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Autore: Aperonzina    26/05/2020    2 recensioni
La vita di Seokjin e Namjoon è perfetta, vivono in una bella casa a Seoul, Jin lavora e Namjoon sta finendo gli studi.
Tra le mura del loro appartamento, si ritroveranno la casa invasa da cinque amici caotici che necessitano del loro aiuto.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo:
Sabato 27 Aprile 10:30

 
Taehyung si sentiva la persona più fortunata del mondo; era passato più di un mese da quando Jimin aveva scoperto la verità e qualunque cosa fosse successa quella sera, che ricordava in maniera parecchio confusa, gli aveva portato una felicità immensa che non pensava di poter raggiungere.
Lui e Jimin ora stavano insieme in tutte e per tutto, all’inizio era stato un po’ difficile e a dire il vero era ancora un po’ strano.
Jungkook ne aveva approfittato per impossessarsi della camera di Taehyung, in modo da lasciare ai due un po’ di privacy e quindi in quei giorni si sentiva un po’ scombussolato anche per il cambio di stanza.
Non che non fosse abituato a dormire con Jimin, a fare le coccole e a stare con lui ventiquattro ore al giorno, erano sempre stati degli amici particolarmente appiccicosi, ma a volte era strano comportarsi come una coppia.
Anche ora Jimin sedeva accanto a lui a gambe incrociate sul divano degli hyung, entrambi adagiati sullo schienale, la testa di lui appoggiata alla spalla di Taehyung. 
Taehyung gli circondava le spalle con un braccio, mentre chiacchieravano del più e del meno, come avevano sempre fatto. Alla fine, non era cambiato molto, ma finalmente si sentiva libero di esprimere il suo affetto per lui.
Avevano festeggiato da poco un mese di fidanzamento e si stava davvero godendo tutte le sue attenzioni, al resto ci avrebbero pensato più avanti, quello era un periodo della relazione in cui c’era spazio solo per accoccolarsi l’uno all’altro ed evadere in un mondo tutto loro.
Anche i loro amici erano visibilmente contenti della situazione, anche se qualcuno che non gradiva particolarmente la loro relazione c’era.
Mentre Seokjin, Namjoon, Hoseok e Jungkook chiacchieravano in cucina sorseggiando una tazza di tè, davanti alla coppietta che si era appartata un attimo in salotto si piazzò una figura dai grandi occhi scuri e l’espressione corrucciata.
Miyon* il sabato non andava a scuola e quel giorno in particolare Taehyung l’aveva portata con sé dagli hyung, avrebbero pranzato tutti lì, ad eccezione di Yoongi, che era restato a casa perché aveva del lavoro da fare.
Quando i due si accorsero di essere osservati in maniera insistente dalla bambina si separarono leggermente, osservandola con un’espressione curiosa dipinta sul volto di entrambi.
«Perché state qua?», chiese con fare quasi offeso.
«Niente, stavamo chiacchierando, tra poco veniamo anche noi in cucina», rispose a mo’ di scusa Taehyung, sorridendo alla piccola.
Questa lo prese per un lembo della maglia con fare lamentoso «Dai, vieni di là con tutti noi», piagnucolò.
Taehyung sospirò sconsolato, buttando un’occhiata a Jimin che sorrise e si alzò stiracchiandosi «Ok, ok», disse alzandosi anche lui, «come desidera principessa», afferrò la bimba da sotto le ascelle e girò su sé stesso facendola ridere, prima di prenderla in braccio e andare insieme a Jimin da tutti gli altri.
Quando c’era Miyon era quasi impossibile ritagliarsi un po’ di tempo per stare solo con Jimin, ma d’altronde la piccola aveva bisogno delle sue attenzioni.


