofò Michele spingendolo via bruscamente.

Hey, come sei maleducato, forse hai bisogno che ti insegniamo un po’ di rispetto per i tuoi colleghi!”

I demoni lo costrinsero ad arretrare fino alla parete del corridoio, ma Michele li sfidò sostenendo i loro sguardi senza paura.

Bene, vediamo chi di voi vuole insegnarmi l’educazione per primo”

Lentamente cominciò a sguainare la spada angelica fissando dritto negli occhi Sael, che al primo raggio di luce emesso dalla lama perse tutta la sua baldanza.

Calma, calma biondino, stavamo solo scherzando, come sei permaloso!” disse alzando le mani e arretrando leggermente.

Dai, andiamo ragazzi, lasciamolo perdere!” concluse voltandosi e dirigendosi verso gli uffici, seguito immediatamente dagli altri demoni.

Stai bene?” la voce preoccupata di Azaele fece voltare Michele.

Si, sto bene!” ma il suo sguardo tradiva la tensione e la rabbia provate.

Non prendertela, lo sai che sono solo dei rozzi ignoranti!”

Hai sentito tutto?”

Certo che ho sentito, ero dietro la porta, pronto a intervenire!”

Non sono più un angioletto timido Azaele, ora me la cavo da solo, grazie!” rispose brusco Michele. Ma si pentì subito, perché sapeva molto bene che nonostante fosse un demone, nonostante tutti i suoi difetti, nonostante fosse la cosa più stupida e assurda che si potesse immaginare, Azaele era davvero suo amico e gli voleva davvero bene e se la situazione si fosse messa male sarebbe intervenuto per aiutarlo, anche a costo di farsi scoprire.

Perdonami, sono ancora un po’ teso!” si scusò, poggiando una mano sulla spalla dell'amico.

Azaele sorrise e Michele capì che l’avrebbe aiutato per l’ennesima volta.


#


La signorina Corelli era già in pigiama, alla fine aveva deciso che avrebbe saltato la lezione di zumba.

Era la prima volta in tre anni, ma era davvero troppo stanca e poi l'indomani aveva il corso di tango argentino, non sarebbe successo nulla se per una volta saltava zumba.

Si stiracchio un po', prese il cellulare e diede un'occhiata alla programmazione dei vari canali a cui era iscritta.

"E se optassi per un bel film horror?" pensò scorrendo i vari titoli a disposizione mentre si dirigeva in bagno per struccarsi.

Se c'era una cosa che la divertiva erano i film horror, trovava incredibilmente spassose tutte quelle stupidaggini su Villaggi di dannati, possessioni demoniache, streghe e… "Haaaargh!" urlò terrorizzata, scorgendo nello specchio del bagno il volto pallido di una donna dai lunghi capelli neri che la guardava con due occhi verdi carichi d'odio.

Con un balzo atletico saltò fuori dal bagno e continuando ad urlare aprì la porta di casa e si precipitò sul pianerottolo pensando di suonare dai vicini, ma improvvisamente si rese conto di essere in pigiama e si sentì un po' idiota.

"Ok, è stata sicuramente un'autosuggestione, adesso rientro e controllo!" pensò cercando di calmarsi.

Rientrò lasciando leggermente socchiusa la porta di casa e sì avviò titubante in bagno, diede un timido sguardo allo specchio e tutto ciò che vide fu il suo asciugamano da doccia nero appeso al porta asciugamani. Sotto l'asciugamano nero si intravvedeva un piccolo asciugamani bianco.

"Che idiota" pensò scuotendo la testa "ho scambiato i miei asciugamani per un volto di donna!" sorrise, si struccò velocemente, si ricordò che doveva chiudere la porta di casa e infine si accomodò sul letto accendendo il tablet.

Quella sera però rinunciò ai film horror e si sparò uno dopo l'altro "Quo vado?" e "Cado dalle nubi" di Checco Zalone.


#


Il gatto con la stella bianca sulla fronte si era arrampicato sul letto e osservava Alba muovendo nervosamente la coda.

La ragazza si girava e rigirava, senza riuscire a prendere sonno.

Appena era arrivata a casa si era sentita così spossata da decidere di provare a dormire nonostante non fossero neppure le nove di sera, ma appena chiudeva gli occhi le immagini inquietanti di quello che era successo la mattina le si ripresentavano alla mente. Come se non bastasse un terribile mal di testa aveva cominciato a tormentarla.

