La donna dalla carnagione scura osserva colei che, in quegli anni, è diventata la sua più grande amica: l'ha accolta e curata quando, assieme al suo bimbo allora neonato giunse da un paese straniero. La Grecia, se non erra. Le fu riferito che la ragazza era in pericolo e la donna, grazie al suo buon cuore accettò di buon grado di offrirle ospitalità ed aiuto. Nonostante le loro condizioni non esattamente prosperose infatti, sia lei che il marito accettarono di buon grado di ospitare quella ragazza ed il suo piccolo: non avrebbe mai potuto lasciarli in mezzo alla strada. Sono passati quasi nove anni da allora ma, improvvisamente e senza un'apparente ragione la sua amica ha deciso di ritornare nella terra d'origine pur consapevole che, quasi sicuramente, i pericoli di nove anni prima non sono stati debellati. La donna un pò più adulta si avvicina, ponendo poi una mano sulla spalla della più giovane e mantenendo quello sguardo preoccupato. " Chantrea... ". La chiama. L'altra si sente chiamare e non può fare a meno di sorridere: nonostante non sia quello vero pensa, questo è il nome con cui l'amica e la sua famiglia la chiamano da oramai nove anni. Hanno infatti voluto dare a lei ed al figlio i nomi tipici della loro terra, così da renderli meno riconoscibili e, cosa più importante per farli sentire parte di essa e della loro famiglia. La ragazza si volta verso l'altra con un lieve sorriso, per poi prendere parola.

" Vannabelle, sei tu ". Risponde. L'altra donna annuisce per poi riprendere il proprio discorso di li a poco.

" Ti prego, ripensaci: non andare in Grecia ". Prova a convincerla la donna di colore. L'altra donna, che si rivela essere Tea, la guarda con affetto.

" Vannabelle, amica mia: ti sarò sempre grata per ciò che hai fatto per me. Tu e la tua famiglia siete amici cari e preziosi e ti giuro che io e mio figlio torneremo quanto prima a trovarvi. Ma ora, per me e per lui è tempo di tornare in Grecia, lo capisci? ". Le chiede in tono gentile. L'altra scuote energicamente il capo: certo non è sciocca, capisce il punto di vista di Chantrea, tuttavia la sua preoccupazione è ancor più forte. 

" Ma tu ed Arun sarete in pericolo di vita, se ora tornate ad Athene! Io non voglio che il piccolo luce del sole si faccia del male, non voglio che tu e lui siate in pericolo quando non ce n'è alcuna ragione ". Tea si commuove: Vannabelle vuole davvero bene a lei e soprattutto a Shura, che lei ed il marito hanno deciso di chiamare " Arun ", ossia " Luce del Sole ". La ragazza la abbraccia affettuosamente mentre la donna ricambia subito il gesto.  

" Ti prometto che, finito tutto questo io e Shura... ". Ma l'altra la interrompe subito. 

" Arun! ". Fa, mentre Tea sorride dolcemente: anche in quel momento l'amica è preoccupata che, al solo pronunciare il vero nome del figlio, sia lei che il bambino potrebbero essere in pericolo. 

" ... ti prometto che io ed Arun torneremo il prima possibile, qui a Phon Penh a trovare te e la tua famiglia. Quindi non ti rattristare, ok? ". Chiede mentre l'altra asciuga goffamente le lacrime. 

" Prometti? E prometti soprattutto, che starai attenta che al piccolo Arun non accada nulla di brutto? ". Chiede. Tea annuisce, sorridendo all'amica con gratitudine. 

" Ma certamente, te lo prometto ". Fa semplicemente, in seguito le due amiche si abbracciano nuovamente, grate che il destino le abbia messe l'una sul cammino dell'altra. 

Spero vi piacerà questa flashfiction: per conoscere meglio i miei OC, nominati in questa storia, vi suggerisco di leggere le mie fanfiction " il figlio di Hades ", " the awakening " e " la via che conduce in Cielo ". In questa one shot, viene descritto il momento in cui Tea decide di partire dalla Cambogia, dove ha potuto crescere il suo piccolo Shura circondandolo di amore ed affetto, e recarsi nuovamente in Grecia per una ragione al momento ignota.