Crossover
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Autore: rosy03    27/05/2020    3 recensioni
[Crossover: MHA, Naruto, Fairy Tail, One Piece]
• Il Centro è un’organizzazione volta alla difesa della pace e dell’armonia tra gli Universi.
Ma cosa succederebbe se qualcosa andasse storto? Se tra le loro fila vi sia un demone di Abyss che sembra intenzionato ad aprire la Porta che conduce nel suo mondo, liberando così ciò che di più malvagio esiste?
Ivar e i suoi sottoposti non possono nulla contro Artemi, è un demone troppo potente e spietato.
Ma presto arriverà la soluzione: se loro, semplici esseri umani, non possono sperare di sconfiggerlo allora basterà chiedere a chi di umano ha ben poco, giusto?
Combattenti forti nello spirito, ecco di chi il Centro ha bisogno... comincia così un’avventura, una lotta contro il tempo per impedire ad Artemi di aprire quella Porta.
La Porta che si trova su Antilia.
• La storia è attualmente in revisione
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Battaglia dei Mondi'
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La Battaglia dei Mondi

La Porta per Abyss


 
Capitolo 08

Indizi e Colpe
 
 



Quando aveva visto quella colonna di luce e quando aveva sentito il tremendo rumore del fulmine mentre si schiantava a terra, Claudia seppe con certezza di non aver mai visto in vita sua nulla di così... bello. Bello e pericoloso, ovviamente.
Era rimasta a bocca aperta mentre con la mente ripercorreva lo scontro tra Sasuke e Itachi, in quel frangente aveva visto per la prima volta la tecnica del Kirin. Certo, anche Naruto aveva fatto la sua parte, come le era stato poi raccontato... ma la tecnica dell’Uchiha aveva qualcosa di veramente spettacolare.
Il tempo era cambiato repentinamente, aveva cominciato a piovere e in pochi sapevano che era sostanzialmente colpa di Sasuke ma a nessuno importava. In realtà, il problema era tutt’altro.
Il giorno dopo Claudia si svegliò che aveva la schiena dolorante e un cerchio alla testa.
Si era addormentata sulla sedia accanto al letto di Amanda. La stanza ospitava anche Hinata Hyuuga e Isuke, quest’ultimo aveva ronfato tutto il tempo e non si era svegliato neanche per la colazione.
Si disse, Claudia, che doveva essere molto stanco. Amanda aveva semplicemente ribadito quanto fosse stupido rilassarsi in quella maniera quando avrebbero potuto subire un altro attacco, ma in cuor suo sapeva che agitarsi non serviva a niente.
Aveva scaricato un po’ di tensione quando Bakugou e Midoriya erano fatti vivi per un saluto.
Si erano messi a litigate, lei e il biondo, mentre Izuku cercava di scusarsi a nome del suo compagno di scuola: dopotutto si trovavano in un ospedale.
Claudia era quella che, almeno questa volta, aveva subito meno danni. In un modo o nell’altro i ninja medici (Sakura in primis) riuscirono a mettere a posto il braccio di Midoriya. Gli aveva ordinato il riposo assoluto, ovviamente, perché non si trattava di una slogatura normale la sua.
Neanche a ero stato visto allenarsi in gran segreto assieme a Naruto. Sakura li aveva pestati a dovere (entrambi) e aveva ordinato loro di non lasciare la stanza d’ospedale.
– Quando potremo ripartire? – chiese Isuke, una volta risvegliatosi.
L’Haruno gli lanciò un’occhiata di sbieco – Aspetterete che Amanda si riprenda. Ci vorranno alcuni giorni –
Gli agenti del Centro sgranarono gli occhi.
– Che cosa?! Non possiamo aspettare così tanto! – esclamò la bruna alzando improvvisamente il busto. Tale movimento, però, le fece gemere di dolore e dovette rimettersi stesa.
Sakura alzò un sopracciglio – Ironico che lo dica proprio tu che hai avuto due costole incrinate, pericolosamente vicino dal romperle –
Claudia non seppe cosa dire. Non c’era niente che potesse dire, in effetti.
Capiva il punto di vista di Isuke e Amanda, ma aveva ragione Sakura. Non potevano rischiare di sentirsi male nel mezzo del loro viaggio.
– Non possiamo rimanere qui. E se ci attaccassero di nuovo? –
– Saremo pronti anche per questo – rispose rapidamente la kunoichi con un sorriso.
A quel punto Katsuki spalancò la porta ed entrò.
Claudia lo osservò camminare diretto verso una sedia libera, accanto alla finestra. Senza dire neanche una parola si sedette. Era quasi del tutto sicura che fosse uscito ad allenarsi, lui poteva permetterselo.
Non aveva certamente qualche osso rotto come il suo compagno di classe.
– Ad ogni modo – continuò a dire Sakura – Dov’è Sasuke? –
Naruto, semi disteso sull’unico letto libero, si voltò a guardarla – È in giro. Ha detto che andava a controllare una cosa –
Claudia vide l’Haruno sospirare e non poté che intenerirsi di fronte a tale scena.