Fu un pranzo abbastanza rumoroso, il caos era tornato a regnare sovrano in casa Kim da quando Taehyung e Jimin si erano messi insieme, ma quel giorno Hoseok sembrava particolarmente nervoso, parlava a vanvera e si agitava sulla sedia, dando di sfuggita delle occhiate al telefono.
Al contrario Miyon era totalmente ammutolita, ogni volta pregava Taehyung di vedere Jungkook e supplicava per sedersi vicino a lui a pranzo, ma finiva sempre per fare scena muta, troppo imbarazzata per dire una parola.
Taehyung si chiedeva cosa avrebbe detto la piccola quando da grande le avrebbero raccontato della sua infatuazione per Jungkook, era davvero divertente vedere una bambina così vivace diventare magicamente mansueta in sua presenza.
«Hai finito il tuo progetto Kookie?» Hoseok infilzava con le bacchette i rimasugli nel suo piatto, quando gli venne in mente che incontrava molto meno spesso Jungkook dagli hyung.
Jungkook annuì «Sì, l’ho già presentato, non dovrò più disturbare gli hyung», disse ridacchiando.
«Sei così educato che è sempre un piacere averti con noi», disse Seokjin sinceramente.
«Si, non come la gente che amoreggia nel bel mezzo del pranzo o robe simili», aggiunse Namjoon guardando verso la neo-coppietta.
Taehyung, che aveva una mano tra i capelli di Jimin, la tirò via velocemente e Jimin si mise seduto diritto, tutti risero, tranne Hoseok, che lì guardava assorto, con la stessa espressione combattuta che lo accompagnava da quando era arrivato quella mattina.
«Hobi hyung, tu invece stai bene? Mi sembri un po’ distratto oggi» chiese Jimin curioso, appoggiando la testa sulla spalla di Taehyung. 
Hoseok saltò sulla sedia sentendosi chiamare «Sto bene, sto bene, è la stanchezza», disse agitato.
«Se sei già stanco a quest’ora», intervenne Seokjin, togliendogli il piatto da sotto gli occhi, non riuscendo più a sopportare la visione di quegli ultimi chicchi di riso schiacciati dalle bacchette di quest’ultimo, «deve essere una cosa seria».
Lui ridacchiò, mentre osservava il più grande iniziare a sparecchiare e deviava prontamente lo sguardo indagatore di Jungkook «Forse sto invecchiando», disse divertito, lasciando morire lì la conversazione.
 


Nel primo pomeriggio si sedettero tutti in salotto a chiacchierare, Miyon aveva obbligato Taehyung a scaricare un gioco sul telefono, con cui si intrattenne per un po’, in attesa della passeggiata al parco che Taehyung le aveva promesso.
Anche dopo pranzo Hoseok sembrava parecchio agitato, il suo sguardo saltava da Jimin a Taehyung e finiva poi sul suo telefono, che controllava ogni cinque minuti.
«Hobi, sei sicuro di star bene?», chiese Seokjin ad un certo punto, «sul serio, mi stai facendo preoccupare».
Il suo sguardo vacillò tra i presenti, ma fu Jungkook a parlare «Hyung, tu stai aspettando qualcosa vero?».
Gli occhi di Hoseok si puntarono in quelli di Jungkook «Come fai a saperlo?».
Jungkook si strinse nelle spalle «Sei come Tae hyung, un libro aperto e poi sei costantemente al telefono oggi».
Le labbra di Hoseok tremarono leggermente «In effetti sì…».
«E centra Yoongi hyung?», chiese ancora Jungkook, i presenti si ammutolirono.
Hoseok tornò a fissare il più piccolo «Cos’è leggi nella mente ora? Sei incredibile».
«Quindi?» chiese Jimin incuriosito.
«Bè», disse torturandosi le mani, «potrebbe darsi che la vostra nuova relazione mi abbia ispirato».
Calò nuovamente il silenzio, come se i presenti si fossero dimenticati anche di respirare, l’unico rumore presente erano i miagolii del gioco di gattini di Miyon.
«In che senso?» lo esortò Seokjin.
