Giustificazioni
Le sue giustificazioni sono ottime, ma stupide.
È facile incolpare il Ministero. È facile dire che avrebbe voluto andarsene e non ha potuto, facile accumulare scuse su scuse per spiegare quella che - oh, lo sa benissimo - è stata pura e semplice codardia da parte sua. Non ha mai saputo dire di no ai superiori, chiunque essi fossero, e questo è il risultato: è rimasto lì, invischiato in qualcosa di troppo grande per lui, e ora che finalmente se n’è andato è troppo tardi.
Troppo tardi. Glielo dicono i loro occhi, che gli lasciano uno strisciante fastidio laddove gli si posano addosso. Troppo tardi. Avrebbe dovuto mandare tutti al diavolo, Ministero e superiori e chiunque nel mezzo; fregarsene delle conseguenze e tornarsene dalla sua famiglia prima, molto, molto prima. Dire di no, essere coraggioso.
Ma non l’ha fatto, è questa la verità. Non c’è giustificazione che tenga, perché la colpa è solo sua.
E ora, i loro occhi delusi lo fissano.
«Papà!» esclama Molly col suo miglior tono accusatorio. «Sei tornato tardissimo!»
«Stavamo per addormentarci senza la storia!» le fa eco Lucy. «Non lo fare mai più.»
Braccia incrociate, sguardi severi, chissà chi gli ricordano. Percy crolla il capo e reprime un sorrisetto.
«Non lo faccio più. Promesso.»
Siccome ci sto mettendo una vita ad aggiornare la mia long, mi tolgo la soddisfazione di pubblicare almeno una brevissima flash. Scritta al volo durante una Drabble Night, con prompt "un personaggio torna troppo tardi" (anche se ho rigirato il significato a modo mio).
Grazie di aver letto ^^
Fera