Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: evil 65    03/06/2020    20 recensioni
È passato un anno da quando i Guardiani hanno sconfitto Pitch Black.
Jack Frost è ormai una Leggenda a tutti gli effetti, e cerca di bilanciare la sua nuova posizione di Guardiano del Divertimento con la vita di tutti i giorni.
Tuttavia, l’improvvisa apparizione di un vecchio che afferma di essere Padre Tempo segnerà una brusca e inattesa interruzione dal periodo di tranquillità: secondo l'uomo, Pitch Black sta costruendo un’arma abbastanza potente da far sprofondare l’intero universo in una nuova Dark Age.
C’è solo un piccolo dettaglio: Pitch Black è ancora intrappolato nel suo regno…
(Crossover tra Le 5 Leggende, Frozen, Dragon Trainer, Ribelle - The Brave e altre opere)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
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Ecco un nuovissimo capitolo!
Sarà l’ultimo aggiornamento Slice of Life della storia, quindi vi consiglio di godervelo. Perché dal prossimo in avanti sarà una discesa continua nell’oscurità.
Buona lettura!

 


 Capitolo 13 - Let it snow
 
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I'm not a stranger to the dark
Hide away, they say
'Cause we don't want your broken parts
I've learned to be ashamed of all my scars
Run away, they say
No one'll love you as you are...

Keala Settle - This Is Me
 
 
Domandarsi fino a che età una persona possa credere all'esistenza di Babbo Natale è questione abbastanza futile, che lascia il tempo che trova. Ma se volete sapere fino a quando Elsa aveva creduto al vecchietto vestito di rosso, fino al giorno prima vi avrebbe assicurato con la massima tranquillità che sin dall'inizio non ci era mai cascata, sebbene non fosse del tutto vero.
In effetti, aveva creduto in lui fino al suo decimo 26 Dicembre, giorno in cui aveva personalmente scritto una lettera a Babbo Natale per chiedergli un regalo assai diverso dal solito: levarle i poteri con i quali aveva ferito la sua sorellina. Come potete immaginare, tale desiderio non era stato esaudito, evento che aveva scosso profondamente la fede della bambina in tutte le leggende del folclore infantile.
Ora, mentre osservava la base di Nord in piena attività, con i suoi colori sgargianti e gli Yeti impegnati a fabbricare centinaia e centinaia di meraviglie, si sentiva quasi come una ragazzina a cui avevano appena fatto scoprire il cioccolato.
Quello era il giorno in cui avrebbe recuperando la sua infanzia rubata.
<< Riesci a crederci, Elsa? Siamo nella base di Babbo Natale! Il Polo Nord! È praticamente il sogno proibito di ogni bambino! >> esclamò Anna, mentre continuava a guardarsi attorno con occhi meravigliati. << Non siamo mai state così lontane da Arendelle! >>
<< Ci troviamo in un’altra dimensione, Anna >> rispose la sorella con un giocoso roteare degli occhi. << Non penso che qualcuno del regno sia stato più lontano di noi, a questo punto. >>
<< Viene da chiedersi se pure il nostro mondo abbia un suo Babbo Natale >> commentò Rapunzel, mentre addentava uno dei biscotti preparatile dagli Yeti circa un’ora prima.
Abbassando lo sguardo, si rese conto  che una coppia di elfi si era fermata proprio di fronte a lei  e aveva cominciato ad osservare il dolciume con espressioni timide e affamate al tempo stesso.
La principessa passò brevemente lo sguardo dalle due creature al biscotto che teneva in mano. Dopo qualche secondo, fece un sorriso complice e lo spezzò in due, offrendone una parte a ciascun elfo.
Entrambi gli esserini squittirono all’unisono. Poi, si lanciarono verso Rapunzel e afferrarono l’ambito regalo, ma non prima di aver posato un bacio sulle nocche della bionda.
Elsa li osservò zampettare via con sorriso divertito.
<< Mi piacerebbe crederlo >> sussurrò, rispondendo alla domanda inespressa della cugina. << Dopotutto, se c’è una cosa che mi ha insegnato questa piccola avventura… è che il mondo è un posto molto più grande di quanto avrei mai potuto immaginare. >>
Affianco a lei, Anna e Rapunzel si ritrovarono ad annuire d’accordo. Stavano per riprendere a camminare, quando…
<< Ehilà! >> esclamò una voce familiare sopra le loro teste.
Le tre ragazze sollevarono lo sguardo e i loro occhi si posarono sull’inconfondibile figura di Jack Frost, appeso per le gambe ad una delle assi del soffitto.
<< Jack >> salutò Elsa, incapace di trattenere un sorriso alla vista dello spirito invernale.
Questi restituì l’espressione della giovane donna e si lasciò cadere, atterrando sui piedi con l’agilità degna di un campione olimpico.
<< Signore >> offrì con un inchino galante, facendo ridacchiare il trio di reali. << Volevo offrirvi la possibilità di uscire dalla fabbrica e camminare sulla banchisa artica. Credetemi, i racconti sul Polo Nord impallidiscono di fronte alla sua vera bellezza. >>
Rapunzel era già pronta a rispondere con un’affermazione entusiasta… ma si fermò di colpo. Con la coda dell’occhio, notò che Anna stava simulando un “no” con le labbra. La bionda inarcò un sopracciglio, visibilmente confusa dalle azioni della cugina.
Questo, almeno, fino a quando la rossa non fece un rapido cenno in direzione di Elsa, la quale sembrava del tutto inconsapevole di ciò che stesse macchinando la sorella.
Gli occhi della principessa perduta si spalancarono per la comprensione, ed ella si voltò in direzione di Jack.
<< Certo, ci piacerebbe molto. Ma… >>
Si interruppe a metà frase, non del tutto sicura come procedere.
<< …Ho promesso che avrei aiutato Rapunzel a ritrovare Pascal >> aggiunse rapidamente Anna, comparendo alle spalle della cugina.
Jack volse ad entrambe uno sguardo incuriosito.
<< Il mio camaleonte >> spiegò pazientemente la bionda. << Quella piccola peste si è allontanata chissà dove, e l’ultima cosa che voglio è che uno degli Yeti lo schiacci per errore. >>
<< Ma voi divertitevi pure senza di noi! >> continuò Anna, arricciando ambe le labbra in un sorriso smagliante.  << Vi raggiungeremo più tardi! >>
Detto questo, avvolse la sorella in un forte abbraccio.
<< Vai a prenderlo, tigre >> le sussurrò nell’orecchio, ricevendo in cambio un’espressione assolutamente basita.
La rossa si limitò a ridacchiare e cominciò a spingere Rapunzel lontano dalla coppia di spiriti, per poi scomparire dietro ad un angolo con un sonoro: << A dopo! >>
Jack ed Elsa osservarono il tutto con sguardi a dir poco sconcertati.
<< Be'… tua sorella ha sicuramente una personalità solare >> commentò il Quinto Guardiano, dopo qualche attimo di silenzio.
Affianco a lui, l’ex regina di Arendelle rilasciò un sonoro sospiro.
<< A volte anche troppo >> borbottò a bassa voce, suscitando una risata divertita ad opera dell’albino.
Questi le porse il braccio destro con un sorriso carico di aspettative. << Andiamo? >>
Elsa ridacchiò a sua volta, per poi afferrare l’arto dello spirito.
<< Con piacere, signor Frost. >>
 
                                                                                                                 * * * 
 
Secondo Kipling - un poeta inglese che vinse il premio Nobel - oltre il 65º parallelo settentrionale si era fuori dalla protezione divina e dalla legge degli uomini. Per sopravvivere in un ambiente del genere, bisognava essere abbastanza forti da non contare né su Dio, né su nessun altro.
Tuttavia, per quanto il Polo Nord potesse essere desolato, Jack era sempre rimasto affascinato dalla bellezza incontaminata dei suoi panorami... la magnifica, infinita solitudine dell'Artide.
