Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: Valerie    30/05/2020    3 recensioni
Questa è la risposta alla presa di consapevolezza del fidanzamento di Tom con Zawe Ashton e al matrimonio di Oliver Phelps, sposato già da ben cinque anni!
Dovevo in qualche modo recuperare i danni che queste notizie traumatiche hanno lasciato in me e Wall_Hellsong.
Chiedo scusa già da ora.
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Dal testo.
-Ho la sudarella – disse coprendo il microfono, rivolta a Giorgia, una delle truccatrici accanto a lei.
Il suo sguardo vagò poco lontano, fino a posarsi su una figura maschile, alta e slanciata.
Oliver Phelps, nell'intercettare l’occhiata di Chiara, le sorrise di rimando.
-Respira…sei in apnea! – Georgia le diede una leggera scossa ad un braccio, ben attenta a non farsi notare dall’alter ego di George Weasley.
-Serve una truccatrice per Tom Hiddleston! -la voce di un addetto alle luci richiamò l’attenzione delle due ragazze.
-Beh…che fai? Non vai? – chiese Chiara all'altra.
-Chi? – rispose la bruna dai capelli mossi.
-Tu! –
-Dove? -
-Giorgia, muovi il sedere e vai a vedere cosa serve a Hiddleston, prima di subito! – fece Chiara perentoriamente.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Ok, fra 20 minuti siamo in diretta-
Chiara alzò l’archetto delle sue cuffie per allontanarlo momentaneamente dalla bocca.
-Ho la sudarella – disse coprendo il microfono, rivolta a Giorgia, una delle truccatrici accanto a lei.
Il suo sguardo vagò poco lontano, fino a posarsi su una figura maschile, alta e slanciata.
Oliver Phelps, nell’intercettare l’occhiata di Chiara, le sorrise di rimando.
-Respira…sei in apnea! – Georgia le diede una leggera scossa ad un braccio, ben attenta a non farsi notare dall’alter ego di George Weasley.
-Serve una truccatrice per Tom Hiddleston! -la voce di un addetto alle luci richiamò l’attenzione delle due ragazze.
-Beh…che fai? Non vai? – chiese Chiara all’altra.
-Chi? – rispose la bruna dai capelli mossi.
-Tu! –
-Dove? -
-Giorgia, muovi il sedere e vai a vedere cosa serve a Hiddleston, prima di subito! – fece Chiara perentoriamente.
-Va bene, va bene! – si arrese la ragazza -Vado! Ma tu non fare cavolate, respira e SORRIDI! – le disse, discostandosi un poco.
La castana dai capelli lisci stirò le labbra in un sorriso ingessato.
‘Dio, ti prego, fa che non faccia figuracce’, pregò Giorgia alzando gli occhi al cielo, mentre si allontanava dall’amica.
 Ricordava ancora la figura plateale che Chiara aveva fatto solo tre settimane prima.
 Chiara Rossi, produttrice emergente di spettacoli televisivi, era da poco approdata nel mondo del piccolo schermo inglese. Uscita dall’università di Bologna con una laurea magistrale in Cinema, televisione e produzione multimediale, aveva iniziato con dei piccoli lavoretti in Italia, riuscendo ad acquisire sempre più notorietà.
La passione per il suo blog riguardante il mondo di Harry Potter e quello Marvel l’aveva, infine, portata ad essere contattata da dei talent scout di un noto canale inglese per produrre uno spettacolo sulla celebre filmografia del maghetto più famoso del mondo in contrapposizione al Marvel Cinematic Universe. Così si era ritrovata in un piccolo studio di Londra a programmare uno spettacolo di sei puntate intitolato ‘Dai sogni alle Stelle’.
Fu in quell’occasione, qualche settimana prima, che Chiara aveva incontrato per la prima volta Oliver Phelps: la castana, platonicamente innamorata del giovane attore dalla tenera età di 8 anni, alla vista del metro e novantuno del ragazzo, squadrandolo dalla testa ai piedi, si era lasciata sfuggire un sonoro -Oh cazzo! -, prima che il suo cervello potesse filtrare qualsiasi pensiero.
