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Autore: QueenFighter    03/06/2020    0 recensioni
Kakashi Hatake era un noto professore di letteratura e storia al liceo di Konoha. Più conosciuto per la sua stravaganza e le doti nella didattica che per la sua persona. Non si conosceva molto di lui. Non che fosse schivo e taciturno, solo non parlava mai troppo della sua vita privata.
Kakashi però ben presto capì che forse, un qualcosa di più, i suoi studenti e soprattutto i suoi colleghi, era bene che lo sapessero
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi, Hatake, Sakura, Haruno
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Modern Love'
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Angolino mio.
Ciao a tutti!! Piccola KakaSaku senza pretese che spero vi possa alleviare la giornata e vi possa far sorridere un po’.
Senza perdermi in chiacchere, spero che vi piaccia e vi prego siate clementi con me.
 
 
 
Questione di anelli mancanti.
 
 
 
Kakashi Hatake era un noto professore di letteratura e storia al liceo di Konoha. Più conosciuto per la sua stravaganza e le doti nella didattica che per la sua persona. Non si conosceva molto di lui. Non che fosse schivo e taciturno, solo non parlava mai troppo della sua vita privata.
Le uniche cose che i suoi studenti conoscevano di lui erano i suoi migliori amici, ovvero l’insegnante di Scienze e Chimica, Obito Uchiha, e l’insegnante di Motoria, Maito Gai.
Per il resto, gli alunni, non sapevano nulla di lui. E questo, a Kakashi, andava più che bene. Era loro insegnante e non un loro amico, li doveva educare e non consolare.
Molti alunni lo guardavano sempre in cerca di un dettaglio, di un qualcosa che desse loro informazioni. Incuriositi da quel volto che avevano sempre visto per metà e mai per intero. Le ragazzine lo guardavano affascinate e altrettanto incuriosite.
Kakashi però ben presto capì che forse, un qualcosa di più, i suoi studenti e soprattutto i suoi colleghi, era bene che lo sapessero.
 
*
 
<< Oh mio Dio >>
<< Ma l’hai vista? Cioè amico, quel culo è legale? >>
<< Potrei diventare lesbica per quella lì >>
<< E i capelli? Le stanno da favola >>
<< Già a pochi stanno bene capelli così rosa, ma penso che a quella starebbe bene persino un sacco della spazzatura addosso >>
<< Ma poi la voce, starei ore ad ascoltarla parlare di colonne o tempi >>
Kakashi alzò lo sguardo dal libro con fare annoiato, guardando incuriosito i suoi studenti che vociferavano nel corridoio, mentre uscivano dall’aula dove si era appena tenuta la lezione di arte. Sentiva i ragazzi sospirare totalmente ammaliati e le ragazze talmente affascinate che cinguettavano complimenti come mai prima.
Alzò il sopracciglio confuso cercando di intravedere la figura della nuova sostituta del professore di arte, Daidara, impegnato per più di tre mesi in un convegno di dubbia necessità.
Una figura minuta uscì dall’aula mentre si metteva la tracolla su una spalla e stringeva un grande IPad tra le braccia fini e coperte dalla giacca di jeans scura. Camminava tranquilla guardandosi intorno spensierata. Sembrava quasi che nemmeno poggiasse i piedi in terra tanto era delicata.
Prese il suo caffè dalla macchinetta e si diresse verso la sala insegnanti, trovando quella che a conti fatti era una sua ex-studentessa, intenta a parlare con Akasuna No Sasori, anche lui insegnante d’arte, però per le classi di grado più alto.
Il rosso stava palesemente civettando con la ragazza che sorridente, annuiva alle direttive dell’uomo, che le stava spiegando dove poteva portare le sue cose in quei mesi di lavoro.
Si sentì in dovere di intervenire << Oh, signorina Haruno >> Sakura sentì la pelle d’oca riaffiorare dopo un brivido e continuando a sorridere si girò verso il nuovo interlocutore << Professor Hatake >>
Il rosso alzò un sopracciglio, palesemente infastidito dell’interruzione << Vi conoscete? >>
<< Oh, si >> disse l’uomo ghignando sotto alla mascherina facendo arrossire la giovane << Era un mio professore, io venivo a scuola qui >> spiegò la ragazza.
<< Ma non stavi mai troppo attenta alle mie lezioni >> sospirò Kakashi fintamente affranto e deluso << Disegnavi sempre >>
<< Arrivava così in ritardo alle lezioni. A quel punto i disegni erano così avanti che non potevo non finirli >> rispose piccata incrociando le bracci al petto fine.
 << Ha ragione l’arte va compresa >> le diede man forte il rosso, facendogli inclinare un sopracciglio.
<< Certo – disse iniziando a picchiettarsi il dorso del libro sul labbro – ma se ti disegnano come uno spaventapasseri, io la prendo come offesa >>
<< Oh, l’ho capito che si era offeso, si fidi >> ringhiò lei.
<< Kakashi, l’arte va compresa >> disse il rosso irritandolo con la voce annoiata.
Da quando siamo così in confidenza? Si chiese l’uomo internamente.
<< Certo, Sasori, certo >>
<< Bene, scusatemi, ma devo andare a fare lezione, ci vediamo in giro. Grazie mille Sasori per l’aiuto >> disse civettuola al rosso.
<< Quando vuole >>
 