Era una continua fonte d'ispirazione. Tutti i suoi problemi svanivano, di fronte a una simile maestosità. E presto, anche Elsa cominciò a condividere i sentimenti del ragazzo.
<< Avevi ragione, Jack. È…è davvero stupendo >> sussurrò, mentre scrutava la distesa di formazioni ghiacciate dalla collinetta su cui stavano passeggiando.
Non si erano allontanati troppo dalla base di Nord, giusto quel tanto che bastava per osservare la banchisa artica in tutto il suo splendore.
La cosiddetta Regina delle Nevi sapeva bene quanto la neve potesse essere bella… ma non fino a quel punto. Sembrava quasi che fossero atterrati su un altro pianeta.
<< Sì… >> replicò Frost, in risposta al commento della giovane donna. Ma a sua insaputa, gli occhi del ragazzo non erano rivolti verso il paesaggio che li circondava…bensì su di lei.
In quel momento, le parole di Calmoniglio cominciarono a risuonargli in testa in maniera piuttosto fastidiosa.
“Dannazione, Coda di Cotone…”
<< Mi dispiace >> sbottò all’improvviso, attirando l’attenzione del Quinto Spirito.
Lei prese a scrutarlo curiosamente. << Per cosa? >>
<< Per quello che hai passato >> rispose, distogliendo appena lo sguardo.  << Nessuna persona dovrebbe affrontare una cosa del genere. Vivere da sola, isolata dal resto del mondo, incapace di interagire con gli altri… credimi, io lo so bene. >>
Quelle parole, per qualche ragione, inviarono un brivido spiacevole lungo la spina dorsale della giovane donna. C’era… qualcosa nel tono dell’albino che lasciava trasparire un profondo dolore.
Notando la sua sorpresa, questi cominciò a spiegare.
<< Nel mio mondo, gli spiriti come me possono essere visti solo se qualcuno crede in loro. E per 300 anni… nessuno era nemmeno consapevole della mia esistenza >> ammise con una scrollata di spalle.
Elsa spalancò gli occhi per la sorpresa, incapace di trattenere un sussulto.
<< Sei stato da solo per 300 anni? >> domandò con una punta d’incredulità.
No… stava sicuramente scherzando. Aveva vissuto completamente isolata per quasi dieci anni, incapace di interagire con Anna o con qualsiasi altra persona che non fossero i suoi genitori. E ancora ricordava quel periodo di tempo come il più straziante di tutta la sua vita.
C’erano stati momenti in cui avrebbe voluto semplicemente scomparire… per non sentire più quel dolore.  Per non dover più ascoltare i pianti di Anna, quando si sedeva di fronte alla sua porta e la pregava di uscire.
Ma affrontare la più completa solitudine per ben tre secoli… come si poteva affrontare qualcosa di simile senza impazzire?
Jack le offrì un sorriso amaro.
<< Ogni tanto riuscivo a interagire con qualche altro spirito >> continuò con un sospiro. << Ma erano sempre troppo impegnati con i loro doveri. Non avevano il tempo – o la pazienza - per stare al passo delle mie buffonate. >>
E in quelle parole, Elsa non percepì altro che sincerità… e tristezza. Fu in quel momento che il ricordo del loro primo incontro la colpì con la stessa forza di un treno in corsa.
<< Oh, Jack, mi dispiace molto! >> esclamò, sorprendendo il Guardiano << Quando ad Ahtohallan ho detto che non eri reale, io… oddio, è stato così insensibile da parte mia… >>
<< Va bene >> la interruppe rapidamente lo spirito invernale, agitando la mano destra con fare irriverente. << Tranquilla, non lo sapevi. E poi, ormai ci sono abituato. >>
Quell’affermazione non fece altro che accrescere il senso di colpa che aveva cominciato a mangiarla viva. Per quanto l’albino potesse sembrare disinteressato, era abbastanza chiaro che l’intera faccenda fosse una questione delicata, per lui.
Aveva letto di persone – soprattutto soldati – che avevano subito traumi  di vario genere, con conseguente sindrome da stress post traumatico. Tutti questi individui erano accomunati da un denominatore comune: c’era sempre qualcosa – magari un’immagine o una parola – che poteva risvegliare quel trauma. E quando Elsa aveva affermato che Jack non era reale…probabilmente aveva innescato anni e anni di sofferenze che lo spirito aveva cercato di seppellire sotto un atteggiamento scherzoso.
<< Come sei diventato Jack Frost? >> chiese di punto in bianco, nel tentativo di cambiare argomento. << Calmoniglio ha detto di essere stato scelto dall’Uomo della Luna. È stato lo stesso per te? >>
A quella domanda, l’espressione sul volto di Jack si fece improvvisamente più custodita.
Il cuore dell’ex regina mancò un battito.
<< Scusa, non volevo metterti a disagio >> disse rapidamente. << Non devi dirmelo, se non vuoi… >>
<< No, va bene, è solo che… >> lo spirito sembrò esitare << Diciamo che le persone normali, quando lo scoprono, vanno un po’ fuori di testa. Promettimi che non scapperai via! >>
Elsa si ritrovò inizialmente sorpresa dalle parole del ragazzo. Rimase in silenzio per qualche secondo, prima di annuire con uno sguardo determinato.
La risposta sembrò soddisfare Jack, il quale recuperò il suo sorriso sbarazzino.
<< Sono nato 300 anni fa a Burgress, una piccola cittadina nel Nord America. Ero un ragazzo assolutamente normale, figlio primogenito di una famiglia di taglialegna >> aggiunse con una scrollata di spalle, mentre faceva roteare il suo bastone. << Eravamo io, mio madre, mio padre… e mia sorella, Emma. Un vero terremoto. >>
L’espressione sul suo volto si fece improvvisamente più nostalgica. In essa, Elsa vide quel tipo di amore che aveva già visto in molte altre occasioni…ogni qualvolta Anna le sorrideva. Quel tipo di amore che una persona poteva nutrire solo nei confronti di una sorella o di un fratello.
Il Quinto Spirito non potè fare a meno di esternare un sorriso di suo.
<< Il giorno del suo undicesimo compleanno, l’avevo portata a pattinare su un lago ghiacciato >> riprese Jack, per poi ridacchiare. << Avresti dovuto vederla. Non aveva mai pattinato in vita sua, era così felice… così piena di vita. >>
Improvvisamente, lo sguardo del ragazzo si fece molto più cupo.
Elsa sentì una stretta spiacevole attanagliarle il cuore, e tese i muscoli per l’anticipazione.
<< E poi…il ghiaccio sotto di lei cominciò a rompersi >> sussurrò lo spirito invernale, suscitando un sussulto ad opera della giovane donna.  << Ed eccomi lì: lo stupido fratello maggiore che aveva appena condannato a morte la sua sorellina. Proteggerla era il mio compito, il mio dovere. Non potevo permettere che le accadesse qualcosa, così… afferrai questo bastone e lo usai per spingerla verso la riva… cadendo nel lago al suo posto. >>
La reazione della ragazza fu praticamente istantanea. Si portò ambe le mani davanti alla bocca, il volto ora adornato da una maschera di puro orrore.
<< Come… come sei sopravvissuto? >> domandò con esitazione, sentendo la presa spiacevole farsi sempre più incisiva.
In risposta a quella domanda, Jack rilasciò un sonoro sospiro.<< Non l’ho fatto >>
Per un attimo, l’ex regina credette di aver sentito male. No… non poteva essere… ora si stava sicuramente prendendo gioco di lei. Non poteva… lui non poteva essere…
<< Sono morto, Elsa >> aggiunse l’albino, confermando il  terribile sospetto che aveva cominciato a farsi strada nella mente della bionda.
Scrollò le spalle, mettendo su un sorriso ironico. << Non che sia una davvero una sorpresa, nessuna persona normale può sopravvivere a lungo a certe temperature. Ma l’Uomo della Luna rimase impressionato dal mio sacrificio, e così… voilà! Mi rese Jack Frost, lo Spirito dell’Inverno. >>
Finito il suo racconto, simulò un inchino aggraziato, per poi alzare lo sguardo verso Elsa.