Giorgia, che Chiara aveva conosciuto durante i numerosi tirocini mentre l’altra lavorava come corsista di trucco cinematografico, vide chiaramente Phelps ridere imbarazzato e abbassare lo sguardo sulla punta delle proprie scarpe, mentre l’amica, ormai troppo tardi, si metteva una mano sulla bocca, visibilmente rossa come un peperone.
Guardò un’ultima volta verso la castana, prima di imboccare il lungo corridoio con i camerini, giusto in tempo per vedere Oliver andare verso di lei e Chiara far cadere la cartellina che solo pochi secondi prima teneva fra le mani.
-Ok, meglio non guardare- si disse la bruna, voltandosi sconfortata dall’altra parte.
-Hiddleston è nel camerino 3- fece l’addetto alle luci affiancandola e indicandole la porta della stanza in cui si trovava l’attore.
-Di cosa ha bisogno Mr. Sorriso? – chiese la ragazza con una punta di stizza nella voce.
-Non saprei, ha chiesto una truccatrice e io mi sono limitato a chiamarti- fece lui alzando le spalle.
-Ok, grazie- rispose Giorgia facendo un profondo respiro prima di bussare, fermandosi davanti alla porta.
 
 
-Avanti- la voce bassa di Tom Hiddleston le giunse ovattata.
-Buonasera signor Hiddleston, in cosa posso esserle utile? – chiese gentilmente Giorgia entrando nel camerino; lo trovò seduto su una poltroncina posta nell’angolo a destra della stanza, intento a fissare lo schermo del suo cellulare.
-Oh, buonasera Giorgia, scusami il disturbo- disse alzandosi di scatto e abbandonando il telefono sulla poltrona -Ma ho notato un piccolo herpes all’angolo destro della mia bocca. Si sta arrossando sempre di più e mi disturba che sia così evidente, si può fare qualcosa? – le chiese indicandosi la parte incriminata.
‘Buonasera’, ‘scusami il disturbo’, ‘si può fare qualcosa’.
Tom Hiddleston era la cavalleria fatta persona, mai che avesse avuto un’uscita poco educata nei confronti di qualcuno in quelle settimane in cui aveva condiviso il posto di lavoro con lei.
Educato, galante, intelligente, affascinante, bravo, incredibilmente bello…
Era tutto ciò che Giorgia non avrebbe mai osato sperare di trovare in un uomo. Forse era per questo che lo scherniva agli occhi degli altri: la volpe che non arriva all’uva dice che è acerba.
-Non può essere davvero così perfetto- si ritrovò a dire un giorno a Chiara, durante le prove di una puntata, -Secondo me finge, si è costruito un personaggio- aveva continuato poi.
L’amica allora l’aveva guardata con un sorrisetto malizioso -Ti piace un sacco e ti rode il fegato che un uomo ti faccia perdere così tanto la testa-
Giorgia aveva alzato un sopracciglio stizzita ed inorgoglita -Uno così? Neanche se me lo regalassero. Sai quante corna? – aveva detto alzandosi dalla sedia su cui era seduta.
-Ragazza, non bestemmiare! Comunque, in caso non lo volessi tu, mi farei molto volentieri avanti io! –
La bruna aveva liquidato l’amica con un noncurante ‘Fai pure’ prima di allontanarsi.
-Posso…? - si azzardò a chiedere la truccatrice muovendo un passo verso l’attore.
-Certo! – Tom avanzò in risposta, esponendo il lato del viso interessato.
Un intenso profumo la investì in pieno non appena le si avvicinò un po’ di più. Terre d’Hermes.
Avrebbe riconosciuto quella fragranza fra mille.
La sottile bocca dell’uomo, notò poi lei, presentava intorno all’angolo destro un alone leggermente rossastro.
Era evidente la screpolatura che stava iniziando a tagliare il vertice fra le due labbra.
-Signor Hiddleston…- prese a dire la truccatrice -Oh, per favore, chiamami Tom! – la interruppe lui, senza smettere di porgerle la guancia.
-Ok…Tom…- Giorgia sospirò appena -…non so quanto sia indicato mettere del trucco su questo herpes adesso, temo che possa infiammarsi ancora di più- gli disse discostandosi da lui.