Decise di alzarsi per andare a prendere un bicchiere d'acqua e un'aspirina, il gatto rimase sul letto ma si sporse per osservarla continuando a muovere nervosamente la coda.

La cosa che più angosciava Alba era che, uscendo da lavoro, aveva incontrato in ascensore alcuni dei colleghi che avevano partecipato al laboratorio e non solo nessuno di loro era apparso minimamente turbato, ma oltretutto quando aveva provato ad accennare all'orribile follia di gruppo che aveva contagiato tutti durante l'esercizio degli sguardi, l’avevano guardata senza capire.

Alba, va bene avere un colpo di sonno durante le discussioni, ma almeno potresti evitare di sognare, no?”

Alla battuta di Santarcangeli avevano riso tutti.

Alba aveva deciso di stare allo scherzo “Ahahah, dai abbiate pietà, voi magari siete già allenati, ma io arrivata a metà del comizio di Martini non ho retto più!” rispose ridendo.

Hai proprio ragione Alba” aveva convenuto allegramente Santarcangeli “pensa che è già la terza volta che ci ammorba con lo stesso discorso sulla necessità di crescere, innovarsi, liberarsi delle zavorre ecc, ecc…! É il suo pezzo forte, poveri noi! Almeno introducesse qualche variazione ogni tanto, così giusto per sorprenderci, invece no, sempre lo stesso identico discorso, pure con le stesse pause ad effetto!”.

Gli altri avevano riso divertiti e Alba per una volta aveva sentito di aver fatto centro.

Nonostante ciò era terribilmente angosciata, possibile che nessuno dei colleghi ricordasse nulla?

Entrando in cucina cominciò a chiedersi se il suo ricordo fosse reale o se aveva davvero sognato.

Riempì d'acqua un bicchiere e ci buttò dentro un'aspirina, tornò in camera e si lasciò cadere sulla poltrona gonfiabile, regalo del precedente inquilino.

Ripensò anche a quello che era accaduto nei bagni delle impiegate, il vergognoso comportamento della signorina Corelli.

Va bene che era sempre stata una donna presuntuosa ed arrogante, ma arrivare ad avere quel comportamento da… beh, ammettiamolo da ZOCCOLA! E poi quello sguardo di sfida, come se fossero in concorrenza per conquistare Molinesi.

Già anche lui, che porco! Prima mi insegue fingendo di essere preoccupato per me e poi si lascia slinguazzare dalla prima che gli si butta addosso!”.

Come aveva potuto permettere ad un’altra di toccarlo, proprio davanti a lei oltretutto!

Quella lurida sciacquetta assatanata, era meglio per lei stare attenta se non voleva che le capitasse qualcosa di brutto, di molto brutto!

Si irrigidì sulla poltrona, alzò lo sguardo e i suoi occhi incontrarono gli occhi di una donna riflessa nello specchio.

La donna aveva il volto talmente pallido da esaltare le lentiggini sparse sul naso e sulle guance, gli occhi verdi erano lucidi di lacrime ma scintillanti di una rabbia sorda, le labbra erano contratte in una smorfia di odio.

Alba urlò terrorizzata, poi si rese conto con sgomento che la donna che aveva appena visto nello specchio non era altri che lei.

Mioddio, cosa mi sta succedendo?” si domandò spaventata.

Come aveva potuto pensare delle cose così orribili contro la Corelli? Lei che non era mai stata particolarmente gelosa, come aveva potuto provare un sentimento del genere e soprattutto come aveva potuto provarlo a causa di un emerito imbecille come Molinesi?

Lo squillo del cellulare la distolse da quei pensieri, provocandole in compenso un mezzo infarto e facendole fare un salto sulla poltrona che si rovesciò di lato facendola rotolare sul tappeto sardo, ricordo di una bella vacanza, la cui lana ruvida era terribilmente urticante per una persona totalmente allergica, come lei.

Ohi, ahi, ahi!” si lamentò saltellando a piedi nudi sul tappeto fino a raggiungere il telefonino poggiato sul comodino.

Heiiii, ciao come stai?” La voce allegra di Arianna le regalò una ventata di serenità “ti va di uscire stasera?”



Nota 1: “The Blues Brothers” (1980) di John Landis

   
 
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