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Autore: Flos Ignis    29/05/2020    2 recensioni
Storia ambientata alla fine della seconda stagione: Valentine e Sebastian sono morti, Lilith non è mai stata evocata e tutti gli eventi della terza stagione non sono avvenuti, sebbene in futuro potrei prenderne spunto.
L'ispirazione è giunta grazie alla puntata 2X05, in cui compare la strega Iris e la sua pozione, che consente alle donne shadowhunters di rimanere incinte dei demoni. Mi sono chiesta... e se non fosse stata solo Clary a berla?
Una storia d'amore che darà vita a una nuova generazione, una in cui il sangue degli angeli e quello dei demoni mescolato insieme sarà capace di rivoluzionare i vecchi pregiudizi di Cacciatori e Nascosti.
Dal prologo:
Non seppe di preciso cosa andò storto, ma doveva aver sbagliato qualcosa durante la preparazione, o non si spiegava il motivo per cui pochi secondi dopo si ritrovò piegato sul lavandino a rimettere tutto il contenuto del suo stomaco, sentendo dei tremendi conati che gli fecero girare la testa per svariati minuti.
Cosa diavolo gli stava succedendo?
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clary Fairchild, Isabelle Lightwood, Jace Wayland, Magnus Bane
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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Combatti, sopravvivi




I ricordi di quanto era accaduto dopo che delle fiamme sconosciute gli avevano salvato la vita erano confusi: ricordava solo le braccia di Magnus che lo avevano sollevato da dove era rimasto accasciato, in volto un'espressione completamente neutra per mascherare la confusione dei suoi pensieri.

Possibile che quel che aveva visto fosse proprio ciò che credeva?

Non aveva mai sentito parlare di nulla del genere, mai neanche nelle sue ipotesi più sfrenate aveva osato immaginare che il suo bambino non ancora nato fosse in grado di scatenare un simile potere.

Aveva percepito il pericolo in cui si trovavano lui e suo padre? Era già in grado di percepire la paura della morte?

Fece male al cuore sapere che ancora prima di vivere suo figlio avesse rischiato di morire. Era stata la sua imprudenza, la sua arroganza a metterlo in pericolo e non credeva se lo sarebbe mai perdonato: aveva giurato che suo figlio sarebbe stato al sicuro, si era preparato mentalmente a ciò che avrebbe dovuto fare, a quello che avrebbe dovuto sacrificare per potergli garantire un futuro... eppure lui per primo lo metteva a rischio uscendo da solo e senza protezione.

Era stato stupido e superficiale in modo imperdonabile.

Non si sarebbe stupito se Magnus gli avesse urlato contro, se lo sarebbe meritato: avrebbe dovuto dire addio agli ultimi giorni d'amore che avrebbe voluto passare in pace e armonia con il suo amato stregone.

Era così preso dal proprio circolo di autoafflizione che a malapena aveva registrato il fatto di non essere più per strada, ma steso delicatamente sul letto del loro appartamento, con Magnus che gli accarezzava i capelli e cercava eventuali ferite con la sua magia, mormorandogli dolci parole per rassicurarlo che stava bene ed erano al sicuro tutti e due.

Non riuscì nemmeno a percepire l'arrivo dei suoi fratelli, avvisati dallo stregone e preoccupati per la salute di Alec e il piccolo che sarebbe presto dovuto nascere.

Avevano iniziato a parlare tra di loro, i toni delle voci tradivano preoccupazione e afflizione, ma Alec registrò questo fatto solo in modo superficiale. Tutto quello che gli importava era il suo bambino, che aveva rischiato di morire per colpa sua, ma la fortuna era stata dalla sua parte: il bambino che aveva concepito con Magnus era un piccolo stregone con tanto potere che aveva incenerito un demone da dentro il grembo paterno.

Non l'aveva nemmeno ferito: il suo bambino aveva attaccato solo il demone che aveva attaccato loro due, ma alla pelle di Alec erano risultate come fresche carezze impalpabili, innocenti come la vita che portava in sè.

Era stato come un abbraccio e Alec, nel bel mezzo della paura, aveva provato stupore e gioia.

Puoi sentirmi, piccolo mio? Mi dispiace tanto... 

Ti chiedo scusa e ti prometto che ti proteggerò da adesso in poi, non ti metterò più in pericolo... è compito mio salvarti, non dovrai più preoccuparti di me... è compito di un padre badare al figlio, non il contrario.

Mi dispiace, e ti ringrazio...






Ci vollero molte ore prima che il suo Alexander iniziasse a uscire dal suo stato di depressione. 

La paura che Magnus aveva provato quando aveva sentito svanire la magia che aveva posto sul cappotto che indossava il suo compagno non era misurabile, il suo vecchio cuore aveva quasi smesso di battere per la preoccupazione.

Era corso tramite portale al luogo in cui percepiva la presenza del suo cacciatore, solo per trovarvi i resti di un demone bruciato fino al midollo e il suo compagno in stato praticamente catatonico: non la migliore delle situazioni, ma finchè c'è vita nulla è perduto, perciò si era fatto forza e aveva riportato il compagno a casa, certo che dopo un po' di riposo si sarebbe ristabilito.