«Bè, voi siete stati così coraggiosi, tutti e due, a dichiararvi», disse rivolto a Taehyung e Jimin, «è stato strano quella sera», ammise, «ma alla fine vi siete messi in gioco, avete rischiato tutto e ora state bene, siete felici».
«Quindi che hai fatto?» questa volta l’impaziente era Namjoon.
«Può darsi che io abbia parlato con qualcuno e che gli abbia confessato… insomma, avete capito».
«Ti sei confessato?», chiese Jungkook sconvolto, «quindi quello che stai aspettando è la sua risposta?».
Hoseok portò gli occhi al pavimento e annuì.
«Ehi aspettate io non ho capito, a chi ti sei confessato?», intervenne Jimin confuso. 
Hoseok lo osservò stupito «A… beh», balbettò imbarazzato.
«Ma sì, a Yoongi, ovvio», disse Seokjin secco.
Hoseok si congelò sul posto e la bocca di Jimin si spalancò «Cosa? Tu e lo hyung?».
«Oh, andiamo Chim», disse Jungkook divertito, «non dirmi che non ti eri accorto».
Jimin guardò tutti i presenti a turno, sconvolto «No, cupido», lo prese in giro, «non ci ho mai nemmeno pensato, oddio, che scoop!», disse esaltato, poi si voltò verso Taehyung, «Tu lo sapevi?».
«Era da un po’ che sospettavo che ci fosse qualcosa tra loro due in realtà», ammise.
«Caspita, perché nessuno mi dice mai nulla», si lamentò incrociando le braccia e infagottandosi sul divano.
«Per tutti era sottinteso, Jimin, sei tu che sei giusto un po’ ingenuo», disse divertito Jungkook.
«Ah, ma stai zitto Justin, sono solo innocente, a differenza di voi sudicioni».
Jungkook e Taehyung scoppiarono a ridere e anche Hoseok mostrò un sorrisino divertito.
«Sta di fatto che non mi ha ancora risposto», continuò Hoseok più serio, riportando l’attenzione sul tema principale, «e io sto morendo dall’ansia».
«Non può trattarti così», saltò su Seokjin, «deve darti una risposta, da quant’è che aspetti?».
Hoseok si mordicchiò il labbro, pensieroso «Ieri sera, non lo vedo da allora, anche questa mattina è stato tutto il tempo in camera sua».
Namjoon sospirò affranto «Tipico dello hyung, temo che se non insisterai, invecchierà lì dentro».
«Hyung», Jimin si avvicinò a lui, sporgendosi oltre Taehyung per prendergli una mano, «per esperienza personale, vai la e pretendi una risposta, parlagli, o non ne uscirete più».
A quelle parole Taehyung si sentì preso in causa e decise che anche lui doveva dargli il suo sostegno «Ha ragione, non vuoi finire come me no? E poi hai già fatto la cosa più difficile, ora devi solo convincerlo a parlarti».
Jungkook lo guardò negli occhi convinto e sorrise «Io te lo dissi, che sembravate una coppia, non hai nulla da temere».
Quelle parole ebbero un particolare effetto in Hoseok, in effetti i suoi dubbi erano iniziati poco dopo aver conosciuto Jungkook, in qualche modo, averli scambiati per una coppia gli aveva messo la pulce nell’orecchio e da quel momento il suo cervello non aveva capito più niente. 
Dal giorno in cui i suoi amici si erano fidanzati però tutto gli era sembrato molto più chiaro, aveva riconosciuto nei sentimenti di Taehyung qualcosa che apparteneva anche a lui, un sentimento diverso, qualcosa che lo legava a Yoongi che era ben diverso dall’amicizia.
Prese un respiro profondo, accettando la realtà e sentendosi più rilassato sapendo di essere sostenuto da tutti gli amici «Vado ora, da lui» lo aveva deciso in quell’istante, ma niente lo avrebbe fatto tornare indietro.
Con il consenso di tutti e la leggera confusione che ancora non abbandonava Jimin, Hoseok lasciò casa Kim per raggiungere il suo appartamento. Quel giorno qualcosa sarebbe cambiato.
 