Poverina, lo sta aspettando da una vita e ora che è al villaggio non si fa neanche vedere..., pensò.
– Come mai quella faccia abbattuta? – chiese Amanda, accortasi del suo cambiamento d’umore.
Sakura alzò le spalle e fece finta di niente.
Il suo tentativo, però, fu reso vano da Naruto che spiegò in breve la situazione – È soltanto triste perché non vede il Teme da un sacco di tempo –
Ovviamente, come da prassi, il pugno sui denti non tardò ad arrivare e Midoriya corse a controllare se il povero shinobi stesse bene.
Dopo uno schianto del genere, dubito che stia bene, pensò stranito Isuke.
– Pensa agli affari tuoi, Testa Quadra! –
– S-Scusa... –
Hinata si lasciò scappare un risolino, al che Naruto si rimise in piedi in un nanosecondo.
Il biondo non aveva certamente dimenticato quel che Toshiaki Otsutsuki le aveva fatto. Come poteva? Sakura aveva provveduto a bendare la parte lesionata del viso e per chissà quanto tempo avrebbe dovuto rimanere in ospedale.
Senza poter utilizzare il Byakugan al massimo della potenza, con un occhio in meno.
Divenuto serio in un attimo, Naruto si rivolse proprio alla mora – Hinata, ti prometto che sconfiggerò Toshiaki e ti riporterò quello che ti ha rubato –
Lei arrossì leggermente e distolse lo sguardo, al che Sakura sorrise. Allora la bruna lanciò un’occhiata alla Colonna che annuì, Hinata era sempre stata innamorata cotta di Naruto e la cosa non era sfuggita a nessuno dei quattro nuovi arrivati.
La porta si aprì nuovamente, questa volta lentamente svelando poi la presenza di Shikamaru Nara, il genio del Villaggio della Foglia. Claudia non poté credere ai suoi occhi, era praticamente uno dei suoi personaggi preferiti!
– Ehilà – disse il ninja, l’espressione di chi aveva dormito veramente poco stampata in volto.
Alle sue spalle apparve una testa bionda e a Claudia per poco non venne un colpo.
Temari della Sabbia... che emozione!, pensò estasiata.
Naruto alzò un sopracciglio, stranito, al che lei gli spiegò subito il motivo della sua presenza lì.
Ovviamente gli agenti del Centro non avevano la benché minima idea di chi fossero quei due, l’unica cosa certa era che il coprifronte indossato dalla kunoichi era diverso rispetto a quello degli altri.
– Novità? Ino è riuscita a trovare qualcosa? – chiese allora Sakura, mentre richiudeva la cartella clinica di Amanda.
Shikamaru sospirò – Sì, qualcosa c’era ma abbiamo dovuto chiamare Sasuke. La sua mente era protetta da un sigillo. Solo lui può romperlo e guardarci dentro –
– È per questo che siamo qui. Lo aspetteremo per il verdetto – terminò Temari.
Izuku riuscì a seguire il discorso fino a un certo punto, poi chiedere dei chiarimenti – Di che state parlando? –
Fu il Nara a rispondergli con un’alzata di spalle – Dei tre ninja che avete sconfitto, soltanto uno è ancora ‘vivo’, anche se ancora per poco. Il meccanismo che lo tiene in vita si sta rompendo e prima che muoia stiamo cercando di raccogliere informazioni che, sono sicuro, possono aiutarvi nella vostra missione –
– Senza contare che possono aiutare anche noi. Per lo meno saremo preparati quando altri esseri umani artificiali come loro si presenteranno – disse Sakura.
Bakugou si limitò a fissare il tipo con la coda senza dire niente.
Era ovvio di quale dei tre stavano parlando... Shitai, quello coi capelli scuri e la pelle ambrata. Quello veloce che aveva dato del filo da torcere a Deku.
– Purtroppo non potremo capire perché quella ragazza fosse in possesso dello Sharingan, Otsutsuki le ha dato fuoco proprio per questo – concluse mestamente il ninja medico.
Claudia sapeva bene perché l’avesse fatto.
Non ricordava esattamente quando ma era stato spiegato che, per evitare che il nemico mettesse le mani sui corpi dei propri compagni un ninja era chiamato a distruggerli.
Un leggero bussare la fece balzare sulla sedia, era stata troppo immersa nei propri pensieri.
– Oh, Teme! Ti stavamo aspettando! – esclamò Naruto, ancora in piedi di fronte a Hinata.
Claudia registrò un leggero arrossamento sulle guance di Sakura ma non disse nulla, dopotutto anche la kunoichi fece finta di niente e tornò ad avere un’espressione seria.
Quella stanza d’ospedale ospitava in quel momento ben undici persone e l’atmosfera si era fatta più pesante nel momento esatto in cui l’Uchiha aveva messo piede lì dentro. Shikamaru allora si rivolse a lui chiedendo se ci fossero novità.
Sasuke annuì e lasciò scorrere l’occhio sui due agenti feriti, poi su Bakugou e Midoriya (quest’ultimo in piedi accanto alla Colonna) e infine su Claudia stessa ma quando parlò era chiaro che stava rispondendo allo shinobi con la coda – Ho già parlato con Kakashi-sensei ma ci sono ancora delle cose poco chiare –
Dopodiché attivo lo Sharingan.