-Come sei scrupolosa! – le disse voltandosi a guardarla.
-È il mio lavoro signor…ehm…Tom- si corresse subito lei.
-Ok, facciamo che per sta sera non lo sei? – le chiese alzando entrambe le sopracciglia speranzoso.
‘Ti ho trovato un difetto, mio caro bell’imbusto!’ esclamò Giorgia dentro di sé ‘Sei terribilmente vanitoso. Un punto per la sottoscritta!’
 
***
-…E SIAMO FUORI ONDA! – esclamò Chiara alla fine della puntata -Bravi tutti! – continuò iniziando un breve applauso, seguita da attori e operatori.
-È stato una bomba! – esclamò il co-produttore Luke Davies, un ragazzo sulla trentina, avvicinandosi alla castana.
-Sei la più giovane promettente in questo campo secondo il mio modestissimo parere – continuò strizzandole l’occhio entusiasta.
-Grazie Luke, il tuo aiuto è fondamentale! – fece lei di rimando.
D’un tratto Luke ammutolì stranamente, guardando oltre la spalla della ragazza -Ok, me ne vado- disse secco.
-Oddio…perché? – Chiara fece per girarsi.
-Non ti muovere, Phelps in arrivo, fai la naturale. Ciao –
‘Notmovrfelsnarrvofalanatralecia’ questo fu quello che le orecchie di Chiara riuscirono a recepire dal sussurro velocissimo che il co-produttore aveva emesso poco prima di dileguarsi.
-Ehi- una voce le giunse da dietro le spalle.
Con ancora un’espressione confusa, Chiara si girò a vedere chi fosse il misterioso interlocutore, benché il suo sorriso ingessato avesse già preso il proprio posto.
Come il suo intuito aveva percepito, un Olvier Phelps le si parava davanti, troneggiante in tutta la sua altezza.
-Ehi- disse lei di rimando, a denti stretti, con tutta la non naturalezza di cui era capace.
-Ho visto lo share, siamo andati benissimo! - le disse il ragazzo, aprendosi in un sorriso decisamente più dolce e rilassato rispetto al suo e infilandosi le mani nelle tasche nel particolare completo color vinaccia che indossava – e che Chiara trovava gli stesse divinamente -.
-Sembrerebbe di sì – disse lei, passandosi imbarazzata una mano fra i lunghi capelli lisci che le incorniciavano il bel viso.
Mentre Oliver continuava a guardarla, Chiara capì che avrebbe dovuto dire qualcosa, ma le fosse venuto in mente cosa!
-Senti…perché non andiamo a bere una birra? – azzardò lui d’un tratto, uscendo da quell’imbarazzante silenzio.
-Cosa? – chiese lei strabuzzando gli occhi incredula.
-Sì- fece Oliver allargando ancora di più il suo sorriso -…magari mi parli, capisci che sono un pirla, normalizzi la cosa e riusciamo ad avere una conversazione normale- la punzecchiò in un modo che Chiara non avrebbe mai immaginato.
La ragazza si passò una mano davanti agli occhi per la vergogna.
-Ok. Voglio sparire – disse tenendo ancora il viso coperto.
-Perché non riesci a spiccicare due parole con il tuo idolo di sempre? – incalzò lui prendendola in giro.
-Signor Phelps, adesso sta facendo il gradasso – gli disse Chiara sorridendo appena, tornando a puntare i propri occhi in quelli del ragazzo.
-Oh! Lo vedi? Sei riuscita a rivolgermi una frase di senso compiuto senza far cadere niente e senza andare in apnea- le fece notare.
-Ok, va bene! Andiamo a bere qualcosa, basta che la smetti di farmi notare tutte queste cose- fece lei tappandosi le orecchie e interrompendo quel lungo momento imbarazzante.
-Saggia idea! – sentenziò lui – Vado a recuperare le mie cose dal camerino e torno –
 
Chiara ruotò su sé stessa quel che bastava per dare le spalle alla direzione che Oliver aveva appena preso.
-OHMIODIOLOSAPEVO! - Giorgia quasi non urlò ad un palmo dal suo naso, tanto che la ragazza saltò palesemente dallo spavento.
-No, dico, ma sei scema? – la rimproverò la castana portandosi una mano sul cuore.