La giovane donna era rimasta ferma e immobile, il volto chiuso in un’espressione impassibile. Ma nei suoi occhi del colore del cielo, Jack riconobbe uno sguardo che aveva già visto altre volte: uno che rasentava l’orrore più puro.
Fece una smorfia. Quando aveva iniziato a interagire con i bambini, aveva fatto l’errore di raccontare le proprie origini ad alcuni di loro…con risultati a dir poco disastrosi.
Inutile dire che presentarsi come una sorta di fantasma tornato dal regno dei morti non era stata tra le sue idee più brillanti. Quei bambini erano fuggiti da lui terrorizzati, come se avessero appena visto una specie di mostro.
Non che lo spirito potesse biasimarli. In fondo, erano solo bambini… avrebbe dovuto tenere in conto il fatto che la morte fosse un argomento delicato, a quell’età. Ma aveva vissuto da solo per 300 anni, senza la possibilità di poter intergiare con chiunque per molto tempo… e proprio per questo, le sue abilità sociali erano piuttosto arrugginite. Così come il suo buon senso.
Dubitava seriamente che anche Elsa sarebbe scappata da lui, in fondo era una donna adulta. Ma in cuor suo, aveva sperato che non lo avrebbe visto come una sorta di scherzo della natura.
<< Che ti avevo detto? La gente va sempre fuori di tes… off! >>
La giovane donna si lanciò in avanti e lo abbracciò, prima che potesse terminare la frase.
Il corpo dello spirito si drizzò come un palo.
<< E-Elsa… >> balbettò, visibilmente preso in contropiede dalla reazione dell’ex regina.
Era… era calda. Che strano… si sarebbe aspettato un corpo freddo, considerato i suoi poteri… un po’ come il proprio. Invece era caldo… sembrava quasi umano e pieno di vita.
<< Shhhhh, sta zitto >> gli sussurrò lei nell’orecchio, facendolo rabbrividire. << Penso che tu ne abbia bisogno. >>
Jack deglutì a fatica. << Sono già stato abbracciato prima. >>
<< Quante volte? >> gli chiese, senza minimamente accennare a volersi staccare.
<< Un paio >> rispose l’altro, ridacchiando appena.
La presa su di lui si fece più forte.
<< Una in più non farà male >> sentenziò il Quinto Spirito, mentre gli passava una mano tra i capelli color neve.
Jack deglutì una seconda volta. Lentamente, quasi come se avesse paura di romperla, le avvolse le braccia attorno e restituì l’abbraccio con esitazione.
In tutti i suoi anni spesi come uno spirito, solo Jamie e gli altri Guardiani avevano osato abbracciarlo. Era una sensazione aliena, strana… ma piacevole. Molto piacevole.
Per un attimo, dimenticò ogni preoccupazione. Pitch, il Crogiolo, i Fearlings… in quel momento, poteva solo pensare a quanto fosse caldo e morbido il corpo di Elsa premuto contro il suo, mentre le sue dita sottili gli scorrevano tra i capelli. Avrebbe potuto rimanere in quella posizione per sempre.
Dopo quello che sembrò un tempo interminabile, entrambi cominciarono a separarsi.
Il Quinto Spirito gli rivolse un sorriso gentile, e Jack fu costretto a fare appello ad ogni oncia di autocontrollo che aveva in corpo per non arrossire come una fornace.
Compì un paio di colpi di tosse.
<< Quindi… quali sono, esattamente, i doveri del Quinto Spirito? >>  chiese con tono apparentemente disinvolto, mentre riprendevano a camminare.
Elsa si strinse nelle spalle.
<< Niente di eccitante come portare gioia e divertimento ai bambini di tutto il mondo >> ammise con un piccolo ghigno rivolto nei confronti del Guardiano. << Ho il compito di mantenere la pace tra il regno degli umani e la Foresta Incantata. >>
<< E QUESTO non sarebbe una cosa eccitante? >> sbuffò l’altro, con un sopracciglio inarcato.
La giovane donna si limitò a rotare gli occhi. << È più noioso di quanto sembri. Per la maggior parte del tempo, mi occupo di pattugliare la Foresta, aiutare i Northuldra con le loro faccende, proteggere gli animali del luogo dai bracconieri… oh, e ogni tanto visito mia sorella per darle consigli e assisterla durante la preparazione degli eventi festivi di Arendelle. >>
<< Capisco >> borbottò Jack, non poco impressionato dal forte senso del dovere dell’ex regina. << E cosa fai per passare il tempo? >>
Questa volta, Elsa sembrò esitare.
<< Mi piace esplorare. La foresta è grande, ed è stata tenuta isolata dal resto del mondo per quasi vent’anni >> disse, con un’altra scrollata di spalle.
Affianco a lei, lo spirito invernale rimase in attesa per qualche secondo. << …E? >>
<< E cosa? >>
<< Oltre a esplorare la foresta… quali altri hobby hai? >> continuò con un roteare degli occhi.
Il Quinto Spirito continuò a guardare dritta davanti a sé. << A volte leggo i libri che Anna mi invia attraverso Gale. >>
<< E? >>
<< E… è tutto >> rispose, facendo quasi inciampare Jack.
Questi le lanciò uno sguardo sorpreso.
<< Aspetta, mi stai dicendo che hai poteri legati al ghiaccio, sei in buoni rapporti con altri quattro spiriti… e non li hai mai sfruttati per fare qualche attività divertente? >> domandò incredulo.
Elsa lo scrutò lateralmente.
<< Certo che sì. Ti ho detto che a volte li uso per aiutare mia sorella nell’organizzare eventi festivi. Creo statue di ghiaccio, piste da pattinaggio per i bambini… cose di questo tipo. >>
<< Senza offesa, Bucaneve, ma da come la stai mettendo sembra più un lavoro che un’attività divertente >> ribatté l’altro, con tono di fatto. << Non hai mai, che ne so… organizzato una battaglia a palle di neve con i tuoi amici Northuldra? >>
La ragazza rilasciò un sospiro. Per qualche ragione, sapeva che questa conversazione stava per arrivare. Jack ed Anna avevano entrambi una personalità molto giocosa, e pure l’attuale regina di Arendelle le aveva posto le stesse esatte domande.
<< Jack, spendo quasi tutte le giornate a pattugliare la foresta. Non ho davvero il tempo per impegnarmi in simili attività >> rispose con uno sguardo che non ammetteva repliche.
Il Quinto Guardiano prese a scrutarla con un’espressione incerta, ma sembrò disposto a lasciar perdere l’argomento.
Elsa sorrise soddisfatta, procedette a voltarsi… e subito qualcosa la colpì in testa, facendola incespicare in avanti.
Lentamente, la giovane donna si portò una mano tra i capelli e le sue dita toccarono qualcosa di molto familiare.
<< Mi hai….mi hai appena colpito con una palla di neve? >> domandò incredula, mentre si girava in direzione di Jack.
Questi si limitò a inviarle un ghigno innocente. << Non so davvero di cosa stiate parlando, Vostra Sfolgorante Bianchezza. >>
La bionda strinse gli occhi, visibilmente contrariata dalla palese bugia del ragazzo.
Jack continuò a sorriderle… e poi, cominciò a voltarsi con aria apparentemente disinvolta, guardandola appena con la coda dell’occhio. Era quasi come se la stesse sfidando a fare qualcosa.
A quel punto, un solo pensiero attraverso la mente dell’ex regina: “Sfida accettata!”
Creò rapidamente una palla di neve nella mano destra e la lanciò contro il Guardiano. L’eterno adolescente compì un passo di lato, evitando il colpo con una facilità disarmante.
<< Mancato! >> esclamò, mentre volgeva al Quinto Spirito un’espressione beffarda. << Temo che la vostra mira sia piuttosto carente, mia signora... >>
<< Carente? Ooooh… pessima scelta di parole, Frost >> ribattè l’altra con un ghigno di suo, mentre evocava dal nulla un’altra decina di palle di neve.