---

– Dove siamo? –
La domanda sfuggì dalle labbra schiuse di Amanda, non trovandosi più sul letto. Midoriya spalancò gli occhi quando i contorni della stanza si dissolsero in una strana nebbia, subito dopo si materializzò attorno a loro un luogo sconosciuto.
Il pavimento era di marmo bianco e il soffitto, mantenuto da molteplici e scanalati pilastri che circondavano lo spiazzo circolare, era affrescato.

– Questo è...? – fece per dire Claudia ma venne interrotta dalle parole dell’Uchiha.
Sasuke annuì
– È la mente di Shitai, qui ci sono i suoi ricordi. Osservate –
Il potere dello Sharingan è straordinario, si ritrovò a pensare.
A un certo punto si udirono delle voci. Isuke sobbalzò quando vide i tre ninja che avevano da poco sconfitto camminare a pochi metri da loro ma fu Shikamaru a tranquillizzarlo.
In quel momento erano invisibili perché quelle erano soltanto delle memorie
.
– Cosa ne pensate? – chiese Akame, rivolta ai suoi due compagni.
Claudia e gli altri aguzzarono le orecchie per cercare di carpire quante più informazioni possibili.
A prendere parola fu Tao – Di quel tipo? Ha una strana espressione –
– Però è un gran figo – fece la ragazza ridacchiando, al che l’altro sospirò.
Shitai rimase in silenzio per tutto il tempo, quasi ignorò il commento di Akame e continuò a camminare guardando dritto davanti a sé. Eppure c’era qualcosa nei suoi occhi, Claudia ne era convinta.
Non soltanto lei, per la verità. Naruto stesso aveva captato qualcosa.
A quel punto comparve una quarta figura, Amanda rabbrividì sul posto mentre la kunoichi dai lunghi capelli viola sorrise – Oh, padron Toshiaki –
L’alieno era esattamente come l’avevano visto quella notte. L’unica differenza era che con la luce proveniente dei cristalli che abbellivano il luogo misterioso, divenne più facile osservarlo.
– Vi siete accordato con Artemi? – chiese allora Shitai.
Al semplice suono di quel nome gli agenti del Centro persero un battito e non solo loro.