La bruna prese l’amica per un braccio e la portò in un angolo più appartato dello studio.
-Cazzo! Ti ha appena chiesto di uscire?! – a stento riusciva a modulare il tono della voce.
-Shh! Che ti urli?! – Chiara si portò minacciosamente un dito davanti alle labbra, intimando alla sua fidata truccatrice di abbassare la voce.
-Ti ha appena chiesto di uscire? – ripeté allora lei in un sussurro appena udibile e con parole più scandite.
Chiara la guardò perplessa assottigliando gli occhi -Ho capito, non c’è bisogno di ripetere la domanda! E comunque la sai già la risposta! –
-Certo che la so! Ho origliato tutto! Se non torni incinta di quel ragazzo, domani, giuro che ti disconosco e ti radio dall’albo delle amiche! –
Chiara si coprì di nuovo il volto con entrambe le mani -Io penso di morire- disse tornando a guardare Giorgia.
-Ok…ok- la bruna si schiarì la voce e riprese contegno -Facciamo il punto della situazione – disse alzando il pollice della mano destra -Uno, Oliver Phelps ti ha appena chiesto di andare a bere qualcosa insieme, sfottendoti quel tanto che basta per rompere il ghiaccio e per metterti a tuo agio. Due, stai morendo dall’imbarazzo e dall’emozione. Tre, ti godrai la serata, perché il ragazzo mi sembra davvero un tipo a posto e affidabile. Quattro, stavo scherzando, non tornare davvero incinta domani – 
Chiara sorrise sincera e abbracciò di slancio l’amica.
-Ok, adesso vai, che il tuo cavaliere di vinaccia vestito ti sta cercando – Giorgia indicò con un gesto del capo l’uomo in questione appena rientrato nello studio.
La castana fece per girarsi ma poi tornò a guardare la ragazza che aveva vicino -Maaa…che voleva Tom Hiddleston prima? – le chiese con fare curioso.
-Problemi con un antiestetico herpes- fu la risposta che diede la bruna con tono di sufficienza.
-Beh, fattelo mischiare sto herpes, no...? –
-Chiara Rossi, se ne vada immediatamente, prima che le faccio fare una brutta fine – l’ammonì la ragazza, voltandola e spingendola in direzione di Oliver.
-Ti aggiorno – le disse semplicemente l’amica allontanandosi e lanciandole un bacio con la mano.
 
-Dove vuoi andare? – chiese Oliver a Chiara mentre le apriva lo sportello per farla salire in macchina.
-In realtà non conosco molti posti qui a Londra, d’altronde mi sono trasferita da poco- disse lei prendendo posto sul sedile.
-Allora ti porto io in un locale. Ti fideresti dei miei gusti? – continuò, salendo anche lui in auto.
-Sì, credo di potermi fidare – rispose lei e quasi subito le venne in mente la fantastica scena fra Aladdin e Jasmine sul tappeto volante.
Beh, si sentiva così un po’ anche lei, mentre sfrecciavano veloci nel traffico della movida londinese di un finesettimana qualunque, leggera, libera e felice, come non le capitava ormai da tempo.
 
***
-Giorgia, lascio a te le chiavi? – chiese Luke alla ragazza uscendo insieme dallo studio – Ho visto Chiara allontanarsi con Phelps e non mi sembrava il caso di disturbarla –
-Perché non puoi tenerle tu? – fece lei incuriosita. Di solito erano produttore e co-produttore ad essere i custodi delle chiavi dello studio, un po’ come Hagrid lo era delle chiavi e dei luoghi di Hogwarts.
-Domani non ci sarò per le prove, accompagno mia moglie a fare l’ultima ecografia- le rispose con un brillio particolare negli occhi.
-Oh, mamma! Il giorno del parto si avvicina! – esclamò Giorgia entusiasta, allargando la bocca in un sorriso.
-Già- rispose Devies, - Fra una settimana finisce il tempo – concluse passandosi una mano fra i capelli.
-Ti dispiace chiudere tu? Io correrei a casa da Jenny – le disse poi allungandole le chiavi della saracinesca.
