Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: gynevere    25/05/2020    0 recensioni
Un Overlord dell' Impero Tirannico parla del Regno Dimenticato di una Regina Lontana, bella come l' Aurora, fredda come le Stelle, che conosce da molto, ma che non ha mai incontrato se non nei suoi sogni, e nelle sue visioni.
Genere: Angst, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2.
 
Molte cose vengono dette, circa i miei amici, circa la Fine di Questi Tempi, circa i miei alleati; molte cose non vere, molte non veritiere, molte che non si avvereranno mai.
Quello che si avverera’ invece, e’ il progressivo distaccamento di lei dal mio mondo, dal mio universo: ora vedo come non mai il suo Regno Antico galleggiare sulla mia testa, un Museo Galleggiante, che si porta verso le aspre, fredde ed eleganti Regioni del Nord; nel frattempo, si’, si prepara una guerra combattuta e battagliata, ma lontano da lei, nelle lande piu’ a Sud, dove impera il deserto, e li’ sara’ caldo, caldissimo, per tutti, per i miei alleati in primis, ma io non ho piu’ tempo, ne’ voglia, per occuparmi di loro: li ho armati come un Grande Overlord deve poter fare e sa fare, ora sono in grado di combattere, e di lasciarmi andare- ho esaudito le loro richieste, per quanto mi fosse possibile, e forse ancora piu’ ne avrei esaudite, se non ci fosse stato l’ Imprevisto, se lei non avesse messo in moto il suo Castello, se il Regno, con quei suoi misteriosi ingranaggi interni che sono fatti di Magia, non avesse cominciato a ruotare; c’ e’ una contrazione in corso, le Terre si ritirano, si ritraggono verso l’ Alto, stanno tutte diventando Isole a Nord del Mondo, ed e’ per questo che io ora devo andare, perche’ i miei occhi vedono questo contrarsi, questa progressiva riunione dei Regni Dimenticati, gli Antichi Regni dei Barbari, e da quell’ Armonia Celestiale, io rischio di rimanere fuori, molto piu’ di quanto gia’ non sia nel mio Trono all’ Occidente; cosi’ lascio i miei alleati, i miei vassalli, e prego loro di non farmi altre richieste, perche’ ogni Bene di questo mondo ho messo ai loro piedi, e anche ogni Male, che sempre si accompagna ad ogni Bene, e solo la Via Neutrale e’ quella Saggia in cui non si incorrono pericoli; dunque ora mi lascino, mi sciolgano dal Nostro Patto, non mi chiamino piu’, perche’ il Potere risiede dove risiede il proprio Cuore, e il mio Cuore ora trema, ora freme per partire, per migrare, al seguito di quegli uccelli bianchissimi che accompagnano il Verde della Montagna Rotante, il Regno di lei che sparisce, laggiu’ all’ orizzonte, per riunirsi ai Regni dei suoi parenti; si’, ce ne sono altri come lei, ma io non li posso vedere, ne’ loro sono interessati a vedermi; per questo motivo ora raccolgo i miei poteri, ma soprattutto le mie molte spie, che mi dicano notte e giorno in quali stanze lei cammini, in quali sale i suoi piccoli piedi si posino, se mai sorride all’ ora del tramonto, oppure il sorriso sia divenuto un ricordo lontano, un riflesso nel plexiglass, e solo i cristalli, i diamanti, volteggino intorno alla sua testa coronata, scintillando laddove le sue lacrime non scintillano piu’, perche’ le ha inghiottite l’ Oblio, l’ Oblio di me; ora i miei alleati chiamano, urlano, mi chiedono di reiterare il Patto Immortale con loro, e io che devo dire? Si’, si’, ci sono, come ogni Grande Signore che si rispetti, ma ora lasciatemi montare a cavallo, indossare un mantello bruno, come le cortecce degli alberi, e prendere una piantina, metterla nella sacca, vestire la mia testa col cappuccio del pellegrino, e cavalcare a Est, a Nord, perche’ il Regno Dimenticato sta fluttuando come un’ isola staccata da terra verso quelle zone, e il suo incedere e’ lento, ma costante, pertanto, se voglio seguirlo, devo mettermi in marcia.
Si e’ levata la Nebbia, il Vento dell’ Aldila’, e ha innalzato una Invisibile Barriera, come un canneto oltre il quale c’ e’ l’ inizio dei Regni, e oltre quella Barriera, non si puo’ andare, per chi arrivi dalle terre a Sud.
E’ un Recinto Sacro, un confine che e’ stato disegnato con l’ aiuto della Magia.
Ho mandato altri regali alla Regina, ma i miei corvi, i miei pipistrelli, mi dicono che si sono fermati alla loggia, non sono mai arrivati su al Castello, quindi i doni sono ancora in quella parte del Giardino in cui i Guardiani del Tempio, di quel Sancta Sanctorum, controllano scrupolosamente che nulla di impuro giunga ai piedi della loro Regina, e se valutano che questi doni possano infastidirla, o rattristarla, quei Silenziosi Araldi che vengono da un Altro Mondo li gettano fuori dal Terreno Volante, giu’ nel Vuoto, e lei semplicemente non ne sa nulla, o se viene a saperlo, perche’ vede e sente tutto, non se ne cura.