– Allora è vero, sono alleati – sibilò grave Isuke.
L’Otsutsuki annuì – La priorità è recuperare la
Colonna che sostiene la Via – spiegò – Al momento dovreste avere abbastanza chakra da riuscire a portare a termine la missione senza problemi –
– Non si preoccupi, padron Toshiaki –
Allora l’alieno si rivolse principalmente a lei, assumendo un’espressione parecchio seria – Non ti montare troppo la testa, Akame. Il tuo Sharingan è soltanto un’imitazione. Non pensare di poterlo attivare quando e come vuoi – disse duramente.
Lei corrucciò leggermente la fronte ma qualsiasi sua obiezione venne fermata sul nascere da Toshiaki stesso, che continuò a parlare – È incompleto e precario. Non corri il rischio di perdere la vista ma è già un miracolo che quell’Uchiha non ti abbia uccisa quella volta –
Abbassò gli occhi, la kunoichi, al che Tao le lanciò un’occhiata preoccupata.
– Non si preoccupi, padron Toshiaki. Ce la caveremo senz’altro – asserì Shitai, prendendo la parola.
Otsutsuki annuì e fece per andarsene ma prima di poterlo fare si fermò – Ricordatevi che non dovete ucciderla altrimenti sarà tutto inutile – detto ciò, sparì.
Claudia non poté credere ai suoi occhi. Non volevano più ucciderla? Sul serio?

– A quanto pare l’obiettivo del nemico è cambiato – disse Shikamaru, analizzando bene le parole di Toshiaki – Ma non sono sicuro che tu sia effettivamente fuori pericolo. Hanno comunque cercato di rapirti. Con ogni probabilità ci dev’essere un motivo per il quale non possono ucciderti adesso
– Ma quale potrebbe essere? – chiese allora Amanda.
Il Nara sospirò – Non ne ho idea... forse hanno un ordine cronologico secondo cui agire – provò ad azzardare.
– Sappiamo quindi che la tua morte non è un’opzione valida per il momento. Dovresti esserne sollevata – disse Temari con un lieve sorriso d’incoraggiamento.
Claudia annuì. Eccome se ne era sollevata. Per lo meno non volevano ucciderla.

Ma chissà cosa mi faranno se riuscissero nel loro intento..., pensò rabbrividendo.
– Dannazione! –
Il grido di frustrazione di Akame interruppe il loro discorso. La ragazza strinse i pugni lungo i fianchi e aggrottò le sopracciglia, visibilmente irritata.
Tao sospirò – Dai, calmati –
– Come posso calmarmi?! Hai sentito cos’ha detto, no? Io sono... sono solo un esperimento mal riuscito per lui! – esclamò senza preoccuparsi che l’Otsutsuki potesse sentirla
– Dannato Sharingan e dannato Uchiha! Gliela farò vedere io la prossima volta! –
– Sarebbe meglio non sfidare la sorte, Akame – la interruppe Shitai – Non sei nelle condizioni di poterlo battere. Per la verità, sarebbe meglio se tu ti concentrassi sulla Colonna e basta –
Tao aprì la bocca per controbattere ma alla fine rimase in silenzio.
La kunoichi lo guardò stranita – Cosa? Pensi anche tu che io sia la più debole tra voi? –
– Dico soltanto che il tuo Sharingan non è neanche lontanamente paragonabile a quello di Sasuke Uchiha – asserì – Adesso basta parlarne, andiamo –
Akame si mostrò terribilmente offesa.
Non si aspettava una tale mancanza di fiducia da parte sua – Sei insopportabile – gli abbaiò contro e subito dopo svanì in una nuvola di fumo.
Tao lanciò una breve occhiata al compagno – Non ti pare di aver esagerato? –
Claudia trattenne il fiato quando notò l’ombra di un triste sorriso sulle sue labbra. Shitai stava soffrendo in quel momento.
Possibile che un essere umano artificiale potesse provare sentimenti simili?

Possibile che lui sia..., ma i suoi pensieri furono interrotti da un nuovo cambio di scena.
Il luogo scomparve così come era scomparsa la stanza d’ospedale. In uno sbuffo.
Poco dopo il gruppo si ritrovò immerso nel buio.