Sabato 27 Aprile 15.30
 
Passarono delle ore piuttosto snervanti per chi era rimasto a casa Kim, Hoseok non si fece sentire per un bel po’ e iniziarono a temere che fosse finita nel peggiore dei modi.
Jungkook era andato a bere un bicchiere d'acqua in cucina quando vide Miyon andargli incontro con in mano il suo zainetto. Gli si piazzò davanti convinta, con le mani un po’ tremanti.
«A scuola abbiamo fatto un lavoretto», asserì.
Jungkook la osservò curioso, poi si abbassò per essere alla sua altezza «Wow, cos’avete fatto di bello?» chiese con un sorriso.
Lei iniziò a giochicchiare con la stringa del suo zainetto «Abbiamo fatto dei cioccolatini».
«Che bello! Io adoro fare i dolci».
«Ti piacciono anche per mangiarli?» chiese timidamente.
Jungkook ci penso su «Sì, mi piace la cioccolata».
Miyon fece un sorriso timido «Bene, allora…» iniziò a cercare nel suo zainetto, finché non tirò fuori una scatolina, «tieni», disse porgendogliela.
Jungkook la prese in mano stupito «Sono questi? Vuoi darli a me?».
Lei annuì vigorosamente «Sì», disse arrossendo leggermente, «la maestra ha detto che i cioccolatini si regalano alle persone speciali», aggiunse in un mormorio.
Jungkook rimase un po’ stupito, ma poi sorrise «Ti ringrazio, lì mangiamo insieme?».
Miyon sembrò riprendersi dall’imbarazzo che l’attanagliava e annuì, felice, afferrando la mano che Jungkook le aveva porto.
«Vieni con noi al parco?»
Jungkook annuì «Certo, dopo aver mangiato i tuoi cioccolatini prendiamo Taehyung hyung e lo obblighiamo ad uscire da questo appartamento, che si sta adagiando anche troppo», disse osservando il maggiore semisdraiato sul divano, la testa appoggiata mollemente sulle spalle di Jimin e i piedi nudi sulle gambe di Hobi.
Arrivati in salotto furono innumerevoli le proteste di Taehyung, che si era sentito offeso nel profondo del suo cuore nel vedere il regalo nelle mani di Jungkook, invece che nelle sue.
Miyon accettò di dare un cioccolatino anche a Taehyung, anche se lì aveva fatti con tanta cura solo per Jungkook il giorno prima, a patto che subito dopo sarebbero andati al parco.
Così, finiti i cioccolatini Taehyung, Jimin e Jungkook, per la felicità della più piccola, decisero di uscire di casa e andare finalmente al tanto agognato parco.
«Aspettate» Seokjin lì fermò sulla soglia della porta, con gli occhi fissi sul telefono, quasi confuso.
«Cosa c’è?» Jimin scattò all’istante, sbirciando il telefono dello hyung e rimanendo abbastanza confuso vedendo un messaggio da parte di Hoseok, nel gruppo di Kakaotalk che avevano tutti insieme.
«Hobi hyung ha mandato solo una faccina che fa l’occhiolino e delle stelline, che significa secondo voi?».
Tutti osservarono Jimin stupiti «Bè, mi sembra ovvio», disse Seokjin, prima di riportare lo sguardo sul telefono, attirato da un’altra notifica.
«E ora perché Yoongi hyung lo ha eliminato dal gruppo?» esclamò allarmato Jimin, guardandosi intorno.
Tutti scoppiarono a ridere, mentre Jimin lì guardava spaesato.
«Abbiamo un altro lieto fine Chim, non preoccuparti», lo avvertì Seokjin contento.
 