Queste cominciarono a fluttuare a mezz’aria, come sostenute da una forza invisibile. Dopo un paio di secondi, partirono spedite verso il loro bersaglio.
Per nulla intimorito da quell’attacco, Jack si limitò ad evitare ogni palla con movimenti agili e scattanti, simulando qualche sbadiglio occasionale.
<< È davvero il meglio che sai fare? Devo ammetterlo, mi aspettavo di più dal Quinto Spirito >> disse quando i proiettili della giovane donna si esaurirono del tutto. 
Elsa strinse ambe le mani in pugni serrati. Si stava prendendo gioco di lei… una scelta che presto gli avrebbe fatto rimpiangere.
Sollevò le braccia verso il cielo. Come dal nulla, una folata di fiocchi di neve cominciò a concentrarsi alle sue spalle, convogliandosi in una massa sotto gli occhi incuriositi della Quinta Leggenda, presto sostituiti da uno sguardo di orrore.
La massa di neve e ghiaccio comincio a crescere in dimensioni, superando i cinque metri di altezza. Dopo qualche altro secondo, dietro la donna aveva appena preso posto la figura di un pupazzo di neve dalle sembianze a dir poco minacciose, grande e imponente almeno quanto una quercia. 
<< Jack, ti presento Marshmallow >> esordì Elsa, con un sorriso soddisfatto. << Marshmallow, questo è Jack… il tuo prossimo bersaglio. >>
Le orbite illuminate della bestia si concentrarono sullo spirito invernale. Questi sentì la gola farsi molto secca.
<< Ehm… non possiamo parlarne? >> chiese nervosamente.
In tutta risposta Marshmallow si limitò a porgergli un ghigno sdentato… e procedette a sollevare un enorme palla di neve tra le mani artigliate.
La reazione di Jack fu piuttosto comica. Emise un grido assai poco signorile e cominciò a correre, rapidamente seguito dalla creatura. Il tutto mentre Elsa rideva di gusto all’intera scena.
Lo Spirito dell’Inverno spese i successivi cinque minuti cercando di evitare che il pupazzo di neve lo colpisse, utilizzando il vento per ottenere un ulteriore vantaggio. Purtroppo per lui, Marshmallow continuò a perseguire la sua missione con spietata determinazione, senza mai voler accennare a dargli un momento di riposo.  Infine, colpì Jack mentre questi stava volando.
Il corpo dello spirito precipitò a terra e si schiantò in un mucchio di neve con un sonoro tonfo.
Elsa trasalì e si avvicinò rapidamente al cumulo.
<< Jack! >> esclamò, una volta ai piedi di un piccolo cratere di neve dalla forma vagamente umanoide. Non ottenne alcuna risposta.
Deglutì a fatica e richiamò Marshmallow con un rapido gesto delle mani: la creature si dissolse in un ammasso di fiocchi fluttuanti, disseminandosi per l’area circostante.
<< Jack… Jack, stai bene? >> chiese con esitazione, mentre cercava di scrutare dentro il buco.
Improvvisamente, qualcosa sbucò dal cumulo.
<< Presa >> sussurrò lo Spirito dell'Inverno con un ghigno, per poi tirarla verso di sé. 
Elsa rilasciò un grido di sorpresa, ed entrambi gli spiriti cominciarono a rotolare giù per la collina. Ben presto, le urla dell’ex regina vennero sostituite da una risata genuina, alla quale si aggiunse quella dell'albino.
Entrambi finirono la loro corsa qualche secondo dopo, sollevando alcuni fiocchi di neve una volta giunti a fondo valle. Continuarono a ridere, come se ormai non potessero più fare altro… fino a quando non si resero conto della posizione in cui erano finiti.
Jack si trovava proprio sopra l’esile figura di Elsa, con il volto ad appena pochi centimetri dal naso della giovane donna. Rimasero entrambi fermi e immobili, come una coppia di cervi catturati dai fari di un auto.
Entrambi deglutirono a fatica, quasi in contemporanea.
<< Hai degli occhi molto belli >>  fece Jack, incapace di trattenersi.
Tale dichiarazione suscitò un lieve rossore ad opera dell’ex regina. << C-cosa? >>
<< Ehm… i tuoi occhi. Sono, uh… molto belli… e anche i capelli >> aggiunse il Quinto Guardiano, visibilmente imbarazzato.
Elsa deglutì una seconda volta.
<< Oh… grazie >> disse con un piccolo sorriso. << Anche tu hai, ehm… degli occhi molto belli. E anche i capelli. >>
<< Uh… >>
Entrambi rimasero in silenzio per quasi un minuto buono, apparentemente bloccati in quella posizione.
Dopo che quel lasso di tempo giunse al suo termine, la giovane donna compì un paio di colpi di tosse. Gli occhi di Jack si spalancarono, come se si fosse appena svegliato da un sogno.
<< Oh, scusa >> borbottò, mentre procedeva ad alzarsi rapidamente.
Elsa seguì subito dopo - le guance ancora arrossate - e gli lanciò una breve occhiata. Lo spirito invernale evitò il suo sguardo e cominciò a dondolarsi sulla punta dei talloni.
<< Quindi… >>
<< Quindi… >>
Si fermarono di colpo.
<< Prima tu >> disse Elsa, sorridendogli gentilmente.
Jack si voltò completamente verso di lei, il suo atteggiamento fiducioso completamente recuperato.
<< È stato davvero così terribile? >> chiese con tono colmo d’anticipazione, mentre si appoggiava sulla parte ricurva del bastone.
Il Quinto Spirito aprì la bocca per rispondere…
<< COWABUNGA! >> urlò qualcuno sopra di loro, impedendole di esternare i suoi pensieri.
Entrambi gli spiriti ebbero appena il tempo di sollevare lo sguardo. Pochi secondi dopo, un’ombra calò sul punto esatto in cui si trovavano, sollevando un’ondata di neve che li ricoprì fino al collo.
Con un po’ di fatica, fuoriuscirono dai cumuli proprio mentre la massiccia figura di Maui si faceva strada oltre lo strato di ghiaccio superficiale.
Attualmente, il semidio indossava uno dei completi di Babbo Natale fornitogli gentilmente dal proprietario, dopo che questi aveva intuito che il polinesiano non fosse affatto abituato alle fredde temperature del Polo.
<< Ancora non riesco a credere che questa “neve” sia davvero acqua >> commentò l’uomo, mentre osservava curiosamente la strana sostanza bianca che aveva sotto i piedi. << Sembra solida… eppure è così morbida… >>
Fu allora che i suoi occhi si posarono su Jack ed Elsa, i quali lo stavano osservando con espressioni piuttosto contrariate.
<< Ho per caso interrotto qualcosa? >> domandò il semidio, sorridendo furbescamente.
Entrambi gli spiriti si drizzarono di scatto, arrossendo profondamente. 
<< Niente affatto>> ripose rapidamente Elsa. << Stavamo solo, ehm… >>
<< Facendo una partita a palle di neve >> terminò Jack, nel tentativo di debellare ogni possibile incomprensione. E, tecnicamente, non aveva nemmeno detto una bugia.
Nel frattempo, gli occhi di Maui parvero illuminarsi.
<<  Oooooh, sembra divertente >> esclamò eccitato. << Quali sono le regole? >>
Inizialmente preso in contropiede dalla domanda del polinesiano, lo spirito invernale mise su un’espressione molto più fiduciosa. In fondo, questa era la sua area di competenza.
<< Niente di troppo complicato >> disse con una scrollata di spalle. << Si crea una palla di neve e la si usa per colpire l’avversario. >>
Il semidio annuì comprensivo e rimase in attesa. Quando Jack non sembrò intenzionato a voler proseguire, inarcò un sopracciglio.
<< Tutto qui? >> chiese con tono deluso.