Aveva aggiornato anche Isabelle, Clary e Jace, sicuro che Alec non avrebbe voluto metterli al corrente per non farli preoccupare, ma altrettanto sicuro ne avessero il diritto.

Erano rimasti nel loft fino a tardo pomeriggio, quando avrebbero dovuto dare il cambio alla ronda cittadina, ma avevano promesso che sarebbero tornati al più tardi entro l'ora di pranzo per ricevere notizie.

Magnus non sapeva in che stato avrebbero trovato Alec, ma aveva il sospetto che Jace e Clary stessero nascondendo qualcosa. Il biondo aveva due borse scure sotto gli occhi e un'espressione tormentata che si sarebbero viste anche da Edom, e se questo poteva anche essere dovuto allo stato del suo parabatai, Magnus credeva ci fosse di più dietro. 

Ma se non aveva tempo di indagare sul pessimo umore del biondo, le parole della sua piccola rossa preferita potevano nascondere qualcosa.

-Io non so come riuscirete a uscirne, ma so che lo farete: se c'è qualcuno che può riuscirci siete voi due. E se servisse una mano, so come mantenere la promessa che ho fatto ad Alec. Fidati di me.- poi lo aveva abbracciato e se ne era andata, un segreto nascosto dietro i furbi occhi verdi e un piccolo sorriso sicuro in volto per rassicurare lo stregone che l'aveva protetta negli anni della sua crescita.

E se da un lato Clary poteva non sapere sempre quello che stava facendo, dall'altro aveva imparato che trovava sempre il modo per proteggere la sua famiglia.

Con un po' di speranza in più nel cuore si era seduto accanto al letto, aspettando in silenzio che il suo compagno desse segno di aver percepito la sua presenza, continuando di tanto in tanto a mormorare semplici incantesimi diagnostici che gli aveva insegnato Catarina per rassicurarsi sulla salute dei suoi due tesori.

Si era appisolato senza nemmeno accorgersene, perchè poco prima dell'alba si svegliò di soprassalto grazie a una stretta di mano, segno che anche il suo Alexander si era finalmente scrollato di dosso la sua apatia.

Gli occhi da gatto di Magnus vennero rivelati a causa della stanchezza, lo stregone era troppo preoccupato per il suo compagno per preoccuparsi di rimettere a posto l'incantesimo di fascino che teneva celato il suo marchio demoniaco.

-Come ti senti, tesoro?-

-Come se avessi corso tutta la notte e poi fossi stato investito da un demone gigante.-

-Meglio di quanto pensassi allora: molte donne al tuo stadio di gravidanza si lamentano di dolori atroci a gambe e schiena, invece tu vai a passeggio per mezza giornata e sconfiggi un demone. Questo è il mio ragazzo!-

Magnus aveva deciso di introdurre l'argomento in modo leggero per non turbare il compagno, ma la smorfia di agonia che piegò quelle belle labbra che amava baciare gli fece intuire di aver detto qualcosa di sbagliato.

-Non sono stato io a uccidere il demone. Magnus, mi dispiace davvero molto... sono stato imprudente, e arrogante, e nostro figlio poteva pagarne le conseguenze. Sono davvero, davvero dispiaciuto.-

-Non devi scusarti con me, cintaku*. So che questi mesi ti hanno fatto stressare come nessuno potrebbe capire, è normale che tu desideri del tempo per te. Non temere, so che nostro figlio è ben protetto insieme a te.-

Poi Magnus si fermò per un secondo, riflettendo bene sulle parole del fidanzato.

-Se non sei stato tu, chi ha ucciso quel demone? Vorrei ringraziarlo per avervi salvato la vita. Non che tu non sia in grado di farcela benissimo da solo, ma...-

-È stato nostro figlio.-

Magnus era certo che la sua bocca fosse oscenamente spalancata, e di solito si sarebbe preoccupato di apparire poco attraente, ma in quel momento lo shock era troppo per lasciare spazio alla sua vena vanitosa.

-Potresti ripetere, Fiorellino? Non sono certo di aver sentito bene. Sai, alla mia età capita.-

-Hai sentito benissimo. Stavamo per essere attaccati e lui ha... come emesso delle fiamme blu che hanno incenerito il demone, senza però farmi alcun male. Dopo sono rientrate dentro di me, dove sta crescendo. Non sono diventato pazzo e sono certo di non sbagliarmi, ti prego di credermi: nostro figlio mi ha salvato la vita. L'ha salvata a tutti e due.-

Magnus allora sorrise in modo quasi maniacale, allargando la bocca e mostrando tutti i denti, cosa che rese difficoltoso il bacio entusiasta che diede ad uno stupito Alexander, perciò si staccò dopo pochi secondi per avvicinare il viso al ventre sempre più tondo del suo compagno.