*
 
Sakura stava nella sala insegnanti, seduta su una poltroncina rossa imbottita. Aveva incrociato le gambe, poco elegantemente, su essa e ora stava preparando un disegno per un importante cliente del suo negozio.
Il PinkInk era assai rinomato in tutta Konoha, ma anche in tutte le Nazioni, tanto che svariati clienti venivano da paesi lontani solo ed esclusivamente per farsi tatuare da lei o anche solo per avere un disegno suo e poi tatuato dal suo collega Sai. Aveva aperto il negozio circa tre anni prima e subito la gente ci si era fiondata dentro. Le più si erano interessati a lei perché allieva della rinomata Tsunade, miglior tatuatrice del paese e con svariati riconoscimenti a livello mondiale.
Cancellò il tratto con la gomma e riprese da dove si era interrotta, definendo in maniera più precisa il papillon a forma di pipistrello del suo Jack Skeletron.
Guardò soddisfatta la sua opera e la salvò solo dopo averla firmata. Mentre stava inviando il file a Sai tramite messaggio sentì dei passi alle sue spalle. << Professoressa Haruno? >> alzò gli occhi notando uno dei suoi allievi entrare nella sala insegnanti, rimase un po’ interdetta a quelle riverenze, non ci era ancora abituata.
<< Rock Lee entra pure >> disse sorridendo e alzandosi, rendendosi conto che la sua posa non era molto adatta al suo nuovo lavoro.
<< L-le volevo consegnare il trattato su Van Gogh >> disse balbettando e porgendole il piccolo plico. Sakura lo trovò estremamente tenero, arrossito e imbarazzato. << Molto bene, ti ringrazio. >> rispose cordiale prendendolo e inserendolo nella sua tracolla rossa, tutta disegnata con stile giapponese.
Il ragazzino sorrise a quel ringraziamento, abituato solo a ringhi e sbuffi annoiati da parte degli insegnanti e non a sorrisi dolci e comprensivi.
<< A-arrivederci, a d-domani >> disse inchinandosi leggermente.
Sakura arrossì leggermente, non abituata a tutto quel rispetto e a quelle reverenze che la facevano sentire così adulta e importante.
<< Signorina Haruno >> Kakashi entrò senza nemmeno guardarli e ignorando totalmente lo studente che lo guardò impaurito, facendo alzare un sopracciglio alla ragazza << Professor Hatake >>
<< Oh Lee ci sei anche tu >> disse l’uomo senza nemmeno alzare gli occhi dal libro, Sakura si era sempre chiesta come faceva a non guardare dove camminava.
<< Professore >> disse per poi ritirarsi. Lei tornò alla sua postazione, controllando la lista dei disegni che doveva ancora preparare, ignorando l’altro presente nella stanza.
Aprì nuovamente il programma sullo schermo, stringendo lievemente il guanto che serviva a non far sentire il tocco del suo palmo sullo schermo digitale e levandosi la larga felpa che indossava, accaldata.
Kakashi rimirò ogni gesto con gli occhi e osservo attentamente la pelle tatuata. La maglietta attillata le definiva le forme piccole ma piacevoli. Il seno minuto era fasciato perfettamente dalla maglietta e Kakashi constatò che era piacevole alla vista. La vita fine e minuta era fasciata dai jeans a vita alta e il sedere rotondo sembrava morbido ma guardandola camminare si poteva notare quanto fosse tonico e fermo.
Kakashi schioccò la lingua sul palato << Siete molto apprezzata >>
Sakura nemmeno alzò gli occhi dal tablet << Bene, almeno non mi sentirò troppo in colpa quando darò loro delle verifiche >>
<< Non intendevo quello >> iniziò l’uomo che poi si fermò all’ingresso di un altro professore.
<< RIVALE, Professoressa Haruno, HO UNA SFIDA DA PROPORTI >>
 
