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Gabriele Cimino è questo il nome dello sfortunato che deve risolvere l'indagine del Pantheon.
Gabriele prima di finire nel Comando Carabinieri Per La Tutela Del Patrimonio Culturale risolveva i casi di omicidio; dopo essere quasi morto in una sparatoria decide che è meglio fare un lavoro più tranquillo.
Gabriele cammina svelto sotto la pioggia, entra nell'obitorio. Insieme al medico legale c'è un ragazzo che non conosce. Forse è nuovo.
-Le ho scritto i pezzi del corpo non carbonizzati. Tenga.-dice allegro il ragazzo dando l'elenco a Gabriele. Lui guara quel ragazzo irritante.
-E tu saresti?-domanda irritato Gabriele guardando il foglio scritto dal ragazzo.
-Marcello Astorre. Non volevo infastidirla, ma aiutarla. Scusi.-dice deluso il ragazo osservando l'espressione di Gabriele passare dall'irritato al tranquillo.
Entrano delle persone e vanno verso il cadavere. Alcune piangono ed altre sono immobili.
-Lasciamoli soli con lui... usciamo. Marcello, vieni. Forza.-ordina comprensivo il medico accompagnando Marcello e Gabriele nel corridoio.
-Per voi non è strano trovare il corpo di un uomo carbonizzato dentro al Pantheon?-domanda perplesso Marcello ordinando il latte alla macchinetta.
-Ad essere sincero, no. C'è stato un incendio. È anche normale che ci scppi il morto.-commenta professionale Gabriele lzando un sopracciglio.
-Ho dovuto usare l'ipronta digitale per riconoscerlo.-aggiunge impressionato l'altro uomo estraendo una brioche dalla tasca del camicie.
-Andiamo al Pantheon. Ho alcuni dubbi. Vieni.-ordina dubbioso Gabriele al ragazzo. Lasciato l'ospedale raggiungono il Pantheon. È ancora transennato. Marcello sposta una transenna spingendola. A Gabriele si spezza il cuore vedere i resti dell'incendio. Camminano stando attenti. Giunti nel posto dove hanno trovato quel corpo carbonizzato notano una custodia, dopo averla raccolta Marcello è sorpreso.
-Chi usa ancora i registratori per sentire la musica?! L'assassino è uno nostalgico!-
-Marce, aiutami a cercare la cassetta! Deve essere qui da qualche parte!-ordina eccitato Gabriele iniziando a tastare ogni pezzo di pavimento.
-Eccola! Venga, signore!-esclama euforico mostrandogli la cassetta. Adesso c'è il problema che devono trovare qualcuno per sentire la cassetta, quasi nessuno usa più i registratori! Non sanno dove cercare.
-Come faccamo a sentirla? Nessuno usa più i registratori. Magari è importante.-
-Dobbiamo andare. Intanto interroghiamo ifamigliari del morto.-aggiunge ansioso Marcello leggendo l'ora sullo schermo del telefono.
-Siipiù gentile e deicato. Se non o sei ti mando a fare il segretario dei colleghi.-
-Non ho detto niente di male.-protesta offeso Marcello infilando custodia e cassetta nelle buste sigillate. Entrambi guardano per un'ultima volta quella sala rovinata dal fuoco. E la grande cupola, da una parte è nera. Le fiamme sono arrivate fino al soffitto. Gabriele senza dire niente ha deciso che è un incendio doloso, ma preferisce nondirlo; per ora. Vuole esserne sicuro, prima.
Marcello insieme al collega tornano alla centrale per interrogre i famigliari del morto.
Gabriele siede sullo sgabello dvanti al bambino e ad una ragazza. Entra un uomo.
-Mi scusi... qualcuno vuole parlarle. Non so chi sia, ma è importante...-
-Non posso. Gli dica di richiamare dopo le 12.30.-risponde irritato al segretario, il quae annuisce incerto. Dopo neanche un minuto ritorna.
-Mi dispiace disturbarla... di nuovo. Ma quella donna è davvero molto insistente. Vuole arle...-
-Li lascio a te.-dice infastidito Gabriele rivolgenosi a Marcello. Uscito dalla sala interrogatori segue il segretario nell'altra stanza.
-Eccolo. Gielo passo. Buongiorno.-dice sollevato l'uomo dando il telefono a Gabriele.
-Salve... mi dica. Come posso aiutarla?-domanda educato alla donna.
-Lei conosce Federica Giacona? Il suo numero è salvato nell'elenco delle emergenze.-
-No. Probabilmente ha sbagliato numero...-
-Non so cosa dirle. È l'unico che ha risposto. Tutti gli alri numeri erano spenti o suonavano.-
-Aspetti! Ho capito chi è! Mi dica come posso aiutarla!-esclama illuminandosi... veramente non è sicuro che sia quella Federica... gli viene in ment solo lei.
-Può venire a Firenze? È molto importante.-dice la voce e Gabriele resta stupito.
-Come?! Venire a Firenze?! Non posso andarmene senza motivo! Devo avorare!-
-Bene. L'aspettiamo davanti alla Galleria Degli Uffizi alle 19.30 di domani...-
-IO NON HO DETTO CHE VENGO! ASPETTI!-strilla agitato Gabriele ma l'altra ha già chiuso la chiamata.
-Chi era?-domanda curioso Marcello e lui lo guarda infastidito. Non bastava l'indagine! Ora deve andare fino Firenze senza sapere il motivo.
-Devo andare a Firenze. E non so perché...-risponde arreso ed il ragazzo è sorpreso. Ma preferisce non dire o chiedre niente al capo.
-Torno a finire l'interrogatorio e la informo appena finisco.-aggiunge rubando una matita dalla scrivania di Gabriele. Il poverino presa giacca e sciarpa se ne va. Nel corridoio incontra un cllega.
-Dove va? Abbimo la riuione... se ne sta dimenticando?-domanda sorpreso, ma Gabrele ha già premuto il tasto dell'ascensore e la porta si è già chiusa.
Gabriele tornato a casa prepara un piccolo zaino. Non pena di starci molto, andrà solo per cuiosità; la mattina eguente tornerà nella capitale. Non gli farà mal fare un giro in un'altra città... trovare qul mostro lo sta asciugando. Deve arrestare l'assassino e nella Città Eterna ogni giorno, in cui qusta persona è libera può uccidere... ancora... rovinando l'arte. Perché a lui interessa solo vdere il sangue dei cadaveri sporcare edifici d oggetti artistici. Smbra un'idea distorta di purificazione, usando i delitti pnsa che l'arte venga pulita dall'impurità umana. Secondo lui, solo pochi possono ammirarla.