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Autore: MissOphelia    28/05/2020    0 recensioni
[AN HARRY POTTER SPIN-OFF]
Tutto cambia, niente muore.
«Di fronte al vero amore dobbiamo essere nudi, cioč sinceri ed autentici, pronti a donarci interamente, affinchč riesca ad emergere la parte migliore di noi.» fece una breve pausa, avvicinandosi ad Helen e fissandola dritta negli occhi.
«Al tempo stesso la decisione di abbandonarci all'Amore richiede sempre una scelta da parte nostra, la scelta di non cedere alla paura, ma seguire ció che il nostro cuore realmente desidera. Dunque, solo attraverso una scelta coraggiosa, giunge la possibilitą dell'Unione».
Genere: Fantasy, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlie Weasley, Famiglia Weasley, Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Helen non riusciva a comprendere perché i giorni estivi trascorressero cosģ velocemente. Le vacanze non erano mai abbastanza per recuperare.
Si trattava di una legge non scritta per cui il tempo in estate, a differenza di quello durante il periodo scolastico, volasse, letteralmente.
Quella mattina, mentre stavano facevano colazione, un gufo planó dalla finestra. Non era uno dei soliti, le sembró sconosciuto, ma non al fratello, il quale si issó improvvisamente in piedi e ancora prima di inghiottire il boccone che ancora masticava, si diresse verso il pennuto, aprendo subito la lettera.
Da ciņ che aveva intuito, Jacob aveva ricevuto una lettera dalla Romania, dai suoi superiori. Aveva ricevuto un incarico importante: intercettare un traffico illegale di uova di drago che, sospettavano, avesse luogo proprio  in Inghilterra, probabilmente ai confini con la Scozia.
Il signor Clark aveva deciso di partire insieme a Jacob, per lui quello poteva essere un potenziale articolo da prima pagina, non si sentiva parlare di mercato nero di draghi da un bel po' di tempo.
Andare lģ, e vivere i fatti in prima persona, avrebbe comportato la stesura di un qualcosa di davvero argomentato.
Non poteva, a parer suo, farsi scappare un'occasione del genere.
Tuttavia, non vollero in alcun modo lasciare Helen da sola a casa, proprio a causa delle dicerie sul conto di Voi-Sapete-Chi che ultimamente imperversavano il mondo magico.
«Non č sicuro Helen!» gli aveva risposto lui, dopo i continui inviti a non preoccuparsi, espressi dalla ragazza.
Cosģ, il signor Clark decise di appellarsi ancora una volta ai Weasley, perché era sicuro che avrebbero potuto contare su di loro. Avrebbe dovuto trovare un modo di sdebitarsi prima o poi.