<< Be', in genere si gioca a squadre >> continuò l’albino, strofinandosi i capelli. << Ogni squadra crea un fortino e ha il compito di conquistarlo, colpendo tutti gli avversari entro il limite di tempo prestabilito. In caso contrario, una partita a palle di neve può anche durare giorni. >>
<< Qualcuno ha detto “palle di neve”? >> arrivò una voce familiare alle spalle del trio.
Videro Anna camminare dietro di loro, rapidamente seguita da Rapunzel.
<< State organizzando una partita? >> chiese eccitata la rossa, affiancandosi alla sorella maggiore.
Elsa fece per negarlo, ma una rapida pacca sulle spalle ad opera di Jack la costrinse a fermarsi.
<< In realtà… >> iniziò il Guardiano, inviandole un sorriso innocente  << Sì, è proprio quello che avevo intenzione di fare. E tua sorella è stata così gentile da offrirsi di aiutarmi! >>
La bionda si bloccò, mentre sia Anna che Rapunzel le volgevano un’espressione incredula.
<< Sembra molto fuori dal tuo personaggio >> commentò la principessa perduta.
Elsa arricciò ambe le labbra in un sorriso tirato. << Che posso dire? Il suo infantilismo è contagioso. >>
Jack inarcò un sopracciglio.
<< Infantilismo è una parola? >> sussurrò a Maui, che rispose con una scrollata di spalle.
<< E io che ne so >> dichiarò l'altro, suscitando un roteare degli occhi ad opera del Quinto Spirito.
Anna guardò il Quinto Spirito e il Quinto Guardiano con un sorriso consapevole e batté ambe le mani in un sonoro rintocco.
<< In questo caso, avremo bisogno di più giocatori! >> esclamò gioviale.
Puntò lo sguardo oltre la collinetta di neve, ove intravide un gruppo di persone accompagnate da una familiare coppia di draghi.
 << Hiccup, Astrid, Merida! Volete fare una partita a palle di neve?! >> domandò ad alta voce, attirando l’attenzione dei suddetti.
<< Grazie per l’offerta, ma passo >> rispose immediatamente il capo di Berk. << Non sono un tipo molto sporti-… >>
Prima che potesse terminare la frase, la moglie gli tirò una forte pacca sulla schiena.
<< Gambe in spalla, Hiccup, è il momento di mostrare a questi stranieri come si combatte una VERA campagna militare >> dichiarò con determinazione, il volto contratto in un ghigno feroce, lo stesso che il marito le aveva visto fare ogni volta che pregustava una battaglia.
Si voltò verso Merida.
<< Vuoi unirti a noi, rossa? >> chiese con un sorriso che sprizzava “sfida” da tutti i pori.
La principessa restituì l’espressione della vichinga.
<< Una scozzese non si tira mai indietro di fronte ad una lotta! >> esclamò con voce tonante, sollevano un pugno in aria per dare ulteriore enfasi al suo grido di battaglia.
Al contempo, un certo Furia Buia si affiancò alla coppia di guerriere con un verso eccitato, chiaramente intenzionato a partecipare, non senza rivolgere un paio di occhioni supplichevoli in direzione del suo amico umano.
Questi sostenne il suo sguardo, dopodiché si esibì in un palese roteare degli occhi.
<< Oh, va bene, bello, giocherò anch’io >> decretò, e si incamminò con il drago insieme ad Astrid, Merida e Tempestosa.
Una volta che tutti furono di fronte a Jack, Maui incrociò ambe le braccia davanti al petto.
<< Quindi, capelli bianchi, come saranno organizzate le squa-... >>
<< Posso unirmi a voi? >>
<< GHIAAAAH! >>
Il polinesiano saltò per la sorpresa, lanciando uno strillo fin troppo acuto e gesticolando sonoramente, per poi voltarsi verso colui che aveva appena parlato: Jack Skellington gli si era piazzato dietro, il teschio adornato da quel suo sorriso apparentemente intramontabile.
<< Per tutti gli dèi, mucchio d’ossa, potevi farmi venire un infarto! >> sbottò il semidio, senza trattenere una smorfia infastidita.
Skellington ridacchiò in apparente divertimento.
<< Be’, è un po’ il mio lavoro >> affermò con tono di fatto, mentre volgeva in direzione di Jack Frost un’occhiata colma di aspettative.
Lo spirito invernale finse di considerare la richiesta dello scheletro. Ma nella sua mente, la decisione era già stata presa da un pezzo.
<< Perché no? Più siamo e meglio è! >>
 
                                                                                                                       * * *
 
Qualche minuto dopo, le rispettive squadre erano state stabilite dal Guardiano del Divertimento in persona: lui avrebbe costruito un fortino sul lato ovest della banchisa, i cui difensori sarebbero stati Hiccup, Maui, Merida e Tempestosa, mentre il fortino est, realizzato da Elsa, sarebbe stato occupato dalla sorella di quest’ultima, la cugina, il Furia Buia, Jack Skellington e Astrid.
Tutti rimasero incantati ad osservare la magia dei due spiriti del ghiaccio all’opera, rimirando come il terreno nevoso s’innalzava, sollevava e plasmava al loro comando, delineandosi in forme definite.
Il fortino di Elsa era il più alto, decisamente più realistico e dettagliato: le guglie, le finestre e l’intero cancello rilucevano di ghiaccio levigato e splendente. Quello realizzato da Jack era invece molto semplice, e grande quel tanto che bastava per contenere ciascuno dei membri prefissati della squadra.
<< Lasciami indovinare, Frost: non sei esattamente una cima in ingegneria >> commentò Hiccup, il volto adornato da un piccolo ghigno.
Lo Spirito dell'Inverno si portò una mano alla bocca per coprire una tosse imbarazzata.
<< Mai sentito dire che la bellezza sta nella semplicità? >> rispose con un sorriso tirato, per poi picchiettare il fianco del fortino. << E poi, sono sicuro di averlo reso abbastanza resistente da sopravvivere anche ad una bomba nucleare. >>
<< Una che? >> fecero all'unisono i suoi compagni; Tempestosa si limitò a storcere il capo, confusa.
<< È qualcosa che si mangia e può rovinarti tremendamente la linea? >> fece Maui, picchiettandosi gli addominali dello stomaco.
A quelle parole, Jack si ritrovò incapace di trattenere una risata nervosa.
<< Giusto, dimenticavo che non siete di queste parti >> borbottò quasi a se stesso. << Lasciate perdere. Sul serio, non volete saperlo. >>
Detto questo, volse al semidio uno sguardo significativo.
<< Soldato Maui, qual è la situazione?! >> esclamò con un tono di voce molto più alto e graffiante del solito.
Questi prese a fissarlo con un'espressione visibilmente confusa. << Perché stai parlando in quel modo? Guarda che non sono sordo... >>
Jack si portò una mano alla fronte, già esasperato.
<< Ugh… dimmi solo che cosa vedi >> disse, creando dal nulla un binocolo di ghiaccio tra le mani e porgendolo al semidio.
L'uomo afferrò l'oggetto con fare incerto e, dopo esserselo rigirato tra i palmi, lanciò allo spirito un'occhiata indagatrice.
<< Che ci dovrei fare? >> chiese con un'aria visibilmente confusa.
Hiccup fissò lo strano dispositivo. Sembrava una specie di cannocchiale di dimensioni ridotte, provvisto di due lenti anziché una sola.
Notando la ben evidente confusione sullo sguardo del polinesiano, si fece avanti. << Chiedo scusa… posso? >>
Dopo qualche secondo,  Maui gli consegnò il binocolo. Il vichingo lo tenne sollevato in alto e lo fissò per qualche istante, socchiudendo le palpebre in profonda riflessione: infine, avvicinò le lenti agli occhi e vi guardò dentro.
<< Uhmmm… non sembrano in procinto di attaccare, penso che stiano elaborando una qualche strategia. E conoscendo Astrid… sarà qualcosa di PESANTE. >>
Merida inarcò un sopracciglio, rivolgendo lo sguardo nei confronti della fortezza avversaria.