So che ha rigettato le mie Scritture, il mio Libro, ogni Rivelazione, ogni Profezia che ho dato nei miei territori, perche’ tutti quelli che mi sono soggetti, devono seguire la mia Religione, dacche’ ho imperio anche sulle loro anime; e mi dicono che in quel suo piccolo Reame Fluttuante che va ad unirsi agli altri Regni della sua Famiglia, i suoi sudditi seguono una religione naturale, pregano agli Elementali delle Fonti e delle Rocce, degli Alberi e del Vento, delle Stelle e del Sole, della Neve e del Ghiaccio, perche’ il Benessere di un Reame Volante sta nell’ Energia che gli arriva dai Piani Superiori, e in quel caso c’ e’ una grande liberta’ di scelta. Un Regno Dimenticato, con un Popolo Incurante, con una Regina Distratta, che dorme da sveglia, e questo suo dormire con occhi sognanti dispensa una Pace, ed un Bene, a tutti quelli che hanno la Fortuna, o la Sfortuna, di essere gli abitanti ed i viaggiatori di quella sua Nazione che si sposta piano ma senza mai fermarsi, con la costanza della goccia che scava la pietra.
Ha lasciato i pochi ormeggi che la trattenevano, se c’ e’ ancora qualche vincolo, sta via via sbiadendo, e mentre cavalco solitario sulla terraferma, alzo gli occhi e vedo le Nebbie che avvolgono sempre piu’ il suo dominio.
Ora, a fare una bella cosa, dovrei lasciare da parte qualunque scrupolo, e chiamare a me i miei generali, per un piano solenne di invasione terrestre, per contendere ai miei Nemici, i suoi parenti, quel Territorio Benedetto che rotea perche’ lei respira, e vive, e sogna: tuttavia, la Bellezza di quel Reame Incantato, sostenuto solo dalla sua Magia leggera quanto un battito d’ ali di farfalla, e’ troppo meraviglioso per distruggerlo cosi’, quindi per ora mi limito a seguirlo, rispettandolo.
Non e’ un Reame ricco, non dei piu’ ricchi, almeno, ma pare che i suoi cittadini siano contenti di quello che hanno, e non vogliano di piu’: ne’ si e’ sentito che non amino la propria Regina, della cui Presenza sono consapevoli, ma da cui godono di notevole autonomia, in quanto non vengono mai imposti loro editti reali, ne’ vengono mai puniti o rimproverati di alcunche’ se non riescono a svolgere qualcosa.
E’ un Mondo Bello, e’ uno di quei frammenti di Luce sfuggiti stranamente, miracolosamente, all’ esplosione dei Mondi, alla violenza delle parti oscure, di cui anche io sono composto. Tuttavia, quelle Isole di Pace qui sono contese, quando se ne scopre uno ancora esistente, e sono in pericolo.
Ecco, ho mandato un’ altra ambasceria, per sapere se e’ interessata alla mia Protezione, ma ancora una volta non e’ giunta risposta, il suo Reame di querce e boschi di latifoglie e conifere, di piante da frutto e di cipressi, di giardini di rose selvatiche e gigli di campo, appare conchiuso in se’ e quasi disabitato, solo la lepre saltella qui e la’, mentre la Nebbia occulta il lavoro operoso dei suoi sudditi nelle valli interne.
No, quel piccolo Reame sonnacchioso non vedra’ la Grande Guerra che sta per venire: ne sentira’ gli echi, forse lei, sdraiata sul suo letto, ne ricevera’ un rapporto, ne vedra’ delle immagini mentre dorme, ma la guerra non arrivera’ da lei, su quel suo Regno Sperduto: e poiche’ quella Guerra riguarda me e me solo, con i miei vassalli ed i miei feudi, la terro’ lontana da lei per non danneggiare la Bellezza del suo Essere.
In me stesso so che le Cose Preziose vanno custodite, perche’ un indomani potrei essere io a voler tornare, chiedendo asilo proprio nel suo Regno Fluttuante, oppure a voler morire li’, da lei, a pochi passi dal portone del suo Castello, in una tomba dedicata ad un Cavaliere ignoto e maledetto, su cui cresceranno gigli rossi selvatici, simbolo del mio sangue e del mio ardore ribelle.
Puo’ darsi che, morto, io le sia meno disgustoso, meno indegno, e si degni di camminare con quei suoi piedini leggeri e nudi proprio vicino alla mia tomba, fermandosi a riposare, sdraiandosi su di essa, come farebbe su un letto matrimoniale. Puo’ darsi anche che arrivi ancora a piangere per me.
A dispiacersi, a sentirsi sola, a perdonarmi le mie molte malefatte, e violenze.
I venti di guerra spirano, e lei si allontana: il suo Castello Fluttuante li lascia alle proprie spalle, Regno piccolo ma prospero, non ricco ma operoso, non povero ma con dei dolori; e qualcuno scambierebbe volentieri la sua Pace con la propria orribile condizione, nei giorni a venire.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: gynevere