-Non preoccuparti, corri dalla tua bella, paparino caro – fece la ragazza prendendo il mazzo di chiavi.
Si salutarono con un gesto della mano, poi Luke si affrettò a raggiungere la sua auto.
La bruna si voltò con le spalle verso la strada, accucciandosi per chiudere la saracinesca a chiave.
Con la sola fioca luce del lampione faceva fatica a centrare la serratura del gancio.
-Aspetta! – una voce la fece sussultare visibilmente.
Si girò di scatto per vedere chi fosse.
Un Tom Hiddleston affannato per la corsa si dirigeva a grandi falcate verso di lei. Inutile dire che le lunghe gambe gli permisero di accorciare la distanza fra loro in men che non si dica.
‘Oh, ti prego…lui no’ imprecò fra sé Giorgia rialzandosi dalla sua posizione.
-Aspetta…oh dimenticato il portafogli in camerino- disse infine l’uomo cercando di riprendere fiato.
Dei ciuffi di capelli di un chiaro castano, tendente al rosso, gli ricadevano disordinati davanti agli occhi azzurri e limpidi.
La ragazza rimase a guardarlo un secondo di troppo per i suoi stessi gusti, prima di aprire bocca e parlare.
-Scusa, mi stai mentalmente maledicendo, lo so…- disse lui sorridendo e addolcendo lo sguardo.
Era vero. Certo che lo stava maledicendo. Come poteva essere così incredibilmente affascinante? Come osava ostentare tanta bellezza e sex appeal di fronte a lei?
Quella era istigazione all’innamoramento e tentato ‘favoreggiamento’ di dipendenza nei suoi confronti.
-Ti apro…non c’è problema- disse semplicemente scostando lo sguardo dal suo viso e abbassandosi per alzare di nuovo la saracinesca.
-Lascia, faccio io- la rimbeccò lui, spostandola leggermente e prendendo il suo posto.
Giorgia accese le luci dei corridoi ed aspettò sulla porta che l’attore prendesse le sue cose, per poi uscire di nuovo.
Come Tom la vide provare a mettersi in punta di piedi per afferrare le maniglie della saracinesca, la sovrastò totalmente dall’alto del suo metro e ottantotto per afferrarle lui stesso.
Una cantilena continua di ‘voglio morire’ si ripeteva insistentemente nella testa della giovane trentenne.
Non si capacitava di come, alla sua età, potesse vivere emozioni così intense, neanche avesse ancora 14 anni e fosse nel pieno di una crisi ormonale.
Che poi non era solo una questione fisica. L’innamoramento platonico della maggior parte delle donne verte su un’interpretazione del tutto personale del carattere di un uomo, e Giorgia non era stata immune da questa massima esistenziale.
Avrebbe tenuto Tom Hiddleston volentieri il più lontano possibile da sé, perché lo sapeva, sapeva che avrebbe finito stupidamente per innamorarsi di una semplice illusione.
Non era poi una cosa così difficile cadere in un cliché del genere con uno come lui.
Non poteva, né tantomeno voleva, ficcarsi in quella situazione idiota, in cui avrebbe sicuramente finito per stare male.
Era inammissibile tanta ingenuità.
-Grazie, mi hai salvato! – le disse lui d’un tratto.
-Figurati, per così poco…- rispose lei, cercando di stare sulle sue.
-Senza patente dubito che sarei potuto tornare a casa…a proposito, la mia macchina è di là – Tom indicò la strada a destra da cui era venuto poco prima -La tua? – le chiese poi.
Giorgia sbatté un paio di volte le palpebre. Lei non aveva una macchina lì a Londra, di solito tornava con Chiara dopo il lavoro, ma quella sera si sarebbe arrangiata con i mezzi.
-Io vado di là- disse semplicemente indicando dalla parte opposta.
Tom cercò di convincerla a farsi accompagnare per la distanza che la separava dalla macchina che lui credeva avesse, ma la ragazza rifiutò gentilmente ogni tentativo di sorta.
Allora si salutarono davanti allo studio e si separarono.
Ad ogni passo che la separava dall’uomo, Giorgia sentiva di riuscire a riprendere il controllo della propria fisicità e della propria sanità mentale. Tom Hiddleston le scombussolava l’intero sistema nervoso.
