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Autore: daniverse    03/06/2020    2 recensioni
Ci siamo specchiate l’una nell’altra per molto tempo. Mi hai dirottata, rovesciata e stravolta e io te l’ho permesso, invitandoti tra le mie braccia come il marinaio che cede al canto della sirena e si lascia incagliare sugli scogli.
Genere: Poesia, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lettera aperta tra i messaggi in bottiglia

Ti credevi l’oceano, ma eri solo la tempesta che mi avrebbe portata alla deriva. Persino ora inondi i miei pensieri come la più violenta delle correnti e mi sospingi in alto mare, allontanandomi da quella battigia che ho cercato così a lungo; verso la quale volevo pensare che tu mi vedessi arrancare.
Ti credevo l’oceano, così vasto e potente e incombente che io, piccola zattera ammaccata e confusa, ti ho seguita lasciandomi trascinare dalle tue correnti. Per me che scappavo dalla mia isola deserta, che ero convinta di ammirare l’immensità del mondo e liberarmi dalla sabbia, affogare non era un problema se c’eri tu ad accogliermi. Ma i flutti erano gelidi, le tue onde mi sballottavano senza pietà e mi costringevano a riaffiorare fradicia e infreddolita: quello era il tuo amore, quella era la convinzione che in un oceano così sconfinato l’acqua nei miei polmoni non fosse che l’aria che mi avrebbe tenuta a galla.
Ho nuotato tanto prima di capire che in realtà eri solo una pozzanghera, prima di vedere il confine acciottolato della tua grandezza, ora così piccola e crudele ed egoista. Sono affogata nel fango più volte di quante possa ricordare, e tutto per immergermi nel tuo gelo: scambiarsi promesse di rive tranquille non bastava a placare la tempesta, ed era in quei momenti che scoprivo l’oceano dentro di me, mentre mi sgorgava dagli occhi e mi stringeva il petto.
Ci siamo specchiate l’una nell’altra per molto tempo. Mi hai dirottata, rovesciata e stravolta e io te l’ho permesso, invitandoti tra le mie braccia come il marinaio che cede al canto della sirena e si lascia incagliare sugli scogli. E ora che splende il sole e ti sei prosciugata, incontrando altri oceani che ti avrebbero fatta molto più grande di una semplice zattera, osservo la macchia che hai lasciato sul selciato della mia vita.
Mi si mozza ancora il respiro, ogni tanto, quando comincia a piovere e l’acqua mi sale alle ginocchia; ancora ritorno a riva quando la spuma si ferma sul lungomare in attesa di un mio passo troppo sicuro sulla battigia. Nemmeno quella mano che emerge tra le onde basta a convincermi che nei fondali si nascondano ancora coralli e tesori preziosi.
Arenata tra i granelli dorati ascolto il sole bruciare i pensieri e scaldarmi la pelle.
Forse qualche riflesso tra le onde rispecchia la mia luce.

Angolo delle Euforbie.
Scrivere questo brano è stato come sradicarsi un germoglio dal petto che ha portato con sé metri e metri di radici. Non è finita, le erbacce ricresceranno con il tempo, ma forse troveranno meno terreno ad accoglierle se nel frattempo qualcosa di bello sboccerà dove prima c'era solo gramigna. The Puddle è la canzone che mi ha ispirata e dalla quale ho estrapolato diversi elementi, il cui messaggio è tuttavia ben diverso da quanto riportato qui sopra.

daniverse

   
 
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