In poche ore Jacob organizzó tutto ció che gli sarebbe servito; lo stesso fece suo padre.
Fatto ció, con le valigie alla mano, accompagnarono Helen a casa dei Weasley, gią messi al corrente della situazione. 
La ragazza era dispiaciuta profondamente. Giį i Weasley dovevano fronteggiare i loro problemi, e lei non avrebbe mai voluto essere un peso, ma d'altra parte Molly aveva un cuore immenso.
Si rassicuró mentalmente, promettendosi che avrebbe fatto il possibile per aiutarla.
Quando i tre bussarono alla porta, furono accolti dal caldo sorriso di Arthur, che rasserenó il signor Clark, dicendogli che era sempre un piacere poter godere della compagnia di sua figlia. A quella serie di lodi, si unirono anche quelle della signora Weasley, che descrisse Helen come una ragazza tranquilla e assennata.
Charlie, nel frattempo aveva percorso le scale a tutta velocitą, piombandosi su Jacob e augurandogli buona fortuna per la missione, ricordandogli quanto fosse fiero.
Quando i suoi due accompagnatori furono partiti, lei mise piede nella Tana, trascinando con sč la valigia che aveva preparato in brevissimo tempo. Conosceva quella casa come le sue tasche, e gią ipotizzava quale camera le sarebbe spettata.
Seduti in cucina c'erano Percy e Bill, il secondo la salutó sorridendo e andandole incontro, Percy invece le fece un cenno con la mano, troppo intento a lucidare la sua bacchetta.
Non furono passati neanche due minuti, che i gemelli si fiondarono gił per le scale per andarle incontro.
«Lasci fare a noi, signorina Clark. La scorteremo nella sua suite» proferģ Fred con una strana voce. Poi prese la sua valigia, mentre George le poneva il braccio come avrebbe fatto un maggiordomo.
Helen riuscģ a stento a salire le scale; rideva a crepapelle guardando quei due comportarsi in quello strano modo.
Volse lo sguardo in alto, molto in alto, dal momento che la casa contava sette piani. Charlie era sulla cima di quelle scale zigzagate. Ebbe l'impressione che la stesse osservando da lassł. 
"Non farti strane illusioni" si ripetč.
Anche Ron e Ginny scesero a salutarla, e furono felici di scortarla, come se non bastassero giį Fred e George, fino alla stanza degli ospiti.
«Come mai sei qui?» domandó Ron
«Affari segretissimi, Ronald» lo rimbeccó George.
Quando furono arrivati al sesto piano, abbastanza affaticati dalla salita, Ginny fece strada a Helen, sebbene lei fosse fin troppo consapevole dell'ubicazione della camera. Questa si trovava dritta di fronte alle scale, tra la stanza dei due fratelli maggiori, Charlie e Bill, e quella dei gemelli.
Si domandó come avrebbe fatto a starsene serena, con Fred e George come vicini di stanza.
Quando tutti si furono dileguati, Helen chiuse la porta della camera e aprģ la piccola finestra, cosicché potesse entrare un po' d'aria. Lo spazio non era molto grande, ma la stanza era accogliente, conteneva lo stretto necessario: un letto di legno scuro, le cui lenzuola erano state appena cambiate, un cassettone in tinta e uno specchio a muro.
Ripose nel cassettone le poche cose che aveva portato con sč, poi, dopo essersi data una sistemata allo specchio, scese le numerose rampe che la separavano dalla cucina.
Quando entró, la signora Weasley era intenta a sbucciare una grossa quantitą di patate.
«Non era necessario mi facesse il letto, Molly. Avrei potuto pensarci io» fece Helen, sentendosi in colpa.
«Sciocchezze mia cara!» 
Senza neanche chiederglielo, le si sedette vicino, si munģ di coltello e prese ad aiutarla. 
«Helen, non č necessario. Vai a cercare i gemelli, oppure vai in camera da Ginny» le propose Molly.
Ma lei fu irremovibile, come se non avesse sentito. Si limitó a sorridere.
« Stasera avevamo pensato di cucinare all'aperto» riprese, entusiasta.

Anche quella giornata passó velocemente.
Helen si era dilettata nei lavori di casa, aiutando il pił possibile la signora Weasley ad allestire l'esterno per quella sera. Solo durante il pomeriggio, si era concessa una partita a scacchi con Ron, perdendo miseramente. 
Quando l'ora di cena si fu avvicinata, il signor Arthur insieme a Charlie, Bill e i gemelli presero ad armeggiare davanti ad uno strano aggeggio babbano che, a detta sua, veniva utilizzato per cuocere la carne.
Lei, insieme alla signora Weasley, Percy e i due piccoli della famiglia, ebbe cura di apparecchiare la tavola, che per i cosģ tanti posti a sedere che contava, assomigliava ad una di quelle della Sala Grande, attorno alla quale si riunivano le varie Case.
«Per Merlino Arthur, ma č necessario usare quella 'cosa'?» disse la signora Weasley al momento della cottura, avvicinandosi al gruppo di uomini. «Non sarebbe meglio utilizzare un semplicissimo incantesimo?»
«Oh no cara, č molto pił divertente cosģ!» ribattč lui, tossendo poco dopo per la quantitį di fumo che quell'arnese emanava.
«Si mamma, lasciaci fare» intervenne George.
«Sei in buone mani!» aggiunse poi Fred, impugnando una grossa forchetta.
Ron si rivolse ad Helen, sussurrandole all'orecchio: «Questa č la volta buona che saltiamo in aria!».

Nonostante i baldi giovani della famiglia Weasley avessero rischiato di appiccare un incendio diverse volte, la cena fu pił che soddisfacente. 
Non smise nemmeno un attimo di ringraziare i coniugi Weasley per la loro ospitalitą, promettendo di sdebitarsi in ogni modo possibile.
«Perchč non ci canti una canzone, tesoro?» propose la signora Weasley, poco dopo aver terminato di mangiare.
«Si, ti prego Helen» le disse poi Ginny, congiungendo le mani davanti al proprio volto.
«Ma non ho il pianoforte...» cercó di divincolarsi lei, un po' imbarazzata.
«E che problema c'č, lo trasfiguriamo!» ribadģ entusiasta il signor Weasley, concentrandosi e agitando poi la bacchetta e trasformando una delle sedie in un vero e proprio piano, che ora stava al centro del prato.
"Favolosa la magia!" pensó Helen.

 

   
 
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