<< Quanto pesante… oh >> borbottò, dopo una rapida occhiata.
Jack la seguì a ruota… e si bloccò, rapidamente imitato dal resto dei suoi compagni.
<< Quelle sono… catapulte? >> sussurrò con voce timorosa, notando numerosi oggetti che ora spiccavano lungo le mura del castello.
Hiccup rilasciò un sospiro rassegnato.
<< D'accordo, è peggio di quanto avessi immaginato >> commentò, mentre si passava una mano tra i capelli << Ma d’altro canto, è proprio da lei esagerare in questo mo-… ATTENZIONE, ARRIVANO! >>
Una delle cime delle catapulte era stata tranciata di netto e una pioggia di palle di nevi si abbatté su di loro. Jack riuscì a evocare appena in tempo uno scudo di ghiaccio, ma l'impatto dei colpi fu comunque abbastanza forte da generarvi sopra alcune crepe.
“Okay… questo significa guerra” pensò con uno sguardo di pura determinazione.
Nel mentre, la situazione al fortino avversario era a dir poco tesa. Elsa, Anna e Rapunzel stavano fissando Astrid con espressioni sconcertate.
<< Ehm… sei sicura che le catapulte siano davvero necessarie? >> domandò il Quinto Spirito con voce incerta, ancora stupita dal fatto che la vichinga le avesse chiesto di realizzarle.
<< Oh, assolutamente! >> replicò la bionda. << Sono veloci, facili da usare e, cosa più importante… possono trasportare molti proiettili e garantire un annientamento istantaneo delle linee nemiche! >>
<< Annientamento? >> sussurrò Rapunzel ad Anna, la quale si limitò a scrollare le spalle.
<< Mi trovo perfettamente concorde con il nostro comandante! >> esclamò Skellington, comparendo alle spalle del trio e facendole sobbalzare. << Queste armi riusciranno senza dubbio a incutere terrore nei nostri nemici. Un'idea davvero geniale, signorina Istrice! >>
<< Astrid >> lo corresse lei, con un roteare degli occhi.
<< Non sembra che sia stato… ehm, annientato granché, comandante >> intervenne Rapunzel, lanciando un’occhiata oltre il muro della struttura. << Oh, e pare che stiano per contrattaccare! >>
Sulle mura del fortino avversario stavano apparendo degli oggetti dalla forma familiare, che Elsa riconobbe all'istante come… cannoni.
<< Mi state prendendo in giro? >> domandò più a se stessa che agli altri, mentre, in lontananza, Jack rivolgeva loro un sorriso impertinente.
<< E quelli che accidenti sarebbero!? >> esclamò Astrid, sconcertata.
Sdentato ringhiò e andò ad appollaiarsi sopra una torretta, assottigliando lo sguardo e aprendo le fauci, pronto a fare fuoco. Skellington lo seguì, arrampicandosi a mo’ di ragno lungo la torre e osservando attentamente le linee nemiche.
<< Hmm, sembra proprio che vogliano rispondere con del fuoco incrociato >> disse picchiettandosi il mento con un dito scheletrico. << Se solo avessimo… >>
Non ebbe la possibilità di terminare la frase. Uno dei cannoni fece fuoco, sparando una grossa palla di neve in direzione del castello.
Sdentato sputò una palla al plasma per scioglierla, ma subito ne arrivò un altra che centrò in pieno il compagno d’armi. Lo scheletro vivente cadde a terra con un sonoro CRACK!, trascinando con sé una delle torrette.
Ogni singola persona presente si bloccò di colpo.
<< Oh miei dèi… lo hai ucciso? >> domandò Maui, volgendo a Frost un'espressione sconcertata.
Lo Spirito dell'Inverno si drizzò di colpo.
<< No! Almeno… non credo >> aggiunse con tono incerto. << Ehm… Skellington, sei morto?! >>
<< Secondo te se è morto è capace di risponderti!? >> sbottò Merida, scandalizzata.
Gli arti dello scheletro si erano completamente separati e giacevano immobili nella neve, quasi confondendosi nel bianco immacolato della banchisa, non fosse stato per il nero degli abiti di cui erano coperti. Le orbite vuote del teschio sembravano più vuote che mai.
<< Io… sono sicuro che stia bene >> continuò lo spirito invernale, palesemente teso e nervoso << Giusto? >>
<< Cielo! Oh, cielo! >> gridò Rapunzel, terrificata << Elsa, mandami subito lì! Forse c'è ancora tempo, potrei riuscire a guarir-... >>
<< BUUUUUUUUUH! >>
All’improvviso, il teschio dello spirito scattò dritto verso l’alto e liberò un ululato agghiacciante.
L’azione improvvisa fece sobbalzare tutti i presenti, alcuni dei quali incespicarono in avanti. Maui saltò talmente in alto da sollevare una piccola ondata di neve una volta tornato a terra.
La mandibola dello spirito di Halloween si allentò, liberando una risata stridula. Dopodiché, i vari arti dello scheletro cominciarono a strisciare nella neve e a riagganciarsi magicamente al proprio posto; Skellington si raddrizzò in piedi in un gesto fluido, rivolgendo loro il suo classico ghigno.
<< Accidenti, amici, siete piuttosto facili da impressionare! >>
Jack Frost rimase fermo e immobile per quasi mezzo minuto, lo sguardo fisso in direzione dello Spirito di Halloween. Passato quel lasso di tempo, girò meccanicamente il capo nei confronti della propria squadra.
<< Bombardateli… senza alcuna pietà! >>
I suoi compagni si affrettarono ad eseguire l’ordine del loro comandante. Si erano presi tutti un bello spavento, e questo era innegabile… ma, a parere di Hiccup, il luccichio fanatico che attualmente adornava lo sguardo di Frost era molto più terrificante.
<< Al tuo segnale, capo! >> esclamò Maui, con un ghigno esaltato.
Il sorriso di Jack si fece più feroce.
<< Fuoco! >> urlò a gran voce, sollevando il bastone per dare ancora più enfasi a quell'ordine.
Venne presto seguito da decine di palle di neve sparate in direzione della fortezza avversaria, alcune per mano dei suoi cannoni, altre realizzate da Maui, altre ancora semplicemente lanciate da Hiccup e Merida, la quale aveva probabilmente la mira migliore del gruppo.
Il tutto fu ulteriormente accompagnato da alcune sfere di fuoco sputate da Tempestosa, sollevatasi in volo per avere una traiettoria migliore sui bersagli. Naturalmente, aveva fatto in modo di puntare solo alle infrastrutture del fortino: l'ultima cosa che voleva era ferire Astrid per errore.
Dapprima, Sdentato cercò di contrattaccare con le proprie sfere al plasma, riuscendo a fermare alcuni attacchi della draghessa, ma presto i colpi avversari si rivelarono troppi da intercettare.
<< Chi diavolo ha autorizzato l’uso dei draghi!? >> sbottò Anna, coprendosi la testa con le mani per ripararsi dalla neve cadente.
In tutta risposta, Elsa si voltò in direzione di Astrid e incrociò ambe le braccia davanti al petto, scrutandola con un leggero cipiglio.
<< Ehi, non guardarmi così! >> esclamò la vichinga << Non avevo idea che il tuo ragazzo soffrisse di manie psicotiche! >>
<< Non è il mio ragazzo >> gemette il Quinto Spirito, mentre si portava una mano alla fronte << Inoltre, non vedo come il comportamento di Jack abbia a che fare con... >>
<< Ehm, ragazze? >> disse Rapunzel, attirando l'attenzione della squadra con un cenno oltre le mura del castello. << Hanno abbandonato il loro fortino… e sembra stiano caricando verso di noi. >>
<< Oooh, eccellente! >> esclamò Skellington, acquattandosi in una posa fin troppo animalesca. << Questo mi ricorda un sacco la caccia! >>
E, dopo aver pronunciato tali parole, spiccò un enorme balzo e si lanciò oltre i confini sicuri della struttura, puntando in direzione degli avversari.