– Che posto è questo? Perché non si vede niente? – chiese il biondo shinobi, guardandosi attorno ma vedendo sempre e solo il nero.
Ci pensò Sasuke a spiegare il perché
– È a causa del sigillo mentale che ho trovato nella testa di quel ninja. Possiamo solo ascoltare ma non tutto è comprensibile, per cui fate attenzione –
A quelle parole, aguzzarono nuovamente le orecchie.
Dopo diversi minuti di silenzio in cui Naruto stava quasi per perdere la pazienza, ecco che la voce di Shitai risuonò nel vuoto – Quindi sarebbe questo il piano di Artemi? –
Seguì uno strano fruscio, poi Toshiaki rispose – Esatto –

E che cos’è la Porta?
Isuke corrucciò la fronte, le parole dell’alieno non erano minimamente comprensibili.
Poi parlò nuovamente Shitai, questa volta con una nota amara nella voce
Mostri? Ci sono davvero dei mostri lì dentro?
– Non ci sto capendo niente –
Sakura lo zittì con un’occhiataccia e allora Naruto incassò la testa nelle spalle.
Questa volta la voce di Toshiaki risuonarono forti e chiare: – La potenza di alcuni di loro potrebbe superare quella dei nove cercoteri.
I ninja, meno Sasuke, sobbalzarono.
Più potenti dei cercoteri? Più potenti di Kurama? Quella notizia era la più sconvolgente che avevano appreso negli ultimi dieci minuti.
SI trattava di una supposizione di quel tizio ma loro non avevano neanche le prove per smentirla, quell’assurda e pericolosa ipotesi. Se davvero c’erano dei ‘mostri’ in grado di fare peggio dei cercoteri, la situazione non era semplice.
Per niente.
– E dove si trova questa Porta? – chiese Shitai.
Interi minuti di silenzio e strani rumori seguirono quella domanda, alla fine a rispondere non fu affatto Toshiaki ma qualcun altro.
Qualcuno che Isuke, Amanda, Claudia e i due studenti della U.A. conoscevano.
– Sull’isola di Antilia –

È... Artemi?!, pensò terrorizzata.

