Videogiochi > Undertale
Ricorda la storia  |       
Autore: Omegasr    27/05/2020    0 recensioni
Ink ed Error sono soli.
Entrambi destinati a vivere un’eternità di nulla, all’interno dell’Anti-Void.
Sono opposti, ma, in un certo senso, due facce della stessa medaglia;
Ma qualcosa, da quando Ink ha perso le sue emozioni, è cambiato.
(Storia ambientata dopo gli avvenimenti di Underverse.
Sono presenti all’interno della storia:
Error!Sans, Ink!Sans, Underswap!Sans, Underswap!Papyrus, Nightmare!Sans, Dream!Sans, Underlust!Sans, Horror!Sans.
Ovviamente Errorink).
Spero che possiate apprezzarla!
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Papyrus, Sans
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Siamo nati nell'anticamera del vuoto.

Creati per essere soli, dove la solitudine è un concetto privo di significato.

La monotonia come nemico silenzioso, sempre pronto a prendere il sopravvento.

È questo il nostro destino, è scritto.

Una vita eterna vissuta a combattere la stessa eternità: creazione e distruzione come semplice intrattenimento, un gioco il cui unico obiettivo è abbattere il silenzio.

Siamo un castello di carte da mantenere in equilibrio perfetto.

Siamo un riecheggiare eterno che sfida il silenzio... senza successo.

 

È difficile accettare il proprio scopo nel mondo, quando sei consapevole di non avere né uno scopo, né un mondo.

Alla fine di tutto la rabbia, il dolore, il profondo senso di ingiustizia e incomprensione, vengono sovrastati dal male più sottovalutato del multiverso:

La noia.

Oh, la noia porta a fare cose incomprensibili, cose che un'anima pura porterebbe pesanti sulle spalle; peccati per i quali non basterebbe una vita passata a scontare la giusta punizione.

Ma la noia soffoca ogni cosa, anche il senso di colpa.

Anzi, quei peccati, quelle azioni tanto orribili, se sconfiggono l'agonia del nulla, diventano fonte inesauribile di divertimento, arrivando a scatenare una sorta di... orgoglio.

Ma non sconfiggono il silenzio.

Il silenzio resta, alla fine di tutto.

Insaziabile, si dirama in ogni realtà, in ogni universo e qui, fra di noi, raggiunge il suo apice. Non puoi sconfiggere il silenzio. Per quanto tu possa provarci, alla fine di tutto, torna sempre.

Ma puoi cercare di ignorarlo.

Per questo io, distruttore di mondi, assassino spietato e demolitore di realtà intere, mi ritrovo a fare zapping fra gli stessi universi che forse un giorno incontreranno la scia di polvere che che mi lascio alle spalle.

Anche gli Dei hanno la loro quotidianità.

L'attività che meglio riusciva a distrarmi dall'apatico mostro sotto al mio letto, era osservare gli universi altrui.

Ve ne erano di qualsiasi forma e tipo:

Scossi da profonda agonia, pacifici, violenti e i miei preferiti, quelli ridicoli.

Il mio tempo nell'anti-void lo passavo quasi unicamente seduto sul mio divano, di un blu sgargiante in contrasto all'infinito bianco che mi circondava, con una finestra aperta su Undernovela, in assoluto il più ridicolo fra gli universi.

Lo odiavo, ovviamente, come odiavo ogni altra realtà, ma... quando ero su quel divano, a guardare le ridicole avventure di Asgoro e la sua compagnia, mi sentivo... meno male.

 

Da un po' di tempo Lui aveva iniziato a condividere quei momenti con me.

Non diceva molto; la prima volta aveva esordito con un semplice: "Ti dispiace se mi unisco a te?" e si era seduto, senza aspettare una risposta.

Erano successe tante cose da allora: c'era stata una guerra, il nostro patto era stato infranto e l'ira distruttiva di più d'un anima dannata si era abbattuta su molti innocenti.

Pensavo che tutto sarebbe cambiato.

Credevo che, senza quel patto, avremmo ricominciato a combatterci.

E così facemmo; ma la noia è più forte dell'odio.

Così, quando non ci scontravamo, capitava spesso che ci ritrovassimo in due su quel divano, senza dire una parola.

Era cambiato da quando gran parte degli universi da lui creati erano andati distrutti. Ne aveva creati altri, ovviamente, ed aveva affrontato la perdita con una calma ed una fermezza disarmanti.