Astrid lo guardò caricare con occhi strabuzzati.
<< …Oh, al diavolo! Per Odino! >> gridò, raccogliendo della neve e seguendo l’esempio dello spirito.
Elsa li fissò incredula. << Non dovremmo presidiare il forte... >>
<< Alla carica! >> esclamò Anna, afferrando Rapunzel e buttandosi a sua volta oltre la parete del castello… che, fortunatamente, non era poi così alta.
Il sopracciglio destro del Quinto Spirito cominciò a contrarsi.
<< Giuro che quando tutto questo sarà finito… la strangolerò >> borbottò a bassa voce, mentre creava una scala di ghiaccio per scendere.
( Track 12:  https://www.youtube.com/watch?v=9LEw-dsEdwk )
Ben presto, l'intera banchisa si trasformò in un vero e proprio campo di battaglia: palle di neve  che volavano in ogni dove, fiamme occasionali ad opera dei draghi… urla e risate di gioia, accompagnate da bianche fumate.
<< Sdentato! Vacci piano! >> esclamò Hiccup, notando l’eccitazione del compagno Furia Buia. << Non abbiamo tutti armature immuni al fuoco! >>
Il drago nero gli inviò uno sguardo imbarazzato, distrazione di cui Tempestosa approfittò all'istante: si lanciò sul rettile, ed entrambi finirono a rotolare nella neve.
Poco distante da loro, Maui era impegnato con Skellington in una sorta di bizzarro duello.
<< In guardia! >> urlò il semidio, mentre menava fendenti con il proprio amo.
Lo scheletro rise in maniera selvaggia e cominciò a schivare i colpi del polinesiano, torcendo e contorcendo il proprio corpo come se fosse completamente fatto di gomma.
A un centinaio di metri dalla coppia, la situazione era molto più addomesticata.
<< Prendete questo! >>
Anna lanciò due palle di neve dritte contro la sorella maggiore e la cugina: entrambe riuscirono a schivare alcuni dei proiettili, nascondendosi dietro un paio di cunette.
<< Non dovremmo essere dalla stessa parte?! >> esclamò Rapunzel, vibrando un colpo a mo’ di frusta con i suoi capelli, nel tentativo di contrastare l’attacco della rossa.
Anna bloccò l’ennesimo tiro a mezz’aria. << Oh, siamo dalla stessa parte? Pensavo che si fosse trasformato in un tutti contro tu-... >>
Non ebbe la possibilità di terminare la frase: Elsa la colpì con una montagnetta di neve, ricoprendola fino al collo.
<< Eccoti servita >> commentò con un sorriso divertito.
Si alzò da dietro la cunetta… e venne colpita in testa da qualcosa di freddo. Non le servirono altro che un paio di secondi per capire chi fosse il responsabile di quell'infido attacco alle spalle.
Si voltò lentamente, gli occhi ristretti in un paio di fessure.
<< Frost. >>
<< Salute, Bucaneve >> sogghignò lo Spirito dell'Inverno con fare artificiosamente maligno, il bastone poggiato sulla spalla << Ci rincontriamo. >>
A quelle parole, perfino il Quinto Spirito non poté fare a meno di trattenere un ghigno divertito. Alzò ambe le mani in un gesto teatrale.
<< Le tue gesta malvagie finiscono qui, Spirito dell'Inverno! Con i poteri conferitimi da Ahtohallan, porrò fine al tuo regno di malizia! >> proclamò a gran voce, mentre creava una grossa palla di neve sopra di lei.
<< Tu foooooooolle! >> esclamò lui, puntando il bastone all’insù e creando un’enorme proiettile a sua volta. << Ti ho dato la possibilità di unirti a me spontaneamente... ma tu hai scelto la via del GELO! >>
Poco lontano da loro, sia Anna che Rapunzel osservarono incredule i due spiriti intenti a bersagliarsi con proiettili di ghiaccio di ogni forma e dimensione.
Dopo qualche attimo di silenzio, la regina di Arendelle girò la testa in direzione della cugina.
<< Potresti darmi una mano a uscire da qui? Sta cominciando a fare freddo. >>
In tutta risposta, Rapunzel si limitò a rilasciare un sospiro quasi rassegnato e cominciò a scavare nella montagnetta di neve.
Nel mentre, Hiccup stava cercando in tutti i modi di frenare un tipo di lotta assai molto diverso: di fronte a lui, Merida e Astrid avevano cominciato ad affrontarsi in un vero e proprio duello con armi da taglio, degno delle più rinomate lotte tra gladiatori.
Come fossero passate da una battaglia a palle di neve ad un duello con asce e spade… be', era veramente un mistero, ma la cosa non lo aveva sorpreso nel minimo, dopotutto, entrambe le giovani donne erano guerriere nate, e il combattimento faceva parte della loro natura.
 << Ragazze, non possiamo discuter… eep! >>
Si abbassò di colpo, appena in tempo per evitare un colpo d'ascia ad opera della moglie.
<< Scusa, amore! >> gridò lei, mentre sollevava l'arma e la usava per bloccare un affondo ad opera di Merida. << È tutto ciò che sai fare, principessa scozzese? Non mi stupisce che i miei antenati siano riusciti a sbaragliare le vostre armate così facilmente! >>
La principessa cacciò un urlo, mentre le vibrava un fendente in risposta. Ma stavolta… qualcosa cambiò nel suo sguardo: un lampo blu le attraversò gli occhi e gli avambracci, lambendoli di piccole lingue di fuoco azzurre.
Non sembrava esserci più in lei l’euforia del gioco… ma un’inconsapevole ed insensata sorda collera scaturita da un nervo scoperto appena toccato, nonostante fosse ben palese l’ilarità contenuta nella frase della bionda.
Astrid compì un passo all'indietro e anche Hiccup si tese improvvisamente.
<< Ehm… stai bene? >> domandò la vichinga, sollevando ambe le mani nel gesto universale della pace. << Guarda che stavo scherzando, non ero mica seria... >>
Le fiamme negli occhi e nelle braccia di Merida parvero tremolare di fronte a quella dichiarazione. E fu allora… che la ragazza liberò di un grido agghiacciante.
“Falle del male” sibilò un’oscura presenza nella sua mente. “Ti ha insultato… se lo merita… falle del male!”
<< N-no...! >> gemette, portandosi le mani alle tempie. << Non di nuovo... basta, vai via, VATTENE VIA! >>
“Liberami, piccola umana, e ricevi la mia maestà!”
Le lingue di fuoco si innalzarono di colpo, eruttando dal suo corpo in una vera e propria fiammata.
<< Astrid! >> urlò Hiccup, lanciandosi contro la moglie e costringendola a terra.
La sua reazione fu rapida quanto propizia, perché l'enorme ondata rovente si riversò proprio nel punto esatto in cui la vichinga era stata fino a pochi secondi prima.
Ma ecco che le fiamme attorno alla principessa iniziarono ad avvolgerla da capo a piedi, finché non finì all’interno di una sorta di vortice infuocato. Più lei urlava e si rannicchiava, più l’enorme colonna si ingrossava, espandendosi in ogni direzione e generando pericolosi lampi infuocati.
Una delle esplosioni fu abbastanza forte da attirare l'attenzione degli altri giocatori, draghi compresi. Tutti rivolsero lo sguardo verso l’alto, osservando l’innalzarsi di una colonna di fumo e fiamme.
<< Che sta succedendo? >> gridò Rapunzel.
<< Oh, no... >> sussurrò Jack, ben consapevole della natura di quel fenomeno. << Il Crogiolo! Merida! >>
Lo Spirito dell'Inverno spiccò un salto e volò dritto verso il punto da cui si era riversato il fuoco, rapidamente seguito da Elsa. Anche Anna, Rapunzel, Maui e Skellington li raggiunsero subito dopo, i volti adornati da espressioni visibilmente preoccupate.