---

Era passato un giorno e Isuke era già in piedi.
Faceva spesso visita alla sua amica in attesa che si rimettesse in sesto anche lei, così da poter partire e lasciare Konoha. Cercavano di nasconderlo ma erano ansiosi.
Avevano paura che quel tipo, Toshiaki, potesse tornare e radere al suolo il villaggio. Non avrebbero potuto sopportare il senso di colpa sapendo di essere la causa di quegli attacchi.
Claudia aveva deciso di non pensarci, per il momento.
Era sempre insieme a Naruto, qualsiasi cosa facesse c’era il biondo con lei. Aveva ricevuto l’ordine di non lasciarla mai da sola e così stava facendo.
Ma la vera preoccupazione di quei ninja non era un nuovo eventuale attacco da parte di Otsutsuki. No. Ma la forza rilasciata dalle esplosioni di quel tale, Katsuki Bakugou, che stava letteralmente radendo al suolo il campo di allenamento numero sette.
Kakashi aveva sospirato e Shikamaru aveva alzato gli occhi al cielo.
– Si stanno dando parecchio da fare – asserì Naruto, con un sorriso stampato in volto.
Claudia annuì e spostò l’attenzione sul luogo da cui proveniva quel grande fracasso, quasi riusciva a vederli, Bakugou e Midoriya, mentre erano intenti ad allenarsi.
– Hanno entrambi un obiettivo da raggiungere – cominciò a dire – Un po’ come te, no? –
Naruto sorrise – Sai un sacco di cose. Com’è possibile? –
– Non lo so neanche io, credimi. Piuttosto, ti ringrazio per aver accettato di venire con noi –
Sinceramente aveva paura che qualcuno fosse contrario alla cosa.
Ma ora che avevano come nemico un Otsutsuki, Claudia aveva tirato un sospiro di sollievo quando il biondo aveva detto che sì, li avrebbe aiutati a sconfiggere Artemi e tutti i suoi alleati.
Provava a non pensarci ma aveva paura.
La notte poteva ancora vederli, quegli occhi. Di un verde glaciale, come quelli di uno spettro.
Il suo flusso di pensieri venne però interrotto dall’ennesima esplosione. Claudia sperava davvero che la gente non si spaventasse troppo udendo tutto quel baccano.
Naruto portò una mano tra i capelli – Che ne dici di andare a vedere se sono ancora vivi? –
Lei annuì. Più che altro aveva il dubbio che fosse Midoriya quello seriamente in pericolo.
Attraversarono il villaggio, vennero fermati un paio di volte dalle ammiratrici dello shinobi e in venti minuti arrivarono a destinazione. Il campo di allenamento numero sette era quasi del tutto irriconoscibile.
Bakugou era seduto al suo centro con indosso soltanto una canotta e stava bevendo.
– Ehi, cosa diamine avete combinato? – fece Naruto, scioccato.
Izuku spuntò al loro fianco con un’espressione mortificata – Scusate, ci stavamo allenando –
Solo allora il biondo si accorse di loro e si voltò a guardarli. Digrignò i denti non appena i suoi occhi cremisi si posarono sulla figura dello shinobi.
Era forte, cavolo. Fortissimo. Aveva percepito un’energia spaventosa quando era stato avvolto da quella specie di fiamme arancioni e lo stesso valeva per il suo compagno.
Si alzò da terra e ignorando i muscoli indolenziti per lo sforzo, si avviò verso di loro.
Era incazzato, certo, perché in confronto a quel tipo era debole. Ma al momento aveva altre grane a cui pensare, prima di tutto... – Quattrocchi! – abbaiò, una volta dinanzi a lei quest’ultima sussultò – Non ci hai ancora spiegato come conosci il segreto del One For All
Midoriya annuì, più che altro anche lui voleva sapere.
Allora Claudia sospirò, prima o poi doveva dirglielo. Aveva fatto lei il casino e lei avrebbe dovuto risolverlo.
Spiegò loro l’esistenza di un manga intitolato My Hero Academia, sorvolando su chi dei due fosse il protagonista (Bakugou non l’avrebbe presa bene) e del fatto che, in maniera del tutto casuale, le vicende narrate rispecchiavano quella che per loro era la realtà – Ma com’è possibile?! – esclamò a un certo punto Izuku – Q-Questo vuol dire che tu sai... tutto-tutto? –
Claudia alzò un sopracciglio – Dipende cosa intendi con ‘tutto’ –
– Quindi già conoscevi All Might, i professori e tutti gli altri? – sibilò l’altro.
Per un attimo ebbe paura di annuire, ma poi si fece coraggio.
– Però! Che mondo divertente il vostro! – esclamò a un certo punto Naruto – E così quello che riuscite a fare deriva dai cosiddetti Quirk, eh? Che forza! –
La Colonna sorrise a tanto entusiasmo.
– Già, ma io non riesco ancora a controllare bene il mio potere – disse Midoriya, con un sorriso amaro. In un momento come quello, in effetti, poteva essere controproducente non riuscire a combattere come avrebbe voluto.
E ne soffriva, Izuku.
Naruto sembrò notare il suo turbamento e decise allora di intervenire – Sai, io avevo più o meno il tuo stesso problema – disse, attirando l’attenzione dei due apprendisti eroi – All’inizio non ero in buoni rapporti con Kurama, ragion per cui spesso mi capitava di perdere il controllo. Del tipo... che finivo per attaccare i miei amici oltre che i miei nemici –
Non sembrava, ma ripensare a quei momenti gli faceva ancora male.
Ricordava ancora perfettamente quando aveva ferito Sakura al braccio, era stato terribile. Era lui la causa del suo dolore e non riusciva a darsi pace.
Midoriya annuì gravemente.
Da quel punto di vista, forse, Naruto aveva sofferto molto più di lui. Si sentiva quasi in colpa.
– Ma adesso io e Kurama siamo diventati amici. Ed entrambi vogliamo proteggere il villaggio e la pace del mondo ninja – concluse con un mega sorriso.
Magari avesse saputo come risolvere il problema di Izuku, Claudia non avrebbe perso neanche un secondo e gliel’avrebbe detto. Le dispiaceva davvero molto vederlo così abbattuto.
– Bene! Torno ad allenarmi! – esclamò all’improvviso Midoriya.
– Ma sei già guarito? – chiese la Colonna, indicandogli il braccio ancora fasciato.
Izuku annuì – Sakura ha voluto lasciare la fasciatura ma è tutto apposto, le sue abilità mediche sono incredibili! –
Claudia avrebbe dovuto saperlo: lo studente della U.A. aveva preso in simpatia i ninja che avevano dimostrato capacità ai limiti del possibile. Cominciò a elogiare l’Haruno, passando poi a complimentarsi per il grandioso combattimento contro l’alieno vestito di bianco.
– Il team 7 ha già avuto modo di scontrarsi con un Otsutsuki! – esclamò lei – Hanno lottato contro niente di meno che Kaguya! –
Bakugou sbuffò un mezzo insulto rivolto a quei due che avevano cominciato a parlottare di cose più o meno rilevanti, al che Naruto ridacchiò imbarazzato dalle lusinghe ricevute.
Dopodiché se ne andò.