-Ehi tu, là dentro, sei un piccolo stregone allora! Sappi che è un po' presto per metterti a combattere i demoni, ma se proprio vorrai ti insegnerò tutto ciò che c'è da sapere. Prima però aspetta almeno di nascere! A questo mondo non mancano le battaglie da combattere, ma per ora stai buono e tranquillo e pensa solo a crescere e diventare grande abbastanza da venire alla luce. Oggi sei stato bravo a proteggere il tuo papà, ma d'ora in poi mi occuperò io di entrambi, non ti preoccupare!-

Alexander si commosse a sentir parlare così il suo compagno, perciò stavolta fu lui a tirare su l'altro per un bacio profondo e amorevole, in cui riversò tutto il marasma di emozioni che lo avevano pressato tutto il giorno affollandogli mente e cuore, sentendosi finalmente più leggero.

-Allora mi perdoni? Non sei arrabbiato con me?-

-Certo che non lo sono, mio tesoro: ero solo in pensiero, ma so che tornerai da me, qualunque cosa accada.-

Alec lo guardò un po' di traverso, come se un pensiero improvviso avesse rotto la pace che si era creata da qualche istante tra loro.

-Dovremo parlarne, sai Magnus?-

-Di cosa?-

-Del fatto che sono in parte donna.-

-Mi era sembrato di averti mostrato esattamente quanto tu continui a piacermi e attrarmi, qualunque corpo tu abbia. Ma se vuoi, non mi tiro certo indietro a mostrartelo di nuovo...-

Fece per scivolare sopra di lui con un movimento sensuale, ma il suo compagno sgranò gli occhi azzurri mentre arrossiva deliziosamente, come se non avessero mai fatto nulla prima... eppure avevano concepito!

-MAGNUS!-

-Non è un po' presto per urlare il mio nome? Non ho ancora fatto nulla...-

-MAGNUS!-

-Va bene trottolino, ti ascolto.-

-"Trottolino" non si può sentire, dimenticatelo immediatamente. Comunque, stavo pensando al parto. La mia trasformazione in donna è stata solo parziale, ho smesso di cambiare ultimamente, perciò sarà necessario un cesario per far nascere nostro figlio.-

-Suppongo di sì. Qual'è il problema?-

-Sai qual'è. La Maledizione di Medea.-

-Non è detto che tu ne sia afflitto. Sei un cacciatore, non una donna umana, e il potere di nostro figlio ti ha già protetto oggi senza neppure lasciarti una piccola bruciatura, è improbabile che questo si ritorca contro di te.-

-Non è impossibile però. Dobbiamo prepararci al fatto che potrei non sopravvivere.-

-Tu vivrai, e vedrai crescere il nostro bambino.-

-Magnus, non possiamo saperlo, dobbiamo...-

-Alexander!-

-Non possiamo evitare di parlarne per sempre, tra un mese nascerà il bambino!-

-Nell'improbabile caso in cui tu soffrissi di questa maledizione, ho ancora un mese per trovare un modo per aggirare il problema o trovare un incantesimo o un modo per salvarti, ci stiamo lavorando e so che manca poco. Ti prego, fidati di me: tu vivrai, tu e il bambino starete bene perchè è in mio potere fare in modo che sia così.-

-Ma se...-

-No. Abbi fede. Noi troviamo sempre un modo per tornare l'uno dall'altro, supereremo anche questo ostacolo.-

Il suo ragazzo lo guardò, amore ed esasperazione che agitavano il mare dei suoi occhi, poi si limitò a cercare il suo abbraccio, arrendendosi all'impenetrabile ottimismo del suo compagno: aveva capito che Magnus aveva paura della sua morte, con la sua storia personale sarebbe stato strano il contrario, ma se da un lato la sue cieca fede lo confortava dall'altra lo intimoriva.

Se fosse davvero morto come credeva sarebbe accaduto, il suo amato stregone sarebbe stato colto quasi impreparato all'evento, e non avrebbe potuto fare come per secoli aveva agito alla perdita delle persone che amava: non avrebbe potuto scappare, nè annegarsi nell'alcool, nè perdersi tra le braccia di confortanti sconosciuti di cui mai avrebbe saputo qualcosa.

Avrebbe avuto un figlio a cui badare, che sarebbe cresciuto giorno dopo giorno sotto i suoi occhi ricordandogli la sua perdita. Sapeva che sarebbe stato il peggior dono e la miglior maledizione possibili insieme e lui non voleva questo per la sua famiglia.

Cosa avrebbe dovuto fare?

Il suo bambino gli diede un forte calcio, seguito da un altro, ed era stato un pugno quello?

Scoppiò a ridere istericamente, mentre una lacrima sfuggiva al suo controllo a causa delle emozioni.

-Ti è tornato il buonumore, tesoro mio?-

-Come potrei rimanere triste? Nostro figlio mi ha appena detto di combattere.-

E risero insieme, perchè il loro piccolo stregone prepotente li aveva appena sgridati dal ventre paterno per intimare loro di farsi forza e tornare a lottare per ottenere la felicità, per rimanere vivi, tutti quanti.






*cintaku: "amore mio", in indonesiano. se non è corretto prendetevela con google traduttore! XD



 
  
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