Quando raggiunsero il luogo del misfatto, il cuore di entrambi gli albini mancò un battito.
<< Sta perdendo il controllo >> sussurrò l’ex regina, notando lo sguardo angosciato di Merida: un'immagine dolosamente MOLTO familiare.
Per un attimo, la mente del Quinto Spirito venne invasa da uno sgradevole ricordo ambientato quattro anni fa, il giorno della sua incoronazione. Il giorno… in cui aveva congelato Arendelle.
Ma in quel momento, lo scenario che aveva di fronte era quasi l’opposto. Alte fiamme lambivano la principessa scozzese, raccogliendosi in una vera e propria tempesta, sciogliendo la neve intorno e minacciando di scatenarsi sull’intera banchisa.
<< Se va avanti così, finirà per distruggere tutto >> mormorò Hiccup, volgendo uno sguardo preoccupato in direzione della fabbrica di giocattoli poco distante da loro.
A quelle parole, il volto di Elsa assunse un'espressione determinata.
<< Penso di poterla calmare… ma ho bisogno che mi copriate >> disse dopo qualche attimo di silenzio, girando il capo verso Jack.
Lui la fissò a lungo, un'occhiata incerta dipinta in volto. Poi, sollevò il bastone in alto e la punta ricurva si illuminò di una familiare luce blu, per poi sprigionare un intenso getto di ghiaccio che andò a raccogliersi sulla cima della tempesta, contrastandone l’avanzata.
Hiccup levò la propria spada infuocata e cercò di deviare più colpi possibili, supportato dalle palle di plasma e fuoco generate da Sdentato e Tempestosa, mentre Maui si poneva in forma di falco a protezione di Astrid e Anna. 
Jack Skellington si fece avanti e si portò sul fianco destro della tempesta, protendendo in avanti le falangi: a quel gesto, le fiamme cominciarono a tremolare e i lampi infuocati diminuirono notevolmente.
Rapunzel raggiunse invece il fianco sinistro e raccolse i propri capelli nella vaga forma di una lancia, avvicinandola alle fiamme. Dopodiché, cominciò a sussurrare la magica nenia curativa: le ciocche s’illuminarono di un intenso bagliore dorato… e iniziarono a purificare le fiamme malevole.
Lentamente, Elsa iniziò a camminare verso Merida, creando un piccolo tornado di cristalli attorno a lei per proteggersi dal calore intenso dell’aria.
Si fermò ad appena un metro dalla rossa. Lì la temperatura era alquanto critica, ma lo spirito cercò di ignorarla.
<< Merida… puoi sentirmi? >>
La voce della principessa scozzese uscì in un tremito: << E... Elsa? >>
<< Sì, sono io >> rispose la bionda, inginocchiandosi di fronte a lei. << Ascoltami… so che hai paura. So come ti senti, dico davvero. Ma ora devi fare molta attenzione a ciò che sto per dirti. Puoi farlo? >>
<< N-non... non lo so... b-brucia... brucia tanto... mi fa paura... t-troppa... >>
<< Lo so, Merida >> sussurrò Elsa, nel tentativo di tranquillizzarla << È doloroso… è impetuoso… e sembra che il mondo attorno a te stia per crollare. Ma puoi combatterlo… puoi controllarlo! Io posso aiutarti, ma ho bisogno che tu mi stia ad ascoltare con molta attenzione. >>
Merida la fissò, i grandi occhi azzurri inondati di lacrime.
<< Hai una famiglia che ti aspetta nel tuo mondo, non è vero? Una madre, un padre, dei fratellini >> riprese il Quinto Spirito, offrendole un sorriso. << Pensa a loro, Merida. Ai momenti belli che avete passato insieme… e anche a quelli brutti. I giorni in cui avete pianto assieme… e quelli in cui avete riso. I compleanni che avete festeggiato, le storie della buonanotte che ti hanno raccontato, oppure la prima volta in cui ti hanno rassicurato. Chiudi gli occhi… e pensa a quei momenti. >>
La principessa parve esitare ancora. Poi, Elsa la vide fare uno sforzo immenso per chiudere gli occhi.
Vide le fiamme agitarsi sempre di più, e d'istinto sollevò le mani per difendersi... ma queste non la sfiorarono nemmeno. Lentamente, sembrarono abbassarsi, pur tremolando ancora.
<< Coraggio, Merida… puoi farcela >> la incitò, avvicinandosi ulteriormente e posandole una mano sulla spalla, producendo vapore acqueo a contatto con il fuoco.
Quel gesto sembrò ottenere proprio l'effetto sperato. Le fiamme…iniziarono a diradarsi, indebolendosi sempre di più. Dopo qualche altro secondo, una calma piatta tornò a regnare sulla banchisa artica.
Merida crollò in avanti e venne rapidamente sorretta dal Quinto Spirito.
<< M-mi d-dispiace... >>
<< Va tutto bene >> disse Elsa, mentre tornava a sorriderle con fare gentile. << Sei stata molto brava, Merida. >>
Presto venne affiancata dal resto dei loro alleati, i quali si inginocchiarono davanti alla rossa con espressioni piene di sollievo e preoccupazione al tempo stesso.
La principessa li guardò, profondamente toccata dal comportamento di quegli strani alleati. Poi, tirò un respiro profondo e si lasciò sfuggire un sorriso luminoso… il primo che Jack, Elsa, Astrid e Rapunzel le avevano visto fare dal momento in cui l’avevano incontrata.
<< Grazie. Grazie di cuore a tutti voi. >>
Ricevette in risposta dei sorrisi contenti e rassicuranti.
Dopo qualche altro istante, la rossa sembrò riacquistare la solita spavalderia e spigliatezza, mentre si rivolgeva ad un certo spirito invernale.
<< Questo mi fa guadagnare la vittoria a tavolino, giusto? >>
<< Te lo puoi scorda… ahi! >>
Jack si portò una mano alla testa, rimuovendone un cumulo di neve. Al contempo, lanciò ad Elsa uno sguardo visibilmente stizzito.
L’ex regina di Arendelle si limitò a restituire l'espressione dello spirito, incrociando ambe le braccia davanti al petto per enfatizzare i propri pensieri inespressi.
Il Guardiano del Divertimento sospirò, per poi arricciare ambe le labbra in un sorriso sconfitto.
<< Tutto quello che vuoi, rossa. Tutto quello che vuoi. >>
 




Boom!
Speriamo che questo capitolo abbia soddisfatto i fan della Jelsa ;)
Ci siamo concentrati soprattutto sullo sviluppare il loro rapporto e a cimentare la loro “amicizia”.
A dispetto delle loro personalità molto diverse, Jack ed Elsa sono due personaggi molto simili a causa di vari fattori.
Sì, entrambi sono detentori di poteri legati al ghiaccio, ma questo è l’aspetto minimo che li accomuna.
Entrambi hanno passato gran parte della loro vita in completa solitudine, senza la possibilità di interagire con gli altri a causa di fattori al di là del loro controllo.
Entrambi hanno sacrificato qualcosa per il bene della loro sorellina:
- Elsa ha sacrificato la propria felicità per tenere Anna al sicuro.
- Jack ha sacrificato la sua vita per salvare Emma.
La paura è stata il loro più grande avversario ( per Jack in più di un modo ) ed entrambi hanno affrontato una riscoperta di se stessi dopo un viaggio a ritroso nel passato, sotto forma di  memorie perdute. In poche parole, il loro percorso caratteriale avviene praticamente nello stesso modo.
Poi, beh, aggiungiamo a tutto questo il fatto che ora sono entrambi due spiriti invernali, amici con il vento e il Quinto membro dei rispettivi gruppi…insomma, Disney, te la sei proprio cercata!
Siamo anche curiosi di sapere se la partita a palle di neve sia stata di vostro gradimento, così come la piccola sfuriata di Merida.
Dal prossimo capitolo…arriva l’angst!
  
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