---

Si stranì quando Ivar non rispose alla chiamata.
Amanda non poteva fare altro se non pensare, pensare e pensare. Era costretta su un letto di ospedale, era stanca di non fare nulla e di sentire dolore ogni volta che alzava il busto.
Sakura le aveva assicurato che a breve sarebbe stato tutto finito.
Ma l’attesa era snervante.
– Come ti senti oggi? –
Quella era la terza volta che si faceva vivo in meno di sei ore. Isuke si sedette sulla sedia vicino al letto, le aveva portato un po’ di frutta.
La bruna alzò di poco le spalle – Non c’è male. Tu? Le ferite non ti danno fastidio? –
– No. Sakura ha fatto un ottimo lavoro –
Amanda annuì, per poi aggiungere – Ho provato a chiamare Ivar. Dobbiamo scoprire cos’è Abyss ed evitare che Artemi ci metta le mani sopra –
Lui non poteva essere più d’accordo.
Dopotutto aveva perso un sacco di tempo a cercare informazioni, aveva chiesto a Shikamaru se al villaggio esistesse qualcosa con quel nome. Niente. Un buco nell’acqua.
– Ehi – cominciò a dire lei – Cosa faremo quando... ci troveremo davanti Artemi? Cioè... –
Dobbiamo davvero ucciderlo?, era questo che avrebbe voluto chiedergli.
Non sembrava ma ci pensava costantemente. Lei non voleva uccidere qualcuno che fino a pochi mesi prima era il suo punto d’appoggio, il modello da imitare.
Non era pronta a farlo. Per niente.
– Avevamo detto niente sentimentalismi –
Amanda strinse il lenzuolo tra le dita pallide e abbassò lo sguardo.
– Avevamo detto niente distrazioni –
– Sì, ma- –
Isuke la interruppe – Artemi e Ayan erano anche miei amici – disse con tono grave – Lo erano anche Sei, Balder, Sayoko, Raine e tutti gli altri. Ma non ci sono, Amy. Non ci sono e noi dobbiamo salvaguardare l’Equilibrio. Non dobbiamo avere riserve –
Ma lui ne aveva, eccome se ne aveva.
Aveva paura, una fottuta paura di non riuscire nel suo compito. Ma a quel punto a pagare sarebbero stati degli innocenti, non poteva permettere ad Artemi di vincere.
Non questa volta.
Aveva già mandato all’altro mondo tanti agenti del Centro.
Lei annuì soltanto, dopodiché mandò un messaggio a Ivar.