*
 
 
In alcuni giorni dell’anno i professori facevano lezioni combinate per far capire come, nella storia, gli avvenimenti si potevano correlare tutti insieme.
Sakura sbuffò alla scoperta del suo accoppiamento e ringhiò irritata quando Kakashi entrò nella sua aula, in ritardo.
<< Bene ragazzi, ora che il professor Hatake ci ha degnato della sua presenza possiamo continuare. I manifesti erano importanti a livello di impatto sulla popolazione. Erano studiati in ogni maniera e spesso erano fatti con poche scritte. La popolazione dell’epoca era poco colta… >> Sakura continuò a parlare mentre Kakashi si sedeva annoiato sulla sedia davanti alla cattedra mentre guardava la classe e gli studenti.
Poteva notare quanto essi fossero totalmente ammaliati dalla piccola figura che volteggiava tra i banchi, delicata e leggera, spiegando con voce decisa e sicura di quello che stava affermando. Kakashi notò come alcuni studenti sul fondo si sposero per gustarsi al meglio la figura della donna.
Sospirò immaginando quali assurde fantasie si stavano facendo i suoi studenti, provando un leggero moto di rabbia a quel comportamento così poco adeguato e irrispettoso nei confronti della ragazza << Signor Kankuro >> il moro si raddrizzò sulla sedia, inevitabilmente sorpreso dalla ripresa << Sa dirmi a che periodo storico potremmo affibbiare alla tipologia di manifesti descritti dalla Professoressa Haruno? >> chiese a bruciapelo.
Il moro si chiuse in un mutismo e arrossì totalmente, più per la figura che aveva fatto che per la mancata risposta. Kakashi alzò un sopracciglio << Veda di concentrarsi di più, ha perfettamente capito cosa intendo >> ringhiò aspro e totalmente irritato facendo drizzare a tutti la schiena. Era un comportamento inusuale da parte sua. Di solito non si intrometteva mai così nelle lezioni, e ne era cosciente, ma non riuscì a franare la lingua in quel momento, totalmente irritato dalla morsa che gli aveva preso lo stomaco.
Accennò a Sakura che poteva continuare, che ancora lo guardava stranita.
Per il resto della lezione vennero fissati solo il volto o la nuca della nuova e ingenua professoressa di Arte.
 