 
***
-Mi piacerebbe venire in Italia- disse Oliver a Chiara, facendo roteare il ghiaccio del suo Mojito nel bicchiere.
-Quando deciderai di passare per la mia terra, fammelo sapere- gli disse la ragazza -Ti farò assaggiare il vino di produzione della mia famiglia, altro che Mojito- incalzò indicando il drink che Phelps teneva nella mano destra.
-Producete vino? – le chiese alzando le sopracciglia stupito.
-Dolcetto del Monferrato- rispose con orgoglio Chiara – È un vino molto noto in Piemonte e Liguria ma poco conosciuto altrove, sebbene possa vantare un glorioso passato- concluse portandosi il calice di vino rosso che aveva ordinato alle labbra.
-Talentuosa produttrice televisiva, produttrice di vino…noto che sei una persona molto creativa, Chiara Rossi-
Le sorrise, di un sorriso spontaneo e genuino. Uno di quelli che Chiara amava ammirare nelle foto che di lui aveva nascoste nella galleria del cellulare. Solo qualche mese prima non avrebbe mai pensato di potersi ritrovare in quella situazione, eppure, ora che davvero ci stava dentro, quasi le sembrava naturale.
Tre settimane erano trascorse in fretta e, quasi ogni giorno, aveva condiviso del tempo con Oliver.
Aveva potuto appurare quanto fosse gentile e umile. Si erano scambiati quattro chiacchiere fra una prova e l’altra, ma lei aveva sempre finito per fare qualche gaffe che l’aveva messa in imbarazzo.
Eppure, Phelps non aveva mai smesso di tentare di avvicinarla.
-Non voglio alimentare illusioni, ma inizio seriamente a credere che questo ragazzo ti chiederà di uscire- le aveva detto Giorgia un pomeriggio, dopo la quarta occhiata che l’attore le aveva rivolto di sottecchi.
Non l’avrebbe mai detto, ma l’amica aveva colto nel segno.
Chiacchierarono molto e risero altrettanto. L’attore la prese in giro per tutti gli atteggiamenti impacciati che lei aveva avuto nei suoi confronti e che lui aveva comunque notato.
-Ti gratti il naso- le disse ad un certo punto.
-Cosa? – fece lei confusa.
-Ti gratti il naso quando sei nervosa- glielo disse scostando lo sguardo dai suoi occhi al bicchiere ormai vuoto che aveva davanti. Imbarazzato, consapevole di aver involontariamente confessato di averla guardata più del dovuto, si toccò il lobo di un orecchio.
Chiara faceva fatica a credere fino in fondo al sottinteso che quelle parole portavano con sé.
-A te diventano le orecchie rosse quando ti vergogni di qualcosa- fece lei ricambiandolo con la stessa moneta -Un po’ come adesso- aggiunse poi.
 
-Signor Phelps, la ringrazio per la piacevole serata- esordì Chiara scendendo dalla macchina che l’attore aveva parcheggiato vicino alla sua, nei pressi dello studio.
-Sono io a doverla ringraziare milady per la dolce e cortese compagnia- le rispose accennando un inchino con il capo e avvicinandosi a lei.
Lui prese a guardarla con più intensità, mentre lei faceva fatica a contenere i battiti del proprio cuore.
‘Non tornare davvero incinta domani’
Le parole che Giorgia le aveva rivolto solo qualche ora prima le riaffiorarono alla mente all’improvviso.
Deglutì l’eccesso di saliva che le si era formata in bocca, al solo pensiero di vedere le labbra del ragazzo avvicinarsi alle sue.
-Chiara…- pronunciò il suo nome con quella cadenza inglese che tanto le piaceva.
-Sì…? –
-Volevo chiederti…- ad ogni parola le sue orecchie diventavano di una tonalità più scura di rosso -…sabato sera ci sarà una cena per una raccolta fondi a favore di un’organizzazione benefica…mi chiedevo se ti andasse di venire. Insomma, io sarò un po’ indaffarato, però potresti estendere l’invito anche a Giorgia se per te non è un problema-
La bocca della ragazza si sciolse in un ampio sorriso.