Quella sera Namjoon era abbastanza rilassato, era felice per Hoseok e Yoongi e sperava che a quel punto i loro amici sarebbero stati più sereni, anche se probabilmente la pace non sarebbe durata molto, conoscendoli.
In un certo senso questa consapevolezza lo rassicurava, la loro quotidianità gli piaceva, prendersi cura dei suoi amici lo faceva sentire tranquillo e felice.
Lui stava leggendo un libro e Seokjin era seduto al suo fianco al telefono, poi, quando si accorse di avere il suo sguardo addosso, lo ricambiò curioso.
«Nam, è da un po’ che penso ad una cosa.»
Namjoon restò in silenzio, in attesa che continuasse, il suo tono aveva un non so che di agitato.
«Mi piace cucinare, davvero tanto.»
Namjoon annuì «Sì, e sei anche molto bravo».
«Già e io non voglio lavorare tutta la vita con mio padre».
Anche questa volta Namjoon annuì, non capendo bene dove volesse arrivare «Sì, lo immagino, nemmeno io vorrei che tu continuassi per sempre così, il lavoro non ti piace e stare vicino a tuo padre è stressante».
Seokjin sospirò «Sai, ci penso da un po’, ne parlavo con Jungkook giusto l’altro giorno e ho pensato che forse dovrei sbrigarmi a fare qualcosa, sai, non ho tutta la vita e non rimarrò giovane per sempre».
Namjoon iniziò inspiegabilmente a sentirsi agitato, sapeva che era questione di tempo, Seokjin aveva sopportato già tanto accettando di lavorare nell’azienda di famiglia, ma anche se voleva sostenerlo, aveva una strana paura, come se nelle sue nuove scelte, non ci fosse posto per lui.
«Sai, me lo hanno detto in molti e alla fine era una cosa che volevo fare da tempo», disse titubante, «mi piacerebbe aprire un ristorante, tu cosa ne dici?».
Namjoon si sentì d’improvviso sollevato «Sì», esclamò d’impulso, «insomma, ne sarei felicissimo, era il tuo sogno».
Seokjin lo osservò curioso «Eri preoccupato?»
Namjoon ridacchiò «Che ne so, magari volevi partire e viaggiare per il mondo».
Seokjin scoppiò a ridere «Cosa? No, non ti lascio qui e sono troppo vecchio per le avventure di quel tipo», ammise appoggiando la testa alla sua spalla, «però dobbiamo pensarci bene», disse riprendendo serietà, «è una scelta importante e anche se ho risparmiato molto, per un po’ di tempo dovremo stare molto attenti alle spese».
«Non c’è problema», disse convinto Namjoon, «lo sai come la penso riguardo al tuo lavoro, se vuoi aprire un ristorante, io sono con te».
Seokjin si sporse per guardarlo dritto negli occhi «Lo sai che questa scelta potrebbe voler dire lasciare questo appartamento, vero?».
Namjoon ricambiò il suo sguardo e sorrise «Se faremo fatica a mantenerlo allora andremo a vivere in un posto più piccolo, non mi importa, Jin, voglio davvero che pensiamo seriamente a questa cosa» In effetti in passato Namjoon aveva cercato di convincerlo ad aprire un ristorante, ma le loro condizioni economiche erano troppo precarie e Seokjin non avrebbe mai voluto chiedere un prestito al padre. Ora era diverso, avevano un bel po’ di soldi da parte ed era convinto che investirli fosse la cosa migliore.
Seokjin finalmente si rilassò «Grazie».
Namjoon ridacchiò «Non devi ringraziarmi», disse dandogli un buffetto sulla guancia, «Non vedo l’ora di mettermi all’opera, dobbiamo prima di tutto capire che tipo di ristorante vuoi aprire e poi trovare un luogo, io posso aiutarti e magari Taehyung vorrà dare una mano, un lavoro fisso gli sarà sicuramente più comodo di tutti quei lavoretti, come potremmo chiamarlo?».
Seokjin rise, divertito da quanto il suo compagno fosse già emozionato per quella che era solo un’idea.
Poi Namjoon si fece pensieroso «Perché hai iniziato a pensarci solo ora? Non ne parliamo da un sacco di aprire un ristorante».
Seokjin si strinse nelle spalle «Sai ,credo che un po’ sia stato Jungkook a farmici pensare, mi aiuta spesso a cucinare e dice sempre che dovrei aprire un'attività, così mi ha fatto pensare e credo che ora sia il momento giusto per farlo, volevo solo essere sicuro che ti andasse bene».
«Capisco», disse sorridendo Namjoon, «sono davvero contento di questa tua scelta».
Quella sera si addormentò tra le braccia di Seokjin, era felice che avesse preso quella decisione, poi pensò a Jungkook, qualche mese prima era solo un nome senza identità, l'amico di Jimin di Busan e anche se era il più giovane del gruppo, il suo arrivo aveva cambiato tutto. Quella notte si sentì grato nei suoi confronti, quel ragazzino era entrato velocemente nei loro cuori e lui non vedeva l’ora di accoglierlo e proteggerlo, se mai avesse avuto bisogno di loro.
C’erano in atto tanti cambiamenti e un po’ doveva ammettere che si sentiva spaventato, ma loro erano come una famiglia ormai e finché avrebbe avuto il piacere di chiacchierare con i suoi amici, di divertirsi e sostenersi a vicenda, era sicuro che sarebbe andato tutto per il meglio.
Era un nuovo inizio, per lui e per tutti gli altri.
Quella sera il loro appartamento era avvolto nel silenzio e lui non vedeva l’ora di sentire le voci dei suoi amici riempire quelle stanze complici della loro amicizia.
Quella notte si sentì grato nei confronti di tutti, dormì sonni tranquilli, in attesa di essere disturbato l’indomani, da un altro ostacolo che avrebbero superato tutti insieme.
 
 
 
Note dell’autore: Ehi! Salve a tutti, questo è l’ultimo capitolo e credo oche mi mancherà davvero tanto questa storia.
Spero che il finale non vi abbia delusi, quest’ultima parte mi è venuta così, di getto hahaha
Comunque, voglio sinceramente ringraziare tutti quelli che sono arrivati alla fine di questa storia e a chi ha lasciato delle recensioni, l’ho apprezzato davvero tanto.
Scrivere “A casa di amici” è stata la mia prima esperienza per quanto riguarda le fanfiction e devo dire che mi sono divertita tantissimo. È stata una storia davvero leggera da scrivere ma mi ha dato i suoi problemi.
Questa è anche la prima storia che scrivo con questo stile un po’ leggero e da “commedia” quindi per me è stata tutta una novità, spero vi siate divertiti anche voi nel leggerla!
So che forse il finale che ho riservato a Hoseok e Yoongi sembra un po’ frettoloso, ma usciranno degli spin-off, quindi non vi preoccupate, saprete ogni cosa 😉
Grazie ancora a tutti, spero di tornare presto con qualcosa di nuovo!
   
 
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