*
<< Non potete capire, quando ha raccolto quella penna pensavo di morire di infarto. >>
<< Poi ha una voce così soave >>
<< Già peccato che Kankuro si è beccato una bella strigliata dal professor Hatake >>
<< Magari anche a lui piace, a chi non piacerebbe, e poi come fa una così a essere single? >>
<< Pur di farmi toccare da lei mi farei tatuare tutto il corpo, capiscimi >>
<< Povero Kankuro, gli è passata la voglia di guardarle il culo >>
<< Avete visto che non porta nessun anello? >>
Kakashi ringhiò letteralmente sospirando frustrato. Dopo tre settimane di servizio, Sakura aveva sconvolto tutta la scuola, portandola a regredire. Gli adolescenti erano insopportabili di loro, figuriamoci se gli mettevano davanti una bella donna come quella. Rispetto a loro, così rigidi e annoiati, la giovane Sakura era una ventata d’aria fresca.
Gli verrà a noia, prima o poi. Aveva innocentemente pensato dopo una settimana, ma quella previsione non si era avverata. Anzi, si ritrovava sempre orde di adolescenti arrapati che si destreggiavano nel disegno durante le sue ore e che sospiravano emozionati quando la vedevano passare attraverso le finestre. Facendogli crescere quel moto di rabbia e l’incazzatura.
La parte peggiore era che persino alcuni suoi colleghi le facevano palesemente la corte, cercando di avvicinarsi a lei il più possibile sfiorandole la mano mentre l passavano dei documenti, o accostandosi a lei mentre chiedeva qualche informazione.
A capo di questo movimento Pro-Sakura c’era il rosso artista che si destreggiava nelle maniere più impensate pur di stare con la ragazza.
Sospirò passandosi la mano sugli occhi sentendo un cerchio avvolgergli la testa.
<< Tutto bene? >> chiese Sakura entrando nella sala insegnanti.
Lui annuì mettendo l’ennesimo voto sul compito, cercando di essere più imparziale possibile con Kankuro.
Lei si mise seduta di fronte a lui levandosi il giacchetto di pelle e mostrandogli così quel fisico e quelle forme che tanto gli piacevano e lo attiravano. Il tatuaggio sul braccio, i rami di ciliegio in fiore, era quello più grande che la ragazza aveva e le avvolgeva l’intero braccio destro.
Aveva iniziato a fare caso a ogni dettaglio che la riguardasse ed era vero, non portava nessun anello. A differenza di tanti tatuatori però, Sakura non aveva le mani tatuate, perché la reputava una forma di non rispetto.
Aveva solo una piccola lettera sull’anulare sinistro proprio sopra la nocca.
<< Oh Sakura >> Kakashi strinse la penna tra le dita sentendo il rosso entrare nella stanza << Posso parlarti? >>
La ragazza sorrise << Certo >>
<< Sa c’è una fantastica mostra di arte contemporanea al museo, sabato prossimo, e mi farebbe piacere se mi accompagnasse >>
La ragazza sorrise imbarazzata, capendo benissimo che il collega la stava invitando a un appuntamento facendo ribollire il sangue nelle vene di Kakashi, che lo guardava truce.
<< Mi dispiace, ma sabato prossimo è il compleanno del mio fidanzato e non posso mancare >> disse sorridendo facendo sgranare gli occhi al rosso << F-fidanzato? >>
Lei mostrò l’anulare << Non mi piacciono troppo gli anelli, sono sempre con le mani nella tinta o nei guanti e potrei rovinarli, quindi ho optato per un tatuaggio >> spiegò imbarazzata facendo gongolare l’altro.
<< Se mi posso permettere, come mai non ha mai accennato a questo fidanzato? >>
 