---

Camminò lungo le strade secondarie del villaggio, sperando di essere lasciato in pace.
Camminò da solo per dei minuti interminabili, fino a che non si rese conto del posto in cui era andato a finire: il cimitero. Individuò una donna dai lunghi capelli neri, era in piedi dinanzi a una lapide e in sua compagnia vi era una bambina molto simile a lei.
– È la prima volta che uccidi – sentì dire da una voce alle sue spalle.
Bakugou non si voltò neanche, l’aveva riconosciuto. Era quel ninja senza un braccio, lo spadaccino.
E la sua non era affatto una domanda, come poteva? Gli si leggeva in faccia che fosse ancora sconvolto per la questione.
– Qui da voi è normale? – chiese, le mani affondate nelle tasche della tuta.
Il respiro si era fatto pesante, rabbioso; si voltò.
Sasuke aveva quel suo tipico cipiglio freddo. Quei due non potevano essere più diversi ma, al tempo stesso, erano così simili... per lo meno, si era reso conto l’Uchiha, quel biondino gli ricordava qualcuno di spiacevole. Qualcuno a cui Naruto aveva rifilato tante di quelle botte da stordirlo.
C’era rabbia e confusione nel suo sguardo.
Non sapeva se sarebbe stato in grado di aiutarlo, non lui.
Lui che non era in grado neanche di guardare in faccia una donna che l’aveva aspettato dopo tutto il casino che era stato capace di combinare.
– Il lavoro di un ninja è proteggere il villaggio – spiegò atono – E pur di farlo, siamo pronti perfino a uccidere. È una cosa che va avanti da secoli... –
La razionalità di Bakugou gli impediva di accettare una cosa del genere.
Era un eroe, dannazione, avrebbe dovuto salvare la gente non ammazzarla: sebbene alcuni individui potessero risultare decisamente ostici e altri quasi sembravano spingerlo all’omicidio... non avrebbe mai ucciso nessuno.
Neanche Deku (forse).
– Ci sono momenti in cui un ninja deve prendere decisioni dolorose – continuò a dire.
A quel punto Katsuki si innervosì – Ma io non sono un fottuto ninja! –
Questo è vero, pensò.
Non gli sembrava giusto che dei ragazzini che non centravano nulla, che non erano stato addestrati per quello dovessero soffrire a quel modo.
L’omicidio non è qualcosa che si supera facilmente, soprattutto se non si è preparati.
– Kacchan –
Bakugou si voltò stizzito verso il suo compagno di classe, giunto sin lì principalmente perché aveva bisogno di parlare con qualcuno. Aveva la faccia di chi si sentiva in colpa.
Di chi non aveva considerato le conseguenze.
Deglutì prima di parlare: – Shitai è appena morto – e fu con tali parole che il mondo crollò.
Midoriya, colui che in vita sua non aveva mai fatto del male neanche a una mosca, era appena diventato un assassino. La consapevolezza di ciò lo faceva sentire un essere orribile.
Proprio come lui.
Era stata Claudia a informarlo della cosa, di ritorno dall’ospedale.
Non aveva neanche notato le fasciature e il grande ematoma che svettava sulla sua guancia sinistra, era andato completamente in trance.
– Capisco il vostro stato d’animo ma dovreste rimettervi in piedi e alla svelta. Il tipo contro cui combatterete non si farà certamente scrupoli, vorrà eliminarvi dalla faccia della terra –
Izuku annuì ma continuò a tenere lo sguardo basso.
– Lo so, ma- –
Sasuke lo interruppe: – Non siete dei ninja, è vero, ma la situazione richiede forza di volontà –
Quelle parole risuonarono fortemente nella loro testa.
– In che razza di mondo di merda siamo capitati?! – ruggì Bakugou, calciando una grossa pietra.
Midoriya sobbalzò a causa del fracasso.
Guardò gli occhi fiammeggianti dell’amico e per un attimo ci si rivide riflesso dentro. In un certo qual modo stavano provando la stessa cosa.
L’unica differenza era che Katsuki sembrava più arrabbiato che altro, lui invece non riusciva a non pensare che, forse, avrebbe potuto evitarlo. Claudia gli aveva riferito che anche senza il suo intervento, Shitai sarebbe andato verso una fine certa nel giro di qualche mese.
Sakura aveva studiato i loro corpi e non erano certamente perfetti come sembravano.
Ma anche così, Izuku non riusciva a non togliersi dalla testa lo sguardo di quel ragazzo. Era così vero e vivo, non gli importava che fosse una creatura artificiale.
Sasuke sospirò.
Prima o poi l’avrebbero capito.




 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

# Ciao!! ^^
Come va? Spero bene!


Innanzitutto perdonate l’attesa, ma alla fine eccomi con il nuovo capitolo!
Questa volta niente battaglie, semplicemente un capitolo di passaggio ma molto, molto importante: finalmente anche i nostri sanno qual è l’obbiettivo di Artemi, anche se non è ancora tutto chiaro.


In attesa che Amanda si rimetta in sesto, gli altri trovano come passare il tempo.
Claudia è sempre sotto gli occhi di qualcuno e sempre protetta ^^ mentre Bakugou e Midoriya, beh, sono un po’ giù per ciò che successo.

Con questo capitolo possiamo dire definitivamente addio al trio di ninja nemici.
Già mi mancano T.T vabbè, nel prossimo capitolo: si cambia universo!


IMPORTANTE! > in realtà non è sicuro ma potrebbe capitare che l’aggiornamento diventi un filino più irregolare, ho mille cose da fare e il periodo giugno-luglio non sarà una passeggiata (con l’università e tutto il resto) ragion per cui perdonatemi se dovessi mancare un appuntamento!
Cercherò di evitarlo, ma mi sono sentita in dovere di avvisarvi ^^


Alla prossima!

rosy
  
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