Le avrebbe potuto benissimo chiedere di passare il resto della serata insieme, ma aveva deciso di non farlo. Non era stato affatto superficiale.
Alto, bello, umile, sensibile e rispettoso.
Il suo cuore aveva deliberato. Voleva lui e nessun’altro.
-Sarò ben felice di proporre a Giorgia l’invito alla cena, sono sicura che anche lei accetterà volentieri-
Il ragazzo allargò le spalle, come libero di poter respirare di nuovo.
-Bene! – affermò con un sospiro – Allora ci vediamo domani! –
-Ci vediamo domani- confermò lei con un cenno d’assenso del capo.
 
***
-Io non posso reggere alla presenza di tutti quegli attori affascinanti- le disse Giorgia, una volta che, rientrata a casa, l’aveva messa al corrente della cena a cui Oliver le aveva invitate.
-Ti stai lamentando sul serio di questa cosa? – le chiese scioccata Chiara.
-Sì! Mi sento a disagio! Mio Dio, rivoglio i tipi anonimi di sempre- fece la bruna con fare esasperato.
-Hiddleston non ci sarà- le disse l’amica con un sorriso obliquo e malizioso -Se è questo quello che ti preoccupa – aggiunse alzando il mento in segno di sfida.
Amava punzecchiarla in quel modo, sapeva di avere ragione e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di farle sputare il rospo.
-Io non mi preoccupo proprio di niente- fece risentita l’altra.
-Comunque me lo segno- le disse Chiara.
-Cosa? –
-Che preferisci i tipi anonimi. La prossima volta che Marco ti scrive, non osare dire una parola- la rimbeccò puntandole il dito contro.
L’altra non disse nulla, limitandosi a guardare i calzini antiscivolo a forma di orsetto che portava ai piedi.
-Che hai combinato? – le chiese indagatrice, trovando sospetto il suo improvviso silenzio.
La bruna continuò a non rispondere, fino a che lei non le si parò davanti con fare minaccioso.
-Non dirmi che gli hai scritto tu?!-
Non potendo più fuggire all’evidenza, Giorgia si trovò costretta a vuotare il sacco.
-Sì! Maledetta me! Gli ho scritto! – ammise facendo sprofondare il viso in uno dei cuscini del divano su cui era seduta.
Non narreremo la lista di insulti che Chiara le riservò.
Marco era un ragazzo con cui Giorgia si era frequentata per diverso tempo, fino a che lui, di punto in bianco, non era sparito senza darle nessuna motivazione. Solo dopo diverse settimane, la ragazza riuscì a tirargli fuori che lui non avesse la benché minima intenzione di impegnarsi seriamente.
Eppure, ciclicamente, questo tipo tornava da lei, per poi sparire di nuovo.
-Ma perché? – le chiese Chiara sedendole accanto.
L’amica fece un profondo respiro -Non lo so…forse per noia- disse piegando la testa di lato -Non mi importa niente di lui, non mi fa stare neanche più male il suo ricordo. Lo so è stata una cretinata. Tu non c’eri, io ero sola con i miei pensieri tormentati, avevo il cellulare a portata di mano e il danno era fatto-
-Sei pessima- le disse l’amica picchiandole una mano sulla fronte.
-Hai ragione- ammise sconfortata la ragazza.



Angolo autrice:
Ciao a tutti e benvenuti in questa mini-long dai toni sclerotici!
Dovete sapere che qualche giorno fa io e Wall_hellsong abbiamo scoperto che Tom Hiddleston si è fidanzato con Zawe Ashton, l'attrice che ha interpretato con lui Betrayal, già da un anno e due mesi, mentre Oliver Phelps, alias George Weasley, è sposato con una tipa bionda da cinque anni!
Potete ben immaginare che trauma sia stato. Eravamo convinte fossero fidanzati con noi!
Quindi, per supplire a questi durissimi colpi che la vita ci ha inferto, abbiamo deciso di riprenderci i nostri uomini, almeno su carta XD
Vi chiedo scusa per le baggianate, i toni ilari e anche un po' superficiali, ma questa storia è nata così, in semplicità, con lo scopo di divertirci e anche un po' riscattarci.
Vi abbraccio,
_Val_
   
 
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