*
 
Faceva scorrere la penna sul foglio a righe in maniera sicura e decisa, definendo le righe che aveva fatto poco prima a matita. Si scostò una noiosa ciocca di capelli, sbuffando sottovoce nel sentire il sottofondo dei rumori che regnavano in classe.
Tutti silenziosi e attenti, incantati dai modi svogliati e accattivanti del professore che annoiato continuava a fare un noiosissimo avanti e indietro davanti alla prima fila di banchi.
Era solita occuparla anche lei, ma quando c’era lui cambiava posto con un accondiscende Naruto che tutto soddisfatto stava ascoltando il professore. Più che altro era contento perché poteva infastidire Sasuke a suo piacimento.
Guardò attentamente la chioma del professor Hatake per poi concentrarsi nuovamente sul foglio, guardando soddisfatta il suo lavoro.
<< La vedo soddisfatta signorina Haruno, deduco che il suo ennesimo disegno sia andato bene >> disse quello. Sakura si drizzò sulla sedia arrossendo fino alle punte dei capelli.
Come aveva fatto? Era girato di spalle e stava discutendo di un qualche inutile filosofo, scrivendo qualcosa alla lavagna.
I suoi compagni la guardarono ridacchianti e Ino, accanto a lei, sghignazzò nel vederla nascondere impacciata il disegno sotto i libri.
<< Uno spaventapasseri? Davvero signorina Haruno? Pensavo che la sua fantasia fosse migliore >> tanto concentrata era nel nascondere quel cazzo di foglio, tanto non si era accorta che il professore era dietro di lei. Sgranò gli occhi e deglutì rumorosamente << Mi piacciono i classici >> disse tirando un sorriso per nulla sincero.
L’altro sghignazzò << Anche a me. E sono fermamente convinto che non le dispiacerà la ricerca approfondita sulla Divina Commedia che le sto per affidare. Vero? >> chiese mieloso, facendola irritare.
<< Ma certo che no >> ringhiò.
<< Bene, la voglio di cento pagine con approfondimenti sulle varie metafore politico- religiose e anche una linea generale su tutti i canti. Mi dica signorina Haruno, come definirebbe la sua punizione Dante Alighieri? >>
<< Analoga? >>
<< Veda di fare anche un bell’approfondimento di cinque pagine sul ‘Contrappasso’ >>
 
Sakura sorrise al ricordo continuando a spennellare la vernice sulla tela, definendo i contorni dell’immagine che stava facendo.
Si sistemò meglio sullo sgabello portando un piede sulla seduta e crucciò le sopracciglia in un’espressione concentrata.
Sent’ delle braccia avvolgerle il busto e il mento dell’uomo posarsi sulla sua testolina << Mi regali un ritratto? >>
Sakura sbuffò << No voglio solo metterlo in camera da letto >>
<< Lo trovo inquietante. La mia faccia che ci fissa mentre scopiamo selvaggiamente o dormiamo >>
<< Mhn, allora potrei metterlo in salotto >>
<< Già meglio >>
Sakura ridacchiò poggiando il pennello sul piccolo tavolino alla sua destra << Potresti regalarlo a Sasori >>
 
<< Non trovo necessario che si venga a sapere ma dato che sembri non capire è giusto che tu sappia che quella ‘K’ non significa King ma bensì Kakashi, ovvero me. >>
 
 
<< Oh Kakashi, sei geloso per caso? >> l’uomo con la mascherina si distaccò dalla ragazza ricordandosi per cosa fosse li. La fece alzare e le passò il braccio sinistro intorno alla vita facendole alzare gli occhi su di se e accostando l’ampio petto al minuto torace della ragazza che lo fissava curiosa.
<< Sai che non mi piacciono le smancerie – iniziò sospirando – e che sono l’uomo meno romantico del mondo. Intendiamoci non ti dirò mai spesso che ti amo e non ti chiederò mai ‘Fai l’amore con me’ o ‘Andiamo a una mostra d’arte insieme’ – disse scimmiottando il professore, che per poco quel pomeriggio non era collassato- ma credo che questo sia necessario >> finì estraendo la mano destra dalla tasca del pantalone elegante e infilando la piccola fedina d’argento all’anulare della ragazza.
<< In queste settimane mi è ribollito il sangue mentre sentivo studenti e professori fare determinati commenti su di te e penso sia ora che capiscono che effettivamente sei impegnata >> Sakura lo guardò stupita e alzò il braccio guardando la mano con l’anello e sorridendo felice. Gli abbassò veloce la mascherina e dopo aver posato le mani sulle guance lievemente ricoperte di barba dell’uomo lo baciò con foga e passione.
<< So come sei e so anche che mi ami, anche se non me lo dici me lo dimostri ogni giorno – aveva detto quando si era staccata da lui – per quanto riguarda il fare l’amore -avvolse la mano sulla cravatta e lo tirò a se – sa molto di vecchi tempi e di ragazzino allo stesso tempo. Ma il mio uomo invece mi scopa da Dio >> aveva ghignato lei facendolo sorridere << Allora Professor Hatake, sto ancora disegnando dopotutto, non crede che debba avere una punizione migliore? >>
<< Sarà eccellente >>
  
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