Non provava più nulla e si rifiutava di provare ancora: sapeva quanto avrebbe sofferto se avesse riottenuto le sue emozioni. Così preferiva farne a meno.

 

Si sedette accanto a me, come faceva sempre, senza commentare.

Passò un po' di tempo, difficile dire quanto se ti trovi in un luogo in cui il tempo non è un concetto applicabile alla realtà.

Sentii dei rumori provenire dalla mia sinistra.

Mi girai: aveva in mano i suoi colori. Per molti questo potrebbe non significare nulla, ma io sapevo quanto fossero importanti. Pensavo li avesse buttati. Pensavo che il suo fosse un "no" definitivo ad ogni sentimento, ma non era così.

Non dissi niente: lo guardai per qualche secondo per poi rivolgere la mia attenzione, nuovamente, all'unica mia fonte d'intrattenimento.

Rimase in silenzio ancora qualche secondo.

<< Ci sto pensando, Error >>, disse semplicemente.

Non sapevo esattamente come commentare quell'affermazione.

Non ne avevamo mai parlato, non ne avevamo mai avuto bisogno.

Decisi di prendere la strada più semplice.

<< Pensando a cosa? >>, cercai di mantenere il distacco e la freddezza che mi accompagnano in ogni dialogo.

<< Lo sai >>.

Sì, lo sapevo.

Sapevo che quelle erano le sue emozioni.

Sapevo che smettere di essere una fredda macchina senz'anima, avrebbe comportato grandi cambiamenti. Grandi sofferenze.

Ci misi un po' per rispondere.

<< Non so Ink, a me piaci di più così >>.

Ghignai, aspettando una qualsiasi reazione.

Ma la reazione non arrivò.

Se ne stava semplicemente lì, a fissarmi, con quegli occhi bianchi che riflettevano il vuoto che aveva nell'anima.

Odio ammetterlo, ma mi faceva venire i brividi.

<< Perché dovresti farlo, comunque? >>, chiesi. << Perché tornare a soffrire se puoi evitarlo? >>.

Volse lo sguardo al portale.

Rimase in silenzio per ancora qualche secondo; poi, senza voltarsi, parlò.

<< Tu sei mai stato felice, Error? >>.

Trasalii a quella domanda.

<< C-come? >>, balbettai.

Mi guardò ancora, con quegli occhi vuoti.

<< Hai mai provato... gioia? >>.

Sospirai.

<< Sì. Una volta >>.

Mi aspettavo un "Quando?", o almeno un'espressione sorpresa.

Invece tornò a guardare il portale, senza esprimere nulla.

<< E ti ricordi cosa si prova? >>.

<< Che cazzo di domanda è?! >>.

Non rispose.

<< Sì... sì, lo ricordo >>.

Ci fu qualche altro istante di silenzio.

<< Io no >>.

Non sapevo cosa dire. Mi stava chiedendo di descriverglielo? O si stava giustificando?

<< È per questo che rivuoi le tue emozioni? Perché dubito che proveresti gioia >>, ghignai, pronunciando l'ultima frase.

<< Non all'inizio, no. Ma proverei qualcosa. E poi, col tempo... >>.

<< Stai per caso chiedendo il mio parere, Ink? >>.

<< Sì >>, rispose, senza esitare.

Perché voleva un consiglio? Da me, poi?

Ma non era questa la domanda a cui mi premeva dare una risposta.

Cosa avrei dovuto dirgli?

 

In un secondo, il mio cervello iniziò ad elaborare.

Non avevo mai avuto modo di conoscerlo realmente, quando era ancora in grado di provare emozioni.

Lo avevo combattuto, ma mai conosciuto.

Aveva iniziato ad unirsi a me poco dopo avervi rinunciato.

All'inizio sembrava normale, solo molto tranquillo, ma col tempo... si era svuotato completamente.

Ora, sentendolo parlare, si poteva percepire la profonda assenza con cui doveva convivere.

Mi girai per guardarlo negli occhi.

Quegli occhi vuoti... li odiavo.

Pensavo di odiare lo sguardo entusiasta che aveva ai tempi delle nostre battaglie, ma... quello sguardo...

Mi mancava.

Sì, mi mancava quell'entusiasmo.

 

Sapevo quanto avrebbe sofferto.

Sapevo che sarebbe stato meglio rinunciare a quelle emozioni.

Ma sono Error, l'egoista per eccellenza, l'abominio numero uno.

Quindi...

<< Dovresti farlo, se è ciò che senti >>.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Undertale / Vai alla pagina dell'autore: Omegasr